Viaggio apostolico in San Marino...

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Paparatzifan
00venerdì 1 ottobre 2010 13:53
Paparatzifan
00venerdì 1 ottobre 2010 13:54
Dal blog di Lella...

Papa Benedetto XVI in giugno sarà in visita a San Marino

L'annuncio della Santa Sede alla Segreteria di Stato del Titano. Nel 1982 a San Marino arrivò Papa Giovanni Paolo II

San Marino, 30 settembre 2010.

Un Pontefice sul Titano. Papa Benedetto XVI sarà in visita nella Repubblica di San Marino il 19 giugno 2011.
Lo ha comunicato la Santa Sede alla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e lo ha reso noto l’emittente radiofonica statale (Rtv San Marino), che ha confermato la volontà del Pontefice di compiere il viaggio sul Titano.
Sono trascorsi 28 anni dall'ultima visita di un Papa a San Marino: Papa Giovanni Paolo II era salito sul Titano il 29 agosto del 1982. Benedetto XVI ha gia’ avuto modo di intrattenersi a colloquio con i Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino in due occasioni: con Fausta Morganti e Cesare Gasperoni il 24 aprile del 2005, appena nominato Papa, e poi l’11 marzo del 2006 con gli allora Capi di Stato in carica, Claudio Muccioli e Antonello Bacciocchi.

www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/2010/09/30/392770-papa_benedet...


Paparatzifan
00lunedì 4 ottobre 2010 19:59
Dal blog di Lella...

Il Santo Padre visiterà la Diocesi di San Marino-Montefeltro il 19 Giugno 2011

Ecco l'annucio ufficiale del Vescovo Mons. Luigi Negri

«Sono lieto di annunciare la visita pastorale che il Santo Padre farà alla nostra Diocesi il giorno 19 giugno 2011 e per questo ringrazio profondamente S.S. Benedetto XVI che viene ad incontrare una Chiesa che sta facendo un cammino significativo per recuperare la tradizione di un popolo cristiano e di una società che vivono un momento diffìcile della loro vita sociale.
Questa Chiesa particolare di San Marino-Montefeltro-continua il Vescovo Mons. Negri- si preparerà con impegno ed entusiasmo per accogliere il successore di Pietro di nuovo, dopo l'ultima visita fatta dell'indimenticabile Papa Giovanni Paolo II, il 29 Agosto 1982.
Tutta la comunità cristiana e civile della Repubblica di San Marino e del Montefeltro, in ogni sua espressione, si stringerà con calore e affetto attorno alla persona del Santo Padre per ascoltare dalla Sua voce parole di incoraggiamento a proseguire, con fede e speranza, sulla strada che Egli ha tracciato per confermare sempre più in Cristo anche il popolo di San Marino-Montefeltro, aiutandolo a scegliere, fra le tante opzioni che il mondo di oggi gli offre, quelle che Sua Santità ha sempre indicato come vie maestre da percorrere per un autentico cristiano: il rispetto per la vita, per la famiglia, l'attenzione per l'educazione e per il lavoro».

Pennabilli, 1 Ottobre 2010
+ Luigi Negri
Vescovo di San Marino Montefeltro


+PetaloNero+
00venerdì 14 gennaio 2011 01:05
Mons. Negri: in attesa del Papa, con il pensiero ai non credenti
Il Vescovo di San Marino parla della visita del Papa a giugno



ROMA, venerdì, 14 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Un appello ad approfondire il cammino di fede in vista della visita pastorale che Benedetto XVI compirà a San Marino il giorno 19 giugno prossimo, è stato lanciato dal Vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri.

Mons. Luigi Negri ha annunciato che nei prossimi giorni verrà pubblicato sul sito della sua diocesi il programma definitivo della visita approvato dal Papa. Un programma, ha tenuto a precisare, “che impone certamente dei sacrifici” al Santo Padre.

Benedetto XVI arriverà a San Marino nella prima mattinata del 19 giugno. Dopo una visita alle Istituzioni della Repubblica, concelebrerà nello Stadio di Serravalle la Santa Messa con tutti i Vescovi dell'Emilia-Romagna e con molti altri che, provenienti da Diocesi italiane e straniere, sono stati invitati a questo momento, e insieme anche a tutti i sacerdoti presenti. La concelebrazione si concluderà con la recita dell’Angelus; sia la Santa Messa che la recita dell’Angelus saranno trasmesse in diretta dalla televisione di San Marino e dalla prima rete RAI.

Nel pomeriggio il Santo Padre si trasferirà a Pennabilli, sede della diocesi, e nella piazza antistante la Cattedrale vivrà un momento di incontro con tutti i giovani della diocesi.

“Il mio animo – ha detto mons. Luigi Negri – è pieno di commozione, di gratitudine e di senso di grande responsabilità; prepariamoci, fratelli miei, a questo evento di grazia che la provvidenza ci offre per accrescere la nostra fede”.

“Rinnoviamo l'esperienza fondamentale della fede come comunione con il Signore Gesù Cristo nella preghiera – ha aggiunto –; viviamo la vita ecclesiale con intensità e regolarità, soprattutto nella partecipazione ai Sacramenti; viviamo la carità nei confronti dei nostri fratelli, soprattutto per quelli che sono in bisogno o addirittura nell’indigenza”.

“Approfondiamo la cultura che nasce dalla fede, soprattutto per quanto concerne il mistero ultimo della Chiesa ed in esso la presenza e la funzione del Santo Padre”.

“Soprattutto, però, viviamo questo evento a cui ci stiamo preparando come proposta per tutti i nostri fratelli con i quali viviamo – ha incoraggiato –, anche per quelli che sono lontani dalla fede, che sembrano del tutto inerti e quelli che si dicono in difficoltà o, addirittura, in polemica, perché il Papa è il testimone più alto sulla terra della vita cristiana che è una vita vera, buona e bella e pertanto è la vita che è piena di risposte alle esigenze fondamentali del cuore di ogni uomo”.

I rapporti fra San Marino e la Santa Sede sono da tempo caratterizzati da convergenze su grandi valori comuni, da relazioni consolidate e formalizzate fin dal 1926, da convenzioni, accordi e visite ufficiali.

L’ultimo viaggio in questa terra di un Papa è stato quello di Giovanni Paolo II il 29 agosto 1982, in occasione della sua visita a tutte le diocesi della Regione pastorale Emilia-Romagna, iniziata a Bologna il 18 aprile di quello stesso anno.
Paparatzifan
00martedì 22 febbraio 2011 20:35
Dal blog di Lella...

Benedetto XVI a San Marino: il programma della visita

SAN MARINO - Programma della visita del Santo Padre Benedetto XVI alla Diocesi di San Marino – Montefeltro, domenica 19 giugno 2011, su carta intestata della Prefettura della Casa Pontificia.

Ore 8 - Partenza in elicottero dall’eliporto Vaticano

Ore 9,15 - Atterraggio all’eliporto di Torraccia (Repubblica di San Marino). Il Santo Padre è accolto dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti; dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Antonella Mularoni; Sante Canducci, Ambasciatore presso la Santa Sede; Monsignor Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico nella Repubblica di San Marino; Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino – Montefeltro; Ministro Plenipotenziario Marcello Beccari, Direttore del Cerimoniale di Stato. Immediato trasferimento in auto allo Stadio di Serravalle

Ore 10 - Stadio di Serravalle, concelebrazione eucaristica. Saluto di Monsignor Luigi Negri, Omelia del Santo Padre, Angelus.

Ore 12,30 - Terminata la celebrazione eucaristica, il Santo Padre si trasferisce in auto alla casa di San Giuseppe, in località Valdragone.

Ore 13,30 - Casa San Giuseppe, pranzo e sosta di riposo. Prima di lasciare Casa San Giuseppe, il Santo Padre saluta gli organizzatori diocesani della visita e i membri della Fondazione internazionale “Giovanni Paolo II”.

Ore 16,15 - Il Santo Padre lascia la Casa San Giuseppe, e in auto raggiunge Piazza della Libertà.

Ore 16,30 - Piazza della Libertà. Il Santo Padre è accolto dalle loro Eccellenze i Capitani reggenti. La visita ufficiale alla Repubblica di San Marino prevede il seguente svolgimento: onori militari, esecuzione dell’Inno Pontificio e della Repubblica di San Marino.

Ore 16,45 - Il santo Padre e le loro Eccellenze i Capitani Reggenti entrano nel Palazzo Pubblico, salgono in ascensore l primo piano, ed entrano nella Sala del Consiglio dei XII. Vengono presentati al Santo Padre i Ministri del Governo, con le consorti; firma del libro degli ospiti illustri; colloquio privato tra il Santo Padre e i Capitani Reggenti.

Ore 17,30 - Al termine del colloquio privato, il Santo Padre e i Capitani Reggenti faranno il loro ingresso nella Sala del Consiglio Grande e Generale, dove incontreranno ufficialmente i membri del Governo, del Congresso e del Corpo diplomatico accreditato; saluto dei Capitani Reggenti; discorso del Santo Padre; scambio dei doni.

Ore 18 - Al termine, il Santo Padre e i Capitani Reggenti escono dal Palazzo Pubblico e raggiungono la Basilica di San Marino (la Basilica è chiusa al pubblico). All’ingresso della Basilica, il Santo Padre è accolto dal Rettore, Monsignor Lino Tosi. In Basilica, il Santo Padre adora il Santissimo Sacramento e venera le reliquie di San Marino.

Ore 18,15 - Il Santo Padre e i Capitani Reggenti escono dalla Basilica e si trasferiscono all’eliporto di Torraccia.

Ore 18,30 - All’eliporto, il Santo Padre si congeda dai Capitani Reggenti e dalle autorità che lo hanno accolto all’arrivo. Partenza in elicottero per Pennabilli.

Ore 18,45 - Atterraggio nel campo sportivo di Pennabilli. Il Santo Padre è accolto da un rappresentante del Governo italiano; SE il signor Francesco Maria Greco, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede; Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-Romagna; Vittorio Saladino, Prefetto di Rimini; Stefano Vitali, Presidente della Provincia di Rimini; il sindaco di Pennabilli. Immediato trasferimento in auto alla Cattedrale di Pennabilli (la Cattedrale è chiusa al pubblico).

Ore 19 - In Cattedrale, il Santo Padre è accolto dal parroco, don Maurizio Farneti. Dopo una breve adorazione del Santissimo Sacramento, il Santo Padre esce sul sagrato della Cattedrale.

Ore 19,15 - Piazza Vittorio Emanuele, incontro con i giovani della dicesi di San Marino – Montefeltro. Introduzione di SE Monsignor Luigi Negri, Vescovo di San Marino – Montefeltro. Saluto di un giovane. Discorso del Santo Padre. Al termine, il Santo Padre saluta una rappresentanza dei giovani.

Ore 20 - Il Santo Padre si trasferisce in auto al campo sportivo di Pennabilli, si congeda dalle autorità che lo hanno accolto all’arrivo, e parte in elicottero alla volta del Vaticano.

Ore 21 - Atterraggio in Vaticano.

www.sanmarinofixing.com/public/fixing/Benedetto-XVI-a-San-Marino-br-il-programma-della-visita-ita-a...


Paparatzifan
00venerdì 1 aprile 2011 23:28
Sito ufficiale...

Sito ufficiale

Paparatzifan
00venerdì 27 maggio 2011 13:57
Dal blog di Lella...

IERI L’ULTIMO VERTICE SUL TITANO

Visita del Papa, 007 al lavoro

A San Marino il responsabile della sicurezza Domenico Giani Intanto si studiano gli ultimi lavori di riqualificazione

SAN MARINO. Il capo degli “007” del Papa ieri sul Titano per l’ultimo briefing prima della visita del 19 giugno. All’incontro col comitato organizzatore, presieduto dal capo cerimoniere Marcello Beccari, ha preso infatti parte anche Domenico Giani, ex finanziere, ex collaboratore del Sisde, attualmente ispettore generale del Corpo della gendarmeria Vaticana, dirigente del servizio di sicurezza del Vaticano.
Insomma, l’ombra di Benedetto XVI. Giani ha condotto l’ultimo incontro tenutosi ieri a Palazzo pubblico sulla sicurezza: organizzati nel dettaglio tutti i minimi spostamenti del Santo Padre, il numero di uomini che dovrà affiancare il corteo vaticano, ogni più piccolo particolare del cerimoniale. A una condizione: il Papa è suo. Nessun’altra persona, fuori dagli incontri già decisi e pianificati a tavolino, potrà avvicinare il Pontefice. Così è in ogni suo viaggio, in ogni visita. Il comitato organizzatore, al quale - sul versante sicurezza - partecipano anche il coordinatore del Dipartimento di polizia Sabato Riccio, e il dirigente di Interpol Maurizio Faraone, tornerà ad incontrarsi almeno una volta a settimana per mettere in pratica i precetti decisi ieri. Anche perché, al di là dei dettagli tecnici e sulla sicurezza - di certo i più importanti, visto il quadro politico internazionale e la maggior attenzione richiesta proprio sul Papa considerato obiettivo sensibile - esiste anche tutt’un universo di iniziative parallele che il Titano sta portando avanti proprio per onorare la visita del Pontefice: conferenze, emissioni filateliche, e poi uno sguardo all’estetica. Per questo, oltre ai lavori alla Basilica del Santo - decisi in virtù dei nuovi canoni liturgici impartiti proprio da Papa Ratzinger - nella lista del da farsi compaiono anche opere più “laiche”, partendo proprio da Torraccia, primo luogo che vedrà Benedetto XVI. Nei giorni scorsi, s’è pensato alla ristrutturazione del bagno della pista di Torraccia, e al rifacimento dell’asfalto della piazzola sulla quale atterrerà l’elicottero pontificio. Per non parlare delle strade e delle rotonde che attraverserà: asfalto da rifare e aiuole da curare. E poi lo stadio: anche lì ordinati lavori speciali per ospitare la messa e l’attesa folla dei 20mila.

www.corriereromagna.it/san-marino/2011-05-24/ieri-l%E2%80%99ultimo-vertice-sul-titano-visita-del-papa-007-a...


Paparatzifan
00mercoledì 15 giugno 2011 12:52
Da "La bussola quotidiana"...

Così San Marino attende la visita del Papa

di Gabriele Mangiarotti
14-06-2011

Il prossimo 19 giugno il Papa si recherà in visita nella diocesi di San Marino-Montefeltro. Raccogliamo una testimonianza che spiega come ci si prepara per fare in modo che un evento così importante vada oltre l'emozione del momento per costruire una più solida comunità cristiana e per rendere incontrabile per tutti l'avvenimento cristiano.

Già dal primo annuncio, l’avvenimento della visita del Papa ad una realtà così piccola, seppur con una grandissima tradizione come San Marino (e tutta la diocesi del Montefeltro), ha segnato un clima di attesa grata e stupita.

