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Viaggio apostolico in Messico e Cuba...

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    00 13/12/2011 19:17

    Messico-Cuba: è festa nei due Paesi per l'annuncio della visita del Papa

    Vescovi e fedeli a Cuba e in Messico hanno celebrato l’annuncio ufficiale dell’imminente visita di Benedetto XVI che ieri ha confermato che si recherà nei due Paesi latinoamericani prima della Pasqua 2012 durante la Messa celebrata nella Basilica Vaticana nella memoria liturgica della Vergine Maria di Guadalupe e in occasione del Bicentenario dell’indipendenza degli Stati dell’America Latina.
    “Con molta allegria e speranza aspettiamo con devozione filiale il Santo Padre che ci visiterà come Pellegrino della Carità” hanno scritto i presuli della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba (Cocc) in una nota firmata dal portavoce, monsignor José Félix Pérez, 14 anni dopo lo storico viaggio nell’isola di Giovanni Paolo II.
    “Il Papa – aggiunge la nota ripresa dall'agenzia Misna – ha indicato il suo desiderio di essere nel nostro Paese per celebrare con i cubani l’Anno giubilare Mariano per i 400 anni dal ritrovamento dell’icona della Vergine della Carità”, patrona dell’isola, che proprio in questo periodo sta percorrendo in lungo e in largo il Paese.
    Nelle stesse ore, migliaia di messicani che ieri hanno commemorato proprio nella Basilica di Guadalupe a Città del Messico la giornata dedicata alla patrona nazionale e dell’America Latina – si stima che in totale quello che è considerato il più grande pellegrinaggio della regione abbia riunito dall’inizio di dicembre quasi 6 milioni di fedeli – sono esplosi in grida di gioia e applausi all’annuncio della visita del Papa.
    “Ci rallegriamo di questa notizia” ha detto il vicario episcopale della Basilica, Enrique Glennie Graue, riassumendo gli animi dei pellegrini per il prossimo arrivo “del nostro Padre”. Nella regione in cui si concentra il 46% dei cattolici del pianeta Benedetto XVI si era già recato nel 2007 in occasione della V Conferenza dell’episcopato latinoamericano e caraibico (Celam) di Aparecida, celebrata in Brasile. (R.P.)

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    00 02/01/2012 22:22
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    Viaggio del Papa in Messico e Cuba: gli episcopati locali pubblicano il programma della visita

    Le Conferenze episcopali di Messico e Cuba hanno pubblicato ieri il programma del viaggio apostolico che il Papa compirà nei due Paesi, dal 23 al 28 marzo prossimo. Si tratta del 23.mo viaggio internazionale, annunciato da Benedetto XVI lo scorso 12 dicembre durante la Messa per l’America Latina. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Messico e Cuba attendono con gioia e trepidazione il Papa. Il Pontefice, informa una nota dell’episcopato messicano, arriverà il pomeriggio di venerdì 23 marzo all’aeroporto di León nello Stato di Guanajuato, nel nord del Messico. Qui si svolgerà la cerimonia di benvenuto con il presidente Felipe Calderón. Quindi, il Papa si recherà alla residenza “Colegio Miraflores” dove soggiornerà durante la permanenza in Messico. Sabato 24, dopo la visita di cortesia al presidente, il Papa saluterà e benedirà i bambini messicani raccolti nella “Plaza de la Paz” nella città di Guanajuato. Momento culminante del viaggio la Messa - nella mattinata di domenica 25 marzo - nel Parco Bicentenario di León. Quindi nel pomeriggio, nella Cattedrale cittadina, il Papa celebrerà i Vespri assieme ai vescovi messicani e ad una delegazione di presuli latinoamericani e dei Caraibi.

    La mattina dopo, il Papa volerà dunque alla volta di Cuba. Il Pontefice sarà ricevuto dal presidente Raul Castro a Santiago de Cuba, quindi si recherà nella sede dell’arcivescovado. Nel pomeriggio, nella Festa dell’Annunciazione, il Papa celebrerà una grande Messa nella Piazza della Rivoluzione “Antonio Maceo”. La mattina del 27 marzo, si recherà dunque in visita privata al Santuario della “Vergine della Carità” del Cobre per un momento di preghiera, poi si trasferirà in aereo all’Avana dove sarà ricevuto dal cardinale arcivescovo della città, Jaime Ortega Alamino. Nel pomeriggio, colloquio ufficiale con il presidente cubano Raul Castro, infine l’incontro con i vescovi cubani nella nunziatura. Il 28 marzo, ultimo giorno del viaggio, il Papa presiederà la Messa nella Piazza della Rivoluzione “José Marti” dell’Avana, quindi nel pomeriggio si trasferirà all’aeroporto per fare ritorno a Roma.

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    00 31/01/2012 18:23
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    VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN MESSICO E NELLA REPUBBLICA DI CUBA (23 - 29 MARZO 2012) - PROGRAMMA, 31.01.2012

    Venerdì, 23 marzo 2012

    Roma

    09.30

    Partenza in aereo dall’Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma/Fiumicino per León/Guanajuato.

    León

    16.30

    CERIMONIA DI BENVENUTO nell’Aeroporto Internazionale di Guanajuato (in località Silao). Discorso del Santo Padre.

    Sabato, 24 marzo 2012

    08.00

    Santa Messa in privato nella Cappella del Colegio Miraflores.

    18.00

    VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE FEDERALE nella Casa del Conde Rul di Guanajuato.

    18.45

    SALUTO AI BAMBINI nella Plaza de la Paz di Guanajuato. Saluto del Santo Padre.

    Domenica, 25 marzo 2012

    10.00

    SANTA MESSA nel Parque del Bicentenario di León. Omelia del Santo Padre.

    RECITA DELL’ANGELUS DOMINI. Parole del Santo Padre.

    18.00

    CELEBRAZIONE DEI VESPRI con i Vescovi del Messico e dell’America Latina nella Cattedrale della Madre Santissima della Luce di León. Discorso del Santo Padre.

    Lunedì, 26 marzo 2012

    09.00

    CERIMONIA DI CONGEDO nell’Aeroporto Internazionale di Guanajuato (in località Silao). Discorso del Santo Padre.

    09.30

    Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Guanajuato (in località Silao) per Santiago de Cuba.

    Santiago de Cuba

    14.00

    CERIMONIA DI BENVENUTO nell’Aeroporto Internazionale Antonio Maceo di Santiago de Cuba. Discorso del Santo Padre.

    17.30

    SANTA MESSA in occasione del 400° anniversario del ritrovamento della Virgen de la Caridad del Cobre nella Piazza Antonio Maceo di Santiago de Cuba. Omelia del Santo Padre.

    Martedì, 27 marzo 2012

    09.30

    VISITA AL SANTUARIO DELLA VIRGEN DE LA CARIDAD DEL COBRE di Santiago de Cuba.

    10.30

    Partenza dall’Aeroporto Internazionale Antonio Maceo di Santiago de Cuba per La Habana.

    La Habana

    12.00

    Arrivo all’Aeroporto Internazionale José Martí de La Habana.

    17.30

    VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri della Repubblica al Palacio de la Revolución di La Habana.

    19.15

    Incontro e cena con i Vescovi cubani e con il Seguito Papale nella Nunziatura Apostolica di La Habana.

    Mercoledì, 28 marzo 2012

    09.00

    SANTA MESSA nella Plaza de la Revolución di La Habana. Omelia del Santo Padre.

    16.30

    CERIMONIA DI CONGEDO nell’Aeroporto Internazionale José Martí di La Habana. Discorso del Santo Padre.

