Viaggio apostolico in Croazia...

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Paparatzifan
00martedì 16 novembre 2010 20:13
Paparatzifan
00martedì 16 novembre 2010 20:14
Dal blog di Lella...

Papa/ Benedetto XVI a Zagabria a giugno 2011

Lo annuncia la Conferenza dei vescovi croati

Zagabria, 16 nov. (Apcom-Nuova Europa)

E' stata fissata per il 4 giugno 2011, e si protrarrà per due giorni, la prima visita in Croazia di Papa Benedetto XVI. Lo ha comunicato la Conferenza dei vescovi croati, precisando che "il santo padre Papa Benedetto XVI resterà a Zagabria per un raduno nazionale delle famiglie cattoliche croate e reciterà un preghiera sulla tomba del beato cardinale Alojzije Stepipac".
La Croazia è il baluardo del cattolicesimo nei Balcani, con circa il 90% dei 4,4 milioni di abitanti che si dichiarano cattolici. Il predecessore di Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, visitò il Paese nel 1994, nel 1998 e nel 2003.

© Copyright Apcom-Nuova Europa


+PetaloNero+
00giovedì 18 novembre 2010 00:29
Visita del Papa in Croazia dal 4 al 5 giugno 2011
L'annuncio della Conferenza episcopale del Paese



ROMA, mercoledì, 17 novembre 2010 (ZENIT.org).- “Il Santo Padre Benedetto XVI ha benevolmente accettato l’invito a fare una Visita pastorale in Croazia, sabato 4 e domenica 5 giugno 2011”. E’ quanto ha annunciato una nota diffusa questo martedì dal Consiglio permanente della Conferenza episcopale croata.

Secondo il comunicato, il Pontefice sarà a Zagabria in occasione della Giornata nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate che ha come motto “Insieme in Cristo”. Si tratta della prima visita di Benedetto XVI in Croazia.

Durante il viaggio, il Papa si recherà in preghiera alla tomba del beato Cardinale Alojzije Stepinac, che fu Arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960 e venne perseguitato dal regime comunista di Tito, morendo da martire.
+PetaloNero+
00lunedì 18 aprile 2011 16:06
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN CROAZIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE (4 - 5 GIUGNO 2011) - PROGRAMMA



Sabato, 4 giugno 2011

Roma

09.30
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino per Zagreb.

Zagreb

11.00
Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Zagreb Pleso.


CERIMONIA DI BENVENUTO nell’Aeroporto Internazionale di Zagreb Pleso. Discorso del Santo Padre.

12.15
VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA nel Palazzo Presidenziale di Zagreb.

13.50
UDIENZA AL PRESIDENTE DEL GOVERNO nella Nunziatura Apostolica di Zagreb.

14.00
Pranzo con i Membri del Seguito Papale nella Nunziatura Apostolica di Zagreb.

18.15


INCONTRO CON ESPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE, DEL MONDO POLITICO, ACCADEMICO, CULTURALE E IMPRENDITORIALE, CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON I LEADERS RELIGIOSI nel Teatro Nazionale Croato di Zagreb. Discorso del Santo Padre.

19.30
VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI nella piazza del Bano Josip Jelačič di Zagreb. Discorso del Santo Padre.

Domenica, 5 giugno 2011

10.00
SANTA MESSA in occasione della Giornata Nazionale delle famiglie cattoliche croate nell’Ippodromo di Zagreb. Omelia del Santo Padre.


RECITA DEL REGINA CŒLI nell’Ippodromo di Zagreb. Parole del Santo Padre.

14.00
Pranzo con i Vescovi croati, con i Vescovi ospiti e con il Seguito Papale nella nuova Sede del Segretariato della Conferenza Episcopale della Croazia a Zagreb.

16.30
Congedo dalla Nunziatura Apostolica di Zagreb.

17.00


CELEBRAZIONE DEI VESPRI con Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Seminaristi, e preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Viktor Stepinac nella Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e di Santo Stefano di Zagreb. Discorso del Santo Padre.

18.15
Visita alla Residenza del Cardinale Arcivescovo di Zagreb.

19.15
CERIMONIA DI CONGEDO nell’Aeroporto Internazionale Pleso di Zagreb. Discorso del Santo Padre.

19.45
Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale Pleso di Zagreb per Roma.