L’incontro con il Papa è, per ogni credente, un fatto con cui fare i conti: «Signore, accresci in noi la fede» è diventato il grido con cui attendere questo incontro. Che, peraltro, secondo le indicazioni di Luigi Negri, Vescovo di San Marino – Montefeltro, ha un orizzonte che vuole coinvolgere tutti gli uomini, credenti o meno che siano. Qui sta infatti la grande caratteristica della fede, che non è un particolare per pochi, un «interesse» di alcuni, ma un evento che, come la realtà tutta intera, sta di fronte a tutti. Poi la loro libertà si muoverà…

Per capire questo evento mi rifaccio alla esperienza recente, in una scuola superiore della zona. A Sassocorvaro si sono incontrati 250 studenti del triennio delle superiori, coinvolti dal loro insegnante di religione, don Fabio Bricca, e da una brava insegnante, Loretta Bravi, che ha portato una botta di vita nelle aule di quella scuola. I ragazzi si sono preparati all’incontro, preludio di quello col Papa a Pennabilli (sarà appunto l’occasione di trovare tutti i giovani) con una serie di domande che hanno dato il clima. Segno che c’è una fame e sete di parole che rispondano alla fame di vita e bellezza e significato. Un incontro durato più di due ore, in un silenzio insolito e senza quel via-vai che spesso caratterizza le tante assemblee scolastiche in orario di lezione. Incontro così sintetizzato da Loretta: «I ragazzi, precedentemente avevano raccolto le “loro” domande: “Perché dopo la Cresima si fugge dalla Chiesa… perché Gesù ha voluto vicino a sé un Pietro peccatore o una Maddalena… perché l’uomo di oggi non avverte più il senso religioso che lo struttura e ritiene indifferente credere o meno in Dio… perché la pedofilia…quale la posizione della Chiesa sui temi di bioetica…”.

I ragazzi chiedono ciò che l’apostasia dilagante, da se stessi prima che da Dio, non osa o non sa più domandare! Aiutati dalla lettura di alcuni brani de “La bottega dell’orefice” di Wojtyla, dalla Lettera ai vescovi d’Irlanda e dal Discorso di Ratisbona di Papa Ratzinger, dalle immagini di piazza Tienanmen (un gesto che simboleggia un’umanità cambiata possibile per alcuni), dal “mi corriggerete” di Giovanni Paolo all’appello alla “verità” di Benedetto, la parola e l’immagine hanno guidato i ragazzi in un percorso di conoscenza e memoria, avviandoli ad una “esperienza culturale” (don Fabio), a scoprire “l’attualità più profonda che è il cuore e non le notizie tragiche delle quali ogni giorno ci riempie il mondo” (don Gabriele), ad attendere il Papa con curiosità “avvertendo la storicità di questa visita alla nostra Diocesi” (don Rousbell). Dall’incontro sono emersi, con naturalezza, grandi temi: il legame di amicizia tra i due pontefici, il valore del “pontificato” che non è la “sfida della successione”, le due differenti personalità unite dalla ragionevolezza della fede, le urgenze storiche mutate, il tema del male che non emerge solo come dittatura o ideologia ma si annida nell’uomo come limite, errore, ferita. Don Gabriele ha tenuto costantemente vive due provocazioni: a che serve all’uomo “guadagnare la vita se poi perde se stesso” e la “solitudine giovanile” di una generazione illusa e abbandonata nei modelli drammatici del fruire e non dell’essere.»

L’altro elemento, per capire l’importanza dell’evento, è racchiuso nelle parole della preghiera che il Vescovo ha voluto che si recitasse in ogni chiesa della Diocesi per preparare la visita: « O Signore nostro Gesù Cristo, concedi a noi tuoi fedeli della Chiesa di San Marino-Montefeltro di comprendere e accogliere nella fede l’inestimabile dono della Visita che il Santo Padre Benedetto XVI compirà alla nostra Chiesa Particolare. Aumenta in noi, o Signore per mezzo di questa Visita la nostra fede in Te, la nostra testimonianza di discepoli che amano Te e i fratelli, il nostro senso di appartenenza alla santa Chiesa Cattolica, e fa’ che scopriamo in essa il tuo amoroso disegno di Padre che guida la nostra vita. Benedici, o Signore, il Ministero del Successore di Pietro al quale ci uniamo con tutto il nostro affetto e la nostra docilità di figli che nella Chiesa sono uniti al loro Padre e Pastore. Tutto ciò che Egli ti chiede oggi, anche noi te lo chiediamo con Lui. Se Egli piange o si rallegra, spera o si offre vittima di carità per il suo Popolo, noi vogliamo essere con Lui, desideriamo che la voce della nostra anima si confonda con la Sua, perché l’incontro con Pietro, per intercessione di Maria Santissima madre delle Grazie, dei santi Patroni Leo e Marino, sia pegno di un incontro con Te o Signore, nel tempo e nell’eternità. Amen».

L’attesa ci trovi fratelli, e sia anche l’occasione per scoprire, con Benedetto XVI, come le radici cristiane di una nazione possono, se vivificate e ritrovate, ridare dignità a un popolo e speranza a tanti.


Paparatzifan
00mercoledì 15 giugno 2011 12:57
Da sanmarinofixing.com

San Marino, Monsignor Luigi Negri sulla prossima visita di Benedetto XVI

Lunedì 13 Giugno 2011

di Loris Pironi

L’ha detto più volte, negli ultimi mesi, Monsignor Luigi Negri, Vescovo della Diocesi di San Marino e Montefeltro: la Visita Pastorale di Papa Benedetto XVI è, per tutta la comunità, un’occasione di crescita nella fede. Un momento fondamentale nella vita delle persone che va considerato come una stazione a cui fermarsi per riflettere sul senso stesso della vita. E la comunità dei fedeli si è avvicinata al grande appuntamento del 19 giugno con passione e partecipazione, con l’entusiasmo di chi sa che la venuta di Papa Ratzinger è un momento storico per la collettività e nel contempo un aiuto per il singolo nell’affrontare il cammino dell’anima. La visita di Papa Benedetto XVI è un’occasione unica e irripetibile per la Repubblica di San Marino, anche perché arriva in una fase di grande difficoltà, figlia della crisi internazionale e dei rapporti con l’Italia.

A Monsignor Luigi Negri chiediamo come si sono preparati i fedeli sammarinesi in questi mesi.

“La visita del Santo Padre alla Diocesi di San Marino e Montefeltro rappresenta un grande evento per la vita personale di fede e per la vita dell’intera Diocesi. Si tratta di un’importante occasione di crescita nella fede. A questo evento di responsabilità, che è anche una grande testimonianza, ci siamo preparati con una Peregrinatio Marie in tutte le parrocchie della Diocesi. Questo momento lungamente atteso per la comunità rappresenterà un grande evento anche culturale, così come è stata la presentazione del libro Gesù di Nazareth del Cardinal Carlo Caffarra (il 31 maggio scorso a San Marino, ndr). La visita del Papa inoltre sarà un momento d’incontro prezioso anche per i vari gruppi e movimenti associativi del nostro territorio”.

La Repubblica di San Marino racchiude già nelle sue origini un forte richiamo alla tradizione cristiana. Eppure oggi si assiste ad un certo allontanamento, da parte dei singoli individui, a queste radici. In questo contesto come possiamo leggere la venuta del Santo Padre?

“Tutto è focalizzato nel segno di un desiderio di comunicare questo evento anche a chi non è coinvolto nella visita della Chiesa. La proposta è rivolta a tutta la società. Il Papa darà un contributo importante alla comunità sammarinese: non posso dire se chi lo ascolterà lo recepirà. Io personalmente suppongo di sì”.

Prima di proseguire con le riflessioni offerte da questa occasione straordinaria non possiamo esimerci da un piccolo inciso sulla polemica che è stata innescata nelle scorse settimane sulla vostra colletta straordinaria per le opere di carità del Papa.

“A questa questione abbiamo già risposto come Diocesi. Molto semplicemente abbiamo sottoposto ai cittadini la possibilità di aiutare la carità del Papa. È una cosa a cui ogni cittadino dovrebbe tenere, tutto qui”.

Stiamo per assistere ad un evento storico. Si può attribuire a qualcuno in particolare il merito di aver condotto Papa Benedetto XVI a San Marino e nel Montefeltro?

“Il merito è semplicemente del fatto che il Papa ha risposto positivamente alle domande che Chiesa e Stato, in una fondamentale sinergia, hanno fatto. L’occasione riguarda sia la Chiesa di San Marino che le Istituzioni politiche della Repubblica. Si tratta, infatti, di una visita protocollare che comprende anche una serie di appuntamenti che coinvolgono la politica. Posso dire che, come il cristiano desidera un’occasione di fede, per le istituzioni l’appuntamento del 19 giugno rappresenta un incontro culturale, umano ed etico con una delle più grandi autorità morali del nostro Mondo”.

San Marino è al centro di una crisi profonda. È una crisi solo economica o anche di valori?

“La crisi di San Marino, così come quella di molte altre società, non è una crisi a livello semplicemente economico, ma è una crisi antropologica, riguarda il rapporto dell’uomo con la tecnica, le scienze, la politica. La Dottrina Sociale della Chiesa ci dice che occorre recuperare il protagonismo dell’individuo, come ci ha insegnato Papa Benedetto XVI con tutti i suoi Viaggi Pastorali e le sue Encicliche, a partire dalla Caritas in Veritate”.


Paparatzifan
00mercoledì 15 giugno 2011 13:05
Dal blog di Lella...

BENEDETTO XVI A SAN MARINO

«Il Papa ci darà un colpo d'ala»

di Massimo Pandolfi

15/06/2011 - «Un'occasione gigantesca». Dal "Resto del Carlino", monsignor Luigi Negri parla della visita del Pontefice alla sua diocesi. Tra crisi lavorativa, rapporti con l'Italia e una gioventù assente: «Ma con lui possiamo ritrovare la nostra identità»

Monsignor Luigi Negri, emozionato?

«Un po' mi agito, un po' mi deprimo, diciamo che in questi giorni alterno diversi stati d'animo. C'è anche l'emozione, sì».

Sorride il vescovo di San Marino e del Montefeltro, la diocesi più bizzarra del mondo, 68mila anime, due stati (San Marino appunto e Italia), due regioni (Marche ed Emilia Romagna).

Cosa rappresenta per voi l'arrivo di Benedetto XVI?

«La verifica di un cammino che stiamo facendo. Quando mi chiedeva prima del mio stato d'animo, devo dirle che per l'educazione che ho ricevuto da don Giussani, questo stato d'animo è comunque fondato sempre su un giudizio».

E in questo caso, qual è il giudizio?

«Siamo di fronte a una gigantesca occasione per il nostro popolo, un popolo che con il cuore ha grande nostalgia della fede, ma con la testa pensa come il mondo. Vogliamo ritrovare la coscienza della nostra identità, la fede rappresenta il tutto dell'esistenza. È una sfida lanciata alla gente, al clero stesso».

Lei è vescovo di questa diocesi da sei anni. È cambiato qualcosa?

«Guardi, ricordo che i primi tempi, alle veglie che organizzavamo, c'erano una manciata di giovani, non dico assenti, ma lontani. Lunedì sera la veglia di preparazione per l'arrivo del Pontefice è stata straordinaria, qualitativamente e quantitativamente».

È vero che San Marino attraversa uno dei momenti più delicati della sua storia?

«È vero, e l'ultima emergenza è quella dei settemila frontalieri italiani, tredicimila famiglie, che rischiano di perdere il posto. Siamo ai livelli di Fincantieri o Pomegliano D'Arco, ma ne parlano in pochi».

I rapporti fra Italia e San Marino sono ai minimi storici. Lei un anno fa scrisse a Berlusconi: le ha risposto il premier?

«Lo ha fatto Gianni Letta. E ho parlato più volte con il ministro Frattini. A Tremonti ho chiesto in diverse occasioni un incontro: non ho ricevuto udienza».

Lei sta difendendo la piccola Repubblica che però, in un recentissimo passato, forse era stata un po' troppo spregiudicata...

«I limiti della gestione economica e finanziaria di San Marino mi sono ben presenti. Non da oggi dico che bisogna fare un salto e devo dire che da un anno e mezzo ho visto sforzi e tentativi importanti a San Marino. Però...».

Però?

«Però non c'è stata adeguata risposta del governo italiano e in particolare del ministro Tremonti, mi sembra. Sono colpito dal fatto che continui ad esserci questa chiusura italiana».

Ma lei cosa ha consigliato ai governanti italiani?

«A Frattini ho anche detto che se si pensa di trasformare San Marino in un protettorato italiano, beh, siamo sulla strada sbagliata. Queste ideologie sono finite con il nazismo e il comunismo».

Ma a San Marino c'è solo meno ricchezza o sta arrivando anche vera povertà?

«Di sicuro meno ricchezza e parecchie famiglie cominciano a faticare per arrivare a fine mese».

Il futuro?

«Non è facile. Ai sammarinesi dico da sempre che una crisi finanziaria ha anche ragioni antropologiche. San Marino deve ritrovare la sua grande tradizione di libertà. Che non vuol dire "faccio ciò che mi pare e piace", ma responsabilità e consapevolezza del proprio compito».

In questo clima difficile arriva il Papa...

«Che può darci il colpo d'ala, accendere una luce di speranza nel nostro difficile cammino. Al Papa ho scritto chiedendogli di correggerci, se necessario, di darci il senso che illumini il percorso».

Ma come ha fatto a portare il Papa nella sua diocesi?

«Diciamo che è stato un lavoro di perfetta sinergia tra il vescovo e lo stato sammarinese».

Ok, ma lei a Ratzinger, che grazie a don Giussani conosceva da anni, qualcosa avrà pur detto.

«Lo incontrai poco dopo il mio insediamento in questa diocesi e anche lui era appena diventato Papa. Gli chiesi: "Santità, venga a trovarmi"».

Risposta di Benedetto XVI?

«Mi dia un po' di tempo, siano entrambi in fase di rodaggio».

Lei è vescovo dichiaratamente ciellino. Qualcuno continua a vedere con diffidenza Comunione e Liberazione, anche all'interno della chiesa stessa.

«Non è ancora finita l'obiezione di carattere ideologico a quella che è la tradizione cattolica, pastorale e intellettuale rigenerata da don Giussani. Non sono bastati i 27 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e neanche i primi anni di Benedetto XVI. Il cattolicesimo di don Giussani, così come quello di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, è integrale, che non vuol dire integralismo».

E che cosa vuol dire integralità?

«Non ci sono fede e vita, non ci sono fede e cultura. C`è la fede che fa la vita e la cultura».

Lei è considerato un vescovo "interventista". Scrive ai presidenti del consiglio e non si tira neanche indietro nelle questioni, diciamo così, politiche...
«Il cattolico deve essere testimone di Cristo nel mondo, punto. Prima di morire mi piacerebbe vedere un presidente della Repubblica italiana cattolico, che investa su questi valori. Poi la testimonianza si fa a seconda delle circostanze».

Le ultime circostanze (referendum, eccetera) le sono piaciute?

«Beh, onestamente non mi sembra una grande testimonianza quella delle suore che sventolano i cartelli sulla libertà dell'acqua o di certi sacerdoti che hanno detto messa con i manifesti per i sì ai referendum sopra l'altare».

© Copyright Il Resto del Carlino, 15 giugno 2011


Paparatzifan
00sabato 18 giugno 2011 18:24
Dal blog di Lella...