    17.00

    Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale José Martí di La Habana per Roma.

    Giovedì, 29 marzo 2012

    Roma

    10.15

    Arrivo all’Aeroporto di Roma/Ciampino.

    Bollettino Ufficiale Santa Sede


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    00 02/02/2012 12:23
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    Non santificate Castro che si converte

    Se Repubblica già immagina una specie di santificazione del Lìder Maximo in occasione della visita di Benedetto XVI, la ragione raccomanda prudenza

    di Luca Doninelli

    Se Repubblica già immagina una specie di santificazione del Lìder Maximo in occasione della visita di Benedetto XVI, la ragione raccomanda prudenza.
    L’articolo di Marco Ansaldo, pubblicato ieri sul quotidiano romano (leggi qui), evoca da parte della Chiesa un «passo millenario» e lascia immaginare, con bella vena sentimentale, uno scenario degno di novantanove anni di pace: il Papa e Fidel, pressoché coetanei, potrebbero incontrarsi nell’occasione (anche se il protocollo non lo prevede, ma si sa che la famiglia è la famiglia) e chissà quale «scambio di parole e di sguardi» potrebbe correre tra loro, viste le tante voci relative alla definitiva conversione dell’antico Lucifero - scomunicato, ricordiamo, da Giovanni XXIII nel freddissimo 1962 - dopo una vita al servizio dell’ateismo. Nel retropensiero, abbastanza chiassoso, dell’articolo si legge in filigrana una parola, che è il vero fil rouge della questione: la parola «riabilitazione». Riabilitare chi? Che cosa? Il comunismo? È questo il «passo millenario»? Prudenza, amigos. Lo stesso Vaticano consiglia di abbassare i toni. In queste cose scomodare il Santo Padre è fuori luogo: il Lìder può confidare i propri travagli spirituali, anziché al Papa, «a un giovane prete che va a trovarlo e gli sta accanto». L’espressione non è casuale. Il «giovane prete» allude alla fioritura della Chiesa cattolica cubana e alla sua attuale insostituibilità in quella società. Inoltre, a questo prete si domanda di andarlo a trovare e di stargli accanto. La Chiesa conosce bene la natura dell’uomo, e sa che certe vie, pur imboccate con le migliori intenzioni, necessitano di un sostegno. Perfino i miracoli - come ricorda l’episodio evangelico dei Dieci Lebbrosi (Lc. 17, 11-19), tutti guariti ma di cui uno soltanto tornò a render grazie a Gesù - hanno bisogno di una grande lealtà con sé stessi, di cui gli uomini da soli non sono capaci. Perciò, proprio per la gravità del problema, è necessario un accompagnamento assiduo e discreto, e non bastano «parole» e «sguardi», anche se sono le parole e gli sguardi del Papa. Non procediamo a santificazioni sommarie: a quello ci penserà la Chiesa, se dovrà pensarci. Piuttosto, l’immaginazione è attratta, più che dai passi millenari, da una vicenda che, se confermata, ha un sapore antico. Le cronache medievali parlano spesso di efferati mascalzoni, che dopo aver gozzovigliato e fornicato per una vita in barba ai Dieci Comandamenti e ai Precetti della Chiesa, vedendo avvicinarsi la Spilungona con la falce in mano fanno marcia indietro, e nella speranza di ottenere un trattamento di favore dall’Altissimo si prodigano in dure penitenze e generose donazioni. Il tono dei racconti in parola va dall’agiografico al sarcastico, come nella celebre novella boccaccesca, dove quel farabutto di Ser Ciappelletto recita così bene la parte del santo da essere poi dichiarato santo (primo esempio di «santo subito») a furor di popolo, fino a costringere lo stesso Dio, s’intende a malincuore, a concedere a quei babbei degli uomini le grazie che essi con tanto fervore chiedono al millantato santo. Il discrimine tra sincerità del cuore e convenienza politica è terribilmente difficile da individuare, tanto da lasciar pensare che esso non esista nemmeno, e che le due cose siano una sola. Astuzia, dolore, senso politico, paura si fondono insieme in un unico, vasto sentimento che non si può definire con una sola parola, anzi, spesso non arriva nemmeno a farsi parola, oppure assume la forma del ragionamento utilitaristico, come fa il Figliol Prodigo, che torna da suo padre perché gli conviene, visto che sta morendo di fame. Quale sia la «fame» di Fidél Castro, non lo sa nessuno di noi. Vecchio e malato, ma non stupido, egli penserà certamente a tutto quello che il suo potere ha prodotto in tanti anni di storia per milioni e milioni di persone. Sono queste le cose che contano. Le riabilitazioni lasciano il tempo che trovano. Le santificazioni possono aspettare. Conta solo ciò che realmente sta accadendo all’uomo Fidel Castro, e che può essere confessato «a un giovane prete che va a trovarlo e gli sta accanto» nel tempo, nella durata. Dopodiché, vengano pure gli abbracci.

    © Copyright Il Giornale, 2 febbraio 2012


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    00 16/02/2012 00:18
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    Messico: aperto il website per la visita del Papa



    “Dalla Conferenza episcopale messicana diamo un caloroso benvenuto al sito ufficiale della Visita apostolica di Papa Benedetto XVI in Messico, che è entrato in funzione la sera del 13 febbraio. Siamo sicuri che questo sito sarà una fonte di informazioni preziose per la Chiesa in Messico e per tutto il mondo”, con queste parole la Conferenza episcopale invita a visitare il nuovo sito - www.benedictomexico.mx - che mostra l’immagine della Madonna di Guadalupe e la foto di Papa Benedetto XVI con le parole: “La nostra Speranza si sente in tutto il Messico… Benvenuto Benedetto!”. Oltre alla biografia del Papa ed ai principali documenti da Lui firmati, il sito presenta i dettagli della visita di Benedetto XVI, l’itinerario, il programma generale, con una sezione preparata per i discorsi, le celebrazioni ed i comunicati. C’è anche una presentazione dei luoghi che visiterà il Papa e uno spazio per le foto che saranno pubblicate. La parte inferiore del sito riporta la preghiera per la visita del Papa e la possibilità di registrarsi come volontari nella preparazione. (R.P.)

    © Copyright Radio Vaticana


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    00 22/02/2012 21:11
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    Messico: una nuova radio online, Radio Cristo Rey, prepara la visita del Papa

    Mancano solo 30 giorni alla visita di Benedetto XVI in Messico, e l'arcidiocesi di Leon ha annunciato l'apertura di una radio via internet, Radio Cristo Rey, http://www.radiocristorey.com/ la quale ha anche una presenza nei social network, con più di 12 programmi in diretta, coinvolgendo sacerdoti, diaconi e laici delle diocesi di Queretaro, Celaya e León.
    Il suo obiettivo iniziale è che gli utenti conoscano Benedetto XVI e il significato del messaggio che porta con la sua visita. “Conoscendo la realtà del web, assumendo la missione di diffondere il messaggio di Cristo e del Papa, vogliamo raggiungere tutte le persone di buona volontà. Per questo motivo avremo anche piccoli programmi in inglese, francese e italiano, così come in Nahuatl, Mixe, Tarahumara e Otomi" spiega la nota inviata all'agenzia Fides.
    La “copertura speciale” inizia con il programma "Discepoli e missionari", trasmesso dalla diocesi di Queretaro alle ore 10, al quale parteciperà il vescovo mons. Faustino Armendáriz. Il comunicato ricorda che la visita del Papa avviene nel contesto dell'anniversario dell'indipendenza, che si celebra in diversi paesi dell'America Latina, e che il Papa viene "ad annunciare la Parola di Cristo e a rafforzare la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare con una fede coraggiosa". Fra le commissioni create per occuparsi di tutti gli aspetti che riguardano la visita del Papa, c'è anche quella della comunicazione, e la radio vuole promuovere attraverso la rete la preparazione alla visita in tutti i mezzi di comunicazione.(R.P.)

