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Viaggio apostolico in Croazia...

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2011 23:37
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06/06/2011 01:51
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Discorso del Papa per i Vespri nella Cattedrale di Zagabria
Alla presenza di Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi





ZAGABRIA, domenica, 5 giugno 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questa domenica sera da Benedetto XVI nel presiere nella Cattedrale di Zagabria dedicata a Maria SS.ma Assunta e a S. Stefano d’Ungheria la celebrazione dei secondi Vespri della VII domenica di Pasqua con i Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i seminaristi, i novizi e le novizie.


* * *

Cari Fratelli nell’Episcopato e nel presbiterato, Cari fratelli e sorelle! Rendo grazie al Signore per questo incontro, nella preghiera, che mi consente di vivere uno speciale momento di comunione con voi, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate, seminaristi, novizi e novizie. Vi saluto tutti con affetto e vi ringrazio per la testimonianza che rendete alla Chiesa, come hanno fatto nei secoli tanti Pastori e Martiri in questa terra, da san Domnio fino al beato Cardinale Stepinac, all’amato Cardinale Kuharić e a molti altri.

Ringrazio il Cardinale Josip Bozanić per le cortesi parole che mi ha rivolto. Questa sera vogliamo fare devota e orante memoria del Beato Alojzije Stepinac, intrepido Pastore, esempio di zelo apostolico e di cristiana fermezza, la cui eroica esistenza ancora oggi illumina i fedeli delle Diocesi croate, sostenendone la fede e la vita ecclesiale. I meriti di questo indimenticabile Vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede: nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si è sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente. Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, «avvocato» dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi. Sì, è diventato «avvocato» di Dio su questa terra, poiché ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell’uomo di vivere con Dio.

"Con un’unica oblazione [Cristo] ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati" (Eb 10,14). Questa espressione della Lettera agli Ebrei, poc’anzi proclamata, ci invita a considerare la figura del Beato Cardinale Stepinac secondo la "forma" di Cristo e del suo Sacrificio. Il martirio cristiano infatti è la più alta misura di santità, ma lo è sempre e soltanto grazie a Cristo, per suo dono, come risposta alla sua oblazione che riceviamo nell’Eucaristia. Il Beato Alojzije Stepinac ha risposto con il suo sacerdozio, con l’episcopato, con il sacrificio della vita: un unico "sì" unito a quello di Cristo. Il suo martirio segna il culmine delle violenze perpetrate contro la Chiesa durante la terribile stagione della persecuzione comunista. I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorità locale. Quel tempo particolarmente duro è stato caratterizzato da una generazione di Vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa. La gente ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti. Questa unità spiega ciò che è umanamente inspiegabile: che un regime così duro non abbia potuto piegare la Chiesa.

Anche oggi la Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita per affrontare le sfide del mutato contesto sociale, individuando con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione, specialmente al servizio delle giovani generazioni. Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei incoraggiare anzitutto voi nello svolgimento della vostra missione. Quanto più opererete in feconda concertazione tra voi e in comunione con il Successore di Pietro, tanto più potrete affrontare le difficoltà della nostra epoca. È importante, inoltre, che soprattutto i Vescovi e i sacerdoti operino sempre al servizio della riconciliazione tra i cristiani divisi e tra cristiani e musulmani, seguendo le orme di Cristo, che è nostra pace. Riguardo ai sacerdoti, non mancate di offrire loro chiari indirizzi spirituali, dottrinali e pastorali. La comunità ecclesiale, infatti, presenta al proprio interno legittime diversità, tuttavia essa non può rendere una testimonianza fedele al Signore se non nella comunione dei suoi membri. Questo richiede da voi il servizio della vigilanza, da offrire nel dialogo e con grande amore, ma anche con chiarezza e fermezza. Cari Fratelli, aderire a Cristo significa "osservare la sua parola" in ogni circostanza (cfr Gv 14,23).

A tale proposito, il Beato Cardinale Stepinac così si esprimeva: «Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni … O siamo cattolici o non lo siamo. Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita» (Omelia nella Solennità dei SS. Pietro e Paolo, 29 giugno 1943). L’insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli, per aiutarli a valutare le loro responsabilità personali, l’armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede. In tal modo si avanzerà in quella "svolta culturale" necessaria per promuovere una cultura della vita e una società a misura dell’uomo.

Cari sacerdoti - specialmente voi parroci - conosco l’importanza e la molteplicità dei vostri compiti, in un’epoca nella quale la scarsità di presbiteri comincia a farsi fortemente sentire. Vi esorto a non perdervi d’animo, a rimanere vigilanti nella preghiera e nella vita spirituale per compiere con frutto il vostro ministero: insegnare, santificare e guidare quanti sono affidati alle vostre cure. Accogliete con magnanimità chi bussa alla porta del vostro cuore, offrendo a ciascuno i doni che la bontà divina vi ha affidato. Perseverate nella comunione con il vostro Vescovo e nella collaborazione reciproca. Alimentate il vostro impegno alle sorgenti della Scrittura, dei Sacramenti, della lode costante di Dio, aperti e docili all’azione dello Spirito Santo; sarete così operatori efficaci della nuova evangelizzazione, che siete chiamati a realizzare unitamente ai laici, in modo coordinato e senza confusione fra ciò che dipende dal ministero ordinato e ciò che appartiene al sacerdozio universale dei battezzati. Abbiate a cuore la cura delle vocazioni al sacerdozio: sforzatevi, con il vostro entusiasmo e la vostra fedeltà, di trasmettere un vivo desiderio di rispondere generosamente e senza esitazione a Cristo, che chiama a conformarsi più intimamente a Lui, Capo e Pastore.