Roma

21.15
Arrivo all’Aeroporto di Roma Ciampino.


Fuso orario
Roma e Zagreb: + 2 UTC

Paparatzifan
00giovedì 21 aprile 2011 00:03
Paparatzifan
00martedì 24 maggio 2011 21:06
Dal blog di Lella...

Fedeli a Cristo per sempre

di Guido Villa

A Zagabria e in tutta la Croazia fervono i preparativi per la visita pastorale di papa Benedetto XVI del 4 e 5 giugno prossimi.
Venerdì 20 maggio è stato presentato l’inno ufficiale del Primo incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, occasione per la quale Benedetto XVI visita la Croazia.
Questa canzone, dal titolo “Kristu vjerni zauvijek” (“Fedeli a Cristo per sempre”) è stata scritta dal gruppo di autori Bruno Kozina, Verica Kraš Villa, Krešimir Miletić e Petar Krešimir Hodžić, tre semplici padri e una madre di famiglia, attivi nella pastorale famigliare presso la Conferenza Episcopale croata e nell'arcidiocesi di Zagabria.
Il testo è di forte spessore spirituale ed espone il cammino che le famiglie cattoliche hanno intrapreso per testimoniare la presenza di Cristo in una società, quella croata, che sta sempre più perdendo il proprio carattere cristiano e cattolico. Il concetto principale, ripetuto diverse volte, è quello del “creare”. Memori della creazione dell'uomo e della donna da parte di Dio Padre, resi una sola persona dal vincolo dell'amore riversato nei loro cuori da Cristo, che unisce e crea la famiglia attraverso il sacramento del matrimonio, essi sono chiamati a ripetere l'azione creativa di Dio e di fare dono della vita a nuove creature. La famiglia che vive in Dio vede l’amore rinascere ogni giorno e nutrirsi di gesti semplici e quotidiani (“nello sguardo del mio sposo / e nel sorriso di mio figlio”), vive nella pace e non ha timore di essere generosa donatrice di vita (con lo Spirito Santo tra noi / non c’è paura di fronte alla vita). Essendo aperta alla vita, essa prosegue la sua azione creatrice portando l’amore là dove esso manca (“costruire un ponte dove c'è un dirupo / per arrivare al mio prossimo / sollevargli il peso / e amarlo“). L’amore all’interno della famiglia, proprio perché “amore”, si dona all’altro, ai fratelli nel bisogno, e la famiglia diventa testimone e annunciatrice del Regno di Dio nell’intera società.
Presentando l’inno dell’incontro all’opinione pubblica, Petar Krešimir Hodžić, responsabile dell’Ufficio per la pastorale famigliare della Conferenza Episcopale croata, ha spiegato i motivi della scelta di questa canzone quale inno ufficiale del primo Incontro delle famiglie cattoliche croate: “La canzone 'Kristu vjerni zauvijek' (‘Fedeli a Cristo per sempre’) con parole forti e profonde presenta la famiglia quale nostra eredità e futuro, poiché essa, unita a Cristo, ha in Lui il suo sostegno più forte. “Questa canzone, con un linguaggio musicale contemporaneo, esprime il senso e il messaggio dell’incontro ed è capace di toccare le corde più intime dell’anima“.
Verica Kraš Villa, una dei coautori del testo, aggiunge come “ogni nostro giorno e tutto ciò che abbiamo, soprattutto il nostro matrimonio e la nostra famiglia, ha un senso solamente se ogni giorno mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio. Riconosciamo che è Gesù ad averci unito, che con il dono dei figli Egli ci unisce in una famiglia. Questa famiglia non è chiusa in se stessa, ma è chiamata ad amare e aiutare gli altri”.
Le famiglie croate danno un calorosissimo benvenuto a papa Benedetto XVI, e chiedono la sua parola e la sua benedizione di ‘dolce Cristo in terra’, e in sua presenza “rinnovano il voto, già espresso tante volte nella loro travagliata storia, di essere fedeli a Cristo e alla Chiesa e di trasmettere questi valori alle generazioni che verranno, le quali rappresentano l’eredità e il futuro del popolo croato”, affinché anche esse siano “fedeli a Cristo per sempre” .
Di seguito riportiamo il testo originale croato dell’inno dell’incontro e, in calce, la traduzione in italiano. Chi desidera ascoltare l’inno, molto pregevole anche musicalmente, e interpretato da alcuni tra i più noti rappresentanti della scena musicale cattolica croata, quali Željka Marinović, Renata Sabljak, Čedo Antulić e il gruppo Fides, lo può trovare qui.

www.papa.hr/images/stories/audio/mp3/kristu_vjerni_zauv...