    © Copyright Radio Vaticana

    [Modificato da Paparatzifan 22/02/2012 21:16]
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    00 12/03/2012 21:35
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    Papa/ Arcivescovo L'Avana: Visita Cuba climax di primavera Chiesa

    Card. Ortega: Speranza economia malgrado crisi e restrizioni Usa

    Città del Vaticano, 12 mar. (TMNews)

    La visita che il Papa compirà a Cuba dal 26 al 29 marzo prossimi rappresenterà "una sorta di culmine, di climax" della "primavera della Chiesa" in corso nell'isola caraibica, secondo il cardinale Jaime Ortega Alamino, arcivescovo dell'Avana.
    "Abbiamo avuto la grande opportunità di realizzare una missione nazionale con l'immagine pellegrina della Vergine della Carità del Cobre, patrona di Cuba, oggetto di una grande devozione nazionale, che ha percorso tutta l'isola, in un vero e proprio trionfo di accoglienza, di entusiasmo, di partecipazione da parte della popolazione", ricorda il porporato intervistato da Alessandro Di Bussolo per il programma 'Octava Dies' del Centro televisivo vaticano (Ctv). "Tutto questo è stato per noi una sorta di primavera della Chiesa, una primavera in cui si è palesata quella fede del cubano, che sempre ha conservato, quella fede popolare che è stata molte volte svalutata e persino disprezzata da molti.
    Eppure, è ciò che ha consentito di preservare nel popolo cubano il senso del sacro, la fede religiosa e i valori, compresi quelli della famiglia, della società e dell'individuo. In questo consiste il risveglio, che contribuisce ad accogliere ora Papa Benedetto XVI, in una sorta di culmine, di climax importante e decisivo della vita della Chiesa in Cuba".
    La situazione economica di Cuba, ha detto il cardinale Ortega, intervistato dal 'Ctv' aRomanei giorni del Concistoro, "si colloca in una fase di cambiamento e, malgrado le restrizioni che ci sono, dovute alla mancanza di scambi commerciali con gli Stati Uniti, a causa del vecchio embargo economico, nonché alla crisi mondiale che limita sempre le possibilità di sviluppo e di crescita di tutti i Paesi, si è verificata una stabilizzazione e un miglioramento dell'economia. Credo questo sia un momento oserei dire di speranza.
    Nel contempo si verifica un'apertura all'iniziativa privata, all'associazionismo: si possono creare cooperative, si può persino dare vita a cooperative composte da cooperative, si possono impiegare gruppi di persone negli affari, nel commercio. Insomma, si fanno passi avanti senza peraltro perdere quanto di molto positivo è stato acquisito negli anni precedenti, in termini di sanità, di educazione e di assistenza sociale".
    L'arcivescovo dell'Avana ricorda poi la visita compiuta a Cuba da Giovanni Paolo II nel 1998: "Ha segnato la vita della Chiesa.
    Prima di tutto ha fatto notare al cattolico cubano e agli abitanti di Cuba che la Chiesa era lì e che era viva e che quella Chiesa - talvolta molto silenziosa - aveva potuto preparare una tale visita e compariva per la prima volta in televisione davanti al popolo cubano e davanti al mondo intero. Questo è stato un passo definitivo, che ha fatto sì che la vita della Chiesa in Cuba non fosse più la stessa e che tutto il popolo cubano considerasse con altri occhi l'essenza della Chiesa cattolica, della cattolicità e di questa appartenenza alla Chiesa universale".

    © Copyright TMNews


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    Inno ufficiale del viaggio in Messico...



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    Da "Korazym.org"...

    Dopo il coccodrillo cubano anche una GMG a l' Havana? Il sogno di Monica, cantante e volontaria a Madrid

    Scritto da Angela Ambrogetti

    Giovedì 15 Marzo 2012 13:50

    A vederlo fa tenerezza. Più che altro sembra un lucertolone con gli occhi gialli e assonnati. Ma se spalanca le fauci i denti aguzzi brillano al sole e capisci che un coccodrillo, anche se piccolo, è sempre un animale selvatico. Tutti ormai lo chiamano il coccodrillino del Papa perchè ha ricevuto la carezza di Benedetto XVI in una udienza del gennaio scorso. In effetti è un esemplare raro Crocodylus rhombifer, un coccodrillo cubano che è tragicamente in via di estinzione. Ma questo ha avuto una sorte speciale. Recuperato da un traffico illegale di animali esotici, è stato adottato dal Bioparco di Roma e da ieri, dopo qualche mese di cure, è ripartito per lo zoo de La Havana. E tanto è diventato il simbolo del viaggio di Papa Benedetto nell’isola caraibica che alla cerimonia per la sua partenza da Roma era presente il vescovo Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato di Sua Santità. Una occasione per puntare i riflettori su Cuba e sul rispetto per la natura e l’amicizia tra i popoli. “È importante sottolineare che l’intera ‘operazione coccodrillo’ è a costo zero per i cittadini e per l’amministrazione – ha spiegato il presidente del Bioparco Paolo Giuntarelli - grazie alle donazioni ricevute e alle raccolte fondi organizzate dal Bioparco attraverso le serate-evento ‘Crocodile Night fever’ che continueranno per tutto l’anno”.
    Serate che portano a Roma l’anima bella di una nazione dove ancora i diritti umani sono confusi con qualche apertura commerciale. Ma la gente di Cuba non si perde d’ animo. Dopo il 1998, dopo la visita di Giovanni Paolo II, i cattolici hanno ripreso ad andare in chiesa, sono aumentati i numeri dei battesimi, e il cardinale Ortega y Alamino puo’ inviare un messaggio di Natale ai fedeli, anche se su una rete secondaria. Addirittura in occasione del viaggio del Papa a fine marzo ha avuto uno spazio sul canale televisivo principale. I cubani sono entusiasti di questo viaggio. Sanno che è una occasione per raccontare Cuba, la sua cultura, la sua ricchezza, e la sua fede.
    Così come lo sa la giovane e talentuosa musicista italo-cubana Monica Marziota, 27 anni e tanto swing nelle vene ereditate dalla famiglia: “Mio nonno Julio Valdez era un direttore d’orchestra e compositore, e nella famiglia quasi tutti sono musicisti e questo è parte della mia vita. Una passione che mi ha portato ad esprimermi attraverso la musica, sono in contatto con me stessa e scopro un po’ di me ogni giorno per capire anche ci vorrò essere.” A gennaio il suo concerto di musica cubana è stata la prima raccolta fondi per il coccodrillino. Un modo per parlare della sua Cuba.


