00 01/03/2011 01:13
La Chiesa può offrire un prezioso contributo all'Unione Europea
Il Papa riceve il Presidente del Parlamento Europeo, Buzek




CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 28 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Il contributo che la Chiesa può offrire all'Unione Europea è stato uno degli argomenti principali dell'udienza che Papa Benedetto XVI ha concesso questo lunedì al Presidente del Parlamento Europeo, l'onorevole Jerzy Buzek.

Buzek ha poi incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Una nota vaticana emessa al termine dell'incontro spiega che i colloqui, “svoltisi in un clima di cordialità”, “hanno permesso un utile scambio di opinioni sulle relazioni fra la Chiesa cattolica, il Parlamento Europeo e le altre istituzioni europee, nonché sul contributo che la Chiesa può offrire all’Unione”.

Nel corso dell’udienza, aggiunge il testo, “ci si è soffermati anche su temi di attualità quali l’impegno per la promozione della libertà religiosa e la tutela delle minoranze cristiane nel mondo”.

Il sito web del Parlamento Europeo riferisce che dopo la sua visita ufficiale alla Santa Sede Buzek ha definito l'udienza di Benedetto XVI un incontro “toccante”.

Il Papa, ha sottolineato, è “un uomo di fede e di intelletto”.

“In un momento di cambiamenti drammatici come questi”, ha aggiunto, Benedetto XVI “offre un indirizzo e una stabilità a milioni di persone in tutto il mondo”.

Quanto alla situazione in Nordafrica, una delle realtà più difficili di queste ultime settimane, il Pontefice e il Presidente del Parlamento Europeo hanno concordato nell'esprimere “la speranza che le violenze finiscano rapidamente, e abbia inizio la transizione verso la democrazia e la pace”.















Il Papa: la Chiesa deve parlare il “nuovo linguaggio” della comunicazione
Chiede di scoprire simboli significativi per le persone della cultura digitale



CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 28 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Per Benedetto XVI, la Chiesa cattolica deve imparare e parlare il “nuovo linguaggio” dei mezzi di comunicazione delle reti digitali.

E' questa la sfida che ha lanciato questo lunedì ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che riunisce fino a questo giovedì in Vaticano pastori, comunicatori ed esperti della comunicazione dei cinque continenti.

“Non si tratta solamente di esprimere il messaggio evangelico nel linguaggio di oggi, ma occorre avere il coraggio di pensare in modo più profondo, come è avvenuto in altre epoche, il rapporto tra la fede, la vita della Chiesa e i mutamenti che l’uomo sta vivendo”, ha spiegato il Pontefice.

Benedetto XVI ha quindi affidato al dicastero il compito di approfondire la “cultura digitale”, “stimolando e sostenendo la riflessione per una maggiore consapevolezza circa le sfide che attendono la comunità ecclesiale e civile”.

Ha poi esortato quanti lo ascoltavano nell'“impegno di aiutare quanti hanno responsabilità nella Chiesa ad essere in grado di capire, interpretare e parlare il 'nuovo linguaggio' dei media in funzione pastorale, in dialogo con il mondo contemporaneo”.

Per questo, ha constatato, bisogna rispondere a queste domande: “Quali sfide il cosiddetto 'pensiero digitale' pone alla fede e alla teologia? Quali domande e richieste?”.

Nuovi simboli e metafore

“La cultura digitale pone nuove sfide alla nostra capacità di parlare e di ascoltare un linguaggio simbolico che parli della trascendenza”, ha riconosciuto il Vescovo di Roma.

“Gesù stesso nell’annuncio del Regno ha saputo utilizzare elementi della cultura e dell’ambiente del suo tempo: il gregge, i campi, il banchetto, i semi e così via”.

“Oggi siamo chiamati a scoprire, anche nella cultura digitale, simboli e metafore significative per le persone, che possano essere di aiuto nel parlare del Regno di Dio all’uomo contemporaneo”, ha invitato.

Una comunicazione umana

La proposta del Papa è quella di “promuovere una comunicazione veramente umana”, che analizzi il nuovo fenomeno comunicativo “al di là di ogni facile entusiasmo o scetticismo”.

Il contributo dei credenti, ha sottolineato, deve aiutare “lo stesso mondo dei media, aprendo orizzonti di senso e di valore che la cultura digitale non è capace da sola di intravedere e rappresentare”.













Il Papa nomina nuovi membri della Commissione per l'America Latina
Il Cardinale Ortega e l'Arcivescovo Eterović



CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 28 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha effettuato nuove nomine per la Pontificia Commissione per l'America Latina, ha reso noto questo lunedì la Sala Stampa della Santa Sede.

Il Papa ha infatti nominato Consigliere della Commissione monsignor Nikola Eterović, Arcivescovo titololare di Cibale, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

Ha anche nominato membro della stessa Commissione il Cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, Arcivescovo di San Cristóbal de La Habana (Cuba).

Secondo la Costituzione Apostolica Pastor Bonus, la Pontificia Commissione per l'America Latina ha il compito di “assistere col consiglio e con i mezzi economici le Chiese particolari dell'America Latina, e di attendere, altresì, allo studio delle questioni che riguardano la vita e lo sviluppo delle medesime Chiese”.

Alla Commissione spetta anche di “favorire i rapporti tra le istituzioni ecclesiastiche internazionali e nazionali che operano per le regioni dell'America Latina e i dicasteri della Curia romana”.

Altre nomine diffuse questo lunedì riguardano incarichi nell'Ufficio del Fondo Pensioni e nell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

L'avvocato Stefano Di Pinto è stato infatti nominato dal Pontefice Direttore dell'Ufficio del Fondo Pensioni. Di Pinto era finora Officiale dello stesso Ufficio.

E' stato poi nominato per un quinquennio Dirigente dell'“Area Controllo di gestione e procedure” dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica il dottor Stefano Loreti, finora Capo Ufficio nella Sezione Ordinaria della stessa Amministrazione.

Il Papa ha inoltre nominato Capo Ufficio nella Sezione Ordinaria dell'Amministrazione il ragioniere Francesco Anastasi, finora Officiale della Sezione Straordinaria, e Capo Ufficio nella Sezione Straordinaria il dottor Roberto Carulli e il dottor Stefano Lori, finora Officiali della stessa Sezione.

Compito dell'Ufficio dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, ricorda sempre la Pastor Bonus, è quello di “amministrare i beni di proprietà della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all'adempimento delle funzioni della Curia romana”.

L'Ufficio ha due sezioni: quella ordinaria “amministra i beni che le sono affidati, avvalendosi, quando sia opportuno, della collaborazione di esperti; cura la gestione del personale della Santa Sede; sovraintende alla direzione amministrativa degli enti che fanno capo ad essa; provvede a quanto è necessario per l'attività ordinaria dei dicasteri; cura la contabilità e redige il bilancio consuntivo, e preventivo”.

La Sezione straordinaria, invece, “amministra i beni mobili propri e quelli ad essa affidati da altri enti della Santa Sede”.