KRISTU VJERNI ZAUVIJEK

Budi se dan
i novo svitanje,
u Tvojoj ruci, Bože,
ja osjećam se dobro
i ispunjen.

U pogledu supruga
i osmjehu djeteta, uvijek znam:
Isuse, Ti si naša snaga
i radost što nas spaja
u obitelj.

Refren:
Dobro došao, Sveti Oče,
kršćanska obitelj naš je dom,
naša baština i budućnost,

ona je temelj društvu svom,
gdje se stvara blagostanje,
odgovorno živi Božja riječ,
za Hrvatsku koja kliče:
Kristu vjerni zauvijek…

Želim stvarati,
gdje je klanac, most sagraditi,
svome bližnjemu prići
i teret mu dići,
i voljeti.

Dogodilo se čudo,
pronašli smo mir u srcima.
Jer s Duhom Svetim među nama
u ljubavi bez straha
za život...

Refren:

Dobro došao, Sveti Oče,
kršćanska obitelj naš je dom,
naša baština i budućnost,

ona je temelj društvu svom,
gdje se stvara blagostanje,
odgovorno živi Božja riječ,
za Hrvatsku koja kliče:
Kristu vjerni zauvijek…

Benedikte, Sveti Oče,

blagoslovi obiteljski dom,

našu baštinu i budućnost,

hrvatski zavjet putu tom,

gdje se stvara blagostanje,
odgovorno živi Božja riječ,
za Hrvatsku koja kliče:
Kristu vjerni zauvijek….

FEDELI A CRISTO PER SEMPRE

(voce maschile)

Il giorno si risveglia

ecco una nuova alba

nelle Tue mani, o Dio,

mi sento sereno

e realizzato.

(voce femminile)

Nello sguardo del mio sposo

e nel sorriso di mio figlio, io so

che Tu, Gesù, sei la nostra forza

e la gioia che ci unisce

in una famiglia.

Ritornello:

Benvenuto, Santo Padre,

la famiglia cristiana è il nostro focolare

nostra eredità e futuro

essa è il fondamento della società

dove si crea l’armonia

la Parola di Dio vive qui

per la Croazia che acclama

fedeli a Cristo per sempre.

(voce femminile)

Desidero creare

costruire un ponte dove c'è un dirupo

per arrivare al mio prossimo

sollevargli il peso

e amarlo.

(voce maschile)

E' avvenuto un miracolo

abbiamo trovato la pace nei cuori

perché con lo Spirito Santo tra noi

nell'amore non c'è paura

di fronte alla vita…

Ritornello:

Benvenuto, Santo Padre,

la famiglia cristiana è il nostro focolare

nostra eredità e futuro

essa è il fondamento della società

dove si crea l’armonia

la Parola di Dio vive qui

per la Croazia che acclama

fedeli a Cristo per sempre.

Benedetto, Santo Padre,

benedici la nostra famiglia,

nostra eredità e futuro,

il voto dei croati su questo cammin,

dove si crea l’armonia,

la Parola di Dio vive qui,

per la Croazia che acclama:

fedeli a Cristo per sempre.


Paparatzifan
00martedì 24 maggio 2011 21:10
Dal blog di Lella...

Simbolismo del logo “Zajedno u Kristu” (“Insieme in Cristo”)



Il logo “Zajedno u Kristu” (“Insieme in Cristo”) esprime il simbolismo dell’Incontro delle famiglie cattoliche croate e della visita di papa Benedetto XVI in Croazia.

Al centro del logo si trova una rappresentazione stilizzata di una famiglia, composta da padre, madre e tre figli. L’apertura alla nuova vita è espressa dallo stato di gravidanza della madre, mentre la croce sullo sfondo fa riferimento al fatto che la famiglia cristiana è fondata sulla fede che rende la comunità matrimoniale e familiare una comunione di amore. Le mani sulle quali si appoggia la famiglia simbolizzano l’appoggiarsi della famiglia alla provvidenza di Dio che protegge e guida la famiglia nel suo cammino della vita.

