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Discorsi, omelie, udienze, angelus e altri documenti

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    Caterina63
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    00 08/09/2010 11:55
    [SM=g7969] Paparatzifan....provvedi tu a collocare questa iniziativa dove ritieni opportuno.... [SM=g8431]

    Il Movimento Domenicano del Rosario www.sulrosario.org
    ha avviato una serie di video con la Meditazione dei 20 Misteri del Rosario seguendo come itinerario il magistero di Benedetto XVI, ricavato salle Omelie, dagli Angelus, dalle Catechesi varie del Pontefice...

    i video al momento verranno postati su gloria TV li troverete a partire da qui:
    it.gloria.tv/?media=96066

    sono già inseriti il Primo e il Secondo Gaudioso e il Quarto e quinto Glorioso....da ora si cerca di fare una scaletta, quindi seguiteci per gli altri Misteri...questo è MAGISTERO PURO!

    [SM=g9433] grazie!




    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    +PetaloNero+
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    00 08/09/2010 15:27
    Benedetto XVI: “il Requiem di Mozart è un’alta espressione di fede”



    ROMA, mercoledì, 8 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo martedì sera da Benedetto XVI al termine del concerto in suo onore offerto dalla Pontificia Accademia delle Scienze, che ha avuto luogo nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

    Il programma prevedeva la Messa da Requiem in Re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart eseguita dall’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta dal Maestro Claudio Desderi, e dal Coro "Accademia della voce" di Torino, diretta dal Maestro Sonia Franzese.

    * * *

    Cari amici,

    ringrazio vivamente l’Orchestra di Padova e del Veneto e il Coro "Accademia della voce" di Torino, diretti dal maestro Claudio Desderi, e i quattro solisti, per averci offerto questo momento di gioia interiore e di riflessione spirituale con un’intensa esecuzione del Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart. Con loro ringrazio Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Segretario della Pontificia Accademia delle Scienze, per le parole che mi ha rivolto, come pure i vari Enti che hanno contribuito all’organizzazione di questo evento. Sappiamo bene che il giovanissimo Mozart, nei suoi viaggi in Italia con il padre, soggiornò in varie Regioni, tra le quali anche il Piemonte e il Veneto, ma soprattutto sappiamo che fece tesoro della vivace attività musicale italiana, caratterizzata da compositori quali Hasse, Sammartini, Padre Martini, Piccinni, Jommelli, Paisiello, Cimarosa, per citarne alcuni.

    Permettetemi, però, di dire ancora una volta che c’è un affetto particolare che mi lega, potrei dire da sempre, a questo sommo musicista. Ogni volta che ascolto la sua musica non posso non riandare con la memoria alla mia chiesa parrocchiale, quando, da ragazzo, nei giorni di festa, risuonava una sua "Messa": nel cuore percepivo che un raggio della bellezza del Cielo mi aveva raggiunto, e questa sensazione la provo ogni volta, anche oggi, ascoltando questa grande meditazione, drammatica e serena, sulla morte. In Mozart ogni cosa è in perfetta armonia, ogni nota, ogni frase musicale è così e non potrebbe essere altrimenti; anche gli opposti sono riconciliati e la mozart’sche Heiterkeit, la "serenità mozartiana" avvolge tutto, in ogni momento. E’ un dono questo della Grazia di Dio, ma è anche il frutto della viva fede di Mozart, che – specie nella sua musica sacra – riesce a far trasparire la luminosa risposta dell’Amore divino, che dona speranza, anche quando la vita umana è lacerata dalla sofferenza e dalla morte.

    Nell’ultima lettera scritta al padre morente, datata 4 aprile 1787, così egli scrive parlando proprio della tappa finale della vita sulla terra: "… da qualche anno sono entrato in tanta familiarità con quest’amica sincera e carissima dell’uomo, [la morte], che la sua immagine non solo non ha per me più nulla di terrificante, ma mi appare addirittura molto tranquillizzante e consolante! E ringrazio il mio Dio di avermi concesso la fortuna di avere l’opportunità di riconoscere in essa la chiave della nostra felicità. Non vado mai a letto senza pensare che l’indomani forse non ci sarò più. Eppure nessuno fra tutti coloro che mi conoscono potrà dire che in compagnia io sia triste o di cattivo umore. E di questa fortuna ringrazio ogni giorno il mio Creatore e l’auguro di tutto cuore ad ognuno dei miei simili". È uno scritto che manifesta una fede profonda e semplice, che emerge anche nella grande preghiera del Requiem, e ci conduce, allo stesso tempo, ad amare intensamente le vicende della vita terrena come doni di Dio e ad elevarci al di sopra di esse, guardando serenamente alla morte come alla "chiave" per varcare la porta verso la felicità eterna.

    Il Requiem di Mozart è un’alta espressione di fede, che ben conosce la tragicità dell’esistenza umana e che non tace sui suoi aspetti drammatici, e perciò è un’espressione di fede propriamente cristiana, consapevole che tutta la vita dell’uomo è illuminata dall’amore di Dio. Grazie ancora a tutti.

    [© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]





    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1534&sett...

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    00 08/09/2010 15:29
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI riceve questa mattina in Udienza:

    Membri dell’Ufficio dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.




    RINUNCE E NOMINE


    NOMINA DEL CURATORE DELLE STAMPE PRESSO LA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

    Il Santo Padre ha nominato Curatore delle Stampe presso la Biblioteca Apostolica Vaticana la Dott.ssa Barbara Jatta.








    UDIENZA AI MEMBRI DELL’UFFICIO DELL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE DEL CONSIGLIO D’EUROPA

    Al termine dell’Udienza Generale di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI riceve, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, i Membri dell’Ufficio dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Mr President,

    Dear members of the Bureau of the Parliamentary Assembly of the Council of Europe,

    I am very grateful to the Honourable Mr Çavuşoğlu for the kind words he addressed to me on behalf of the Bureau and I extend to all of you a cordial welcome. I am happy to receive you on the sixtieth anniversary of the European Convention on Human Rights which, as is well known, commits Member States of the Council of Europe to promote and defend the inviolable dignity of the human person.

    I know that the Parliamentary Assembly has on its agenda important topics that deal above all with persons who live in particularly difficult situations or are subjected to grave violations of their dignity. I have in mind people afflicted with handicaps, children who suffer violence, immigrants, refugees, those who pay the most for the present economic and financial crisis, those who are victims of extremism or of new forms of slavery such as human trafficking, the illegal drug trade and prostitution. Your work also is concerned with victims of warfare and with people who live in fragile democracies. I have also been informed of your efforts to defend religious freedom and to oppose violence and intolerance against believers in Europe and worldwide.

    Keeping in mind the context of today’s society in which different peoples and cultures come together, it is imperative to develop the universal validity of these rights as well as their inviolability, inalienability and indivisibility.

    On different occasions I have pointed out the risks associated with relativism in the area of values, rights and duties. If these were to lack an objective rational foundation, common to all peoples, and were based exclusively on particular cultures, legislative decisions or court judgements, how could they offer a solid and long-lasting ground for supranational institutions such as the Council of Europe, and for your own task within that prestigious institution? How could a fruitful dialogue among cultures take place without common values, rights and stable, universal principles understood in the same way by all Members States of the Council of Europe? These values, rights and duties are rooted in the natural dignity of each person, something which is accessible to human reasoning. The Christian faith does not impede, but favours this search, and is an invitation to seek a supernatural basis for this dignity.

    I am convinced that these principles, faithfully maintained, above all when dealing with human life, from conception to natural death, with marriage – rooted in the exclusive and indissoluble gift of self between one man and one woman – and freedom of religion and education, are necessary conditions if we are to respond adequately to the decisive and urgent challenges that history presents to each one of you.

    Dear friends, I know that you also wish to reach out to those who suffer. This gives me joy and I encourage you to fulfil your sensitive and important mission with moderation, wisdom and courage at the service of the common good of Europe. I thank you for coming and I assure you of my prayers. May God bless you!








    L’UDIENZA GENERALE


    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato ancora sulla figura di Santa Ildegarda di Bingen.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti e, dopo il saluto in lingua inglese, ha letto un messaggio in occasione del Suo imminente viaggio nel Regno Unito.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

    Al termine, il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


    CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

    Cari fratelli e sorelle,

    oggi vorrei riprendere e continuare la riflessione su S. Ildegarda di Bingen, importante figura femminile del Medioevo, che si distinse per saggezza spirituale e santità di vita. Le visioni mistiche di Ildegarda somigliano a quelle dei profeti dell’Antico Testamento: esprimendosi con le categorie culturali e religiose del suo tempo, interpretava nella luce di Dio le Sacre Scritture applicandole alle varie circostanze della vita. Così, tutti coloro che l’ascoltavano si sentivano esortati a praticare uno stile di esistenza cristiana coerente e impegnato. In una lettera a san Bernardo, la mistica renana confessa: "La visione avvince tutto il mio essere: non vedo con gli occhi del corpo, ma mi appare nello spirito dei misteri … Conosco il significato profondo di ciò che è esposto nel Salterio, nei Vangeli e in altri libri, che mi sono mostrati nella visione. Questa brucia come una fiamma nel mio petto e nella mia anima, e mi insegna a comprendere profondamente il testo" (Epistolarium pars prima I-XC: CCCM 91).

    Le visioni mistiche di Ildegarda sono ricche di contenuti teologici. Fanno riferimento agli avvenimenti principali della storia della salvezza, e adoperano un linguaggio principalmente poetico e simbolico. Per esempio, nella sua opera più nota, intitolata Scivias, cioè "Conosci le vie", ella riassume in trentacinque visioni gli eventi della storia della salvezza, dalla creazione del mondo alla fine dei tempi. Con i tratti caratteristici della sensibilità femminile, Ildegarda, proprio nella sezione centrale della sua opera, sviluppa il tema del matrimonio mistico tra Dio e l’umanità realizzato nell’Incarnazione. Sull’albero della Croce si compiono le nozze del Figlio di Dio con la Chiesa, sua sposa, ricolma di grazie e resa capace di donare a Dio nuovi figli, nell’amore dello Spirito Santo (cfr Visio tertia: PL 197, 453c).

    Già da questi brevi cenni vediamo come anche la teologia possa ricevere un contributo peculiare dalle donne, perché esse sono capaci di parlare di Dio e dei misteri della fede con la loro peculiare intelligenza e sensibilità. Incoraggio perciò tutte coloro che svolgono questo servizio a compierlo con profondo spirito ecclesiale, alimentando la propria riflessione con la preghiera e guardando alla grande ricchezza, ancora in parte inesplorata, della tradizione mistica medievale, soprattutto a quella rappresentata da modelli luminosi, come appunto Ildegarda di Bingen.

    La mistica renana è autrice anche di altri scritti, due dei quali particolarmente importanti perché riportano, come lo Scivias, le sue visioni mistiche: sono il Liber vitae meritorum (Libro dei meriti della vita) e il Liber divinorum operum (Libro delle opere divine), denominato anche De operatione Dei. Nel primo viene descritta un’unica e poderosa visione di Dio che vivifica il cosmo con la sua forza e con la sua luce. Ildegarda sottolinea la profonda relazione tra l’uomo e Dio e ci ricorda che tutta la creazione, di cui l’uomo è il vertice, riceve vita dalla Trinità. Lo scritto è incentrato sulla relazione tra virtù e vizi, per cui l’essere umano deve affrontare quotidianamente la sfida dei vizi, che lo allontanano nel cammino verso Dio e le virtù, che lo favoriscono. L’invito è ad allontanarsi dal male per glorificare Dio e per entrare, dopo un’esistenza virtuosa, nella vita "tutta di gioia". Nella seconda opera, considerata da molti il suo capolavoro, descrive ancora la creazione nel suo rapporto con Dio e la centralità dell’uomo, manifestando un forte cristocentrismo di sapore biblico-patristico. La Santa, che presenta cinque visioni ispirate dal Prologo del Vangelo di San Giovanni, riporta le parole che il Figlio rivolge al Padre: "Tutta l’opera che tu hai voluto e che mi hai affidato, io l’ho portata a buon fine, ed ecco che io sono in te, e tu in me, e che noi siamo una cosa sola" (Pars III, Visio X: PL 197, 1025a).

    In altri scritti, infine, Ildegarda manifesta la versatilità di interessi e la vivacità culturale dei monasteri femminili del Medioevo, contrariamente ai pregiudizi che ancora gravano su quell’epoca. Ildegarda si occupò di medicina e di scienze naturali, come pure di musica, essendo dotata di talento artistico. Compose anche inni, antifone e canti, raccolti sotto il titolo Symphonia Harmoniae Caelestium Revelationum (Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti), che venivano gioiosamente eseguiti nei suoi monasteri, diffondendo un’atmosfera di serenità, e che sono giunti anche a noi. Per lei, la creazione intera è una sinfonia dello Spirito Santo, che è in se stesso gioia e giubilo.

    La popolarità di cui Ildegarda era circondata spingeva molte persone a interpellarla. Per questo motivo disponiamo di molte sue lettere. A lei si rivolgevano comunità monastiche maschili e femminili, vescovi e abati. Molte risposte restano valide anche per noi. Per esempio, a una comunità religiosa femminile Ildegarda scriveva così: "La vita spirituale deve essere curata con molta dedizione. All’inizio la fatica è amara. Poiché esige la rinuncia all’estrosità, al piacere della carne e ad altre cose simili. Ma se si lascia affascinare dalla santità, un’anima santa troverà dolce e amorevole lo stesso disprezzo del mondo. Bisogna solo intelligentemente fare attenzione che l’anima non avvizzisca" (E. Gronau, Hildegard. Vita di una donna profetica alle origini dell’età moderna, Milano 1996, p. 402). E quando l’Imperatore Federico Barbarossa causò uno scisma ecclesiale opponendo ben tre antipapi al Papa legittimo Alessandro III, Ildegarda, ispirata dalle sue visioni, non esitò a ricordargli che anch’egli, l’imperatore, era soggetto al giudizio di Dio. Con l’audacia che caratterizza ogni profeta, ella scrisse all’Imperatore queste parole da parte di Dio: "Guai, guai a questa malvagia condotta degli empi che mi disprezzano! Presta ascolto, o re, se vuoi vivere! Altrimenti la mia spada ti trafiggerà!" (Ibid., p. 412).

    Con l’autorità spirituale di cui era dotata, negli ultimi anni della sua vita Ildegarda si mise in viaggio, nonostante l’età avanzata e le condizioni disagevoli degli spostamenti, per parlare di Dio alla gente. Tutti l’ascoltavano volentieri, anche quando adoperava un tono severo: la consideravano una messaggera mandata da Dio. Richiamava soprattutto le comunità monastiche e il clero a una vita conforme alla loro vocazione. In modo particolare, Ildegarda contrastò il movimento dei cátari tedeschi. Essi - cátari alla lettera significa "puri" - propugnavano una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero. Lei li rimproverò aspramente di voler sovvertire la natura stessa della Chiesa, ricordando loro che un vero rinnovamento della comunità ecclesiale non si ottiene tanto con il cambiamento delle strutture, quanto con un sincero spirito di penitenza e un cammino operoso di conversione. Questo è un messaggio che non dovremmo mai dimenticare. Invochiamo sempre lo Spirito Santo, affinché susciti nella Chiesa donne sante e coraggiose, come santa Ildegarda di Bingen, che, valorizzando i doni ricevuti da Dio, diano il loro prezioso e peculiare contributo per la crescita spirituale delle nostre comunità e della Chiesa nel nostro tempo.


    SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Sintesi della catechesi in lingua francese

    Sainte Hildegarde de Bingen dont j’ai parlé la semaine dernière, avait une personnalité hors du commun : abbesse bénédictine et fondatrice de monastères, prédicatrice et conseillère des personnalités de son temps, naturaliste et médecin, musicienne et peintre. Mais, elle fut surtout une visionnaire et une grande mystique du XIIème siècle rhénan. Après avoir reçu l’encouragement de saint Bernard et l’approbation du Pape Eugène III, elle résuma ses visions dans son ouvrage le plus connu, le Scivias (Connais les voies). Elles sont composées dans un langage enrichi par la sensibilité féminine et ont un solide fondement christologique et biblico-patristique. Elles traitent entre autres, du thème du mariage mystique entre Dieu et l’humanité réalisé dans l’Incarnation et de celui des noces entre le Christ et l’Eglise célébrées sur l’arbre de la croix. La pensée d’Hildegarde culmine dans la description de la création dans son rapport avec Dieu. L’homme en est le centre et la création, symphonie de l’Esprit Saint, reçoit sa vie de la Sainte Trinité. Surnommée la « prophétesse teutonique », elle passa les dernières années de sa vie à parler de Dieu et à conseiller, encourageant à approfondir la vie spirituelle et à mener une vie chrétienne cohérente, chacun selon sa vocation propre. Chers frères et sœurs, Sainte Hildegarde nous montre combien les femmes sont capables de parler de Dieu et des mystères de la foi avec leur spécificité propre. Puisse l’Esprit Saint susciter dans l’Église des femmes saintes et courageuses qui valorisent les dons reçus de Dieu pour donner leur précieuse contribution spirituelle à la croissance de nos communautés !

    Je salue les pèlerins francophones présents particulièrement les pèlerins venus de Metz et de Saint Just d’Arbois. Je ne désire pas oublier le Secrétaire et les membres de l’Assemblée Parlementaire du Conseil de l’Europe qui ont tenu à être présent ce matin, ainsi que des membres de l’association des retraités du Ministère des Affaires Etrangères. Puissiez-vous à l’exemple de sainte Hildegarde continuer à chercher Dieu ! Bon pèlerinage à tous !


    ○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

    Dear Brothers and Sisters,

    In our catechesis on medieval Christian culture, we turn again to Saint Hildegard of Bingen, the great nun and mystic of the twelfth century. Hildegard’s celebrated visions vividly interpreted the word of God for her contemporaries, calling them to a committed Christian life. She brought a woman’s insight to the mysteries of the faith. In her many works she contemplated the mystic marriage between God and humanity accomplished in the Incarnation, as well as the spousal union of Christ and the Church. She also explored the vital relationship between God and creation, and our human calling to give glory to God by a life of holiness and virtue. Hildegard’s musical compositions reflect her conviction that all creation is a symphony of the Holy Spirit, who is himself joy and jubilation. Her vast learning and spiritual authority also led her to work for the renewal of the Church in her day. Through Saint Hildegard’s intercession, let us ask the Spirit to raise up wise, holy and courageous women whose God-given gifts will enrich the life of the Church in our own time!

    I am pleased to greet the participants in the Communications Seminar sponsored by the Pontifical University of the Holy Cross, and I offer prayerful good wishes for their work. Upon all the English-speaking visitors present at today’s Audience, especially the pilgrim groups from England, Wales, Scotland, Ireland, Sweden, Nigeria, Indonesia, Canada and the United States of America, I invoke God’s abundant blessings.



    MESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DELL’IMMINENTE VISITA NEL REGNO UNITO

    I am very much looking forward to my visit to the United Kingdom in a week’s time and I send heartfelt greetings to all the people of Great Britain. I am aware that a vast amount of work has gone into the preparations for the visit, not only by the Catholic community but by the Government, the local authorities in Scotland, London and Birmingham, the communications media and the security services, and I want to say how much I appreciate the efforts that have been made to ensure that the various events planned will be truly joyful celebrations. Above all I thank the countless people who have been praying for the success of the visit and for a great outpouring of God’s grace upon the Church and the people of your nation.

