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    00 10/04/2011 09:05
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    Quattro angeli per Ratzinger

    L'ultimo arrivo è Rossella: ha lasciato il lavoro per trasferirsi negli appartamenti vaticani

    ANDREA TORNIELLI

    CITTA' DEL VATICANO

    Non lavora più qui... almeno per un anno starà a Roma». Se si chiama il Comune di Soresina, in provincia di Cremona, chiedendo dell’assistente sociale Rossella Teragnoli, si ottiene sempre la stessa risposta. Da un mese, lei non si occupa più delle persone disagiate di Soresina ma assiste l’inquilino più importante del Vaticano: Benedetto XVI. Ornella Galvani, una collega di lavoro, la descrive così: «Mite e sempre disponibilissima ad aiutare le persone». Rossella è la quarta «memores» in servizio nella famiglia pontificia dove ha preso il posto di Emanuela Camagni, morta a Roma falciata da un’auto a novembre.
    Le «memores Domini», laiche consacrate del movimento di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio nella verginità, obbedienza e povertà, vivendo nel mondo, da sei anni governano l’appartamento papale. Oltre a Rossella, che cura il magazzino papale e si occupa delle stanze dei due segretari di Ratzinger, Georg Gänswein ed Alfred Xuereb, ci sono altri tre governantiassistenti: Loredana, Carmela e Cristina. Le prime due sono pugliesi, la terza è marchigiana.
    Fino al 2005, con Giovanni Paolo II, la casa del Papa era governata dalle suore polacche. Le «memores» non sono suore, non hanno preso l’abito religioso, restano laiche. Ma questa non è una novità. Nel 1922, appena eletto, Pio XI volle con sé in Vaticano la sua governante Teodolinda Banfi. Quando gli fu fatto presente che sarebbe stata inopportuna una presenza femminile non religiosa nei sacri palazzi, l’irruento Pontefice brianzolo tagliò corto: «Vorrà dire che sarò il primo...».
    Dei quattro «angeli custodi» di Papa Ratzinger, Loredana è la colonna portante della cucina. Un ambiente rinnovato nell’estate del 2005 con mobili color metallo e ripiani grigi. Al centro, sul grande tavolo di marmo, si preparano i piatti serviti ogni giorno al Pontefice e ai suoi ospiti. Loredana è specializzata nei primi piatti, come la pasta al curry, i rigatoni al prosciutto, la pasta con salmone e zucchine. Tiene i contatti con il supermercato vaticano e sceglie le verdure che arrivano dagli orti di Castelgandolfo.
    Carmela aiuta in cucina, ed è specializzata nei dolci graditi a Ratzinger fin da quando era cardinale: strudel, tiramisù alla frutta, alle crostate. Cura anche la stanza di Benedetto XVI e il suo guardaroba. Cristina infine si occupa della cappella dell’appartamento, dove il Papa celebra la messa ogni mattina, e svolge anche qualche lavoro di segreteria. Della «famiglia pontificia» fa parte anche l’aiutante di camera, Paolo Gabriele, che serve a tavola e assiste Ratzinger anche nei viaggi e nelle uscite pubbliche.
    La giornata del Papa inizia alle sette del mattino con la messa, quindi alle otto è servita la colazione. Alle 9 Ratzinger entra nel suo studio privato, da dove si affaccia la domenica per l’Angelus. Qui inizia a lavorare e incontra un’altra laica consacrata, Birgit, appartenente al movimento di Schoenstatt, la fedele collaboratrice e dattilografa – che non risiede nel palazzo apostolico – e che sa leggere meglio di chiunque altro la sua calligrafia minuta. Dopo di lei, entra nello studio don Georg, per discutere l’agenda della giornata. Il lavoro del Pontefice prosegue fino alle ore 11, quando cominciano le udienze. Alle 13,15 viene servito il pranzo, i segretari e le «memores» siedono tutti i tavola. Nel pomeriggio, dopo una brevissima passeggiata nel giardino pensile, il Papa si ritira per riposarsi. Rientra nello studio privato dopo le 16. Quindi recita il rosario nei giardini vaticani, quindi riprende il lavoro alla sua scrivania. Dopo il tempo della preghiera, la cena viene servita alle 19,30, in tempo per vedere il Tg1 delle 20. Un’ora dopo il Papa saluta tutti e si ritira, continuando ancora a lavorare prima di coricarsi.
    Quella papale è dunque una vera e propria famiglia, che rasserena la giornata di Benedetto XVI. Nel recente libro intervista di Peter Seewald, Luce del mondo , il Papa ha confidato di non guardare la tv. Ma racconta di aver fatto, con i suoi «familiari», qualche eccezione, per i vecchi film in bianco e nero di don Camillo e Peppone.

    © Copyright La Stampa, 10 aprile 2011


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    PAPA: RADDOPPIANO LE DOMANDE SU GESU' NEI CUORI, IN TV E SU INTERNET

    (AGI) - CdV, 10 apr.

    (di Salvatore Izzo)

    "La morte rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di la' di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo".
    Sono parole di Benedetto XVI nel discorso che ha preceduto l'Angelus, nel quale ha parlato del "nostro desiderio di eternita'" e della irruzione nella storia dell'umanita' della novita' di una vittoria reale sulla morte, la Risurrezione di Cristo.
    Che anche nella societa' di oggi sia avvertita da tanti l'attesa di una vita dopo la morte lo testimoniano le oltre duemila "domande su Gesu'" giunte al sito internet (www.asuaimmagine.rai.it) del programma che venerdi' santo trasmettera' le risposte di Papa Ratzinger a sei di questi quesiti. In un primo momento dovevano essere tre ma la grande mole di mail ha convinto Ratzinger a raddoppiare la sua disponibilita'.
    Del resto, come ha detto nel discorso rivolto ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, "anche tra i cristiani la fede nella Risurrezione e nella Vita Eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione". Per questo, dopo aver ampiamente affrontato il tema nel suo ultimo libro, "Gesu' di Nazaret, dall'ingresso in Gerusalemme alla Risurrezione", che in un mese ha gia' venduto circa 2 milioni di copie, delle quali un quarto nell'edizione italiana, il Pontefice ci e' tornato oggi, ricordando che "si tratta pur sempre di una realta' che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede", e ha accettato il confronto con le domande del pubblico dello speciale che andra' in onda il 22 pomeriggio.
    Da sempre, ha ricordato il Papa teologo dalla finestra del suo studio, esisteva una "aspirazione ancestrale dell'uomo ad essere sepolto insieme con i suoi padri", che ha definito come un "anelito ad una patria che lo accolga al termine delle fatiche terrene". "Questa concezione - ha spiegato - non contiene ancora l'idea di una risurrezione personale dalla morte, che compare solo verso la fine dell'Antico Testamento, e ancora al tempo di Gesu' non era accolta da tutti i Giudei". Il chiarimento arriva poi con l'episodio evangelico della risurrezione di Lazzaro, nel quale, al di la' del risveglio dalla morte di questo amico di Gesu' (che poi pero' tornera' a morire) vi sono un annuncio cruciale e una promessa precisa: "io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, vivra'". "Ecco la vera novita' che irrompe e supera ogni barriera. Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che e' Vita, Vita Eterna". La promessa, cioe', "della nostra risurrezione, quella a cui noi aspiriamo e che proprio Cristo ci ha donato, risorgendo dai morti". E che e' la realizzazione di una lunga attesa dell'umanita': "al popolo ebraico, in esilio lontano dalla terra d'Israele, il profeta Ezechiele annuncia - infatti - che Dio aprira' i sepolcri dei deportati e li fara' ritornare nella loro terra, per riposarvi in pace". E cosi' non e' piu' la morte fisica che deve far paura, ma solo "la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l'esistenza di ogni uomo".
    Nella storia recente sono stati forse proprio i Papi a combattere contro questa minaccia, con i loro reiterati richiami alla moralita', alla giustizia e alla pace, con una coerenza che oggi i media pongono sotto gli occhi di tutti, e soprattutto con la preghiera.
    Giovanni Paolo II disse che "il primo compito del Papa verso la Chiesa e il mondo e' quello di pregare", e a tre settimane dalla sua beatificazione Joseph Ratzinger ha voluto ricordarlo come "un grande contemplativo e un grande apostolo di Cristo". "Dio lo ha scelto per la sede di Pietro e lo ha conservato a lungo per introdurre la Chiesa nel terzo millennio. Con il suo esempio, lui ci ha guidati tutti in questo pellegrinaggio e adesso continua ad accompagnarci dal Cielo", ha detto commentando il documentario "Il Pellegrino vestito di bianco" diretto dal regista polacco Jaroslaw Szmidt che ha raccolto testimonianze di leaders religiosi, personalita' del mondo dei media, della cultura, della scienze e della politica: 50 persone intervistate in quattro anni di lavoro per realizzare una versione cinematografica di un'ora e mezza e una piu' lunga per la televisione, divisa in otto puntate, per raccontare 27 anni che hanno inciso profondamente nella storia dell'umanita' e della Chiesa. Ma la testimonianza piu' toccante sul grande Papa polacco e' forse quella affidata dal suo successore allo storico Andrea Riccardi, autore di "Giovanni Paolo II. La biografia", come ha spiegato l'autore intervenendo oggi proprio ad "A Sua Immagine".
    "Portava sulle sue spalle, fattesi fragili, il peso del suo ministero. La sua vita, negli ultimi anni, e' stata una vera catechesi del dolore", ricorda Ratzinger nel libro di Riccardi.
    "Allora ci si poteva ragionevolmente chiedere: e' possibile governare la Chiesa in quelle condizioni di salute? Oggi, in una visione retrospettiva, comprendiamo meglio la portata di quegli anni di sofferenza. Vediamo che si', si puo' governare anche con la sofferenza. E' certo qualcosa di straordinario. Ma dopo un lungo pontificato e dopo tanta vita attiva da parte del Papa, era significativo ed eloquente un tempo di sofferenza", sottolinea quello che il Papa polacco ha indicato pubblicamente prima di morire come "l'amico piu' fidato" oltre che suo stretto collaboratore come prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede.

