Viaggio apostolico in Spagna

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Paparatzifan
00giovedì 4 marzo 2010 11:52
Paparatzifan
00giovedì 4 marzo 2010 11:53
Dal blog di Lella...

Il 6 e 7 novembre Benedetto XVI in Spagna

Il Pontefice si recherà in visita a Santiago de Compostela, per l’Anno compostelano e a Barcellona, dove consacrerà la chiesa della Sagrada Familia

Il 6 e il 7 novembre prossimi Benedetto XVI si recherà a Santiago de Compostela e a Barcellona. Il viaggio internazionale di due giorni è stato annunciato ieri mattina dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi e reso noto dall’Osservatore Romano. «Non ci sono ancora i dettagli – ha spiegato Lombardi ai giornalisti – tuttavia il 6 novembre la presenza del Pontefice a Santiago ha un grande significato in chiave europea, tenendo conto dell’Anno compostelano in corso». Il giorno seguente il Papa sarà a Barcellona per la consacrazione della Sagrada Familia, opera dell’artista Antonio Gaudí. «Un atto significativo – ha aggiunto Lombardi – che è anche un apprezzamento per la figura e l’arte di questo architetto, del quale è in atto il processo di beatificazione». Quello in Galizia e in Catalogna sarà il secondo viaggio in Spagna per Benedetto XVI, che l’8 e il 9 luglio 2006 aveva partecipato a Valencia alle celebrazioni conclusive del quinto Incontro mondiale delle famiglie.
Per il Papa questo sarà il quinto viaggio internazionale del 2010, dopo quelli già annunciati a Malta (17-18 aprile), Fátima (11-14 maggio), Cipro (4-6 giugno) e nel Regno Unito (settembre). Di particolare rilievo, durante la visita in Spagna, sarà la consacrazione della Cattedrale della Sagrada Familia, dopo 128 anni dall’inizio della sua costruzione. Secondo le previsioni degli esperti al momento della consacrazione l’edificio sarà completato al 60%. La chiesa disegnata da Antonio Gaudì, infatti, è un progetto che viene sostenuto esclusivamente dalle offerte. A novembre, aggiunge l’Ansa citando «fonti della Sagrada Familia», «saranno terminati la navata centrale, il pavimento, le vetrate, l’altare maggiore e il baldacchino», tra le altre cose. La chiesa potrà accogliere ottomila persone, su una superficie interna di 4.500 metri quadri. È previsto anche lo spazio per più di 1.100 coristi. I lavori continueranno poi all’esterno, dove si devono ancora costruire dieci torri e una facciata. Gaudì venne incaricato del progetto nel 1882 e non smise mai di lavorarvi fino al giorno della sua morte, nel 1926.
Potrebbe essere completata entro il primo terzo del XXI secolo.

© Copyright Avvenire, 4 marzo 2010


+PetaloNero+
00giovedì 4 marzo 2010 23:56
Spagna: gioia della Chiesa per la prossima visita del Papa
Il Cardinale Martínez Sistach invita a prepararsi spiritualmente



MADRID, giovedì, 4 marzo 2010 (ZENIT.org).- La notizia del viaggio che il Papa compirà nel Paese a novembre “riempie di gioia la Chiesa in Spagna”, ha indicato la Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) in un comunicato pubblicato questo mercoledì.

La CEE si è impegnata a collaborare “in tutto ciò che è necessario” con le Arcidiocesi di Santiago de Compostela e di Barcellona, che Benedetto XVI visiterà il 6 e il 7 novembre rispettivamente.

Il comunicato indica che “tutti i fedeli e le comunità cristiane sono invitati a elevare preghiere, già da ora, per il felice esito della visita del Santo Padre e per i suoi frutti apostolici”.

Anche l'Arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Lluís Martínez Sistach, ha invitato a prepararsi spiritualmente alla visita del Papa.

“Disponiamoci tutti a preparare questa visita del Santo Padre e prepariamoci con la preghiera e la solidarietà verso i poveri e i bisognosi”, ha detto in una conferenza stampa di questo mercoledì in cui ha annunciato che Benedetto XVI consacrerà il tempio della Sagrada Familia il 7 novembre.

Il Cardinale Martínez Sistach ha chiesto la collaborazione della Chiesa locale, delle autorità, delle istituzioni e dei mezzi di comunicazione.

“Dobbiamo manifestare il nostro ringraziamento e il nostro affetto al Santo Padre, con la nostra preghiera costante per il suo ministero di successore dell'apostolo Pietro al servizio di tutta la Chiesa e la nostra accoglienza filiale, devota ed entusiasta quando verrà a Barcellona e starà tra noi”.

Per l'Arcivescovo di Barcellona, “la presenza del Papa alla consacrazione di questo tempio della Sagrada Familia esprime l'importanza che hanno il matrimonio e la famiglia per il bene delle persone, della Chiesa e della società, e come si deve lavorare al servizio della difesa e dell'aiuto alle famiglie”.

Ha anche indicato che il tempio, monumento religioso patrimonio dell'umanità, “è la chiesa più importante per il suo significato artistico nel mondo”, “conosciuta ovunque e visitata da milioni di persone di tutti i Paesi dei cinque continenti”.

L'Arcivescovo di Santiago de Compostela, monsignor Julián Barrio, la cui Diocesi verrà visitata dal Papa il 6 novembre nel contesto dell'Anno Giacobeo 2010, ha “ringraziato di cuore il Santo Padre per il fatto di voler venire a Santiago come un pellegrino della fede, dando testimonianza di Cristo risorto”.

“Per noi è davvero una grande gioia accogliere qui il Santo Padre”, ha aggiunto, segnalando che “ciò aiuterà senza dubbio tutti noi ad animare la nostra speranza cristiana in un momento in cui abbiamo davvero bisogno di questo impulso spirituale”.

In questo senso, ha confessato che “il momento che stiamo vivendo non è facile” e ha dichiarato che “dobbiamo rivitalizzare la nostra fede per rivitalizzare la convivenza sociale e tutto ciò che si riferisce alle preoccupazioni che stiamo vivendo”.

“Questa rivitalizzazione deriverà dalla luce della fede e ci aiuterà a trovare soluzioni adeguate – che tutti noi desideriamo – in base a questi principi e fondamenti della nostra fede”, ha sottolineato.

In alcune dichiarazioni a un gruppo di giornalisti raccolte dall'agenzia SIR, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, S.I., ha indicato che la consacrazione dell'altare della Sagrada Familia da parte del Papa è “un atto significativo che è anche un apprezzamento per la figura e l'arte di questo architetto del quale è in atto un processo di beatificazione”.

Il portavoce vaticano si è anche riferito anche a Santiago de Compostela, definendolo un “centro dal grande significato europeo”.

Devono ancora essere profilati i dettagli e gli atti del viaggio, che non era previsto inizialmente nel calendario di quest'anno.

Quello in Spagna sarà il quinto viaggio internazionale del 2010, insieme a quelli programmati a Malta (17 e 18 aprile), in Portogallo (dall'11 al 14 maggio), a Cipro (dal 4 al 6 giugno) e nel Regno Unito (dal 17 al 19 settembre).

Benedetto XVI ha previsto anche quattro visite pastorali in Italia. Le destinazioni sono Torino, Sulmona, Carpineto Romano e Palermo.
+PetaloNero+
00giovedì 11 marzo 2010 16:14
Il sindaco compostelano invita tutti al Cammino di Santiago
Santiago de Compostela si prepara a ricevere Benedetto XVI

di Carmen Elena Villa


ROMA, giovedì, 11 marzo 2010 (ZENIT.org).- E' con “enorme speranza” che gli abitanti di Santiago de Compostela si preparano a ricevere Papa Benedetto XVI, che una settimana fa ha annunciato la sua visita a questa città e a Barcellona agli inizi di novembre.

Xosé Sánchez Bugallo, sindaco di Santiago de Compostela, si è recato a Roma per far sì che più pellegrini visitino il Santuario dell'apostolo Giacomo durante l'Anno Giubilare, o “Anno Giacobeo”.

In alcune dichiarazioni a ZENIT, Sánchez Bugallo ha affermato che il Municipio ha ricevuto la notizia della visita del Pontefice come “un grande impulso e sostegno per quest'Anno”.

La Cattedrale di Santiago de Compostela, dove secondo la tradizione riposano i resti di San Giacomo, celebra l'Anno Giubilare ogni volta che il 25 luglio, giorno della festa del santo, cade di domenica, come avviene quest'anno. L'Anno successivo si celebrerà nel 2021. Questa tradizione è seguita dal 1122.

“Il Giubileo è già iniziato, abbiamo aperto la Porta Santa della nostra Cattedrale il 31 dicembre, ma sappiamo che l'alta stagione inizierà nella Settimana Santa”, ha detto il sindaco. “L'Anno Giubilare porta sempre una maggiore affluenza di pellegrini”.

Per questo motivo, ha sottolineato, è stata creata una commissione che coordina gli sforzi e le attività culturali e religiose con l'Arcivescovado.

Secoli di storia

Tra il X e l'XI secolo sono iniziati i pellegrinaggi a Santiago de Compostela per varie vie: la più conosciuta è quella francese, che arriva in Spagna attraverso i cammini di Roncisvalle e Jaca e poi passa per Navarra, Aragona, La Rioja, Castiglia e León per attraversare la Galizia e giungere a Santiago.

Lungo il tragitto sono stati costruiti ostelli per i pellegrini. Il Cammino di Santiago è così servito come mezzo per diffondere varie correnti artistiche, economiche e culturali, come gli stili romanico e gotico in architettura. I monaci di vari Ordini hanno promosso la diffusione di quest'opera.

Oltre al cammino francese, esiste anche quello del Nort, che attraversa i Paesi Baschi, la Cantabria e le Asturie fino a Santiago. Un altro ancora è il cammino portoghese, e un altro parte da Siviglia e attraversa la Spagna da sud a nord.

“A Santiago de Compostela si considera ufficialmente pellegrino chi rispetta una serie di requisiti, tra cui un minimo di 100 chilometri a piedi”, ha spiegato il sindaco.

Nel XVI secolo il numero dei pellegrini ha iniziato a diminuire notevolmente. Negli anni Cinquanta del secolo scorso, alcuni sacerdoti e laici sono tornati a promuovere questo pellegrinaggio, e negli anni Settanta e Ottanta il numero dei pellegrini ha iniziato ad aumentare di nuovo.

Nel 1982 Papa Giovanni Paolo II ha visitato Santiago, e questo fatto ha dato un nuovo impulso al Cammino. Nel 1989 la città ha ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù, e in quell'occasione il Cammino è stato dichiarato il primo itinerario culturale europeo, ricorda il sindaco Sánchez.

Nel 1993 c'è stato un boom di pellegrini con una novità importante: “è stata coinvolta molta gente di altre confessioni: evangelici, e anche buddisti e persone che non hanno una confessione definita ma comprendono che il Cammino è un'opportunità per riconciliarsi e riflettere”, ha aggiunto.

Sánchez Bugallo riferisce che nel XVI secolo alcuni Paesi europei davano ai prigionieri la possibilità di scontare la propria condanna percorrendo il Cammino di Santiago. Quando la pena era per un delitto grave, avrebbero dovuto compierlo due o anche quattro volte. In Belgio, ha indicato, esiste ancora quest'opportunità.

“Il Cammino di Santiago si è legato al concetto di perdono, di cammino della pace in cui il pellegrino è soggetto a mille avventure e poi arriva a una meta finale”.

“Non ho conosciuto nessuno che dopo aver compiuto il Cammino si senta deluso”, ha confessato il sindaco di Santiago. “Ho invece conosciuto migliaia di persone che l'hanno definito un'esperienza indimenticabile”.

Sánchez Bugallo si è anche riferito alle varie attrazioni che ha la città: “i nostri edifici e le nostre strade sembrano intagliati nella pietra viva, sono di puro granito. Ci sono 2.600 edifici, tutti di pietra”.

“Esorto a compiere una parte del Cammino o comunque a venire, passare per la Porta Santa e godere di una città spettacolare”, ha concluso.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]
sharonk868
00giovedì 15 aprile 2010 18:33

Thank you so much for your post.
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+PetaloNero+
00martedì 4 maggio 2010 16:47
La Chiesa in Spagna attende e sostiene Papa Benedetto XVI
Afferma il Cardinale Rouco alla Plenaria della Conferenza Episcopale

di Nieves San Martín


MADRID, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Intervenendo all'Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola svoltasi a fine aprile, il Cardinale Antonio María Rouco Varela si è riferito al prossimo viaggio di Benedetto XVI in Spagna e al suo significato.

Il porporato ha espresso l'unione dei Vescovi al Papa in questo momento di difficoltà per i casi di abusi sui minori e ha promesso misure di prevenzione.

Parlando del viaggio del Papa a Santiago de Compostela, in programma per il 6 novembre, ha detto: “Benedetto XVI ha affermato di recarsi a Santiago da pellegrino, ma è la prima volta che il Papa va a Santiago in occasione di un Anno Santo”.

Ciò “contribuirà senz'altro a ravvivare la consapevolezza del senso giacobeo della nostra storia ecclesiale e anche generale. La Spagna non si comprende senza Santiago e senza la tradizione giacobea”.

Il 7 novembre, Benedetto XVI consacrerà poi a Barcellona il tempio espiatorio della Sagrada Familia, capolavoro di un architetto geniale, il servo di Dio Antoni Gaudí (1852-1926). “I lavori avanzano con un buon ritmo”, ha affermato il Cardinale Rouco.

“La consacrazione della Sagrada Familia da parte del Papa ci permetterà di riflettere su alcuni aspetti di grande rilevanza per l'oggi della nostra Chiesa. Dal punto di vista della Dottrina Sociale della Chiesa, ci ricorda la necessità di continuare a proporre la concezione naturale e cristiana del matrimonio e della famiglia come base della convivenza sociale giusta, visto che questa è l'ambito in cui la persona deve essere convocata alla vita e quello che le permette di configurare la sua identità personale in modo conforme alla sua dignità e alle corrispondenti esigenze psicologiche ed educative”.

Il Cardinale Rouco ha quindi affermato che “ci duole l'anima per i gravi peccati e delitti commessi da alcuni fratelli nel sacerdozio e da alcuni religiosi che hanno abusato di minori tradendo la fiducia riposta in loro dalla Chiesa e dalla società”.

“Hanno agito così anche alcuni laici con cariche ecclesiali – ha aggiunto –. Devono sicuramente rispondere dei propri atti davanti a Dio e davanti alla giustizia umana”.

“Noi, come altri episcopati, abbiamo predisposto e, secondo le necessità, predisporremo con più attenzione i mezzi adeguati a prevenire e correggere casi di questo tipo, di modo che nessuno possa pensare che il servizio sacerdotale o la vita consacrata sia compatibile con il fatto di commettere tali crimini”.

Per il porporato, “è intollerabile mancare così gravemente alla castità, alla giustizia e alla carità abusando di un'autorità che avrebbe dovuto essere posta proprio al servizio di queste virtù e della testimonianza dell'amore di Dio che da essa promanano”.

Allo stesso modo, ha sottolineato che i Vescovi spagnoli sono con Benedetto XVI, “ed è con lui anche la stragrande maggioranza del popolo fedele”.

“Si è cercato di macchiare la sua figura per far credere alla gente che gli abusi sono stati frequenti tra i sacerdoti e i religiosi, e senza che i Vescovi o il Papa agissero a dovere”.

Dobbiamo proprio a questo Pontefice, ha ricordato, “le disposizioni volte a prevenire e correggere gli abusi nel campo menzionato e in altri ambiti della vita della Chiesa”.

Riferendosi al X Congresso Eucaristico Nazionale, in programma a Toledo dal 27 al 30 maggio, il Cardinale Rouco ha osservato che i Vescovi rifletteranno sul loro servizio di magistero e accompagnamento pastorale in questo periodo di crisi economica, “che tanto preoccupa i pastori della Chiesa per le sue implicazioni morali e per le conseguenze sulla vita quotidiana di molti fratelli”.

Quanto alla famiglia, ha segnalato che “non sembra che la situazione sia migliorata”.

Presto, ha ricordato, si compiranno cinque anni dalla nuova regolamentazione del matrimonio nel Codice Civile, “che ha smesso di riconoscere e di difendere il matrimonio nella sua specificità propria in quanto consorzio di vita tra un uomo e una donna”.

Anche se non è ancora entrata in vigore, è stata poi approvata di recente “una nuova legge sull'aborto, che nella pratica lascia senza protezione legale la vita dei concepiti, e rappresenta quindi un gravissimo passo indietro verso l'abisso della cultura della morte”.