    Che cosa è per te Cuba?
    É il mio sangue, la mia patria, la mia terra. Un’isola che adoro, piena di contraddizioni ma dove si ha tanta voglia di vivere, creare, esprimersi. Siamo degli isolani aperti, internazionali, forse perché siamo nel punto centrale tra America del Sud e del Nord, Cuba veniva chiamata la chiave delle Americhe. Un luogo che è stato porto di immigrazione, siamo un popolo molto misto e questo ci rende cosmopoliti.
    In occidente identifichiamo Cuba da decenni con la rivoluzione di Fidel Castro, ma la cultura cubana ha radici antiche e religiose, anche nella musica è così, e cosa c’è di tutto questo nella tua musica?
    La mia musica è il mix di Africa, Spagna e Italia perché mio padre è italiano. Senza l’eredità cubana io sarei diversa. E la religione, la mia spiritualità è al primo posto. Non ha un ruolo, è la base di tutto. Senza questo aiuto di Dio ogni giorno non riuscirei neanche a svegliarmi con la voglia di fare. Vengo da una famiglia cattolica e del resto Cuba è un paese di tradizione cattolica nonostante i periodi difficili per via della situazione politica. Ma grazie a Dio, e alla visita di Giovanni Paolo II nel 1998 le porte si sono riaperte e da allora tutto va un sempre un po’ meglio. Io mi ricordo che quando ero piccola, ho 27 anni, alcune cose erano proibite o molto difficili da realizzare. Anche se molti seguivano la vita della Chiesa, erano battezzati. Già negli anni ’90 le cose sono migliorate, ma dal ’98 la gente ha potuto manifestare la propria fede più chiaramente. A casa mia c’è stata sempre una cultura cattolica, ma dipende dalle famiglie.
    Che cosa ti aspetti da questa visita di Benedetto XVI?
    Ho tanta fede e penso che sarà un modo per avvicinare il popolo cubano alla nostra fede cattolica e attraverso la fede diventare migliori e spero che ci sarà un dialogo tra il Governo di Cuba e il Vaticano e così si potrà fare un altro passo in avanti. Uno dei miei grandi sogni è che ci sia un giorno una GMG a l’Habana!
    Se dovessi fare uno spot per Cuba che diresti ?
    Venite a scoprire la vera Cuba. C’è tanta cultura, è uno dei paesi dove la creatività nei giovani si vede moltissimo. Venite a conoscere il sorriso di persone che anche con poco sorridono e sono felici. Sono stata a fare concerti in Nigeria lo scorso anno ed ho capito che cosa è il mal d’ Africa, e ho rivisto un po’ il nostro modo di sorridere un po’ ingenuo e tanto bello. Venite a Cuba, direi, per andare al di là dei luoghi comuni. Un prossimo concerto per sostenere il coccodrillo e il viaggio del Papa lo faremo forse al Bioparco.
    Monica ha molti progetti. A luglio sarà in Canada per ricordare i 10 anni della GMG di Toronto, e avrà uno spazio per la sua testimonianza a Salt and Light tv: “ E’ bello fa capire che si puo’ essere giovani e credenti fino in fondo. Bisogna essere giovani e allo stesso tempo vivere con principi veri e forti della fede. E questo va comunicato.” E’ stata volontaria per la GMG di Madrid e segue le attività del Centro giovanile San Lorenzo, sostenuto dal Pontificio Consiglio per i Laici che ha sede nella chiesa di san Lorenzo a pochi passi da san Pietro. Lì si vive una GMG quotidiana. Dopo la messa del venerdì sera si va a fare missione di strada tra la gente con la Croce della GMG. E Monica dice che la musica deve trasmettere valori positivi, e lo fa, con i suoi concerti e le sue attività, il rispetto per la natura e sopratutto la sua fede.


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    PAPA: NUNZIO A CUBA, A GONFIE VELE LA PREPARAZIONE DEL VIAGGIO

    (AGI) - CdV, 15 mar.

    La preparazione della visita di Benedetto XVI a Cuba, atteso a Santiago di Cuba per il primo pomeriggio, ora locale, del 26 marzo, "procede a gonfie vele". Lo afferma il nunzio apostolico all'Avana, arcivescovo Bruno Musaro'.
    "Dall'annuncio del 10 novembre - spiega l'arcivescovo alla Radio Vaticana - il tempo e' stato breve, ma forse anche questo ha spinto le due Commissioni, della Chiesa e del governo, a lavorare assiduamente, con celerita', nei preparativi. E devo dire che veramente si e' lavorato molto bene. Adesso si stanno ultimando i dettagli". "La gente - dice il presule - si aspetta che la presenza di Benedetto XVI a Cuba, sulla scia della visita apostolica di Giovanni Paolo II, aiuti la societa' ad aprirsi ancora di piu'".
    Qui, assicura, "nessuno dimentica il viaggio di Papa Wojtyla, ed il governo stesso e' contento di quanto disse Giovanni Paolo II, quello slogan che lancio' nel '98: 'Che Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba'". "E' questo - ritiene il rappresentante della Santa Sede - il segreto desiderio che sgorga dal profondo del cuore di tutti i cubani". "Ma soprattutto - aggiunge Musaro' ci si aspetta dalla visita di Benedetto XVI, un processo di riconciliazione tra tutti i cubani. Ed e' questo - scandisce - il punto su cui hanno insistito i vescovi durante il pellegrinaggio della Madonna, il punto su cui stanno insistendo, preparando la visita di Benedetto XVI".
    Nell'intervista al canale "One-O-Five live" della Radio Vaticana, monsignor Musaro' ricorda che dopo la rivoluzione del 1959, per qualche anno Cuba fu definita un "Paese ateo". "Pero' - tiene a sottolineare - questo aspetto dell'ateismo fu tolto dalla Costituzione poco prima della visita di Giovanni Paolo II.
    Praticamente, non aveva nessun significato.
    Come si puo' parlare di un Paese ateo qui in America Latina?". Secondo monsignor Musaro', dunque, "a Cuba c'e' stata, in questi ultimi anni, con il nuovo presidente della Repubblica, un'apertura soprattutto in campo economico e questo ha suscitato e continua a suscitare molta speranza nei cubani nel senso che queste aperture continuino e si possa arrivare ad un tenore di vita piu' sereno, un tenore di vita che possa dare fiducia alla gente per impegnarsi con il lavoro per il bene comune della societa"'.

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    Finita l'occupazione di una chiesa dell'Avana, il cardinale Ortega convince i dissidenti

    Dopo un’occupazione durata due giorni,13 dissidenti cubani hanno lasciato, nella serata di ieri, la Basilica di Nostra Signora della Carità all’Avana.
    Il gruppo, evacuato dalla polizia, non ha opposto alcuna resistenza. Durante un colloquio con gli occupanti, il cancelliere dell'arcidiocesi, mons. Ramón Suárez Polcari, aveva ribadito le assicurazioni delle autorità di sicurezza al cardinale arcivescovo dell’Avana Jaime Ortega che i 13 sarebbero stati portati nella sede della polizia per poi lasciarli tornare nelle loro case sotto la protezione della Chiesa e che niente avrebbe potuto compromettere la loro sicurezza. “Si pone fine così – afferma una nota dell’arcivescovado dell’Avana – ad una crisi che non avrebbe mai dovuto verificarsi.
    La Chiesa si augura che eventi simili non si ripetano e che l'armonia che tutti desiderano possa essere effettivamente raggiunta”.
    Il gruppo si era presentato martedì scorso per consegnare al rettore del Santuario un messaggio per Benedetto XVI, con una serie di rivendicazioni sociali, ma si era poi rifiutato di uscire, di fatto barricandosi all’interno.
    È un’azione architettata “con l’apparente scopo di creare situazioni critiche mentre si avvicina la visita di Benedetto XVI a Cuba”, aveva rilevato un comunicato della Curia che così concludeva: “La Chiesa ascolta e accoglie tutti, e intercede per tutti” ma nessuno “ha il diritto di trasformare le chiese in trincee politiche.
    Nessuno ha il diritto di distruggere lo spirito celebrativo dei fedeli cubani e di molti altri cittadini che attendono con gioia e speranza la visita di Papa Benedetto XVI a Cuba”.