    © Copyright (AGI)


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    PAPA: PIU' DELLA MORTE FISICA TEMERE MORTE SPIRITUALE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 10 apr.

    Non e' la morte fisica che deve far paura.
    "C'e' un'altra morte - spiega Benedetto XVI ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro - che e' costata a Cristo la piu' dura lotta, addirittura il prezzo della croce: e' la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l'esistenza di ogni uomo".
    "Per vincere questa morte - ricorda Papa Ratzinger - Cristo e' morto".
    E' la terza volta che il Papa teologo parla del male morale e delle sue conseguenze in questa Quaresima 2011.

    © Copyright (AGI)

    PAPA: RISURREZIONE E' REALTA' CHE OLTREPASSA LA RAGIONE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 10 apr.

    "Anche tra i cristiani, la fede nella Risurrezione e nella Vita Eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione".
    Lo ammette Benedetto XVI, che - dopo aver ampiamente affrontato il tema nel suo ultimo libro, "Gesu' di Nazaret, dall'ingresso in Gerusalemme alla Risurrezione", che in un mese ha gia' venduto circa 2 milioni di copie, delle quali un quarto nell'edizione italiana - torna ad affrontarlo nel discorso che precede l'Angelus, ricordando che "si tratta pur sempre di una realta' che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede".
    Il Papa teologo ricorda che pero' anche prima di Cristo esisteva una "aspirazione ancestrale dell’uomo ad essere sepolto insieme con i suoi padri" definendola come un "anelito ad una patria che lo accolga al termine delle fatiche terrene". "Questa concezione - spiega - non
    contiene ancora l'idea di una risurrezione personale dalla morte, che compare solo verso la fine
    dell'Antico Testamento, e ancora al tempo di Gesu' non era accolta da tutti i Giudei".
    Per il Papa il chiarimento arriva poi per bocca di Gesu' con l'episodio evangelico della risurrezione di Lazzaro, nel quale, al di la' del risveglio dalla morte di questo amico di Gesu', che poi pero' tornera' a morire, vi sono un annuncio cruciale e una promessa precisa: "io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivra'".
    "Ecco la vera novita' - spiega Joseph Ratzinger - che irrompe e supera ogni barriera. Cristo
    abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che e' Vita, Vita Eterna". "Per questo - sottolinea - la morte non ha avuto potere su di Lui; e la risurrezione di Lazzaro e' segno del suo pieno dominio sulla morte fisica, che davanti a Dio e' come un sonno".
    "In effetti - ragiona ad alta voce il Pontefice - la morte rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di la' di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternita'".
    Ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, il Papa spiega poi quale differenza c'e' tra il risveglio di Lazzaro e la Risurrezione di Cristo, che "non e' il ritorno alla vita precedente, ma l'apertura di una realta' nuova, una nuova terra, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dio.
    Per questo - rileva - san Paolo scrive che 'se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesu' dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti dara' la vita anche ai vostri corpi mortali".
    Mentre "mancano solo due settimane alla Pasqua" il Papa esorta i fedeli a preparsi a questa festa che ricorda come la Risurrezione di Gesu' abbia fatto irruzione nella storia "come una novita' assoluta", e che e' al contempo la promessa "della nostra risurrezione, quella a cui noi aspiriamo e che proprio Cristo ci ha donato, risorgendo dai morti". E che e' la realizzazione di una lunga attesa dell'umanita': "al popolo ebraico, in esilio lontano dalla terra d'Israele, il profeta Ezechiele annuncia - infatti - che Dio aprira' i sepolcri dei deportati e li fara' ritornare nella loro terra, per riposarvi in pace".

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    PAPA: RICORDA SCIAGURA AEREA CHE UCCISE PRESIDENTE POLACCO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 10 apr.

    Benedetto XVI ha ricordato oggi l'anniversario della catastrofe aerea nei pressi di Smolensk, nella quale hanno perso la vita il presidente polacco e altre personalita' che si recavano alla commemorazione a Katyn.
    "Mi unisco a voi - ha detto ai pellegrini polacchi presenti oggi in piazza San pietro - in questa particolare preghiera della vostra nazione. Cristo, la nostra vita e risurrezione li accolga nella sua gloria e vi conforti in questa dolorosa esperienza".

    © Copyright (AGI)


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    UDIENZA PRIVATA. BENEDETTO XVI DEVE INDICARE IL SUCCESSORE DI TETTAMANZI

    Il Papa e Martini, un incontro per Milano

    VATICANO UN COLLOQUIO DI MEZZ' ORA. IL NUNZIO BERTELLO NON PRESENTA UNA TERNA

    Il cardinale Martini dal Papa
    L' incontro sul futuro di Milano

    Udienza privata. Il Pontefice deve decidere il successore di Tettamanzi. Fino ad oggi i più quotati sono stati il cardinale Ravasi e il patriarca Scola. Tra i due nomi principali si fa strada la possibilità di un outsider

    Gian Guido Vecchi

    CITTÀ DEL VATICANO - L' ultima volta si erano visti l' 8 novembre 2009, durante la visita di Benedetto XVI a Brescia.
    Il cardinale Carlo Maria Martini, che da anni è malato di Parkinson e deve dosare spostamenti e viaggi, aveva voluto raggiungere il pontefice per un incontro d' una decina di minuti: uscirono dalla stanza del centro Paolo VI dopo quasi un' ora, sorridenti e a braccetto.
    C' è una stima antica e profonda che lega il teologo e il biblista, le due «grandi anime» (e intelletti) della Chiesa che furono i punti di riferimento del conclave 2005.
    E l' «udienza privata» che il pontefice ha concesso ieri mattina all' arcivescovo emerito di Milano ha un significato che va oltre la routine degli incontri papali, anche perché nelle ultime settimane è scattata la procedura che porterà Benedetto XVI a scegliere, probabilmente entro l' estate, il successore del cardinale Dionigi Tettamanzi sulla cattedra di Ambrogio. Non che la ragione dell' udienza chiesta dal cardinale Martini fosse la scelta del nuovo arcivescovo di Milano. La malattia, gli spostamenti diradati.
    «Sarà quel che Dio vorrà», ma Oltretevere come a Milano, semmai, l' impressione è di un incontro desiderato e vissuto serenamente come una sorta di congedo. Il cardinale Martini è arrivato venerdì, ha riposato nella residenza San Pietro Canisio dei padri gesuiti e parlato con il Papa per mezz' ora, prima di fare ritorno a Gallarate. Incontro privato, anche se è difficile pensare che durante il colloquio non sia stato toccato anche il tema più che mai delicato di Milano. Di certo Martini ha un giudizio assai positivo dell' episcopato del cardinale Tettamanzi, il successore che ha saputo essere quel forte punto di riferimento morale di cui la città ha bisogno, e auspicherebbe una scelta di continuità. Alla fine deciderà il Papa e solo lui, al di là delle «consultazioni» avviate a febbraio dal nunzio in Italia, l' arcivescovo Giuseppe Bertello, tra vescovi lombardi, cardinali italiani e personalità laiche della Chiesa. Del resto la situazione è complicata. La consultazione è terminata ma Oltretevere si dice che il nunzio Bertello non abbia presentato una «terna» di candidati alla Congregazione dei vescovi, com' è prassi, ma preferito piuttosto stilare un «profilo» del candidato secondo le indicazioni ricevute. Si tratta ora di vedere se la Congregazione, a sua volta, farà lo stesso con il Papa. Del resto, nel caso della diocesi più vasta d' Europa, le «terne» non avrebbero grande importanza: già Martini fu scelto da Wojtyla al di fuori delle candidature proposte, e per tutte le nomine decisive Benedetto XVI ha scelto in perfetta autonomia persone di fiducia, dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone al prefetto della Congregazione dei vescovi: il cardinale Marc Ouellet, che il Papa, come del resto ogni sabato, ha incontrato giusto prima di vedere Martini. Fino ad oggi i nomi più «quotati» sono stati quelli del cardinale Gianfranco Ravasi e del patriarca di Venezia Angelo Scola. Entrambi stimati dal pontefice: se Ravasi era dato in testa nelle consultazioni, nel caso del cardinale Scola si aggiunge una frequentazione di quarant' anni con Ratzinger. Però non è detto. Mentre Ravasi è sembrato defilarsi, negli ultimi tempi (e a dicembre disse in Duomo: «La mia vita sarà su strade lontane da Milano»), Scola è già patriarca di Venezia, l' unica diocesi al mondo che abbia dato tre Papi nel ' 900, senza contare che la sua estrazione ciellina - anche se il profilo del cardinale va ben oltre - potrebbe essere un ostacolo in una città dove Cl è già molto influente. Così, tra i due, si fa strada la possibilità di un outsider. Da ultimo è stato tirato in ballo pure il cardinale Angelo Bagnasco («fantasie», ha replicato) e si è fatto il nome di un cardinale di Curia come Mauro Piacenza, prefetto del Clero. Vicini e stimati dal cardinale Martini ci sono vescovi come Luciano Monari (Brescia), Giovanni Giudici (Pavia) e il grande teologo Bruno Forte (Chieti-Vasto), oltre a Ravasi. Ma altri nomi sono circolati, dal vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio a quello di Bergamo Francesco Beschi; da monsignor Aldo Giordano, osservatore della Santa Sede al Consiglio d' Europa, al giovane (46 anni) padre Custode di Terrasanta, Pierbattista Pizzaballa.

