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Viaggio apostolico in Croazia...

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2011 23:37
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04/06/2011 16:54
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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (III)


INCONTRO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON I GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO LA CROAZIA


Questa mattina, nel corso del viaggio aereo verso la Croazia, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i giornalisti del Volo Papale. Pubblichiamo di seguito la trascrizione dell’intervista concessa dal Papa agli operatori dei media:


TESTO DELL’INTERVISTA

Domanda - Santità, lei è già stato altre volte in Croazia e il suo predecessore ha fatto ben tre viaggi in questo Paese. Si può parlare di una relazione particolare fra la Santa Sede e la Croazia? Quali sono i motivi e gli aspetti più significativi di questa relazione e di questo viaggio?

Santo Padre - Personalmente sono stato due volte in Croazia. La prima volta per i funerali del cardinale Šeper - mio predecessore alla Dottrina della Fede - che era un mio grande amico, perché era Presidente anche della Commissione Teologica, di cui sono stato membro. Perciò ho conosciuto la sua bontà, la sua intelligenza, il suo discernimento, la sua allegria. E questo mi ha dato anche un’idea della Croazia stessa, perché era un grande croato e un grande europeo. E poi sono stato, ancora una volta, invitato dal suo segretario particolare Čapek, anche lui un uomo di grande allegria e di grande bontà, per un simposio e per una celebrazione in un santuario mariano. Qui ho vissuto la pietà popolare, che è molto simile a quella delle mie terre, devo dire. E sono stato molto felice di vedere questa incarnazione della fede: una fede vissuta col cuore, dove il soprannaturale diventa naturale e il naturale è illuminato dal soprannaturale. E così ho visto e vissuto questa Croazia, con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla Santa Sede, e naturalmente con la precedente storia della Chiesa antica. Ho visto che c’è una fratellanza molto profonda nella fede, nella volontà di servire Dio per l’uomo, nell’umanesimo cristiano. In questo senso, mi sembra, c’è un collegamento naturale in questa vera cattolicità, che è aperta a tutti e che trasforma il mondo o vuol trasformare il mondo secondo le idee del Creatore.

Domanda - Santo Padre, la Croazia a breve si dovrebbe unire alle 27 nazioni che fanno parte dell’Unione Europea: però negli ultimi tempi, nel popolo croato è aumentato un certo scetticismo nei confronti dell’Unione. In questa situazione, Lei pensa di dare un messaggio di incoraggiamento ai croati, perché guardino verso l’Europa in una prospettiva non solo economica, ma anche culturale e con i valori cristiani?

Santo Padre - Io penso che la maggioranza dei croati pensa sostanzialmente con grande gioia a questo momento in cui si unisce all’unione Europea, perché è un popolo profondamente europeo. I cardinali sia Šeper, sia Kuharic, sia Bozanić, mi hanno sempre detto: "Noi non siamo Balcani, ma siamo Mitteleuropa". Quindi è un popolo che sta nel centro dell’Europa, della sua storia e della sua cultura. In questo senso – penso – è logico, giusto e necessario che entri. Penso anche che il sentimento prevalente sia quello di gioia, di stare dove storicamente e culturalmente la Croazia è stata sempre. Naturalmente si può capire anche un certo scetticismo se un popolo numericamente non grande entra in questa Europa già fatta e già costruita. Si può capire che forse c’è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte, di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia e della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica. Mi sembra che proprio questa possa essere anche una missione di questo popolo, che entra adesso: di rinnovare nell’unità la diversità. L’identità europea è un’identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani. Perché questo sia di nuovo visibile e efficiente, mi sembra sia proprio anche una missione dei croati che entrano adesso di rafforzare, contro un certo razionalismo astratto, la storicità delle nostre culture e la diversità, che è la nostra ricchezza. In questo senso incoraggio i croati: il processo di entra in Europa è un processo reciproco di dare e di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia, con la sua capacità umana ed economica, e riceve naturalmente, anche allargando così l’orizzonte e vivendo in questo grande commercio non solo economico, ma soprattutto anche culturale e spirituale.

Domanda - Molti croati speravano che in occasione del suo viaggio potesse avvenire la canonizzazione del beato cardinale Stepinac: qual è per lei l’importanza oggi della sua figura?