    It will be a particular joy for me to beatify the Venerable John Henry Newman in Birmingham on Sunday 19 September. This truly great Englishman lived an exemplary priestly life and through his extensive writings made a lasting contribution to Church and society both in his native land and in many other parts of the world. It is my hope and prayer that more and more people will benefit from his gentle wisdom and be inspired by his example of integrity and holiness of life.

    I look forward to meeting representatives of the many different religious and cultural traditions that make up the British population, as well as civil and political leaders. I am most grateful to Her Majesty the Queen and to His Grace the Archbishop of Canterbury for receiving me, and I look forward to meeting them. While I regret that there are many places and people I shall not have the opportunity to visit, I want you to know that you are all remembered in my prayers. God bless the people of the United Kingdom!


    ○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

    Liebe Brüder und Schwestern!

    Vorige Woche habe ich über das Leben der heiligen Hildegard von Bingen gesprochen. Heute möchte ich die Katechese über diese bedeutende Frauengestalt des Mittelalters fortsetzen. Hildegard, die 1098 vermutlich in Bermersheim in der Pfalz geboren wurde, war schon als achtjähriges Mädchen dem klösterlichen Leben übereignet worden. Sie wurde die Vorsteherin ihrer Klostergemeinschaft, wirkte darüber hinaus aber auch als Bußpredigerin und als Beraterin von geistlichen und weltlichen Größen. Aus ihrer Fähigkeit zur mystischen Schau heraus hat Hildegard zahlreiche Schriften verfaßt. Ihr bekanntestes Werk Scivias – das heißt: „Wisse die Wege" – stellt in einer Reihe von Visionen die gesamte Heilsgeschichte von der Schöpfung bis zum Jüngsten Gericht dar. Alles Irdische ist Zeichen für eine übernatürliche Wirklichkeit. Die ganze Schöpfung weist auf den dreifaltigen Gott hin, sie ist eine Symphonie des Heiligen Geistes, sagt sie, der selbst Freude und Jubel ist. Mitte der Erlösung ist gleichsam die Vermählung zwischen Gott und Mensch, die sich in der Inkarnation vollzogen und im Kreuz zu ihrer Tiefe hin vollendet hat. Die Kirche, so Hildegard, erhält als Brautgabe den Leib und das Blut Christi, die sie in jeder Messe Gott zum Dank darbringt und damit diesen Ehebund – den Bund zwischen Gott und Mensch – erneuert. Die Gläubigen sind dabei nicht nur passive Zuschauer, sondern sie sind eingeladen, sich zu öffnen und bereit zu sein, selbst in diesen Bund lebendig einzutreten. Hildegard hat aus ihrer Sicht der Schöpfung von Gott her auch die Gaben der Schöpfung zu deuten gewußt, in der Schöpfung eine „Apotheke Gottes" gefunden und so eine Medizin entwickelt, die heute neues Interesse findet. Sie hat Musik geschaffen, die heute wieder rekonstruiert wird, und sie ist poetisch gewesen, vor allen Dingen aber eine große Frau, die sowohl zu den einfachen Menschen von Gott zu sprechen vermochte, wie sie auch den Mächtigen gegenüber furchtlos das Wesentliche verkündet und sie auf den richtigen Weg gerufen hat. Wir sind dankbar, daß Gott der Kirche solche großen Frauen geschenkt hat, und vertrauen darauf, daß er auch in unserer Zeit solche Frauen der Kirche wieder neu schenkt.

    Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher, besonders die Delegation deutscher Richter und Staatsanwälte. Für die heilige Hildegard gibt es Wachstum nur, wenn alles aufeinander bezogen, wechselseitig verbunden und in Gott vereint ist. Auch unsere menschliche Gemeinschaft soll wachsen, die Harmonie der Schöpfung weiterführen in einem gegenseitigen Geben und Empfangen. Der Heilige Geist schenke uns die innere Bereitschaft, als Brüder und Schwestern diese Welt zu gestalten. Gott segne euch alle!


    ○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    Quisiera continuar en el día de hoy hablando de Santa Ildegarda de Bingen, religiosa benedictina de origen alemán que, en el siglo doce, se distinguió por su santidad y sabiduría espiritual.

    Esta santa gozó durante toda su vida de continuas visiones místicas, que una vez reconocidas por la autoridad de la Iglesia, se pusieron por escrito en diversos libros. Éstos rezuman un amplio conocimiento de las Sagradas Escrituras y de los Padres de la Iglesia. Las obras de Santa Ildegarda se centran en la exposición de los principales misterios de la historia de la salvación, presentados con una notable profundidad teológica, y con su peculiar inteligencia y sensibilidad femenina. Además de su producción teológica y moral, Ildegarda abordó temas relativos a la medicina, las ciencias naturales o la música.

    Gozó de gran popularidad en su época, por lo que numerosos obispos y abades mantenían correspondencia con ella, consultándole muchos de los problemas que se les planteaban. En los últimos años de su vida, se dedicó también a hablar de Dios a la gente, subrayando especialmente la necesidad de una continua conversión en la vida monástica y sacerdotal.

    Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la Diócesis de Tula, en México, que están celebrando el cincuenta aniversario de la creación de esa diócesis; a los médicos y administrativos de la Arquidiócesis de Salta, en Argentina; así como a los demás fieles provenientes de España, México, Panamá, El Salvador, Honduras y otros países latinoamericanos. Invoquemos al Espíritu Santo, para que suscite siempre en la Iglesia mujeres santas que, contribuyan al crecimiento espiritual de nuestras comunidades. Muchas gracias.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese

    Queridos irmãos e irmãs,

    Santa Hildegarda, importante figura feminina da Idade Média, distinguiu-se pela sua sabedoria espiritual e santidade de vida. Nos seus escritos e contactos, sublinha a profunda relação entre o homem e Deus, recordando que toda a criação, em cujo vértice está o ser humano, recebe vida da Santíssima Trindade. Quando Frederico Barba-Ruiva causou um cisma eclesial, opondo vários antipapas ao Papa legítimo Alexandre III [terceiro], Hildegarda recorda ao imperador que também ele estava sujeito ao juízo de Deus. E a quantos invocavam uma reforma radical da Igreja pondo em risco a sua verdadeira natureza, lembra que uma autêntica renovação não se obtém tanto com a mudança das estruturas como sobretudo com um sincero espírito de penitência e um real caminho de conversão.

    Amados peregrinos de língua portuguesa, a minha saudação fraterna e agradecida para todos, com menção especial para os grupos de fiéis da Amora em Portugal, e das paróquias do Divino Espírito Santo e São João Batista no Rio de Janeiro, Santa Rita de Cássia e Nossa Senhora Mãe da Igreja em Belo Horizonte. Esta peregrinação a Roma fortaleça, nos vossos corações, o sentir e o viver em Igreja, a exemplo de Santa Hildegarda, sob o terno olhar da Virgem Mãe. A Ela confio os anseios bons que aqui vos trouxeram. O Papa ama-vos, e a todos abençoa no Senhor.



    SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Saluto in lingua polacca

    Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów polskich. Witam profesorów i alumnów Seminarium Duchownego z Grodna na Białorusi, którzy – tu w Rzymie – świętują dwudziestolecie jego istnienia. Niech to Seminarium i wszystkich tu obecnych wspiera wstawiennictwo Maryi Dziewicy, której Święto Narodzenia dzisiaj obchodzimy. Z serca wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

    [Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Rivolgo il benvenuto ai professori e agli alunni dal Seminario Diocesano di Grodno in Bielorussia, i quali – qui a Roma – festeggiano il 20° anniversario della sua attività. Su tale Seminario e su tutti i presenti invoco l’intercessione della Beata Vergine Maria, della quale oggi ricordiamo la Festa della Natività. Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo.]


    ○ Saluto in lingua slovacca

    S láskou pozdravujem slovenských veriacich, osobitne účastníkov Púte Ordinariátu ozbrojených síl a zborov, vedených pánom biskupom Františkom Rábekom, ako aj pútnikov z Košíc a Rožňavy. Bratia a sestry, dnes slávime v liturgii sviatok Narodenia Panny Márie. Ona nech oroduje za nás a nech nás sprevádza na našej ceste za Kristom. Zo srdca žehnám všetkých vás i vašich drahých. Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Saluto con affetto i fedeli slovacchi, particolarmente i partecipanti al Pellegrinaggio dell’Ordinariato militare, guidati dal loro Vescovo Mons. František Rábek, come pure i pellegrini provenienti da Košice e Rožňava. Fratelli e sorelle, oggi celebriamo nella liturgia la festa della Natività della Vergine Maria. Ella interceda per noi e ci accompagni nel nostro cammino alla sequela di Cristo. Benedico di cuore tutti voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua croata

    Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način prvu generaciju maturanata i nastavnike katoličkih gimnazija iz Požege i Virovitice, predvođene njihovim biskupom monsinjorom Antunom Škvorčevićem! Dragi prijatelji, sazrijevanje podrazumijeva i duhovni rast. Hodočašće u Rim neka vam pomogne rasti u vjeri kako biste, ljubeći bližnje, svjedočili kršćansku nadu. Hvaljen Isus i Marija!

    [Saluto di cuore tutti i pellegrini Croati ed in modo particolare gli studenti che hanno conseguito per primi la maturità e gli insegnati delle Scuole Ginnasiali Cattoliche di Požega e di Virovitica, guidati dal loro Vescovo Mons. Antun Škvorčević. Cari amici, la maturazione globale comprende anche la crescita spirituale. Il pellegrinaggio all’Urbe vi aiuti crescere nella fede, affinché, amando gli altri, possiate testimoniare la speranza cristiana. Siano lodati Gesù e Maria!]


    ○ Saluto in lingua italiana

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i cresimati dell’Arcidiocesi di Lucca, qui convenuti con il loro Pastore Mons. Italo Castellani, e i cresimandi di Verona. Cari amici, con la forza dello Spirito Santo, siate coraggiosi testimoni di Gesù e del suo Vangelo in famiglia, nella scuola, in parrocchia e con i vostri coetanei. Saluto i monaci dell’Ordine Cistercense, che in questi giorni stanno celebrando il loro Capitolo Generale, ed auguro loro di impegnarsi con rinnovato slancio spirituale e apostolico, per cooperare generosamente nell'opera della nuova evangelizzazione.

    Mi rivolgo infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, qui presenti. Oggi celebriamo la memoria liturgica della Natività della Beata Vergine Maria. Il Concilio Vaticano II dice che Maria ci precede nel cammino della fede perché "ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45). Per voi giovani chiedo alla Vergine Santa il dono di una fede sempre più matura; per voi ammalati, una fede sempre più forte; e per voi, cari sposi novelli, una fede sempre più profonda.



    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1535&sett...


    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1536&sett...


    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1537&sett...









    COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRIMO MINISTRO DI CAPO VERDE

    Questa mattina, al termine dell’Udienza Generale, il Santo Padre Benedetto XVI ha salutato Sua Eccellenza il Sig. José Maria Pereira Neves, Primo Ministro di Capo Verde, che in precedenza era stato ricevuto anche dall’Em.mo Segretario di Stato, Card. Tarcisio Bertone, accompagnato dall’Ecc.mo Segretario per i Rapporti con gli Stati, Mons. Dominique Mamberti.
    Nel corso dei cordiali colloqui, ci si è compiaciuti delle buone relazioni bilaterali, nonché del contributo che la Chiesa offre al bene dell’intera Nazione-Arcipelago. Si è anche auspicata una collaborazione sempre più stretta in campo sanitario ed educativo.
    Si è deciso di istituire una Commissione bilaterale di lavoro, per avviare l’elaborazione di un Accordo-quadro tra la Santa Sede e Capo Verde.

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    00 09/09/2010 15:36
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Nordeste III), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. Francisco Canindé Palhano, Vescovo di Bonfim;

    S.E. Mons. Tommaso Cascianelli, C.P., Vescovo di Irecê;

    S.E. Mons. José Geraldo da Cruz, A.A., Vescovo di Juazeiro;

    S.E. Mons. Guido Zendron, Vescovo di Paulo Afonso;

    S.E. Mons. André de Witte, Vescovo di Ruy Barbosa.










    TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL RABBINO CAPO DI ROMA DOTT. RICCARDO DI SEGNI NELLA RICORRENZA DI ROSH HA-SHANAH 5771, DI YOM KIPPUR E DI SUKKOT

    Pubblichiamo di seguito il telegramma che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato al Rabbino Capo di Roma, Dott. Riccardo Di Segni, nella ricorrenza di Rosh Ha-Shanah 5771, di Yom Kippur e di Sukkot:


    TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

    ILLUSTRISSIMO DOTT. RICCARDO DI SEGNI

    RABBINO CAPO DI ROMA

    COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA - TEMPIO MAGGIORE

    LUNGOTEVERE CENCI - 00186 ROMA

    NELLA RICORRENZA DI ROSH HA-SHANAH 5771, DI YOM KIPPUR E DI SUKKOT, MI È GRADITO FORMULARE I PIÙ CORDIALI E SINCERI AUGURI A LEI E ALL’INTERA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA, INSIEME ALL’AUSPICIO CHE QUESTE FESTE POSSANO APPORTARE COPIOSE BENEDIZIONI DALL’ETERNO ED ESSERE FONTE DI INTIMA GIOIA. CRESCA IN TUTTI NOI LA VOLONTÀ DI PROMUOVERE LA GIUSTIZIA E LA PACE, DI CUI TANTO HA BISOGNO IL MONDO DI OGGI.

    CON SENTIMENTI DI GRATITUDINE E AFFETTO RICORDO LA MIA VISITA AL TEMPIO MAGGIORE. DIO, NELLA SUA BONTÀ, PROTEGGA L’INTERA COMUNITÀ E CI CONCEDA DI CRESCERE, A ROMA E NEL MONDO, NELL’AMICIZIA RECIPROCA.

    BENEDICTUS PP. XVI

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    00 10/09/2010 10:36
    Re:

    Caterina63, 08/09/2010 11.55:

    [SM=g7969] Paparatzifan....provvedi tu a collocare questa iniziativa dove ritieni opportuno.... [SM=g8431]

    Il Movimento Domenicano del Rosario www.sulrosario.org
    ha avviato una serie di video con la Meditazione dei 20 Misteri del Rosario seguendo come itinerario il magistero di Benedetto XVI, ricavato salle Omelie, dagli Angelus, dalle Catechesi varie del Pontefice...

    i video al momento verranno postati su gloria TV li troverete a partire da qui:
    it.gloria.tv/?media=96066

    sono già inseriti il Primo e il Secondo Gaudioso e il Quarto e quinto Glorioso....da ora si cerca di fare una scaletta, quindi seguiteci per gli altri Misteri...questo è MAGISTERO PURO!

    [SM=g9433] grazie!







    L'ho inserito qua:

    benedettoxviforum.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9416141&#idm1...


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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    00 10/09/2010 15:46
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    S.E. il Sig. Pál Schmitt, Presidente di Ungheria, e Seguito;

    S.E. Mons. Ottorino Assolari, C.S.F., Vescovo di Serrinha (Brasile), in Visita "ad Limina Apostolorum";

    Gruppo degli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Nordeste III), in Visita "ad Limina Apostolorum".




    VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE (REGIONE NORDESTE III)

    Alle ore 11.45 di questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Vescovi della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Nordeste III), ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum".

    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge loro:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Senhor Cardeal,

    Amados Arcebispos e Bispos do Brasil,

    Saúdo calorosamente a todos vós, por ocasião da vossa visita ad Limina a Roma, aonde viestes reforçar os vossos vínculos de comunhão fraterna com o Sucessor de Pedro e por ele serdes animados na condução do rebanho de Cristo. Agradeço as amáveis palavras que Dom Ceslau Stanula, Bispo de Itabuna, dirigiu-me em vosso nome, e vos asseguro as minhas orações pelas vossas intenções e pelo amado povo nordestino, do vosso regional Nordeste 3.

    Há mais de cinco séculos, justamente na vossa região, se celebrava a primeira Missa no Brasil, tornando realmente presente o Corpo e o Sangue de Cristo para a santificação dos homens e das mulheres desta bendita nação que nasceu sob os auspícios da Santa Cruz. Era a primeira vez que o Evangelho de Cristo vinha a ser proclamado a este povo, iluminando a sua vida diária. Esta ação evangelizadora da Igreja Católica foi e continua sendo fundamental na constituição da identidade do povo brasileiro caracterizada pela convivência harmônica entre pessoas vindas de diferentes regiões e culturas. Porém, ainda que os valores da fé católica tenham moldado o coração e o espírito brasileiros, hoje se observa uma crescente influência de novos elementos na sociedade, que há algumas décadas eram-lhe praticamente alheios. Isso provoca um consistente abandono de muitos católicos da vida eclesial ou mesmo da Igreja, enquanto no panorama religioso do Brasil, se assiste à rápida expansão de comunidades evangélicas e neo-pentecostais.

    Em certo sentido, as razões que estão na raiz do êxito destes grupos são um sinal da difundida sede de Deus entre o vosso povo. É também um indício de uma evangelização, a nível pessoal, às vezes superficial; de fato, os batizados não suficientemente evangelizados são facilmente influenciáveis, pois possuem uma fé fragilizada e muitas vezes baseada num devocionismo ingênuo, embora, como disse, conservem uma religiosidade inata. Diante deste quadro emerge, por um lado, a clara necessidade que a Igreja católica no Brasil se empenhe numa nova evangelização que não poupe esforços na busca de católicos afastados bem como daquelas pessoas que pouco ou nada conhecem sobre a mensagem evangélica, conduzindo-os a um encontro pessoal com Jesus Cristo, vivo e operante na sua Igreja. Por outro lado, com o crescimento de novos grupos que se dizem seguidores de Cristo, ainda que divididos em diversas comunidades e confissões, faz-se mais imperioso, da parte dos pastores católicos, o compromisso de estabelecer pontes de contato através de um sadio diálogo ecumênico na verdade.

    Tal esforço é necessário, antes de qualquer coisa, porque a divisão entre os cristãos está em contraste com a vontade do Senhor de que «todos sejam um» (Jo 17,21). Além disso, a falta de unidade é causa de escândalo que acaba por minar a credibilidade da mensagem cristã proclamada na sociedade. E hoje, a sua proclamação é talvez ainda mais necessária do que há alguns anos atrás, pois, como bem demonstram os vossos relatórios, mesmo nas pequenas cidades do interior do Brasil, observa-se uma crescente influência negativa do relativismo intelectual e moral na vida das pessoas.

    Não são poucos os obstáculos que a busca da unidade dos cristãos tem por diante. Primeiramente, deve-se rejeitar uma visão errônea do ecumenismo, que induz a um certo indiferentismo doutrinal que procura nivelar, num irenismo acrítico, todas as "opiniões" numa espécie de relativismo eclesiológico. Paralelamente a isto está o desafio da multiplicação incessante de novos grupos cristãos, alguns deles fazendo uso de um proselitismo agressivo, o que mostra como a paisagem do ecumenismo seja ainda muito diferenciada e confusa. Em tal contexto - como afirmei em 2007, na Catedral da Sé em São Paulo, no inesquecível encontro que tive convosco, bispos brasileiros - «é indispensável uma boa formação histórica e doutrinal, que habilite ao necessário discernimento e ajude a entender a identidade específica de cada uma das comunidades, os elementos que dividem e aqueles que ajudam no caminho da construção da unidade. O grande campo comum de colaboração devia ser a defesa dos fundamentais valores morais, transmitidos pela tradição bíblica, contra a sua destruição numa cultura relativista e consumista; mais ainda, a fé em Deus criador e em Jesus Cristo, seu Filho encarnado» (n. 6). Por essa razão, vos incentivo a prosseguir dando passos positivos nesta direção, como é o caso do diálogo com as igrejas e comunidades eclesiais pertencentes ao Conselho Nacional das Igrejas Cristãs, que com iniciativas como a Campanha da Fraternidade Ecumênica ajudam a promover os valores do Evangelho na sociedade brasileira.