    © Copyright Corriere della sera, 10 aprile 2011


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    Lectio continua dell’ultimo libro del Papa

    Donatella Di Biase

    Ogni mattina dalla domenica delle Palme a partire dalle ore 9.10 e alla sera attorno alle 23 per una durata di venti minuti, Tv2000 schiude le pagine cruciali del testo “Gesù di Nazaret, dall’ingresso a Gerusalemme alla Resurrezione”

    Nell’ultimo libro di Joseph Ratzinger,uno dei maggiori teologi dei nostri tempi, ora Papa Benedetto XVI, è narrata la seconda parte della vita di Gesù di Nazareth, dall’ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione.
    Il libro non intende essere uno scritto ufficiale da Pontefice, perché è stato redatto prima che lo diventasse, ma testimonia una vita di intensi studi e publicazioni incentrati sulla figura di Gesù di Nazareth.
    Sono nove capitoli pienissimi, nei quali , con uno stile semplice e particolarmente comprensibile , si affrontano i temi più cari alla fede cristiano cattolica, e cioè la Passione, la morte e la Risurrezione di Gesù di Nazareth.
    Un libro per accompagnare persone di qualsiasi provenienza sociale e culturale, credenti e non credenti, a scoprire Cristo e comprenderlo un po’ di più. Perché il Gesù in cui milioni di persone credono, sia il più possibile simile al Gesù di Nazareth, vissuto duemila anni or sono, in modo che la sua figura sia ancora viva, limpida, accessibile e presente nei cuori di chi crede e continua ad avere fede, oggi.
    L’avvicinarsi della Santa Pasqua, la festa più gioiosa e solenne dell’Anno liturgico, suscita il desiderio di migliorarsi per celebrare degnamente la Risurrezione del Signore.La presenza di Gesù tra noi, che si dovrebbe sentire più forte, ci invita ad accostarci a questo Tempo con fede più viva e consapevole,con una partecipazione attiva. E’ un tempo da non vivere nell’indifferenza perché non può lasciarci indifferenti la vittoria della speranza sulla disperazione, dell’amore sull’odio, della vita sulla morte.
    Non c’è cosa migliore mentre siamo in cammino verso la Pasqua di lasciarsi condurre dalla Parola di Dio. Per questo proponiamo di vivere la Settimana Santa anche con gli appuntamenti giornalieri di Tv2000 che aiuteranno a vivere ogni giorno come una Via Crucis personale, come un viaggio seguendo i fatti e le parole di quel tempo che ha dato senso a tutto il nostro Tempo.
    La settimana Santa, centro focale della vita della Chiesa, è il racconto più vivido e dettagliato della volontà di Dio di farsi compagnia dell’uomo. Ed è anche il cammino, passo dopo passo, stazione dopo stazione, verso la Risurrezione.
    Un cammino e un racconto, dunque, che come la Via Crucis è un progressivo addentrarsi nei momenti e nel mistero del sacrificio di Gesù. Attraverso la sequela e la meditazione. Un racconto che ha riempito le menti e i cuori di tanti uomini, che ha nutrito la devozione popolare e ispirato la penna di mistici, santi, narratori. Un racconto al quale quest’anno si aggiunge il commento straordinario dell’ultimo libro di Papa Benedetto XVI, uscito da poche settimane per i tipi della Libreria Editrice Vaticana, e che proprio in questo tempo pasquale assume una valenza ulteriore: un patrimonio di riflessione che la nostra televisione vuole offrire al proprio pubblico attraverso la prassi della lectio continua, vale a dire una lettura serrata e profonda della meditazione del Pontefice su questo tempo che è il Tempo.
    Ogni mattina dalla domenica delle Palme a partire dalle ore 9.10 e alla sera attorno alle 23 per una durata di venti minuti, Tv2000 schiude le pagine cruciali del testo “Gesù di Nazaret, dall’ingresso a Gerusalemme alla Resurrezione”.
    Lo fa portando sullo schermo ed evidenziando senza artifici la forza nuda e profonda della Parola, nella convinzione espressa splendidamente un tempo da Santa Teresina che le “parole conducono ai fatti, preparano l’anima, la rendono pronta e la commuovono fino alla tenerezza”.

    www.lopinionista.it/notizie/2011/04/lectio-continua-dellultimo-libro-d...


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    PAPA: CROAZIA IN UE DIFENDERA' FAMIGLIA E SERVIRA' LA PACE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 11 apr.

    Entrando nell'Unione Europea la Croazia sapra' difendere la propria identita' con convinzione e orgoglio, evitando i nuovi ostacoli che si presenteranno e che "sotto il pretesto di una liberta' religiosa mal compresa, sono contrari al diritto naturale, alla famiglia e alla morale".
    Lo afferma Benedetto XVI nel discorso al nuovo ambasciatore della Croazia presso la Santa Sede, Filip Vucak. Il Papa loda anche il ruolo della Croazia nel promuovere la pace nella regione, con riferimento particolare alla Bosnia-Erzegovina. La Croazia, rileva infatti, non manca di apportare "la sua specificita' per facilitare il dialogo e la comprensione tra i popoli" di differenti tradizioni, ma che vivono insieme da secoli. Di qui, l'incoraggiamento a proseguire su questa strada per consolidare la pace nel rispetto di ciascuno.
    "E' questo insieme che desidero celebrare con il vostro popolo", spiega il Papa che si rechera' in visita pastorale in Croazia il 4 e 5 giugno per la prima volta da successore di Pietro anche se, confida, di aver visitato piu' volte la terra croata da cardinale. Benedetto XVI ricorda in proposito il tema del viaggio, "Insieme in Cristo". "Insieme - ripete - malgrado le innumerevoli differenze umane, insieme con queste stesse differenze". E insieme a Cristo, "che da secoli accompagna il popolo croato con bonta' e misericordia".
    Un'ultima annotazione del Papa teologo riguarda la decisione del parlamento croato che ha proclamato il 2011, "Anno Boscovic" in onore dello scienziato e filosofo gesuita che per Ratzinger ha dimostrato che si puo' "far vivere in armonia la scienza e la fede, il servizio alla patria e l'impegno nella Chiesa".

    © Copyright (AGI)

    PAPA: SU RADICI CRISTIANE EUROPA TRISTE AMNESIA CONTRO LA STORIA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 11 apr.

    "Voci tristi contestano con stupefacente regolarita' la realta' delle radici religiose europee". Lo denuncia Benedetto XVI nel discorso al nuovo ambasciatore della Croazia presso la Santa Sede, Filip Vucak, rilevando che sembra divenuto "un fatto di 'bon ton' avere amnesie in proposito e
    negare l'evidenza storica". "Negare le radici cristiane d'Europa significa negare la verita' e l'evidenza storica.
    "Affermare che l'Europa non ha radici cristiane - spiega il Pontefice - equivale a pretendere che un uomo possa vivere senza ossigeno e senza nutrirsi. Non bisogna vergognarsi di ricordare e sostenere la verita', respingendo, se necessario, chi e' contrario ad essa".
    "Sono certo - afferma ancora Papa Ratzinger ricordando il prossimo ingresso della Croazia nell'Unione Europea - che il vostro Paese sapra' difendere la propria identita' con convinzione e fierezza evitando i nuovi ostacoli che si presenteranno e che, sotto il pretesto di una liberta' religiosa mal compresa, si oppongono al diritto naturale, alla famiglia e alla morale".
    Nel momento in cui, a vent'anni dalla sua indipendenza, il Paese accelera il passo verso l'integrazione nell'Unione Europea, il Papa incoraggia quindi i croati a non rinunciare alla loro cultura e alla vita religiosa.
    "Sarebbe illusorio - infatti - voler disconoscere la propria identita' per abbracciarne un'altra nata in circostanze cosi' differenti" rispetto a quelle che hanno dato origine alla Croazia. Entrando nell'Unione Europea, scandisce, "il vostro Paese non aderira' solamente ad un sistema economico e giuridico con i suoi vantaggi e limiti.
    Al contempo, "potra' apportare un contributo proprio". Il Papa invita dunque la Croazia a "non avere paura di rivendicare con determinazione il rispetto della propria storia e della sua identita' religiosa e culturale".