Santo Padre - Il cardinale era un grande pastore e un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare. Io direi che era la sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti, ma che erano entrambe antiumaniste: prima il regime ustascia, che sembrava adempiere il sogno dell’autonomia e dell’indipendenza, ma in realtà era un’autonomia che era una menzogna perché strumentalizzata da Hitler per i suoi scopi. Il cardinale Stepinac ha capito molto bene questo e ha difeso l’umanesimo vero contro questo regime, difendendo serbi, ebrei, zingari; ha dato – diciamo - la forza di un vero umanesimo, anche soffrendo. Poi c’è stata la dittatura contraria del comunismo, dove di nuovo ha lottato per la fede, per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanismo che è dipendente dalla presenza di Dio: solo l’uomo è immagine di Dio e l’umanesimo fiorisce. Così era - diciamo – il suo destino: lottare in due lotte diverse e contrastanti e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana, è un grande esempio non solo per i croati, ma per tutti noi.

















VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (I)





LA PARTENZA DA ROMA


Ha inizio questa mattina il 19° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI che lo porta in Croazia, in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate.

L’aereo con a bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - parte dall’aeroporto di Fiumicino (Roma) alle ore 9.30. L’arrivo all’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagreb è previsto per le ore 11.



TELEGRAMMA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre Benedetto XVI fa pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, On.le Giorgio Napolitano, il seguente messaggio telegrafico:

A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA

MI È CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE UN DEFERENTE SALUTO NEL MOMENTO IN CUI LASCIO ROMA PER RECARMI IN CROAZIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE E MENTRE INVOCO SULL’INTERA NAZIONE ITALIANA COPIOSI DONI DI LUCE E SAPIENZA AFFINCHÉ CONTINUI A RICONOSCERE L’ISTITUTO FAMILIARE CELLULA FONDAMENTALE DELLA SOCIETÀ SOSTENENDOLO CON ADEGUAI INTERVENTI PORGO A LEI ED AI SUOI COLLABORATORI FERVIDI AUGURI DI PROFICUO IMPEGNO A SERVIZIO DEL POPOLO ITALIANO A CUI INVIO LA MIA BENEDIZIONE

BENEDICTUS PP. XVI












VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (II)





CERIMONIA DI BENVENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE "PLESO" DI ZAGREB




All’arrivo all’aeroporto internazionale di Zagreb, previsto per le ore 11, il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica di Croazia, Prof. Ivo Josipović, dall’Arcivescovo di Zagreb, Card. Josip Bozanić, e dal Presidente della Conferenza Episcopale Croata, S.E. Mons. Marin Srakić, Arcivescovo di Đakovo-Osijek. Con il Nunzio Apostolico S.E. Mons. Mario Roberto Cassari sono presenti inoltre i Vescovi della Croazia, alcune Autorità civili e un gruppo di fedeli.
Nel corso della cerimonia di benvenuto, in risposta al saluto del Presidente della Repubblica Prof. Ivo Josipović, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Gospodine Predsjedniče Republike Hrvatske,
časna braćo u biskupstvu,
poštovana gospodo predstavnici vlasti,
draga braćo i sestre!

S velikom radošću dolazim među vas kao hodočasnik u ime Isusa Krista. Srdačno pozdravljam ljubljenu hrvatsku zemlju i, kao nasljednik apostola Petra, velikim zagrljajem grlim sve njezine stanovnike. [Signor Presidente della Repubblica, venerati Fratelli nell’Episcopato, distinte Autorità, cari fratelli e sorelle! Con profonda gioia vengo in mezzo a voi come pellegrino, nel nome di Gesù Cristo. Rivolgo il mio più cordiale saluto all’amata terra croata e, quale successore dell’apostolo Pietro, stringo in un grande abbraccio tutti i suoi abitanti.] Saluto in particolare la Comunità cattolica: i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, specialmente le famiglie di questa terra, fecondata dall’annuncio del Vangelo, speranza di vita e di salvezza per ogni uomo. Rivolgo un deferente saluto a Lei, Signor Presidente della Repubblica, e alle altre Autorità civili e militari qui convenute. La ringrazio, Signor Presidente, per le cortesi parole che mi ha indirizzato, e formulo ogni miglior auspicio per l’alto incarico a Lei affidato e per la pace e la prosperità dell’intera Nazione.