    Prezados irmãos, o diálogo entre os cristãos é um imperativo do tempo presente e uma opção irreversível da Igreja. Entretanto, como lembra o Concílio Vaticano II, o coração de todos os esforços em prol da unidade há de ser a oração, a conversão e a santificação da vida (cf. Unitatis redintegratio, 8). É o Senhor quem doa a unidade, esta não é uma criação dos homens; aos pastores lhes corresponde a obediência à vontade do Senhor, promovendo iniciativas concretas, livres de qualquer reducionismo conformista, mas realizadas com sinceridade e realismo, com paciência e perseverança que brotam da fé na ação providencial do Espírito Santo.

    Queridos e venerados irmãos, procurei evidenciar brevemente neste nosso encontro alguns aspectos do grande desafio do ecumenismo confiado à vossa solicitude apostólica. Ao despedir-me de vós, reafirmo uma vez mais a minha estima e a certeza das minhas orações por todos vós e pelas vossas dioceses. De modo particular, quero aqui renovar a expressão da minha solidariedade paterna aos fiéis da diocese de Barreiras, recentemente privados da guia do seu primeiro e zeloso pastor Dom Ricardo José Weberberger, que partiu para a casa do Pai, meta dos passos de todos nós. Que repouse em paz! Invocando a intercessão de Nossa Senhora Aparecida, concedo a cada um de vós, aos sacerdotes, aos religiosos, às religiosas, aos seminaristas, aos catequistas e a todo povo a vós confiado uma afetuosa Bênção Apostólica.


    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1538&sett...






    COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI UNGHERIA

    Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza S.E. il Sig. Pál Schmitt, Presidente della Repubblica di Ungheria, il quale ha successivamente incontrato Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

    I cordiali colloqui hanno permesso di soffermarsi sulla situazione del Paese, con particolare riferimento al contributo della Chiesa Cattolica per il bene comune, specialmente negli ambiti della vita familiare e sociale. Ci si è anche intrattenuti sul semestre di Presidenza ungherese dell’Unione Europea e su alcune problematiche di attualità nella politica internazionale.



    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1539&sett...

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    00 11/09/2010 00:37
    Discorso di Benedetto XVI ai Vescovi brasiliani della Regione Nordeste III



    CASTEL GANDOLFO, venerdì, 10 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il testo del discorso pronunciato questo venerdì mattina da Benedetto XVI ricevendo i Vescovi della Regione Nordeste III della Conferenza Episcopale del Brasile in visita “ad Limina Apostolorum” al Papa e alla Curia romana.

    * * *

    Signor Cardinale,

    Amati Arcivescovi e Vescovi del Brasile,

    Saluto calorosamente tutti voi, in occasione della vostra visita ad Limina a Roma, dove siete venuti per rafforzare i vincoli di comunione fraterna con il Successore di Pietro e da lui siete stati incoraggiati nella guida del gregge di Cristo. Ringrazio monsignor Ceslau Stanula, Vescovo di Itabuna, per le cordiali parole che mi ha rivolto a nome vostro, e vi assicuro delle mie preghiere per voi e per l'amato popolo nordestino, del vostro Regionale Nordeste 3.

    Più di cinque secoli fa, proprio nella vostra regione, si celebrava la prima Messa in Brasile, rendendo realmente presente il Corpo e il Sangue di Cristo per la santificazione degli uomini e delle donne di questa nazione benedetta, nata sotto l'egida della Santa Croce. Era la prima volta che il Vangelo di Cristo veniva proclamato a questo popolo, illuminando la sua vita quotidiana. Questa azione evangelizzatrice della Chiesa cattolica fu e continua a essere fondamentale nella costituzione dell'identità del popolo brasiliano caratterizzata dalla convivenza armoniosa fra persone venute da diverse regioni e culture. Tuttavia, sebbene i valori della fede cattolica abbiano modellato il cuore e lo spirito brasiliani, oggi si osserva una crescente influenza di nuovi elementi nella società, che alcuni decenni fa le erano praticamente estranei. Ciò sta provocando un consistente abbandono della vita ecclesiale o persino della Chiesa da parte di molti cattolici, mentre nel panorama religioso del Brasile, si assiste alla rapida espansione di comunità evangeliche e neopentecostali.

    In un certo senso, le ragioni che sono alla base del successo di questi gruppi sono un segnale della diffusa sete di Dio fra il vostro popolo. Sono anche un indizio di un'evangelizzazione, a livello personale, a volte superficiale; di fatto, i battezzati non sufficientemente evangelizzati sono facilmente influenzabili, poiché possiedono una fede fragile e molto spesso basata su un devozionismo ingenuo, sebbene, come ho detto, conservino una religiosità innata. Di fronte a questa situazione emerge, da un lato, la chiara necessità che la Chiesa cattolica in Brasile s'impegni in una nuova evangelizzazione che non lesini sforzi nella ricerca dei cattolici che si sono allontanati e anche di quelle persone che poco o nulla conoscono del messaggio evangelico, portandoli a un incontro personale con Gesù Cristo, vivo e operante nella sua Chiesa. D'altro lato, con la crescita di nuovi gruppi che si dicono seguaci di Cristo, anche se suddivisi in diverse comunità e confessioni, diviene più imperativo, da parte dei pastori cattolici, l'impegno di creare ponti per stabilire contatti attraverso un sano dialogo ecumenico nella verità.

    Tale sforzo è necessario prima di ogni altra cosa, perché la divisione fra i cristiani è in contrasto con la volontà del Signore che «tutti siano una sola cosa» (Gv 17, 21). Oltre a ciò, la mancanza di unità è causa di scandalo e finisce per minare la credibilità del messaggio cristiano proclamato nella società. E la sua proclamazione è forse oggi ancor più necessaria che nei decenni passati perché, come ben dimostrano i vostri resoconti, persino nelle piccole città dell'interno del Brasile, si osserva una crescente influenza negativa del relativismo intellettuale e morale nella vita delle persone.

    Non sono pochi gli ostacoli che la ricerca dell'unità dei cristiani ha dinanzi. In primo luogo si deve rifiutare una visione erronea dell'ecumenismo, che comporta un certo indifferentismo dottrinale che cerca di livellare, in un irenismo acritico, tutte le «opinioni» in una sorta di relativismo ecclesiologico. Parallelamente c'è la sfida dell'incessante moltiplicazione di nuovi gruppi cristiani, alcuni dei quali fanno uso di un proselitismo aggressivo, il che mostra come il paesaggio dell'ecumenismo sia ancora molto variegato e confuso. In questo contesto — come ho detto nel 2007, nella Catedral da Sé di San Paolo, nell'indimenticabile incontro con voi vescovi brasiliani: «è indispensabile una buona formazione storica e dottrinale, che abiliti al necessario discernimento ed aiuti a capire l'identità specifica di ognuna delle comunità, gli elementi che dividono e quelli che aiutano nel cammino verso la costruzione dell'unità. Il grande campo comune di collaborazione dovrebbe essere la difesa dei valori morali fondamentali, trasmessi dalla tradizione biblica, contro la loro distruzione in una cultura relativistica e consumistica; e ancora, la fede in Dio Creatore e in Gesù Cristo, suo Figlio, incarnato» (6). Per questo motivo, vi incoraggio a proseguire compiendo passi positivi in questa direzione, come è il caso del dialogo con le chiese e le comunità ecclesiali appartenenti al Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane, che con iniziative come la Campagna della Fraternità ecumenica, contribuiscono a promuovere i valori del Vangelo nella società brasiliana.

    Stimati fratelli, il dialogo fra i cristiani è un imperativo del tempo presente e un'opzione irreversibile della Chiesa. Nel frattempo, come ricorda il Concilio Vaticano II, al centro di tutti gli sforzi a favore dell'unità ci devono essere la preghiera, la conversione e la santificazione della vita (cfr. Unitatis redintegratio, n. 8). È il Signore a dare l'unità, che non è una creazione degli uomini; ai pastori corrisponde l'obbedienza alla volontà del Signore, promuovendo iniziative concrete, libere da qualsiasi riduzionismo conformista, ma realizzate con sincerità e realismo, con pazienza e perseveranza, che nascono dalla fede nell'azione provvidenziale dello Spirito Santo.

    Cari e venerati fratelli, in questo nostro incontro ho cercato di evidenziare brevemente alcuni aspetti della grande sfida dell'ecumenismo affidata alla vostra sollecitudine apostolica. Nell'accomiatarmi da voi, ribadisco ancora una volta la mia stima e la certezza delle mie preghiere per tutti voi e per le vostre diocesi. In modo particolare, desidero rinnovare qui la mia solidarietà paterna ai fedeli della diocesi di Barreiras, recentemente privati della guida del loro primo e zelante pastore, monsignor Ricardo José Weberberger, che ora si trova nella casa del Padre, meta dei passi di tutti noi. Riposi in pace! Invocando l'intercessione di Nossa Senhora Aparecida, imparto a ognuno di voi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai seminaristi, ai catechisti e a tutto il popolo a voi affidato, un'affettuosa Benedizione Apostolica.

    [© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana, traduzione a cura de “L'Osservatore Romano”]


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    00 11/09/2010 15:14
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    S.E. Mons. Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Repubblica Federale di Germania);

    Vescovi di recente nomina partecipanti al Seminario di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.





    RINUNCE E NOMINE


    RINUNCIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI QUITO (ECUADOR) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Quito (Ecuador), presentata da S.E. Mons. Raúl Eduardo Vela Chiriboga, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Arcivescovo Metropolita di Quito (Ecuador) S.E. Mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, O.F.M., finora Vescovo di Babahoyo.

    S.E. Mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, O.F.M.

    S.E. Mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, O.F.M., è nato l’8 marzo 1941 a Toacazo, diocesi di Latacunga. Ha studiato in patria e in Colombia presso l’Università di San Bonaventura, Bogotá, dove ha completato gli studi di filosofia. Ha emesso la professione solenne il 15 ottobre 1965. È stato ordinato sacerdote il 12 dicembre 1970.

    È stato: incaricato del "Movimiento Juvenil Franciscano" da lui fondato a Quito nel 1969; Membro del Definitorio Provinciale, Maestro dello studentato francescano; Superiore; Parroco, Fondatore nel 1982 delle "Misioneras Franciscanas de la Juventud"; Ministro Provinciale, Presidente della "Unión de Conferencias Latinoamericanas Franciscanas" e della "Conferencia Franciscana Bolivariana".

    Nominato Vescovo Titolare di Sulletto e Vicario Apostolico di Zamora en Ecuador il 14 gennaio 2003, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 15 marzo successivo.

    Il 27 marzo 2008 è stato nominato Vescovo di Babahoyo.












    UDIENZA AI VESCOVI DI RECENTE NOMINA PARTECIPANTI AL SEMINARIO DI AGGIORNAMENTO PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

    Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i Vescovi di recente nomina partecipanti al Seminario di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Cari Fratelli nell’Episcopato,

    Sono lieto di accogliervi e vi saluto con grande affetto, in occasione del corso di aggiornamento che la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha promosso per voi, Vescovi di recente nomina. Queste giornate di riflessione a Roma, per approfondire i compiti del vostro ministero e per rinnovare la professione della vostra fede sulla tomba di san Pietro, sono anche una singolare esperienza della collegialità, fondata sull’ordinazione episcopale e sulla comunione gerarchica. Questa esperienza di fraternità, di preghiera e di studio presso la Sede Apostolica accresca in ciascuno di voi la comunione con il Successore di Pietro e con i vostri Confratelli, con i quali condividete la sollecitudine per tutta la Chiesa. Ringrazio il Cardinale Ivan Dias per le sue cordiali parole, come pure Mons. Segretario e Mons. Segretario Aggiunto che, unitamente ai collaboratori del Dicastero, hanno organizzato questo simposio.

    Su di voi, cari Fratelli, chiamati da poco al ministero episcopale, la Chiesa pone non poche speranze, e vi segue con la preghiera e con l’affetto. Anch’io voglio assicurarvi la mia spirituale vicinanza nel vostro quotidiano servizio al Vangelo. Conosco le sfide che dovete affrontare, specialmente nelle comunità cristiane che vivono la propria fede in contesti non facili, dove, oltre a varie forme di povertà, si verificano talvolta forme di persecuzione a causa della propria fede cristiana. A voi spetta il compito di alimentare la loro speranza, di condividere le loro difficoltà, ispirandovi alla carità di Cristo che consiste nell’attenzione, tenerezza, compassione, accoglienza, disponibilità e interesse ai problemi della gente, per la quale si è disposti a spendere la vita (cfr Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2008, n. 2).

    In ogni vostro compito siete sostenuti dallo Spirito Santo, che nell’Ordinazione vi ha configurati a Cristo, sommo ed eterno Sacerdote. Infatti, il ministero episcopale lo si comprende solo a partire da Cristo, la sorgente dell'unico e supremo Sacerdozio, del quale il Vescovo è reso partecipe. Egli, pertanto, "si impegnerà ad assumere uno stile di vita che imiti la kénosis di Cristo servo, povero e umile, in modo che l'esercizio del ministero pastorale sia in lui un riflesso coerente di Gesù, Servo di Dio, e lo induca ad essere come Lui vicino a tutti, dal più grande al più piccolo" (Giovanni Paolo II, Esort. ap. Pastores gregis, 11). Ma, per imitare il Cristo, occorre dedicare un adeguato tempo a "stare con lui" e contemplarlo nell’intimità orante del colloquio cuore a cuore. Stare frequentemente alla presenza di Dio, essere uomo di preghiera e di adorazione: a questo anzitutto è chiamato il Pastore. Attraverso la preghiera egli, come dice la Lettera agli Ebrei, (cfr 9,11-14), diventa vittima ed altare, per la salvezza del mondo. La vita del Vescovo dev’essere un'oblazione continua a Dio per la salvezza della sua Chiesa, e specialmente per la salvezza delle anime che gli sono state affidate.

    Questa oblatività pastorale costituisce anche la vera dignità del Vescovo: essa gli deriva dal farsi servo di tutti, fino a dare la propria vita. L'episcopato, infatti, - come il presbiterato - non va mai frainteso secondo categorie mondane. Esso è servizio d’amore. Il Vescovo è chiamato a servire la Chiesa con lo stile del Dio fatto uomo, diventando sempre più pienamente servo del Signore e servo dell’umanità. Egli è soprattutto servitore e ministro della Parola di Dio, la quale è anche la sua vera forza. Il dovere primario dell’annuncio, accompagnato dalla celebrazione dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia, scaturisce dalla missione ricevuta, come sottolinea l’Esortazione apostolica Pastores gregis: "Se il dovere di annunciare il Vangelo è proprio di tutta la Chiesa e di ogni suo figlio, lo è a titolo speciale dei Vescovi i quali, nel giorno della sacra Ordinazione che li immette nella successione apostolica, assumono come impegno precipuo quello di predicare il Vangelo e di predicarlo invitando gli uomini alla fede nella fortezza dello Spirito e rafforzandoli nella vivezza della fede" (n. 26). Di questa Parola di salvezza, il Vescovo deve nutrirsi abbondantemente, ponendosi in continuo ascolto di essa, come dice sant’Agostino: "Anche se siamo pastori, il pastore ascolta con tremore non soltanto quanto viene rivolto ai pastori, ma ciò che viene indirizzato al gregge" (Discorso 47, 2). Allo stesso tempo, l’accoglienza e il frutto della proclamazione della Buona Novella sono strettamente legati alla qualità della fede e della preghiera. Quanti sono chiamati al ministero della predicazione devono credere nella forza di Dio che scaturisce dai Sacramenti e che li accompagna nel compito di santificare, governare e annunciare; devono credere e vivere quanto annunciano e celebrano. A tale proposito, risultano attuali le parole del Servo di Dio Paolo VI: "La testimonianza della vita è divenuta più che mai una condizione essenziale per l’efficacia profonda della predicazione" (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 76).

    So che le Comunità a voi affidate si trovano, per così dire, alle "frontiere" religiose, antropologiche e sociali, e, in molti casi, sono presenza minoritaria. In questi contesti la missione di un Vescovo è particolarmente impegnativa. Ma è proprio in tali circostanze che, attraverso il vostro ministero, il Vangelo può mostrare tutta la sua potenza salvifica. Non dovete cedere al pessimismo e allo scoraggiamento, perché è lo Spirito Santo che guida la Chiesa e le dà, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per raggiungere ambiti finora inesplorati. La verità cristiana è attraente e persuasiva proprio perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Questo annuncio resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo.

    Cari Fratelli nell’Episcopato! È nella potenza dello Spirito Santo che voi avete la sapienza e la forza di rendere le vostre Chiese testimoni di salvezza e di pace. Egli vi guiderà sui sentieri del vostro ministero episcopale, che affido alla materna intercessione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli. Da parte mia, vi accompagno con la preghiera e con un’affettuosa Benedizione Apostolica, che imparto ad ognuno di voi e a tutti i fedeli delle vostre Comunità.




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    00 12/09/2010 15:04
    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


    Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Nel Vangelo dell’odierna domenica – il capitolo 15° di san Luca – Gesù narra le tre "parabole della misericordia". Quando Egli "parla del pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo abbraccia, queste non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione del suo stesso essere ed operare" (Enc. Deus caritas est, 12). Infatti, il pastore che ritrova la pecora perduta è il Signore stesso che prende su di sé, con la Croce, l’umanità peccatrice per redimerla. Il figlio prodigo, poi, nella terza parabola, è un giovane che, ottenuta dal padre l’eredità, "partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto" (Lc 15,13). Ridotto in miseria, fu costretto a lavorare come uno schiavo, accettando persino di sfamarsi con cibo destinato agli animali. "Allora – dice il Vangelo – ritornò in sé" (Lc 15,17). "Le parole che si prepara per il ritorno ci permettono di conoscere la portata del pellegrinaggio interiore che egli ora compie … ritorna «a casa», a se stesso e al padre" (Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, Milano 2007, pp. 242-243). "Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio" (Lc 15,18-19). Sant’Agostino scrive: "È il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni" (Conf., IV, 11.16). "Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò (Lc 15,20) e, pieno di gioia, fece preparare una festa.

    Cari amici, come non aprire il nostro cuore alla certezza che, pur essendo peccatori, siamo amati da Dio? Egli non si stanca mai di venirci incontro, percorre sempre per primo la strada che ci separa da Lui. Il libro dell’Esodo ci mostra come Mosè, con fiduciosa e audace supplica, riuscì, per così dire, a spostare Dio dal trono del giudizio al trono della misericordia (cfr 32,7-11.13-14). Il pentimento è la misura della fede e grazie ad esso si ritorna alla Verità. Scrive l’apostolo Paolo: "Mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede" (1 Tm 1,13). Ritornando alla parabola del figlio che ritorna "a casa", notiamo che quando compare il figlio maggiore indignato per l’accoglienza festosa riservata al fratello, è sempre il padre che gli va incontro ed esce a supplicarlo: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo" (Lc 15,31). Solo la fede può trasformare l’egoismo in gioia e riannodare giusti rapporti con il prossimo e con Dio. "Bisognava far festa e rallegrarsi – dice il padre – perché questo tuo fratello … era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15,32).