Nel punto di origine della figura delle mani si trova un fuoco stilizzato che rappresenta l’amore di Dio che è fonte ed elemento di unione dell’amore all’interno della famiglia. I quadratini rossi che compongono il fuoco sono un riconoscibile elemento dell’identità croata (la scacchiera dello stemma croato), e sono in numero di quattro poiché rappresentano i quattro avvenimenti principali della visita di papa Benedetto XVI (l’incontro con il mondo della cultura presso il Teatro Nazionale croato, l’incontro con i giovani in piazza Ban Jelačić, la S. Messa all'Ippodromo in occasione del Primo incontro delle famiglie cattoliche croate, i Vespri solenni e l’ incontro con il clero e i religiosi presso la Cattedrale di Zagabria), nonché le quattro visite dei successori di Pietro in Croazia.

Lo sfondo di colore giallo e la croce bianca rappresentano i colori vaticani, mentre il colore blu è simbolo della città di Zagabria, dove è avvenuto l’incontro con il Santo Padre. La croce sul logo è la rappresentazione stilizzata della croce di papa Benedetto XVI.

L'idea di massima del logo è stata accettata nel corso dell'assemblea plenaria della Conferenza episcopale croata. La rappresentazione finale del logo è stata accolta dal Comitato dell'Arcidiocesi di Zagabria per l'accoglienza del Santo Padre ed è stata realizzata graficamente presso il settimanale “Glas Koncila”.

Autore: D.T.


Paparatzifan
00venerdì 27 maggio 2011 13:05
Da "papa.hr"...

Istruzioni ai sacerdoti e ai fedeli relative alla registrazione e alla partecipazione alle celebrazioni con il Santo Padre

Četvrtak, 26 svibnja 2011 15:03

Carissimi fratelli e sorelle nella fede!
Desideriamo ancora una volta informarvi su tutto ciò che riteniamo importante affinché l'incontro con il Santo Padre, che attendiamo con gioia, sia veramente un evento di comunione in Cristo e un benedetto inizio di una nuova vita cristiana piena di slancio.
Incoraggiamo e invitiamo tutti i fedeli che desiderano partecipare alle celebrazioni con il Santo Padre di registrarsi presso i loro sacerdoti al fine di ricevere i biglietti gratuiti per entrare nell'area della celebrazione. I sacerdoti riceveranno un numero sufficiente di biglietti così che li possano distribuire a tutti quelli che si registrano, anche all'ultimo giorno, per partecipare alla celebrazione eucaristica all'Ippodromo.

REGISTRAZIONE DEI GIOVANI PER LA VEGLIA DI PREGHIERA IN PIAZZA BAN JELAČIĆ, SABATO 4 GIUGNO

Finora molti giovani si sono registrati per questa celebrazione, così che Piazza Ban Jelačić sarà piena di giovani. Coloro che si sono registrati attraverso i canali ordinari riceveranno i biglietti per Piazza Ban Jelačić e le sciarpe dai loro parrochi o dalle persone da loro delegate. I biglietti sono gratuiti.
Essendoci ancora un notevole numero di persone che desiderano partecipare, esse potranno liberamente venire nella piazza di fronte alla cattedrale di Zagabria. Lì vi sarà un megaschermo altoparlanti che diffonderanno l'evento, così che tutti i fedeli potranno partecipare come se fossero in Piazza bana Jelačić; al termine della veglia, il Santo Padre passerà in papamobile davanti a Kaptol affinché tutti lo vedano anche da vicino. Per partecipare alla veglia nella piazza di fronte alla cattedrale, i biglietti non sono necessari. Qui possono venire liberamente tutte le persone che desiderano pregare con il Santo Padre. Entrare la piazza davanti alla cattedrale è possiblie per la via Kaptol e Stara Vlaška.
Durante l'incontro dei giovni si svolgeranno diversi programmi. I giovani che arrivano a Zagabria in anticipo raccogliersi dalle 11 alle 14 allo Zrinjevac, intorno al padiglione, cantando e suonando. L'Ingresso in Piazza Ban Jelačić è possibile già dalle ore 13. Il programma ufficiale dell'Incontro nazionale dei giovani cattolici croati inizia alle 16:30. Verso le 19:30 a questo programma si aggregherà il Santo Padre. I giovani pregheranno insieme con lui, ed egli indirizzerà loro parole di incoraggiamento, di invito alla fede e di supporto.
Gli autobus di giovani che vengono saranno parcheggiati attorno alla Fiera di Zagabria. Dalla Fiera alla Piazza Ban Jelačić i giovani andranno a piedi attraverso il passaggio sotterraneo presso la stazione ferroviaria. Muovendosi, si prega di rispettare le istruzioni fornite dalle guide e dagli addetti al servizio d'ordine. Dopo la veglia in Piazza Ban Jelačić, essi torneranno in Fiera seguendo lo stesso percorso. Nei padiglioni della Fiera i giovani potranno dormire, e a tutti quelli che vi trascorreranno la notte sarà dato un sandwich e dell'acqua da bere. Si consiglia di andare a dormire al più presto, così che il giorno seguente, potranno partecipare riposati alla s. Messa con il Santo Padre.