San Marino - Il Titano è pronto per il Pontefice

Un tappeto di fiori accoglierà Benedetto XVI in ogni luogo da lui visitato, ognuno con un motivo ad hoc. Seggiolini in cartone per seguire la Santa Messa all'Olimpico

SAN MARINO - Il Titano si veste dei colori della festa per accogliere, domani, la visita pastorale del Papa Benedetto XVI. Migliaia di fiori e di piante adorneranno le strade e le vie di San Marino. Tra questi oltre 3 mila Margherite San Carlino, 2 mila rose e 400 lisiantus, Garofani Sant’Agata e Delphinium Verissimo.
In ogni luogo dove il Santo Padre ha in programma una preghiera, una sosta, saranno posti degli arredi floreali creati appositamente per quell’occasione. Dalle aiuole fiorite realizzate con maestria dalle squadre dell’Ufficio Risorse Agricole e Ambientali ai fiori recisi provenienti dal mercato di Leverano dalle cooperative Rose e Fiori (Bagnacavallo ) e Floratoscana (Pescia). I fiori di colore arancio e ruggine saranno così posti sull’altare del centro sportivo di Seravalle all’interno del quale il Papa celebrerà la messa domenicale coronati da centinaia di allori che faranno da siepe alla base dell’altare. I lisiantus, offerti dai vivai del comune pugliese di Leverano, adorneranno invece la Pieve di San Marino dove Benedetto XVI renderà omaggio al santo fondatore della Repubblica. Mentre, i colori bianco e azzurri delle varietà di Delfinium Verissimo e del Garofano Sant’Agata creati proprio per essere i simboli floreali di San Marino nel mondo, faranno da cornice all’incontro con i rappresentanti delle massime Istituzioni di Stato, previsto a Palazzo Pubblico. Bianco e giallo invece per Hotel Casa San Giuseppe dove il Santo Padre riposerà sperando possa anche lui ammirare l’ulivo millenario di 2400 anni, grande simbolo di pace che lì dimora. Ogni ambientazione ha quindi il suo colore e il suo fiore megistralmente composti da un gruppo di selezionati fioristi appartenenti a “I Fioristi Italiani”, sotto la guida di Mara Verbena, Chicco Pastorino e Arturo Croci.
Per i fedeli che seguiranno la Santa Messa allo stadio di Serravalle, sono ancora disponibili, fino a esaurimento scorte, i seggiolini di cartone ammessi all’interno del campo sportivo. E’ possibile prenotarli, anche telefonicamente, allo 0549 900759. Per accedere allo Stadio di Serravalle è indispensabile essere in possesso di un pass d’ingresso gratuito. Da ritirare nelle parrocchie a cui si è prenotato. Allo stadio di Serravalle si potrà accedere dalle ore 6,30 alle ore 8,30. Le persone che non possiedono pass, o che arrivano dopo le ore 8,30, potranno seguire la celebrazione dal maxischermo allestito nell’attiguo campo di baseball. Allo stadio di Serravalle è fatto assoluto divieto di portare: zaini o borse ingombranti, ombrelli grandi a punta, bastoni, seggiole metalliche o di altro materiale, oggetti da punta o da taglio, oggetti contundenti e qualsiasi altro oggetto potenzialmente pericoloso Infine è consigliato avere: un cappellino per proteggersi dal sole.

www.romagnanoi.it/News/Romagna/San%20Marino/Attualita/articoli/292290/Il-Titano--pronto-per-il-Ponte...


Paparatzifan
00sabato 18 giugno 2011 18:26
Dal blog di Lella...

Migliaia di persone in attesa della visita pastorale di Benedetto XVI alla diocesi di San Marino - Montefeltro

Tutto pronto nella Diocesi di San Marino – Montefeltro, che domani riceverà la visita di Benedetto XVI. Una giornata intensa di appuntamenti, che porterà il Pontefice prima nella Repubblica più antica del Mondo, e poi a Pennabilli, in provincia di Rimini, sede vescovile della diocesi. Da San Marino, il servizio del nostro inviato, Salvatore Sabatino:

“Signore, accresci in noi la fede”. Lo slogan scelto dagli organizzatori descrive bene questa breve, ma intensa visita. Benedetto XVI viene nella Diocesi di San Marino-Montefeltro per incontrare una Chiesa antichissima che a gran voce vuole essere riconfermata nella fede; una società che chiede al Papa di indicare la strada da seguire per uscire da quel secolarismo che la attanaglia. E non è un caso che le richieste di partecipazione siano state così grandi: 22 mila i fedeli che parteciperanno alle celebrazioni, 4.000 i giovani che incontreranno il Santo Padre a Pennabilli. ''Un sammarinese su tre vuole vedere il Papa'', ha detto il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, che parla di un evento principalmente di fede, ''segno evidente che i popoli della Diocesi e della Repubblica del Titano nel loro insieme, - ha aggiunto - e non solo i cristiani, sentono l’importanza di questa visita''.

Una giornata, quella di domani, che si concentrerà nella prima parte nella Repubblica di San Marino, dove il Papa arriverà intorno alle 9.15. Alle 10.00 la Messa nello Stadio di Serravalle, durante la quale Benedetto XVI terrà l’omelia e guiderà al termine la preghiera dell’Angelus. Saranno oltre 30 i concelebranti, fra cui i vescovi dell'Emilia - Romagna e alcuni delle Marche delle diocesi più vicine. Poi il trasferimento alla Casa San Giuseppe, in località Valdragone, per il pranzo; nella stessa struttura saluterà gli organizzatori diocesani della visita e i membri della Fondazione Internazionale “Giovanni Paolo II”. A seguire poi la salita sul Monte Titano, cuore pulsante di questo piccolo Stato, la Repubblica più antica del mondo; qui avverrà l’incontro con le sue istituzioni, con una rappresentanza del corpo diplomatico, la visita nella Basilica di San Marino ed infine il trasferimento a Pennabilli, in provincia di Rimini, sede vescovile della Diocesi, scenario di quello che sarà il momento, forse più emozionante di questa visita pastorale: l’incontro con i giovani.

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Paparatzifan
00sabato 18 giugno 2011 18:28
Dal blog di Lella...

Il Papa a San Marino: interviste con mons. Luigi Negri e con il ministro degli Esteri Antonella Mularoni

La diocesi di San Marino–Montefeltro è unica nel suo genere: racchiude due Stati sovrani - San Marino ed Italia - e conta 81 parrocchie, delle quali 38 ubicate nelle Marche, 31 in Emilia-Romagna e 12 nella Repubblica di San Marino. Sulle caratteristiche sociali di questa diocesi, il nostro inviato a San Marino Salvatore Sabatino, ha intervistato il vescovo mons. Luigi Negri:

R. – L’orientamento fondamentale del cuore di queste popolazioni è ancora verso la tradizione della fede, di cui hanno vissuto per secoli e che, come ho già detto al Santo Padre, ha reso possibile la creazione di una cultura e di una civiltà autenticamente umana. Ma poi, anche queste popolazioni sono state investite dall’onda lunga del secolarismo e dell’anticattolicesimo che mi sembra che in qualche modo abbia conquistato – o stia conquistando – la ragione. Per cui, se con il cuore sentono la fede, con la mente ragionano come i mass media. E questo stabilisce la singolare debolezza di questa Chiesa, come del resto avviene per quasi tutte le Chiese, almeno quelle dell’Occidente europeo: la debolezza che esige che la fede ritorni ad essere forma della cultura.

D. – Lei parla spesso della gioia di un popolo che vive l’opportunità di incontrarsi con il Pastore supremo della fede e della Chiesa. Non a caso, nella preparazione ha volutamente evitato ogni concessione al folklore…

R. – Certamente. Abbiamo avuto due assi di riferimento per questa preparazione. Una grande peregrinatio di Maria Santissima, quella della Beata Vergine delle Grazie che nel 1489 pianse dall’affresco in cui è raffigurata e che ancora oggi è all’interno del grande Santuario diocesano. L’altro asse è stato quello culturale: approfondire nei vari incontri nelle parrocchie, nei gruppi, nelle associazioni, la figura del Pontefice, la sua funzione. Tutto questo ha avuto, come espressione sintetica e definitiva, la presentazione del libro del Papa su Gesù di Nazareth, fatta lo scorso 31 maggio dal cardinale Caffarra proprio qui, in uno dei luoghi più prestigiosi di San Marino.

D. – Quella che troverà il Pontefice sarà una realtà che sta pagando un prezzo molto alto sul fronte della crisi economica: scende la produzione industriale, aumenta la disoccupazione e con essa aumenta anche il dissenso. Quanto questa visita di Benedetto XVI può aiutare a risollevare gli animi?

R. – Io credo che il primo consistente aiuto che sono certo il Papa darà è quello di far percepire ad ogni singola persona che le crisi, oltre che da congiunture di carattere economico-sociale, dipendono da una crisi antropologica. E’ necessario che il popolo di San Marino si renda conto che è necessario recuperare la grande tradizione di libertà di San Marino, ma la libertà è una responsabilità: una responsabilità verso se stessi, verso gli altri, verso le persone, verso le cose… Soltanto un’umanità che si risvegli alla propria esperienza umana ha poi anche la forza, il coraggio di affrontare la crisi nei suoi aspetti specifici, e quindi di mettere in campo anche tutte le strategie di carattere tecnico per affrontare e risolvere i problemi.

D. – Il Pontefice incontrerà i giovani a Pennabilli, ultimo atto di questa breve ma intensa visita. Ha avuto modo di parlare con loro? Cosa si aspettano da questo incontro?

R. – Si aspettano parole forti per la loro vita umana, ancor prima che cristiana; che facciano fuggire la tentazione di questa sopravvivenza ai margini della società che caratterizza il mondo giovanile non soltanto qui. Questi giovani non sono carnefici: sono vittime. Su di loro sono state fatte le più assurde operazioni di carattere ideologico e di carattere economico. Noi come Chiesa abbiamo fatto un lungo ed intenso lavoro per riprendere qualche sintomo positivo di un riaccostamento dei giovani alla Chiesa, ma certo l’aiuto che può dare il Papa a riaprire la realtà della Chiesa alle loro esigenze umane e cristiane sarà eccezionale. Per questo ho voluto fino in fondo che il Papa venisse a Pennabilli, e ho voluto fino in fondo che l’incontro di Pennabilli fosse per i giovani. (gf)

Oltre ad un importante momento di fede per la Repubblica di San Marino, la visita di Benedetto XVI rappresenta una straordinaria occasione per ribadire al mondo intero i princìpi sui quali si basa questa antichissima repubblica, che sono poi la pace,la tolleranza e la difesa dei diritti umani. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, ha intervistato Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari Esteri della Repubblica di San Marino:

R. - Assolutamente sì: è la libertà, ma sono anche i valori cristiani sui quali la comunità sanmarinese ha da sempre basato la sua non solo origine, ma la sua vita e la sua esistenza. E oggi questi stessi valori - che sono anche il rispetto dei diritti degli altri, la responsabilità e il rispetto di tutti - sono la bandiera che noi portiamo avanti a livello internazionale.

D. - Signor ministro, lei ha detto che le parole del Pontefice saranno un dono prezioso per la vostra Repubblica. Come verrà custodito dalla società e dalle istituzioni di San Marino?

R. - Certamente, la visita del Santo Padre è stato un grandissimo regalo e come fu per la visita del suo predecessore, le sue parole saranno custodite in primis dai Capitani Reggenti della nostra Repubblica, che sono i capi di Stato, ma anche da tutti noi e da tutte le istituzioni che attendono con grande impazienza ormai questo evento, perché sono certi che il Santo Padre ci saprà indicare anche le vie migliori da seguire per il futuro.

D. - Le vie migliori soprattutto sul fronte della crisi economica che ha colpito in maniera importante questa Repubblica: quanto le parole del Papa riusciranno a risollevare gli animi, per esempio dei giovani che sono i più colpiti da questa crisi?

R. - Penso che il Santo Padre riuscirà a fare tantissimo in questa direzione. E’ chiaro che il terreno economico va rilanciato con regole e con strumenti diversi da quelli immediatamente riconducibili alla fede. Ma il fatto di essere cristiani può consentire uno sviluppo economico diverso e più rispettoso dei bisogni, dei diritti e degli interessi di tutti. (mg)

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Paparatzifan
00sabato 18 giugno 2011 18:36
Dal blog di Lella...

Colloquio con il vescovo Luigi Negri alla vigilia della visita del Papa alla diocesi di San Marino - Montefeltro

Un’esperienza di fede comune che va oltre le differenze sociali

Mario Ponzi

«Qui si vive un’esperienza di fede talmente radicata nel cuore della gente da riuscire non solo a superare le distanze, ma anche a valorizzare le differenze sociali che inevitabilmente si riscontrano in un tessuto così eterogeneo come il nostro».

Si fa serio monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino - Montefeltro quando, presentando la visita di Benedetto XVI di domenica 19 giugno, parla del profondo contrasto tra quelli che potrebbero sembrare due corpi di una stessa anima. Sessantottomila e poco più abitanti, sparsi su un territorio di ottocento chilometri quadrati, comprensivi di tre province; ottantuno parrocchie più due curazie nella Repubblica di San Marino, servite da cinquantotto sacerdoti secolari e ventitré regolari; due cattedrali, due patroni, un eremo, un convento francescano, un santuario. È la diocesi in numeri. Solo dal 1977 la circoscrizione religiosa ha assunto l’attuale denominazione. Prima, e per oltre dodici secoli, il titolo era semplicemente diocesi di Montefeltro. San Marino ne è stata comunque sempre parte integrante, così come lo sono stati gli altri cento castelli della regione. A Benedetto XVI si presenta nella sua particolarissima identità, formata come è da due province italiane e da uno Stato indipendente, la Repubblica di San Marino appunto: due realtà evidentemente vicine, ma molto distanti tra loro. Ne abbiamo parlato con monsignor Luigi Negri.

La particolarità della conformazione della diocesi comporta qualche difficoltà pastorale?

Certamente la nostra è una situazione eccezionale. Credo lo sia anche dal punto di vista canonico. La diocesi fa riferimento all’antica sede episcopale del Montefeltro, alla quale si è aggiunto dopo il 1977 il territorio della Repubblica di San Marino, che è una realtà internazionale libera, indipendente e sovrana. Ma questo, al di là della «stranezza», non comporta alcuna difficoltà per la vita della Chiesa locale che è fortemente unita, vive un’esperienza di bontà nella fede, nella carità che non solo supera ma valorizza le differenze che naturalmente ci sono.

Di quali differenze parla?

Dal punto di vista ecclesiale, lo ripeto, c’è una certa uniformità sia da una parte sia dall’altra. Il popolo cristiano del territorio ha da tempo ripreso coscienza della grande tradizione di fede e di carità che aveva caratterizzato l’identità di questi luoghi. Solo così è stato possibile fronteggiare quel secolarismo anticattolico che da queste parti si è fatto sentire molto e che ancora oggi tende a distruggere l’identità cristiana e a sostituirla con un’identità che potremmo definire massmediatica. Sono solo sei anni che stiamo lavorando in questa direzione.

E le difficoltà?