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    L'imprimatur ecclesiastico è andato in crisi

    ANDREA TORNIELLI

    C’era un tempo in cui l’imprimatur ecclesiastico era una garanzia. Ora non più. Per una strana ironia del destino nel giro di pochi mesi prima la versione italiana di un libro del Papa e ora la versione light del catechismo pensata per i giovani finiscono nel mirino delle polemiche, a motivo di traduzioni approssimative.
    Ed è paradossale che ciò sia accaduto, in entrambi i casi, sulla stessa materia, quella degli anticoncezionali.
    Come si ricorderà, lo scorso novembre, in occasione della presentazione del libro intervista di Peter Seewald con Benedetto XVI, «Luce del mondo» (pubblicato in Italia dalla Libreria Editrice Vaticana), l’attenzione venne subito attirata dalle parole di Ratzinger sull’uso del preservativo come prevenzione alla diffusione dell’Aids. Il Papa si riferiva nell’originale tedesco al «prostituto», ma nella versione italiana la parola venne cambiata in «prostituta».
    Meno evidente, ma comunque notevole, un altro errore.
    Il giornalista poneva infatti a Benedetto XVI questa domanda: «La pillola abortiva è un altro problema ancora...». E il Papa rispondeva: «Sì. Quello che voleva dire Paolo VI, la sua grande visione che rimane sempre valida è questa: se si separano fondamentalmente l’una dall’altra sessualità e fertilità – è quello che accade con l’utilizzo della pillola...».
    Da dove si poteva subito evincere che sia nella domanda come nella risposta, intervistatore e intervistato intendessero riferirsi alla pillola anticoncezionale, non a quella abortiva, che è tutt’altra cosa.
    Nella prima ristampa del libro – in realtà una vera e propria nuova edizione – errori e sviste vennero corretti. Quel testo però, era per l’appunto un’intervista, non un documento ufficiale. Nel caso di Youcat siamo invece di fronte a un testo di catechismo.
    Una sintesi agile a domande e risposte, ma pur sempre catechismo. E anche se dall’insieme dei testi, pure nella versione italiana – l’unica a contenere l’ambiguità sull’uso dei metodi anticoncezionali – si evince bene che la posizione della Chiesa sull’argomento non è cambiata, il caso ha fatto molto rumore, soprattutto Oltreoceano.
    È l’agenzia americana Catholic News Agency ad aver segnalato la svista nella traduzione italiana, che non è presente invece nella versione Usa di Youcat edita da Ignatius Press. Proprio negli Stati Uniti si trovano infatti alcuni dei più attenti «censori» sui temi di dottrina morale.

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    BENEDETTO XVI: UDIENZA, ESSERE “TESSERE DEL GRANDE MOSAICO DI SANTITÀ”

    Sant’Agostino, ha ricordato Benedetto XVI nell’Udienza generale di oggi, commentando il capitolo quarto della Prima Lettera di san Giovanni, dice una cosa coraggiosa: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. “Chi è guidato dall’amore, chi vive la carità pienamente è guidato da Dio, perché Dio è amore”, ha precisato il Papa. Ma, “possiamo noi con i nostri limiti tendere così in lato?”. La Chiesa, durante l’anno liturgico, “ci invita a fare memoria di una schiera di santi, di coloro, cioè, che hanno vissuto pienamente la carità, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana. Essi ci dicono che è possibile per tutti percorrere questa strada”. “In ogni epoca della storia della Chiesa, ad ogni latitudine della geografia del mondo, i santi appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione”, ha proseguito il Pontefice. “Devo dire anche per la mia fede personale molti santi, non tutti, sono vere stelle nel firmamento della storia. Per me non solo alcuni grandi santi che amo e conosco bene sono indicatori di strada – ha rivelato il Santo Padre –, ma anche i santi semplici, cioè le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate, sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede”.
    “Questa bontà alla quale sono maturati nella fede della Chiesa – ha sottolineato Benedetto XVI - è per me la più sicura apologia del cristianesimo e segno di dov’è la verità”. Nella comunione dei santi, “coltiviamo la ferma speranza di poter imitare il loro cammino e condividere un giorno” la “vita eterna”. “Come è grande, bella e semplice la vocazione cristiana vista in questa luce – ha esclamato il Papa -! Tutti siamo chiamati alla santità: è la misura stessa della vita cristiana”. Di qui l’invito “ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore”. “Non abbiamo paura – ha concluso - di tendere verso l’alto, verso le altezze di Dio; non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sarà Lui a trasformarci secondo il suo amore”.

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    BENEDETTO XVI: UDIENZA, “IL VERO DISCEPOLO DI CRISTO SI CARATTERIZZA PER LA CARITÀ”

    “Dio ha largamente diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato; perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui”, ha affermato Benedetto XVI durante l’Udienza generale di oggi. “Ma – ha aggiunto - perché la carità, come un buon seme, cresca nell’anima e vi fruttifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e, con l'aiuto della sua grazia, compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all'Eucaristia e alla santa liturgia; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, al servizio attivo dei fratelli e all'esercizio di ogni virtù”. La carità, infatti, “dirige tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine”. Per il Santo Padre, “è essenziale non lasciare mai una domenica senza un incontro con Cristo Risorto nell’Eucaristia, che è luce per tutta la settimana, e non finire un giorno senza almeno un breve contatto con Dio. Nella strada della nostra vita seguire l’indicatore di strada che Dio ci ha dato con Cristo che è solo l’esplicitazione di cosa è la carità”. Perciò “il vero discepolo di Cristo si caratterizza per la carità sia verso Dio che verso il prossimo”.

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    00 13/04/2011 23:40
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    Papa/ Catechismo 'Youcat' rimane in libreria con errata corrige

    Il Papa saluta Schoenborn e i rappresentanti del testo

    Il catechismo per giovani 'Youcat' resta in vendita in libreria, dopo le polemiche delle scorse ore. Al volume, che viene presentato oggi in Vaticano, è stata aggiunta in mattinata una nota di 'errata corrige' relativa alla domanda sull'uso di anticoncezionali. In particolare, l'originale domanda "Può una coppia cristiana fare ricorso ai metodi anticoncezionali", è staa trasformata nella domanda "Può una coppia cristiana fare ricorso ai metodi di regolazione della fecondità". La risposta è: "Sì, una coppia cristiana può e deve essere responsabile nella sua facoltà di poter dare la vita". Dopo che è emerso che questo passaggio non corrispondeva, in italiano, alla versione originale tedesca - curata dal cardinale viennese Christoph Schoenborn e rivista dal patriarca di Venezia Angelo Scola - ieri la casa editoriale, 'Città nuova' ha reso noto che l'edizione era "sospesa temporaneamente per verificarne l'esattezza e la correttezza".
    Nel testo, peraltro, sono presenti anche altri passaggi delicati, su cui però la nota di 'errata corrige' non interviene.
    "Chi aiuta a morire una persona nel senso dell'eutanasia attiva viola il quinto comandamento", si legge ad esempio su 'Youcat', "chi invece aiuta una persona durante la morte nel senso di un'autanasia passiva obbedisce invece al comandamento dell'amore per il prossimo". Questa mattina, intanto, a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro il Papa ha salutato il card. Schoenborn e alcuni ragazzi in rappresentanza dell'iniziativa 'Youcat'.

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    00 14/04/2011 00:13
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    Papa/ Su correzioni a catechismo per giovani interviene Vaticano

    Oggi Schoenborn da Levada, creato gruppo lavoro in Dottrina fede

    Città del Vaticano, 13 apr. (TMNews)

    Interverrà la Congregazione per la dottrina della fede per vagliare gli eventuali errori contenuti nelle varie edizioni del catechismo per giovani 'Youcat', curato dal card. Christoph Schoenborn, introdotto da una prefazione del Papa e presentato oggi in Vaticano.
    Nella edizione italiana è già stata allegata oggi una nota di 'errata corrige' relativa all'uso degli anticoncezionali. Prima della conferenza stampa di presentazione del volume, stamane il card. Schoenborn è stato ricevuto dal card. Williamo Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, per discutere dei problemi di traduzione. "Penso che ci saranno anche altri 'corrigenda'", ha poi detto Schoenborn in conferenza stampa. "Questa mattina alla Congregazione della dottrina della fede abbiamo concordato con il prefetto, card. Levada, che si farà un piccolo gruppo di lavoro che raccoglierà tutte le 'corrigenda' delle diverse edizioni in lingua, poi si farà uno studio e poi si integreranno le prossime edizioni con le correzioni".