Cari consacrati e consacrate, molto la Chiesa si attende da voi, che avete la missione di testimoniare in ogni epoca «la forma di vita che Gesù, supremo consacrato e missionario del Padre per il suo Regno, ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano» (Esort. ap. Vita consecrata, 22). Dio sia sempre la vostra unica ricchezza: da Lui lasciatevi plasmare, per rendere visibile all’uomo d’oggi, assetato di valori veri, la santità, la verità, l’amore del Padre celeste. Sorretti dalla grazia dello Spirito, parlate alla gente con l’eloquenza di una vita trasfigurata dalla novità della Pasqua. L’intera vostra esistenza diverrà così segno e servizio della consacrazione che ogni battezzato ha ricevuto quando è stato incorporato a Cristo.

A voi, giovani che vi preparate al sacerdozio o alla vita consacrata, desidero ripetere che il divino Maestro è costantemente all’opera nel mondo e dice a ciascuno di quelli che ha scelto: "Seguimi" (Mt 9,9). È una chiamata che esige la conferma quotidiana di una risposta d’amore. Sia sempre pronto il vostro cuore! L’eroica testimonianza del Beato Alojzije Stepinac ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani croati. E voi, cari Fratelli nell’episcopato e nel presbiterato, non mancate di offrire ai giovani dei seminari e dei noviziati una formazione equilibrata, che li prepari a un ministero ben inserito nella società del nostro tempo, grazie alla profondità della loro vita spirituale e alla serietà dei loro studi.

Amata Chiesa in Croazia, assumi con umiltà e coraggio il compito di essere la coscienza morale della società, "sale della terra" e "luce del mondo" (cfr Mt 5,13-14). Sii sempre fedele a Cristo e al messaggio del Vangelo, in una società che cerca di relativizzare e secolarizzare tutti gli ambiti della vita. Sii la dimora della gioia nella fede e nella speranza.

Carissimi! Il Beato Cardinale Alojzije Stepinac e tutti i Santi della vostra terra intercedano per il vostro popolo e la Madre del Salvatore vi protegga! Con grande affetto imparto a voi ed all’intera Chiesa che è in Croazia la mia Benedizione Apostolica. Amen. Siano lodati Gesù e Maria!

[© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana]




























Discorso di Benedetto XVI nel congedarsi dalla Croazia
I cristiani, uniti "insieme in Cristo", siano l’anima della Nazione





ZAGABRIA, domenica, 5 giugno 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questa domenica sera da Benedetto XVI in occasione della cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagabria.

* * *

Signor Presidente,

Illustri Autorità, cari Fratelli nell’Episcopato,

fratelli e sorelle nel Signore!

La mia visita nella vostra terra giunge al termine. Anche se breve, essa è stata ricca di incontri, che mi hanno fatto sentire parte di voi, della vostra storia, e mi hanno offerto l’occasione per confermare la Chiesa pellegrina in Croazia nella fede in Gesù Cristo, unico Salvatore.

Questa fede, giunta fino a voi attraverso la testimonianza coraggiosa e fedele di tanti vostri fratelli e sorelle, alcuni dei quali non hanno esitato a morire per Cristo e il suo Vangelo, ho qui ritrovato viva e sincera. A Dio rendiamo lode per gli abbondanti doni di grazia che largamente dispone sul quotidiano cammino dei suoi figli! Desidero ringraziare quanti hanno collaborato all’organizzazione di questa mia visita e al suo ordinato svolgimento.

Porto vive nella mente e nel cuore le impressioni di queste giornate. Corale e sentita è stata, stamani, la partecipazione alla santa Messa in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie. L’incontro di ieri nel Teatro Nazionale mi ha dato modo di condividere una riflessione con i rappresentanti della società civile e delle comunità religiose. I giovani, poi, durante l’intensa Veglia di preghiera, mi hanno mostrato il volto luminoso della Croazia, rivolto al futuro, illuminato da una fede viva, come la fiamma di una lampada preziosa, ricevuta dai padri e che chiede di essere custodita e alimentata lungo il cammino. La preghiera presso la tomba del Beato Cardinale Stepinac ci ha fatto ricordare, in modo speciale, tutti coloro che hanno sofferto – e anche oggi soffrono – a motivo della fede nel Vangelo. Continuiamo ad invocare l’intercessione di questo intrepido testimone del Signore risorto, affinché ogni sacrificio, ogni prova, offerti a Dio per amore suo e dei fratelli, possano essere come chicco di grano che, caduto nella terra, muore per portare frutto.

È stato per me motivo di gioia constatare quanto sia ancora viva nell’oggi l’antica tradizione cristiana del vostro popolo. L’ho toccato con mano soprattutto nella calorosa accoglienza che la gente mi ha riservato, come aveva fatto nelle tre visite del beato Giovanni Paolo II, riconoscendo la visita del Successore di san Pietro, che viene a confermare i fratelli nella fede. Questa vitalità ecclesiale, da mantenere e rafforzare, non mancherà di produrre i suoi effetti positivi sull’intera società, grazie alla collaborazione, che auspico sempre serena e proficua, tra la Chiesa e le istituzioni pubbliche. In questo tempo, nel quale sembrano mancare punti di riferimento stabili e affidabili, i cristiani, uniti "insieme in Cristo", pietra angolare, possano continuare a costituire come l’anima della Nazione, aiutandola a svilupparsi e progredire.

Nel ripartire per Roma, vi affido tutti alle mani di Dio. Egli, datore di ogni bene e provvidenza amorevole, benedica sempre questa terra e il popolo croato e conceda pace e prosperità ad ogni famiglia.

La Vergine Maria vegli sul cammino storico della vostra patria e su quello dell’intera Europa, e vi accompagni anche la mia Apostolica Benedizione, che vi lascio con grande affetto.

[© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana]

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