Pensi alle differenze a livello socio-economico tra le popolazioni. Da una parte c’è, o almeno c’è stato, fino a qualche mese fa, il benessere assoluto e sovrano di uno Stato — la Repubblica di San Marino — che certamente ha vissuto al di sopra delle sue possibilità e che adesso, dopo aver attraversato, come il resto del mondo, una pesante crisi sotto vari aspetti, si trova di fronte a una ripresa della propria identità di libertà, di responsabilità per affrontare, in ambito sociale, i nodi giunti al pettine. Che sono certamente nodi finanziari, economici, legati anche alla non facile congiuntura dei rapporti con l’Italia, che, dal canto suo, non si è dimostrata, secondo me, così libera e grande come è nella sua tradizione. E l’altra parte della diocesi mostra proprio quanto ci sia bisogno di ripensare, come dicono i sociologi, il sistema Paese. Ma io credo che ci sia bisogno di fondare questo ripensamento, o meglio che ci sia da riscoprire e rinnovare quella che è la radice vera del sistema Paese, che è l’uomo, la persona, la famiglia. I pericoli che rischiano di inaridire questa radice sono tanti: dal permissivismo morale, all’irresponsabilità, alla crisi delle famiglie, alla mancanza di una capacità educativa. Sono tutti rischi che incombono pesantemente su una società che fino adesso ha vissuto dell’edonismo della Riviera Adriatica.

Da dove nasce, secondo lei, questa situazione?

Credo che questa situazione, molto grave e complessa, risalga a decine d’anni fa e che sia figlia di un certo abbandono in cui hanno vissuto queste zone. Sin dagli anni dell’unità d’Italia queste terre sono state relegate a zone di confine fra regioni diverse di cui nessuno si è occupato, se non per esigere le tasse. È anche vero che per la maggior parte si tratta di istituzioni piccole perché i Comuni sono piccoli. Ma tutte le istituzioni, anche quelle piccole, molte volte riproducono gli stessi errori, gli stessi difetti, delle gestioni centralizzate e spesso vivono in modo ancor più esasperato il tentativo di realizzarsi nel consumismo, in quello che i giovani d’oggi chiamano lo sballo. Da quando sono arrivato in questa diocesi ho celebrato circa quindici funerali di giovani morti sulla via del rientro dai templi del divertimento a oltranza e senza limiti. Questo denota soprattutto una crisi di valori, dunque una più profonda crisi della famiglia. Ma in pochi, soprattutto chi ha responsabilità precise, sembrano preoccuparsene. Anche da queste parti si registra purtroppo una sostanziale disattenzione ai problemi reali del Paese. E lo si vede in alcune nostre realtà. Benedetto XVI per esempio non farà molta strada per spostarsi in papamobile da dove scenderà dall’elicottero per arrivare al cuore di Pennabilli. Eppure percorrerà qualche centinaio di metri di strade che io frequento già da sei anni per girare la mia diocesi, delle quali conosco ogni pietra, e conosco ogni goccia di sudore o di lacrima che le bagna quotidianamente.

E cosa si attende questa gente dal Papa?

Che sappia ridare la speranza della fede. C’è un clima di attesa che definirei palpabile, nel senso che la gente qui è animata da un’affezione profonda nei confronti del Papa. Del resto l’appartenenza alla Chiesa ha sempre caratterizzato la vita del popolo. E il popolo ha sempre sentito il successore di Pietro come un punto di riferimento fondamentale, un esempio, una testimonianza. Quindi attende il Papa per un incontro di fede. Certamente non c’è alcuna venatura folkloristica in questa visita anche se, ne sono convinto, certa stampa la metterà così, sotto l’aspetto folkloristico. Il Papa viene per la Chiesa e secondo me viene anche per parlare ai molti uomini di buona volontà. Magari tra loro ci sarà sicuramente anche chi non ha una frequentazione ecclesiale; tuttavia sentono anch’essi che sta per arrivare qualcuno capace di soddisfare il loro desiderio profondo della verità, del bene, della bellezza, della giustizia. Le stime numeriche parlano di oltre ventiduemila persone che si sono prenotate solamente per lo Stadio di Serravalle — non entrerebbe più neppure una spilla — per assistere alla messa del Papa concelebrata da tutti i vescovi dell’Emilia Romagna e di oltre cinquemila giovani a Pennabilli. Impossibile prevedere poi quanti saranno negli altri luoghi e lungo il pur breve tragitto che il Papa compirà in auto.

Cosa si attende dalla visita?

Tutto il bene possibile. Io spero molto che Benedetto XVI guardando al nostro impegno e valutando la nostra testimonianza ci sappia confortare o, come gli ho chiesto esplicitamente, anche correggere se e dove abbiamo sbagliato. Attendono tutti una sua parola. Anche i tanti che si sono allontanati dalla strada maestra e chi quella strada non l’ha mai percorsa.

(©L'Osservatore Romano 18 giugno 2011)


Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 08:35
Dal blog di Lella...

IL PAPA A SAN MARINO E PENNABILLI

E’ tutto pronto, benvenuto Benedetto

Bandiere, fiori, festoni e immagini del Santo Padre sparse ovunque Ogni strada tirata a lucido. Colombe bianche in volo a Cailungo

SAN MARINO. Bandiere, festoni, e le immagini del Santo Padre sparse ovunque sul territorio, nei posti più strategici, lungo il tragitto che Benedetto XVI compirà sul Titano e a Pennabilli. Il Papa atterrerà domani mattina alle 9.30 all’eliporto di Torraccia: inizierà quindi dal Titano la sua visita alla diocesi di San Marino e Montefeltro, annunciata con emozione dal vescovo Luigi Negri a ottobre scorso e alla quale hanno lavorato in tanti. Da una parte la diocesi, dall’altra il Dipartimento Esteri di San Marino, la Questura di Rimini, la gendarmeria vaticana, le forze dell’ordine sammarinesi. Coordinati, per quanto riguarda la visita di Stato al Titano, da un gruppo nominato a inizio anno dal congresso di Stato: vi rientrano tecnici degli Esteri e della pubblica amministrazioni, uomini di polizia, dirigente dell’Interpol, e il capo cerimoniere Marcello Beccari che, per tutti questi mesi, ha diretto i lavori. San Marino si è preparato al meglio: strade rifatte, aiuole decorate - quella di Cailungo con l’installazione delle colombe bianche in volo, di certo la più significativa -, ristrutturazioni d’urgenza, lavori d’asfaltatura che sono andati avanti per mesi. Perfino i bagni delle strutture attraverso cui passerà il Santo Padre, sono stati ristrutturati: uno su tutti, il servizio igienico dell’eliporto di Torraccia. Ma lì, i tecnici hanno predisposto ed eseguito anche i lavori di asfaltatura della pista, del piazzale sul quale poserà i piedi Benedetto XVI, e della strada che da lì riparte verso il paese. Ma il restauro per eccellenza, è stato quello condotto alla Basilica del Santo: tre Fondazioni intervenute, un organo risalente alla prima metà dell’Ottocento, che, ormai dismesso, ha rivisto la luce, e poi un Cristo in bronzo, ritenuto l’elemento di eccellenza della chiesa, donato per l’occasione dalla Fondazione Sums. Proprio di fronte a quel Cristo risorto di Leonardo Lucchi, posto al fianco del tabernacolo, il successore di Pietro si raccoglierà in preghiera, nel momento privato dedicato alla visita alla Basilica.
Anche Pennabilli s’è rifatta il look: le gigantografie del Santo Padre rivestono diversi punti nel centro del paese, a cominciare dalla facciata del campanile, al fianco della cattedrale di fronte alla quale il Papa incontrerà i giovani: all’appuntamento, si sono “iscritti” 2.200 ragazzi, rigorosamente sotto i 30 anni. Non solo. Condotti anche tra le strade del paese arroccato, importanti lavori di asfaltatura: lavori in corso anche sui muretti di contenimento. E poi fiori e grandi pulizie di primavera: in piazza, già da lunedì hanno cominciato a spostare enormi fioriere colorate. Gli stendardi del Vaticano e le immagini del Pontefice, la fanno invece da padroni lungo tutto il tragitto tra lo stadio e la cattedrale, nel percorso che Benedetto XVI affronterà in Papamobile.

© Copyright Corriere della Romagna, 18 giugno 2011


Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 08:40
Dal "Corriere.it"...

TUTTO PRONTO PER PROTEGGERE LA PERSONALITÀ DEL VATICANO CHE PER AL QAEDA È UN “OBIETTIVO SENSIBILE”

IL PAPA A SAN MARINO E PENNABILLI

Un “esercito” di specialisti veglia sul Santo Padre: 007, agenti e metal detector
A Pennabilli la Digos ha identificato gli abitanti della piazza Durante l’incontro con i giovani, finestre aperte e “abitate”
SAN MARINO. Gendarmi in assetto da guerra, specialisti delle scorte come consulenti, armi e attrezzature da film. E poi decine, decine di incontri: vertici con la Digos, con la gendarmeria vaticana, col capo degli 007 del Papa. E l’Interpol schierata: domani non si scherza. San Marino accoglierà l’obiettivo sensibile di Al Qaeda: i rischi a cui va incontro il Titano sono noti e fanno paura ma il paese ha cercato al meglio di premunirsi dando nulla per scontato. Anche perché, a metà strada del lavoro di organizzazione del maxi evento, nel comitato di preparazione, si è arrivati a discutere anche della scelta di un tragitto piuttosto di un altro, da far compiere al Papa tra Torraccia e lo stadio di Serravalle. E Pennabilli non è da meno. Lì, la Digos ha richiesto l’identificazione a tutti coloro che abitano le case che si affacciano sulla piazza Vittorio Emanuele: ognuno, tra residenti e ospiti, si è dovuto presentare in Comune a compilare un apposito modulo. La Diocesi, poi, per garantire il tutto esaurito e la massima pubblicità, ha chiesto ai residenti di tenere aperte le finestre di casa nell’ora dell’incontro coi giovani, garantendo sempre qualcuno affacciato. Insomma, il coinvolgimento dev’essere totale. Ma la folla richiede molto lavoro per gli addetti alla sicurezza. Per cui, nulla passerà inosservato: il turno diurno dei gendarmi arriverà allo stadio alle 4.30 del mattino, ma già da oggi pomeriggio, quando prenderanno il via le bonifiche con gli artificieri italiani, l’intera struttura sarà sorvegliata a vista. Proprio ieri, in uno dei tanti sopralluoghi condotti nelle zone limitrofe, i gendarmi hanno trovato una pistola giocattolo nel tunnel del torrente Ausa. Ma non è scattato nessun allarme: la finta arma stava lì presumibilmente da anni ed è stata rimossa. Anche i poliziotti saranno a Pennabilli dalle prime ore della giornata: ma in Italia, la partita è differente. Ad occuparsi della sicurezza e della scorta del corteo papale, c’è un’unità speciale apposita interna alla Questura, si tratta dell’unità vaticana, formata dagli specialisti del caso. Controlli sui volontari che garantiranno l’accoglienza ai pellegrini, controlli serrati sulle migliaia di persone che accorreranno: molti i posti in cui verrà posizionato il personale specializzato, non visibile all’occhio della folla. Anche per questo, nella lunga lista della spesa autorizzata dal congresso di Stato a fine maggio scorso, ci sono anche i mirini stile Navy seal: non mancano i metal detector, i parastinchi, i caschi antisommossa, e tanti giubbotti antiproiettile.
Sicurezza anche sui mezzi: le auto che formeranno la parte centrale del corteo del Papa saranno tutte rigorosamente blindate. Per la maggior tutela del Santo Padre, le vetture antiterrorismo arriveranno direttamente dal Vaticano. E ancora: blindata, si sa, è anche la papamobile. La vettura bianca sta arrivando a San Marino proprio in queste ore, per la bonifica del caso. I gendarmi sammarinesi garantiranno la sicurezza dell’intero ambiente che circonderà il Papa, pur con l’ausilio dei poliziotti italiani: tiratori scelti, cani antisabotaggio e artificieri. La sicurezza personale di Benedetto XVI sarà invece garantita dal suo uomo di fiducia, Domenico Giani, a capo della gendarmeria vaticana.


+PetaloNero+
00domenica 19 giugno 2011 17:26
VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO (I)





LA PARTENZA DA ROMA: TELEGRAMMA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


Alle ore 8.30 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI parte in elicottero dall’aeroporto di Ciampino (Roma) per la Visita Pastorale alla Diocesi di San Marino-Montefeltro.

Nel momento di lasciare Roma alla volta della Repubblica di San Marino, il Papa fa pervenire al Presiedente della Repubblica Italiana, S.E. il Signor Giorgio Napolitano, il messaggio telegrafico che riportiamo di seguito:

A SUA ECCELLENZA

ON. GIORGIO NAPOLITANO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

PALAZZO DEL QUIRINALE

00187 ROMA

NEL MOMENTO IN CUI MI ACCINGO A COMPIERE LA MIA VISITA PASTORALE NELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO PER INCONTRARE QUELLA POPOLAZIONE INCORAGGIANDONE LA TESTIMONIANZA CRISTIANA E LA COSTRUZIONE DEL BENE COMUNE MI È CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE E ALL’INTERA NAZIONE IL MIO CORDIALE SALUTO CHE ACCOMPAGNO CON FERVIDI AUSPICI PER IL PROGRESSO SPIRITUALE CIVILE E SOCIALE DELLA DILETTA ITALIA

BENEDICTUS PP. XVI



SANTA MESSA NELLO STADIO DI SERRAVALLE

All’arrivo - previsto per le ore 9.15 - all’eliporto di Torraccia, nella Repubblica di San Marino, il Papa è accolto dalle Loro Eccellenze i Capitani Reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini; dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, S.E. la Dott.ssa Antonella Mularoni; dall’Ambasciatore presso la Santa Sede, S.E. il Sig. Sante Canducci; dal Nunzio Apostolico nella Repubblica di San Marino, S.E. Mons. Giuseppe Bertello; dal Vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro, S.E. Mons. Luigi Negri, e dal Ministro Plenipotenziario Marcello Beccari, Direttore del Cerimoniale di Stato.

Il Santo Padre raggiunge in auto lo Stadio di Serravalle dove ha luogo la Concelebrazione Eucaristica nella Solennità della SS.ma Trinità.

La Santa Messa, che inizia alle ore 10, è introdotta dall’indirizzo di omaggio del Vescovo di San Marino-Montefeltro, S.E. Mons. Luigi Negri. Dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa tiene la seguente omelia:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

E’ grande la mia gioia nel poter spezzare con voi il pane della Parola di Dio e dell’Eucaristia e potervi indirizzare, cari Sammarinesi, il mio più cordiale saluto. Rivolgo uno speciale pensiero ai Capitani Reggenti ed alle altre Autorità politiche e civili, presenti a questa celebrazione eucaristica; saluto con affetto il vostro Vescovo, Mons. Luigi Negri, che ringrazio per le cortesi parole rivoltemi, e, con lui, tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi di San Marino-Montefeltro; saluto ciascuno di voi e vi esprimo la mia viva riconoscenza per la cordialità e l’affetto con cui mi avete accolto. Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa Comunità diocesana. So che anche qui non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. A tutti voglio assicurare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera, a cui unisco l’incoraggiamento a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione, con la sua fede granitica della quale ha parlato Sua Eccellenza.