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    Papa: P. Lombardi, in Messico escluso incontro con vittime abusi Maciel

    Citta' del Vaticano, 16 mar. - (Adnkronos) - E' escluso che Benedetto XVI incontri le vittime degli abusi sessuali di padre Marcial Maciel nel suo prossimo viaggio in Messico e a Cuba dal 23 al 29 marzo. E' quanto ha precisato questa mattina padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, presentando il viaggio del Pontefice. Maciel e' il fondatore dei Legionari di Cristo, congregazione messicana, finito sotto inchiesta per la giustizia civile e per il Vaticano a causa dei numerosi abusi di cui si e' macchiato e che fu ridotto al silenzio dal Papa. (Adnkronos)


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    Il Papa vola in Messico ma non vedrà le vittime del prete pedofilo

    Vaticano: i vescovi non lo hanno chiesto. Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, è padre di diversi figli illegittimi

    Città del Vaticano, 16 mar. (TMNews)

    E' "escluso" che il Papa incontri le vittime di Marcial Maciel, sacerdote messicano, fondatore dei Legionari di Cristo, pedofilo e padre di diversi figli illegittimi, nel corso del viaggio che compirà in Messico dal 23 al 26 marzo.
    "Non è previsto, i vescovi non l'hanno chiesto", ha spiegato il portavoce vaticano, Federico Lombardi, in un briefing di presentazione del viaggio. "Negli altri Paesi in cui questi incontri sono avvenuti, i vescovi lo avevano chiesto perché il problema era sentito nella società e nella Chiesa. In questo caso no, non c'è nel programma e non c'è da attenderselo".


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    00 17/03/2012 00:10
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    Benedetto XVI, sul viaggio in Messico il fantasma di padre Maciel

    di Franca Giansoldati

    CITTA' DEL VATICANO - Sull'ormai imminente viaggio del Papa in Messico si allunga il fantasma di padre Maciel, il religioso messicano, fondatore dei Legionari di Cristo, morto nel 2008 a 83anni d'età dopo essere stato punito da Benedetto XVI per una sfilza di misfatti tanto da essere paragonato a una specie di demone. Abusi sessuali, uso di droghe, corruzione, uso spregiudicato del potere all'interno dell'ordine religioso che aveva fondato nel 1941, menzogne, plagio, persino l'esistenza di due famiglie, una in Spagna e l'altra a Città del Messico. Solo dopo una indagine promossa dall'allora cardinale Ratzinger nel 2005, non senza fronteggiare diverse resistenze in curia poichè Maciel godeva di una reputazione di ferro grazie all'amicizia con Giovanni Paolo II, al religioso messicano fu imposta una vita di penitenza e di ritiro. La punizione arrivò nel 2006 anche se il sacerdote non fu mai ridotto allo stato laicale, nè tantomeno subì un processo. Il caso era piuttosto ingombrante e di difficile gestione. In Messico anche se Benedetto XVI andrà per rendere omaggio al Cristo Rey e alla Vergine morenita, simbolo della religiosità di un intero continente, dal passato la sagoma di padre Maciel affiora, inevitabile, così come molti interrogativi. Uno tra tutti: perchè la Chiesa davanti ad un caso tanto abnorme ha reagito tanto tardi? E, soprattutto, perché in tutti questi anni non mai state ricevute le vittime che hanno subito violenze sessuali e psicologiche, tra cui persino due dei figli biologici di Maciel? Nel corso dei suoi viaggi negli Stati Uniti, a Malta, in Australia, in Germania, in Gran Bretagna, Benedetto XVI ha sempre incluso un incontro con le vittime degli abusi.
    Ha pregato con loro. Ha ascoltato le loro storie drammatiche, li ha consolati, assicurando che gli errori commessi in passato dalla Chiesa non si sarebbero più ripetuti. In Messico le vittime di padre Maciel si attendono un gesto simile, un abbraccio paterno, una carezza consolatoria. Si tratta di ex legionari desiderosi di conciliarsi con la Chiesa. Persone che hanno sofferto enormemente anche per fare emergere la verità. Sopportarono ogni sorta di umiliazione persino dal Vaticano: quando fu depositata la prima denuncia, nel 1997 nessuno voleva dare loro credito. Neppure uno voleva ascoltarli e furono trattati come degli appestati. Al momento, nell'agenda papale, non è previsto nessun incontro con loro. Ovviamente potrebbe essere inserito all'ultimo momento, senza dare preavvisi in anticipo, come è stato fatto anche a Malta e in Germania.INtanto in Messico vi è molta attesa per vedere se il Papa romperà il silenzio sul caso Maciel. Salvo qualche pronunciamento dei vescovi messicani, fatto a titolo personale, non c'è ancora stato una presa di posizione ampia, collettiva e definitiva. Diversi vescovi erano amici personali di Maciel, come per esempio il cardinale Rivera Carrera e questo genera imbarazzi. "Ma se il Papa è entrato in contatto con altre vittime, perchè non dovrebbe farlo con le vittime di padre Maciel in Messico?" Ha scritto recentemente Bernardo Barranco, sociologo, presidente del Centro di Studi Religiosi in Messico, un prestigioso istituto che in passato si è occupato compiutamente del caso di padre Maciel. Già perchè?

    Giovedì 01 Marzo 2012


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    00 17/03/2012 00:18
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    PAPA A CUBA: LOMBARDI, INCONTRO CON FIDEL E' EVENTO POSSIBILE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 16 mar.

    L'incontro a Cuba tra Fidel Castro e Benedetto XVI "e' una eventualita' possibile.
    Non e' annunciato nel programma ma se Fidel Castro chiedera' di incontrarlo il Papa lo vedra' volentieri".
    Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha risposto cosi' alle domande dei giornalisti sull'ipotesi di un colloquio tra il Pontefice e il "lider maximo" durante il viaggio che Ratzinger compira' a Cuba dal 26 al 28 marzo.
    "Se l'incontro ci sara' - ha assicurato padre Lombardi - sara' comunicato con le modalita' gia' utilizzate in precedenza durante i viaggi, quando si inseriscono nuovi appuntamenti nel programma". Quanto a eventuali incontri a Cuba con rappresentanti delle opposizioni, padre Lombardi ha risposto invece: "Non coltivate attese in questo senso".
    Nel corso del briefing tenuto oggi in Vaticano, il portavoce ha sottolineato che a Cuba Benedetto XVI potra' visitare un luogo molto significativo che il suo predecessore Giovanni Paolo II non pote' raggiungere nello storico viaggio del 1998: il Santuario della Vergine del Cobra. Secondo il portavoce, le due piazza dove il Papa celebrera' a Cuba potranno contenere in totale quasi un milione di persone.

    © Copyright (AGI)

    PAPA IN MESSICO: LOMBARDI,NON CHIESTO INCONTRO CON VITTIME MACIEL

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 16 mar.

    Durante il viaggio in Messico, dal 23 al 26 marzo, non e' previsto un incontro di Benedetto XVI con le vittime di Marcial Maciel, il sacerdote messicano fondatore dei Legionari di Cristo, riconosciuto colpevole di numerosi stupri.
    "Anche in altre occasioni gli incontri con le vittime degli abusi non erano previsti, questa volta pero' rispetto agli altri viaggi c'e' da aggiungere che i vescovi non lo hanno chiesto, quindi si potrebbe escludere questa eventualita'", ha precisato in merito padre Lombardi.

    © Copyright (AGI)

    PAPA: PADRE LOMBARDI,STA MOLTO BENE E AFFRONTA VIAGGIO GRAVOSO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 16 mar.