    Cari fratelli, giovedì prossimo mi recherò nel Regno Unito, dove proclamerò beato il Cardinale John Henry Newman. Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio apostolico. Alla Vergine Maria, il cui Nome santissimo è oggi celebrato nella Chiesa, affidiamo il nostro cammino di conversione a Dio.



    DOPO L’ANGELUS

    Oggi, a Granada, in Spagna, viene proclamato beato il Frate Cappuccino Leopoldo de Alpandeire, al secolo Francisco Sánchez Márquez. Mi rallegro con la Famiglia francescana, che vede associato questo fratello alla lunga schiera dei suoi Santi e Beati.

    Chers pèlerins francophones, dans quelques jours je vais partir au Royaume Uni pour une Visite Apostolique. Je la confie à votre prière. Je me réjouis de me rendre dans ce grand Pays. J’y présiderai les cérémonies de béatification du Cardinal John Henry Newman. Sa personnalité et son enseignement peuvent être pour notre époque et pour l’œcuménisme une source d’inspiration où tous nous pourrons puiser. En vous remerciant pour votre prière, je vous confie, chers pèlerins et touristes, à l’intercession maternelle de la Vierge Marie. Bon pèlerinage et bon séjour à tous !

    I welcome all the English-speaking pilgrims, especially the Bishops taking part in the ecumenical meeting sponsored by the Focolare Movement. I also greet the young people of the Don Bosco Oratory from Victoria, Gozo, Malta, and the Friends of the John Paul II Foundation from Saudi Arabia. I thank the members of the parish choir from Slovenia for their praise of God in song. In today’s Gospel Jesus speaks of the rejoicing in heaven which accompanies the return of sinners to the house of the Father. May his words encourage us to trust always in God’s merciful love and forgiveness. Upon all of you I invoke the Lord’s abundant blessings!

    Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Wenn einem Menschen der tragische Ernst der Sünde bewußt wird, fällt es ihm oft schwer, an die Barmherzigkeit Gottes zu glauben. Darum veranschaulicht Jesus im Gleichnis vom verlorenen Sohn, daß der himmlische Vater immer mit offenen Armen auf uns wartet und ihm jeder Sünder, der umkehrt, große Freude bereitet. Diese trostreiche Verheißung stärke uns alle. Euch und euren Familien wünsche ich einen gesegneten Sonntag!

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana, en particular al coro infantil de la Parroquia Nuestra Señora del Milagro de Valdestillas, Valladolid. Hoy deseo unirme especialmente a la alegría de los fieles de la Archidiócesis de Granada, y de otras partes de España, que, esta misma mañana, están celebrando con gozo la inscripción del nombre de Fray Leopoldo de Alpandeire entre el número de los Beatos. La vida de este sencillo y austero Religioso Capuchino es un canto a la humildad y a la confianza en Dios y un modelo luminoso de devoción a la Santísima Virgen María. Invito a todos, siguiendo el ejemplo del nuevo Beato, a servir al Señor con sincero corazón, para que podamos experimentar el inmenso amor que Él nos tiene y que hace posible amar a todos los hombres sin excepción. Muchas gracias y feliz domingo.

    Zo srdca pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne študentov a kaplánov Univerzitného pastoračného centra z Košíc. Bratia a sestry, milí mladí, v týchto dňoch sa začína nový akademický rok. Vyprosujme si od Ducha Svätého jeho vzácne dary, predovšetkým pravú múdrosť. S týmto želaním vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Saluto di cuore i pellegrini slovacchi, particolarmente gli studenti ed i cappellani del Centro pastorale universitario di Košice. Fratelli e sorelle, cari giovani, in questi giorni inizia il nuovo anno accademico. Imploriamo dallo Spirito Santo i suoi preziosi doni, specialmente la vera sapienza. Con questo augurio vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Liturgia dzisiejszej niedzieli przypomina, że nawrócenie człowieka zawsze spotyka się z miłosierdziem Boga. Jak ojciec wypatrywał marnotrawnego syna, tak Bóg czeka z otwartymi ramionami na grzesznika, który szczerze pragnie się nawrócić i żyć w świetle Jego miłości. Niech zatem ufność napełnia serca, w których rodzi się decyzja: „Wstanę i pójdę do mojego Ojca". Niech Bóg wam błogosławi!

    [Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. La liturgia della domenica odierna ricorda che la conversione dell’uomo sempre si incontra con la misericordia di Dio. Come il padre aspettava con ansia il figlio prodigo, così Dio attende a braccia aperte un peccatore che sinceramente vuole convertirsi e vivere nella luce del suo amore. La fiducia colmi quindi i cuori, nei quali nasce la decisione: "Mi leverò e andrò da mio Padre" (Lc 15, 18). Dio vi benedica!]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli di Aprilia, il Rotary Club Castelli Romani, i membri della Polizia Municipale di Brescia che hanno effettuato il pellegrinaggio in bicicletta, e i Motociclisti Romagnoli. A tutti auguro una buona domenica.




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    Il Papa ai Vescovi partecipanti a un incontro del dicastero per l'Evangelizzazione dei Popoli


    CASTEL GANDOLFO, domenica, 12 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso pronunciato da Benedetto XVI questo sabato mattina nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo ricevendo in udienza i Vescovi di recente nomina partecipanti al Seminario di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

    * * *

    Cari Fratelli nell’Episcopato,

    Sono lieto di accogliervi e vi saluto con grande affetto, in occasione del corso di aggiornamento che la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha promosso per voi, Vescovi di recente nomina. Queste giornate di riflessione a Roma, per approfondire i compiti del vostro ministero e per rinnovare la professione della vostra fede sulla tomba di san Pietro, sono anche una singolare esperienza della collegialità, fondata sull’ordinazione episcopale e sulla comunione gerarchica. Questa esperienza di fraternità, di preghiera e di studio presso la Sede Apostolica accresca in ciascuno di voi la comunione con il Successore di Pietro e con i vostri Confratelli, con i quali condividete la sollecitudine per tutta la Chiesa. Ringrazio il Cardinale Ivan Dias per le sue cordiali parole, come pure Mons. Segretario e Mons. Segretario Aggiunto che, unitamente ai collaboratori del Dicastero, hanno organizzato questo simposio.

    Su di voi, cari Fratelli, chiamati da poco al ministero episcopale, la Chiesa pone non poche speranze, e vi segue con la preghiera e con l’affetto. Anch’io voglio assicurarvi la mia spirituale vicinanza nel vostro quotidiano servizio al Vangelo. Conosco le sfide che dovete affrontare, specialmente nelle comunità cristiane che vivono la propria fede in contesti non facili, dove, oltre a varie forme di povertà, si verificano talvolta forme di persecuzione a causa della propria fede cristiana. A voi spetta il compito di alimentare la loro speranza, di condividere le loro difficoltà, ispirandovi alla carità di Cristo che consiste nell’attenzione, tenerezza, compassione, accoglienza, disponibilità e interesse ai problemi della gente, per la quale si è disposti a spendere la vita (cfr Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2008, n. 2).

    In ogni vostro compito siete sostenuti dallo Spirito Santo, che nell’Ordinazione vi ha configurati a Cristo, sommo ed eterno Sacerdote. Infatti, il ministero episcopale lo si comprende solo a partire da Cristo, la sorgente dell'unico e supremo Sacerdozio, del quale il Vescovo è reso partecipe. Egli, pertanto, "si impegnerà ad assumere uno stile di vita che imiti la kénosis di Cristo servo, povero e umile, in modo che l'esercizio del ministero pastorale sia in lui un riflesso coerente di Gesù, Servo di Dio, e lo induca ad essere come Lui vicino a tutti, dal più grande al più piccolo" (Giovanni Paolo II, Esort. ap. Pastores gregis, 11). Ma, per imitare il Cristo, occorre dedicare un adeguato tempo a "stare con lui" e contemplarlo nell’intimità orante del colloquio cuore a cuore. Stare frequentemente alla presenza di Dio, essere uomo di preghiera e di adorazione: a questo anzitutto è chiamato il Pastore. Attraverso la preghiera egli, come dice la Lettera agli Ebrei, (cfr 9,11-14), diventa vittima ed altare, per la salvezza del mondo. La vita del Vescovo dev’essere un'oblazione continua a Dio per la salvezza della sua Chiesa, e specialmente per la salvezza delle anime che gli sono state affidate.

    Questa oblatività pastorale costituisce anche la vera dignità del Vescovo: essa gli deriva dal farsi servo di tutti, fino a dare la propria vita. L'episcopato, infatti, - come il presbiterato - non va mai frainteso secondo categorie mondane. Esso è servizio d’amore. Il Vescovo è chiamato a servire la Chiesa con lo stile del Dio fatto uomo, diventando sempre più pienamente servo del Signore e servo dell’umanità. Egli è soprattutto servitore e ministro della Parola di Dio, la quale è anche la sua vera forza. Il dovere primario dell’annuncio, accompagnato dalla celebrazione dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia, scaturisce dalla missione ricevuta, come sottolinea l’Esortazione apostolica Pastores gregis: "Se il dovere di annunciare il Vangelo è proprio di tutta la Chiesa e di ogni suo figlio, lo è a titolo speciale dei Vescovi i quali, nel giorno della sacra Ordinazione che li immette nella successione apostolica, assumono come impegno precipuo quello di predicare il Vangelo e di predicarlo invitando gli uomini alla fede nella fortezza dello Spirito e rafforzandoli nella vivezza della fede" (n. 26). Di questa Parola di salvezza, il Vescovo deve nutrirsi abbondantemente, ponendosi in continuo ascolto di essa, come dice sant’Agostino: "Anche se siamo pastori, il pastore ascolta con tremore non soltanto quanto viene rivolto ai pastori, ma ciò che viene indirizzato al gregge" (Discorso 47, 2). Allo stesso tempo, l’accoglienza e il frutto della proclamazione della Buona Novella sono strettamente legati alla qualità della fede e della preghiera. Quanti sono chiamati al ministero della predicazione devono credere nella forza di Dio che scaturisce dai Sacramenti e che li accompagna nel compito di santificare, governare e annunciare; devono credere e vivere quanto annunciano e celebrano. A tale proposito, risultano attuali le parole del Servo di Dio Paolo VI: "La testimonianza della vita è divenuta più che mai una condizione essenziale per l’efficacia profonda della predicazione" (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 76).

    So che le Comunità a voi affidate si trovano, per così dire, alle "frontiere" religiose, antropologiche e sociali, e, in molti casi, sono presenza minoritaria. In questi contesti la missione di un Vescovo è particolarmente impegnativa. Ma è proprio in tali circostanze che, attraverso il vostro ministero, il Vangelo può mostrare tutta la sua potenza salvifica. Non dovete cedere al pessimismo e allo scoraggiamento, perché è lo Spirito Santo che guida la Chiesa e le dà, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per raggiungere ambiti finora inesplorati. La verità cristiana è attraente e persuasiva proprio perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Questo annuncio resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo.

    Cari Fratelli nell’Episcopato! È nella potenza dello Spirito Santo che voi avete la sapienza e la forza di rendere le vostre Chiese testimoni di salvezza e di pace. Egli vi guiderà sui sentieri del vostro ministero episcopale, che affido alla materna intercessione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli. Da parte mia, vi accompagno con la preghiera e con un’affettuosa Benedizione Apostolica, che imparto ad ognuno di voi e a tutti i fedeli delle vostre Comunità.

    [© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]

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    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    S.E. il Signor Walter Jürgen Schmid, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali;

    Em.mo Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    Vescovi di recente nomina partecipanti all’Incontro promosso dalla Congregazione per i Vescovi.













    UDIENZA AI VESCOVI DI RECENTE NOMINA PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI

    Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i Vescovi di recente nomina partecipanti all’Incontro promosso dalla Congregazione per i Vescovi.

    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Carissimi Fratelli nell’Episcopato!

    Sono molto lieto di incontrami con voi, Vescovi di recente nomina, provenienti da vari Paesi del mondo e riuniti a Roma per l’annuale convegno promosso dalla Congregazione per i Vescovi. Ringrazio il Cardinale Marc Ouellet per le cortesi parole che, anche a nome di tutti voi, mi ha rivolto; e a lui desidero porgere uno speciale augurio all’inizio del suo servizio come Prefetto di questo Dicastero: sono lieto, venerato Fratello, che Lei incominci con questa bella esperienza di comunione ecclesiale tra i nuovi Pastori di varie Chiese particolari. Saluto cordialmente anche il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ed esprimo la mia riconoscenza a quanti collaborano all’organizzazione di questo incontro.

    Secondo una consuetudine molto significativa, avete compiuto innanzitutto un pellegrinaggio sulla tomba dell’Apostolo Pietro, il quale si è conformato a Cristo Maestro e Pastore, fino alla morte e alla morte di croce. A questo proposito, illuminanti sono alcune espressioni di san Tommaso d’Aquino, che possono costituire un vero e proprio programma di vita per ogni Vescovo. Commentando l’espressione di Gesù nel Vangelo di Giovanni: "Il Buon Pastore offre la vita per le sue pecore", san Tommaso osserva: "Egli consacra a loro la sua persona nell’esercizio dell’autorità e della carità. Si esigono tutte e due le cose: che gli ubbidiscano e che le ami. Infatti la prima senza la seconda non è sufficiente" (Esp. su Giovanni, 10, 3). La Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, specifica: "Il Vescovo, mandato dal Padre di famiglia a governare la sua famiglia, tenga innanzi agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che è venuto non per essere servito ma per servire (cfr Mt 20,28; Mc 10,45) e dare la sua vita per le pecore (cfr Gv 10,11). Preso di mezzo agli uomini e soggetto a debolezze, egli può compatire quelli che sono nell’ignoranza o nell’errore (cfr Eb 5,1-2). Non rifugga dall’ascoltare i sudditi che cura come veri figli suoi e che esorta a cooperare alacremente con lui. Dovendo rendere conto a Dio delle loro anime (cfr Eb 13,17), con la preghiera, la predicazione e ogni opera di carità, abbia cura di loro, e anche di quelli che non sono ancora dell’unico gregge, che deve considerare come affidati a sé nel Signore. Poiché egli, come l’Apostolo Paolo, è debitore a tutti" (n. 27).

    La missione del Vescovo non può essere intesa con la mentalità dell’efficienza e dell’efficacia, per cui si pone l’attenzione primariamente su ciò che c’è da fare, ma occorre sempre tenere in conto la dimensione ontologica, che è alla base di quella funzionale. Infatti, il Vescovo, per l’autorità di Cristo di cui è rivestito, quando siede sulla sua Cattedra è posto ‘sopra’ e ‘di fronte’ alla comunità, in quanto egli è ‘per’ la comunità verso la quale dirige la sua sollecitudine pastorale (Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores gregis, n. 29). La Regola Pastorale di Papa san Gregorio Magno, che potrebbe essere considerata il primo ‘direttorio’ per i Vescovi della storia della Chiesa, definisce il governo pastorale come "l'arte delle arti" (I, 1.4), e precisa che la potestà di governo "la regge bene chi sa con essa erigersi contro le colpe e con essa sa essere uguale agli altri ... e domina sui vizi piuttosto che sui fratelli" (II, 6).

    Fanno riflettere le parole esplicative del rito della consegna dell’anello nella liturgia dell’Ordinazione episcopale: "Ricevi l’anello, segno di fedeltà, e nell’integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la Santa Chiesa, sposa di Cristo". La Chiesa è "sposa di Cristo" e il Vescovo è il ‘custode’ (episkopos) di questo mistero. L’anello è dunque un segno di fedeltà: si tratta della fedeltà alla Chiesa e alla purezza della fede di lei. Al Vescovo, quindi, viene affidata un’alleanza nuziale: quella della Chiesa con Cristo. Significative le parole che leggiamo nel Vangelo di Giovanni: "Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo" (3,29). Il concetto del "custodire" non vuol dire soltanto conservare ciò che già è stato stabilito - benché questo elemento non debba mai mancare -, ma include, nella sua essenza, anche l’aspetto dinamico, cioè una perpetua e concreta tendenza al perfezionamento, in piena armonia e continuo adeguamento alle esigenze nuove sorte dallo sviluppo e dal progresso di quell’organismo vivente che è la comunità.

    Grandi sono le responsabilità di un Vescovo per il bene della diocesi, ma anche della società. Egli è chiamato ad essere "forte e deciso, giusto e sereno" (Congregazione per i Vescovi, Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi "Apostolorum successores", n. 44), per un discernimento sapienziale delle persone, della realtà e degli avvenimenti, richiesto dal suo compito di essere "padre, fratello e amico" (Ibid., nn. 76-77) nel cammino cristiano ed umano. Si tratta di una profonda prospettiva di fede e non semplicemente umana, amministrativa o di stampo sociologico quella in cui si colloca il ministero del Vescovo, il quale non è un mero governante, o un burocrate, o un semplice moderatore e organizzatore della vita diocesana. Sono la paternità e la fraternità in Cristo che danno al Superiore la capacità di creare un clima di fiducia, di accoglienza, di affetto, ma anche di franchezza e di giustizia. Particolarmente illuminanti sono, al riguardo, le parole di un’antica preghiera di sant’Aelredo di Rievaulx, Abate: "Tu, dolce Signore, hai posto uno come me a capo della tua famiglia, delle pecore del tuo pascolo (...) perché potesse essere manifestata la tua misericordia e rivelata la tua sapienza. È piaciuto alla tua benevolenza governare bene la tua famiglia mediante un tale uomo, così che si vedesse la sublimità della tua forza, non quella dell’uomo, così che non abbia a gloriarsi il sapiente nella sua sapienza, né il giusto nella sua giustizia, né il forte nella sua forza: poiché quando questi governano bene il tuo popolo, sei tu che lo reggi, e non loro. E dunque non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria" (Speculum caritatis, PL CXCV).

    Affidandovi, cari Fratelli, queste brevi riflessioni, invoco la materna protezione di Maria Santissima, Regina Apostolorum, e imparto di cuore a ciascuno di voi, ai vostri sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi e ai fedeli delle vostre Diocesi una speciale Benedizione Apostolica.



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    LE LETTERE CREDENZIALI DELL’AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA PRESSO LA SANTA SEDE




    Alle ore 11 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza S.E. il Sig. Walter Jürgen Schmid, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto al nuovo Ambasciatore nonché i cenni biografici essenziali di S.E. il Sig. Walter Jürgen Schmid:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE



    Signor Ambasciatore,

    colgo molto volentieri l’occasione della solenne consegna delle Lettere Credenziali che L’accreditano come Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, per darLe il benvenuto e per esprimere i miei migliori auguri per la Sua alta missione. La ringrazio di cuore per le gentili parole che mi ha rivolto, anche a nome del Signor Presidente Federale Christian Wulff e del Governo Federale. Porgo volentieri il mio benedicente saluto al Capo dello Stato, ai membri del Governo e a tutti i cittadini della Germania, con la speranza che i buoni rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Federale di Germania perdurino in futuro e possano ulteriormente svilupparsi.