Celebriamo oggi la festa della Santissima Trinità: Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, festa di Dio, del centro della nostra fede. Quando si pensa alla Trinità, per lo più viene in mente l’aspetto del mistero: sono Tre e sono Uno, un solo Dio in tre Persone. In realtà Dio non può essere altro che un mistero per noi nella sua grandezza, e tuttavia Egli si è rivelato: possiamo conoscerlo nel suo Figlio, e così anche conoscere il Padre e lo Spirito Santo La liturgia di oggi, invece, attira la nostra attenzione non tanto sul mistero, ma sulla realtà di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra fede. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno, perché amore e l’amore è la forza vivificante assoluta, l’unità creata dall’amore è più unità di un’unità puramente fisica. Il Padre dà tutto al Figlio; il Figlio riceve tutto dal Padre con riconoscenza; e lo Spirito Santo è come il frutto di questo amore reciproco del Padre e del Figlio. I testi della Santa Messa di oggi parlano di Dio e perciò parlano di amore; non si soffermano tanto sul mistero delle tre Persone, ma sull’amore che ne costituisce la sostanza e l’unità e trinità nello stesso momento.

Il primo brano che abbiamo ascoltato è tratto dal Libro dell’Esodo - su di esso mi sono soffermato in una recente Catechesi del mercoledì - ed è sorprendente che la rivelazione dell’amore di Dio avvenga dopo un gravissimo peccato del popolo. Si è appena concluso il patto di alleanza presso il monte Sinai, e già il popolo manca di fedeltà. L’assenza di Mosè si prolunga e il popolo dice: «Ma dov’è rimasto questo Mosé, dov’è il suo Dio?», e chiede ad Aronne di fargli un dio che sia visibile, accessibile, manovrabile, alla portata dell’uomo, invece di questo misterioso Dio invisibile, lontano. Aronne acconsente e prepara un vitello d’oro. Scendendo dal Sinai, Mosè vede ciò che è accaduto e spezza le tavole dell’alleanza, che è già spezzata, rotta, due pietre su cui erano scritte le "Dieci Parole", il contenuto concreto del patto con Dio. Tutto sembra perduto, l’amicizia subito, fin dall’inizio, già spezzata. Eppure, nonostante questo gravissimo peccato del popolo, Dio, per intercessione di Mosè, decide di perdonare ed invita Mosè a risalire sul monte per ricevere di nuovo la sua legge, i dieci Comandamenti e rinnovare il patto. Mosè chiede allora a Dio di rivelarsi, di fargli vedere il suo volto. Ma Dio non mostra il volto, rivela piuttosto il suo essere pieno di bontà con queste parole: «Il Signore, Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,8). E questo è il Volto di Dio. Questa auto-definizione di Dio manifesta il suo amore misericordioso: un amore che vince il peccato, lo copre, lo elimina. E possiamo essere sempre sicuri di questa bontà che non ci lascia. Non ci può essere rivelazione più chiara. Noi abbiamo un Dio che rinuncia a distruggere il peccatore e che vuole manifestare il suo amore in maniera ancora più profonda e sorprendente proprio davanti al peccatore per offrire sempre la possibilità della conversione e del perdono.

Il Vangelo completa questa rivelazione, che ascoltiamo nella prima lettura, perché indica fino a che punto Dio ha mostrato la sua misericordia. L’evangelista Giovanni riferisce questa espressione di Gesù: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (3,16). Nel mondo c’è il male, c’è egoismo, c’è cattiveria e Dio potrebbe venire per giudicare questo mondo, per distruggere il male, per castigare coloro che operano nelle tenebre. Invece Egli mostra di amare il mondo, di amare l’uomo, nonostante il suo peccato, e invia ciò che ha di più prezioso: il suo Figlio unigenito. E non solo Lo invia, ma ne fa dono al mondo. Gesù è il Figlio di Dio che è nato per noi, che è vissuto per noi, che ha guarito i malati, perdonato i peccati, accolto tutti. Rispondendo all’amore che viene dal Padre, il Figlio ha dato la sua stessa vita per noi: sulla croce l’amore misericordioso di Dio giunge al culmine. Ed è sulla croce che il Figlio di Dio ci ottiene la partecipazione alla vita eterna, che ci viene comunicata con il dono dello Spirito Santo. Così, nel mistero della croce, sono presenti le tre Persone divine: il Padre, che dona il suo Figlio unigenito per la salvezza del mondo; il Figlio, che compie fino in fondo il disegno del Padre; lo Spirito Santo - effuso da Gesù al momento della morte - che viene a renderci partecipi della vita divina, a trasformare la nostra esistenza, perché sia animata dall’amore divino.

Cari fratelli e sorelle! La fede nel Dio trinitario ha caratterizzato anche questa Chiesa di San Marino-Montefeltro, nel corso della sua storia antica e gloriosa. L’evangelizzazione di questa terra è attribuita ai Santi scalpellini Marino e Leone, i quali alla metà del III secolo dopo Cristo sarebbero approdati a Rimini dalla Dalmazia. Per la loro santità di vita sarebbero stati consacrati l’uno sacerdote e l’altro diacono dal Vescovo Gaudenzio e da lui inviati nell’entroterra, l’uno sul monte Feretro, che poi prese il nome di San Leo, e l’altro sul monte Titano, che poi prese il nome di San Marino. Al di là delle questioni storiche – che non è nostro compito approfondire – interessa affermare come Marino e Leone portarono nel contesto di questa realtà locale, con la fede nel Dio rivelatosi in Gesù Cristo, prospettive e valori nuovi, determinando la nascita di una cultura e di una civiltà incentrate sulla persona umana, immagine di Dio e perciò portatore di diritti precedenti ogni legislazione umana. La varietà delle diverse etnie – romani, goti e poi longobardi – che entravano in contatto tra loro, qualche volta anche in modo molto conflittuale, trovarono nel comune riferimento alla fede un fattore potente di edificazione etica, culturale, sociale e, in qualche modo, politica. Era evidente ai loro occhi che non poteva ritenersi compiuto un progetto di civilizzazione fino a che tutti i componenti del popolo non fossero diventati una comunità cristiana vivente e ben strutturata e edificata sulla fede nel Dio Trinitario. A ragione, dunque, si può dire che la ricchezza di questo popolo, la vostra ricchezza, cari Sammarinesi, è stata ed è la fede, e che questa fede ha creato una civiltà veramente unica. Accanto alla fede, occorre poi ricordare l’assoluta fedeltà al Vescovo di Roma, al quale questa Chiesa ha sempre guardato con devozione ed affetto; come pure l’attenzione dimostrata verso la grande tradizione della Chiesa orientale e la profonda devozione verso la Vergine Maria.

Voi siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito Santo ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla. In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia. Oggi, la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove, non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede. Non vanno, poi, dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa.

Cari amici! Conosco bene l’impegno di ogni componente di questa Chiesa particolare nel promuovere la vita cristiana nei suoi vari aspetti. Esorto tutti i fedeli ad essere come fermento nel mondo, mostrandovi sia nel Montefeltro che a San Marino cristiani presenti, intraprendenti e coerenti. I Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose vivano sempre nella più cordiale e fattiva comunione ecclesiale, aiutando ed ascoltando il Pastore diocesano. Anche presso di voi si avverte l’urgenza di una ripresa delle vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione: faccio appello alle famiglie ed ai giovani, perché aprano l’animo ad una pronta risposta alla chiamata del Signore. Non ci si pente mai ad essere generosi con Dio! A voi laici, raccomando di impegnarvi attivamente nella Comunità, così che, accanto ai vostri peculiari compiti civici, politici, sociali e culturali, possiate trovare tempo e disponibilità per la vita della fede, la vita pastorale. Cari Sammarinesi! Rimanete saldamente fedeli al patrimonio costruito nei secoli sull’impulso dei vostri grandi Patroni, Marino e Leone. Invoco la benedizione di Dio sul vostro cammino di oggi e di domani e tutti vi raccomando «alla grazia del Signore Gesù Cristo, all’amore di Dio e alla comunione dello Spirito Santo» (2Cor 13,11). Amen!




























VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO (II)


RECITA DELL’ANGELUS NELLO STADIO DI SERRAVALLE


Al termine della Celebrazione Eucaristica nello Stadio di Serravalle, il Papa introduce la preghiera mariana dell’Angelus con le parole che pubblichiamo di seguito:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle, mentre ci avviamo a concludere questa celebrazione, l’ora del mezzogiorno ci invita a rivolgerci in preghiera alla Vergine Maria. Anche in questa terra, la nostra Madre Santissima è venerata in diversi Santuari, antichi e moderni. A lei affido tutti voi e l’intera popolazione Sammarinese e Montefeltrina, in modo particolare le persone sofferenti nel corpo e nello spirito. Un pensiero di speciale riconoscenza dirigo in questo momento a tutti coloro che hanno cooperato alla preparazione e organizzazione di questa mia visita. Grazie di cuore!

Sono lieto di ricordare che quest’oggi a Dax, in Francia, viene proclamata Beata Suor Marguerite Rutan, Figlia della Carità. Nella seconda metà del secolo diciottesimo, ella lavorò con grande impegno all’Ospedale di Dax, ma, nelle tragiche persecuzioni seguite alla Rivoluzione, fu condannata a morte per la sua fede cattolica e la fedeltà alla Chiesa.

Je participe spirituellement à la joie des Filles de la Charité et de tous les fidèles qui, à Dax, prennent part à la Béatification de Sœur Marguerite Rutan, témoin lumineux de l’amour du Christ pour les pauvres.

Infine, desidero ricordare che domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato. In tale circostanza, quest’anno si celebra il sessantesimo anniversario dell’adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi. Invito quindi le Autorità civili ed ogni persona di buona volontà a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza.


Terminata la Santa Messa, il Santo Padre si trasferisce in auto alla Casa San Giuseppe, in località Valdragone, per il pranzo e una sosta di riposo. Al suo arrivo è accolto dal Ministro Generale dell’Ordine Francescano Frati Minori, Fr. José Rodríguez Carballo, con il Definitore Generale Fr. Vincenzo Brocanelli, il Ministro Provinciale Fr. Ferdinando Campana e alcuni Frati del Santuario adiacente.

Alle ore 16, prima di lasciare Casa San Giuseppe, il Papa saluta gli organizzatori diocesani della visita e i membri della Fondazione Internazionale "Giovanni Paolo II" per il magistero sociale della Chiesa. Quindi raggiunge in auto Piazza della Libertà, per la Visita Ufficiale alla Repubblica di San Marino.

Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 23:39
Dal blog di Lella...

Il Papa in visita pastorale a San Marino, lo stadio gremito per la santa messa

Benedetto XVI è atterrato alle 9,15. Santa messa alle 10 nello stadio di Serravalauso. Nel pomeriggio, il Pontefice sarà in piazza della Libertà e alla Cattedrale di Pennabili. In serata, il rientro in Vaticano

San Marino, 19 giugno 2011

Papa Benedetto XVI è arrivato a San Marino poco dopo le 9, per l'attesissima visita pastorale. L'elicottero e' atterrato nell'eliporto di Torraccia. Ad accogliere il pontefice, tra gli altri, i due Capitani Reggenti della piccola Repubblica del Titano, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini, e il vescovo mons. Luigi Negri.
Da qui il Papa si è spostato a Serravalle, una frazione ai piedi della rocca di San Marino, dove alle 10, nella spianata dello stadio è iniziata la celebrazione della messa. La papamobile con a bordo Benedetto XVI e’ entrata nello stadio accolta da un grande applauso e dallo sventolio di bandiere bianche e gialle. E, come sempre avviene, alcune mamme hanno avvicinato al Papa i loro bambini. Sono 25 i cardinali e i vescovi, che unitamente a 200 sacerdoti, celebrano la messa.
Il coro di 180 elementi che accompagna la funzione e’ diretto dal don Andrea Bosio, direttore del Coro Interdiocesano di San Marino Montefeltro, e da Augusto Ciavatta, direttore del Coro Camerata del Titano. Poco prima, all’eliporto, dopo l’atterraggio, il Papa ha ricevuto dalle mani di due bambini un mazzo di fiori bianchi e azzurri, i colori di San Marino. All’arrivo del pontefice all’eliporto c’erano il segretario di Stato per gli Affari Esteri, Antonella Mularoni, l’ambasciatore presso la Santa Sede, Sante Canducci, monsignor Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico nella Repubblica di San Marino, il capitano di Castello di Domagnano, Daniele Gasperoni, e il capo del cerimoniale Marcello Beccari.
L’arrivo di Benedetto XVI e’ stato accolto da un suono di campane in tutta la Repubblica di San Marino.
Nel pomeriggio ci sara' poi l'incontro con le autorita' civili a Piazza della Libertà poi nel Palazzo Pubblico, cuore di San Marino. Piu' tardi Benedetto XVI si spostera' in elicottero a Pennabilli: e' la prima volta che il paese riceve la visita di un pontefice. Qui ci sara' la veglia con i giovani: attese almeno 4000 persone. Stanotte il forte vento che ha soffiato nella zona ha creato qualche preoccupazione per l'organizzazione della visita papale.

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Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 23:46
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Papa lancia allarme precari. "Non dimenticare famiglie in crisi"

Il Pontefice a San Marino parla di "molteplici precarietà, prima fra tutte del ruolo sociale e della possibilità lavorativa"

Roma, 19 giu. (TMNews)

Non vanno dimenticate "la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa". Così il Papa nella messa mattutina a San Marino. Il Pontefice ha invitato i fedeli di San Marino, dove si trova oggi per una visita di un giorno, a "sviluppare" il "prezioso deposito" della tradizione cristiana "in un momento tra i più decisivi della storia. Oggi, la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove - ha detto Benedetto XVI nel corso della messa mattutina - non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che - ha detto il Papa - per secoli i vostri avi hanno identificato con l'esperienza della fede". Ska

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Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 23:51
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PAPA: MESSAGGIO A NAPOLITANO, UN PENSIERO ALL'ITALIA

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

"Nel momento in cui mi accingo a compiere la mia visita pastorale nella Repubblica di San Marino per incontrare quella popolazione incoraggiandone la testimonianza cristiana e la costruzione del bene comune, mi e' caro rivolgere a Lei, signor Presidente, e all'intera nazione il mio cordiale saluto che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale della diletta Italia".
Lo ha scritto il Papa in un messaggio indirizzato a Giorgio Napolitano, come e' consuetudine all'inizio dei viaggi all'estero.

© Copyright (AGI)

PAPA: ARRIVATO A SAN MARINO IN ELICOTTERO

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Accolto dai capitani reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini e dal segretario di stato per gli Affari Esteri Antonella Mularoni, Benedetto XVI e' arrivato questa mattina all'eliporto di Torraccia, nella Repubblica di San Marino, a bordo di un elicottero dell'Aeronautica Militare Italiana decollato da Ciampino.
Il Papa e' stato salutato anche dall'ambasciatore del piccolo Stato accreditato presso la Santa Sede, Sante Canducci, dal nunzio monsignor Giuseppe Bertello e dal vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri.
Dall'eliporto e' poi ripartito in auto verso lo Stadio di Serravalle dove presiede ora una messa.
L'arrivo del Pontefice e' stato accolto dal suono delle campane di tutte le chiese della Repubblica del Titano. All'eliporto, Papa Ratzinger ha anche ricevuto l'omaggio floreale di alcuni bambini e l'applauso di una piccola folla.
E' gremito invece lo Stadio di Serravalle, dove con il saluto del vescovo Negri e' iniziata la liturgia concelebrata da una trentina tra cardinali e vescovi e 200 sacerdoti. Un coro di 180 elementi anima il rito.