REGISTRAZIONE DEI FEDELI PER LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA ALL'IPPODROMO, DOMENICA 5 GIUGNO

Invitiamo i fedeli a registrarsi presso i loro sacerdoti al fine di ricevere da loro i biglietti gratuiti. I biglietti sono necessari affinché i fedeli possano essere distribuiti in modo uniforme nei settori designati dell'Ippodromo. Indipendente dal mezzo di trasporto con cui si giunge, ogni persona deve portare con sé il biglietto. Preghiamo nuovamente tutti di registrarsi al più presto possibile. In ogni caso chi si decidesse all'ultimo momento non verrà respinto. Tutti quelli che lo desdierano, possono venire alla S. Messa con il Papa. All'ingresso all'area della celebrazione, i fedeli riceveranno dagli addetti al servizio d'ordine la guida liturgica per seguire la Santa Messa.
All'Ippodromo i settori vicino all'altare saranno assicurate zone per i disabili e le religiose. Perciò chiediamo i disabili di registrarsi personalmente o attraverso le loro associazioni presso il Segretariato del Comitato per ricevere i biglietti previsti per loro. I disabili possono essere portati dai loro accompagnatori in automobile fino all'ingresso destinato per loro, indicato sul biglietto. Da quel punto saranno accompagnati fino allo spazio loro destinato davanti all'altare. Si potrà entrare nell'Ippodromo già a mezzanotte.
Dalle 3 ore comincia il pre-programma organizzato, con preghiere, canti e testi di meditazione. Raccomendiamo a tutti di venire il più presto possibile, così da evitare assembramenti eccessivi agli ingressi nelle ultime ore. tenere anche conto del fatto che chi prima viene, trova un posto più vicino all'altare! Sarebbe buona cosa che tutti i fedeli fossero ai loro posti entro le 8:00. I biglietti saranno contrassegnati da un colore e dal numero del settore assegnato. Durante la S. Messa, tutti i corridoi contrassegnati solamente per il passaggio devono essere liberi. Rispettare in tutto le istruzioni fornite dagli addetti al servizio d'ordine che saranno immediatamente riconoscibili.

COSA SI PUO' PORTARE NELL'AREA DELLE CELEBRAZIONI, E CHE COSA NON SI PUO' PORTARE?

Raccomandiamo ai fedeli di indossare copricapi in caso di forte sole, e che in caso di pioggia portino gli impermeabili, meglio ancora se usa e getta. Si può portare il cibo che non soggetto a un rapido deterioramento. L'acqua si può essere portata solamente in bottiglie di plastica. I fedeli che devono prendere regolarmente delle medicine sono pregati di portarle con sé. Le comunità parrocchiali possono avere cartelli con il nome della loro parrocchia o gruppo per favorire un più facile orientamento dopo la s. Messa.
Durante la Messa tutti gli striscioni devono essere abbassati per non togliere la visuale. È permesso portare le bandiere di parrocchie, associazioni e movimenti. I portatori delle bandiere saranno distribuiti ai margini dello spazio liturgico affinché non tolgano la visuale agli altri. E' permesso portare un tappetino per sedersi, sedie pieghevoli e oggetti simili. Raccomandiamo ai fedeli di portare solo ciò che è assolutamente necessario per non ritardaere il controllo e l’entrata a causa delle troppe cose portate con sé.
E' vietato portare bevande alcoliche, oggetti di metallo, armi, bottiglie di vetro, ombrelli e tutto ciò che potrebbe causare lesioni ad altre persone. Tali oggetti verranno tolti al proprietario dalla polizia all’ingresso dello spazio protetto. Oltre alle scritte indicanti parrocchie o gruppi, non è permesso portare altri cartelli e mostrarli durante la celebrazione eucaristica. L’incontro all’Ippodromo è una S. Messa, e perciò non è un’occasione per fare pubblicità. Non è permesso entrare sotto l'effetto di alcol.