Tra gli altri argomenti che verranno affrontati nel corso del Congresso, ha concluso il porporato, figura anche “la traduzione della terza edizione del Messale Romano”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]
Paparatzifan
00lunedì 28 giugno 2010 23:32
Dal blog di Lella...

DIVERSAS PERSONALIDADES PÚBLICAS HAN ESTAMPADO SU FIRMA

Carta de bienvenida a Benedicto XVI firmada por un millar de personalidades

La Carta es un escrito promovido por un grupo amplio de personas que quieren así mostrar su apoyo al Papa de cara a su próxima visita a España. La Carta ha sido ya firmada por un millar de personalidades de todos los ámbitos: cultural, científico, deportivo, jurídico, político, social, periodístico, taurino, empresarial, etc. A partir de mañana lunes, a través de la página web www.bb16.org se ofrecerá la posibilidad de suscribirla a todas las personas que quieran hacerlo.

La Carta de Bienvenida a Benedicto XVI es una iniciativa independiente de cualquier organización, asociación o partido político. Su intención es aportar desde la ciudadanía un mensaje de respaldo y agradecimiento al Papa Benedicto XVI con motivo de su próxima visita a nuestro país. Está firmada por más de 1.000 personalidades del mundo académico, cultural, político, artístico y empresarial.


Tras la presentación pública que ha tenido lugar este mediodía en el Hotel Intercontinental de Madrid, todo el que lo desee puede adherirse a través de la página web www.bb16.org


A continuación cope.es reproduce el texto por su especial interés:


Cercana ya la visita del Papa Benedicto XVI a España para consagrar el Templo de la SagradaFamilia en Barcelona y peregrinar a Santiago de Compostela en el Año Santo, los abajo firmantes queremos dar las gracias al Pontífice por haber querido venir de nuevo a nuestra tierra, coincidiendo ahora con difíciles momentos de crisis económica y social, que hunden sus raíces en una profunda crisis moral.

Estamos seguros de que millones de españoles –y de personas que vinieron de otros países buscando una vida mejor‐ comparten este sentimiento de gratitud y bienvenida y aguardan con alegría y esperanza la venida del Papa a España el próximo otoño. Queremos expresar públicamente nuestra gratitud por su ejemplo, por su extraordinario Magisterio y por su incansable defensa de la dignidad humana y de los valores que necesita el mundo de hoy.

Sus permanentes enseñanzas al servicio del bien y de la verdad muestran una honda sensibilidad por los problemas a los que se enfrenta la humanidad en los comienzos del siglo XXI. El lema de su Pontificado –“Cooperadores de la Verdad”‐ es un firme compromiso de promover un fecundo diálogo entre razón y fe con el objetivo de una mayor humanización de la sociedad. Un diálogo que, con el concurso de todos, exige la plena protección del ejercicio de la libertad religiosa coherente con una concepción de laicidad positiva del Estado.

Queremos agradecer también al Papa su clarividencia e insistencia sobre el auge del relativismo. Benedicto XVI advierte a todos los hombres de buena voluntad de un relativismo que pretende prescindir de las categorías del Bien, la Verdad y la Belleza, fomentando un individualismo insolidario, origen principal de la crisis de nuestra sociedad. Es precisamente ese relativismo la fuente inspiradora de iniciativas contrarias al derecho a la vida, a la familia y a los derechos de los padres como primeros responsables de la educación de sus hijos.

La humanidad del Papa también se manifiesta en su permanente estímulo al compromiso social de la Iglesia, hoy igual que siempre, por ser la primera en ayudar a los más necesitados, a los rechazados de la sociedad: enfermos de SIDA, drogodependientes, presos, enfermos mentales y terminales, víctimas de la prostitución, menores abandonados y los millones de personas que viven en la pobreza en los países menos esarrollados. Y ante conductas indignas de algunos miembros de la Iglesia, que nos ofenden a todos, Benedicto XVI ha dado ejemplo de humildad y transparencia, exigiendo además, junto a la consiguiente reparación por la acción de la justicia, una honda purificación en la Iglesia. En fin, la cordial cercanía de sus viajes ofrece siempre a todos sin distinción un mensaje de paz y de concordia, una propuesta de sabiduría y esperanza.

www.cope.es/religion/28-06-10--carta-bienvenida-benedicto-xvi-firmada-por-un-millar-personalidades-...


Paparatzifan
00martedì 13 luglio 2010 20:13
Dal blog di Lella...

Prima della visita a Barcellona

Benedetto XVI a Santiago de Compostela per l'Anno giacobeo

Mancano quasi quattro mesi all'arrivo di Benedetto XVI a Santiago de Compostela. Nella città galiziana, meta del più famoso "cammino" d'Europa - l'Unesco ha dichiarato le strade e i luoghi che ne fanno parte "patrimonio dell'umanità" - già si avverte il fervore dell'attesa.
Tanto più in questi giorni di avvicinamento alla data celebrativa della festa di san Giacomo, poiché quest'anno essa coincide con un evento importante nella vita della comunità di Santiago. Il Papa infatti con la sua presenza onorerà l'Anno giacobeo - l'anno giubilare di san Giacomo - che si celebra ogni qual volta la festa del 25 luglio cade di domenica. Per celebrare il prossimo giubileo bisognerà attendere domenica 25 luglio 2021.
L'arcivescovo di Santiago, monsignor Julián Barrio Barrio, per dare un significato ancor più importante alla visita del Papa, durante la recente conferenza stampa per la presentazione del programma dell'avvenimento, l'ha definita storica poiché "sarà la prima volta - ha detto ai giornalisti convocati in arcivescovado il 6 luglio scorso - che un Pontefice si reca a Santiago de Compostela espressamente per rendere onore a san Giacomo nel suo anno giubilare".
Per la verità ci sarebbe il precedente della visita di Giovanni Paolo ii del 1982. Anche allora si celebrava l'Anno giacobeo "ma - ha spiegato l'arcivescovo in conferenza stampa - quell'anno il Papa si recò a Santiago nel contesto della sua visita pastorale alla Spagna. Questa volta invece Benedetto XVI ha voluto espressamente pregare sulla tomba dell'apostolo in questa particolare occasione". Di qui tutto il fervore dell'attesa.
Per la verità già quando la notizia di una probabile visita del Papa a Santiago ha cominciato a circolare all'inizio di quest'anno, l'arcivescovado è stato sommerso dalle richieste di conferme e di informazioni più precise. Tanto che l'arcivescovo si è convinto a darne subito comunicazione ufficiale con una lettera pastorale le cui prime parole erano proprio: "Sono sicuro che la notizia della venuta del Papa a Santiago de Compostela il prossimo 6 novembre, è già giunta a tutti voi: sacerdoti, membri della vita consacrata e laici dell'arcidiocesi". E poi, interpretando i sentimenti di gioia che la notizia aveva suscitato, continuava: "Attraverso questa mia lettera pastorale, condividendo i vostri sentimenti, voglio ripetere al Santo Padre il nostro ringraziamento per la sua bontà e per la sua disponibilità manifestata nell'accogliere il nostro invito a venire tra di noi, unendosi con i pellegrini che sono venuti, che stanno continuando a venire e che certamente ancora verranno in questo anno santo compostelano".
"La presenza del Papa nella nostra Chiesa - scriveva ancora l'arcivescovo - darà nuova vita al nostro compromesso. Senza dubbio, il vincolo dell'unità, della carità e della pace del quale è portatore il vicario di Cristo in terra è fonte di ricchezza spirituale per tutte le Chiese particolari". La lettera si concludeva con l'esortazione rivolta ai fedeli ad aver presenti nelle loro preghiere personali "le intenzioni del Papa nel governo della Chiesa come successore di Pietro" e a chiedere per questo l'intercessione dell'apostolo Giacomo e della Vergine Maria, oltre a invocare frutti spirituali abbondanti per l'intera comunità diocesana e per tutta la Chiesa in Spagna.
Anche durante la conferenza stampa l'arcivescovo ha ribadito le speranze e le attese legate a questo importante evento. Ne ha quindi illustrato il programma in linea di massima. Sono previsti tre momenti pubblici. Il primo si svolgerà all'aeroporto internazionale di Lavacolla, dove l'aereo con a bordo il Papa dovrebbe atterrare intorno a mezzogiorno. Qui è prevista una breve cerimonia di benvenuto. Ad accoglierlo saranno i reali di Spagna, oltre naturalmente alle altre autorità civili e religiose, sia nazionali che locali e quelle delle Autonomie.
Quindi il Pontefice raggiungerà in auto la città. "Vogliamo - ha detto l'arcivescovo - che il Papa possa assaporare, sin dai primi metri che percorrerà sulle nostre strade, il senso della nostra migliore accoglienza e godere del meglio della nostra ospitalità. Dunque io mi aspetto che ci saranno tante persone a salutarlo già lungo questo primo tragitto".
La cattedrale è la seconda meta. " Entrerà - ha spiegato monsignor Barrio Barrio - dalla porta dell'Azabachería. Si fermerà in preghiera per qualche minuto nella cappella della comunione e dunque sul luogo dove, secondo la tradizione, si trovano i resti dell'apostolo Giacomo. Quindi rivolgerà alcune parole a quanti si trovano all'interno della cattedrale, t
ra i quali ci saranno numerosi infermi" e assisterà alla sempre spettacolare incensazione con il botafumeiro, l'enorme turibolo che viene appeso al tetto della cattedrale e fatto oscillare con una tecnica di alta precisione. Quindi Benedetto XVI raggiungerà piazza Obradoiro, dove presiederà la messa, terza e ultima tappa del pellegrinaggio a Santiago. Conclusa la celebrazione partirà alla volta di Barcellona dove è atteso in serata.

(©L'Osservatore Romano - 12-13 luglio 2010)


+PetaloNero+
00sabato 24 luglio 2010 00:35
Il Papa proclamerà Basilica la Sagrada Familia di Barcellona
L'Arcivescovo della città spiega il programma della visita apostolica in Spagna





BARCELLONA, venerdì, 23 luglio 2010 (ZENIT.org).- Durante la sua visita apostolica in Spagna, Benedetto XVI proclamerà Basilica il tempio della Sagrada Familia di Barcellona il 7 novembre prossimo, giorno che dedicherà al tempio espiatorio ideato da Antonio Gaudí.

Lo ha annunciato l'Arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Lluís Martínez Sistach, questo venerdì nel corso di una conferenza stampa svoltasi davanti a un centinaio di giornalisti nella sala Gaudí del museo diocesano di Barcellona.

Con un ampio sorriso, il porporato ha spiegato molti dettagli della permanenza del Papa a Barcellona, dove oltre a consacrare il tempio della Sagrada Familia visiterà la scuola per handicappati della fondazione diocesana del Bambino Gesù.

La visita apostolica in Spagna inizierà sabato 6 novembre con l'arrivo a Santiago de Compostela a mezzogiorno, in base al programma già approvato dalla commissione vaticana che prepara i viaggi del Pontefice.

Benedetto XVI si dirigerà alla Cattedrale di Santiago, dove abbraccerà il santo secondo la tradizione e contemplerà il botafumeiro, il grande incensiere del tempio compostelano. Presiederà poi la Messa nella piazza dell'Obradoiro, davanti alla Cattedrale.

Alle 21.00 è previsto il suo arrivo all'aeroporto del Prat di Barcellona, dove sarà ricevuto da una delegazione della quale faranno probabilmente parte i Principi delle Asturie.

Benedetto XVI si trasferirà poi all'Arcivescovado di Barcellona, dove ha previsto di arrivare alle 21.45 e dove trascorrerà la notte, insieme alle persone che lo accompagneranno nella visita.

Il mattino seguente, domenica 7 novembre, il Vescovo di Roma si trasferirà in papamobile dall'Arcivescovado al tempio della Sagrada Familia, in un itinerario ancora da definire.

Arrivando nel tempio di Gaudí, il veicolo farà alcuni giri lì intorno perché le tante persone che si pensa si riuniranno sul posto – per l'Arcivescovo potrebbero essere anche 500.000 – possano vederlo da vicino e salutarlo.

Benedetto XVI entrerà nel tempio dalla porta di calle Mallorca, indosserà i paramenti nella sagrestia e realizzerà il rito di apertura delle porte del portico della Gloria.

Inizierà poi l'Eucaristia con una processione del Papa, di Cardinali e Vescovi fino al presbiterio.

Durante la Messa, si celebrerà il rito di dedicazione dell'altare e si reciteranno la litania dei santi e la preghiera di dedicazione o consacrazione della chiesa a Dio.

Avrà poi luogo l'unzione dell'altare e delle pareti del tempio con l'olio santo, seguita dall'incensare l'altare e tutta la chiesa, che verranno poi illuminati.

Al termine della Messa, verso mezzogiorno, il Papa uscirà dal Portico del Nacimiento del tempio per salutare e recitare l'Angelus dallo stesso posto in cui si collocò Giovanni Paolo II durante la sua visita a Barcellona nel 1982.

Dopo la preghiera mariana e la sua allocuzione con i saluti ai pellegrini, tornerà nella chiesa e si dirigerà in processione alla fine del tempio, dove ci sarà un'iscrizione commemorativa della dedicazione.

Benedetto XVI tornerà all'Arcivescovado in papamobile e verrà salutato dalla gente per le vie di Barcellona. Nella sede episcopale, pranzerà con i Vescovi e con il suo seguito.

Alle 17.15, il Papa ha voluto aggiungere una visita all'istituzione del Bambino Gesù, dedicata a persone affette dalla sindrome di Down e con altri handicap e alle loro famiglie, fondazione diocesana affidata alle Francescane del Sacro Cuore.

Nella sua sede del quartiere del Guinardó, pregherà e converserà con gli allievi, che gli stanno preparando un omaggio, e con le loro famiglie, benedicendo anche la prima pietra della nuova residenza.

Il nuovo terminal dell'aeroporto del Prat accoglierà alle 18.30 il congedo ufficiale del Papa, in cui è prevista la presenza dei sovrani di Spagna. La partenza per Roma è programmata per le 19.15.

Secondo il Cardinale Martínez Sistach, Benedetto XVI “ha scoperto nella Sagrada Familia la concezione teologica di chiesa: celebrare l'Eucaristia e il culto”.

In questo senso, il porporato ha spiegato che all'interno del tempio non ci sono raffigurazioni (sono all'esterno) né cappelle laterali, ma solo il presbiterio, l'altare, la sede e l'ambone, e tre immagini: la croce, la Vergine Maria e San Giuseppe.

Il Cardinale ha esortato tutti ad accogliere il Papa e ad assistere all'atto di consacrazione della Sagrada Familia. Per favorire ciò, sono state sospese tutte le Messe nelle parrocchie e nei centri di culto di Barcellona la mattina di domenica 7 novembre, tranne in carceri, ospedali e monasteri di clausura.
Paparatzifan
00sabato 24 luglio 2010 20:05
Dal blog di Lella...

In attesa della visita di Benedetto XVI Santiago de Compostela celebra l'Anno giubilare

Nell'abbraccio al successore di Pietro la gratitudine di un popolo

di Marta Lago

L'abbraccio millenario all'apostolo Giacomo si concentrerà domenica 25 luglio - festa del patrono di Spagna - in terra galiziana, fulcro dell'evangelizzazione d'Europa e del mondo. Braccia che già si tendono verso Benedetto XVI, a poco più di tre mesi dalla sua visita a Santiago de Compostela, la prima di un Papa per onorare l'apostolo nel suo Anno giubilare. Ce parla in questa intervista al nostro giornale il delegato episcopale e coordinatore generale diocesano per la visita apostolica che compirà il Papa, monsignor Salvador Domato Bua.

La celebrazione dell'apostolo Giacomo a Compostela è quest'anno straordinaria sia per la ricorrenza dell'Anno giubilare sia per la visita di Benedetto XVI. Si sta vivendo questo periodo come tempo di conversione?

L'Anno giubilare si celebra ogni volta che la festa dell'apostolo Giacomo coincide con la domenica. Pertanto la sua cadenza non è fissa. Di fatto il prossimo si terrà fra undici anni. Tradizionalmente l'Anno santo giacobeo veniva chiamato, e si continua a chiamare - anche se l'espressione oggi si usa meno - anno della "grande perdonanza", vale a dire che si vuole sottolineare l'aspetto dell'incontro con Dio e il profilo penitenziale che l'Anno santo ha. Una delle cose che più richiama l'attenzione in questo momento è il gran numero di persone che, a Santiago di Compostela, a motivo dell'Anno santo, si avvicinano al sacramento della riconciliazione. In realtà ciò richiama moltissimo l'attenzione. Il capitolo della cattedrale si sta impegnando a fondo affinché vi siano sufficienti confessori nelle diverse lingue e anche affinché sia un tempo in cui effettivamente le persone possano incontrare il Signore. Ciononostante, non smette di sorprendere il fatto che, quando ai pellegrini - che proprio in questo momento sembrano come un fiume in piena - viene chiesto cosa sentono nel percorrere il cammino, essi sono soliti rispondere che incontrano se stessi. Ciò è positivo ma cerchiamo di aggiungere che l'incontro con se stessi deve portare all'incontro con il Signore.