    Molti cristiani in Germania si volgono, pieni di attenzione, alle imminenti celebrazioni delle beatificazioni di diversi Sacerdoti martiri del tempo del regime nazista. Questa domenica, 19 settembre, verrà beatificato Gerhard Hirschfelder a Münster. Nel corso del prossimo anno seguiranno le cerimonie per Georg Häfner a Würzburg nonché per Johannes Prassek, Hermann Lange e Eduard Müller a Lübeck. Con i Cappellani di Lübeck si commemorerà anche il Pastore evangelico Karl Friedrich Stellbrink. L’attestata amicizia dei quattro ecclesiastici è una testimonianza impressionante dell’ecumenismo della preghiera e della sofferenza, fiorito in vari luoghi durante l’oscuro periodo del terrore nazista. Per il nostro comune cammino ecumenico possiamo vedere questi testimoni come luminose indicazioni.

    Contemplando queste figure di martiri appare sempre più chiaro ed esemplare, come certi uomini, a partire dalla loro convinzione cristiana, siano disposti a dare la propria vita per la fede, per il diritto ad esercitare liberamente il proprio credo e per la libertà di parola, per la pace e la dignità umana. Oggi, per fortuna, viviamo in una società libera e democratica. Allo stesso tempo notiamo però, come presso molti nostri contemporanei, non vi sia un forte attaccamento alla religione, come nel caso di questi testimoni di fede. Ci si potrebbe domandare se vi siano ancora oggi dei cristiani che, senza compromessi, si fanno garanti della propria fede. Al contrario, molti uomini mostrano per lo più un’inclinazione verso concezioni religiose più permissive anche per se stessi. Al posto del Dio personale del cristianesimo, che si rivela nella Bibbia, subentra un essere supremo, misterioso e indeterminato, che ha solo una vaga relazione con la vita personale dell’essere umano.

    Tali concezioni animano sempre di più la discussione all’interno della società, soprattutto circa l’ambito della giustizia e della legislazione. Se però uno abbandona la fede verso un Dio personale, sorge l’alternativa di un "dio" che non conosce, non sente e non parla. E, più che mai, non ha un volere. Se Dio non ha una propria volontà, il bene e il male alla fine non sono più distinguibili; il bene e il male non sono più in contraddizione fra di loro, ma sono in opposizione in cui l’uno sarebbe complementare all’altro. L’uomo perde così la sua forza morale e spirituale, necessaria per uno sviluppo complessivo della persona. L’agire sociale viene dominato sempre di più dall’interesse privato o dal calcolo del potere, a danno della società. Se invece Dio è una Persona – e l’ordine creaturale, come pure la presenza di tanti cristiani convinti nella società ne è un indizio – ne consegue che un ordine di valori è legittimato. Vi sono segnali, rintracciabili anche in tempi recenti, che attestano lo sviluppo di nuovi rapporti tra Stato e religione, anche al di là delle grandi Chiese cristiane finora determinanti. In tale situazione i cristiani hanno perciò il compito di seguire questo sviluppo in modo positivo e critico nonché di affinare i sensi per la fondamentale e permanente importanza del cristianesimo nel gettare le basi e formare le strutture della nostra cultura.

    La Chiesa vede però, con preoccupazione, il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio e famiglia dalla coscienza della società. Il matrimonio si manifesta come unione duratura d’amore tra un uomo e una donna, che è sempre tesa anche alla trasmissione della vita umana. Una sua condizione è la disposizione dei partner a rapportarsi l’uno con l’altro per sempre. Per questo è necessaria una certa maturità della persona e un fondamentale atteggiamento esistenziale e sociale: una "cultura della persona" come ha detto una volta il mio predecessore Giovanni Paolo II. L’esistenza di questa cultura della persona dipende anche da sviluppi sociali. Può verificarsi che in una società la cultura della persona si abbassi; non di rado questo deriva paradossalmente dalla crescita dello standard di vita. Nella preparazione e nell’accompagnamento dei coniugi occorre creare le condizioni di base per sollevare e sviluppare tale cultura. Contemporaneamente dobbiamo essere consapevoli che il buon esito dei matrimoni dipende da tutti noi e dalla cultura personale di ogni singolo cittadino. In questo senso, la Chiesa non può approvare delle iniziative legislative che implichino una rivalutazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia. Esse contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione di tutta la legislazione e anche alla confusione circa i valori nella società.

    È un principio della fede cristiana, ancorato al diritto naturale, che la persona umana vada protetta proprio nella situazione di debolezza. L’essere umano ha sempre la priorità rispetto ad altri scopi. Le nuove possibilità della biotecnologia e della medicina ci mettono spesso in situazioni difficili che rassomigliano a un camminare sulla punta della cresta. Noi abbiamo il dovere di studiare diligentemente fin dove questi metodi possono fungere d’aiuto per l’uomo e dove invece si tratta di manipolazione dell’uomo, di violazione della sua integrità e dignità. Non possiamo rifiutare questi sviluppi, ma dobbiamo essere molto vigilanti. Quando una volta si incomincia a distinguere – e spesso ciò accade già nel seno materno – tra vita degna e indegna di vivere, non sarà risparmiata nessun altra fase della vita, ancor meno l’anzianità e l’infermità.

    La costruzione di una società umana richiede la fedeltà alla verità. In questo contesto, ultimamente, fanno riflettere certi fenomeni operanti nell’ambito dei media pubblici: essendo in concorrenza sempre più forte, i mezzi di comunicazione si credono spinti a suscitare la massima attenzione possibile. Inoltre, è il contrasto che fa notizia in genere, anche se va a scapito della veracità del racconto. La cosa diventa particolarmente problematica quando personaggi autorevoli prendono pubblicamente posizione al riguardo, senza essere in grado di verificare tutti gli aspetti in modo adeguato. Si accoglie con favore l’intento del Governo Federale di impegnarsi in tali casi, per quanto possibile, in modo compensatore e rappacificante.

    Signor Ambasciatore, L’accompagnano i miei migliori auguri per il Suo lavoro e per i contatti che manterrà con i rappresentanti della Curia Romana, con il Corpo Diplomatico e anche con i sacerdoti, i religiosi e i fedeli laici impegnati nelle attività ecclesiali che vivono qui a Roma. Di cuore imploro per Lei, per la Sua gentile consorte, per i collaboratori e collaboratrici nell’Ambasciata l’abbondante benedizione divina.


    S.E. Il Sig. Walter Jürgen Schmid

    Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede

    E’ nato il 24 novembre 1946. È sposato e ha due figli.

    Laureato in Legge nel 1975, ha intrapreso la carriera diplomatica nel 1976, ricoprendo i seguenti incarichi: Addetto presso il Ministero degli Affari Esteri (1976-1978); Segretario particolare del Ministro degli Affari Esteri (1978-1979); Addetto di Ambasciata a Montevideo (1979-1982); Addetto di Ambasciata e Capo della Cancelleria Consolare ad Ankara (1982-1985); Direttore Generale della Cancelleria del Senato della Città di Amburgo (1986-1991); Ambasciatore a Conakry (1992-1994); Inviato del Ministero degli Affari Esteri al Royal College of Defense Studies di Londra (1995); Capo Ufficio della Direzione Generale per il disarmo presso il Ministero degli Affari Esteri (1996-2000); Vice-Direttore (2000-2003) e successivamente Direttore della Direzione generale per il disarmo e per il controllo degli armamenti presso il Ministero degli Affari Esteri, con rango di Ambasciatore (2003-2005); Ambasciatore a Mosca (2005-2010).




    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1542&sett...

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    00 14/09/2010 15:29
    RINUNCE E NOMINE


    NOMINA DEL VESCOVO DI ST. CATHARINES (CANADA)

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Vescovo di St. Catharines (Canada) S.E. Mons. Gerard Paul Bergie, finora Vescovo titolare di Tabe ed Ausiliare di Hamilton.

    S.E. Mons. Gerard Paul Bergie

    S.E. Mons. Gerard Paul Bergie è nato il 4 giugno 1959 ad Hamilton, Ontario (Canada), nella diocesi omonima. Ha studiato presso il "St. Jerome’s College", Università di Waterloo e presso il "St. Peter’s Seminary" di London, ottenendo il "Master of Divinity" dalla "University of Western Ontario".

    È stato ordinato sacerdote il 12 maggio 1984 per la diocesi di Hamilton.

    Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario cooperatore nella parrocchia di "Our Lady of Lourdes" ad Hamilton e di "St. Francis Xavier" a Stoney Creek (1984-1989); dal 1989 al 1991, ha compiuto studi in Diritto Canonico presso l’Università di San Tommaso d’Aquino (Angelicum) a Roma, ottenendo la Licenza; Giudice presso il Tribunale Regionale Matrimoniale di Hamilton e Vicario cooperatore nella parrocchia di "Our Lady of Lourdes", Hamilton (1991-1994); Cancelliere della diocesi di Hamilton, (1993-2000). Dal 2000, è stato Parroco di St. Margaret Mary, a Hamilton, e dal 2005 nuovamente Cancelliere di Hamilton.

    È stato nominato Vescovo titolare di Tabe ed Ausiliare di Hamilton l’11 luglio 2005. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 24 agosto del medesimo anno.

    Nella Conferenza Episcopale di Canada, è membro del Comitato per la Catechesi.

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    00 15/09/2010 15:24
    RINUNCE E NOMINE




    RINUNCIA DEL VESCOVO DI KALEMIE-KIRUNGU (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kalemie-Kirungu (Repubblica Democratica del Congo), presentata da S.E. Mons. Dominique Kimpinde, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.



    RINUNCIA DELL’AUSILIARE DI SÃO LUÍS DO MARANHÃO (BRASILE)

    Il Papa ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare dell’arcidiocesi di São Luís do Maranhão (Brasile), presentata da S.E. Mons. Geraldo Dantas de Andrade, S.C.I., in conformità ai canoni 411 e 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.



    ELEVAZIONE ALLA DIGNITÀ EPISCOPALE DEL PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

    Il Santo Padre ha elevato alla dignità episcopale, assegnandogli la sede titolare vescovile di Tapso, il Rev.do Mons. Ignacio Carrasco de Paula, della Prelatura Personale dell’Opus Dei, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.



    ELEVAZIONE ALLA DIGNITÀ EPISCOPALE DEL RETTORE MAGNIFICO DELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE

    Il Papa ha elevato alla dignità episcopale, assegnandogli la sede titolare vescovile di Eraclea, il Rev.do Don Enrico dal Covolo, S.D.B., Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense.









    L’UDIENZA GENERALE



    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulla figura di Santa Chiara d’Assisi.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Infine ha pronunciato un appello per il rispetto della libertà religiosa e a favore della riconciliazione e della pace in India, in Pakistan e in Afghanistan.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

    Al termine, il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


    CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

    Cari fratelli e sorelle,

    una delle Sante più amate è senz’altro santa Chiara d’Assisi, vissuta nel XIII secolo, contemporanea di san Francesco. La sua testimonianza ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa.

    Chi era dunque Chiara d’Assisi? Per rispondere a questa domanda possediamo fonti sicure: non solo le antiche biografie, come quella di Tommaso da Celano, ma anche gli Atti del processo di canonizzazione promosso dal Papa solo pochi mesi dopo la morte di Chiara e che contiene le testimonianze di coloro che vissero accanto a lei per molto tempo.

    Nata nel 1193, Chiara apparteneva ad una famiglia aristocratica e ricca. Rinunciò a nobiltà e a ricchezza per vivere umile e povera, adottando la forma di vita che Francesco d’Assisi proponeva. Anche se i suoi parenti, come accadeva allora, stavano progettando un matrimonio con qualche personaggio di rilievo, Chiara, a 18 anni, con un gesto audace ispirato dal profondo desiderio di seguire Cristo e dall’ammirazione per Francesco, lasciò la casa paterna e, in compagnia di una sua amica, Bona di Guelfuccio, raggiunse segretamente i frati minori presso la piccola chiesa della Porziuncola. Era la sera della Domenica delle Palme del 1211. Nella commozione generale, fu compiuto un gesto altamente simbolico: mentre i suoi compagni tenevano in mano torce accese, Francesco le tagliò i capelli e Chiara indossò un rozzo abito penitenziale. Da quel momento era diventata la vergine sposa di Cristo, umile e povero, e a Lui totalmente si consacrava. Come Chiara e le sue compagne, innumerevoli donne nel corso della storia sono state affascinate dall’amore per Cristo che, nella bellezza della sua Divina Persona, riempie il loro cuore. E la Chiesa tutta, per mezzo della mistica vocazione nuziale delle vergini consacrate, appare ciò che sarà per sempre: la Sposa bella e pura di Cristo.

    In una delle quattro lettere che Chiara inviò a sant’Agnese di Praga, la figlia del re di Boemia, che volle seguirne le orme, parla di Cristo, suo diletto Sposo, con espressioni nunziali, che possono stupire, ma che commuovono: "Amandolo, siete casta, toccandolo, sarete più pura, lasciandovi possedere da lui siete vergine. La sua potenza è più forte, la sua generosità più elevata, il suo aspetto più bello, l’amore più soave e ogni grazia più fine. Ormai siete stretta nell’abbraccio di lui, che ha ornato il vostro petto di pietre preziose… e vi ha incoronata con una corona d’oro incisa con il segno della santità" (Lettera prima: FF, 2862).

    Soprattutto al principio della sua esperienza religiosa, Chiara ebbe in Francesco d’Assisi non solo un maestro di cui seguire gli insegnamenti, ma anche un amico fraterno. L’amicizia tra questi due santi costituisce un aspetto molto bello e importante. Infatti, quando due anime pure ed infiammate dallo stesso amore per Dio si incontrano, esse traggono dalla reciproca amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione. L’amicizia è uno dei sentimenti umani più nobili ed elevati che la Grazia divina purifica e trasfigura. Come san Francesco e santa Chiara, anche altri santi hanno vissuto una profonda amicizia nel cammino verso la perfezione cristiana, come san Francesco di Sales e santa Giovanna Francesca di Chantal. Ed è proprio san Francesco di Sales che scrive: "È bello poter amare sulla terra come si ama in cielo, e imparare a volersi bene in questo mondo come faremo eternamente nell'altro. Non parlo qui del semplice amore di carità, perché quello dobbiamo averlo per tutti gli uomini; parlo dell'amicizia spirituale, nell'ambito della quale, due, tre o più persone si scambiano la devozione, gli affetti spirituali e diventano realmente un solo spirito" (Introduzione alla vita devota III, 19).

    Dopo aver trascorso un periodo di qualche mese presso altre comunità monastiche, resistendo alle pressioni dei suoi familiari che inizialmente non approvarono la sua scelta, Chiara si stabilì con le prime compagne nella chiesa di san Damiano dove i frati minori avevano sistemato un piccolo convento per loro. In quel monastero visse per oltre quarant’anni fino alla morte, avvenuta nel 1253. Ci è pervenuta una descrizione di prima mano di come vivevano queste donne in quegli anni, agli inizi del movimento francescano. Si tratta della relazione ammirata di un vescovo fiammingo in visita in Italia, Giacomo di Vitry, il quale afferma di aver trovato un grande numero di uomini e donne, di qualunque ceto sociale che "lasciata ogni cosa per Cristo, fuggivano il mondo. Si chiamavano frati minori e sorelle minori e sono tenuti in grande considerazione dal signor papa e dai cardinali… Le donne … dimorano insieme in diversi ospizi non lontani dalle città. Nulla ricevono, ma vivono del lavoro delle proprie mani. E sono grandemente addolorate e turbate, perché vengono onorate più che non vorrebbero, da chierici e laici" (Lettera dell’ottobre 1216: FF, 2205.2207).

    Giacomo di Vitry aveva colto con perspicacia un tratto caratteristico della spiritualità francescana cui Chiara fu molto sensibile: la radicalità della povertà associata alla fiducia totale nella Provvidenza divina. Per questo motivo, ella agì con grande determinazione, ottenendo dal Papa Gregorio IX o, probabilmente, già dal papa Innocenzo III, il cosiddetto Privilegium Paupertatis (cfr FF, 3279). In base ad esso, Chiara e le sue compagne di san Damiano non potevano possedere nessuna proprietà materiale. Si trattava di un’eccezione veramente straordinaria rispetto al diritto canonico vigente e le autorità ecclesiastiche di quel tempo lo concessero apprezzando i frutti di santità evangelica che riconoscevano nel modo di vivere di Chiara e delle sue sorelle. Ciò mostra come anche nei secoli del Medioevo, il ruolo delle donne non era secondario, ma considerevole. A questo proposito, giova ricordare che Chiara è stata la prima donna nella storia della Chiesa che abbia composto una Regola scritta, sottoposta all’approvazione del Papa, perché il carisma di Francesco d’Assisi fosse conservato in tutte le comunità femminili che si andavano stabilendo numerose già ai suoi tempi e che desideravano ispirarsi all’esempio di Francesco e di Chiara.

    Nel convento di san Damiano Chiara praticò in modo eroico le virtù che dovrebbero contraddistinguere ogni cristiano: l’umiltà, lo spirito di pietà e di penitenza, la carità. Pur essendo la superiora, ella voleva servire in prima persona le suore malate, assoggettandosi anche a compiti umilissimi: la carità, infatti, supera ogni resistenza e chi ama compie ogni sacrificio con letizia. La sua fede nella presenza reale dell’Eucaristia era talmente grande che, per due volte, si verificò un fatto prodigioso. Solo con l’ostensione del Santissimo Sacramento, allontanò i soldati mercenari saraceni, che erano sul punto di aggredire il convento di san Damiano e di devastare la città di Assisi.

    Anche questi episodi, come altri miracoli, di cui si conservava la memoria, spinsero il Papa Alessandro IV a canonizzarla solo due anni dopo la morte, nel 1255, tracciandone un elogio nella Bolla di canonizzazione in cui leggiamo: "Quanto è vivida la potenza di questa luce e quanto forte è il chiarore di questa fonte luminosa. Invero, questa luce si teneva chiusa nel nascondimento della vita claustrale e fuori irradiava bagliori luminosi; si raccoglieva in un angusto monastero, e fuori si spandeva quanto è vasto il mondo. Si custodiva dentro e si diffondeva fuori. Chiara infatti si nascondeva; ma la sua vita era rivelata a tutti. Chiara taceva, ma la sua fama gridava" (FF, 3284). Ed è proprio così, cari amici: sono i santi coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità!

    La spiritualità di santa Chiara, la sintesi della sua proposta di santità è raccolta nella quarta lettera a Sant’Agnese da Praga. Santa Chiara adopera un’immagine molto diffusa nel Medioevo, di ascendenze patristiche, lo specchio. Ed invita la sua amica di Praga a riflettersi in quello specchio di perfezione di ogni virtù che è il Signore stesso. Ella scrive: "Felice certamente colei a cui è dato godere di questo sacro connubio, per aderire con il profondo del cuore [a Cristo], a colui la cui bellezza ammirano incessantemente tutte le beate schiere dei cieli, il cui affetto appassiona, la cui contemplazione ristora, la cui benignità sazia, la cui soavità ricolma, il cui ricordo risplende soavemente, al cui profumo i morti torneranno in vita e la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme. E poiché egli è splendore della gloria, candore della luce eterna e specchio senza macchia, guarda ogni giorno questo specchio, o regina sposa di Gesù Cristo, e in esso scruta continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all’interno e all’esterno… In questo specchio rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità" (Lettera quarta: FF, 2901-2903).