REGISTRAZIONE DEI SACERDOTI

AccreditI e biglietti sono necessari per ogni celebrazione, quindi preghiamo i sacredoti di portarli sempre con sé. Nell'Arcidiocesi di Zagabria gli accrediti e i biglietti saranno distribuiti negli uffici di decanati. I decani saranno avvisati telefonicamente quando potranno ritirare i biglietti e distribuirli ai sacerdoti nel loro decanato, e questi ai loro fedeli. I biglietti per i fedeli di tutte le altre (arci) diocesi saranno inviati per il tramite della Segreteria della Conferenza Episcopale croata agli Ordinariati delle singole (arci)diocesi.
I sacerdoti devono portare con sé l'alba per celebrare la Santa Messa. All'ingresso allo spazio per la concelebrazione essi riceveranno una stola bianca e la guida liturgica. Sarebbe buona cosa che, in caso di pioggia, i sacerdoti portani un impermeabile, e in caso di tempo soleggiato, un berretto bianco per proteggersi dal sole.
Sono pronti 500 cibori per la santa comunione, che saranno distribuiti nel modo più opportuno nelle cappelle all'interno dello spazio della celebrazioe. Si prega i sacerdoti di essere disponibili per questo servizio sacro e di comportarsi secondo le istruzioni degli addetti al servizio d'ordine. I sacerdoti che distribuiranno la santa comunione faranno la santa comunione per ultimi nelle cappelle dove riporranno il Santissimo Sacramento.
Le religiose non devono essere accreditate per l'Ippodromo, è infatti sufficiente che si registrino per ricevere i biglietti e si rechino nello spazio loro assegnato.

REGISTRAZIONI PER I VESPRI NELLA CATTEDRALE

Ai Vespri sono invitati esclusivamente sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi, candidati e candidate alla vita consacrata. Tutte le persone che desiderano partecipare ai Vespri devono obbligatoriamente fare un accredito e ricevere i biglietti. I dati per l'accredito sono identici a quelli per l'Ippodromo. In Cattedrale si deve giungere entro le ore 16. All'ingresso in Cattedrale essi riceveranno una guida liturgica per la partecipazione alla preghiera.
I sacerdoti diocesani e i seminaristi devono essere vestiti in abito talare, mentre i religiosi e i candidati religiosi nei loro rispettivi abiti religiosi. Per primi entreranno nella cattedrale i seminaristi, i candidati e candidate agli ordini religiosi. Gli altri fedeli possono anche partecipare ai vespri, poiché di fronte alla Cattedrale sara posto un megaschermo, così che tutti potranno seguire la preghiera e il discorso del Santo Padre. L'arrivo davanti alla cattedrale è libero.

TRASPORTO

Ogni parrocchia o decanato o arci/diocesi organizza il proprio servizio di trasporto. Nei pressi dell'Ippodromo sono vi sono oltre 2.200 posti per parcheggiare gli autobus. Dopo che i sacerdoti avranno avvisato sul numero degli autobus in arrivo, verranno loro forniti i biglietti di ingresso e le istruzioni su come arrivare fino ai loro parcheggi e come da lì giungere all'Ippodromo.
Gli autobus resteranno ai loro posti e devono essere visibilmente segnalati con il nome della parrocchia affinché i fedeli li possano trovare facilmente. Il parcheggio per le automobili dei disabili sarà possibile nella parte est della Fiera di Zagabria, accanto all'edificio dell'INA, e per gli autobus in Gavranova ulica.
Chi viene a Zagabria con la propria automobili deve tenere conto del fatto che il traffico sarà limitato, soprattutto intorno alla zona dell'Ippodromo, e quindi deve considerare il fatto che dovrà parcheggiare in parcheggi lontani.
Se qualche decanato organizza l'arrivo con in treno, deve mettersi d'accordo personalmente con il rappresentante delle Ferroviarie croate, cioè devono a che ora e da dove il treno parte, dove i pellegrini scenderanno e dove saliranno di nuovo sul treno. Per questa occassione le Ferrovie Croate (HŽ) ridurranno notevolmente il prezzo dei biglietti, in modo da coprire solamente i loro costi. Si raccomanda ai fedeli che viaggiano sulla linea da Zaprešić a Dugo Selo di usare il più possibile la linea ferroviaria urbana.
Il Comitato dell'Arcidiocesi di Zagabria non organizza il trasporto dei fedeli. Questo è un dovere dei singoli parroci. Tutti i parcheggi sono situati a mezz'ora di cammino dall'Ippodromo, circostanza che non rappresenta un problema per giungere all'Ippodromo medesimo.
Invitiamo tutti i fedeli della città di Zagabria di venire quanto più possibile a piedi. Questo riguarda particolarmente il quartiere di Novi Zagreb e le zone più vicine all'Ippodromo. Gli autobus e i tram dell'azienda di trasporto pubblico circoleranno al mattino e al pomeriggio come nei giorni feriali durante il periodo di traffico più intenso.