Desidero in questo momento ricongiungermi idealmente alle tre visite pastorali compiute in Croazia dal mio amato predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, e ringraziare il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega il vostro Paese alla Santa Sede. Possiamo contare oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose. Questa storia è testimonianza eloquente dell’amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa. Fin dalle origini, la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli. Le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di "spazi del privato", richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell’identità del vecchio Continente. A vent’anni dalla proclamazione dell’indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell’Unione Europea, la storia passata e recente di questo vostro Paese può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l’intera compagine, a conservare e a ravvivare l’inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Possa così questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione, contribuire a far sì che l’Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale.

Con il motto "Insieme in Cristo", cari fratelli e sorelle, giungo a voi per celebrare la 1ª Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Questo importante momento sia occasione per riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l’unità, ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarietà sociale.

Već sad iskreno zahvaljujem svima koji su sudjelovali u pripravi i organizaciji moga posjeta. Pred današnjim izazovima za Crkvu i civilno društvo, zazivam na ovu zemlju i na sve njezine stanovnike, zagovor i pomoć blaženoga Alojzija Stepinca, Pastira kojega vaš narod voli i štuje. Neka prati mlade naraštaje da žive u ljubavi koja je potaknula Gospodina Isusa Krista da svoj život daruje za sve ljude. Sveti Josip, brižni čuvar Otkupitelja i nebeski zaštitnik vašega naroda, zajedno s Djevicom Marijom, „Najvjernijom Odvjetnicom Hrvatske", neka vam danas i uvijek isprose mir i spasenje. Hvala! [Ringrazio sentitamente fin da ora tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione e all’organizzazione della mia visita. Dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la società civile, invoco su questa terra e su quanti vi abitano l’intercessione e l’aiuto del Beato Alojzije Stepinac, Pastore amato e venerato dal vostro popolo. Possa egli accompagnare le giovani generazioni a vivere in quella carità che spinse il Signore Gesù Cristo a donare la vita per tutti gli uomini. San Giuseppe, custode premuroso del Redentore e celeste Patrono della vostra Nazione, insieme con la Vergine Maria, "Fidelissima Advocata Croatiae", vi ottenga oggi e sempre pace e salvezza. Grazie!]




VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA

Alle ore 11.45, al termine della cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale "Pleso", il Santo Padre Benedetto XVI si reca in auto al Palazzo Presidenziale di Zagreb ove, alle ore 12.15, ha luogo la visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Croazia, S.E. il Prof. Ivo Josipović.
Al Suo arrivo, il Papa è accolto dal Presidente che Lo attende all’ingresso del Palazzo. Quindi, raggiunto lo studio privato, dopo lo scambio dei doni, il Santo Padre e il Presidente della Repubblica di Croazia si intrattengono in colloquio privato.
L’incontro si conclude con la presentazione della famiglia del Presidente e delle rispettive Delegazioni.
Al termine della visita di cortesia, il Papa si trasferisce in auto alla Nunziatura Apostolica di Zagreb.



INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL GOVERNO NELLA NUNZIATURA APOSTOLICA DI ZAGREB

Alle ore 13.30, nella Nunziatura Apostolica di Zagreb, ha luogo l’Udienza al Presidente del Governo, Sig.ra Jadranka Kosor.
Al suo arrivo, il Presidente del Governo viene accolta dal Cardinale Segretario di Stato e dal Nunzio Apostolico che la accompagnano nella biblioteca della Nunziatura dove ha luogo un breve colloquio in attesa dell’arrivo del Papa.
Quindi il Santo Padre Benedetto XVI e il Presidente del Governo Sig.ra Jadranka Kosor, si intrattengono in colloquio privato.
L’incontro si conclude con la Firma del Libro d’oro della Presidenza del Governo e con la presentazione dei familiari e dei più stretti collaboratori.
Al termine dell’Udienza, il Santo Padre pranza in Nunziatura con i membri del Seguito papale.

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