    "Il Papa sta molto bene, lo vedete voi come lo vedo io. Ha la sua eta' ma svolge con efficacia tutti gli impegni".
    Lo ha affermato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, in occasione del briefing tenuto oggi in Vaticano per presentare il viaggio in Messico e a Cuba, che impegnera' l'85enne Joseph Ratzinger dal 23 al 28 marzo.
    "Il Papa - ha detto ancora il gesuita in merito a questo pellegrinaggio - affronta anche impegni molto gravosi per la sua eta' e le sue forze. E questo e' segno che sta bene. Tutti abbiamo saputo che dal primo marzo e' piu' anziano di quanto lo era Giovanni Paolo II". Quanto al programma che in Messico ha escluso la Capitale, padre Lombardi ha ricordato che per il Papa "l'altiutudine di Citta' del Messico non e' consigliabile". In ogni caso, ha precisato, "non e' previsto che Benedetto XVI utilizzi pedana mobile, eventualmente seguira' le processioni con la Papamobile".

    © Copyright (AGI)

    PAPA A CUBA: LOMBARDI, SU EMBARGO S.SEDE CHIARA, NO DIMOSTRAZIONI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 16 feb.

    "La posizione della Santa Sede sull'embargo nei confronti di Cuba e' gia' stata ripetuta molte volte: la Santa Sede ritiene che sia qualcosa di cui il popolo soffre le conseguenze e che non raggiunge lo scopo.
    La Santa Sede - dunque - non lo ritiene una scelta positiva e utile".
    Lo ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, nel briefing tenuto questa mattina sul viaggio che Papa Benedetto XVI compira' a Cuba dal 26 al 28 marzo. Padre Lombardi non ha voluto pero' anticipare se tale posizione sara' esplicitata anche nei discorsi del Pontefice a Cuba ed ha sostanzialmente escluso che possa esservi un incontro con l'opposizione, suggerendo ai giornalisti di "non coltivare attese in questo senso".
    Il gesuita, ha anche spiegato che la Santa Sede condivide la posizone del cardinale dell'Avana, Jaime Ortega, contrario ad altri gesti dimostrativi come quello dell'occupazione della Cattedrale che si e' concluso questa notte.
    In merito Lombardi ha rinviato al comunicato dell'arcidiocesi, per la quale "si e' posta fine ad una crisi che non avrebbe mai dovuto verificarsi". L'auspicio e' che "eventi simili non si ripetano e che l'armonia che tutti desiderano possa essere effettivamente raggiunta". Per il cardinale Ortega (e padre Lombardi che lo ha citato) "la Chiesa ascolta e accoglie tutti, e intercede per tutti" ma nessuno "ha il diritto di trasformare le chiese in trincee politiche. Nessuno ha il diritto di distruggere lo spirito celebrativo dei fedeli cubani e di molti altri cittadini che attendono con gioia e speranza la visita di Papa Benedetto XVI a Cuba".

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    Il cardinale Bertone sulla visita del Papa in Messico

    Un grande atto d’amore

    Un grande atto d’amore. Così il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, definisce la scelta di Benedetto XVI di visitare il Messico dal 23 al 26 marzo prossimi.
    In un’intervista concessa a Valentina Alazraki dell’emittente messicana Televisa e al quotidiano «El Sol de México», riportata integralmente dalla Radio Vaticana, il segretario di Stato ritiene che il Papa possa in questi giorni rilanciare appelli contro la violenza, a favore della vita, per la promozione della famiglia. Benedetto XVI, spiega il cardinale, conosce bene la situazione del Messico, «un Paese attraversato da problemi e da sfide formidabili, soprattutto le sfide della violenza, le sfide della corruzione, del narcotraffico, che esigono l’impegno di tutti, l’impegno di tutte le istanze religiose, civili, sociali per superare questa fase e per rifondare il Messico sui valori cristiani, che sono nel dna del popolo messicano: i valori della pacifica convivenza, della fraternità, della solidarietà e dell’onestà».
    Per questo il Papa reca con sé «un messaggio di incoraggiamento» e, aggiunge, lo porta «soprattutto ai giovani perché non si lascino scoraggiare, perché non si lascino catturare da facili mire, da facili orizzonti magari di guadagno e di arrivismo, ma si sentano impegnati a costruire una società solidale, una società onesta, una società dove ciascuno abbia il proprio posto, il proprio riconoscimento. Un messaggio di amore e di grande incoraggiamento e quindi di ottimismo».
    Sulla scia dell’esperienza maturata in diverse occasioni d’incontro con la realtà messicana il cardinale Bertone definisce la fede del popolo di questa grande Nazione «solida, non superficiale. E da questo punto di vista credo che ancora adesso la fede non si sia affievolita, anzi: proprio di fronte ai problemi e alle sfide, c’è bisogno di un maggior radicamento nella fede e c’è bisogno di un aiuto dall’Alto e quindi di maggiore preghiera, ma anche di maggiore impegno personale. E credo che la Chiesa, nella sua struttura organizzativa, nei suoi pastori, nelle sue organizzazioni sociali e capillari, lavori in questa direzione».
    Il cardinale sottolinea poi che i rapporti tra Messico e Santa Sede sono in positiva evoluzione, soprattutto considerando le tensioni che hanno caratterizzato il secolo scorso. «Il popolo — ha ricordato il segretario di Stato — sentiva la Chiesa come “cosa sua”, come anima del popolo, però politicamente, civilmente e strutturalmente c’era una contrapposizione, una tensione. Vent’anni fa si sono ristabiliti i rapporti diplomatici: questo è un segnale di rilevanza pubblica della Chiesa come tale. È un riconoscimento della funzione universale svolta dalla Chiesa e dalla Santa Sede. Si pensi anche allo sviluppo che ha avuto il Messico nella comunità internazionale, non solo nel Caribe e nell’America Latina, ma nella comunità internazionale, tra i Venti, per dire. È significativo dunque che questi rapporti siano saldi e fruttuosi».
    Quanto all’immediato il porporato ricorda che attualmente in Messico si sta discutendo e votando una legge sulla libertà religiosa. E su questo punto il segretario di Stato conclude: «Se resiste il diritto alla libertà religiosa, anche gli altri diritti sono tutelati e protetti. Se cade il diritto alla libertà religiosa — questo diritto basilare, fondamentale — anche gli altri diritti vacillano».

    (©L'Osservatore Romano 21 marzo 2012)


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    PAPA: BERTONE, IN MESSICO APPELLO A DIFESA VITA E MATRIMONIO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 20 mar.