SERVIZI NELLE AREE DELLE CELEBRAZIONI

In Piazza Ban Jelačić e all'Ippodromo vi saranno squadre sanitarie di medici e infermieri che si prenderanno cura di pellegrini che ne avessero bisogno. Accanto alle aree della celebrazione saranno posti ospedali mobili, e tra i pellegrini vi saranno infermiere, tra cui anche molte religiose. Esse indosseranno un segno visibile, così da essere immediatamente riconoscibili.
In caso di necessità esse saranno liete di auitarvi. Sui biglietti che i fedeli riceveranno saranno contrassegnati i punti di pronto soccorso, gabinetti e altri servizi necessari ai pellegrini. Circa 1000 addetti al servizio d'ordine e volontari saranno di aiuto affinché la celebrazione proceda nel migliore dei modi, perciò vi chiediamo di seguire le loro indicazioni.

ACCOGLIENZA DEL SANTO PADRE PER LE VIE DI ZAGABRIA

Invitiamo i fedeli che, dopo avere appreso dalla polizia per quali strade e a che ora il Santo Padre passerà con la papamobile, escano sulle strade della nostra bellissima Zagabria e che con la loro presenza salutino il nostro carissimo Ospite, ringraziandolo così per la sua visita e per l'incoraggiamento che ci offre.
Carissimi fratelli sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose, candidati e candidate religiose, cari fedeli!
Il Pietro dei nostri giorni, papa Benedetto XVI ha passato la soglia e ci viene incontro nella nostra Patria, la Croazia. Passiamo anche noi la nostra soglia, la soglia della nostra comoda casa, la soglia della comodità e andiamogli incontro.
È la S. Messa più solenne alla quale possiamo partecipare nella nostra Patria e nulla regge il confronto con essa quanto a importanza. Preghiamo che la visita del Santo Padre sia felice e benedetta, che si risvegli una nuova speranza, che sollevi la nostra fierezza e che realizzi l'unità ecclesiale e nazionale in Cristo.
A nome del Comitato dell'Arcidiocesi di Zagabria vi saluto tutti cordialmente. Sia lodato Gesù Cristo!

Presidente del Comitato
mons. Mijo Gorski
vescovo ausiliare di Zagabria


Paparatzifan
00venerdì 27 maggio 2011 13:59
Dal blog di Lella...

“Realizzare la pianeta del Papa è un vero onore”

Petak, 27 svibnja 2011 09:34

Le pianete, realizzate in tutti e quattro i colori liturgici, sono uno dei numerosi doni che verranno fatti al Santo Padre Benedetto XVI in occasione della sua visita apostolica nel nostro Paese. Il dono gli verrà fatto dall’Unione dei Superiori Maggiori e dalla Conferenza delle Superiori Maggiori.
Una delle suore che ha realizzato questo dono ha rivelato a papa.hr. che i motivi che decorano le pianete, lavorate da quattro suore della congregazione delle “Figlie della Divina Carità”, rappresentano due croci intrecciate nel ‘pleter’ croato, due chiavi incrociate quale simbolo dello Stato Vaticano, e la sigla IHS, “L’arrivo del Papa è un grande avvenimento, e il lavoro fatto per questo dono ha per me un grande significato, poiché lavoro per la gloria di Dio” ha affermato una delle suore.
Esse hanno lavorato queste pianete per circa due mesi avvalendosi di una tecnica manuale con l’ausilio di vecchie macchine. Le suore si sono suddivise i compiti come fanno sempre quando lavorano una pianeta, e cioè una di loro lavorava ai bozzetti dei simboli, mentre le altre tagliavano e ricamavano.
Le suore della Congregazione ‘Figlie della Divina Carità’ hanno realizzato le pianete anche per le due visite di Papa Giovanni Paolo II in Croazia nel 1994 e 1998, e oggi come allora, hanno lavorato alla realizzazione di ogni pianeta con dedizione totale, coscienti che sarebbero state indossate per le S. Messe.