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    00 14/04/2011 13:10
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    Papa/ Verso correzione 'eutanasia passiva' in catechismo giovani

    Schoenborn: La parola non aiuta. Fisichella: Non andrebbe usata

    Città del Vaticano, 13 apr. (TMNews)

    Verrà corretto il riferimento alla "eutanasia passiva", così come eventuali altri punti controversi del catechismo per giovani 'Youcat', presentato oggi in Vaticano. E' quanto emerge dalla conferenza stampa di presentazione del volume in Vaticano.
    "Chi aiuta a morire una persona nel senso dell'eutanasia attiva viola il quinto comandamento", è uno dei passaggi contenuti nel libro in vendita nelle librerie italiane. "Chi invece aiuta una persona durante la morte nel senso di un'autanasia passiva obbedisce invece al comandamento dell'amore per il prossimo. Si intende con questo che, essendo la morte del paziente ormai sicura, si rinuncia a procedure mediche straordinarie, onerose o sproporzionate rispetto ai risultati attesi".
    "In tedesco - ha spiegato il cardinale austriaco Christoph Schoenborn, promotore del testo originale - si parla di 'Sterbehilfe', aiuto alla morte, che non è eutanasia. Il catechismo della Chiesa cattolica è molto chiaro: far morire attivamente è eutanasia, lasciare andare avanti la maturazione della morte naturale non è eutanasia. Forse - ha aggiunto l'arcivescovo di Vienna - la parola 'eutanasia' introduce una interpretazione erronea.
    Ma queste sono cose che devono studiare gli italiani".
    Anche mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione ed ex presidente della Pontificia accademia per la vita, è intervenuto in conferenza stampa per puntualizzare che "eutanasia passiva ed eutanasia attiva sono termini in disuso. Non sono più usati e non dovrebbero essere più usati.
    Bisogna essere il più possibili precisi per evitare fraintendimenti su temi così delicati.
    La dottrina della Chiesa, ad ogni modo, spiega che bisogna accettare l'inevitabilità della morte, il che non ha nulla a che fare con l'eutanasia". Il punto controverso della "eutanasia passiva", così come altre 'corrigenda', verranno analizzati da un gruppo di lavoro costituito presso la congregazione della Dottrina della fede per apporre eventuali modifiche alle prossime edizioni di 'Youcat'.

    © Copyright TMNews

    Proprio perche' si tratta di materie delicatissime, andava esercitato un controllo preventivo e non successivo sul testo. Ma queste cose devono dirle i blog o ci si puo' arrivare in Vaticano?
    R.

    VATICANO: CARD.SCHOENBORN, IN YOUCAT ERRORI TRADUZIONE E NON DI DOTTRINA

    (ASCA) - Citta' del Vaticano, 13 apr

    ''Nella versione tedesca si parla in modo chiaro di metodi di regolazione delle nascite e non di contraccezione come nella versione italiana, c'e' stato un piccolo errore di traduzione''. Lo ha detto il card. Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, presentando in Vaticano il catechismo per i giovani 'Youcat'.
    Un altro problema ha riguardato l'edizione francese sul valore delle altre religioni: ''In quel caso l'editore ha deciso di procedere alla correzione e quindi ci sara' un ritardo nella pubblicazione''.
    ''Nel tedesco e nell'inglese - ha aggiunto - non abbiamo trovato errori di traduzione o di stampa, ma e' possibile che ce ne siano. Ma non abbiamo trovato errori di dottrina''. La Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede ha formato una commissione per raccogliere le segnalazioni di errori valutarle e inserire dei 'corrigenda' nelle successive edizioni di 'Youcat'.

    © Copyright Asca


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    00 14/04/2011 13:37
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    VENERDÌ SANTO: DAL GIAPPONE LA PRIMA DOMANDA DI “A SUA IMMAGINE” AL PAPA

    Arriva dal Giappone la prima delle domande che la trasmissione televisiva “A Sua immagine” presenterà al Papa durante la diretta del Venerdì Santo, il 22 aprile su RaiUno dalle 14.10 alle 15.30. “A scrivere a Benedetto XVI – informa la redazione – è una bimba giapponese, ha 7 anni, si chiama Elena e ha il papà italiano. La piccola durante il terremoto era in Giappone, ha visto morire molti bimbi, la sua casa ha tremato ‘tanto tanto’ ed è ancora spaventata.
    Nonostante la sua tenera età si è posta le domande che ascolteremo durante la diretta del programma”. Invitata dalla nonna paterna, la bambina ha accettato di scrivere al Papa e “il giorno del Venerdì Santo, nell’ora della Passione di Cristo, sarà la prima a rivolgersi direttamente al Santo Padre per ricevere delle risposte sul tema del dolore in base alla vita e agli insegnamenti di Gesù”. La redazione sta selezionando altre cinque domande da presentare a Benedetto XVI durante la trasmissione che vedrà, per la prima volta nella storia, un Pontefice partecipare direttamente a un programma televisivo. È possibile inviare quesiti su Gesù all’indirizzo mail asuaimmagine@rai.it, precisando nell’oggetto: “Domande su Gesù”.

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    00 14/04/2011 13:38
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    YOUCAT: CATECHISMO PER GIOVANI REGOLARMENTE IN VENDITA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    Non e' stato ritirato dal commercio 'Youcat', il catechismo per i giovani a domande e risposte che sintetizza il 'Catechismo della Chiesa Cattolica'. In una delle domande, la 420 che riguarda il tema della paternita' responsabile (della quale hanno parlato tutti i Papi da Pio XII in poi) c'e' un errore di traduzione che puo' indurre in un equivoco se non si legge la risposta che invece e' chiarissima e del tutto ortodossa (nel senso di fedele alla dottrina cattolica). Semplicemente, come spiega un incaricato dell'editrice Citta' Nuova che distribuisce le copie ai giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede, dove in mattinata si terra' la presentazione ufficiale del libro, viene consegnato con Youcat anche un foglio che riproduce la domanda con una piccola correzione e la risposta che resta com'era, con una brevissima aggiunta. Cosi' dove nel testo stampato si legge "Puo' una coppia cristiana fare ricorso ai metodi anticoncezionali" senza precisare che ci sono metodiche naturali per differire la paternita' non solo approvati ma benedetti dalla Chiesa, i giovani dovranno intendere, come dice il foglietto, "metodi di regolazione della fecondita'".
    E, alla risposta, viene premesso un brevissimo capoverso: "Si' una coppia cristiana puo' e deve essere responsabile nella sua facolta' di poter donare la vita". Rimane poi del tutto valido il testo successivo, stampato su Youcat. Il catechismo, dunque, non andra' al macero, come si legge invece oggi su non pochi giornali. Un errore che anche in questo caso, a quanto sembra, dipende da incomprensioni linguistiche, questa volta da parte di un'agenzia cattolica americana che ha capito male quanto rispondeva la casa editrice.

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    YOUCAT: LIBRO CONSEGNATO AL PAPA DURANTE UDIENZA GENERALE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    'Youcat', il catechismo per i giovani a domande e risposte , e' stato consegnato al Papa durante l'Udienza Generale di oggi dall'arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schoenborg, e da un gruppo di ragazzi che indossavano una maglietta gialla, che e' il colore della copertina del libro che tante polemiche sta suscitando (sui giornali piu' che nella Chiesa). Benedetto XVI ha voluto farsi fotografare in mezzo a loro ed e' sceso per questo dal piccolo palco per raggiungerli sul sagrato della Basilica di San Pietro.