    Il valore della famiglia "come unione tra uomo e donna", e del matrimonio "come unione tra uomo e donna secondo il progetto primordiale del Creatore", saranno al centro della visita apostolica di Benedetto XVI in Messico.
    Lo sottolinea il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervistato da "Televisa" alla vigilia della partenza. Si tratta, spiega Bertone, di "un progetto di valenza naturale e quindi universale, che e' tutelato dalle grandi religioni del mondo, non solo dal cristianesimo e non solo dalla Chiesa cattolica".
    Altro tema del viaggio, ha annunciato, sara' quello della tutela della vita, "il 'non uccidere', non uccidere nemmeno nel seno materno il bambino non nato". Un comandamento, quello del non uccidere che, ha sottolineato Bertone, "in Messico ha certamente un'eco molto dolorosa, perche' purtroppo le uccisioni sono all'ordine del giorno, sono fatti quotidiani dolorosissimi. E quindi anche su questo punto, su questo comandamento del Decalogo, siamo tutti impegnati direi in prima fila".
    Il Papa, dunque, "certamente tocchera' questo punto, questo comandamento. E tutti, la Chiesa, le Chiese, le autorita' civili, tutte le istanze sociali e politiche sono impegnate in questo campo. Vorrei dire questo: la prima missione della Chiesa e' per l'appunto una missione educativa, quella di educare le coscienze".
    In proposito, il segretario di Stato ha citato una frase di Benedetto XVI sul fatto che "la Chiesa vuol servire la formazione della coscienza e contribuire affinche' cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia e insieme la disponibilita' ad agire in base a queste esigenze". "E' questo - ha spiegato Bertone - un compito formidabile, non di carattere prettamente politico, ma pesa sulla politica.
    E' insieme di formazione personale ed anche di formazione politica, formazione della societa', perche' si vuole plasmare una societa' che percepisca le esigenze della giustizia e voglia agire in base a queste esigenze".
    Secondo Bertone, "la scelta del Papa di visitare il Messico, senza dubbio, e' un grande atto di amore per questo grande Paese dell'America Latina, un grande Paese cattolico, un Paese in pieno sviluppo, un Paese pero' - ha ricordato il primo collaboratore di Papa Ratzinger - attraversato da problemi e da sfide formidabili, soprattutto le sfide della violenza, le sfide della corruzione, del narcotraffico, che esigono l'impegno di tutti, l'impegno di tutte le istanze religiose, civili, sociali per superare questa fase e per rifondare il Messico sui valori cristiani, che sono nel Dna del popolo messicano: i valori della pacifica convivenza, della fraternita', della solidarieta' e dell'onesta'".
    "Il Papa - ha concluso Bertone - portera' un messaggio di incoraggiamento in questa direzione e portera' questo messaggio soprattutto ai giovani perche' non si lascino scoraggiare, perche' non si lascino catturare da facili mire, da facili orizzonti magari di guadagno e di arrivismo, ma si sentano impegnati a costruire una societa' solidale, una societa' onesta, una societa' dove ciascuno abbia il proprio posto, il proprio riconoscimento. Un messaggio - quindi - di amore e di grande incoraggiamento e quindi di ottimismo, anche".

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    VATICANO-MESSICO: BERTONE, RAPPORTI IN POSITIVA EVOLUZIONE

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 20 mar.

    "I rapporti tra Messico e Santa Sede sono in positiva evoluzione, soprattutto considerando le tensioni che hanno caratterizzato il secolo scorso". Lo afferma il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, alla vigilia del viaggio del Papa.
    "Il popolo - ricorda il segretario di Stato sull'Osservatore Romano - sentiva la Chiesa come 'cosa sua', come anima del popolo, pero' politicamente, civilmente e strutturalmente c'era una contrapposizione, una tensione. Vent'anni fa si sono ristabiliti i rapporti diplomatici: questo e' un segnale di rilevanza pubblica della Chiesa come tale".
    Per Bertone, "e' un riconoscimento della funzione universale svolta dalla Chiesa e dalla Santa Sede". "Si pensi - spiega - anche allo sviluppo che ha avuto il Messico nella comunita' internazionale, non solo nel Caribe e nell'America Latina, ma nella comunita' internazionale, tra i Venti, per dire". Per il porporato, "e significativo dunque che questi rapporti siano saldi e fruttuosi".
    Quanto all'immediato il porporato ricorda che attualmente in Messico si sta discutendo e votando una legge sulla liberta' religiosa. E su questo punto il segretario di Stato conclude: "se resiste il diritto alla liberta' religiosa, anche gli altri diritti sono tutelati e protetti. Se cade il diritto alla liberta' religiosa questo diritto basilare, fondamentale anche gli altri diritti vacillano".

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    Da "Vatican Insider"...

    22/03/2012

    L’ombra di Maciel sul viaggio in Messico

    MESSICO. PREPARATIVI IN VISTA DEL VIAGGIO DEL PAPA
    Il mancato incontro con le vittime del fondatore dei Legionari di Cristo rischia di compromettere la missione di Benedetto XVI

    ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
    CITTÀ DEL VATICANO

    «Non è previsto un incontro con le vittime di Maciel, i vescovi non l’hanno chiesto». Con queste parole, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha escluso la possibilità che il Papa riceva –durante la sua visita in Messico– chi ha subito molestie sessuali dal fondatore dei Legionari di Cristo. Una decisione controversa, anche all’interno della Curia Romana. Nel frattempo, le vittime si preparano per colpire di nuovo, e potrebbero appannare il viaggio latinoamericano di Benedetto XVI .

    «Non è stato chiesto. Negli altri Paesi nei quali questo tipo d’incontri con le vittime degli abusi si è verificato, i vescovi hanno sollecitato il Papa a farlo perché il problema era molto sentito nella società e nella Chiesa. In questo caso non è previsto nel programma e non si dovrebbe realizzare. È escluso», ha dichiarato il religioso gesuita, mentre esponeva le tappe del viaggio pontificio in America Latino alla stampa internazionale.

    Il vescovo di Roma rimarrà in Messico tre giorni, ma la sua agenda prevede soltanto cinque i momenti pubblici. La maggior parte del tempo riposerà, per riprendersi del viaggio di 14 ore che affronterà venerdì 23 marzo, quando l’aereo del Papa decollerà dalla capitale italiana verso il centrale stato del Guanajuato.

    Non è, quindi, difficile trovare un momento libero durante il quale si potrebbe includere un breve incontro con le vittime del fondatore della Legione, opera religiosa che ha goduto per diversi anni di molto prestigio. Ma gli ostacoli per questo gesto del Pontefice sono diversi.

    Tra coloro che hanno subito abusi da Maciel vi sono diverse posizioni, tutte critiche. Alcuni ex legionari credevano possibile che il Papa ricevesse le vittime, ma le loro illusioni sono crollate in fretta. Altri, invece, hanno rifiutato qualsiasi possibilità sin dall’inizio.

    «La verità è che era scontato. Io ho interpretato il recente viaggio in Messico del delegato pontificio (per la riforma della Legione, Velasio De Paolis), che non si è riunito con le vittime, come la risposta ufficiale di un non incontro con il Papa», ha detto a Vatican Insider Patricio Cerda, membro della congregazione da 17 anni e, attualmente, uno dei supporti dell’Associazione di Aiuto per le Vittime della Legione di Cristo.

    «Secondo me, da una parte, è triste, perché da Benedetto XVI ci si aspetta di più del “politicamente corretto”, si aspetta che sia un pastore vero. Dall’altra, ci sono in gioco diversi interessi dei cardinali, compreso il primate del Messico (cardinale Norberto Rivera Carrera), che ha difeso Maciel sino alla fine. Le vittime dirette del fondatore non vogliono diventare parte di un semplice gioco mediatico», ha aggiunto.

    Inoltre, ha criticato le parole di Lombardi, secondo il quale, questo problema non sarebbe «sentito dalla società». «I casi riconosciuti di pedofilia clericale, come quello del fondatore dei Legionari, hanno avuto portata mondiale, e continuano a perseguitare la Chiesa e l’istituzione stessa», ha spiegato.

    In effetti, il caso di Marcial Maciel Degollado è emblematico; uno scandalo enorme, non solo per gli abusi del sacerdote su otto ex-allievi, che (nel 1998) hanno avuto il coraggio di denunciarlo pubblicamente e, in cambio, hanno subìto una feroce campagna mediatica di discredito, ma anche perché durante anni diverse personalità della Chiesa messicana e anche in Vaticano erano a conoscenza delle accuse, ma le hanno semplicemente ignorate.