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PAPA: VESCOVO S.MARINO, SECOLARISMO NON HA UCCISO FEDE GRANITICA

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Lungo i secoli, nella piccola Repubblica del Titano, "sulla ricchezza della fede, si e' costruita una vita umana, personale e sociale, di grandissima dignita'" che cerca di resistere "al tempo brutto, di una certa modernita' che e' arrivata fin qui con questo credito dato alle ideologie mondane, soprattutto questa presunzione di ridurre molto o di eliminare la tradizione cristiana".
Lo ha affermato il vescovo di San Marino, monsignor Luigi Negri, salutando il Papa che compie oggi una visita pastorale nel piccolo stato che condivide anche sotto il profilo morale le difficolta' della Nazione Italiana nella quale e' incastonata.
"Cosi', alla ricchezza della fede, sono succedute la poverta' dell'uomo solo, delle sue ideologie, non piu' la ricchezza della fede che sostiene la vita, ma la poverta', la poverta' umana, culturale e storica che tenta di darsi una dignita' ma non ci riesce", ha osservato Negri citando "l'irruzione anche nelle nostre comunita' familiari, parrocchiali, sociali, di una mentalita' edonistica, consumistica che dissolve i rapporti fondamentali, la crisi delle famiglie veramente grave; la difficolta' a rappresentare per i giovani un punto di riferimento di aggregazione, di educazione e' notevole".
Ma resta forte, ha assicurato il presule, "la fedelta' indefessa, granitica di questa Chiesa con il successore di Pietro", grazie alla quale "e' nata una capacita' di cultura e di civilta'".

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Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 23:56
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PAPA: TENTAZIONE POTERE E FRAGILITA' LEGAMI ATTENTANO A FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Come l'intera penisola italiana e tutta l'Europa, la piccola Repubblica del Titano e' chiamata a "confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalita', costumi e sensibilita'".
Ed "anche qui come altrove, non mancano difficolta' e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralita'".
Benedetto XVI ha voluto sottolinearlo nell'omelia della messa celebrata questa mattina nello stadio di Serravalle, gremito dalla popolazione del piccolo Stato.
"Si e' insinuata - ha osservato il Papa - la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacita' di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realta'.
Cosi', anche in queste terre, si e' iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l'esperienza della fede".
Tra le ombre della societa' attuale, Papa Ratzinger ha ricordato anche "la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilita' psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuita' formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarieta', prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilita' lavorativa".
Nel mondo - ha ricordato il Pontefice teologo nella sua omelia - c'e' il male, c'e' egoismo, c'e' cattiveria e Dio potrebbe venire per giudicare questo mondo, per distruggere il male, per castigare coloro che operano nelle tenebre. Invece Egli mostra di amare il mondo, di amare l'uomo, nonostante il suo peccato. Gesu' e' il Figlio di Dio che e' nato per noi, che e' vissuto per noi, che ha guarito i malati, perdonato i peccati, accolto tutti". A San Marino, ha continuato, "la varieta' delle diverse etnie - romani, goti e poi longobardi - che entravano in contatto tra loro, qualche volta anche in modo molto conflittuale, trovarono nel comune riferimento alla fede un fattore potente di edificazione etica, culturale, sociale e, in qualche modo, politica". Da questo patrimonio comune si e' sviluppato "un progetto di civilizzazione" e "a ragione, dunque, si puo' dire che la ricchezza di questo popolo e' stata ed e' la fede, e che questa fede ha creato una civilta' veramente unica".
"Voi - ha spiegato il Papa rivolto ai sanmarinesi - siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito Santo ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un'eredita' e' quello di coltivarla e di arricchirla". E dunque "siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i piu' decisivi della storia". "Cari amici - ha poi scandito Ratzinger - conosco bene l'impegno di ogni componente di questa Chiesa particolare nel promuovere la vita cristiana nei suoi vari aspetti. Esorto tutti i fedeli ad essere come fermento nel mondo, mostrandovi sia nel Montefeltro che a San Marino cristiani presenti, intraprendenti e coerenti". A conclusione dell'omelia, Benedetto XVI si e' infine rivolto ai giovani e alle famiglie del piccolo Stato ricordando "l'urgenza di una ripresa delle vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione: faccio appello - ha detto - alle famiglie ed ai giovani, perche' aprano l'animo ad una pronta risposta alla chiamata del Signore. Non ci si pente mai ad essere generosi con Dio".
"A voi laici - ha concluso - raccomando di impegnarvi attivamente nella Comunita', cosi' che, accanto ai vostri peculiari compiti civici, politici, sociali e culturali, possiate trovare tempo e disponibilita' per la vita pastorale, rimanete saldamente fedeli al patrimonio costruito nei secoli sull'impulso dei vostri grandi Patroni, Marino e Leone".

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IMMIGRATI: PAPA, GARANTIRE ACCOGLIENZA SICURA A RIFUGIATI

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Bendetto XVI ha lanciato oggi un appello affinche' "le Autorita' civili ed ogni persona di buona volonta'" si impegnino "a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza". Lo ha fatto al termine della celebrazione nello Stadio di Serravalle, primo atto dell'odierna visita pastorale alla Repubblica di San Marino.
Il Papa ha voluto infatti ricordare che "domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato e in tale circostanza, quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario dell'adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi".

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PAPA: OGGI DIVENTA BEATA UNA SUORA GHIGLIOTTINATA DAI GIACOBINI

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Al termine della messa celebrata allo stadio di Serravalle gremito dalla popolazione di San Marino, il Papa ha voluto ricordare che quest'oggi a Dax, in Francia, viene proclamata beata Suor Marguerite Rutan, Figlia della Carita', che, ha detto, "nelle tragiche persecuzioni seguite alla Rivoluzione Francese, fu condannata a morte per la sua fede cattolica e la fedelta' alla Chiesa".
Questa religiosa, ha aggiunto, "nella seconda meta' del secolo diciottesimo, lavoro' con grande impegno nell'Ospedale di Dax". Suor Marguerite Rutan nacque a Metz nel 1736, ottava di 15 fratelli. Suo padre intagliava la pietra, era maestro muratore e architetto. La madre, profondamente cristiana, diede a ogni figlio un'educazione religiosa seria e l'esempio di una vita di dedizione. Nel 1757, a 21 anni, inizio' il noviziato presso la casa madre delle Figlie della Carita' a Parigi.
Nel 1779 assunse come superiora la direzione di un ospedale a Dax e divenne rapidamente una pioniera dell'azione sociale, con opere come l'apertura di una scuola e l'accoglienza di bambine abbandonate. Quando giunse il periodo del Terrore, le monache dell'ospedale restarono recluse nel convento di Carmas, trasformato in carcere per le donne, mentre quello dei Cappuccini serviva da carcere per gli uomini e il palazzo episcopale da tribunale rivoluzionario. Nel 1792 le religiose furono accusate di furto, e nel 1793 suor Marguerite venne denunciata e arrestata la vigilia di Natale. Venne condannata a morte dal tribunale rivoluzionario il 9 aprile 1794 e ghigliottinata lo stesso giorno per non aver voluto abiurare dalla sua fede. Un anno dopo, ricorda oggi il sito cattolico Zenit.org, il Direttorio lamento' che la donna fosse stata "sacrificata in modo disumano per motivi la cui prova deve ancora essere acquisita".

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Paparatzifan
00domenica 19 giugno 2011 23:58
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PAPA: RINGRAZIA AUTORITA' SAN MARINO PER ORGANIZZAZIONE VISITA

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

"Un pensiero di speciale riconoscenza" e' stato rivolto da Benedetto XVI a conclusione della messa celebrata allo stadio di Serravalle "a tutti coloro che hanno cooperato alla preparazione e organizzazione di questa mia visita".
"Cari fratelli e sorelle, mentre ci avviamo a concludere questa celebrazione, l'ora del mezzogiorno - ha detto ancora il Papa - ci invita a rivolgerci in preghiera alla Vergine Maria. Anche in questa terra, la nostra Madre Santissima e' venerata in diversi Santuari, antichi e moderni. A lei affido tutti voi e l'intera popolazione Sammarinese e Montefeltrina, in modo particolare le persone sofferenti nel corpo e nello spirito. Grazie di cuore!".

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PAPA: DOPO LA MESSA PRANZO AL SANTUARIO FRANCESCANO DI VALDRAGONE

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Terminata la messa, Benedetto XVI si e' spostato in papamobile fino al Santuario del Cuore Immacolato di Maria tenuto dai francescani a Valdragone, uno dei principali luoghi di fede della Repubblica di San Marino. Qui - nella casa per pellegrini che fa parte del complesso e che e' intitolata a San Giuseppe - sono stati preparati per lui il pranzo e una stanza per la sosta di riposo. Al suo arrivo e' stato accolto dal ministro generale dei Frati Minori, padre Jose' Rodriguez Carballo, e dai frati del Santuario. Alle ore 16, prima di lasciare Casa San Giuseppe, il Papa salutera' gli organizzatori diocesani della visita e i membri della Fondazione Internazionale "Giovanni Paolo II" per il magistero sociale della Chiesa. Quindi si rechera' in auto Piazza della Liberta', per la parte ufficiale della visita alla Repubblica di San Marino.

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Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 00:07
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Papa: Servono coraggio e generosità in tempi di crisi economica

A San Marino: Affrontare rischio occupazione frontarlieri

Roma, 19 giu. (TMNews)

"Anche nella Repubblica di San Marino, l'attuale situazione di crisi spinge a riprogettare il cammino e diventa occasione di discernimento; essa infatti pone l'intero tessuto sociale di fronte all'impellente esigenza di affrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilità, con generosità e dedizione, facendo riferimento a quell'amore per la libertà che distingue il vostro popolo". Così il Papa incontrando i membri del Governo, del Congresso e del corpo diplomatico accreditato presso la Repubblica di San Marino.
"Nel frangente di difficoltà economiche in cui versa anche la Comunità Sammarinese - ha detto Benedetto XVI - nel contesto italiano e internazionale, la mia vuole essere una parola di incoraggiamento. Sappiamo che gli anni successivi al secondo conflitto mondiale sono stati un tempo di ristrettezze economiche, che hanno costretto migliaia di vostri concittadini ad emigrare. E' venuto poi un periodo di prosperità, sulla scia dello sviluppo del commercio e del turismo, specie di quello estivo trainato dalla vicinanza della riviera adriatica. In queste fasi di relativa abbondanza spesso si verifica un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali. Tuttavia, la società Sammarinese manifesta ancora una buona vitalità e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato a cui si dedicano numerosi vostri concittadini".
Benedetto XVI ha sottolineato che "non mancano le forze positive che permetteranno alla vostra Comunità di affrontare e superare l'attuale situazione di difficoltà. A tale proposito, auspico che la questione dei lavoratori frontalieri, che vedono in pericolo la propria occupazione, si possa risolvere tenendo conto del diritto al lavoro e della tutela delle famiglie".

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Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 00:18
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Papa a giovani: Non cedete a superficialità, ebrezza ed egoismo

Progresso tecnicoscientifico non basta per problemi umanità

Roma, 19 giu. (TMNews)

"Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche": così il Papa ai giovani della diocesi di San Marino-Montefeltro incontrati nella cattedrale di Pennabilli.
"Guardando in noi stessi con verità, con coraggio che intuiamo la bellezza, ma anche la precarietà della vita e sentiamo un'insoddisfazione, un'inquietudine che nessuna cosa concreta riesce a colmare", ha detto Benedetto XVI. "Cari amici, vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita. Non fermatevi però alle risposte parziali, immediate, certamente più facili e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull'infinito!".
"Una delle illusioni prodotte nel corso della storia è stata quella di pensare che il progresso tecnicoscientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell'umanità", ha detto il Papa. "In realtà, se anche ciò fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande sul significato della vita, perché queste sono scritte, per così dire, nell'animo umano e oltrepassano la sfera dei bisogni. L'uomo, anche nell'era del progresso scientifico e tecnologico, rimane un essere aperto alla verità intera della sua esistenza, che non si ferma alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto più ampio. Tutto questo voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: perché?; quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verità". Per Benedetto XVI, "il rischio è sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, del relativo, dell'utile, perdendo la sensibilità per ciò che si riferisce alla nostra dimensione spirituale".

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Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 00:22
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PAPA A SAN MARINO: DUE TERZI DELLA POPOLAZIONE A MESSA SERRAVALLE

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Sono stati 22 mila i fedeli della Repubblica di San Marino, presenti questa mattina alla messa celebrata dal Papa nello Stadio di Serravalle. Lo ha reso noto il vescovo, monsignor Luigi Negri, sottolinenando il calore dell'accoglienza riservata al Pontefice. Si tratta di una partecipazione altissima, se si considera che i cittadini del piccolo stato supera di poco il numero di 31 mila.

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PAPA: VISITA UFFICIALE A ISTITUZIONI REPUBBLICA SAN MARINO

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Come aveva fatto anche Giovanni Paolo II nell'agosto 1982, e salutato anche lui dall'inno ufficiale e da un colpo di cannone a salve, Benedetto XVI ha compiuto nel pomeriggio una visita ufficiale alle istituzioni della Repubblica di San Marino.
In Piazza della Liberta' e' stato ricevuto dai capitani reggenti, che sono i massimi rappresentanti di questo antichissimo Stato fin dall'alto medio evo, quando si stabili' che fossero in due - uno a rappresentare il popolo rurale e l'altro quello cittadino, cioe' le due classi sociali piu' importanti - per garantire una reale democrazia. Ciascuno dei due esercitava il diritto di veto sull'altro e cosi' si creava un sistema di contrappesi perfetto per cui ogni decisione doveva essere presa di comune accordo, pena la nullita'. Fin da allora il mandato dura appena sei mesi per consentire un controllo da parte del Sindacato della Reggenza, cioe' il giudizio dei cittadini sul fatto e non fatto, le promesse non mantenute, i programmi non sviluppati, le lusinghe rivelatesi tali. Il sistema e' tutt'ora in vigore, con le necessarie modifiche dovute all'ammodernamento delle istituzioni.
Il Papa ha stretto la mano ai due custodi attuali di questa civilissima tradizione, gli attuali capitani reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini. Entrambi i capitani sono quarantenni, la signora Berti e' laureata in legge e il suo collega e' ingegnere. Insieme hanno accompagnato il Pontefice nel Palazzo Pubblico dove, nella Sala del Consiglio dei XII, lo attendevano riuniti i ministri che hanno poi potuto presentarsi uno ad uno a Benedetto XVI. Dopo un breve colloquio in privato con i Reggenti, Benedetto XVI e' stato introdotto nella storica sala del Consiglio grande e generale per lo scambio dei discorsi. Conclusa la visita ufficiale il Papa raggiungera' la basilica di San Marino per un momento di preghiera davanti al santissimo sacramento e per venerare le reliquie del santo. Il congedo avverra' alle 18.30 circa dall'eliporto di Torraccia.

