Di Larry Blong per il sito "Elvis Australia".
È ancora difficile credere che ebbi la sorpresa della vita una sera in cui mi trovavo a Graceland. Elvis era tornato a casa dopo un tour e decise di prendere la Harley e di andare a fare un giro con alcuni ragazzi. Io e mio fratello Steve eravamo al Gate, arrivati verso le sei del pomeriggio.
C'erano un bel po' di fans, forse una cinquantina, che sapevano che Elvis era a casa e speravano ovviamente che decidesse di uscire.
Quella sera a Memphis era una serata mite. Verso mezzanotte ci raggiunse Kathy, i cui genitori erano proprietari del ristorante "Hickory Log", che si trovava proprio di fronte a Graceland. Il locale aveva un jukebox, carico di dischi di Elvis, e si era specializzato nella preparazione di hamburger e altri cibi veloci. Era aperto tutta la notte, il che era ottimo per me e Steve, dato che di solito stavamo al cancello finché Elvis non andava a letto, verso le 5 del mattino. Il locale aveva anche una macchina per il gioco d'azzardo a cui Charlie Hodge era solito giocare. Anche il cugino e guardia di Elvis, Harold Lloyd, era appassionato di questo gioco che richiedeva di far cadere palline d'argento a forma di flipper in determinati fori. Era solo per divertimento, ma ti pagavano a parte.
Verso le 3 del mattino Elvis si avventurò fuori e accese la sua Harley. Poco dopo, Elvis scese dal viale con alcuni ragazzi al seguito. Intravedemmo Elvis mentre rallentava al cancello per riconoscere e salutare i fans.
Kathy, Steve e io non ci preoccupammo di seguire Elvis sulla sua Harley, perché lo avevamo visto tante volte entrare e uscire dai cancelli. Così, per qualche ragione che credo il tempo abbia cancellato, ci siamo avventurati fino al cancello posteriore per parlare con Ozie, una guardia che era di turno quella sera. Mentre eravamo lì, uscì Lisa Marie è uscita e la sentii chiedere: "Ehi, Ozie, chi sono quelli?". Ozie le disse che eravamo solo dei fans. A Lisa non era permesso frequentare i fans. Credo che i suoi genitori non volessero che Lisa sentisse troppe storie straordinarie sul suo famoso padre in così giovane età.
Kathy, Steve e io non ci rendevamo conto che in pochi minuti le nostre vite sarebbero state catapultate in una dimensione diversa, trovandoci faccia a faccia con Elvis Presley in persona. Dalla strada e dal cancello d'ingresso, il cugino di Elvis, Harold Loyd, correva su per la collina. Harold era di turno quella sera e sembrava avere qualcosa di importante da dire. Harold aveva qualche anno in più di Elvis e una volta mi disse che Elvis era il testimone di nozze quando si era sposato. Disse che quando Elvis era un adolescente veniva a casa sua e saccheggiava il frigorifero. Comunque, Harold sbottò dicendo che Elvis era alla stazione di servizio "Vickers" e che era lì da quindici minuti.
Ci precipitammo giù per la collina e salimmo sulla "Trans Am" di Kathy. In meno di un minuto ci fermammo alla "Vickers". Al centro di un semicerchio c'era il "Re" in persona.
Non riuscivo a credere a quello che stava succedendo. Ma era tutto vero.
Mi avvicinai ad Elvis e lui mi strinse la mano ancora prima che che io la dessi a lui. Per me questo dimostra quanto Elvis Presley fosse umile e gentile, nonostante sia il più grande intrattenitore che il mondo abbia mai conosciuto. Elvis portava il peso di dover essere "Elvis" per tutti gli altri, un compito che alla fine lo avrebbe appesantito.
Mi concentrai subito sul suo volto. Indossava occhiali da sole rosa e un casco. Rimasi stupito da quanto fossero piene le sue labbra. Anche l'interno delle basette di Elvis era grigio.
Si tolse un guanto e ci mostrò un diamante nero che disse essere molto raro. Mentre parlava con Alan Wade, residente a Memphis, disse che chiunque avesse dipinto la sua Harley "aveva fatto un lavoro fantastico".
Elvis stava bevendo una Coca Cola e una fan chiese se poteva avere la bottiglia vuota. Naturalmente Elvis l'accontentò. Elvis risalì sulla moto e Steve e io ricevemmo la seconda stretta di mano della serata. Proprio in quel momento una ragazza, Cindy VanPlew del Michigan, chiese a Elvis se poteva avere un passaggio fino al cancello. Senza casco Elvis non poteva dire di sì, ma allo stesso tempo non voleva ferire i suoi sentimenti, quindi rispose con umorismo: "Beh, tesoro, non tornerò subito al gate, devo andare a fare il mio giro di giornali alle 5:30".
E con questo, il Re e la sua Corte uscirono dal "Vickers". Quella sera fu girato un filmato a colori di 15 minuti e ci era stata promessa una copia da lei, ma non l'abbiamo mai ricevuta. Una versione breve è stata per un po' su "You Tube" con il titolo "Elvis vestito da poliziotto", ma da allora è scomparsa. Qualcuno mi ha inviato cinque foto a colori di quella sera, in cui fortunatamente mi trovo dietro Elvis in quella in cui tiene in mano la bottiglia di Coca Cola. [Fu una notte incredibile che non dimenticherò mai. Tuttavia, questa era solo una parte, perché sei mesi dopo, nell'aprile del 1977, Steve e io saremmo stati gli "unici" fans al mondo nel "Vickers", di nuovo con Elvis, la sua ragazza Ginger, suo cugino Billy Smith e sua moglie Jo. Un'altra storia per un altro giorno.
Un altro dettaglio su quella notte d'autunno dell'ottobre 1976: prima di arrivare lì, ho sentito che Elvis aveva detto che era un peccato che dovesse portare tutta questa roba qui dentro, indicando il suo stomaco. Una signora chiese cosa ci fosse lì dentro, sotto la giacca di pelle di Elvis, ed Elvis disse che era una pistola. Cercando di essere divertente, la signora chiese a Elvis: "Cosa succede se esplode?". Elvis rispose: "Beh, tesoro, allora canterò da tenore".
Quindi, come diceva Walter Cronkite, "era così il 4 ottobre 1976" e per me una notte che vivrà per sempre!