Un novendiale, affidato a nove pastori, è stato il preludio alla grande festa di domenica, piena di gesti significativi.

E c'è anche un altro aspetto rilevante. Da poco tempo sono stati ripristinati i vespri solenni. Sono bellissimi nel contenuto e nella forma: sono i vespri dell'apostolo con testi attentamente scelti e curati: canta il coro della cattedrale, suona l'orchestra, si utilizza il gregoriano, i canonici indossano bei mantelli del XVI secolo, quelli della regina Isabella. Tutto sottolinea la solennità della festa. La processione del Patronato dell'apostolo Giacomo è stata inserita all'inizio della messa stazionale: esce dalla porta della cattedrale nella Fachada de las Platerías, l'ingresso avviene attraverso la porta principale, nella Fachada del Obradoiro. Si cantano le litanie e poi inizia immediatamente la messa solenne. Nel corso della celebrazione eucaristica ha luogo l'Offerta nazionale di Spagna, che quest'anno farà personalmente Sua Maestà il Re. È anche caratteristico durante la messa di Santiago de Compostela il volo del botafumeiro e il suono delle chirimías, strumenti medievali che sono stati conservati nella cattedrale fino ai giorni nostri.

In cosa consiste l'Offerta nazionale? Qual è il suo significato?

L'offerta è stata istituita più di cinque secoli fa. Esprime il sentimento di gratitudine della nazione spagnola a Giacomo per la protezione che l'apostolo ha sempre offerto, fin dai tempi della riconquista, alla patria, ai figli di questa terra. Nell'atto anticamente si offriva una somma di denaro, qualche oggetto artistico o un determinato ricordo per la cattedrale. Non si fa più. Il Re - o chi per lui - è solito elevare un'invocazione al santo patrono.

Il 25 luglio Santiago de Compostela ha in pratica l'opportunità di fare una "prova generale" della visita del Papa.

Sì. Ma ci sarà anche un altro momento di prova: il pellegrinaggio e l'incontro dei giovani (Pej 2010) che, dal 5 all'8 agosto, radunerà da quindicimila a ventimila giovani nella città. Ci darà in un certo senso una misura della visita papale.

Come si stanno preparando i giovani alla visita di Benedetto XVI?

In questo momento, insieme ai responsabili della pastorale giovanile, sono concentrati sull'imminente Pej. I giovani però sanno che abbiamo bisogno di loro, che li amiamo, e chiediamo loro che partecipino anche alla giornata del Papa. Per noi i giovani sono la priorità. Santiago di Compostela è un punto di riferimento per la gioventù cattolica della Spagna e dell'Europa - e anche di altri luoghi -, dalla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) del 1989. Mi commuovo ancora, dopo vent'anni, quando in giro per il mondo incontro regolarmente persone che dicono: "Io ero a Santiago per la Gmg". Ciò riempie di gioia il cuore di chi ha avuto la responsabilità di prepararla. E c'è un'altra constatazione da fare molto importante: ho incontrato anche molti religiosi e sacerdoti che mi hanno confessato che in quella Gmg hanno trovato l'impulso finale per la loro attuale vita di consacrazione al Signore.

Il 6 novembre, nella sua visita di circa otto ore, Benedetto XVI si recherà nella cattedrale di Compostela, pregherà dinanzi alla tomba di Giacomo, varcherà la Porta Santa, darà il tradizionale abbraccio all'apostolo, incontrerà malati, bambini e anziani, presiederà l'Eucaristia nella piazza dell'Obradoiro. Dunque sarà un pellegrino fra i pellegrini.

Di fatto non stiamo parlando di un viaggio ma di un pellegrinaggio. E abbiamo scelto il seguente motto per la visita di Benedetto XVI: "Pellegrino della fede, testimone di Cristo risorto". Esso riassume in qualche modo il senso che desideriamo dare a questo pellegrinaggio e credo che ciò non sia estraneo alla volontà del Papa, tenendo anche conto di quanto ha scritto, insegnato e predicato sull'Europa e sulle sue radici cristiane. È stata molto ripetuta la famosa frase: "L'Europa si fece pellegrinando a Compostela". In realtà ci onora profondamente che l'unità europea si sia formata attorno al cammino di Santiago, e non vorremmo perdere questa dimensione. Stiamo lavorando alla preparazione del pellegrinaggio papale consapevoli che questa presenza così breve - e senza dubbio già da ora tanto feconda - di Benedetto XVI fra noi darà ai cattolici, e alle persone di buona volontà, sicurezza nella fede, costanza nella speranza, coraggio nella carità. Nutriamo cioè la ferma convinzione che lascerà un'impronta molto profonda. Teniamo conto che si tratta della terza visita di un Papa a Santiago de Compostela. Pertanto la nostra gente ha già confidenza con un evento di questo genere. Ma la verità è che uno non si abitua mai a questo contatto e all'impatto, nella vita cristiana, di una visita del Pontefice.

Lei ha detto che la prossima visita di Benedetto XVI già si sta dimostrando feconda. In che senso?

È la terza visita papale che preparo a Santiago di Compostela in qualità di coordinatore diocesano generale. E ho l'impressione che l'opinione pubblica non sia mai stata così piena di aspettative dinanzi a una simile visita come in questa occasione. Nel 1982 la visita di Giovanni Paolo II è stata una novità. La seconda volta ha suscitato molto interesse con il raduno dei giovani, in quanto si celebrava la quarta Gmg - che in realtà fu la prima in quanto all'attuale schema d'incontro. Ora percepisco invece una gioia particolare: è come se questo popolo avesse bisogno di un'iniezione di ottimismo e pensasse effettivamente che possa giungere dalla mano del Papa. Questa è la mia impressione.

Il programma della prossima visita presenta difficoltà particolari?

Certamente, perché la celebrazione della messa in uno spazio ridotto come la piazza dell'Obradoiro di Santiago de Compostela pone non poche difficoltà logistiche. Ma le risolveremo con la buona volontà e con la collaborazione dei fedeli. Sistemeremo la gente nelle vicinanze, istalleremo schermi giganti e creeremo spazi lungo l'itinerario compiuto dal Papa, in modo da potergli essere più vicini. Incontrare il Papa lungo il cammino è molto di più che vederlo semplicemente. Si tratta di percepire la sua presenza. È quello che cercheremo di fare.

Dal punto di vista organizzativo, come procedono i lavori?

Con grande impegno e diligenza. Proprio perché vogliamo far sì che le persone possano stare vicino al Papa. A volte non è facile coniugare le esigenze di sicurezza con questa vicinanza dei fedeli al Pontefice. Per quanto riguarda altri dettagli le posso dire per esempio che per la distribuzione dell'Eucaristia sono state già fabbricate cinquecento pissidi, molto belle, per la celebrazione. Sono di creta smaltata, opera di un laboratorio galiziano.

Il Papa abbraccerà l'apostolo Giacomo e Santiago de Compostela abbraccerà il Papa. Come prevede questo momento?

Sarà un abbraccio di affetto, di gratitudine, di gioia, di speranza e di amore.

Offrirete a Benedetto XVI il mantello del pellegrino?

Lo abbiamo offerto, come tutti ricorderanno, a Giovanni Paolo II nel 1989. Allora egli compì un pellegrinaggio simbolico verso la cattedrale. Questa volta non sarà così. Abbiamo quindi pensato questa volta di non offrire al Papa questo tipo di simboli materiali del pellegrinaggio.

L'arcidiocesi mostrerà sicuramente al Papa il suo affetto anche con dei doni. Di che tipo?

Mani abili di orafi sono già al lavoro. L'oreficeria compostelana gode di una lunga e importante tradizione. Verrà offerto anche un contributo per le opere di carità del Papa. Senza dimenticare poi la medaglia commemorativa della visita.

La festa dell'apostolo Giacomo si celebra pochi giorni dopo il ii Incontro dei vescovi francesi e spagnoli del Cammino di Santiago. Si tratta di un ulteriore segno della sollecitudine dei pastori verso i fedeli?

Certamente sì. A iniziare dall'arcivescovo di Santiago de Compostela, monsignor Julián Barrio Barrio, così attento all'Anno santo giacobeo che quasi ogni giorno celebra personalmente, nella cattedrale, la messa del pellegrino. Anche la riunione dei vescovi del cammino francese con quelli del cammino spagnolo ha avuto un'enorme importanza, in quanto è stata un'occasione per riflettere insieme sulle prospettive di una nuova evangelizzazione dell'Europa, che ne ha così tanto bisogno. È molto importante, perché il cammino di Santiago è uno strumento formidabile di evangelizzazione.

(©L'Osservatore Romano - 25 luglio 2010)


+PetaloNero+
00venerdì 24 settembre 2010 15:54
DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Nei giorni 6 e 7 novembre 2010 Sua Santità Benedetto XVI compirà un Viaggio Apostolico in Spagna recandosi a Santiago de Compostela, in occasione dell’Anno Giubilare Compostelano, e a Barcelona per la dedicazione del Tempio della Sagrada Familia.






VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010) - PROGRAMMA



Sabato, 6 novembre 2010 Roma

08.30
Partenza in aereo dall’Aeroporto di Roma Fiumicino per Santiago de Compostela.

Santiago de Compostela

11.30
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Santiago de Compostela.


CERIMONIA DI BENVENUTO nell’Aeroporto Internazionale di Santiago de Compostela. Discorso del Santo Padre.


INCONTRO PRIVATO CON LE LORO ALTEZZE REALI I PRINCIPI DELLE ASTURIE nella Sala de Autoridades dell’Aeroporto Internazionale di Santiago de Compostela.

13.00
VISITA ALLA CATTEDRALE di Santiago de Compostela. Saluto del Santo Padre.

13.45
Pranzo con i Cardinali spagnoli, con i Membri del Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale della Spagna e con il Seguito Papale nell’Arcivescovado di Santiago de Compostela.

16.30
SANTA MESSA in occasione dell'Anno Santo Compostelano nella Plaza del Obradoiro a Santiago de Compostela. Omelia del Santo Padre.

19.15
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Santiago de Compostela per Barcellona.

Domenica, 7 novembre 2010 Barcelona

09.30
INCONTRO PRIVATO CON LE LORO MAESTÀ I REALI DI SPAGNA nella Sala Museale della Chiesa della Sagrada Familia a Barcelona.

10.00
SANTA MESSA con dedicazione della Chiesa della Sagrada Familia e dell’altare a Barcelona. Omelia del Santo Padre.


RECITA DELL’ANGELUS DOMINI nella Piazza della Chiesa della Sagrada Familia a Barcelona. Parole del Santo Padre.

13.00
Pranzo con i Cardinali e i Vescovi presenti, e con il Seguito Papale nell’Arcivescovado di Barcelona.

16.30
Congedo dall’Arcivescovado di Barcelona.

17.15
VISITA ALL’"OBRA BENEFICO-SOCIAL NEN DÉU" a Barcelona. Saluto del Santo Padre.

18.30
CERIMONIA DI CONGEDO nell’Aeroporto Internazionale di Barcelona. Discorso del Santo Padre.

19.15
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Barcelona per Roma.

Roma

20.55
Arrivo all’Aeroporto di Roma Ciampino.


Fuso orario
Roma e Spagna: + 1 UTC

+PetaloNero+
00domenica 26 settembre 2010 15:21
Il programma della visita papale a Santiago de Compostela e Barcellona
Dal 6 al 7 novembre prossimi




ROMA, domenica, 26 settembre 2010 (ZENIT.org).- Nei giorni 6 e 7 novembre prossimi, Benedetto XVI compirà un viaggio apostolico in Spagna recandosi a Santiago de Compostela, in occasione dell’Anno Giubilare Compostelano, e a Barcellona per la dedicazione del Tempio della Sagrada Familia.

Il Papa, informa una nota della Sala Stampa vaticana, arriverà a Santiago alle 11.30 di sabato 6 novembre, dove incontrerà la famiglia reale.

Quindi, alle 13 visiterà la Cattedrale dove rivolgerà un saluto ai pellegrini. Nel pomeriggio, il Papa celebrerà la Santa Messa dell’Anno Compostelano nella Plaza del Obradoiro a Santiago de Compostela.

In serata, poi, si trasferirà a Barcellona, dove domenica, alle 10, presiederà una Messa nella Chiesa della Sagrada Familia.

Dopo il pranzo con i Cardinali e i Vescovi spagnoli, il Papa visiterà una struttura cattolica per l’infanzia bisognosa.

La partenza del Papa è prevista per le ore 19.15 dall’aeroporto internazionale di Barcellona.

Si tratta del secondo viaggio di Benedetto XVI in Spagna, dopo quello a Valencia, nel 2006, in occasione del V Incontro mondiale delle Famiglie. Il terzo è previsto per l'agosto 2011, quando il Papa presiederà la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid.
+PetaloNero+
00giovedì 7 ottobre 2010 15:49
Il Papa a Barcellona: 1.100 concelebranti, 150 milioni di telespettatori
Quasi 7.000 persone all'interno della Sagrada Familia e più di 40.000 all'esterno




BARCELLONA, giovedì, 7 ottobre 2010 (ZENIT.org)-. Quasi 7.000 persone potranno assistere alla dedicazione della Sagrada Familia dall'interno del tempio di Barcellona, attorno al quale verranno collocate 40.000 sedie.

L'organizzazione calcola che più di 150 milioni di persone vedranno in televisione la dedicazione di questo tempio da parte del Papa il 7 novembre.

Lo ha annunciato l'Arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Lluís Martínez Sistach, questo mercoledì durante una conferenza stampa celebrata nella città catalana, durante la quale ha anche reso noti l'itinerario che il Pontefice percorrerà in papamobile dal Palazzo episcopale al tempio di Gaudí e altri dettagli della visita papale.

La cerimonia sarà concelebrata da 1.100 sacerdoti, tra cui numerosi Cardinali, Vescovi e abati.

Tra le 6.900 persone che potranno celebrare l'atto all'interno del tempio ci saranno 2.100 fedeli delle parrocchie di Barcellona, 180 dei quali provenienti dai Vescovadi della Catalogna, 450 religiosi e religiose e 800 cantori.

Ci saranno anche autorità, giovani, famiglie, lavoratori del tempio della Sagrada Familia, malati, giornalisti e rappresentanti di associazioni di malati, nonché rappresentanti di sordi e di associazioni religiose.

Finora per coprire la visita papale a Santiago de Compostela e a Barcellona si sono accreditati più di 2.000 giornalisti dei cinque continenti.

La televisione pubblica autonomica Televisió de Catalunya trasmetterà in diretta l'evento di Barcellona e offrirà il segnale a tutte le televisioni interessate alle immagini di questo evento.

Gli atti potranno essere seguiti anche via Internet attraverso varie pagine web, tra cui quella predisposta dall'Arcivescovado di Barcellona per la visita papale.

800 persone di parrocchie, scuole, movimenti e facoltà di comunicazione si sono offerte come volontarie per collaborare.

Sono già state ricevute più di 40.000 domande per seguire l'atto dall'esterno del tempio della Sagrada Familia, dove verranno collocati anche dei maxischermi, oltre alle sedie.

La preparazione della zona attigua al tempio perché la cittadinanza possa vivervi l'evento costerà circa mezzo milione di euro, 300.000 dei quali sono già arrivati attraverso donazioni.

Il Cardinale Martínez Sistach ha auspicato che “tutti possano scendere in strada per ringraziare il Santo Padre per aver lasciato Roma per venire a farci visita”.

Papa Benedetto XVI percorrerà il cuore dell'Ensanche barcellonese in papamobile per giungere alla Sagrada Familia dal Palazzo Episcopale, situato nel Quartiere Gotico.

La papamobile uscirà alle 9.00 per Via Laietana-Pau Claris, girerà per la calle Diputación e avanzerà per calle Marina per arrivare alla Sagrada Familia verso le 9.30, quando ci sarà un incontro con i Reali di Spagna.

Giungendo al tempio, la papamobile farà tutto il giro della chiesa fino alla facciata della Gloria.

Il coordinatore generale della visita, padre Enric Puig, ha spiegato che tutti riceveranno indicazioni e suggerimenti per accedere ai luoghi dai quali seguiranno l'atto, sia all'interno della chiesa che nella zona circondata all'esterno.

Il Cardinale ha affermato che una volta che il Papa avrà recitato l'Angelus alla facciata del Nacimiento rientrerà nella Sagrada Familia per scoprire una targa commemorativa con la dichiarazione del tempio espiatorio Basilica, mentre il coro delle voci bianche di Montserrat interpreterà il canto del Virolai.