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PAPA: LAICITA' NON IMPEDISCA DIFESA VITA E MODELLO FAMIGLIA

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

"E' importante riconoscere che la famiglia, cosi' come Dio l'ha costituita, e' il principale soggetto che puo' favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni". Solo restando fedeli ai propri valori, infatti, "si puo' costruire una societa' attenta al vero bene della persona umana, alla sua dignita' e liberta', e capace di salvaguardare il diritto di ogni popolo a vivere nella pace". Per Papa Ratzinger, che lo ha riaffermato oggi nel discorso rivolto ai "serenissimi capitani reggenti" della Repubblica di San Marino nel corso della visita ufficiale alle istituzioni del piccolo stato, "sono questi i capisaldi della sana laicita', all'interno della quale devono agire le istituzioni civili, nel loro costante impegno a difesa del bene comune" cosi' come testimonia la fedelta' di San Marino alle "radici cristiane" che nei secoli "hanno saputo mettere a frutto il grande patrimonio morale e culturale" che caratterizza ancora oggi questa singolare entita' statuale.
Da parte sua, ha scandito, "rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, la Chiesa collabora con esso al servizio dell'uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura. Per questo si impegna affinche' le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale. Inoltre, chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo".

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PAPA: CRISI DELLA FAMIGLIA METTE A RISCHIO GIOVANI E FUTURO

Salvatore Izzo

(AGI) - San Marino, 19 giu.

Nell'attuale contesto sociale, "l'istituzione familiare viene messa in discussione, quasi nel tentativo di disconoscerne l'irrinunciabile valore". "A subirne le conseguenze - ha denunciato il Papa nel suo discorso ufficiale alle istituzione della Repubblica di San Marino - sono le fasce sociali piu' deboli, specialmente le giovani generazioni, piu' vulnerabili e percio' facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitu' delle dipendenze. Talvolta le realta' educative faticano a dare ai giovani risposte adeguate e, venendo meno il sostegno familiare, spesso essi si vedono precluso un normale inserimento nel tessuto sociale".

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Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 00:27
Dal blog di Lella...

PAPA: AI GIOVANI, IMPEGNATEVI PER IL BENE COMUNE

(AGI) - Pennabilli (Rimini), 19 giu.

Impegnatevi per il bene comune. Lo ha chiesto il Papa a 4mila giovani della diocesi di San Marino-Montefeltro riuniti a Pennabilli, sede italiana della chiesa locale. "Lasciatevi illuminare da Cristo e - ha spiegato Benedetto XVI - potrete portare nei diversi ambienti quella novita' che puo' cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo piu' giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete - ha raccomandato - a logiche individualistiche ed egoistiche".

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PAPA: TRAMONTA ILLUSIONE CHE SCIENZA RISOLVA TUTTI I PROBLEMI

(AGI) - Pennabilli, 19 giu.

Sembra ormai tramontare "una delle illusioni prodotte nel corso della storia, quella di pensare che il progresso tecnicoscientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell'umanita'".
Infatti, ha detto questo pomeriggio il Papa ai 4mila giovani della diocesi di San Marino-Montefeltro, "i dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di liberta', alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore".
"In realta' - ha rilevato - se anche cio' fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande sul significato della vita, perche' queste sono scritte, per cosi' dire, nell'animo umano e oltrepassano la sfera dei bisogni".
Infatti, in ogni tempo e quindi "anche nell'era del progresso scientifico e tecnologico, l'uomo rimane un essere aperto alla verita' intera della sua esistenza, che non si ferma alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto piu' ampio".
"Tutto questo - ha osservato Benedetto XVI rivolto ai ragazzi radunati nella piazza centrale di Pennabilli - voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: 'perche'?'; quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verita'". "Cari giovani - ha ricordato il Pontefice - l'esperienza umana e' una realta' che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed e' qui che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi". Il rischio paventato nel discorso di oggi pomeriggio "e' sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, del relativo, dell'utile, perdendo la sensibilita' per cio' che si riferisce alla nostra dimensione spirituale". "Non si tratta affatto - ha concluso Ratzinger - di disprezzare l'uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt'altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non e' fatto solo di una dimensione 'orizzontale', ma comprende anche quella 'verticale'".

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PAPA AI GIOVANI: NON SI PUO' VIVERE SENZA DIMENSIONE SPIRITUALE

Salvatore Izzo

(AGI) - Pennabili, 19 giu.

"Guardando in noi stessi con verita', con coraggio, intuiamo la bellezza, ma anche la precarieta' della vita e sentiamo un'insoddisfazione, un'inquietudine che nessuna cosa concreta riesce a colmare. I grandi interrogativi che portiamo dentro di noi: 'chi siamo?', 'da dove veniamo?', 'per chi viviamo?', sono il segno piu' alto della trascendenza dell'essere umano e della capacita' che abbiamo di non fermarci alla superficie delle cose".
Benedetto XVI ha fotografato con queste parole efficaci la ricerca di senso che accomuna in ogni tempo tutte le generazioni ma che i ragazzi avvertono forse con piu' urgenza, come testimonia l'episodio evangelico del "giovane ricco", dal quale ha preso spunto per proporre una straordinaria riflessione sul senso della vita ai coetanei di oggi di quell'interlocutore di Gesu', che rinuncio' poi a seguirlo. "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredita' la vita eterna?", aveva chiesto al Messia e, ha rilevato nel suo discorso il Papa, "dentro questo interrogativo possiamo vedere racchiusa l'ampia e variegata esperienza umana che si apre alla ricerca del significato, del senso profondo della vita". "La 'vita eterna' alla quale fa riferimento quel giovane del Vangelo non indica solamente la vita dopo la morte, ma manifesta l'esigenza che l'esistenza quotidiana trovi la sua pienezza: l'uomo - infatti - non puo' vivere senza questa ricerca della verita' su se stesso; verita' che spinga ad aprire l'orizzonte e ad andare al di la' di cio' che e' materiale, non per fuggire dalla realta', ma per viverla in modo ancora piu' vero, piu' ricco di senso e di speranza".
"Cari amici - li ha esortati rispondendo cosi' anche al vescovo Luigi Negri che aveva lamentato l'opera devastante dei 'cattivi mestri' - vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita".
"Non fermatevi pero' - ha raccomandato il Pontefice ai ragazzi - alle risposte parziali, immediate, certamente piu' facili e piu' comode, che possono dare qualche momento di felicita', di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondita' la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore e' una finestra aperta sull'infinito". "Cari giovani - e' stata quindi l'indicazione del Papa teologo - e' proprio nell'apertura alla verita' intera di noi stessi e del mondo che scorgiamo l'iniziativa di Dio nei nostri confronti. Egli viene incontro ad ogni uomo e gli fa conoscere il mistero del suo amore. A quel giovane, che Gli aveva chiesto che cosa fare per entrare nella vita eterna, Gesu' risponde, invitandolo a distaccarsi dai suoi beni e aggiunge: 'Vieni! Seguimi!'. Non temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita, perche' il Signore e' con voi: trasformati dallo Spirito Santo potrete sperimentare l'autentica liberta', che e' tale quando e' orientata al bene. In questo modo la vostra vita, animata da una continua ricerca del volto del Signore e dalla volonta' sincera di donare voi stessi, sara' per tanti vostri coetanei un segno, un richiamo eloquente a far si' che il desiderio di pienezza si realizzi nell'incontro con il Signore Gesu'".
Il Papa ha citato in proposito "la testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santita': santa Teresa di Gesu' Bambino, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli, che e' di questa terra, e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo" ed ha affidato i ragazzi "alla Vergine Maria, Madre della Chiesa". "Come Lei, possiate pronunciare e rinnovare - ha infine auspicato - il vostro 'si'' e magnificare sempre il Signore con la vostra vita, perche' Lui vi dona parole di vita eterna! Coraggio allora cari giovani e care giovani, nel vostro cammino di fede e di vita cristiana anche io vi sono sempre vicino e vi accompagno con la mia Benedizione".

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Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 11:47
Dal blog di Lella...

Quando il Papa riempie gli stadi, si svuotano le chiese

di Magdi Cristiano Allam

Ieri mattina per la prima volta ho assistito alla messa del Papa in uno stadio, quello di Serravalle nella Repubblica di San Marino. L’organizzazione è stata perfetta, l’accoglienza buona con tutti, l’attenzione nei miei confronti particolarmente calorosa. Tutto ha funzionato nel migliore dei modi, compreso il tempo, imprevedibile fino all'ultimo, che è stato clemente, con una temperatura calda mitigata da un venticello.
Ci sono andato innanzitutto per il fascino che Benedetto XVI esercita da sempre su di me per la sua straordinaria capacità di incarnare il binomio indissolubile tra fede e ragione, sin da quando era ancora il cardinale Joseph Ratzinger ed io ero ancora un musulmano che inseguiva il sogno di coniugare l’islam con i valori non negoziabili finendo per diventare il nemico numero uno dei fanatici di Allah in Italia; un fascino che mi ha illuminato dentro culminando nel dono della fede in Gesù e nel regalo incommensurabile del battesimo ricevuto dalle stesse mani del Vicario di Cristo.
Così come ci sono andato per la stima e l’amicizia che mi lega a monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, uno dei pochi alti prelati «islamicamente scorretti» in seno alla Chiesa, un missionario cristiano che con l’apostolato e le opere è votato alla lotta contro la «dittatura del relativismo», come sapientemente la definisce Benedetto XVI, dedito ad affermare la certezza del primato della verità assoluta in Cristo che non lascia pertanto alcun dubbio circa l’esclusione dell’islam dall’essere una religione rivelata o su Maometto dall’essere un autentico profeta ispirato da Dio.
Quando fui inaspettamente invitato quale esperto di questioni islamiche da Bruno Vespa, durante l’agonia di Giovanni Paolo II a pochi giorni dalla sua morte il 2 aprile 2005, a dibattere alla trasmissione Porta a Porta su chi avrebbe potuto essere il successore, mi sorpresi sentirmi rispondere: «Papa Wojtyla è stato il Papa che più di altri è riuscito a riempire le piazze, il suo successore dovrà essere capace di riempire le chiese». Mi sorpresi perché pur non essendo un vaticanista o comunque un esperto della Chiesa cattolica, intuii che il male profondo era il relativismo religioso che aveva trasformato Giovanni Paolo II in una sorta di divo internazionale percepito come affascinante per la sua straordinaria maestria comunicativa capace di farsi amare e di infondere l'amore ovunque nel mondo. Ma al tempo stesso il cristianesimo si riduceva ad essere un fenomeno mediatico, con la conseguenza che è calato l'interesse per la dimensione spirituale, è venuta meno la pratica religiosa dei cattolici e sono crollate le vocazioni. Ho pertanto salutato con gioia e considerato un dono della Provvidenza l'elezione di Benedetto XVI quale paladino della difesa dei dogmi della fede.
Ebbene ieri mi sono sentito in difficoltà percependo un clima da tifoseria nell'accoglienza riservata al Sommo Pontefice al suo ingresso nello stadio, all'inizio e alla fine della Santa Messa. Mi ha colpito il richiamo fatto all'altoparlante da una responsabile dell'organizzazione a non interrompere la cerimonia religiosa con gli applausi. Significativa è stata la sua raccomandazione a non richiedere l'ostia benedetta in mano, di accoglierla direttamente in bocca, per evitare il rischio della «profanazione». Effettivamente constato che in tante chiese in varie parti d'Italia i sacerdoti danno indifferentemente l'ostia in bocca o in mano a secondo della richiesta del fedele. Ebbene se l'indicazione del Papa è che l'ostia va data direttamente in bocca, dovrebbero essere i sacerdoti a saperlo e a farlo. Persino ieri ho visto un sacerdote che, nonostante ci fosse stato un richiamo pubblico, ha dato l'ostia in mano ad un fedele!
L'insieme della cerimonia religiosa è stata uno spettacolo riuscitissimo, con una mirabile sintonia di quattro cori, con l'esercito dei fotografi e teleoperatori che accresce la suggestione per la straordinarietà dell'evento. Ma come fedele il livello della mia partecipazione è stato parziale. È difficile competere, oltretutto in uno spazio immenso, con tenori e soprani. Li si ascolta con ammirazione come si farebbe andando ad un concerto, ma viene meno il coinvolgimento del fedele e il suo sentirsi parte di una comunità dedita alla preghiera e al raccoglimento in vista della comunione con Cristo nato, morto e risorto.
E poi ho avuto la netta sensazione che quel ruolo non si addice proprio al Papa filosofo e teologo impegnato nella sfida epocale contro la dittatura del relativismo. Fa tenerezza e rabbia vederlo chiuso in un gabbiotto anti-proiettile per il pericolo, sempre in agguato, che possa essere assassinato dai terroristi islamici. Ma si tocca con mano il limite personale nell'essere un uomo di spettacolo, capace di affascinare ed entusiasmare per come ti guarda o si muove a prescindere da ciò che dice. Benedetto XVI non lo è e non lo sarà.
Cosa voglio dire? Che se veramente vogliamo vincere la battaglia contro il relativismo religioso e riscattare la solidità della fede in Cristo, non distraiamo il Papa coinvolgendolo in questi spettacoli negli stadi e nelle piazze. Perché più saranno di successo sul piano mediatico e più allontaneranno i fedeli dalle chiese. Il posto del Papa è nelle chiese a diretto contatto con i sacerdoti e con i fedeli, affinché i sacerdoti riscoprano il precetto dell'obbedienza al Vicario di Cristo che hanno sostituito con quello del seguire la propria coscienza, ed affinché i fedeli si sentano confortati dalla bontà della propria scelta di fede in virtù della presenza di testimoni che risultano credibili se ciò che proclamano dal pulpito corrisponde a ciò in cui credono e si traduce in ciò che concretamente fanno.

© Copyright Il Giornale, 20 giugno 2011


Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 11:56
Dal blog di Lella...

Il Papa: «L'edonismo erode la moralità»

Intenso discorso sui valori davanti a ventimila persone nello stadio del piccolo Stato

Eva Bosco

SAN MARINO

L'edonismo e la smania di potere che erodono la morale; e soprattutto i giovani precari e le famiglie alle prese con la crisi.
È andato prima di tutto a loro, ieri, il pensiero del Papa, venuto a San Marino e a Pennabilli, per una visita pastorale divisa tra il piccolo Stato incastonato all'interno dei confini italiani e il paese arrampicato sui colli della Romagna, centro della diocesi di San Marino-Montefeltro.
Una visita breve, di un solo giorno, che ha toccato un territorio tradizionalmente ricco come la Repubblica del Titano, che negli ultimi anni, però, ha conosciuto anch'esso le conseguenze della crisi.
Ieri mattina sono arrivati circa in 20 mila allo stadio sanmarinese per ascoltare Benedetto XVI. Il forte vento soffiato sabato sera e nella notte aveva creato un po' di apprensione, visto che il papa ha viaggiato in elicottero, e ha costretto ieri mattina gli organizzatori a risistemare i teli di copertura sulle strutture allestite per ospitare le autorità, i 25 tra vescovi e cardinali e i 200 sacerdoti che hanno celebrato la messa presieduta dal papa. Ma ieri mattina c'era il sole: a parte qualche lieve malore per il caldo, tutto è filato liscio. E dopo la messa, in molti sono rimasti sul prato del campo sportivo per un picnic improvvisato.
Nel pomeriggio, prima in piazza della Libertà e poi nel Palazzo Pubblico, l'incontro con le autorità civili, a cominciare dai Capitani Reggenti che rappresentano il governo di San Marino. Quindi, Benedetto XVI si è spostato a Pennabilli, dove ha incontrato circa 4mila giovani. Proprio i giovani e il loro stato di precarietà, anche sul lavoro, sono stati al centro della riflessione del Pontefice fin dall'omelia pronunciata alla messa. In stretta consonanza, tra l'altro, con il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che da Genova ha espresso il suo forte timore per l'aumento della disoccupazione. Nell'attuale fase storica e sociale – ha detto il Papa – non vanno «dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa». Proprio la crisi rende più fragili ed esposte le nuove generazioni, che vivono in un contesto in cui dominano edonismo e desiderio di potere. Benedetto XVI non ha nascosto la sua preoccupazione per il dilagare di «modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà».
Il Pontefice ribadisce il suo richiamo ai valori, difende la vita e la famiglia, quel patrimonio su cui poggiano il «bene comune» e la «sana laicità». Poi invita i giovani di Pennabilli, e tutti loro coetanei, a non aver paura delle proprie inquietudini, a porsi domande sul senso profondo della vita. «Non fermatevi però – avverte – alle risposte parziali, immediate, certamente più facili e più comode».