    Grati a Dio che ci dona i Santi che parlano al nostro cuore e ci offrono un esempio di vita cristiana da imitare, vorrei concludere con le stesse parole di benedizione che santa Chiara compose per le sue consorelle e che ancora oggi le Clarisse, che svolgono un prezioso ruolo nella Chiesa con la loro preghiera e con la loro opera, custodiscono con grande devozione. Sono espressioni in cui emerge tutta la tenerezza della sua maternità spirituale: "Vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con tutte le benedizioni con le quali il Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cielo e in terra i figli e le figlie, e con le quali un padre e una madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali. Amen" (FF, 2856).


    SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Sintesi della catechesi in lingua francese

    Abandonnant tout, la noble Claire d’Assise, à 18 ans, rejoignit saint François. Il fut pour elle un maître qui l’enseigna et un ami. Leur amitié fut un puissant stimulant pour parcourir le chemin vers la sainteté. François et Claire se sont complétés dans leur recherche de Dieu, capable d’unir dans un même esprit ceux qui la partagent. Les deux saints ont fondé leur vie sur la même radicalité de l’Evangile. Pendant 40 ans, Claire vécut avec ses compagnes dans l’humilité, la joie et dans une pauvreté totale, se confiant totalement en la Providence divine. Du couvent de Saint-Damien, la lumière qui semblait cachée par la vie cloîtrée se répandit peu à peu au dehors jusqu’aux confins du monde. Première femme à rédiger une Règle écrite qui reçut l’approbation pontificale, Claire eut ainsi un rôle considérable dans l’Eglise, lui donnant une impulsion décisive pour son renouvellement. Les innombrables fruits que continue de produire son charisme, en témoignent. A travers la vocation nuptiale de la Vie consacrée, l’Eglise apparaît ce qu’elle est et sera pour toujours : l’Epouse du Christ. Chers amis, les saints et les saintes sont les grands bienfaiteurs de l’humanité. Ils renouvellent le monde en répandant l’amour inspiré par l’Evangile. Puissions-nous, comme eux, nous laisser instruire par « la bienheureuse pauvreté, la sainte humilité et l’inexprimable charité » du Christ !

    Je salue les francophones présents et plus particulièrement les participants au pèlerinage promu par la Conférence épiscopale de Guinée, et conduits par l’Evêque de N’Zérékoré, Mgr Guilavogui, et ceux du Diocèse de Nancy, en France, guidés par Mgr Papin. Je n’oublie pas les pèlerins de la Martinique, de Dijon et d’ailleurs. Puisse Dieu vous bénir ! Bon séjour à Rome !


    ○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

    Dear Brothers and Sisters,

    Our catechesis today deals with Saint Clare of Assisi, the great mystic, friend of Saint Francis and foundress of the Poor Clare Nuns. Born to a family of means, Clare chose to embrace a life of radical poverty, chastity and trust in God’s providence; received by Francis, she consecrated herself completely to Christ and, together with her companions, embraced the common life in the Church of San Damiano in Assisi. The spiritual friendship between Clare and Francis reminds us of how the great saints have found in such friendships a powerful impetus to greater love of Christ and renewed strength in the pursuit of the way of perfection. Clare’s Rule, the first written by a woman, sought to preserve and foster the Franciscan charism in the growing number of women’s communities which followed the example of Francis and her own. Her spirituality, nourished by the Eucharist, was based on the loving contemplation of Christ as the source and perfection of every virtue. Saint Clare shows us the value of consecrated virginity as an image of the Church’s love for her divine Spouse, and the decisive role played by courageous and faith-filled women to the Church’s renewal in every age.

    I welcome the pilgrimage group from Iran, in the company of Archbishop Thomas Meram. My cordial greeting also goes to the participants in the international symposium of Benedictine Nuns and Sisters. I also greet those taking part in the biennial meeting of KPMG International. Upon all the English-speaking visitors present at today’s Audience, especially the pilgrim groups from England, Scotland, Sweden, the United Arab Emirates, Australia and the United States of America, I invoke God’s abundant blessings.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

    Liebe Brüder und Schwestern!

    In der Reihe der Katechesen über große Frauengestalten der Kirche im Mittelalter möchte ich heute die hl. Klara vorstellen. Sie war Zeitgenossin des hl. Franz von Assisi und gründete im 13. Jahrhundert den weiblichen Zweig der franziskanischen Ordensfamilie. Angespornt vom Vorbild des hl. Franz, hat auch Klara mit 18 Jahren dem Reichtum dieser Welt und ihres adeligen Elternhauses in Assisi auf radikale Weise entsagt. Statt einer geplanten standesgemäßen Heirat wollte sie jungfräuliche Braut Christi sein, »denn«, so schreibt sie an die hl. Agnes von Prag, »wahrhaft glücklich, wem es gegeben wird, […] mit allen Fasern des Herzens [Christus] anzuhangen, […] dessen Liebe reich beschenkt, dessen Betrachtung erquickt, dessen Güte erfüllt […] und dessen glorreicher Anblick selig machen wird«. In dem von ihr gegründeten Kloster bei der Kirche von San Damiano lebte sie über vierzig Jahre in großer Demut, ohne jeden Besitz und ganz im Vertrauen auf die göttliche Vorsehung. Aber obwohl sie verborgen, von der Welt sozusagen abgeschlossen war, strahlte das Licht ihres Lebens über die Klostermauern hinaus, und bis heute folgen die Klarissen-Schwestern der ersten von einer Frau verfaßten Ordensregel. Durch die Heiligsprechung schon zwei Jahre nach ihrem Tod wurde das von ihr verkörperte Ideal ein leuchtendes Beispiel für die ganze Kirche.

    Ganz herzlich begrüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher; und aus den Niederlanden die Verantwortlichen und Seminaristen des Theologischen Instituts Sint Willibrord des Bistums Haarlem-Amsterdam in Begleitung von Bischof Joseph Maria Punt. Allein die Heiligen können die Welt dauerhaft zum Besseren verändern, denn durch sie werden die Kräfte wirksam, die der Welt wirklich helfen und die nur aus der Liebe zu Christus kommen können. Gehen wir also in ihre Schule und lassen wir uns von ihnen zum Herrn führen. Euch allen wünsche ich eine gesegnete Zeit in Rom.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    Siguiendo con este ciclo de catequesis dedicadas a grandes mujeres, relevantes en la historia de la Iglesia, quisiera hablar hoy de una de las santas más amadas, Clara de Asís.

    Nació en mil ciento noventa y tres, en el seno de una familia rica y aristocrática. Siendo todavía muy joven, sus parientes proyectaban casarla con un personaje de relieve, pero a los dieciocho años, en compañía de una amiga, e inspirada por un profundo deseo de seguir a Cristo, dejó la casa paterna. Se incorporó al grupo de los hermanos menores, en la Iglesia de la Porziuncula. Fue el mismo San Francisco el que la acogió y, en una sencilla ceremonia, le cortó su cabello y le impuso un hábito penitencial. Desde ese momento, Clara se convertía en esposa de Cristo, humilde y pobre, y a Él se consagró totalmente. Se estableció, con las primeras hermanas, en la Iglesia de San Damián, y en aquel monasterio vivió más de cuarenta años, hasta su muerte en mil doscientos cincuenta y tres.

    Esta santa fue la primera mujer de la historia que escribió una Regla. Ésta se ha mantenido y todavía se mantiene en muchos monasterios. Está basada en la humildad, en el espíritu de piedad y penitencia, y en la caridad. Dos años después de su muerte, el Papa Alejandro cuarto la canonizó.

    Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los profesores y alumnos de la Arquidiócesis de Salta, y a los sacerdotes de la diócesis de Autlán, acompañados por su Pastor, Monseñor Gonzalo Galván Castillo. Os invito a agradecer a Dios el precioso papel que, con sus obras y oraciones, desempeñan las Clarisas, como tantas otras religiosas de clausura, para bien de toda la Iglesia.

    Muchas gracias.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese

    Queridos irmãos e irmãs,

    Clara de Assis foi um verdadeiro clarão luminoso que brilhou na Idade Média, sendo uma das santas mais amadas pelo povo cristão. Seu profundo desejo de seguir Cristo e sua amizade fraterna e grande admiração por São Francisco de Assis a inspirou a deixar a vida aristocrática e rica da sua casa paterna para consagrar-se inteiramente a Cristo, pobre e humilde. Temos aqui um exemplo de como a amizade é um dos sentimentos humanos mais nobres e elevados, que a graça divina purifica e transfigura. Decidida a viver uma pobreza radical associada com uma confiança total na providência divina, conseguiu obter um privilégio papal para que, no seu convento de São Damião, ninguém possuísse qualquer propriedade material. Brilhou pela prática heróica da virtude da humildade, servindo a todas as irmãs com alegria, e pela sua grande fé na Eucaristia. Pela sua grande fama de santidade, foi canonizada somente dois anos após a sua morte.

    A minha saudação a todos peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente para os grupos vindos do Brasil e para os fiéis da Torreira e da diocese da Guarda, em Portugal. Que a graça de Deus, pela intercessão de Santa Clara, fortaleça a vossa vida para mostrardes a todos a felicidade que é amar Jesus Cristo. De coração, dou-vos a minha Bênção, extensiva às vossas famílias e comunidades.



    SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Saluto in lingua polacca

    Drodzy polscy pielgrzymi. Dziś przypada wspomnienie Matki Bożej Bolesnej. Powracają na pamięć słowa ukrzyżowanego Pana: „Niewiasto, oto syn Twój", „Oto Matka twoja". Chrystus sam zawierza swojej Matce Jana, a wraz z nim wszystkie pokolenia uczniów. Zaprośmy Ją do domu naszej codzienności, aby Jej opieka i wstawiennictwo były dla nas wsparciem w czasie pomyślnym i w dniach cierpienia. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

    [Cari pellegrini polacchi. Oggi commemoriamo la Beata Maria Vergine Addolorata. Ritornano alla memoria le parole del Signore crocifisso: "Donna, ecco il tuo figlio", "Ecco la tua Madre". Cristo stesso affida alla Madre Giovanni e con lui tutte le generazioni dei discepoli. InvitiamoLa nella casa del nostro quotidiano, perché la sua protezione e la sua intercessione siano per noi un sostegno nel tempo della serenità e nei giorni di sofferenza. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua lituana

    Nuoširdžiai sveikinu maldininkus iš Lietuvos. Brangūs bičiuliai, linkiu, kad kelionė į Romą sustiprintų jumyse įsitikinimą, jog esate Kristaus Bažnyčios nariai. Laiminu jus kiekvieną.

    [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dalla Lituania, Cari amici, auspico che la vostra visita a Roma rafforzi la consapevolezza della vostra appartenenza alla Chiesa di Cristo. A ciascuno la mia Benedizione.]


    ○ Saluto in lingua slovacca

    S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Nitry, Smoleníc, Suchej nad Parnou, Vranova - Čemerného ako aj Chrámový zbor Fraňa Madvu z Nitrianskeho Rudna.

    Bratia a sestry, dnes Slovensko slávi slávnosť svojej hlavnej patrónky, Sedembolestnej Panny Márie. Ježiš ju dal za Matku každému z nás. Ona nech vás matersky sprevádza na ceste k Nemu. Rád žehnám vás i vašich drahých. Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Nitra, Smolenice, Suchá nad Parnou, Vranov - Čemerné, come pure al Coro Fraňo Madva da Nitrianske Rudno.

    Fratelli e sorelle, oggi la Slovacchia celebra la solennità della sua Patrona principale, la Vergine Addolorata. Gesù l’ha donata come madre ad ognuno di noi. Ella vi accompagni maternamente sulla via verso di lui. Volentieri benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua croata

    S radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način policajce i djelatnike Policijske uprave iz Splita. Dragi prijatelji, neka Božji blagoslov bude uvijek nad vama i nad vašim obiteljima te vas trajno čuva u radosti i miru. Hvaljen Isus i Marija!

    [Con gioia saluto tutti i pellegrini Croati, e in modo particolare i poliziotti e gli ufficiali della Questura di Split. Cari amici, la benedizione di Dio sia sempre su di voi e sulle vostre famiglie e vi custodisca nella gioia e nella pace. Siano lodati Gesù e Maria!]


    ○ Saluto in lingua italiana

    Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti dell’Associazione Mondo Libero; i fedeli della diocesi di Chiavari, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Alberto Tanasini; gli esponenti dell’Associazione Nazionale Bersaglieri. A tutti assicuro la mia preghiera perché il Signore accompagni sempre con la sua grazia le vostre aspirazioni e i vostri propositi.

    Desidero ora salutare con particolare affetto i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Facciamo oggi memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, che con fede sostò presso la croce del suo Figlio. Cari giovani, non abbiate paura di restare anche voi come Maria presso la Croce. Il Signore vi infonderà il coraggio di superare ogni ostacolo nella vostra quotidiana esistenza. E voi, cari ammalati, possiate trovare in Maria conforto e sostegno per apprendere dal Signore Crocifisso il valore salvifico della sofferenza. Voi, cari sposi novelli, rivolgetevi con fiducia nei momenti di difficoltà alla Vergine Addolorata, che vi aiuterà ad affrontarli con la sua materna intercessione.



    APPELLO DEL SANTO PADRE

    Seguo con preoccupazione gli avvenimenti verificatisi in questi giorni in varie regioni dell’Asia meridionale, specialmente in India, in Pakistan ed in Afghanistan. Prego per le vittime e chiedo che il rispetto della libertà religiosa e la logica della riconciliazione e della pace prevalgano sull’odio e sulla violenza.







    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1548&sett...


    www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2010&videoclip=1547&sett...

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    00 16/09/2010 15:40
    RINUNCE E NOMINE


    RINUNCIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI SEATTLE (U.S.A.) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Seattle (U.S.A.), presentata da S.E. Mons. Alexander J. Brunett, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Arcivescovo Metropolita di Seattle (U.S.A.) S.E. Mons. James Peter Sartain, finora Vescovo di Joliet in Illinois.

    S.E. Mons. James Peter Sartain
    S.E. Mons. James Peter Sartain è nato il 6 giugno 1952 a Memphis (Tennessee). Ha compiuto gli studi filosofici al Seminario "Saint Meinrad" in Indiana e quelli teologici al Pontificio Collegio Americano del Nord e alla Pontificia Università Angelicum a Roma (1974-1978). Nel 1979, ha ottenuto la Licenza in Teologia Sacramentale presso il Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo a Roma.
    È stato ordinato sacerdote il 15 luglio 1978 per la diocesi di Memphis.
    Dopo l’ordinazione ha svolto gli incarichi seguenti: Vicario Parrocchiale della "Saint Paul Parish" (1978) e della "Our Lady of Sorrows Parish" (1979-1981) a Memphis; Cappellano della "Bishop Byrne High School" (1980-1981); Vicario per gli Affari Pastorali (1981-1983); Decano Accademico del Programma di Formazione per il Diaconato Permanente (1982-1984); Direttore delle Vocazioni (1981-1986); Segretario per i Sacerdoti e Diaconi (1984-1987); Cancelliere Vescovile (1987-1992); Vicario per l’Amministrazione temporale e Vicario per il Personale ecclesiastico (1987-2000); Moderatore della Curia (1988-1992); Vicario Generale e Parroco della "Saint Louis Parish" a Memphis (1992-2000).
    Nominato Vescovo di Little Rock (Arkansas) il 4 gennaio 2000, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 marzo successivo.
    Il 16 maggio 2006 è stato trasferito alla diocesi di Joliet in Illinois.
    È stato Membro di numerosi Comitati della Conferenza Episcopale e attualmente è Membro dell’"Administrative Committee" e del "Committee on Priorities and Plans" e Presidente del "Task Force on Faith Formation and Sacramental Practice".
    Oltre l’inglese conosce l’italiano e lo spagnolo.

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    00 20/09/2010 15:17
    RINUNCE E NOMINE


    RINUNCIA DI AUSILIARE DI BROOKLYN (U.S.A.)

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare della diocesi di Brooklyn (U.S.A.), presentata da S.E. Mons. Ignatius A. Catanello, in conformità ai canoni 411 e 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.



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    00 21/09/2010 16:19
    RINUNCE E NOMINE


    RINUNCIA E SUCCESSIONE DEL VESCOVO DI MATADI (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Matadi (Repubblica Democratica del Congo), presentata da S.E. Mons. Gabriel Kembo Mamputu, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Gli succede S.E. Mons. Daniel Nlandu Mayi, Coadiutore della medesima diocesi.

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    00 22/09/2010 15:47
    RINUNCE E NOMINE


    NOMINA DEL NUNZIO APOSTOLICO IN THAILANDIA E IN CAMBOGIA E DELEGATO APOSTOLICO IN MYANMAR E IN LAOS

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Nunzio Apostolico in Thailandia ed in Cambogia e Delegato Apostolico in Myanmar ed in Laos S.E. Mons. Giovanni d’Aniello, Arcivescovo titolare di Paestum, finora Nunzio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo.







    L’UDIENZA GENERALE




    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul Suo recente Viaggio Apostolico nel Regno Unito.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Infine ha pronunciato un appello per il felice esito dei lavori della riunione plenaria della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

    Al termine, il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


    CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

    Cari fratelli e sorelle!

    Oggi vorrei soffermarmi a parlare del viaggio apostolico nel Regno Unito, che Dio mi ha concesso di compiere nei giorni scorsi. E’ stata una visita ufficiale e, in pari tempo, un pellegrinaggio nel cuore della storia e dell’oggi di un popolo ricco di cultura e di fede, qual è quello britannico. Si è trattato di un evento storico, che ha segnato una nuova importante fase nella lunga e complessa vicenda delle relazioni tra quelle popolazioni e la Santa Sede. Scopo principale della visita era quello di proclamare beato il Cardinale John Henry Newman, uno dei più grandi inglesi dei tempi recenti, insigne teologo e uomo di Chiesa. In effetti, la cerimonia di beatificazione ha rappresentato il momento preminente del viaggio apostolico, il cui tema era ispirato al motto dello stemma cardinalizio del beato Newman: "Il cuore parla al cuore". E nelle quattro intense e bellissime giornate trascorse in quella nobile terra ho avuto la grande gioia di parlare al cuore degli abitanti del Regno Unito, ed essi hanno parlato al mio, specialmente con la loro presenza e con la testimonianza della loro fede. Ho potuto infatti constatare quanto l’eredità cristiana sia ancora forte e tuttora attiva in ogni strato della vita sociale. Il cuore dei britannici e la loro esistenza sono aperti alla realtà di Dio e vi sono numerose espressioni di religiosità che questa mia visita ha posto ancora più in evidenza.

    Sin dal primo giorno della mia permanenza nel Regno Unito, e durante tutto il periodo del mio soggiorno, ovunque ho ricevuto una calorosa accoglienza da parte delle Autorità, degli esponenti delle varie realtà sociali, dei rappresentanti delle diverse Confessioni religiose e specialmente della gente comune. Penso in modo particolare ai fedeli della Comunità cattolica e ai suoi Pastori, che, pur essendo minoranza nel Paese, sono largamente apprezzati e considerati, impegnati nell’annuncio gioioso di Gesù Cristo, facendo splendere il Signore e facendosi sua voce specialmente tra gli ultimi. A tutti rinnovo l’espressione della mia profonda gratitudine, per l’entusiasmo dimostrato e per l’encomiabile solerzia con cui si sono adoperati per la riuscita di questa mia visita, il cui ricordo conserverò per sempre nel mio cuore.