    © Copyright (AGI)

    YOUCAT: CARD. RYLKO, DONO E CONTRIBUTO PREZIOSO ALLA FORMAZIONE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    "'Youcat' giunge come una novita', un dono, un prezioso contributo allo scopo di rendere la fede dei giovani piu' salda, piu' fedele agli insegnamenti della Chiesa e piu' decisa nel condividere con gli altri le ragioni della propria speranza". Lo afferma il presidente del dicastero per i laici, card. Stanislao Rylko, presentando, nella Sala Stampa della Santa Sede, il catechismo a domande e risposte per i giovani che sintetizza i contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica.
    "Youcat - spiega - e' uno strumento provvidenziale per l'evangelizzazione delle giovani generazioni". "Oggi educare i giovani a studiare con impegno Youcat e' un passaggio fondamentale - scandisce Rylko - per aiutarli a capire che la fede non e' un'ispirazione spirituale soggettiva, ne' un semplice sentimento religioso o un'ideologia, ma un metodo di conoscenza della verita', un incontro con un avvenimento, con una Persona viva che si chiama Gesu' Cristo" "Indubbiamente - sottolinea il capo dicastero - sara' una sorpresa per i migliaia di giovani, che si raduneranno a Madrid il prossimo agosto, trovare negli zaini, distribuiti dagli organizzatori, un esemplare di questo Catechismo per Giovani, tradotto nelle 6 lingue "ufficiali" della Giornata Mondiale della Gioventu', alcune ancora in fase di elaborazione". A Madrid, prevede Rylko, "ne saranno distribuite circa 700 mila copie. Si tratta - rivela il cardinale - di un dono del Santo Padre Benedetto XVI ai giovani partecipanti alla Gmg". Il porporato polacco cita in proposito la prefazione del Papa che definisce Youcat "un libro straordinario per il suo contenuto e per il modo in cui si e' formato". Nella prefazione c'e', rileva, "l'accorato appello di Benedetto XVI: 'Studiate il catechismo! Rimanete in dialogo sulla vostra fede!, Dovete sapere che cosa credete; dovete conoscere la vostra fede!'". Secondo Rylko, pero', "sarebbe un grave errore pensare che Youcat debba sostituire per i giovani il 'Catechismo della Chiesa Cattolica' oppure il suo 'Compendio'. Sarebbe come mancare di fiducia nei loro confronti e sottovalutare la loro intelligenza". "Youcat - infatti - traduce i contenuti del 'Catechismo della Chiesa Cattolica' con metodo rigoroso e fedele e con un linguaggio adeguato ai giovani. Esso non prescinde dal Catechismo, ma conduce ad esso; e' una sorta di 'apri-strada' al Catechismo e al suo 'Compendio'. "Il suo obiettivo - conclude il cardinale - e' proprio quello di portare i giovani ad approfondire la conoscenza della loro fede".

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    YOUCAT: FISICHELLA,NON A TUTTI PIACE LA PROPOSTA DI UN CATECHISMO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    Anche se forse "non a tutti piacera' la proposta di un catechismo, nell'urgenza formativa in cui ci troviamo, uno strumento come 'Youcat' corrisponde alle attese di tanti formatori che hanno consapevolezza e diretta esperienza della debolezza culturale riguardo i contenuti fondamentali della fede". Lo afferma l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del dicastero per la nuova evangelizzazione, presentando il nuovo catechismo per i giovani nella Sala Stampa della Santa Sede. "Non si sono ancora spente del tutto - spiega - le illusioni di quanti pensano che in fatto di cristianesimo tutto sia da riportare alla sola emozione di alcune belle esperienze che non trovano poi seguito nella costante formazione che deve toccare inevitabilmente anche l'impegno dell'intelligenza, perche' la scelta di fede possa essere libera e personale". Per mons. Fisichella, "'Youcat' e' un vero catechismo e come tale un valido strumento per la nuova evangelizzazione nel mondo giovanile". "Da questa prospettiva - scandisce il presule - il catechismo non solo e' importante, ma per alcuni versi essenziale per la vita delle nuove generazioni avvolte troppo spesso da un contesto culturale di grande frammentarieta' che impedisce loro di avere una visione unitaria della vita". In questo contesto, per Fisichella. "anche la fede ha bisogno piu' che mai di presentare il suo contenuto in modo unitario, per far emergere l'unita' del contenuto di fede e per far comprendere che i cristiani anche se sparsi in tutto il mondo vivono un'unita' che va al di la' delle differenze di lingua, razza e cultura; il segno visibile di questa unita' e' donata dal Successore di Pietro che tutti conferma nella stessa fede di sempre e tutti raccoglie nell'unica, santa Chiesa cattolica e apostolica". Dunque "'Youcat' non e' solo un'ottima mediazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso corrisponde anche a un'esigenza del momento presente che deve saper presentare in un linguaggio semplice, completo e soprattutto accessibile ai giovani il patrimonio di fede che da sempre e in ogni luogo i cristiani professano".

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    YOUCAT: SCHOENBORN, ERRORE DI TRADUZIONE E NON DI DOTTRINA

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    "Abbiamo riscontrato un problema di traduzione nel testo italiano e gia' e' stato proposto di inserire una 'legenda' per il numero 420". Lo afferma il card. Christopher Schoenborn, l'arcivescovo di Vienna che ha curato la redazione di 'Youcat', il catechismo per i giovani presentato questa mattina nella sala Stampa della Santa Sede. Per il cardinale austriaco, allievo e amico di Papa Ratzinger che ha voluto ringraziarlo pubblicamente oggi all'Udienza Generale per il grande lavoro profuso nell'iniziativa, "si tratta un semplice errore di traduzione dal tedesco: "in italiano 'metodi di regolazione della fertilita'' e' stato tradotto con 'metodi anticoncezionali', ma nel contesto della risposta al questito e delle successive risposte sul tema il senso era molto chiaro".
    "Un problema analogo, che riguardava pero' il tema del dialogo con le altre religioni alla luce del Vaticano II ha riguardato anche - rivela Schoenborn ai giornalisti - l'edizione francese che per questo e' ancora in stampa". "Nel tedesco e nell'inglese - conclude - non abbiamo trovato errori di traduzione o di stampa, ma e' possibile che ce ne siano. Comunque non abbiamo trovato errori di dottrina".
    Eventuali ulteriori errori di 'Youcat' - dunque - non impensieriscono ne' il Vaticano ne' i vescovi. "Abbiamo discusso questa mattina alla Congeregazione per la Dottrina della Fede - ha spiegato in proposito il card. Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna e promotore dell'iniziativa - su come procedere nel caso che nelle diverse traduzioni di 'Youcat' si riscontrino errori di traduzione che possono comportare confusione sulla dottrina, e abbiamo deciso che una piccola commissione raccogliera' le eventuali segnalazioni per procedere poi a correzioni nelle prossime edizioni".
    "Per la quinta o la sesta potremo farcela, per intanto 'Youcat' sara' diffuso come e' stato stampato", ha scherzato il porporato sdramamtizzando l'allarme lanciato sul tema dai media italiani e americani.
    Nella conferenza stampa tenuta in Vaticano dopo il cordialissimo incontro con il Papa a margine dell'Udienza Generale, Schoenborn ha tentato di riportare l'attenzione sul libro e non su un "piccolo errore".
    "'Youcat' - ha ricordato - e' nato dalle domande poste dagli stessi giovani che hanno collaborato alla stesura del testo". "Nel Compendio del Catechismo - ha osservato - sono un po' artificiali invece in questo catechismo le domande sono state elaborate con la collaborazione di una cinquantina di giovani". Un fatto, questo, particolarmente rilevante secondo il cardinale, in quanto "loro sono la prima generazione per la quale, essere cristiani e' una scelta consapevole ma viene vissuta come la scelta di una minoranza, e' un'esperienza diversa da quella delle generazioni che l'hanno preceduta". Per Schoenborn insomma "Youcat e' il primo libro di fede che nasce tenendo conto di questa nuova situazione", e questo e' particolarmente importante "nei Paesi Europei dove i cattolici sono minoritari non nel senso del numero ma della pratica regolare, come puo' essere, per esempio la messa domenicale". In questo senso "in Austria, Germania, Svizzera, Italia siamo allo stesso livello". Ci sono "moltissimi battezzati ma pochi praticanti. Cosa vuol dire per un giovane questa esperienza?" ha chiesto, raccontando di classi in cui su 25-30 ragazzi solo un paio vanno regolarmente in Chiesa. 'Youcat' nasce per loro e si propone, ha concluso il cardinale, come "uno strumento per una fede intelligente, bella" e "dare coraggio ai giovani di esprimere e dare ragione della loro fede".

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    YOUCAT: EUTANASIA, CHIESA CONDANNA ATTI DIRETTI A FAR MORIRE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    Non ci sara' un errata corrige riguardo alla risposta di Youcat sul tema dell'eutanasia, nella quale si legge che "le definizioni di eutanasia attiva ed eutanasia passiva rendono poco chiaro il dibattito" e si sottolinea che mentre resta fermo che "chi aiuta a morire una persona nel senso dell'eutanasia attiva viola il quinto comandamento; chi invece aiuta una persona durante la morte nel senso di un'eutanasia passiva obbedisce al comandamento dell'amore per il prossimo".
    In proposito, rispondendo ai giornalisti, Schoenborn ha sottolineato infatti che, "come afferma proprio 'Youcat', c'e' confusione nella terminologia su questo tema ma la questione dirimente e' propriamente se si uccide o se si lascia morire la persona". In sostanza, per il cardinale austriaco, "far morire attivamente e' eutanasia, lasciare la natura andare avanti non e' eutanasia.
    In tedesco e' chiaro il senso, in italiano forse lo e' meno". In proposito, il porporato, dopo aver ricordato che "nelle diverse lingue le traduzioni di 'Youcat' sono state comunque rilette da autorevoli vescovi e teologi, e in Italia lo ha fatto il card. Angelo Scola", ha ricordato che "tradurre e' spesso un po' tradire", e cosi' talvolta "i traduttori - ha scherzato - sono un po' traditori". In proposito, mons. Rino Fisichella, presidente del dicastero per la nuova evangelizzazione, ha ammesso che "i termini eutanasia attiva e passiva creano confusione". Ma, ha aggiunto, "la dottrina della Chiesa in merito e' chiarissima ed e' quella riportata".