© Copyright Gazzetta del sud, 20 giugno 2011


Paparatzifan
00lunedì 20 giugno 2011 11:59
Dal blog di Lella...

PAPA: DIFESA FAMIGLIA E’ RISPOSTA CRISTIANA ALLA CRISI

(AGI) - San Marino, 19 giu.

(di Salvatore Izzo)

"E' importante riconoscere che la famiglia, cosi' come Dio l'ha costituita - cioe' fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna - e' il principale soggetto che puo' favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni". Purtroppo, pero', nell'attuale contesto sociale, "l'istituzione familiare viene messa in discussione, quasi nel tentativo di disconoscerne l'irrinunciabile valore".
"A subirne le conseguenze - rileva Benedetto XVI in visita alla Repubblica di San Marino - sono le fasce sociali piu' deboli, specialmente le giovani generazioni, piu' vulnerabili e percio' facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitu' delle dipendenze. Talvolta le realta' educative faticano a dare ai giovani risposte adeguate e, venendo meno il sostegno familiare, spesso essi si vedono precluso un normale inserimento nel tessuto sociale".
Questo accade in tutta l'Europa ed anche l'antica Repubblica del Titano e' chiamata a "confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalita', costumi e sensibilita'". Del resto, "anche qui come altrove, non mancano difficolta' e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralita'", sottolinea Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata questa mattina nello stadio di Serravalle, gremito dalla popolazione del piccolo Stato (sono arrivati in 22 mila, cioe' i due terzi degli abitanti).
"Si e' insinuata - osserva il Papa - la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacita' di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realta'. Cosi', anche in queste terre, si e' iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l'esperienza della fede". E rra le ombre della societa' attuale, preoccupa soprattutto proprio "la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilita' psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuita' formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarieta', prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilita' lavorativa".
"Solo restando fedeli ai propri valori, invece, "si puo' costruire una societa' attenta al vero bene della persona umana, alla sua dignita' e liberta', e capace di salvaguardare il diritto di ogni popolo a vivere nella pace". Per Papa Ratzinger, che lo riafferma nella visita ufficiale alle istituzioni del piccolo stato, "sono questi i capisaldi della sana laicita', all'interno della quale devono agire le istituzioni civili, nel loro costante impegno a difesa del bene comune" cosi' come testimonia la fedelta' di San Mariono alle "radici cristiane" che nei secoli "hanno saputo mettere a frutto il grande patrimonio morale e culturale" che caratterizza ancora oggi questa singolare entita' statuale. Da parte sua, ha scandito, "rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, la Chiesa collabora con esso al servizio dell'uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura. Per questo si impegna affinche' le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale. Inoltre, chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo".
Anche nella Repubblica di San Marino, osserva il Papa tedesco, "l'attuale situazione di crisi spinge a riprogettare il cammino e diventa occasione di discernimento; essa infatti pone l'intero tessuto sociale di fronte all'impellente esigenza di affrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilita', con generosita' e dedizione, facendo riferimento a quell'amore per la liberta' che distingue il vostro popolo". E' un esplicito incoraggiamento quello che Benedetto XVI indirizza alle autorita' e ai cittadini di San Marino, alle prese con il passaggio forse piu' difficile della storia ultramillenaria del piccolo Stato, come hanno detto oggi icapitani reggenti. Un momento difficile che Ratzinger paragona a quello gia' attraversato dalla Repubblica del Titano "negli anni successivi al secondo conflitto mondiale sono stati un tempo di ristrettezze economiche, che hanno costretto migliaia di vostri concittadini ad emigrare". "E' venuto poi - ricorda - un periodo di prosperita', sulla scia dello sviluppo del commercio e del turismo, specie di quello estivo trainato dalla vicinanza della riviera adriatica". Ed anche ora, per il Pontefice, "non mancano - a San Marino e non solo qui - le forze positive che permetteranno di affrontare e superare l'attuale situazione di difficolta'".
Ma non bisogna lasciarsi condizionare da "un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali" che ha in parte accompagnato il periodo di relativo benessere economico, raccomanda Benedetto XVI affidando ai capitani reggenti, ai ministri riuniti nel Palazzo Pubblico e a tutta la comunita' "il compito di costruire la citta' terrena nella dovuta autonomia e nel rispetto di quei principi umani e spirituali a cui ogni singolo cittadino e' chiamato ad aderire con tutta la responsabilita' della propria coscienza personale; e, allo stesso tempo, il dovere di continuare a operare attivamente per costruire una comunita' fondata su valori condivisi", cioe' "nella comunanza dei valori civili e con le sue specifiche peculiarita' culturali e religiose", per "scrivere una nuova e nobile pagina di storia e divenga sempre piu' una terra in cui prosperino la solidarieta' e la pace".
"Impegnatevi per il bene comune", chiede poi ai 4mila giovani della diocesi di San Marino-Montefeltro riuniti a Pennabilli, sede italiana della chiesa locale. "Lasciatevi illuminare da Cristo e - spiega ai ragazzi - potrete portare nei diversi ambienti quella novita' che puo' cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo piu' giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete - insiste il Papa - a logiche individualistiche ed egoistiche". Il discorso - davvero bellissimo e coinvolgente - tocca poi il tema del tramonto di "una delle illusioni prodotte nel corso della storia, quella di pensare che il progresso tecnicoscientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell'umanita'". Benedetto XVI fotografa con parole efficaci la ricerca di senso che accomuna in ogni tempo tutte le generazioni ma che i ragazzi avvertono forse con piu' urgenza, come testimonia l'episodio evangelico del "giovane ricco" nel quale "possiamo vedere racchiusa l'ampia e variegata esperienza umana che si apre alla ricerca del significato, del senso profondo della vita". "La 'vita eterna' alla quale fa riferimento quel giovane del Vangelo non indica solamente la vita dopo la morte, ma manifesta l'esigenza che l'esistenza quotidiana trovi la sua pienezza: l'uomo - infatti - non puo' vivere senza questa ricerca della verita' su se stesso; verita' che spinga ad aprire l'orizzonte e ad andare al di la' di cio' che e' materiale, non per fuggire dalla realta', ma per viverla in modo ancora piu' vero, piu' ricco di senso e di speranza".
"Cari amici - conclude infine rivolto ai 4 mila ragazzi ma rispondendo cosi' anche al vescovo Luigi Negri che aveva lamentato l'opera devastante dei 'cattivi mestri' - vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita".

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+PetaloNero+
00lunedì 20 giugno 2011 17:26
Discorso del Papa ai giovani di San Marino-Montefeltro
Durante la sua visita pastorale di questa domenica





PENNABILLI, lunedì, 20 giugno 2011 (ZENIT.org).- Riportiamo il discorso che Papa Benedetto XVI ha rivolto ai giovani di San Marino-Montefeltro, che ha incontrato nella piazza della Cattedrale di Pennabilli (Rimini) questa domenica pomeriggio.

* * *

Cari giovani!

Sono molto contento di essere oggi in mezzo a voi e con voi! Sento tutta la vostra gioia e l’entusiasmo che caratterizzano la vostra età. Saluto e ringrazio il vostro Vescovo, Mons. Luigi Negri, per le cordiali parole di accoglienza, e il vostro amico che si è fatto interprete dei pensieri e dei sentimenti di tutti, e ha formulato alcune questioni molto serie e importanti. Spero che nel corso di questa mia esposizione si trovino anche gli elementi per trovare le risposte a queste domande. Saluto con affetto i Sacerdoti, le Suore, gli animatori che condividono con voi il cammino della fede e dell’amicizia; e naturalmente anche i vostri genitori, che gioiscono nel vedervi crescere forti nel bene.

Il nostro incontro qui a Pennabilli, davanti a questa Cattedrale, cuore della Diocesi, e in questa Piazza, ci rimanda con il pensiero ai numerosi e diversi incontri di Gesù che ci sono raccontati dai Vangeli. Oggi vorrei richiamare il celebre episodio in cui il Signore era in cammino e un tale - un giovane - gli corse incontro e, inginocchiatosi, gli pose questa domanda: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?" (Mc 10,17). Noi forse oggi non diremmo così, ma il senso della domanda è proprio: cosa devo fare, come devo vivere per vivere realmente, per trovare la vita. Quindi dentro questo interrogativo possiamo vedere racchiusa l’ampia e variegata esperienza umana che si apre alla ricerca del significato, del senso profondo della vita: come vivere, perché vivere. La "vita eterna", infatti, alla quale fa riferimento quel giovane del Vangelo non indica solamente la vita dopo la morte, non vuol sapere soltanto come arrivo al cielo. Vuol sapere: come devo vivere adesso per avere già la vita che può essere poi anche eterna. Quindi in questa domanda questo giovane manifesta l’esigenza che l’esistenza quotidiana trovi senso, trovi pienezza, trovi verità. L’uomo non può vivere senza questa ricerca della verità su se stesso - che cosa sono io, per che cosa devo vivere - verità che spinga ad aprire l’orizzonte e ad andare al di là di ciò che è materiale, non per fuggire dalla realtà, ma per viverla in modo ancora più vero, più ricco di senso e di speranza, e non solo nella superficialità. E penso che questa – e l’ho visto e sentito nelle parole del vostro amico – sia anche la vostra esperienza. I grandi interrogativi che portiamo dentro di noi rimangono sempre, rinascono sempre: chi siamo?, da dove veniamo?, per chi viviamo? E queste questioni sono il segno più alto della trascendenza dell’essere umano e della capacità che abbiamo di non fermarci alla superficie delle cose. Ed è proprio guardando in noi stessi con verità, con sincerità e con coraggio che intuiamo la bellezza, ma anche la precarietà della vita e sentiamo un’insoddisfazione, un’inquietudine che nessuna cosa concreta riesce a colmare. Alla fine tutte le promesse si dimostrano spesso insufficienti.

Cari amici, vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita. Non fermatevi alle risposte parziali, immediate, certamente più facili al momento e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che nonviportano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce – come dice Gesù – non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull’infinito! Questa è la grandezza dell'uomo e anche la sua difficoltà. Una delle illusioni prodotte nel corso della storia è stata quella di pensare che il progresso tecnico-scientifico, in modo assoluto, avrebbe potuto dare risposte e soluzioni a tutti i problemi dell’umanità. E vediamo che non è così. In realtà, anche se ciò fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande più profonde sul significato della vita e della morte, sul significato della sofferenza, di tutto, perché queste domande sono scritte nell’animo umano, nel nostro cuore, e oltrepassano la sfera dei bisogni. L’uomo, anche nell’era del progresso scientifico e tecnologico - che ci ha dato tanto - rimane un essere che desidera di più, più che la comodità e il benessere, rimane un essere aperto alla verità intera della sua esistenza, che non può fermarsi alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto più ampio. Tutto questo voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: ma perché? Quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verità, e quando sentite anche la mancanza di giustizia, di verità e di felicità.

Cari giovani, l’esperienza umana è una realtà che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed è qui che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi. Il rischio è sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, dell'immediato, del relativo, dell’utile, perdendo la sensibilità per ciò che si riferisce alla nostra dimensione spirituale. Non si tratta affatto di disprezzare l’uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt’altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non è fatto solo di una dimensione "orizzontale", ma comprende anche quella "verticale". I dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di libertà, alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore.

Cari giovani, è proprio nell’apertura alla verità intera di noi, di noi stessi e del mondo che scorgiamo l’iniziativa di Dio nei nostri confronti. Egli viene incontro ad ogni uomo e gli fa conoscere il mistero del suo amore. Nel Signore Gesù, che è morto e risorto per noi e ci ha donato lo Spirito Santo, siamo addirittura resi partecipi della vita stessa di Dio, apparteniamo alla famiglia di Dio. In Lui, in Cristo, potete trovare le risposte alle domande che accompagnano il vostro cammino, non in modo superficiale, facile, ma camminando con Gesù, vivendo con Gesù. L’incontro con Cristo non si risolve nell’adesione ad una dottrina, ad una filosofia, ma ciò che Lui vi propone è di condividere la sua stessa vita e così imparare a vivere, imparare che cosa è l'uomo, che cosa sono io. A quel giovane, che Gli aveva chiesto che cosa fare per entrare nella vita eterna, cioè per vivere veramente, Gesù risponde, invitandolo a distaccarsi dai suoi beni e aggiunge: "Vieni! Seguimi!" (Mc 10,21). La parola di Cristo mostra che la vostra vita trova significato nel mistero di Dio, che è Amore: un Amore esigente, profondo, che va oltre la superficialità! Che cosa sarebbe la vostra vita senza questo amore? Dio si prende cura dell’uomo dalla creazione fino alla fine dei tempi, quando porterà a compimento il suo progetto di salvezza. Nel Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra speranza! Cristo stesso, che è andato nelle profondità della morte ed è risorto, è la speranza in persona, è la Parola definitiva pronunciata sulla nostra storia, è una parola positiva.

Non temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita, perché il Signore vi accompagna, è con voi! Vi incoraggio a crescere nell’amicizia con Lui attraverso la lettura frequente del Vangelo e di tutta la Sacra Scrittura, la partecipazione fedele all’Eucaristia come incontro personale con Cristo, l’impegno all’interno della comunità ecclesiale, il cammino con una valida guida spirituale. Trasformati dallo Spirito Santo potrete sperimentare l’autentica libertà, che è tale quando è orientata al bene. In questo modo la vostra vita, animata da una continua ricerca del volto del Signore e dalla volontà sincera di donare voi stessi, sarà per tanti vostri coetanei un segno, un richiamo eloquente a far sì che il desiderio di pienezza che sta in tutti noi si realizzi finalmente nell’incontro con il Signore Gesù. Lasciate che il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona! Allora potrete portare nei diversi ambienti quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche! Vi conforti la testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santità: pensate a santa Teresa di Gesù Bambino, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli – che è di questa terra! – e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo, e hanno trovato la risposta: come vivere, che cosa devo fare per vivere.

A conclusione di questo incontro, voglio affidare ciascuno di voi alla Vergine Maria, Madre della Chiesa. Come Lei, possiate pronunciare e rinnovare il vostro "sì" e magnificare sempre il Signore con la vostra vita, perché Lui vi dona parole di vita eterna! Coraggio allora cari giovani e care giovani, nel vostro cammino di fede e di vita cristiana anche io vi sono sempre vicino e vi accompagno con la mia Benedizione. Grazie per la vostra attenzione!

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