    Il primo appuntamento è stato a Edimburgo con Sua Maestà la Regina Elisabetta II, che, unitamente al suo Consorte, il Duca di Edimburgo, mi ha accolto con grande cortesia a nome di tutto il popolo britannico. Si è trattato di un incontro molto cordiale, caratterizzato dalla condivisione di alcune profonde preoccupazioni per il benessere dei popoli del mondo e per il ruolo dei valori cristiani nella società. Nella storica capitale della Scozia ho potuto ammirare le bellezze artistiche, testimonianza di una ricca tradizione e di profonde radici cristiane. A questo ho fatto riferimento nel discorso a Sua Maestà e alle Autorità presenti, ricordando che il messaggio cristiano è diventato parte integrante della lingua, del pensiero e della cultura dei popoli di quelle Isole. Ho parlato anche del ruolo che la Gran Bretagna ha svolto e svolge nel panorama internazionale, menzionando l’importanza dei passi compiuti per una pacificazione giusta e duratura nell’Irlanda del Nord.

    L’atmosfera di festa e gioia creata dai ragazzi e dai bambini ha allietato la tappa di Edimburgo. Trasferitomi poi a Glasgow, città impreziosita da incantevoli parchi, ho presieduto la prima Santa Messa del viaggio proprio nel Bellahouston Park. E’ stato un momento di intensa spiritualità, molto importante per i cattolici del Paese, anche in considerazione del fatto che in quel giorno ricorreva la festa liturgica di san Ninian, primo evangelizzatore della Scozia. A quell’assemblea liturgica riunita in attenta e partecipe preghiera, resa ancor più solenne da melodie tradizionali e canti coinvolgenti, ho ricordato l’importanza dell’evangelizzazione della cultura, specialmente nella nostra epoca in cui un pervasivo relativismo minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo.

    Nella seconda giornata ho iniziato la visita a Londra. Qui, ho incontrato dapprima il mondo dell’educazione cattolica, che riveste un ruolo rilevante nel sistema di istruzione di quel Paese. In un autentico clima di famiglia ho parlato agli educatori, ricordando l’importanza della fede nella formazione di cittadini maturi e responsabili. Ai numerosi adolescenti e giovani, che mi hanno accolto con simpatia ed entusiasmo, ho proposto di non perseguire obiettivi limitati, accontentandosi di scelte comode, ma di puntare a qualcosa di più grande, vale a dire la ricerca della vera felicità, che si trova soltanto in Dio. Nel successivo appuntamento con i responsabili delle altre religioni maggiormente rappresentate nel Regno Unito, ho richiamato l’ineludibile necessità di un dialogo sincero, che ha bisogno del rispetto del principio di reciprocità perché sia pienamente fruttuoso. Al tempo stesso, ho evidenziato la ricerca del sacro come terreno comune a tutte le religioni sul quale rinsaldare amicizia, fiducia e collaborazione.

    La visita fraterna all’Arcivescovo di Canterbury è stata l’occasione per ribadire il comune impegno di testimoniare il messaggio cristiano che lega Cattolici e Anglicani. E’ seguito uno dei momenti più significativi del viaggio apostolico: l’incontro nel grande salone del Parlamento britannico con personalità istituzionali, politiche, diplomatiche, accademiche, religiose, esponenti del mondo culturale e imprenditoriale. In quel luogo così prestigioso ho sottolineato che la religione, per i legislatori, non deve rappresentare un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al cammino storico e al dibattito pubblico della nazione, in particolare nel richiamare l’importanza essenziale del fondamento etico per le scelte nei vari settori della vita sociale.

    In quel medesimo clima solenne, mi sono poi recato nell’Abbazia di Westminster: per la prima volta un Successore di Pietro è entrato nel luogo di culto simbolo delle antichissime radici cristiane del Paese. La recita della preghiera dei Vespri, insieme alle diverse comunità cristiane del Regno Unito, ha rappresentato un momento importante nei rapporti tra la Comunità cattolica e la Comunione anglicana. Quando insieme abbiamo venerato la tomba di sant’Edoardo il confessore, mentre il coro cantava: "Congregavit nos in unum Christi amor", abbiamo tutti lodato Dio, che ci conduce sulla via della piena unità.

    Nella mattinata di sabato, l’appuntamento con il Primo Ministro ha aperto la serie di incontri con i maggiori esponenti del mondo politico britannico. E’ seguita la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Westminster, dedicata al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore. E’ stato uno straordinario momento di fede e di preghiera – che ha anche evidenziato la ricca e preziosa tradizione di musica liturgica "romana" e "inglese" - a cui hanno preso parte le diverse componenti ecclesiali, spiritualmente unite alle schiere di credenti della lunga storia cristiana di quella terra. Grande è la mia gioia per aver incontrato un gran numero di giovani che partecipavano alla Santa Messa dall’esterno della Cattedrale. Con la loro presenza carica di entusiasmo ed insieme attenta e trepida, essi hanno dimostrato di voler essere i protagonisti di una nuova stagione di coraggiosa testimonianza, di fattiva solidarietà, di generoso impegno a servizio del Vangelo.

    Nella Nunziatura Apostolica ho incontrato alcune vittime di abusi da parte di esponenti del Clero e dei religiosi. E’ stato un momento intenso di commozione e di preghiera. Poco dopo, ho incontrato anche un gruppo di professionisti e volontari responsabili della protezione dei ragazzi e dei giovani negli ambienti ecclesiali, un aspetto particolarmente importante e presente nell’impegno pastorale della Chiesa. Li ho ringraziati e incoraggiati a continuare il loro lavoro, che si inserisce nella lunga tradizione della Chiesa di cura per il rispetto, l’educazione e la formazione delle nuove generazioni. Sempre a Londra ho visitato poi la casa di riposo per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri con il prezioso apporto di numerose infermiere e volontari. Questa struttura di accoglienza è segno della grande considerazione che la Chiesa ha sempre avuto per l’anziano, come pure espressione dell’impegno dei cattolici britannici nel rispetto della vita senza tenere conto dell’età o delle condizioni.

    Come dicevo, il culmine della mia visita nel Regno Unito è stata la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, illustre figlio dell’Inghilterra. Essa è stata preceduta e preparata da una speciale veglia di preghiera svoltasi sabato sera a Londra, in Hyde Park, in un’atmosfera di profondo raccoglimento. Alla moltitudine di fedeli, specialmente giovani, ho voluto riproporre la luminosa figura del Cardinale Newman, intellettuale e credente, il cui messaggio spirituale si può sintetizzare nella testimonianza che la via della coscienza non è chiusura nel proprio "io", ma è apertura, conversione e obbedienza a Colui che è Via, Verità e Vita. Il rito di beatificazione ha avuto luogo a Birmingham, nel corso della solenne Celebrazione eucaristica domenicale, alla presenza di una vasta folla proveniente dall’intera Gran Bretagna e dall’Irlanda, con rappresentanze di molti altri Paesi. Questo toccante evento ha portato ancor più alla ribalta uno studioso di grande levatura, un insigne scrittore e poeta, un sapiente uomo di Dio, il cui pensiero ha illuminato molte coscienze e ancora oggi esercita un fascino straordinario. A lui, in particolare, si ispirino i credenti e le comunità ecclesiali del Regno Unito, perché anche ai nostri giorni quella nobile terra continui a produrre frutti abbondanti di vita evangelica.

    L’incontro con la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e con quella della Scozia, ha concluso una giornata di grande festa e di intensa comunione di cuori per la Comunità cattolica in Gran Bretagna.

    Cari fratelli e sorelle, in questa mia Visita nel Regno Unito, come sempre ho voluto sostenere in primo luogo la Comunità cattolica, incoraggiandola a lavorare strenuamente per difendere le immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera. Ho inteso anche parlare al cuore tutti gli abitanti del Regno Unito, nessuno escluso, della realtà vera dell’uomo, dei suoi bisogni più profondi, del suo destino ultimo. Nel rivolgermi ai cittadini di quel Paese, crocevia della cultura e dell’economia mondiale, ho tenuto presente l’intero Occidente, dialogando con le ragioni di questa civiltà e comunicando l’intramontabile novità del Vangelo, di cui essa è impregnata. Questo viaggio apostolico ha confermato in me una profonda convinzione: le antiche nazioni dell'Europa hanno un'anima cristiana, che costituisce un tutt’uno col "genio" e la storia dei rispettivi popoli, e la Chiesa non cessa di lavorare per mantenere continuamente desta questa tradizione spirituale e culturale.

    Il beato John Henry Newman, la cui figura e cui scritti conservano ancora una formidabile attualità, merita di essere conosciuto da tutti. Egli sostenga i propositi e gli sforzi dei cristiani per "diffondere ovunque il profumo di Cristo, affinché tutta la loro vita sia soltanto un’irradiazione della sua", come scriveva sapientemente nel suo libro Irradiare Cristo.



    SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Sintesi della catechesi in lingua francese

    Je reviens le cœur rempli de joie du voyage effectué au Royaume-Uni, événement historique et important jalon sur le chemin des relations entre ce peuple et le Saint-Siège. Ces quatre journées denses de rencontres diverses, en particulier, avec la Reine, lors de son accueil si cordial en Ecosse, puis avec le Premier Ministre à Londres, ont manifesté le rôle indiscutable que la Grande Bretagne continue de tenir sur la scène internationale. En partageant un souci commun pour l’avenir de l’humanité, j’ai rappelé que le message chrétien fait partie intégrante de la culture des populations de ces îles : les fruits de paix qu’il a produit, et continue de produire en témoignent. La rencontre avec l’Archevêque de Canterbery a montré quel lien unit Catholiques et Anglicans pour manifester l’importance essentielle de la religion dans le débat public : elle donne le fondement éthique capable d’orienter les choix à tous les niveaux de la vie sociale. Puis nous avons prié intensément pour l’unité avec toutes les communautés chrétiennes du Royaume-Uni dans l’abbaye de Westminster, où un Successeur de Pierre entrait pour la première fois ! Le but de mon voyage était la béatification du cardinal John Henry Newman, illustre anglais, insigne théologien et homme d’Eglise épris d’absolu. Sa vie tout entière montre comment raison et foi peuvent dialoguer harmonieusement. Chers amis, puissent son enseignement illuminer notre conscience et son intercession ouvrir notre cœur à Celui qui est la Vérité ! Puisse le cœur parler au cœur !

    Je salue les pèlerins venus d’Alsace, de Langres, Paris et de Poitiers. En cette fête de la saint Maurice, je salue les membres présents des groupes de psychothérapie de Montreux, en Suisse. Puisse l’enseignement et l’exemple du bienheureux John Henry Newman nous inspirer ! Bon pèlerinage à tous !


    ○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

    Dear Brothers and Sisters in Christ,

    As you know, I have just returned from my first Apostolic Journey to the United Kingdom, and I wish to send my affectionate greetings to all those I met and those who contributed to the visit through the media during four days, which have begun a new and important phase in the long-standing relations between the Holy See and Great Britain.

    Last Thursday, I was honoured by the warm welcome of Her Majesty The Queen and the Duke of Edinburgh in Scotland’s historic capital Edinburgh. Later that day, I celebrated Mass in Glasgow in the presence of many bishops, priests, religious and a great concourse of the faithful against the backdrop of a beautiful sunset at Bellahouston Park, within sight of the place where my beloved predecessor celebrated Mass with the Scots twenty-eight years ago.

    Upon arriving in London, I met thousands of Catholic students and schoolchildren at a very joyful celebration, reminding all of us of the excellent and essential work being done by Catholic schools and teachers throughout the land. I then had the pleasure of meeting the clerical and lay representatives of different religions and of discussing the search for the sacred common to all men.

    Later, I had the honour of calling upon His Grace the Archbishop of Canterbury who has come on several occasions to meet me in Rome. Our meeting at Lambeth Palace, in the presence of the Bishops of the Church of the England, was very cordial and fraternal. I then crossed the river to Westminster where I was given the unprecedented opportunity to address both Houses of Parliament gathered in Westminster Hall on the importance of a fruitful dialogue between religion and reason, a theme as relevant in the time of Saint Thomas More as it is in our own day. Finally that day, I had the privilege of kneeling in prayer with the Archbishop of Canterbury at the Tomb of Saint Edward in Westminster Abbey, and of giving thanks to God with the Archbishop, the Moderator of the Church of Scotland and other British Christian leaders, for the many blessings God has bestowed upon our efforts to re-knit the fabric of our Christian fellowship.

    The next morning, I had the pleasure of greeting Prime Minister David Cameron, Deputy Prime Minister Nick Clegg and Ms Harriet Harman, leader of the Opposition, before celebrating Mass in Westminster Cathedral, with a liturgy evocative of the best of the English musical tradition in the celebration of the Roman rite. That afternoon, I was welcomed very cordially by the Little Sisters of the Poor and the elderly people they look after. There I also had the chance to thank and encourage those charged with the safeguarding of children in Britain. That evening I participated at a beautiful vigil of deep prayerfulness and stillness at Hyde Park with tens of thousands of the faithful.

    On Sunday morning, I travelled to Birmingham where I had the joy of celebrating the Beatification of Cardinal John Henry Newman. Later that day, after a warm and fraternal meeting with all the Bishops of Britain, I was bidden farewell by Prime Minister Cameron during a very cordial speech at Birmingham International Airport on the Government’s wish to build a partnership for development with the Catholic Church and others.

    Sunday, then, was a moment of deep personal satisfaction, as the Church celebrated the blessedness of a great Englishman, whose life and writings I have admired for many years and who has come to be appreciated by countless people far beyond the shores of his native land. Blessed John Henry Newman’s clear-minded search to know and express the truth in charity, at whatever cost to his own personal comfort, status and even friendships, is a wonderful testimony of a pure desire to know and love God in the communion of the Church. His is surely an example that can inspire us all.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

    Liebe Brüder und Schwestern!

    Heute möchte von meinem Besuch in Großbritannien berichten. Die Reise stand unter dem Leitwort „Das Herz spricht zum Herzen". Diesen Wahlspruch hat John Henry Newman bei seiner Kardinalserhebung für sein Wappen gewählt. Ich hatte die große Freude, in diesen Tagen, die ich in Newmans Heimat verbringen durfte, zum Herzen der Menschen zu sprechen. Auch sie haben zu meinem Herzen gesprochen, besonders durch ihre zahlreiche Anwesenheit und durch das Zeugnis ihres Glaubens. Mein Besuch begann in Schottland, wo ich zunächst von Königin Elisabeth II. und dem Prinzgemahl in Edinburgh empfangen wurde. In einem Gedankenaustausch haben wir unter anderem über die Rolle der Werte des Christentums für die moderne Gesellschaft gesprochen. Im Verlauf meiner Reise traf ich auch mit mehreren Politikern zu Gesprächen zusammen. Ich fühlte mich besonders durch die Einladung geehrt, vor beiden Häusern des Parlaments im historischen Rahmen von Westminster über die Bedeutung der Religion als ethische Grundlage für die diversen Bereiche des sozialen Lebens zu sprechen. Die anschließende ökumenische Vesper in Westminster Abbey gab mir Gelegenheit, mit Christen verschiedener Gemeinschaften Gott zu loben und für die Einheit zu beten. Schwerpunkte der Reise waren die Begegnungen mit den katholischen Gläubigen: Mit ihnen feierte ich in Glasgow, London und Birmingham die Eucharistie. Zudem besuchte ich eine katholische Schule und ein Seniorenheim. Wichtig war mir auch eine Begegnung und das Gebet mit Mißbrauchsopfern. Und schließlich hatte ich einen intensiven und fruchtbaren Austausch mit den Bischöfen. Der Höhepunkt der Reise war sicherlich die Seligsprechung von John Henry Newman, einer großen geistlichen Persönlichkeit, von der ich mir wünsche, daß sie noch mehr zu einem Vorbild und Begleiter für uns Christen heute wird.

    Von Herzen heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen, besonders die Wallfahrer aus Vaduz in Liechtenstein mit ihrem Erzbischof. Lassen wir uns vom seligen John Henry Newman anregen, mit unserem Leben Christus auszustrahlen und seine Liebe der Welt weiterzuschenken. Der Heilige Geist geleite euch auf allen Wegen.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    Hoy quisiera hablar del viaje apostólico a Reino Unido, que he realizado hace unos días. Se ha tratado de una visita con carácter oficial y, al mismo tiempo, una verdadera peregrinación a una tierra rica en fe y cultura. He podido mantener diversos encuentros con las más altas autoridades políticas del País, con los parlamentarios, con los representantes de las diversas religiones, con los cristianos de otras confesiones, y con los obispos y fieles católicos. A todos agradezco la calurosa bienvenida que me han dispensado.

    En primer lugar, he querido sostener a los católicos británicos, animándoles a continuar siendo testigos del Evangelio y de la verdad moral que brota de éste, y que está en la base de una sociedad verdaderamente humana, justa y libre. De igual modo, he querido dirigirme a todos los miembros de la sociedad para entablar un diálogo franco, comunicándole la novedad del Evangelio, del cual la cultura occidental está todavía impregnada. Este viaje apostólico me ha confirmado en una profunda convicción: las antiguas naciones europeas conservan su alma cristiana. Y, aunque el secularismo agresivo la amenace, la Iglesia, convencida del bien que supone, se esfuerza por mantener esta rica tradición.

    El punto culminante del viaje ha sido la beatificación del Cardenal John Henry Newman, una figura excepcional en la historia reciente de ese País. Pido a Dios, por la intercesión del nuevo beato, que sostenga los propósitos y los esfuerzos de la comunidad católica presente en Gran Bretaña.

    Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los sacerdotes del Pontificio Colegio Mexicano, en Roma, y a los fieles provenientes de Medellín. Os invito a agradecer a Dios los numerosos frutos apostólicos de mi reciente visita a Reino Unido. Muchas gracias.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese

    Queridos irmãos e irmãs,

    Na semana passada, Deus concedeu-me a graça de visitar a Inglaterra e lá proclamar Beato o Cardeal Henry Newman, brilhante figura de intelectual e crente, cuja mensagem espiritual mostra como o caminho da consciência não é fecharmo-nos em nós mesmos, mas abertura, conversão e obediência a Cristo que é Caminho, Verdade e Vida. Nas palavras que dirigi aos cidadãos daquela Nação, tive presente todo o Ocidente, procurando dialogar com as razões desta civilização e comunicar a novidade perene do Evangelho de que a mesma está ainda impregnada. Esta visita apostólica confirmou em mim uma profunda convicção: as antigas nações da Europa conservam uma alma cristã, que forma um todo com o génio e a história dos respectivos povos. E se há um secularismo agressivo que ameaça os valores fundamentais, a Igreja não se cansa de trabalhar para manter desperta esta tradição espiritual e cultural.

    Amados peregrinos de língua portuguesa, cordiais saudações para todos vós, de modo especial para os fiéis de Campinas, da paróquia Beato José de Anchieta de Cambuí. Continuai a defender aquelas verdades morais imutáveis que, iluminadas e confirmadas pelo Evangelho, estão na base de uma sociedade verdadeiramente humana, justa e livre. Sobre vós e vossas famílias desça a minha Bênção.



    SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Saluto in lingua polacca

    Witam serdecznie uczestniczących w tej audiencji pielgrzymów polskich. Wspominając moją podróż do Wielkiej Brytanii, dziękuję wam i waszym rodakom, zwłaszcza spotkanym na pielgrzymim szlaku, za obecność i modlitewne wsparcie. Niech Kardynał John Henry Newman, nowy błogosławiony, wyprasza nam miłość Bożego Serca i dar świętego życia. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

    [Rivolgo il mio cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi presenti a questa udienza. Ricordando il mio pellegrinaggio nel Regno Unito, sono grato a voi tutti e ai vostri connazionali, in modo particolare a quelli incontrati sul percorso del mio pellegrinaggio, per l’orante sostegno. Il nuovo beato, Cardinale John Henry Newman impetri per noi l’amore del Divino Cuore e il dono di una vita santa. Sia lodato Gesù Cristo.]


    ○ Saluto in lingua ucraina

    Щиро вітаю прочан з України. Дорогі друзі, приклад святого Матея, пам’ять якого ми вчора спогадували, нехай помагає вам бути сміливими свідками Христа та Його Євангелія. Від щирого серця вас благословлю!

    [Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dall’Ucraina. Cari amici, l’esempio dell’evangelista san Matteo, di cui ieri abbiamo celebrato la memoria, vi aiuti ad essere coraggiosi testimoni di Cristo e del suo Vangelo. Di cuore vi benedico!]


    ○ Saluto in lingua ungherese

    Nagy szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat, első helyen a szabadkai híveket. Kedves Testvéreim, biztosítalak Benneteket imáimról és szívesen adom apostoli áldásomat Rátok, valamint családtagjaitokra. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

    [Con grande affetto saluto i pellegrini ungheresi, specialmente i pellegrini provenienti da Subotica. Cari fratelli e sorelle, vi assicuro il mio ricordo nelle preghiere e volentieri imparto la Benedizione Apostolica a tutti voi ed ai vostri familiari. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua croata

    Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način Isusovce hrvatske provincije. Zagovor svetih apostola Petra i Pavla neka vam pomogne da uvijek spremno propovijedate i svjedočite Radosnu vijest u vašem narodu. Hvaljen Isus i Marija!

    [Saluto di cuore tutti i pellegrini Croati, e in modo particolare i Gesuiti della Provincia Croata. L’intercessione dei santi apostoli Pietro e Paolo vi aiuti affinché siate sempre pronti a predicare e testimoniare la Buona Novella al vostro popolo. Siano lodati Gesù e Maria!]


    ○ Saluto in lingua italiana

    Rivolgo ora un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai partecipanti al corso di Diritto Canonico promosso dalla Pontificia Università della Santa Croce, che sono venuti ad esprimere al Successore di Pietro sentimenti di affetto e di profonda comunione ecclesiale. Sono lieto di accogliere i religiosi Legionari di Cristo, giunti a Roma per iniziare gli studi filosofici e teologici; cari amici, nel rivolgervi i migliori auguri per il vostro impegno di studio, vi assicuro un particolare ricordo nella preghiera. Saluto il gruppo della Banca di Credito cooperativo, di Gatteo di Romagna, incoraggiando a testimoniare costantemente i valori umani e cristiani necessari per costruire una società realmente giusta e solidale.

    Con speciale affetto il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati, ed agli sposi novelli. L’amicizia con Gesù, cari giovani, sia per voi fonte di gioia e motivo per compiere scelte impegnative. Questa amicizia, cari malati, vi rechi conforto nei momenti difficili ed infonda serenità al corpo ed allo spirito. Cari sposi, alla luce dell’amicizia con Gesù, impegnatevi a corrispondere alla vostra vocazione nell’amore reciproco, nell’apertura alla vita e nella testimonianza cristiana.



    APPELLO DEL SANTO PADRE

    In questa settimana si svolge a Vienna la riunione plenaria della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Il tema della fase attuale di studio è il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa universale, con particolare riferimento al primo millennio della storia cristiana. L’obbedienza alla volontà del Signore Gesù, e la considerazione delle grandi sfide che oggi si presentano al cristianesimo, ci obbligano ad impegnarci seriamente nella causa del ristabilimento della piena comunione tra le Chiese. Esorto tutti a pregare intensamente per i lavori della Commissione e per un continuo sviluppo e consolidamento della pace e concordia tra i battezzati, affinché possiamo dare al mondo una testimonianza evangelica sempre più autentica.

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    00 23/09/2010 15:18
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    il Sig. Stefan Mappus, Ministro Presidente del Land Baden-Württemberg (Repubblica Federale di Germania), e Seguito;

    S.E. Mons. Konrad Zdarsa, Vescovo di Augsburg (Repubblica Federale di Germania);

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione LESTE I), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. Alano Maria Pena, O.P., Arcivescovo di Niterói
    con il Vescovo Ausiliare:
    S.E. Mons. Roberto Francisco Ferrería Paz, Vescovo tit. di Accia;

    S.E. Mons. Roberto Gomes Guimarães, Vescovo di Campos;

    S.E. Mons. Edney Gouvêa Mattoso, Vescovo di Nova Friburgo
    con il Vescovo emerito:
    S.E. Mons. Rafael Llano Cifuentes;

    S.E. Mons. Filippo Santoro, Vescovo di Petrópolis.




    LE UDIENZE (II)

    Alle ore 18 di questo pomeriggio, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza:

    Alunni delle Scuole elementari delle Maestre Pie Filippini di Castel Gandolfo.

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    00 24/09/2010 15:52
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione LESTE I), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. Orani João Tempesta, O. Cist., Arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro
    con i Vescovi Ausiliari:
    S.E. Mons. Assis Lopes, Vescovo tit. di Zarai
    S.E. Mons. Antônio Augusto Dias Duarte, Vescovo tit. di Tuscamia
    S.E. Mons. Edson de Castro Homem, Vescovo tit. di Muzia
    S.E. Mons. Dimas Lara Barbosa, Vescovo tit. di Megalopoli di Proconsolare
    e con
    S.E. Mons. Karl Josef Romer, Vescovo tit. di Colonnata;

    S.E. Mons. João Maria Messi, O.S.M., Vescovo di Barra do Piraí-Volta Redonda;

    S.E. Mons. José Francisco Rezende Dias, Vescovo di Duque de Caxias;

    S.E. Mons. José Ubiratan Lopes, O.F.M. Cap., Vescovo di Itaguaí;

    S.E. Mons. Luciano Bergamin, C.R.L., Vescovo di Nova Iguaçu.

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    S.E. il Sig. Iván Guillermo Rincón Urdaneta, Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in visita di congedo.








    RINUNCE E NOMINE




    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Arecibo (Porto Rico), presentata da S.E. Mons. Iñaki Mallona Txertudi, C.P., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo di Arecibo(Porto Rico) S.E. Mons. Daniel Fernández Torres, finora Vescovo titolare di Sufes ed Ausiliare di San Juan de Puerto Rico.

    S.E. Mons. Daniel Fernández Torres

    S.E. Mons. Daniel Fernández Torres è nato a Chicago (USA) il 27 aprile 1964. Prima di entrare in Seminario, ha ottenuto il Baccalaureato in Ingegneria presso l’Università di Porto Rico. Ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il Seminario di Pamplona (Spagna) e dal 1996 al 1998 ha frequentato i corsi per la specializzazione in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo la Licenza.

    È stato ordinato sacerdote il 7 gennaio 1995 per la diocesi di Arecibo.

    È stato Vicario Parrocchiale, Rappresentante del Vescovo di Arecibo nel Consiglio dei Seminari, Rettore del Seminario "Jesús Maestro", Direttore diocesano per la Pastorale giovanile, Direttore del Centro Diocesano, Decano accademico del Seminario Maggiore a San Juan e Parroco di "Nuestra Señora del Carmen" ad Arecibo.

    Il 14 febbraio 2007 è stato nominato Vescovo titolare di Sufes ed Ausiliare di San Juan de Puerto Rico. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 21 aprile 2007.



    RINUNCIA DEL VESCOVO DI HAMILTON (CANADA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Hamilton (Canada), presentata da S.E. Mons. Anthony F. Tonnos, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo di Hamilton (Canada) S.E. Mons. Douglas Crosby, O.M.I., finora Vescovo di Corner Brook and Labrador.

    S.E. Mons. Douglas Crosby, O.M.I.

    S.E. Mons. Douglas Crosby, O.M.I., è nato il 28 giugno 1948 a Marathon nella diocesi di Thunder Bay in Ontario. Dopo aver compiuto gli studi presso la "La Salle Secondary School" di Marathon, ha ottenuto il "Batchelor’s" in filosofia e francese presso il "St. Patrick’s College" di Ottawa. In seguito ha studiato teologia alla "St. Paul University" di Toronto, ottenendovi il Baccalaureato nel 1975, completandolo con un "Master’s" in Teologia Pastorale nel 1976. Emessi i voti perpetui nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata il 16 settembre 1973, è stato ordinato sacerdote il 27 settembre 1975.

    Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario cooperatore della Concattedrale di Nostra Signora a Labrador City (1976-1981); Direttore delle Vocazioni degli Oblati di Maria Immacolata a Ottawa (1981-1983); Coordinatore Esecutivo dei Servizi Provinciali O.M.I (1983-1985); Parroco di San Giuseppe a Ottawa (1985-1988); Superiore Provinciale della Provincia di San Pietro dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (1988-1994); Direttore dell’Ufficio per le missioni della Conferenza Episcopale Canadese (1995-1996); Segretario Generale per il settore anglofono della Conferenza Episcopale di Canada (1996-1997).

    Il 24 ottobre 1997 è stato eletto Vescovo di Labrador City-Schefferville e consacrato il 2 gennaio successivo. Il 6 agosto 2003 ha assunto pure il governo pastorale della diocesi di Saint George’s nell’isola di Terra Nova. La recente ristrutturazione delle diocesi del nord-est del Canada ha dato luogo alla nuova circoscrizione denominata Corner Brook and Labrador (risultato della fusione della diocesi di Saint George’s con una parte della diocesi di Labrador City-Schefferville), di cui Mons. Crosby è diventato Ordinario.

    Attualmente, è membro del Consiglio permanente e Co-tesoriere della Conferenza Episcopale del Canada ed altresì membro della Commissione settoriale per la liturgia e i sacramenti.


















    LETTERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA IN PREPARAZIONE AL VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

    Pubblichiamo di seguito la Lettera del Santo Padre Benedetto XVI al Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Em.mo Card. Ennio Antonelli, in preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012 sul tema: "La famiglia: il lavoro e la festa":


    LETTERA DEL SANTO PADRE

    Venerato Fratello
    Cardinale ENNIO ANTONELLI
    Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

    A conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio 2009, annunciai che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero con il Successore di Pietro avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema "La Famiglia: il lavoro e la festa". Desiderando ora avviare la preparazione di tale importante evento, sono lieto di precisare che esso, a Dio piacendo, si svolgerà dal 30 maggio al 3 giugno, e fornire al tempo stesso qualche indicazione più dettagliata riguardo alla tematica e alle modalità di attuazione.

    Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana. L’esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l’apertura alla speranza e al Bene senza limiti.

    Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà.

    Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare. L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale. Auspico pertanto che già nel corso dell’anno 2011, XXX anniversario dell’Esortazione apostolica Familiaris consortio, "magna charta" della pastorale familiare, possa essere intrapreso un valido itinerario con iniziative a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, mirate a mettere in luce esperienze di lavoro e di festa nei loro aspetti più veri e positivi, con particolare riguardo all’incidenza sul vissuto concreto delle famiglie. Famiglie cristiane e comunità ecclesiali di tutto il mondo si sentano perciò interpellate e coinvolte e si pongano sollecitamente in cammino verso "Milano 2012".

    Il VII Incontro Mondiale avrà, come i precedenti, una durata di cinque giorni e culminerà il sabato sera con la "Festa delle Testimonianze" e domenica mattina con la Messa solenne. Queste due celebrazioni, da me presiedute, ci vedranno tutti riuniti come "famiglia di famiglie". Lo svolgimento complessivo dell’evento sarà curato in modo da armonizzare compiutamente le varie dimensioni: preghiera comunitaria, riflessione teologica e pastorale, momenti di fraternità e di scambio fra le famiglie ospiti con quelle del territorio, risonanza mediatica.

    Il Signore ricompensi fin d’ora, con abbondanti favori celesti, l’Arcidiocesi ambrosiana per la generosa disponibilità e l’impegno organizzativo messo al servizio della Chiesa Universale e delle famiglie appartenenti a tante nazioni.

    Mentre invoco l’intercessione della santa Famiglia di Nazaret, dedita al lavoro quotidiano e assidua alle celebrazioni festive del suo popolo, imparto di cuore a Lei, venerato Fratello, ed ai Collaboratori la Benedizione Apostolica, che, con speciale affetto, estendo volentieri a tutte le famiglie impegnate nella preparazione del grande Incontro di Milano.

    Da Castel Gandolfo, 23 agosto 2010

    BENEDICTUS PP. XVI



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    00 25/09/2010 15:28
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione LESTE I), in Visita "ad Limina Apostolorum":
    S.E. Mons. Elias James Manning, O.F.M. Conv., Vescovo di Valença;
    S.E. Mons. Gil Antônio Moreira, Arcivescovo di Juiz de Fora;
    S.E. Mons. Edgar Madi, Vescovo di Nossa Senhora do Líbano em São Paulo dei Maroniti.

    Gruppo degli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Leste I), in Visita "ad Limina Apostolorum".

    Il Papa riceve nel pomeriggio in Udienza:
    E.mo Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.








    VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL BRASILE (REGIONE LESTE I)

    Alle ore 11.45 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i Vescovi della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Leste I), ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum".
    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto loro:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Venerados Irmãos no Episcopado,

    Dou-vos as boas-vindas, feliz por receber-vos a todos no curso da visita ad limina Apostolorum que estais fazendo em nome e a favor das vossas dioceses do Regional Leste 1, para reforçar os laços que as unem ao Sucessor de Pedro. Disto mesmo se fez eco Dom Rafael Cifuentes nas palavras de saudação que me dirigiu em vosso nome e que lhe agradeço, muito apreciando as preces que dia a dia se elevam ao Céu por mim e pela Igreja inteira das várias comunidades familiares, paroquiais, religiosas e diocesanas das províncias eclesiásticas do Rio de Janeiro e de Niterói. Sobre todos e cada um desça, radiosa, a benevolência do Senhor: Ele «faça brilhar sobre ti a sua face, e Se compadeça de ti. O Senhor volte para ti o seu rosto e te dê a paz» (Nm 6, 25-26).

    Sim, amados Irmãos, o fulgor de Deus irradie de todo o vosso ser e vida, à semelhança de Moisés (cf. Ex 34, 29.35) e mais do que ele, pois agora todos nós «refletimos a glória do Senhor e, segundo esta imagem, somos transformados, de glória em glória, pelo Espírito do Senhor» (2 Cor 3, 18). Assim o sentiam os Padres conciliares quando, no fim do Vaticano II, apresentam a Igreja nestes termos: «Rica de um longo passado sempre vivo, e caminhando para a perfeição humana no tempo e para os destinos últimos da história e da vida, ela é a verdadeira juventude do mundo. (…) Olhai-a e encontrareis nela o rosto de Cristo, o verdadeiro herói, humilde e sábio, o profeta da verdade e do amor, o companheiro e o amigo dos jovens» (Mensagem do Concílio à humanidade: Aos jovens). Deixando transparecer o rosto de Cristo, a Igreja é a juventude do mundo.

    Mas será muito difícil convencer alguém disso mesmo, se não se revê nela a geração jovem de hoje. Por isso, como certamente vos destes conta, um tema habitual nos meus colóquios convosco é a situação dos jovens na respectiva diocese. Confiado na providência divina que amorosamente preside aos destinos da história não cessando de preparar os tempos futuros, apraz-me ver raiar o dia de amanhã nos jovens de hoje. Já o Venerável Papa João Paulo II, vendo Roma tornar-se «jovem com os jovens» no ano 2000, saudou-os como «as sentinelas da manhã» (Carta ap. Novo millennio ineunte, 9; cf. Homilia na Vigília de Oração da XV Jornada Mundial da Juventude, 19/VIII/2000, 6), com a tarefa de despertar os seus irmãos para se fazerem ao largo no vasto oceano do terceiro milênio. E, a comprová-lo, para além do mais aflui à memória a imagem das longas filas de jovens que esperavam para se confessar no Circo Máximo e que voltaram a dar a muitos sacerdotes a confiança no sacramento da Penitência.

    Como bem sabeis, amados Pastores, o núcleo da crise espiritual do nosso tempo tem as suas raízes no obscurecimento da graça do perdão. Quando este não é reconhecido como real e eficaz, tende-se a libertar a pessoa da culpa, fazendo com que as condições para a sua possibilidade nunca se verifiquem. Mas, no seu íntimo, as pessoas assim «libertadas» sabem que isso não é verdade, que o pecado existe e que elas mesmas são pecadoras. E, embora algumas linhas da psicologia sintam grande dificuldade em admitir que, entre os sentidos de culpa, possa haver também os devidos a uma verdadeira culpa, quem for tão frio que não prove sentimentos de culpa nem sequer quando deve, procure por todos os meios recuperá-los, porque no ordenamento espiritual são necessários para a saúde da alma. De fato Jesus veio salvar, não aqueles que já se libertaram por si mesmos pensando que não têm necessidade d’Ele, mas quantos sentem que são pecadores e precisam d’Ele (cf. Lc 5, 31-32).

    A verdade é que todos nós temos necessidade d’Ele, como Escultor divino que remove as incrustações de pó e lixo que se pousaram sobre a imagem de Deus inscrita em nós. Precisamos do perdão, que constitui o cerne de toda a verdadeira reforma: refazendo a pessoa no seu íntimo, torna-se também o centro da renovação da comunidade. Com efeito, se forem retirados o pó e o lixo que tornam irreconhecível em mim a imagem de Deus, torno-me verdadeiramente semelhante ao outro, que é também imagem de Deus, e sobretudo torno-me semelhante a Cristo, que é a imagem de Deus sem defeito nem limite algum, o modelo segundo o qual todos nós fomos criados. São Paulo exprime isto de modo muito concreto: «Já não sou eu que vivo, é Cristo que vive em mim» (Gl 2, 20). Sou arrancado ao meu isolamento e acolhido numa nova comunidade-sujeito; o meu «eu» é inserido no «eu» de Cristo e assim é unido ao de todos os meus irmãos. Somente a partir desta profundidade de renovação do indivíduo é que nasce a Igreja, nasce a comunidade que une e sustenta na vida e na morte. Ela é uma companhia na subida, na realização daquela purificação que nos torna capazes da verdadeira altura do ser homens, da companhia com Deus. À medida que se realiza a purificação, também a subida – que ao princípio é árdua – vai-se tornando cada vez mais jubilosa. Esta alegria deve transparecer cada vez mais da Igreja, contagiando o mundo, porque ela é a juventude do mundo.

    Venerados irmãos, uma tal obra não pode ser realizada com as nossas forças, mas são necessárias a luz e a graça que provêm do Espírito de Deus e agem no íntimo dos corações e das consciências. Que elas vos amparem a vós e às vossas dioceses na formação das mentes e dos corações. Levai a minha saudação afetuosa aos vossos jovens e respectivos animadores sacerdotais, religiosos e laicais. Ergam o olhar para a Imaculada Conceição, Nossa Senhora Aparecida, a cuja proteção vos entrego, e de coração concedo-vos, extensiva a todos os vossos fiéis diocesanos, a Bênção Apostólica.

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