Le monache benedettine del monastero barcellonese di San Pedro de las Puellas stanno preparando le tovaglie per l'altare che verrà consacrato quel giorno.

Le benedettine di Montserrat stanno anche preparando le oltre 300 semplici pissidi di ceramica che verranno usate per distribuire la Comunione.

Il pranzo del Papa nel Palazzo episcopale sarà a base di alimenti tipici della cucina della Catalogna, e non mancherà la famosa crema catalana.

La corporazione dei p

asticceri di Barcellona sta inoltre preparando una “mona” (un tipo di brioche) di cioccolata della Sagrada Familia perché il Santo Padre possa conoscere la tradizione catalana di queste figure di cioccolato tipiche della Pasqua.
Paparatzifan
00mercoledì 27 ottobre 2010 22:30
Dal blog di Lella...

Il prossimo 6 novembre Benedetto XVI visiterà la città di san Giacomo in Galizia

L’arcivescovo Barrio: da qui inviterà il Vecchio Continente a riscoprire le radici cristiane

Santiago attende il Papa «pellegrino di speranza»

DA SANTIAGO DE COMPOSTELA

MICHELA CORICELLI

Santiago de Compostela è bellissima, anche sotto una fitta pioggia.
«Qui ci siamo abituati» dicono i galiziani, sfoderando la loro proverbiale tranquillità. Ogni tanto, però, le nubi si aprono. Il sole illumina la grande Cattedrale e fa brillare come oro i licheni aggrappati da secoli alle statue, alle colonne, alle mura. La città del Cammino aspetta il Papa, che arriverà – «pellegrino della fede e testimone di Cristo Risorto» – il 6 novembre. La Galizia non nasconde l’emozione dell’attesa.
Dopo Giovanni Paolo II – che visitò Santiago de Compostela nel 1982 e poi nel 1989 per la Giornata mondiale della gioventù – questo affascinante angolo nord-occidentale della penisola iberica accoglierà ora anche Benedetto XVI. Sarà una visita di poche ore – spiegano gli organizzatori – ma intensissime.
Un’iniezione di speranza ed energia, secondo la comunità locale. Nell’attuale situazione di «relativismo» e «laicismo» che impregna la società spagnola, spiega monsignor Julian Barrio, arcivescovo di Santiago, «il pellegrinaggio del Papa servirà a una rivitalizzazione religiosa e sociale»: «Aumenta l’opportunità – e anche la necessità – di parlare della nostra fede». Del resto il fenomeno dell’impoverimento spirituale non è esclusivo del paese iberico. Ma non c’è spazio per il pessimismo. «Se c’è un luogo per la speranza, quella è la casa dell’Apostolo», sottolinea l’arcivescovo.
Con l’arrivo del Papa a Santiago – città europea per eccellenza, che con il suo Cammino ha contribuito a formare l’unità e l’identità del Continente (come intuì Goethe) – «deve risuonare la speranza cristiana». E se è vero che «tutta la storia della Chiesa è come il diario di un pellegrinaggio infinito» verso Dio, la partenza di Benedetto XVI per Santiago assume un valore profondamente simbolico, universale: «Il fratello di Roma viene ad abbracciare il fratello di Compostela», dice monsignor Barrio. Il Pontefice non toccherà la terra gallega in un momento qualsiasi: l’Anno Santo Compostelano in corso, infatti, «è una chiamata per recuperare l’antropologia cristiana», per riscoprire «la bontà della creazione e della creatura», per riconoscere «la minaccia e le conseguenze del peccato» e la «possibilità dell’uomo di essere curato e perdonato» e infine per ricordare «la presenza della Grazia» che è in tutto il creato. Il Cammino è una via, ma anche una luce, un faro che può illuminare molti: «L’Europa oggi mostra segnali di inquietante debolezza e preoccupa il ripudio della sua identità ed eredità», ammette l’arcivescovo. Nel cuore di Santiago – nella piazza dell’Obradoiro dove Benedetto XVI celebrerà la Messa il 6 novembre, di fronte a circa settemila fedeli – ogni giorno, in ogni momento, arrivano pellegrini: anziani e giovani, spagnoli e stranieri di tutto il mondo (quest’anno in molti anche dall’Australia e Nuova Zelanda), in gruppo o completamente soli. Esausti, ma felici. In tanti hanno deciso di rimandare il giorno in cui arriveranno a Santiago, per aspettare il Papa. Lungo l’itinerario dall’aeroporto al centro della città, «ci saranno circa 200mila persone», conferma Alfonso Rueda, numero due del governo della Galizia. Migliaia di bambini si preparano per il passaggio della papamobile. Un eventuale temporale costringerà i galiziani a restare in casa?
Qui è un’ipotesi che non viene neppure presa in considerazione. «La gente è abituata alla pioggia», ci ricorda sorridente monsignor Salvador Domato, coordinatore della visita papale. Autorità civili ed ecclesiastiche snocciolano le cifre dell’evento: centinaia di migliaia di galiziani in attesa, duemila giornalisti, mille volontari. «La visita del Papa è quella del Pellegrino che viene a rendere omaggio a secoli di tradizione, che hanno contribuito a forgiare l’Unione europea», afferma Alberto Núñez Feijoo, presidente della regione Galizia. Soddisfatto dalle cifre – il 2010 si concluderà con oltre otto milioni di turisti – Feijoo non può evitare una nota di delusione: da parte del governo centrale «è mancato qualsiasi tipo di appoggio a quest’Anno Santo Compostelano», sia dal punto di vista finanziario che culturale. La visita del Papa in Spagna proseguirà il 7 novembre a Barcellona.

© Copyright Avvenire, 27 ottobre 2010

IL PROGRAMMA

Il 7 dedicherà la Sagrada Familia

L a visita del 6 e 7 novembre prossimi a Santiago de Compostela e Barcellona è il secondo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Spagna.
Il precedente si svolse l’8 e il 9 luglio 2006 per il V Incontro mondiale delle famiglie a Valencia. Il programma per il 6 novembre prevede l’arrivo a Santiago de Compostela alle 11,30. Dopo la cerimonia di benvenuto si terrà un incontro privato con Felipe di Spagna, erede al trono spagnolo. Alle 13 il Papa visiterà la Cattedrale di Santiago, mentre alle 16,30 è prevista la Messa nella piazza dell’Obradoiro. Alle 19,15 la partenza per Barcellona. Il 7 novembre alle 9,30 il Papa incontrerà i reali di Spagna nella Sala museale della Sagrada Familia, chiesa che sarà consacrata da Benedetto XVI durante la Messa in programma alle 10, cui seguirà l’Angelus. Alle 17,15 è prevista la visita all’«Obra Benefico-Social Nen Déu» e alle 19,15 il Papa ripartirà per Roma.

© Copyright Avvenire, 27 ottobre 2010


+PetaloNero+
00venerdì 29 ottobre 2010 15:32
BRIEFING SUL VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA (SPAGNA)


Questa mattina, alle ore 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, il Direttore, P. Federico Lombardi, S.I., ha tenuto un briefing per illustrare il programma del Viaggio Apostolico di Sua Santità Benedetto XVI a Santiago de Compostela e Barcelona (Spagna) il 6 e 7 novembre 2010.

+PetaloNero+
00sabato 30 ottobre 2010 00:44
Il Papa mostrerà alla Spagna le sue radici
Il portavoce vaticano spiega il senso del viaggio pontificio

di Carmen Elena Villa



CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 29 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI “è molto contento di andare in Spagna. Aveva desiderato questo viaggio”, ha detto questo venerdì mattina padre Federico Lombardi S.I., portavoce vaticano.

Il sacerdote è intervenuto a un briefing presso la Sala Stampa della Santa Sede spiegando i dettagli del viaggio del Pontefice a Santiago de Compostela e a Barcellona il 6 e il 7 novembre.

Secondo padre Lombardi, si tratta della prima visita di Joseph Ratzinger sia a Santiago che a Barcellona, dove “è stato solo qualche ora in aeroporto per un cambio di aereo”.

La Famiglia reale di Spagna, ha spiegato, “è molto impegnata” in questo viaggio. Il Papa incontrerà i Principi delle Asturie Felipe e Letizia a Santiago de Compostela sabato 6 novembre, dopo la cerimonia di benvenuto all'aeroporto della città.

L'incontro con il Capo di Governo spagnolo José Luis Rodíguez Zapatero all'aeroporto di El Prat di Barcellona sarà più breve a causa della durata ridotta del viaggio. Padre Lombardi ha dichiarato che nell'agosto 2011 ci sarà l'occasione per incontri protocollari più lunghi, quando il Papa si recherà in Spagna per la Giornata Mondiale della Gioventù.

Il portavoce ha confermato che Benedetto XVI saluterà anche il leader del Partido Popular, Mariano Rajoy, proveniente dalla Galizia, sabato a Santiago de Compostela.

Sagrada Familia

Quanto al tempio della Sagrada Familia, che Benedetto XVI consacrerà come Basilica il 7 novembre, padre Lombardi ha segnalato che è “pieno di simboli liturgici”.

Il gesuita ha ricordato ai giornalisti che la Sagrada Familia non è la Cattedrale di Barcellona, che è invece quella di Santa Croce e Santa Eulalia, costruita tra il XIII e il XV secolo e situata nel centro della città.

Di fronte alla figura di Antonio Gaudí, la cui causa di canonizzazione è in corso e che in alcuni ambienti ha sollevato polemiche, Lombardi ha detto che si tratta di un “cristiano esemplare”.

“La causa va avanti presso la Congregazione per le Cause dei Santi”, che la sta analizzando “con oggettività”, ha detto. Il fine della consacrazione del tempio da parte del Papa, ha sottolineato, “non è promuovere la causa di Gaudí”.

Tre viaggi in Spagna

Se i progetti verranno rispettati, in meno di quattro anni Benedetto XVI si recherà tre volte in Spagna, le ultime due a meno di un anno di distanza.

Il primo viaggio lo ha realizzato nel 2006 per il V Incontro Mondiale delle Famiglie a Valencia, il secondo sarà questo del 6 e 7 novembre e il terzo quello per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, nell'agosto 2011.

Perché questa attenzione speciale per la Spagna? E' stata questa una delle domande che ha posto ZENIT durante l'incontro con i giornalisti. “Non che la Spagna sia fortunanta”, ha risposto il portavoce della Santa Sede. “Ci sono occasioni che danno luogo a una risposta di viaggi frequenti”.

Qualche preoccupazione particolare del Papa per la crisi di fede che vive il Paese?, ha chiesto ZENIT. Padre Lombardi ha risposto che “i problemi ci sono anche in altri Paesi, ad esempio nel Regno Unito”.

“Non mi sento di fare discorsi specifici, mi sembra che ci siano occasioni e che i luoghi giocano a favore, e in questo caso tocca alla Spagna”.















“Per me è una gioia accogliere a Santiago il Pellegrino per eccellenza”
Intervista a monsignor Julián Barrio, Arcivescovo di Santiago de Compostela



SANTIAGO DE COMPOSTELA, venerdì, 29 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI aveva manifestato in varie occasioni il suo desiderio di recarsi in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Ha potuto realizzarlo quasi “in extremis”, perché dopo l'Anno Santo che si sta per concludere bisognerà aspettare il 2021 prima che se ne celebri un altro.

Per monsignor Julián Barrio, Arcivescovo della città, l'arrivo del Papa nella sua Diocesi è un momento speciale, che attende “con gioia” e per il quale ha invitato i suoi fedeli a prepararsi con digiuni e preghiere, convinto del fatto che la visita porterà “grandi frutti spirituali”.

Il presule lo spiega in questa intervista concessa a ZENIT.

Che cosa rappresenta per lei questa visita del Papa a Santiago, la prima di un Papa da quando lei è Arcivescovo?

Monsignor Julián Barrio: Una sincera gratitudine e una feconda speranza, perché sono sicuro che i frutti spirituali e pastorali di questo pellegrinaggio saranno molto sostanziosi. E' una gioia accogliere come Arcivescovo e offrire ospitalità al Pellegrino per eccellenza di questo Anno Santo, Papa Benedetto XVI.

Da quando ci è stato comunicato il suo arrivo in questa chiesa di Santiago de Compostela, lo stiamo accompagnando con la nostra preghiera, ringraziando Dio e ringraziando anche il Papa per la sua disponibilità e carità pastorale, perché tra tante preoccupazioni ha cercato un giorno per venire a stare con noi.

Per me come pastore di questa Chiesa particolare è molto emozionante che il Successore di Pietro, pellegrino di tutti i cammini del mondo, accorra all'incontro con l'Apostolo San Giacomo come pellegrino.

Senza dubbio, dalla sua presenza nella nostra comunità cristiana possiamo aspettarci soprattutto la conferma nella fede. Ci autorizzano a farlo le stesse parole di Gesù a Simon Pietro: “Tu (…) conferma i tuoi fratelli”.

Perché Santiago è così importante per la Chiesa e per l'Europa?

Monsignor Julián Barrio: Santiago de Compostela come meta di pellegrinaggio in cui si venera la Tomba dell'Apostolo San Giacomo e si fa memoria della Tradizione Apostolica su cui si basa la nostra fede non è più Finisterre, perché è diventato la meta di infiniti cammini che giungono a questa Città dell'Apostolo da tutti i confini dell'universo.

In modo speciale, dobbiamo far riferimento alla Chiesa in Spagna. Il patronato dell'Apostolo sulla Spagna risale a tempi molto antichi. Ciò fa sì che possiamo dire in qualche modo che Santiago de Compostela è “la capitale ecclesiale della Spagna”, in particolare negli Anni Santi Compostelani.

Parlare di San Giacomo Maggiore è parlare della fede degli spagnoli. La figura storica e devozionale dell'Apostolo è sempre il nostro riferimento, avendolo come “promotore”, “colonna”, “difensore” o “paladino” della nostra fede, termini che compaiono nei testi liturgici, letterari o popolari e che hanno generato, in tanti secoli, la tradizione giacobea.

L'apostolicità che Compostela trasuda è dovuta allo stimolo evangelizzatore dell'Apostolo San Giacomo, Protomartire tra gli Apostoli. E' per questo che Santiago de Compostela rifulge, ancora oggi, come guida della Spagna cristiana e dell'intera ispanicità, estendendo la propria sfera di influenza al di sopra e al di là della geografia spagnola o ispanica, come testimonia il costante fluire di pellegrini. Dante Alighieri lasciò scritto che quello a Santiago è il più bel pellegrinaggio che un cristiano possa fare prima della sua morte.

Oltre a questa dimensione di ispanicità, dobbiamo riferisci a quella dell'europeità. Lo stesso Goethe ha affermato che l'Europa “è nata peregrinando intorno alla memoria di Santiago”.

28 anni fa, nel novembre 1982, Papa Giovanni Paolo II, nella stessa Cattedrale compostelana, ha denunciato in modo nobile e dolente la crisi che colpiva la coscienza cristiana dell'Europa. Nelle sue parole, esortava l'Europa a svegliarsi, a rinnovare le proprie radici, a recuperare la sua genuina identità cristiana.

Anche Benedetto XVI conosce molto bene la situazione storica e attuale dell'Europa, e sa ciò che hanno significato il Cammino di Santiago, il Pellegrinaggio Giacobeo e la Tomba dell'Apostolo San Giacomo nella costruzione della civiltà europea. Di fronte allo svanire dell'eredità e dei criteri cristiani, una realtà che comporta la perdita dei riferimenti religiosi e antropologici cristiani, a Compostela ci troviamo con la Tradizione Apostolica grazie allo stimolo evangelizzatore dell'Apostolo San Giacomo, “amico del Signore”.

In questo senso, la storia e il carismo giacobeo sono una singolare e accreditata piattaforma per rafforarci in questa nuova evangelizzazione che la Chiesa spera e reclama.

Questo Giubileo compostelano è stato l'ultimo in molti anni, dopo una serie di Giubilei consecutivi. In vista del prossimo del 2021, che cosa vorrebbe che restasse di questi anni?

Monsignor Julián Barrio: Ringrazio Dio per avermi concesso la provvidenza di vivere e partecipare a quattro Anni Santi Compostelani, uno come Vescovo ausiliare e gli altri tre come Arcivescovo di questa Chiesa diocesana. E' stata, a livello pastorale e spirituale, un'esperienza molto arricchente per me.

Mi piacerebbe che in tantissimi pellegrini restassero l'inquietudine evangelizzatrice, lo spirito di conversione e l'impegno a tornare nei luoghi di provenienza dando testimonianza di ciò che hanno visto, sentito e vissuto, dopo aver incontrato il Signore, gli altri e se stessi, come hanno fatto i discepoli di Emmaus.

