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Ultimo Aggiornamento: 19/10/2015 04:06
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28/01/2009 17:36
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Il Papa all'udienza generale: nessuno neghi la tragedia dell'Olocausto. E ai vescovi lefebvriani: fedeltà al Concilio Vaticano II


Una condanna categorica di ogni tesi negazionista dell’Olocausto è stata pronunciata stamani da Benedetto XVI all’udienza generale in Aula Paolo VI. Il Papa oltre a soffermarsi sulla Shoah, di cui si è celebrata ieri la Giornata internazionale della memoria, ha spiegato il significato della revoca della scomunica ai 4 vescovi della Fraternità San Pio X, esortandoli ad essere fedeli al Concilio Vaticano II. E, ancora, il Pontefice ha augurato ogni bene al nuovo Patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. La parte catechetica dell’udienza generale era stata dedicata dal Pontefice alle Lettere paoline a Tito e Timoteo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Nell’omelia pronunciata all’inizio del Pontificato, ha ricordato Benedetto XVI, ho affermato che è “esplicito” compito del Pastore “la chiamata all’unità”. Proprio in adempimento di questo servizio all’unità, che qualifica in modo specifico il ministero di Successore di Pietro, ha aggiunto, “ho deciso giorni fa di concedere la remissione della scomunica in cui erano incorsi i quattro vescovi ordinati nel 1988 da mons. Lefebvre senza mandato pontificio”:


“Ho compiuto questo atto di paterna misericordia, perché ripetutamente questi presuli mi hanno manifestato la loro viva sofferenza per la situazione in cui si erano venuti a trovare. Auspico che a questo mio gesto faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del magistero e dell’autorità del Papa e del Concilio Vaticano II”.


(applausi)


In questi giorni, nei quali ricordiamo la Shoah, il Pontefice è poi tornato con la memoria alla sua visita al campo di sterminio ad Auschwitz, uno dei lager, ha ricordato, “nei quali si è consumato l’eccidio efferato di milioni di ebrei, vittime innocenti di un cieco odio razziale e religioso”. E qui ha rivolto un vibrante appello affinché la tragedia dell’Olocausto non sia mai dimenticata:


“Mentre rinnovo con affetto l’espressione della mia piena ed indiscutibile solidarietà con i nostri fratelli destinatari della Prima Alleanza, auspico che la memoria della Shoah induca l’umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell’uomo. La Shoah sia per tutti monito contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti. Nessun uomo è un’isola, ha scritto un noto poeta. La Shoah insegna specialmente, sia alle vecchie sia alle nuove generazioni, che solo il faticoso cammino dell’ascolto e del dialogo, dell’amore e del perdono conduce i popoli, le culture e le religioni del mondo all’auspicato traguardo della fraternità e della pace nella verità. Mai più la violenza umili la dignità dell’uomo!”


(applausi)


Il Papa ha quindi voluto esprimere i suoi auguri al nuovo Patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie Kirill, all’indomani dell’elezione:


“Invoco su di lui la luce dello Spirito Santo per il generoso servizio alla Chiesa ortodossa russa, affidandolo alla speciale protezione della Madre di Dio”.

Prima di queste parole, il Pontefice, nella catechesi, si era soffermato sulle lettere pastorali di San Paolo a Tito e Timoteo. Due epistole, ha detto, dalle quali i cristiani di oggi possono trarre molti fruttuosi insegnamenti. In particolare, ha costatato, l’Apostolo delle Genti affronta in questi testi alcuni degli errori che si stavano diffondendo nelle prime comunità cristiane. Ad esempio, una lettura sbagliata della Sacra Scrittura “come oggetto di curiosità storica”, mentre va sempre letta in colloquio con lo Spirito Santo. Per la prima volta, ha aggiunto, in queste lettere c’è un’approfondita riflessione sulla struttura ministeriale della Chiesa con l’indicazione dei tre ordini: episcopi, presbiteri e diaconi. E a proposito dei pastori, citando la lettera a Timoteo, il Papa ha ribadito che il vescovo deve essere benevolo, prudente, capace di insegnare e indulgente. Parole corredate da un’esortazione ai pastori e ai fedeli di oggi:

“Preghiamo alla fine il Signore e San Paolo, perché anche noi, come cristiani, possiamo sempre più caratterizzarci in rapporto alla società in cui viviamo come membri della famiglia di Dio. E preghiamo anche perché i pastori della Chiesa acquisiscano sempre più sentimenti paterni, insieme teneri e forti, della formazione della casa di Dio, della comunità della Chiesa”.

Ancora, il Pontefice ha spiegato che da queste lettere emerge che la Chiesa, la cui missione è universale, è colonna e sostegno della fede, della verità. Ed ha ribadito la centralità della Scrittura e della Tradizione nella vita del cristiano.


L’udienza generale è stata allietata da un festoso spettacolo offerto dai giocolieri del Circo Medrano. Al termine dell’esibizione il Papa ha ringraziato gli artisti circensi ed ha accarezzato un piccolo leoncino. Quindi, al termine dell’udienza, nell’Auletta, Benedetto XVI ha impartito la Benedizione ad una pala d’Altare destinata alla Basilica degli Armeni cattolici di Gerusalemme. E, ancora, il Santo Padre ha ricevuto una lettera e un dono dal ministro della Giustizia della Repubblica ceca, Jiří Pospíšil, in occasione della presidenza ceca del Consiglio dell’Unione Europea.





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