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    00 14/04/2011 13:46
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    PAPA: DIO RISPETTA SEMPRE LA NOSTRA LIBERTA'

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    Dio "rispetta sempre la nostra liberta' e chiede che accettiamo questo dono e viviamo le esigenze che esso comporta, chiede che ci lasciamo trasformare dall'azione dello Spirito Santo, conformando la nostra volonta' alla volonta' di Dio".
    Lo afferma Benedetto XVI nel discorso all'Udienza Generale di oggi, dedicata al tema della santita' che e', spiega, "la pienezza della vita cristiana e non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell'unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti".
    "Tutta la storia della Chiesa - ricorda agli oltre 30 mila fedeli presenti - e' segnata da queste figure, che con le loro opere vite e insegnamenti sono stati dei fari per tutti gli uomini. Ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro ci unisce a Cristo". Ci sono, ricorda il Papa, "santi canonizzati e non canonizzati, e noi godiamo della loro compagnia" nel nostro cammino di fede. Secondo il Papa, "tutta l'esistenza cristiana conosce un'unica suprema legge, quella che san Paolo esprime in una formula che ricorre in tutti i suoi scritti: in Christo Jesu, in Cristo Gesu'".
    Per il Pontefice, dunque, "la misura della santita' e' data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. E' l'essere conformi a Gesu'". Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione sulla Chiesa, ricorda il Papa teologo, "parla con chiarezza della chiamata universale alla santita', affermando che nessuno ne e' escluso".
    "Una vita santa - avverte Benedetto XVI - non e' frutto principalmente del nostro sforzo, perche' e' Dio, il tre volte Santo, che ci rende santi, e' l'azione del suo Spirito che ci anima dal di dentro, e' la vita stessa di Cristo Risorto che ci e' comunicata e che ci trasforma". La santita' ha dunque "la sua radice ultima nella grazia battesimale, nell'essere innestati nel Mistero pasquale di Cristo, con cui ci viene comunicato il suo Spirito, la sua vita di Risorto". San Paolo, rimarca ancora il Papa, "sottolinea in modo molto forte la trasformazione che opera nell'uomo la grazia battesimale e arriva a coniare una terminologia nuova, forgiata con la preposizione 'con': con-morti, con-sepolti, con-risucitati, con-vivificati con Cristo; il nostro destino e' legato indissolubilmente al suo".
    Ma "come puo' avvenire che il nostro modo di pensare e le nostre azioni diventino il pensare e l'agire di Cristo? Qual e' l'anima della santita'?", si chiede infine il Papa teologo che ancora una volta ritrova la risposta nel Concilio Vaticano II che, conclude, ci offre un'indicazione precisa; ci dice che la santita' cristiana non e' altro che la carita' pienamente vissuta".

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    PAPA: PER LA FEDE CRISTIANA L'AMORE VINCE SULLA LEGGE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 13 apr.

    Nell'Udienza generale di oggi, il Papa ha ricordato la frase di Sant'Agostino "Ama e fa' cio' che vuoi".
    "Chi e' guidato dall'amore, chi vive la carita' pienamente - ha confermato Benedetto XVI - e' guidato da Dio, perche' Dio e' amore". Il Pontefice teologo si e' chiesto pero' se "possiamo noi con i nostri limiti tendere cosi' in alto?".
    La Chiesa, durante l'anno liturgico, ha risposto, "ci invita a fare memoria di una schiera di santi, di coloro, cioe', che hanno vissuto pienamente la carita', hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana.
    Essi ci dicono che e' possibile per tutti percorrere questa strada". "In ogni epoca della storia della Chiesa, ad ogni latitudine della geografia del mondo, i santi appartengono a tutte le eta' e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione". "Devo dire anche che per la mia fede personale - ha confidato Joseph Ratzinger - molti santi, non tutti, sono vere stelle nel firmamento della storia. Non solo alcuni grandi santi che amo e conosco bene sono per me indicatori di strada, ma anche i santi semplici, cioe' le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate: persone normali, per cosi' dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bonta' di ogni giorno vedo la verita' della fede".
    "Questa bonta' alla quale sono maturati nella fede della Chiesa - ha sottolineato ancora Benedetto XVI - e' per me la piu' sicura apologia del cristianesimo e segno di dov'e' la verita'". Nella comunione dei santi, ha rilevato, "coltiviamo la ferma speranza di poter imitare il loro cammino e condividere un giorno" la "vita eterna".
    "Come e' grande, bella e semplice - ha continuato Ratzinger - la vocazione cristiana vista in questa luce.
    Tutti siamo chiamati alla santita': e' la misura stessa della vita cristiana". Di qui l'invito "ad aprirsi all'azione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santita' che Dio va creando nella storia, perche' il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore".
    "Non abbiamo paura - ha concluso - di tendere verso l'alto, verso le altezze di Dio; non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sara' Lui a trasformarci secondo il suo amore".

    © Copyright (AGI)


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    00 14/04/2011 13:50
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    Anche un pontefice ha la sua routine: ecco quale

    di Cinzia Roman

    È il sogno dei cattolici e dei seguaci di Dan Brown: seguire il Papa nella sua routine quotidiana senza essere visti. Per osservare di nascosto come si veste, cosa mangia, dove prega il Santo Padre, ultima icona dei nostri tempi secolari. Adesso, tale aspirazione viene esaudita dal docufilm Francesco und der Papst (Francesco e il Papa), firmato da Ciro Cappellari e prodotto dalla prestigiosa Constantin Film, anche partner tedesca dell’italiana Medusa in numerosi progetti.
    Distribuito in Svizzera e in Germania dal 21, probabilmente non avrà facile vita in Italia, paese cattolico. L’anteprima degli 86 minuti di girato dietro le quinte del Vaticano e non solo si è svolta la settimana scorsa a Monaco di Baviera mentre un’altra proiezione ufficiale si è tenuta venerdì a Wuerzburg.
    Di fronte ai rappresentanti del Gotha finanziario germanico è andato in scena questa sorta di reality musicale, che ha nei Pueri Cantores della Cappella Sistina un osservatorio privilegiato. Di fatto, il protagonista undicenne qui è Francesco, bambino cicciotto della periferia capitolina, che gioca a pallone e fa contenta la sua mamma impegnandosi nel coro diretto da padre Giuseppe Liberto. Il ragazzino, come tutti i coetanei, ha un’ambizione precisa: cantare un assolo alla presenza di Benedetto XVI, nonostante il divieto. Solo gli adulti, infatti, possono eseguire l’assolo davanti al Papa. E il docufilm, prodotto con i contributi della fabbrica svizzera Victorinox (quella dei coltellini) e della tedesca Bayerischer Pilgersbuero, l’ufficio che sovraintende ai flussi dei pellegrini bavaresi, si snoda sovrapponendo la vita del Pontefice e quella di Francesco. Sul manifesto del film le eleganti scarpette rosse indossate dal Papa e le scarpe da ginnastica di Francesco appaiono allineate. Così, sullo schermo, mentre le voci bianche intonano coretti angelici, scorrono in alternanza le immagini del Papa, quando indossa la stola e del ragazzino, che mette la maglia della sua squadra di calcio preferita. Quasi a dire: in fin dei conti, che differenza c’è? Il Papa qui è un uomo tra gli uomini e viaggia, dorme, respira come tutti. Così lo si osserva quando sale sulla papa-mobile, mentre i colonnati di San Pietro offrono una stupenda quinta naturale allo spettatore, né meno feriali risultano le passeggiate a Castelgandolfo, d'estate. Curioso e pop: in rete il film di Cappellari appare firmato da Nanni Moretti.