Dalla famosa visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1989 ad oggi, che cosa è cambiato per Santiago? I pellegrini sono aumentati?

Monsignor Julián Barrio: Come dicevo prima, Santiago de Compostela è diventato un punto di riferimento significativo del pellegrinaggio all'interno della triade sacra e storica composta anche da Gerusalemme e Roma. E' evidente il rilevante aumento di pellegrini, in quel momento non prevedibile. Oggi possiamo dire che arrivano pellegrini dai cinque continenti.

L'importanza del Fatto Giacobeo è riflessa nell'affermazione del Papa per cui la Chiesa particolare compostelana, “per il suo vincolo immemorabile con l'Apostolo Giacomo, affonda le sue radici nel Vangelo di Cristo, offrendo questo tesoro spirituale ai suoi figli e ai pellegrini provenienti dalla Galizia, da altre parti della Spagna, dall'Europa e dagli angoli più remoti del mondo”.

Benedetto XVI aveva molto interesse a recarsi a Santiago. Le ha mai detto personalmente qualcosa a questo proposito?

Monsignor Julián Barrio: Ho avuto l'opportunità di parlare con lui quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e poi dopo che era stato eletto Successore di Pietro. Nelle varie occasioni, quando l'ho invitato a venire a Santiago ha accolto la proposta con grande benevolenza.

So che nel passato Anno Santo Compostelano 2004 aveva previsto di venire a Santiago, ma poi varie circostanze non gli hanno permesso di compiere questo pellegrinaggio. Ora il Signore gli concede di realizzare questo desiderio.

La Chiesa in Galizia accoglierà il Papa con gioia? Come si vive la visita nelle parrocchie?

Monsignor Julián Barrio: Sono sicuro che sarà così. La città dell'Apostolo, la Diocesi compostelana e la Galizia attendono con gioia il pellegrinaggio del Papa. Molte persone lo manifesteranno con la propria presenza.

Nella nostra Diocesi, dal primo momento in cui abbiamo saputo che il Papa sarebbe venuto lo stiamo accompagnando in modo particolare con la nostra preghiera. Sono molte le testimonianze in questo senso.

Abbiamo anche cercato di far sì che questo avvenimento gioioso avesse una ripercussione sulla pastorale diocesana. Sono stati preparati materiali che stanno aiutando la riflessione e la formazione catechetica, indirizzati ai bambini, ai giovani e agli adulti. Con questo stesso obiettivo, sia nella Cattedrale che in tutte le parrocchie, nei seminari diocesani e nelle case religiose si sta celebrando un atto eucaristico una volta a settimana.

Ho chiesto in una lettera pastorale ai diocesani che nel mese di ottobre si reciti il Santo Rosario chiedendo specialmente i frutti spirituali e pastorali di questo pellegrinaggio e tenendo ben presenti le intenzioni del Papa.

Dall'altro lato, e con l'obiettivo di una preparazione spirituale immediata, ho espresso il desiderio che il 5 novembre noi diocesani rispettiamo una giornata di digiuno, offrendo un apporto economico alla Caritas diocesana perché con i proventi si possano aiutare le persone più bisognose.

In ogni caso, la Chiesa in Galizia attende il Papa con gratitudine e affetto filiale.

[Intervista realizzata da Inma Álvarez, traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

Paparatzifan
00sabato 30 ottobre 2010 08:23
Dal blog di Lella...

Il Papa visita Barcellona e Compostela, vedrà Zapatero a Rajoy

Tre viaggi in Spagna, Valencia 2006, anno prossimo Madrid

Città del Vaticano, 29 ott. (Apcom)

Incontrerà il presidente del Governo spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero, così come il capo dell'opposizione, il popolare Mariano Rajoy, Papa Benedetto XVI, che il 6 e 7 novembre prossimo si recherà a Santiago e Barcellona per il secondo viaggio del suo pontificato in Spagna. Nel 2006 Ratzinger si recò a Valencia e già è prefissato una terza trasferta spagnola, l'anno prossimo a Madrid, per la Giornata mondiale della gioventù.
Per un Pontefice che viaggia meno del predecessore, tornare tre volte nello stesso paese è un record. Tanto più che quel paese è la Spagna, governata dal 2004 da un socialista assurto, con leggi sull'aborto, il matrimonio gay e il 'divorzio express', a campione di un laicismo inviso a buona parte dell'episcopato spagnolo e visto con sospetto anche in molti ambienti della Curia romana.
"E' vero che c'è una frequenza particolare, ma è anche vero che ci sono motivi molto specifici per i singoli viaggi", ha però precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, nel corso di un briefing di presentazione del viaggio.
A Valencia nel 2006 andò per partecipare all'incontro internazionale delle famiglie, "non è andato solo per la Spagna", ha puntualizzato il portavoce vaticano. L'anno prossimo, poi, il Papa tornerà a Madrid per la Giornata mondiale della gioventù, un altro appuntamento internazionale. "Possiamo dire che la Spagna è fortunata ad avere queste occasioni che permettono viaggi più frequenti del Papa. Ma i problemi della Spagna, come il secolarismo, si trovano anche in altri paesi", ha spiegato padre Lombardi.
Come già accadde a Valencia, e come è ovvio nel protocollo della Santa Sede, il Papa incontrerà anche in questa occasione Zapatero. Si tratterà di un "breve incontro" all'aeroporto di Barcellona al momento di ripartire per l'Italia il 7 novembre. Nel giugno scorso il Papa aveva ricevuto Zapatero in Vaticano. Ad accogliere Benedetto XVI il giorno prima all'aeroporto di Santiago de Compostela saranno i principi delle Asturie, gli eredi al trono Felipe e Letizia. I reali accoglieranno il Papa a Barcellona e lo accompagneranno con Zapatero al momento del commiato.
Il Papa vedrà anche brevemente il leader dell'opposizione, Mariano Rajoy, a margine della messa a Santiago. "Poiché è un viaggio molto breve non ha lo schema protocollare dei viaggi più lunghi", ha spiegato Lombardi. "Il Papa incontra tutte le autorità, ma in modo più semplice e informale". E comunque, ha precisato il gesuita, si tratta di "una visita molto pastorale, che non ha aspetti politici o ufficiali".
Il Papa arriverà la mattina del 6 novembre a Santiago de Compostela, visiterà la cattedrale e celebrerà poi messa nella plaza del Obradoiro. In serata il trasferimento in aereo a Barcellona. La mattina dopo, domenica 9 novembre, Benedetto XVI celebrerà una messa di dedicazione della basilica della Sagrada Familia - ancora non conclusa - progettata da Antoni Gaudì. E' in corso un processo di beatificazione dell'artista.
"Il Papa - ha precisato Lombardi - non va a Barcellona per canonizzare Gaudì anzitempo. Il motivo del viaggio è la consacrazione della Sagrada Famiglia, non la promozione della causa di Gaudì" sebbene "che Gaudì sia un ottimo cristiano e una persona esemplare non è in discussione". La causa di beatificazione dell'artista, ad ogni modo, "andrà avanti come ogni causa. Il Papa chiede sempre alla congregazione per la Cuasa dei santi di procedere bene e con oggettività". Dopo il pranzo con i vescovi e i cardinali di Spagna, il Papa, prima di fare rientro in Vaticano, visiterà la Obra benefico-sociale Nen Deu, una casa per bambini con gravi handicap. "Non è un appuntamento marginale - ha tenuto a precisare il portavoce vaticano - e non è un caso che simili appuntamenti ci siano in ogni viaggio del Papa". L'impegno caritatevole è, infatti, "strutturalmente parte della vita della Chiesa". Alle 19.15 è previsto il decollo del volo papale, che attererà all'aeroporto romano di Ciampino alle 20.55. Interpellato dai giornalisti, padre Lombardi ha anche commentato le polemiche sui costi del viaggio. "Non è inabituale e si può anche capire sullo sfondo della crisi economica che ci sia attenzione alle spese. Ma quello del Papa non è un viaggio organizzato in modo dispendioso o con spese inutili. Le spese saranno proporzionate ad una buona accoglienza del Papa. Un viaggio del Papa, inoltre, comporta una serie di ritorni positivi e certo non solo di carattere economico".

© Copyright Apcom


Paparatzifan
00martedì 2 novembre 2010 20:51
Dal blog di Lella...

SPAGNA: POPULAR TV SEGUIRÀ IN DIRETTA TUTTA LA VISITA DEL PAPA A SANTIAGO E A BARCELLONA

In occasione della visita di Benedetto XVI a Santiago de Compostela e a Barcellona, Popular Tv, la televisione del Gruppo Cope, offrirà una programmazione speciale in diretta con tutti gli eventi di questo nuovo viaggio apostolico del Pontefice. Sabato 6 ottobre alle 11,30, i telespettatori di Popular Tv potranno seguire in diretta l’arrivo del Santo Padre all’Aeroporto internazionale di Santiago de Compostela. Di seguito sarà trasmessa la visita alla cattedrale e il saluto del Papa a partire dalle ore 13. Di pomeriggio dalle 16, Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa per l'Anno Santo Compostelano nella Plaza del Obradoiro. Alle 19.15, terminerà la visita del Santo Padre a Santiago de Compostela, con la partenza dall’aeroporto. Domenica 7 novembre, alle 10, il Papa celebrerà la Messa e l’Angelus dalla piazza della chiesa della “Sagrada Familia” a Barcellona. Nel pomeriggio si terrà la partenza dall’arcivescovado di Barcellona e la visita del Pontefice all’“Obra benefico sociale Nen Deu”, da dove impartirà un saluto. Tutti questi eventi saranno ripresi da Popular tv: la programmazione speciale si concluderà alle 19.15 quando sarà trasmessa la partenza del Papa dall’aeroporto internazionale della capitale catalana.

© Copyright Sir


Paparatzifan
00martedì 2 novembre 2010 21:04
Dal blog di Lella...

Santedat, benvingut a Catalunya
Santità, benvenuto in Catalogna


Santo Padre,

Siamo lieti di ringraziarLa per la Sua prossima visita apostolica a Barcellona.

Ella viene a consacrare il tempio della Sagrada Família e corona il desiderio di tante generazioni che hanno speso la loro fede, i loro sforzi, il loro talento per dedicare a Dio uno spazio che è ormai l’edificio più emblematico della città e una delle grandi meraviglie artistiche del mondo cristiano.
L’opera minuziosa, generosa e anche creativa di Antoni Gaudí è un modello per noi tutti.

Inoltre, visitando i bambini dell’Obra del Nen Déu, Ella ci aiuta a condividere la preoccupazione cristiana verso i più deboli e il riconoscimento del contributo delle fami-glie per creare una società più giusta e più umana. È anche questa una preoccupazione per noi nell’attuale contesto di crisi economica, che ci sprona a ripensare una società dove il centro sia la dignità della persona e il rispetto per la vita. Barcellona è il capoluogo della Catalogna.
Ella giunge in un territorio con una coscienza di nazione sempre riconosciuta dalla tradizione ecclesiale, come esplicitato nel documento episcopale “Radici cristiane della Catalogna”.

Le diamo il benvenuto in un Paese dalle radici cristiane.
Mille anni fa, cercando la protezione della Sede di Pietro e adottando la liturgia romana, cominciò un processo d’identità culturale tuttora molto vivo.
Lungo i secoli la Chiesa nella Catalogna ha creato cultura e la cultura ha configurato la Chiesa.

Tutto ciò ha dato frutti di santità e caratteristiche proprie che hanno reso la Catalogna una terra di accoglienza e l’hanno aperta ai popoli vicini e al mondo intero.Oggi, con centri educativi di prestigio aperti a tutti, con un vasto tessuto associativo e culturale, con un rilevante livello di studi biblici, liturgici e teologici, con la pratica delle tradizioni religiose popolari, e con un riconosciuto impegno sociale e caritatevole, noi cristiani continuiamo a essere “sale” della nostra terra.
Siamo una comunità cristiana con origini pauline, che crearono la primitiva chie-sa tarraconense. Ora ci auguriamo che il Suo passaggio da noi, pregando con noi e nella nostra lingua, e trasmettendoci la Parola di Dio, diventi una pietra miliare nella fermezza dei credenti e sia un incoraggiamento per la concordia tra tutti.

Con questi sentimenti Le diamo il nostro benvenuto in Catalogna

Jordi Pujol, già Presidente della Generalitat de Catalunya.
Joan Rigol, già Presidente del Parlament de Catalunya.
Eugeni Gay, Magistrato del Tribunal Constitucional.
Josep Fèlix Ballesteros, Sindaco di Tarragona.
Àngel Ros, Sindaco di Lleida.
Josep M. Soler, O.S.B., Abate di Montserrat.
Josep Alegre, O.Cist., Abate di Poblet.
Gertrudis Nin, O.S.B., Badessa di Sant Pere de les Puel·les.
Montserrat Viñas, O.S.B., Badessa di Sant Benet de Montserrat.
Valentí Miserachs, Presidente del Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Josep M. Abella, C.M.F., Superiore Generale dei Missionari Clarettiani.
Emili Turú, F.M.S., Superiore Generale dei Fratelli Maristi.
Josep M. Balcells, Sch.P., già Superiore Generale degli Scolopi.
Cristina Martínez, S.T.J., Presidente dell’Unió de Religiosos de Catalunya.
Màxim Muñoz, C.M.F., Vicepresidente dell’Unió de Religiosos de Catalunya.
Josep M. Cullell, Revisore della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.
Josep M. Romaguera, Consigliere Internazionale della Gioventù Operaia Cristiana.
Artur Mas, Presidente di CiU.
Josep Antoni Duran i Lleida, Presidente della Direzione Generale di UDC.
Jordi Carbonell, Presidente Onorario di ERC.
Xavier Trias, Presidente del Gruppo di CDC del Consiglio Comunale di Barcellona.
Núria de Gispert, già Assessore Regionale alla Giustizia (UDC).
Josep M. Carbonell, già Presidente del Consell Audiovisual de Catalunya.
Ignasi Garcia Clavel, già Direttore Generale per gli Affari Religiosi.
Jordi Lòpez Camps, già Direttore Generale per gli Affari Religiosi (PSC).
Joan Viñas, Rettore dell’Universitat de Lleida.
Ramon Pascual, già Rettore dell’Universitat Autònoma de Barcelona.
Josep Oriol Pujol, Direttore Generale della Fundació Pere Tarrés.
Pilar Malla, già Difensore Civico di Barcellona.
Eduard Ibàñez, Presidente del Comitato Generale di Justícia i Pau per la Spagna.
Pere Lluís Font, Vicepresidente della Fundació Joan Mara-gall.
Tica Font, Direttrice dell’Institut Català Internacional per la Pau.
Josep M. Benítez i Riera, S.J., Storico.
Albert Manent, Direttore del Diccionari d’Història Eclesiàstica de Catalunya.
Ramon Pla, Di-rettore di Qüestions de Vida Cristiana.
Jordi Bonet Armengol, Architetto-Direttore dei lavori del Temple Expiatori de la Sagrada Família.

Barcellona, 2 novembre de 2010

Ulteriori adesioni su www.catalunyareligio.cat

© Copyright Corriere della sera (Roma), 2 novembre 2010


+PetaloNero+
00mercoledì 3 novembre 2010 15:29
Il Papa va a Santiago e a Barcellona per ricordare l’amore di Dio
Intervista a monsignor Celso Morga sottosegretario per la Congregazione del clero

di Carmen Elena Villa



CITTÀ DEL VATICANO, mercoledì, 3 novembre 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI si recherà a Santiago di Compostela e a Barcellona, tra il 6 e il 7 novembre, per ricordare l’amore di Dio e per ribadire che “il Signore non toglie nulla, e dona tutto”.

Da un lato, cercherà di rafforzare il senso del pellegrinaggio alla tomba di Giacomo il Maggiore: la penitenza, la conversione e l’importanza che rappresenta questo santuario per l’evangelizzazione dell’Europa; dall’altro, vorrà ammirare e presentare gli innumerevoli simboli liturgici delle colonne, le torri e le centinaia di dettagli che compongono l’architettura della Sagrada Familia.

Su entrambi i temi ZENIT ha intervistato monsignor Celso Morga Iruzubieta, sottosegretario della Congregazione per il clero, nato a Huércanos, in La Rioja (Spagna), il 28 gennaio del 1948 e ordinato sacerdote nel 1972.

Perché il Papa va espressamente per consacrare la basilica della Sagrada Familia?

Monsignor Celso Morga: Nelle sue cinque navate centrali la Sagrada Familia è praticamente conclusa e il Papa è molto contento di fare questa consacrazione. Per lui è molto importante che la liturgia venga celebrata bene, che gli si dia tutto lo splendore necessario, che sia il culto a Dio e che inoltre sia il veicolo per eccellenza della catechesi.

