26/05/2009 22:37 |
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Papa/ Kasper: Chi lo ha criticato in Israele non lo ha capito
A Yad Vashem non è andato da tedesco. Non è politicamente corretto
APCOM
Non è "nello stile di questo Papa preoccuparsi di parole che potrebbero apparire provocatorie e di rendere giustizia al politicamente corretto".
E' per questo motivo, secondo il cardinale Walter Kasper, responsabile vaticano dei rapporti con gli ebrei, che ha sbagliato chi, in Israele, ha polemizzato con Benedetto XVI per la sua visita al memoriale della shoah dello Yad Vashem, dove Ratzinger non ha citato il nazismo o le colpe storiche dei tedeschi.
"Benedetto XVI non è venuto - come molti erroneamente ritenevano - come Papa tedesco, con il ben noto peso della storia tedesca", afferma il porporato, anch'egli tedesco.
"Ciò che ha da dire in merito, lo ha già detto a Colonia e ad Auschwitz. Egli è venuto - cosa che dal punto di vista meramente politico è molto più importante - come capo della Chiesa cattolica universale per esprimere nuovamente al popolo ebraico il suo affetto personale, come quello della Chiesa cattolica". Così, per Kasper, "quasi tutto ciò che secondo molti rappresentanti ebraici e mass media israeliani è mancato nel suo discorso nel memoriale di Yad Vashem era già stato detto. Come se la semplice ripetizione delle stesse affermazioni, invece di rafforzarle, non le banalizzasse! Giustamente, non è nello stile di questo Papa preoccuparsi di parole che potrebbero apparire provocatorie e di rendere giustizia al politicamente corretto".
Sottolineando l'importanza di non dimenticare i nomi delle vittime della Shoah, Papa Ratzinger - ricorda Kasper in un intervento sull''Osservatore romano' - "ha spiegato che corrisponde alla dignità dell'uomo possedere un nome e che questo nome è scritto in modo indelebile dalla mano di Dio. Quindi - aggiunge - anche se i carnefici nazisti hanno privato le vittime del loro nome riducendole a meri numeri, pensando in tal modo di poterne cancellare per sempre il ricordo, secondo la fede sia ebraica sia cristiana la loro memoria si conserva in eterno e anche noi dobbiamo serbarne il ricordo.
Che cosa si potrebbe dire di più profondo sulla dignità indistruttibile delle vittime e gli abissi del crimine della Shoah?".
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