    Non è un episodio minimo di pedofilia. Il sacerdote ha avuto una doppia e anche tripla vita. Da una parte, ha costruito una congregazione religiosa modello, guadagnandosi il supporto di alti vertici, mentre, da un’altra, ha commesso diversi abusi sessuali, facendo uso sistematico di droghe. Non solo. Il religioso ha avuto delle amanti dalle quali ha avuto diversi figli.

    Un vero shock, quando a maggio 2010, il Vaticano ha dichiarato che i «gravissimi e obiettivamente immorali comportamenti del padre Maciel, confermati da testimoni incontrovertibili, rappresentano, in alcuni casi, autentici reati e manifestano una vita senza scrupoli né autentico senso religioso».

    Il riconoscimento formale degli abusi del sacerdote messicano è diventato la conclusione simbolica del processo che aveva cominciato nel 1998, quando un giornale del sud degli Stati Uniti aveva pubblicato per la prima volta la testimonianza delle vittime.

    Da quel momento, e anche negli anni seguenti, il caso di Maciel è stato motivo di divisioni, una vera e propria pietra dello scandalo per la Chiesa del Messico. Un’ombra che è giunta sino alla Santa Sede e fino a Giovanni Paolo II. Oggi, chiama in causa Benedetto XVI in persona, che nel maggio 2006 ha obbligato il sacerdote a ritirarsi a «una vita di preghiera e penitenza, lontano da qualsiasi ministero pubblico».

    Neanche dopo questa sanzione, né dopo la morte del “Nostro padre” (così lo chiamavano i suoi seguaci), i vescovi messicani hanno pronunciato un chiaro “mea culpa”. Neanche coloro che lo difendevano. Anzi, la sua figura è diventata imbarazzante. Le vittime, invece, sono diventate, lentamente, i principali accusatori, durissimi, della Chiesa.

    Guidate da José Barba Martín, adesso si preparano a colpire di nuovo, nel mezzo della visita papale in Messico. Sabato 24 marzo, mentre Benedetto XVI riposerà nella residenza del Collegio Miraflores di León, presenteranno nella stessa città il libro “La volontà di non sapere”. Si tratta di una raccolta di 212 documenti, presumibilmente provenienti dalla Congregazione per il Clero della Santa Sede e che dimostrerebbero l’insabbiamento istituzionale dei delitti del fondatore dei Legionari.

    Escludendo dall’agenda papale in Messico il possibile incontro con le vittime di Marcial Maciel, la chiesa locale lascerà in mano loro il “monopolio” di una vicenda capace di creare molti problemi. E perderà l’opportunità di togliersi definitivamente di dosso il peso dell’indegno fondatore. Perché in un futuro tutti potranno rimproverare il fatto che il Papa ha ignorato le vittime, e avranno ragione.


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    La missione di Benedetto XVI
    Dallo scandalo dei Legionari all’incontro con Fidel Castro


    GIACOMO GALEAZZI

    CITTÀ DEL VATICANO

    Il Papa parte domani per un viaggio tanto religioso quanto politico. Avranno un colloquio «fuori programma» con il Pontefice i dissidenti cubani e Fidel Castro, ma non le vittime, in Messico, del fondatore pedofilo dei Legionari di Cristo, Maciel. «I vescovi messicani non lo hanno richiesto», spiega il portavoce vaticano, Lombardi. A surriscaldare il clima della tappa messicana della missione, i documenti «top secret» pubblicati dal settimanale «Proceso» sulle coperture in Curia, crimini e misfatti di Maciel che «Wojtyla non poteva ignorare».
    Quattro le città che Benedetto XVI visiterà in Messico e a Cuba. Dieci i discorsi che, nel bicentenario dell’indipendenza, pronuncerà in sei giorni di visita tra potenzialità e contraddizioni dell’America centrale, «azionista di maggioranza» della Chiesa globalizzata. Guanajuato è lo zoccolo duro del cattolicesimo messicano ma anche la patria dei cinque cartelli del narcotraffico e il teatro di combattimenti tra organizzazioni criminali e polizia (con un bilancio annuale di migliaia di vittime). Il Messico è il secondo paese cattolico più popoloso, ma l’anticlericalismo proibisce ai vescovi un profilo pubblico. Poi a Cuba dove la Chiesa lavora sotto traccia per una transizione «soft» alla democrazia (sul modello del post-Franco in Spagna). Un’escalation di appuntamenti istituzionali e pastorali che culminerà il 23 marzo all’Avana con la messa nella Plaza de la Revolucion, teatro delle grandi adunate del regime castrista. Ratzinger detterà in spagnolo l’agenda futura. Voltando pagine buie, fuori e dentro la Chiesa.

    © Copyright La Stampa, 22 marzo 2012


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    Dal blog di Lella...

    VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN MESSICO E NELLA REPUBBLICA DI CUBA (23 - 29 MARZO 2012)

    LA PARTENZA DA ROMA

    Ha inizio questa mattina il 23° Viaggio Apostolico internazionale del Santo Padre Benedetto XVI, che lo porta in Messico in occasione del 200° anniversario dell’Indipendenza del Messico e di molti Paesi Latinoamericani (23-26 marzo) e nella Repubblica di Cuba per il 400° anniversario del rinvenimento della statuetta della Virgen de la Caridad del Cobre (26-28 marzo).
    L’aereo con a bordo il Santo Padre - un B777 dell’Alitalia - è partito dall’aeroporto internazionale "Leonardo da Vinci" di Roma Fiumicino alle ore 9.30.
    L’arrivo all’aeroporto internazionale Guanajuato a León (Messico), dopo circa 14 ore di volo, è previsto per le 16.30 locali (le 23.30, ora di Roma).

    TELEGRAMMA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

    Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire al Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano il seguente messaggio telegrafico:

    A SUA ECCELLENZA
    ON. GIORGIO NAPOLITANO
    PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
    PALAZZO DEL QUIRINALE
    00187 ROMA

    NEL MOMENTO IN CUI LASCIO ROMA PER RECARMI IN MESSICO E CUBA PER SOSTENERE LA MISSIONE DELLA CHIESA LOCALE E PORTARE UN MESSAGGIO DI SPERANZA, MI È CARO RIVOLGERE A LEI, SIGNOR PRESIDENTE, IL MIO DEFERENTE SALUTO, CHE ACCOMPAGNO CON FERVIDI AUSPICI PER IL BENESSERE SPIRITUALE, CIVILE E SOCIALE DEL POPOLO ITALIANO, CUI INVIO VOLENTIERI LA BENEDIZIONE APOSTOLICA.

    BENEDICTUS PP. XVI

    Bollettino Ufficiale Santa Sede

    Messaggio del Presidente Napoitano a Sua Santità Benedetto XVI in occasione del viaggio apostolico in Messico e a Cuba

    C o m u n i c a t o

    Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Sua Santità Benedetto XVI il seguente messaggio:

    "Santità,
    desidero farle pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico in Messico e a Cuba.
    Grande è l'attenzione con cui l'intera comunità internazionale guarda a questa sua nuova missione, così come intense sono l'attesa e la speranza dello popolazioni che si accinge a incontrare e che, sono certo, la accoglieranno con particolare calore.
    Sono convinto che la sua attesa visita trasmetterà profondi sentimenti di vicinanza e di comunione alle popolazioni di questi Paesi e dell'intero continente latinoamericano. Essa costituirà un alto richiamo morale ad affrontare in spirito di rinnovata solidarietà e unità le importanti sfide civili e sociali che attendono tali Nazioni.
    Mi è gradita l'occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione".

    Roma, 23 marzo 2012

    Sito Ufficiale Quirinale


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