Gaudì è stato un uomo liturgico, autodidatta, non ha studiato in un seminario o in qualche casa di formazione. Le sue fonti di conoscenza e di vita cristiana sono state la liturgia e la Messa che ascoltava quotidianamente. Tutto il simbolismo della liturgia e tutto il senso della liturgia è plasmato nell’architettura del tempio della Sagrada Familia.

Il secolo XIX è stato un secolo di grande santità nella Catalogna. Lei crede che questo abbia avuto un’influenza sulla spiritualità di Gaudì?

Monsignor Celso Morga: Sì. C’è per esempio padre Jose Manyanet, canonizzato da Giovanni Paolo II, uno dei promotori della costruzione della Sagrada Familia e fondatore dei Figli della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Questo santo aveva la sua Congregazione religiosa come faro. Entrambi erano uniti dal tema della Sacra Famiglia, come modo per ritrovare le radici cristiane e rievangelizzare, e da lì è nata l'iniziativa di costruire questo tempio.

La vita di Gaudì è quella della Sagrada Familia. Tutto ciò che ha vissuto è espresso lì. Questo rifiorire di santità ha influito su Gaudì. La Sagrada Familia non è un caso: risponde a questo rifiorire che si è verificato nella Catalogna nella seconda metà del XIX secolo.

Lei crede che l’attenzione particolare che Benedetto XVI dà ai temi liturgici, sia il motivo per cui è così attratto dalla figura di Gaudì?

Monsignor Celso Morga: Per il Papa è molto importante che in queste grandi città, nel mezzo della nostra civiltà secolarizzata, vi sia spazio per i templi, per i grandi templi. Le cattedrali non sono un qualcosa del Medioevo, ma sono anche dei nostri giorni.

In Spagna è diffusa l’idea che prima fosse molto cattolica e che ora sia molto atea, ma credo che non sia vera né l’una né l’altra cosa. La stragrande maggioranza della popolazione si riconosce cattolica, mentre solo una minoranza non lo è.

Forse si è verificato un processo proprio anche degli altri Paesi del mondo occidentale: vivere come se Dio non esistesse. Una concezione favorita anche dal progresso materiale, una vita facile, in cui la domenica si va fuori per il fine settimana, in vacanza, si esce dalla città, a respirare, e senza andare in chiesa.

Certe difficoltà della vita sociale ti possono portare a non educare i figli in modo cristiano: i figli devono praticare sport e imparare le lingue ma spesso non vanno a catechismo. Sono difficoltà che per molti versi si fondano su questa vita moderna. Poi c’è la riduzione dei tassi di natalità. La società cerca di vivere in appartamenti sempre più piccoli. Le circostanze influiscono in questo processo di allontanamento spirituale.

Perché il Papa ha deciso di andare a celebrare l’Anno Giacobeo a Santiago di Compostela?

Monsignor Celso Morga: Il Papa ha nel suo stemma episcopale la conchiglia del pellegrino. Quando un vescovo sceglie il suo stemma lo fa in linea con ciò che guiderà la sua missione episcopale. Egli ha voluto approfittare di questo Anno santo, che non si ripeterà fino al 2021, per venerare la tomba dell’apostolo Giacomo, per ricordarci che dobbiamo recuperare le nostre radici.

L’Europa è stato un continente cristiano che ha portato la sua civiltà, la sua cultura, la sua religione, al mondo intero. Ma – soprattutto a partire dal processo innescato dall’Illuminismo, quello di imporre la ragione umana come unica guida dell’umanità – questo senso di Dio è stato nascosto e la cultura occidentale ed europea ha iniziato da allora a considerare Dio in modo indifferente e come un nemico dell’autonomia, come se l’essere umano non potesse realizzarsi umanamente alla presenza di Dio. Il Papa insiste molto proprio sul contrario: l’uomo, in Dio, come amico, trova la sua pienezza e quando Dio non c’è l’uomo si impoverisce.

Nel Medioevo i peccatori percorrevano questo cammino come penitenza per ritrovare nuovamente la grazia di Dio, ma erano persone che avevano Dio. Una cosa è volersi riavvicinare a Dio, un’altra è ignorarlo e negare la sua esistenza. Quando uno ha Dio, anche se dovesse cadere, può trovare il perdono di Dio. Il problema sorge quando non si ha Dio.

Il Papa vuole che l’Europa e il mondo recuperino Dio come amico, come chi dà senso e pienezza all’uomo. Egli cerca di far vedere che Dio non è un problema per la realizzazione personale. Mi sembra che sia particolarmente opportuno che il Papa vada in Spagna per due occasioni nello stesso anno accademico, perché la Spagna sta vivendo questo processo di secolarizzazione accelerato, forse con un po’ di ritardo rispetto ai Paesi dell’Europa centrale. Credo che in questo momento il Papa voglia tornare a dire agli spagnoli una frase che ha ripetuto varie volte durante il suo pontificato: “Il Signore non toglie nulla, e dona tutto”.


+PetaloNero+
00giovedì 4 novembre 2010 00:50
I tre momenti chiave della visita del Papa a Santiago
Pronuncerà due discorsi e un'omelia

di Inma Álvarez


SANTIAGO DE COMPOSTELA, mercoledì, 3 novembre 2010 (ZENIT.org).- Pur se breve, perché durerà appena otto ore, il viaggio del Papa questo sabato a Santiago de Compostela sarà intenso per gesti e discorsi. Benedetto XVI ha tre appuntamenti importanti, con un discorso per ciascuno di essi.

Il primo avrà luogo all'aeroporto di Lavacolla, appena atterrato alle 11.30, e non sarà aperto al pubblico. Si tratterà della cerimonia ufficiale di benvenuto, alla quale saranno presenti i principi delle Asturie, Felipe e Letizia, e l'Arcivescovo di Santiago, monsignor Julián Barrio.

Il Papa, com'è abitudine, riceverà gli onori riservati a un Capo di Stato, e si dirigerà poi alla tribuna delle autorità per i discorsi ufficiali. Ci sarà anche un incontro privato con i principi delle Asturie in una sala dell'aeroporto.

Alle 12.30 inizierà il lento percorso fino alla Cattedrale di Santiago, durante il quale saluterà le migliaia di fedeli che lo attenderanno sulla via.

Abbraccio a Santiago

Il secondo momento sarà la visita alla Cattedrale di Santiago con l'abbraccio all'Apostolo, il gesto simbolico che ogni pellegrino compie arrivando a Compostela.

Al suo arrivo, il Papa entrerà nella Cattedrale dalla Piazza de la Inmaculada attraverso la Porta dell'Azabachería, dove sarà ricevuto dal Capitolo e da dove benedirà il tempio.

Una volta all'interno, il Pontefice attraverserà la Basilica percorrendo il corridoio centrale e uscirà nella Piazza dell'Obradoiro attraverso il Pórtico de la Gloria, da dove saluterà brevemente i pellegrini.

Poi rientrerà e attraverserà tutto il tempio in senso contrario fino alla navata laterale, da dove uscirà di nuovo all'esterno attraverso la Puerta Real fino alla Plaza de Quintana, e camminerà fino alla vicina Porta Santa, salutando i pellegrini presenti.

Dopo essere rientrato per la Porta Santa, che è aperta solo in occasione dei giubilei, il Papa si dirigerà nella cripta, dove riposano i resti dell'Apostolo. Darà in seguito il tradizionale abbraccio al busto del Santo e si dirigerà al presbiterio, da dove pronuncerà un discorso.

Al momento del congedo, e non potrebbe essere altrimenti, verrà attivato il famoso Botafumeiro, un immenso incensiere che oscilla, con l'aiuto di varie persone, lungo tutta la navata centrale della Cattedrale e viene utilizzato solo nei momenti solenni.

Santa Messa

Nel pomeriggio, dopo aver pranzato nel Palazzo Arcivescovile, il Papa tornerà nella Cattedrale, celebrando la Messa all'aperto nella Piazza dell'Obradoiro.

Al momento di inizio della Messa, alle 16.30, suoneranno contemporaneamente tutte le campane della città e della Diocesi. Durante questa celebrazione, che durerà due ore, il Papa pronuncerà il terzo intervento, l'omelia.

Sarà il suo ultimo discorso, visto che al termine della cerimonia si dirigerà direttamente, in un'automobile chiusa, all'aeroporto di Santiago per volare alla volta di Barcellona, meta della seconda parte del suo viaggio.

Per la Messa è stata costruita una struttura, opera dell'architetto Iago Segara, che avrà anche la funzione di proteggere il Papa e i concelebranti in caso di pioggia, un fenomeno abituale in Galizia. Ci sarà poi un'enorme croce di granito nero, opera di Manolo Paz.

Sull'altare verranno collocate opere di enorme valore artistico, tra cui il calice dell'Arcivescovo Múzquiz, del 1818, e la pisside dell'Arcivescovo Monroy, del 1698. Ci saranno anche 150 pissidi realizzate da “Oleiros” di Buño, in terracotta vetrificata.

Ci sarà inoltre un retablo ligneo del XIX secolo della Madonna del Carmelo, l'invocazione più popolare della Vergine patrona dei marinai in Galizia. Al termine della Messa, è tra l'altro previsto che un coro della Scuola Navale Militare di Marín intoni la “Salve Marinera”, un inno alla Stella Maris.

I brani musicali saranno eseguiti dalla Reale Filarmonica della Galizia e dalla Cappella Musicale della Cattedrale, i cui membri si troveranno sotto il Pórtico de la Gloria.

Tra gli altri pezzi, sono previsti passi della Missa Brevis di Mozart, dell'oratorio Saul di Haendel, la Cantata 156 di Bach, composizioni di canto gregoriano e opere di compositori spagnoli attuali, come Nemesio García Carril, Antonio Suárez Carneiro e Juan Durán.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]













Con la sua visita in Spagna, il Papa realizzerà due suoi desideri

MADRID, mercoledì, 3 novembre 2010 (ZENIT.org).- Con la sua visita di questo fine settimana in Spagna, Papa Benedetto XVI realizzerà due desideri che nutriva da tempo: recarsi in pellegrinaggio a Santiago de Compostela e poter contemplare in loco il tempio della Sagrada Familia di Gaudí.

Lo ha spiegato il responsabile della struttura informativa per il viaggio e direttore della Sala Stampa della Conferenza Episcopale Spagnola, Isidro Catela, questo martedì durante un incontro stampa a Madrid.

Benedetto XVI visiterà per la prima volta queste due città spagnole. Aveva progettato di recarsi in precedenza sia a Santiago de Compostela, con il fratello, che a Barcellona, ma alla fine non gli è stato possibile.

Catela ha anche sottolineato che il Pontefice ammira Gaudí e la sua opera, e ha spiegato che dopo la dedicazione del tempio di questo architetto, il 7 novembre, potrebbe già celebrarsi il culto pubblico nella navata centrale della Sagrada Familia.

A Barcellona, inoltre, Benedetto XVI vuole trasmettere un messaggio d'amore e di difesa della dignità di ogni vita umana, con la sua visita alla sede centrale dell'opera benefico-sociale del Bambino Gesù.

Su quest'opera, Catela ha spiegato che all'inizio si dedicava all'assistenza di persone affette dalla Sindrome di Down, ma “attualmente il numero di queste persone è diminuito notevolmente perché una buona parte viene eliminata prima di nascere”.

“Hanno favorito questo le legislazioni che contemplano l'aborto come un 'diritto'”, ha lamentato.

“Se, come accade ad esempio nell'attuale legislazione spagnola, la salute è 'completo benessere fisico, mentale e sociale' e questo benessere viene considerato minacciato dal nascituro, questo può essere trattato come un ostacolo per la qualità della vita, la cui eliminazione diventa quindi lecita”, ha aggiunto.

Durante la visita del Papa alla sede centrale di questa istituzione dell'Arcivescovado di Barcellona, domenica pomeriggio, “si sottolineeranno il grande lavoro che svolge la Chiesa e la sua difesa della dignità di ogni vita umana, dal concepimento alla morte naturale, così come della vita di tutti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche, psichiche o intellettuali”.

Nell'incontro di lavoro, svoltosi nella sede della Conferenza Episcopale Spagnola, è stato ripercorso l'intenso programma della visita papale in Spagna, che durerà 32 ore e includerà incontri con i reali di Spagna nella Sala Museo della Sagrada Familia e con i principi delle Asturie nella Sala delle Autorità dell'aeroporto di Santiago.

Ci saranno anche brevi incontri con il presidente del Governo, José Luis Rodríguez Zapatero, all'aeroporto di Barcellona prima della cerimonia di congedo e con il presidente del Partido Popular, Mariano Rajoy, nella sacrestia allestita nella Piazza dell'Obradoiro dopo la Messa di sabato a Santiago de Compostela.

Per questa visita papale si sono accreditati 3.250 giornalisti di 327 mezzi di comunicazione, 646 dei quali seguiranno in loco tutto il viaggio, 931 saranno solo a Santiago e 1.673 solo a Barcellona.

Secondo la Conferenza Episcopale Spagnola, esistono tre chiavi per comprendere questa visita del Papa in Spagna: l'Europa e il Cammino di Santiago; Gaudí e la Sagrada Familia; la dignità di ogni vita e della vita di tutti.

In questo senso, è stata ricordata la visita di Papa Giovanni Paolo II a Santiago de Compostela nel 1989 per la Giornata Mondiale della Gioventù, quando esortò l'Europa a ritrovarsi, ad essere se stessa, a scoprire le proprie origini e a ravvivare le sue radici cristiane.

E' stata ricordata anche la visita del Pontefice polacco a Barcellona, anche in quel caso un 7 novembre, ma del 1982, durante la quale invitò a vedere la famiglia come un'autentica Chiesa domestica, un luogo consacrato al dialogo con Dio e una scuola di sequela di Cristo attraverso le vie indicate nel Vangelo, fermento di convivenza e di virtù sociali.
Paparatzifan
00giovedì 4 novembre 2010 13:37
Dal blog di Lella...

Il Papa in Spagna per «la difesa dell’uomo»

In un documento i vescovi indicano tra le linee il rispetto della vita dal concepimento alla sua fine naturale

Michela Coricelli

MADRID.

Ha già visitato Valencia nel 2006, in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie. Fra tre giorni è atteso a Santiago di Compostela e a Barcellona.
Ad agosto del prossimo anno - quando ritornerà per la Giornata mondiale della gioventù a Madrid - «la Spagna si trasformerà nel paese più visitato dal Papa», sottolineano con orgoglio fonti della Conferenza episcopale iberica. Sono tre le chiavi principali per comprendere l’imminente viaggio di Benedetto XVI in Spagna: il pellegrinaggio compostelano, la consacrazione dell’opera d’arte di Antoni Gaudì (la Sagrada Familia) e la difesa della vita. La prima tappa - sabato - è il capoluogo della Galizia, cuore dell’Europa che «si costruì pellegrinando», come scrisse Goethe. Impossibile non ricordare le parole di Giovanni Paolo II, quando - nel 1989 - alla 'vecchia Europa', da Santiago, lanciò un «grido pieno di amore: Ritrova te stessa. Sii te stessa. Scopri le tue origini. Ravviva le tue radici».
Visitare Santiago - assicurano alla Conferenza episcopale di Madrid è sempre stato un profondo desiderio di Benedetto XVI. Il suo arrivo coinciderà, fra l’altro, con l’Anno Santo compostelano.
Almeno 200mila persone si preparano a ricevere il Pontefice per le vie della città galiziana.
Sabato sera Benedetto XVI raggiungerà Barcellona, dove consacrerà, domenica, la Sagrada Familia di Gaudì.
Successivamente visiterà l’Opera benefico-sociale Niño Dios, istituzione dell’arcivescovado di Barcellona che dal 1892 si occupa di persone disabili, dall’infanzia all’età adulta. Se inizialmente l’istituto si dedicava soprattutto a bambini e ragazzi con sindrome di Down, oggi sottolinea la Conferenza episcopale spagnola - queste persone sono diminuite notevolmente, «in buona parte perché vengono eliminate prima della nascita»: un chiaro riferimento alla legislazione sull’aborto, modificata quattro mesi fa.
La visita del Papa sottolineerà «il grande lavoro che svolge la Chiesa e la sua difesa della dignità di ogni vita umana, dal concepimento alla morte naturale», «indipendentemente dalle capacità fisiche, psichiche o intellettuali» di ciascuno.

© Copyright Avvenire, 3 novembre 2010


Paparatzifan
00giovedì 4 novembre 2010 13:51
Dal blog di Lella...