    © Copyright Il Giornale, 14 aprile 2011


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    00 14/04/2011 13:56
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    Troppi vescovi opportunisti nella nuova Cina

    ANDREA TORNIELLI

    Nei rapporti tra Santa Sede e governo cinese il barometro non segna bel tempo. Si sono conclusi ieri i lavori della commissione vaticana istituita da Benedetto XVI per studiare i problemi della Chiesa in Cina, divisa in due distinte comunità, quella ufficiale riconosciuta dal governo e quella clandestina. All’ordine del giorno dell’incontro, al quale hanno partecipato alcuni capi dicastero della curia e vari esperti, la situazione delle diocesi e le sfide per gli oltre sedici milioni di cattolici “nelle attuali condizioni sociali e culturali”.
    È significativo che proprio nei giorni dell’incontro il governo di Pechino abbia arrestato tre preti della comunità clandestina nella provincia di Hebei. Ma a impensierire gli inquilini dei sacri palazzi è soprattutto l’annuncio della scelta di 11 nuovi vescovi da insediare alla guida di altrettante comunità ufficiali. Secondo le prime notizie, alcuni di loro non hanno l’approvazione di Roma. Ci si può dunque attendere nelle prossime settimane un nuovo scontro, dopo quello avvenuto lo scorso novembre, quando è stato ordinato contro l’esplicito divieto vaticano il nuovo vescovo di Chengde. Era dal 2006 che non accadeva qualcosa di simile, le precedenti dieci ordinazioni, infatti, erano frutto di un accordo ufficioso.
    Le crisi dello scorso anno (l’ordinazione illecita di novembre, e l’assemblea dei rappresentanti cattolici a Pechino per eleggere i responsabili delle organizzazioni governative che controllano la Chiesa, a dicembre), hanno provocato il gelo e duri comunicati della Segreteria di Stato contro la pretesa cinese di interferire nella vita della Chiesa. Ora sta venendo alla luce anche uno scontro interno ai sacri palazzi sulla strategia da seguire con Pechino.
    Il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, ha infatti affermato che la Chiesa in Cina è in uno “stato disastroso” a causa della durezza del regime, ma anche perché un “triumvirato” – e cioè il cardinale prefetto di Propaganda Fide, Ivan Dias, un suo minutante, e il padre Jeroom Heyndrickx, missionario di Scheut, loro consigliere – avrebbe spinto il Vaticano al compromesso con il regime cinese. Zen ha paragonato il loro atteggiamento a quello dell’Ostpolitik del cardinale Casaroli e ha lamentato che molti vescovi della Chiesa ufficiale cinese ubbidiscano “entusiasti” al governo e non al Papa. Il cardinale ha dunque attaccato direttamente un collega porporato. E ha detto che se il governo di Pechino vuole davvero un accordo deve dimostrarlo concretamente concedendo più libertà alla Chiesa e ai vescovi.
    Altrettanto dura è stata la posizione dell’arcivescovo cinese Savio Hon Taifai, nuovo segretario del dicastero vaticano di Propaganda Fide, il quale, in un’intervista al quotidiano Avvenire, ha affermato che tra i vescovi della Cina “è cresciuto il numero degli opportunisti” e ha espresso riserve per le “nomine di compromesso” faticosamente ottenute negli ultimi anni dalla diplomazia pontificia. Hon ha anche detto – d’accordo con Zen – che la Chiesa clandestina ha ancora ragione di esistere. Va ricordato che Benedetto XVI aveva espresso, nella Lettera ai cattolici della Cina, l’auspicio che queste comunità, seguite da milioni di seguaci, potessero gradualmente abbandonare la condizione di clandestinità, che non va considerata normale per la vita della Chiesa.
    La uscite di Zen e di Hon Taifai, seppure non rivestite del crisma dell’ufficialità, lasciano intendere che in Vaticano questa linea si vada rafforzando.

    © Copyright La Stampa, 14 aprile 2011


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    00 14/04/2011 20:22
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    Il Papa risponde in tv a una famiglia di Busto Arsizio

    La madre di Francesco Grillo, da due anni in coma, ha scritto alla trasmissione A sua immagine: “Dove si trova l’anima di mio figlio?”. Benedetto XVI interverrà in diretta nel giorno del Venerdì Santo

    Sono passati esattamente due anni da quando la vita di Francesco Grillo si è fermata: era il 12 aprile, la Pasqua del 2009, e il giovane di Busto Arsizio, da tempo sofferente di sclerosi multipla, rimase vittima di un blocco della digestione che lo ridusse in coma vegetativo. Da allora Francesco è ricoverato all’ospedale della Fondazione Raimondi di Gorla Minore, e i suoi genitori,che lo assistono quotidianamente, non hanno mai cessato di interrogarsi sulla sua condizione. La domanda più pressante, Maria ha deciso di rivolgerla direttamente al Papa: l’anima di Francesco ha già abbandonato il suo corpo o è ancora accanto a lui, malgrado la sua condizione di incoscienza? E il pontefice, contro ogni previsione, ha scelto proprio la richiesta di Maria tra le migliaia arrivate alla trasmissione “A Sua immagine”: sarà una delle sei domande a cui Benedetto XVI risponderà nel giorno del Venerdì Santo, su Rai Uno a partire dalle 14.10. Un evento unico nel suo genere, perché non era mai accaduto che un Papa fosse presente in diretta in un programma tv.
    «Era una questione su cui riflettevo da tempo – spiega la donna, il cui intervento è stato registrato lunedì scorso dalle telecamere Rai – ma non avevo mai avuto occasione di parlarne con nessuno. Quando ho visto on line la pubblicità della trasmissione, non ci ho pensato troppo su: era una sera in cui mi sentivo triste e preoccupata, e ho subito deciso di scrivere al Papa. Mai avrei pensato che potesse essere scelta, è una cosa che mi riempie d’orgoglio, non certo perché ci tenessi ad apparire in prima persona, ma per l’eccezionalità dell’intervento del Santo Padre». La natura della domanda posta da Maria è insieme etica e teologica: «Ho cercato di esprimermi sinteticamente e con termini semplici, ma il problema è molto complesso: se Francesco, come dicono i medici, non ha più coscienza di se stesso e degli altri, come può sapere chi è Dio, ed eventualmente pentirsi dei suoi peccati? Come fa l’anima a scegliere senza essere guidata dalla coscienza. Capisco che per un non credente sia difficile da capire, ma per noi la risposta è davvero importante». Una risposta che interesserà non soltanto la famiglia Grillo, ma anche centinaia di altri soggetti nelle stesse condizioni: ce ne sono diversi anche nella struttura di Gorla, tra cui un ragazzo in coma da oltre tredici anni in seguito a un incidente d’auto. Inevitabile il paragone con Eluana Englaro, la donna di Lecco morta in seguito all’interruzione dell’alimentazione artificiale dopo 17 anni in stato vegetativo e una lunghissima battaglia legale.
    Questa volta a rispondere è Graziano, il padre di Francesco: «La storia la conosciamo, certamente, ma non ci siamo neppure mai posti il problema: staccare la spina per noi è impensabile, semmai ci domandiamo come abbia potuto fare il padre di Eluana. Francesco è ancora nostro figlio, lo considero esattamente al pari della sorella, che è una donna adulta e sana. È esattamente come se fosse una persona normale: festeggiamo il suo compleanno, passiamo il tempo insieme a lui, lo curiamo e lo vestiamo. Se lo vedessimo soffrire sarebbe diverso, ma ci sembra sereno e tranquillo, e per fortuna l’istituto gli garantisce una vita dignitosa e decorosa. Noi cerchiamo di vivere una vita normale, e finché Dio ce lo lascia sarà così». Da due anni i genitori dell’uomo, oggi quarantenne, si sono di fatto trasferiti nella piccola stanza di 9 metri quadri all’interno della clinica, che abbandonano solo per dormire: alle pareti, tanti messaggi d’affetto e di sostegno, tra cui la foto con dedica dei calciatori Zambrotta e Legrottaglie. A far visita al fratello arriva ogni giorno, all’ora del pranzo, anche la sorella, e gli occhi di Graziano si illuminano nel parlare delle tre nipotine di 4, 6 e 8 anni: «Sono davvero attaccatissime allo zio, gli parlano, lo accarezzano, gli chiedono di svegliarsi». L’ultimo pensiero, il padre di Francesco lo dedica all’ospedale che ospita suo figlio: «Davvero una struttura straordinaria, a cui dobbiamo tantissimo. La professionalità e la gentilezza di tutto il personale, senza eccezioni, sono esemplari. L’unico rimpianto è quello di non poter essere a casa, ma qui Francesco è amato e coccolato come non potrebbe mai essere altrove».

    www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=201443

    «Santità, dov’è l’anima di nostro figlio?»

    Sarà questa la domanda che una famiglia di Busto Arsizio, il cui figlio è ormai in stato vegetativo, rivolgerà a Papa Benedetto XVI, nel corso di una prima mondiale: il primo intervento di un Papa alla tivù

    «Santità, dov’è l’anima di nostro figlio?» sarà questa la domanda che una famiglia di Busto Arsizio, il cui figlio è ormai in stato vegetativo, rivolgerà a Papa Benedetto XVI, nel corso di una prima mondiale: il primo intervento di un Papa alla tivù. Avverrà il giorno di Venerdì Santo, il 22 aprile prossimo: Joseph Ratzinger apparirà in una trasmissione televisiva per la prima volta della storia del papato. Lo farà in “A Sua Immagine” la rubrica di approfondimento religioso in onda il pomeriggio su RaiUno, dalle 14,10.
    Il Papa risponderà ad una vera e propria “intervista dei fedeli”, e tra le domande ci sarà anche quella di Maria, la madre di Francesco Grillo, malato di Sclerosi Multipla, impossibilitato a parlare, a reagire correttamente e a condurre una vita normale nella sua Borsano dopo una complicazione avvenuta nei giorni di Pasqua di due anni fa. La sua domanda è stata selezionata, insieme ad altre cinque, tra oltre duemila lettere giunte alla redazione del programma.

    www3.varesenews.it/life/articolo.php?id=201405


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