Delicata la "missione" del Pontefice nella Spagna laicista di Zapatero

Due le tappe ad alto impatto simbolico: Compostela e Barcellona

Francesco Cerri

MADRID

Sarà una missione nel paese-simbolo dell'Europa in "transizione" morale quella di Benedetto XVI, che sarà sabato e domenica nella Spagna "laicista" del premier Josè Luis Zapatero, dove il 73% della popolazione continua però a dichiararsi di fede cattolica.
Il Papa farà due tappe ad alto impatto simbolico in terra iberica: prima, da «pellegrino», sabato a Santiago, in Galizia, storica meta del "cammino" di Compostela che per secoli, dal Medioevo è stato per tutta l'Europa un solco di diffusione della fede ma anche e soprattutto di idee, architettura, arte, cultura. Domenica a Barcellona, invece, consacrerà la Sagrada Familia, la straordinaria chiesa di Gaudì in costruzione da 128 anni, simbolo di fusione fra arte e religione. «Avrò la gioia», ha detto il Papa durante l'udienza generale, di consacrare «il meraviglioso tempio del geniale architetto Antonio Gaudì».
Benedetto XVI arriva in un paese che per il Vaticano è diventato negli ultimi anni il nuovo baluardo del "laicismo".
«Prima in Europa quando si parlava di una nazione laica per eccellenza, si pensava alla Francia. Da qualche tempo il primo posto spetta forse alla Spagna, o quanto meno una tendenza molto accentuata», ha detto in un'intervista il "ministro della cultura" vaticano mons. Gianfranco Ravasi. In Spagna il Papa metterà in guardia contro la «scristianizzazione» dell'Europa, ritiene il sottosegretario della Congregazione per il clero mons. Celso Mora. Il paese che accoglie il Papa sabato non è più la Spagna «prima figlia della Chiesa» dei «Re cattolicissimi». Ma rimane un paese fortemente segnato dalla sua storia cristiana. Come in tutta Europa i cattolici sono in calo, ma lento. Erano il 90% della popolazione dopo la fine della dittatura franchista, nel 1980, l'83% nel 1996, il 73% nel settembre di quest'anno, secondo i dati del Cis spagnolo.
Fra i più giovani però il calo è più accentuato: il 76% dei giovani fra i 15 e i 29 anni si dichiaravano cattolici nel 1980, oggi il 52%.
«Il Papa arriva nella Spagna meno cattolica di tutta la sua storia», afferma il quotidiano della sinistra Publico. Gli anni di Zapatero dal 2004 hanno probabilmente accentuato la tendenza. Leggi come quelle sui matrimoni e le adozioni gay, sui divorzi-express, sulla depenalizzazione dell'aborto, duramente contestate dalla gerarchia cattolica, hanno allargato il solco. Durante la visita è previsto che il Papa ribadisca il messaggio della difesa della vita. Il Partido Popular spagnolo ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro la nuova legge sull'aborto.
Circa 200 mila persone lo seguiranno a Santiago de Compostela, altre 400 mila a Barcellona. E la politica si mobilita. Zapatero ha insistito per essere ricevuto all'aeroporto di Barcellona.

© Copyright Gazzetta del sud, 4 novembre 2010


Paparatzifan
00venerdì 5 novembre 2010 14:08
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Il Pontefice in Spagna deciso a rilanciare i "valori tradizionali"

Fausto Gasparroni

CITTA' DEL VATICANO

L'occasione del nuovo viaggio di Benedetto XVI in Spagna, il 18. all'estero del suo Pontificato, che lo porterà domani a Santiago de Compostela e domenica a Barcellona, ha in sé qualcosa di "storico": nella tappa catalana – dopo quella in Galizia come pellegrino nell'anno santo compostelano – Ratzinger consacrerà infatti la chiesa della Sagrada Familia, il visionario capolavoro di Antonio Gaudì, in costruzione da ben 128 anni.
E proprio la dedicazione del tempio simbolo di Barcellona, intitolato alla Famiglia di Nazareth darà al Pontefice l'atout, oltre che per gli attesi riferimenti sul rapporto tra arte e fede, anche per un nuovo richiamo sul valore della famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio cristiano, e sulla difesa a oltranza della vita. Messaggi, questi, che come sempre saranno rivolti a una platea universale ma che avranno come uditorio diretto proprio quella Spagna di Zapatero in cui le scelte governative sui temi etici, vedi matrimoni e adozioni gay, divorzi-express e depenalizzazione dell'aborto, hanno attirato gli strali della gerarchia cattolica.
La visita, comunque, verso la quale già sono cominciate, come spesso succede, le manifestazioni dei movimenti anti-Papa e le polemiche sui costi, ha una finalità prima di tutto pastorale. A Santiago de Compostela, dopo l'accoglienza all'aeroporto da parte dei Principi delle Asturie Felipe e Letizia, sabato il Papa si farà pellegrino tra i pellegrini, e nella visita alla Cattedrale compirà tutto il rituale caro alle milioni di persone che da tutta Europa percorrono il "cammino", compresa la preghiera presso la tomba dell'apostolo Giacomo e compreso l'abbraccio della statua. Nel pomeriggio celebrerà la messa nella Plaza del Obradoiro, la piazza dove si trovavano le botteghe degli scalpellini per la costruzione della Cattedrale. In quest'occasione vedrà anche il leader dell'opposizione spagnola, il galiziano Mariano Rajoy, presidente del Pp.
La sera stessa si trasferirà a Barcellona, per la storica consacrazione, domenica, della Sagrada Familia, la cui secolare edificazione dovrebbe concludersi solo entro una ventina d'anni.

© Copyright Gazzetta del sud, 5 novembre 2010


Paparatzifan
00venerdì 5 novembre 2010 20:02
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L'orgoglio della Galizia, la terra che vive di cristianità

di Andrea Tornielli

nostro inviato a Santiago de Compostela (Spagna)

«Ma per passare attraverso la porta santa, devo provare di aver fatto tutte le tappe del cammino?». «No, possono entrare tutti». Ingrid è una signora olandese di mezza età, con il pile rosso e gli scarponi ormai sformati. Parla un inglese perfetto e ha percorso a piedi la bellezza di 800 chilometri, «per ritrovare» se stessa, e «per riflettere» sulla sua vita, prima di arrivare all’agognata meta, il santuario di Santiago de Compostela, cuore cattolico della Galizia. Il santuario che sabato riceverà un pellegrino d’eccezione, Benedetto XVI.
Mentre si susseguono nel mondo le notizie sui cristiani perseguitati, in questa regione spagnola che raramente ottiene l’onore della cronaca c’è un popolo di silenziosi camminatori provenienti da ogni parte del mondo che riscoprono l’antica tradizione medioevale e cristiana del pellegrinaggio, attraversando borghi e città permeate di cattolicesimo. Come ha fatto Ingrid, per un mese, da sola, dormendo in ricoveri e ostelli, con lo zaino sempre in spalla, sotto il sole cocente o la pioggia fitta, che in questo angolo di terra affacciata sull’Atlantico scende abbondante da ottobre a maggio. Ha camminato cercando se stessa, senza l’assillo del telefonino, senza salire e scendere dall’auto, e ora vuole attraversare la porta santa, per ottenere l’indulgenza.
Le otto ore che Papa Ratzinger trascorrerà in Galizia, a Santiago, sono un regalo per questi pellegrini e per la gente della regione nell’Anno Santo compostelano che si concluderà il 31 dicembre prossimo. Un popolo accogliente, abituato a convivere con i viandanti del cammino, abituato a salutarli e ad assisterli. Giovani e vecchi, uomini, donne e bambini, a piedi ma anche in bicicletta, qualcuno a cavallo, con gli inconfondibili impermeabili variopinti e la conchiglia simbolo del pellegrinaggio, qui fanno parte del paesaggio. Otto milioni sono le persone che sono sfilate quest’anno davanti alla tomba dove secondo la tradizione si conservano i resti dell’apostolo san Giacomo. Più di 250mila di questi hanno fatto il cammino a piedi, segliendo quante e quali delle tante tappe e dei tanti possibili percorsi fare, e hanno ottenuto, arrivati a Santiago, l’agognata «Compostela», il «certificato» del pellegrino. Sono un numero straordinario, se si pensa che nel 1985 i camminatori non erano più di cinquemila all’anno.
Quella del cammino non è soltanto una tradizione religiosa e spirituale. C’è anche il cosiddetto «Xacobeo underground», rappresentanto da un dieci per cento di «pellegrini» mossi da interessi turistici o culturali. Anche se guardando i volti stanchi ma pieni di gioia di coloro che arrivano alla meta è difficile immaginare che abbiano percorso centinaia di chilometri a piedi senza un’esperienza spirituale, culminata nel tradizionale abrazo alla grande statua del santo che campeggia alle spalle dell’altar maggiore della basilica.
Ma c’è un’altra realtà che emerge percorrendo le strade galiziane. L’atmosfera è lontana anni luce dal turismo modaiolo di Barcellona, come pure dalle rivendicazioni autonomistiche esasperate, che affliggono altre regioni spagnole. La Galizia – dove pure la lingua «gallega» è parlata dal 97 per cento della popolazione – è la dimostrazione che si può essere pienamente se stessi, rispettando la propria identità e le proprie tradizioni, pur rimanendo ben inseriti in un contesto nazionale più ampio. Come sottolinea il presidente della Giunta galiziana, Alberto Nuñes Feijo, 49 anni, che incontriamo nell’hotel più antico del mondo, il «Parador Hostal Reyes Católicos», fatto costruire nel 1499 dal re per ospitare i pellegrini: «Noi teniamo molto all’unità nazionale. Abbiamo un’identità e una lingua, abbiamo il nostro modo di vedere le cose, le nostre tradizioni, la nostra cucina, ma ci sentiamo spagnoli. Guardando ad altre realtà del nostro Paese, come quelle catalana e basca, credo che il problema sia rappresentato da una classe dirigente che crea conflitti artificiali».
Insomma, una regione operosa e pacifica, dove all’esperienza spirituale del cammino verso la tomba dell’apostolo si possono aggiungere altre tappe come Cabo Fisterra, un tempo «finis terrae», il promontorio affacciato sull’Atlantico un tempo considerato l’ultimo confine del mondo, dove si arriva dopo essersi rifocillati di buon pesce, come già i pellegrini medioevali raccontavano nelle loro suggestive cronache.

© Copyright Il Giornale, 5 novembre 2010


Paparatzifan
00sabato 6 novembre 2010 09:02
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Papa/ La Sagrada Familia, capolavoro incompiuto

Verrà consacrata domenica da Benedetto XVI come "basilica minore"

Roma, 5 nov. (Apcom)

L'ultimo capolavoro - incompiuto - dell'edilizia religiosa cristiana, dichiarato dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità: 128 anni dopo l'inizio dei lavori, Benedetto XVI consacrerà domenica la Sagrada Familia di Barcellona come "basilica minore", coronando il sogno artistico e religioso del suo artefice, Antoni Gaudì.
Il "Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia" prese vita infatti nel 1882 grazie a una fondazione le cui pie intenzioni erano quelle di costruire un nuovo edificio religioso a riparazione di chiese e conventi bruciati nei disordini allora frequenti: la formula del "tempio espiatorio" faceva sì che i finanziamenti provenissero esclusivamente da privati.
Una controversia con l'architetto incaricato portò nel 1884 i responsabili a chiamare Gaudì, il quale, dopo aver ampliato enormemente il modesto progetto iniziale rendendolo ricco di simbolismi e allegorie religiose, gli dedicò gli ultimi quindici anni della sua vita - compreso il tempo passato a mendicare fondi a visitatori del cantiere e recalcitranti esponenti della borghesia catalana - abbandonando ogni altro incarico fino alla morte, avvenuta nel 1926 in un incidente stradale.
Le peculiari abitudini lavorative di Gaudì, artista totale autore anche delle sculture e alle decorazioni, la mancanza di progetti definitivi dell'intera struttura (un vero "work in progress") e una cronica mancanza di fondi hanno reso difficile la prosecuzione dei lavori, ripresi al termine della Guerra Civile. Nel conflitto finirono infatti in fumo i pochi bozzetti lasciati da Gaudì: curiosamente, l'incarico non venne affidato al logico successore e principale collaboratore di Gaudì, l'ugualmente cattolico e visionario Josep Jujol, in cattivi rapporti con le autorità, ma a un altro architetto.
Il completamento dell'opera, ai ritmi previsti, non potrà aversi prima del 2065: da notare che Salvador Dalì, forse poco fiducioso nelle capacità dei successori di Gaudì, propose di lasciarla incompiuta ricoprendola semplicemente con del plexiglas.
La Sagrada Familia - la "Cattedrale dei poveri", come la definisce il titolo di un celebre quadro d'epoca - è finita al centro si non poche polemiche amministrative: il comune di Barcellona non concesse mai una esplicita autorizzazione all'avvio dei lavori. Gaudì si limitò infatti a chiedere una modifica dei permessi concessi due anni prima, all'epoca della posa delle prima pietra, senza ottenere risposta perché la richiesta non venne mai esaminata dal Comune; in base al principio del chi tace acconsente, i lavori andarono avanti.
Passati 125 anni, un portavoce del comitato che gestisce l'opera ha riconosciuto l'illecito amministrativo, sottolineando però che Gaudì presentò dei nuovi piani alla fine dell'Ottocento e nuovamente nel 1916, mentre la documentazione relativa all'andamento dei lavori venne presentata al comune nel 1990: "Dato che si tratta di un edificio eccezionale, segue iter differenti".
Infine, la querelle relativa ai lavori per la costruzione del tunnel ferroviario per l'alta velocità che dovrebbe passare a pochi metri dalle fondamenta della chiesa. Secondo i non pochi critici lo scavo potrebbe causare delle micro-crepe nella struttura - che risale alla fine dell'Ottocento ed è costruita con materiali il cui comportamento a lungo termine è ancora poco documentato - o delle instabilità nel terreno; il progetto alternativo, più complicato dal punto di vista delle stazioni di transito, era noto come "percorso litoraneo" ma è stato boccaito dal governo di Madrid.

© Copyright Apcom


Paparatzifan
00sabato 6 novembre 2010 09:03
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LA SPAGNA ATTENDE IL PAPA

(AGI) - CdV, 5 nov.

(di Salvatore Izzo)

La Spagna e' e restera' una grande nazione cattolica.
Lo riaffermano i vescovi iberici alla vigilia del viaggio che portera' Papa Ratzinger - per la seconda volta dall'inizio del Pontificato - nel loro Paese, dove visitera' domani Santiago de Compostela e domenica Barcellona (incontrando anche i reali, il premier Zapatero e il capo dell'opposizione). "Rivitalizzare la nostra fede, la nostra identita' cristiana e la nostra testimonianza personale e comunitaria di fronte alla nostra societa' e' il frutto principale che dobbiamo cercare di ottenere da questo avvenimento che vivremo i prossimi giorni", spiega il card. Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona, per il quale "la visita apostolica e' un autentico dono di Dio".
Il cardinale invita a ricevere Benedetto XVI "come colui che viene nel nome del Signore", ricordando anche il suo impegno nella difesa dell'uomo e dei suoi diritti, a partire dal diritto di liberta' religiosa.
"La sua venuta - sottolinea - vuole essere anche un segno di affetto verso i fratelli di altre confessioni cristiane e verso i credenti di altre religioni presenti tra noi".
Santiago de Compostela, prima tappa del viaggio apostolico, "e' la meta di un popolo numeroso che si mette in cammino in umilta' e in ricerca. Innumerevoli itinerari di persone singole attraverso i secoli, che riflettono, pregano, faticano per ritrovare se stesse e incontrare Dio. Infinite vicende diverse di vita, con il loro segreto e il loro mistero profondo, confluiscono nel grande fiume del popolo in cammino", tiene a ricordare da parte sua il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
"Il Papa - aggiunge - oggi e' pellegrino con i pellegrini, lui come persona, lui come pastore. Quante persone vagano senza trovare la direzione e la meta.
Verso Santiago il cammino di moltissimi ha trovato una stella, una meta. Insieme al Papa affrontiamo con fiducia i nostri cammini".
Come e' noto ben 8 milioni di persone sono sfilate quest'anno davanti alla tomba dove secondo la tradizione si conservano i resti dell'apostolo Giacomo. Piu' di 250mila di questi hanno fatto il cammino a piedi, segliendo quante e quali delle tante tappe e dei tanti possibili percorsi fare, e hanno ottenuto, arrivati a Santiago, l'agognata "Compostela", il "certificato" del pellegrino. Sono un numero straordinario, se si pensa che nel 1985 non erano piu' di cinquemila all'anno. "Anche la costruzione della Sagrada Familia a Barcellona - ricorda padre Lombardi illustrando la seconda tappa del viaggio ai microfoni della Radio Vaticana - e' impresa di un popolo umile e numeroso. E' questo popolo che la fa crescere lentamente con i sui piccoli contributi e la sua devozione, non i poteri di questo mondo. Gaudi' rimane anima di questa impresa, ma essa va aldila' della sua opera, aldila' nel tempo e nelle espressioni artistiche, pur conservandone l'ispirazione potentissima di fede e di arte.
Cosi' cresce la casa dove il popolo credente ritrova se stesso nell'incontro con Cristo, con Dio. Ma sulle sue mura esterne ogni uomo, anche non credente, puo' leggere i significati piu' profondi della vicenda umana.
Linguaggio universale di annuncio di salvezza. Qui il Papa ha voluto venire a pregare con il popolo. E poi l'incontro con i piccoli e i sofferenti nel pomeriggio di domenica.
Non puo' mancare. Non esiste comunita' credente senza amore fattivo, capace di trasformare, trasfigurare la sofferenza in speranza e in gioia.
La carita' vissuta e' la stella del cammino, la lingua quotidiana che tutti possono capire. Di qui passa necessariamente la strada del Papa".
"L'insieme del tempio sia un vero e proprio simbolo, un'opera d'arte in sintonia con l'epoca in cui viviamo. All'esterno mostrera' immagini apologetiche e catechetiche, per introdurre i fedeli alla contemplazione del mondo soprannaturale rappresentato all'interno", aveva scritto Antonio Gaudi' immaginando come sarebbe stata la "sua" chiesa dedicata alla "Sagrada Familia", l'immensa cattedrale in costruzione a Barcellona, dove il cantiere ogni anno viene visitato da oltre due milioni e mezzo di persone (in media settemila cinquecento al giorno).
Benedetto XVI domenica a Barcellona potra' consacrarla, anche se e' pronta solo la navata centrale mentre ci vorranno ancora tre decenni circa a completare l'opera del grande architetto spagnolo, del quale e' in corso il processo di beatificazione. Gaudi' vi lavoro' per 43 anni, dal 1883 al 1926, come i costruttori delle grandi cattedrali, in maniera sempre piu' intensa ed esclusiva, fino a trasferirsi dentro al cantiere.
Alla sua morte era conclusa la cripta e qualche torre, ma egli vedeva l'immensa opera nei dettagli. Il progetto, che esclude l'uso del cemento armato ed e' basato su calcoli matematici talmente sofisticati che solo i computer di oggi riescono a decrittarli, e' portato avanti da diversi architetti, ma il suo principale erede di oggi e' Jordi Bopnet y Armengol, l'architetto che meglio conosce i sereti di questa mastodontica "Bibbia di pietra", intervistato dal mensile cattolico "Luoghi dell'infinito".
Con la sua presenza Benedetto XVI riaffermera' il valore di questo progetto che non ha paragoni in nessun altro luogo del mondo: basti pensare che una volta finito l'edificio sara' alto ben 170 metri e sulla sua guglia principale svettera' la croce a quattro braccia che il maestro aveva disegnato come cuspide della citta' catalana.
E finalmente diventera' realta' il "sogno" del maestro.
"Sull'altare maggiore - immaginava Gaudi' - si adorera' il Divino Crocifisso, dal cui braccio verticale uscira' una vite, a simboleggiare le parole di Cristo: 'Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto; chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca'. La vite formera' un baldacchino che sara' allo stesso tempo un lampadario. Cinquanta lampade penderanno da esso, a ricordo della frase del Salvatore: 'Io sono la luce del mondo"' come nel primitivo altare di san Giovanni in Laterano". Manca pero' ancora la facciata della Gloria, quella principale, con la quale, immaginava Gaudi', "si rendera' onore alla Santissima Trinita', alla Sacra Famiglia, alle sue virtu' e alla sua esemplarita' nel lavoro. Saranno presentate tutte le verita' di Fede, Speranza e Carita', e lo stato dell'anima dopo la morte, con il suo castigo o premio. Verranno raffigurate scene descritte nell'Apocalisse di san Giovanni. La facciata avra' un portico, le cui colonne mostreranno, nei capitelli, i doni dello Spirito Santo e i simboli delle virtu', mentre alla base saranno raffigurati i vizi opposti. Sopra le cinque porte un fregio e, in aggetto nella parte centrale, i progenitori del genere umano, Adamo ed Eva. Al di sopra, san Giuseppe con Gesu' adolescente rappresentati nel loro lavoro di falegnami, ricordo e glorificazione del lavoro umano della Sacra Famiglia.
Nelle gallerie alte, a presiedere alla porta centrale, il gruppo di Cristo Nostro Signore, con gli strumenti della Passione, circondato da angeli, nel momento del giudizio delle anime". Gaudi' era cosciente che il suo ingente monumento avrebbe richiesto tempi molto lunghi e l'intervento di architetti e artisti diversi in epoche di gusti e tecnologie diverse. Cosi' non volle fissare le tecniche costruttive perche' sapeva che i progressi futuri avrebbero suggerito soluzioni migliori.
Ma per lo stesso motivo lascio' terminate certe parti fino alla minuzia perche' servissero d'orientamento in tempi avvenire. Cosi' e' stato.
Nella Guerra civile furono distrutti i progetti.
"Oggi, con le navate concluse, e' bellissimo - ha scritto nei giorni scorsi Avvenire presentando il nuovo viaggio del Papa in Spagna - sentire ancora la sua voce dinanzi a cio' che e' stato costruito un secolo dopo: "Stiamo studiando il modo di imprimere agilita' e permettere il passaggio della luce, ottenendo leggerezza tramite l'assenza di masse murarie, mediante un sistema di archi parabolici che conducono le spinte fino alle fondamenta. Il tempio sara' molto luminoso, con belle filtrazioni di luce, combinandosi quella che scendera' dalle alte torri con quella dei finestroni di cristallo".

© Copyright (AGI)


Paparatzifan
00sabato 6 novembre 2010 09:04
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PAPA: SCEGLIE ALITALIA PER VIAGGIO A SANTIAGO DE COMPOSTELA

Alitalia e' la compagnia scelta da Sua Santita' Benedetto XVI per il viaggio apostolico che avra' inizio domani 6 novembre con il volo AZ 4000 da Roma Fiumicino a Santiago De Compostela. Alitalia e' onorata di essere la Compagnia prescelta dalla Santa Sede per i viaggi apostolici di Sua Santita' all'estero e di mettere a servizio della delegazione pontificia l'affidabilita' e la qualita' dei propri servizi. Il volo - precisa un comunicato - sara' effettuato con l'Airbus A320 ''Citta' di Fiumicino'', uno dei nuovi aerei entrati di recente nella flotta di Alitalia. L'equipaggio e' composto da 2 comandanti, 1 primo ufficiale e 7 assistenti di volo, scelti tra quanti si sono distinti per professionalita' e impegno nel corso della loro carriera professionale. Coordinatore del Volo e' il Comandante Roberto Germano, Direttore Operazioni Volo Alitalia. Il comandante titolare e' Giacomo Belloni, Capo Pilota del Settore Airbus, con 11.000 ore di volo all'attivo. Sara' inoltre presente il team operativo dedicato ai Voli Speciali Alitalia. L'Airbus decollera' dall'aeroporto di Roma Fiumicino alle 8.30 ed arrivera' all'aeroporto internazionale di Santiago De Compostela alle 11.30.

© Copyright Asca


Paparatzifan
00sabato 6 novembre 2010 09:05
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Santiago de Compostela

di Julián Barrio Barrio
Arcivescovo di Santiago de Compostela

La Chiesa in Spagna, e in particolare a Santiago de Compostela, rende grazie a Dio ed esprime la sua immensa gioia e il suo entusiasmo per la presenza fra noi di Papa Benedetto XVI, che ha voluto visitare la città dell'apostolo in questo Anno santo compostelano 2010. La famiglia cristiana e molte persone di buona volontà, adulti, giovani e bambini, lo accoglieranno con cuore totalmente aperto.
La comunione visibile con il successore di Pietro, fisicamente presente in mezzo a noi, ci offrirà ancora una volta la possibilità di esprimere spontaneamente l'amore per la sua persona, il suo magistero e il suo servizio universale e di fedeltà alla Chiesa. Nella ricca lingua castigliana non c'è parola migliore, per ricambiare questo dono di Dio, di "grazie".
Questa visita apostolica è un evento di grazia per la nostra Chiesa particolare di Santiago de Compostela e per tutta la Chiesa in Spagna. Il Papa viene principalmente come "pellegrino della fede" e così potrà incontrare l'espressione viva del popolo cristiano. Quando il Papa si fa pellegrino, nella sua qualità di Pastore universale della Chiesa, di fatto è la Chiesa intera a farsi pellegrina insieme a lui. Per questo motivo il suo pellegrinaggio assume un grande significato pastorale, dottrinale e spirituale. Benedetto XVI viene per la prima volta nella città dell'Apostolo Giacomo il Maggiore. Questa non è più il finis terrae, come era chiamata nell'antichità. Oggi è il punto d'arrivo d'infiniti cammini attraverso i quali giungono ad essa pellegrini da tutti gli angoli dell'universo.
La diocesi compostelana è l'unica, fra quelle spagnole, a essere fondata sulla memoria e sulla presenza di uno degli apostoli: Giacomo il maggiore, "patrono delle Spagne", cardine dell'articolazione cristiana della Spagna, unita strettamente attorno a questo apostolo nel corso della storia. È così che Santiago de Compostela rifulge a capo della Spagna cristiana e anche dei vasti mondi nei quali la presenza evangelizzatrice degli spagnoli è stata una realtà.
Il flusso costante di pellegrini, che non è solo dei nostri giorni, grazie ai nuovi fattori che trasmettono dinamismo alla vita e alle comunicazioni umane, sta registrando un aumento significativo. Oggi i punti di partenza del cammino di Santiago si trovano in tutti gli angoli dell'Europa e del mondo.
Dante Alighieri ha scritto che il pellegrinaggio a Santiago è il più bel pellegrinaggio che un cristiano possa fare prima della sua morte. Santiago de Compostela, in momenti difficili per i pellegrinaggi nei luoghi santi, iniziò a essere conosciuta come "la Gerusalemme d'Occidente", entrando così a far parte della triade sacra e storica composta proprio da Gerusalemme, Roma e Compostela. Un'asse spirituale che ora il successore di Pietro rafforza, confermando la dimensione di universalità accanto a quelle di ispanità e di europeità che il cammino di Santiago possiede.
Parlare dell'apostolo Giacomo il maggiore significa parlare della fede degli spagnoli e, logicamente, della fede dei membri di questa Chiesa particolare compostelana. La figura storica e devozionale dell'apostolo fa sempre riferimento a questa fede. Termini o nomi come "promotore", "colonna", "difensore" e "condottiero" della nostra fede, appaiono nei testi liturgici, letterari o popolari che hanno generato, in tanti secoli, la tradizione giacobea. Si potrebbe dire che se vogliamo che "l'oggi dei cristiani spagnoli" si avvicini o si accordi meglio "all'oggi di Dio", abbiamo bisogno dell'ardore e del coraggio di una nuova evangelizzazione che ravvivi, stimoli e riaccenda la nostra fede, scuotendoci con forza dal nostro torpore.
C'è una percezione ampiamente condivisa del momento di crisi della fede cristiana ai giorni nostri. Lo si percepisce nel magistero personale o collettivo dell'episcopato spagnolo e nel magistero ordinario di Papa Benedetto XVI. È una realtà che traspare nel deficit morale della nostra cultura, riducendo la realtà a pura artificialità nelle cosmovisioni moderne. Negli studi su "l'oggi degli spagnoli", si segnala come il progressivo allontanamento da Dio generi la proliferazione degli idoli, propri di una società che sta perdendo i suoi punti di riferimento teologici. In ogni caso, la debolezza indotta nel cattolicesimo spagnolo lede seriamente le radici cristiane della Spagna, uno dei cui prototipi è la tradizione giacobea, che è un canto all'evangelizzazione. L'apostolicità che Compostela emana si deve al soffio evangelizzatore dell'apostolo Giacomo, testimone e martire precoce del Vangelo di Gesù Cristo.
D'altro canto, Papa Benedetto XVI viene a Santiago perché conosce molto bene la situazione storica e quella attuale dell'Europa e sa cosa hanno significato il cammino di Santiago, il pellegrinaggio giacobeo e la tomba dell'apostolo nella costruzione della civiltà europea. Come scrisse giustamente Goethe: "L'Europa si fece pellegrinando a Compostela". Il cammino di Santiago è stato crogiolo di culture, centro di trasmissione e di scambio d'idee e di correnti artistiche, punto d'incontro in pace e armonia di lingue e popoli.
In definitiva, "un asse portante della prima coscienza comune d'Europa" e un fattore di unità nella diversità. Preoccupato per la situazione in Europa, il Papa va incontro all'apostolo Giacomo per chiedergli che questo continente riscopra che solo attraverso questo cammino di conversione percorso dai pellegrini si possono recuperare le radici cristiane. Papa Benedetto XVI vuole rendere reale ed efficace il desiderio di una nuova evangelizzazione. La storia e il carisma della città dell'apostolo fanno di essa una singolare e affermata piattaforma per rafforzarci in quella evangelizzazione che la fede cristiana attende ed esige. Proprio qui si manifestano e si sommano le categorie di apostolicità e di universalità per fare appello a quella nuova evangelizzazione che potrebbe avvicinare in modo considerevole "l'oggi contemporaneo" all'"oggi eterno di Dio".
La presenza del Papa a Santiago fa di lui un pellegrino fra gli altri pellegrini, come testimone qualificato di Cristo risorto, rivelando la sua preoccupazione di unire cammini alla ricerca di quel cammino che è Via, Verità e Vita, in un tempo di crisi, di perplessità, e per alcune persone persino di un certo timore di fronte al futuro.
Desideriamo camminare con il Papa e sappiamo che lui vuole camminare con noi, soprattutto nel campo della missione della Chiesa, che deve essere svolta con autenticità, con verità, con responsabilità. Le sue parole ci serviranno per vivere il momento attuale della Chiesa in Spagna e in Europa con una prospettiva di futuro pieno di vera speranza. Il rinnovato sforzo evangelizzatore dei cristiani, sostenuto dalla grazia di Dio, porterà veramente una nuova primavera con grandi frutti non solo per la Chiesa, ma anche per tutta l'umanità del XXI secolo.

(©L'Osservatore Romano - 6 novembre 2010)


Paparatzifan
00sabato 6 novembre 2010 12:42
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Papa/ Benedetto XVI esorta Europa a ritrovare radici cristiane

E a non preoccuparsi solo di necessità materiali

Roma, 6 nov. (Apcom)

Come il suo predecessore Giovanni Paolo II, papa Benedetto XVI esorta il Vecchio Continente a "dare nuovo vigore alle sue radici cristiane". Nel discorso pronunciato al suo arrivo, stamane, a Santiago di Compostela, in Spagna, il pontefice ha invitato la Spagna e l'Europa a "edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla vertià autentica dell'uomo, dalla libertà che rispetta questa verità e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai piu poveri e derelitti".
"Una Spagna e un'Europa - ha proseguito il papa - non solo preoccupate delle necessità materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perché tutte questo sono esigenze autentiche dell'unico uomo e solo cosi si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene".

© Copyright Apcom

PAPA: NUOVO VIGORE PER EUROPA DA RADICI CRISTIANE E RISPETTO VERITA'

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 6 nov

''Come il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che da Compostela esorto' il Vecchio Continente a dare nuovo vigore alle sue radici cristiane, anch'io vorrei esortare la Spagna e l'Europa a edificare il loro presente e a progettare il loro futuro a partire dalla verita' autentica dell'uomo, dalla liberta' che rispetta questa verita' e mai la ferisce, e dalla giustizia per tutti, iniziando dai piu' poveri e derelitti''. Lo ha detto papa Benedetto XVI nel discorso pronunciato al suo arrivo all'aeroporto internazionale di Santiago de Compostela, in Spagna, prima tappa del suo viaggio di due giorni in Spagna. Il pontefice e' stato accolto dalle Altezze Reali i Principi delle Asturie Felipe di Spagna e la Consorte Letizia e dall'Arcivescovo di Santiago de Compostela, mons. Julia'n Barrio Barrio. Sono inoltre presenti Autorita' politiche del Governo Centrale, dell'Autonomia della Galizia e del Comune di Santiago, i cardinali spagnoli e il Comitato esecutivo della Conferenza Episcopale Spagnola, con alcune centinaia di fedeli. Dopo gli onori militari e l'esecuzione degli inni nazionali e dopo il discorso del principe Felipe, e' stato il pontefice a prendere la parola, ricordando che Spagna e Europa devono essere ''non solo preoccupate delle necessita' materiali degli uomini, ma anche di quelle morali e sociali, di quelle spirituali e religiose, perche' tutte queste sono esigenze autentiche dell'unico uomo e solo cosi' si opera in modo efficace, integro e fecondo per il suo bene''.

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