Autore: D.M.

www.papa.hr/index.php?option=com_content&view=article&id=1250:realizzare-la-pianeta-del-papa-e-un-vero-onore&catid=110:notizie&It...


Paparatzifan
00venerdì 27 maggio 2011 19:57
Dal blog di Lella...

OGGI INIZIA LA NOVENA ALLA SACRA FAMIGLIA IN PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE ALLA SACRA FAMIGLIA

Oggi, venerdì 27 maggio 2011, a nove giorni dalla celebrazione del Primo Incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, che si terrà all’Ippodromo di Zagabria e verrà presieduto da papa Benedetto XVI, nelle diocesi, parrocchie e famiglie in tutta la Croazia inizia la novena alla Sacra Famiglia.
Questa novena è stata pensata quale preparazione immediata alla celebrazione della Giornata delle Famiglie, ovvero come preparazione spirituale per i due importanti gesti con i quali terminerà il programma di preghiera nell'immediata vigilia della Celebrazione eucaristica, e cioè il rinnovo delle promesse matrimoniali con un ringraziamento per la fertilità matrimoniale e il dono dei figli, nonché l'Atto di consacrazione delle famiglie croate alla Sacra Famiglia. Per la prima volta nella storia del popolo croato le famiglie croate verranno consacrate e poste sotto la protezione della Sacra Famiglia, esempio di vita delle virtù familiari cristiane e di realizzazione della volontà di Dio. Questi due atti, quale parte conclusiva della veglia di preghiera, saranno guidati da mons. Valter Župan, vescovo di Veglia, nonché Presidente del Consiglio della conferenza Episcopale croata per le famiglie e del Comitato della Conferenza Episcopale croata per i contenuti dedicati alle famiglie.
Invitiamo le famiglie e i fedeli italiani a unirsi con noi nella preghiera, perché la famiglia sia preservata dai gravi pericoli che la sovrastano e le famiglie cattoliche possiamo essere esempio di santità, amore, concordia, rispetto reciproco e accoglienza alla vita nascente.


Paparatzifan
00mercoledì 1 giugno 2011 23:50
Dal blog di Lella...

Papa/ In Croazia tra famiglie, passato controverso e futuro Ue

Sabato e domenica il 19esimo viaggio internazionale di Ratzinger

Si tratterrà a Zagabria per due giorni, il Papa, che sabato e domenica prossima compirà il suo diciannovesimo viaggio internazionale in Croazia. Momento centrale della sua visita sarà la messa mattutina di domenica, alla quale parteciperanno trecentomila in occasione del raduno nazionale delle famiglie cattoliche.
Benedetto XVI arriva peraltro in un paese nel quale il passato recente delle guerre che smembrarono l'ex Jugoslavia è ancora fresco. Se negli ultimi giorni ha suscitato clamore sui mass media di tutto il mondo l'arresto dell'ex capo militare dei serbi di Bosnia, Ratko Mladic, a metà aprile il tribunale internazionale dell'Aja aveva condannato il generale croato Ante Gotovina a 24 anni di carcere per i crimini commessi nelle operazioni militari con le quali nel 1995 l'esercito croato liberò parte del territorio nazionale dall'occupazione serba. L'arresto ha suscitato le aperte proteste dei settori nazionalisti della popolazione croata, che considerano Gotovina un eroe nazionale, ha spaccato l'opinione pubblica ed ha diviso anche la Chiesa croata.
"Bisogna capire i motivi della reazione a questa sentenza", ha commentato il portavoce vaticano Federico Lombardi rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso di un briefing sul viaggio papale, i croati "si sono sentiti un po' feriti per la prospettiva con la quale è stata presentata la guerra, che non ha riconosciuto la dimensione di liberazione che per loro era molto importante".
Ad ogni modo il Vaticano, che fu tra i primissimi a riconoscere lo Stato indipendente della Croazia nel 1991, sostiene con forza la prospettiva di un'adesione della Croazia all'Unione europea "che - ha chiosato il gesuita - si spera non si faccia attendere molto". Benedetto XVI partirà dall'aeroporto romano di Fiumicino alle 9.30 di sabato e arriverà alle 11 all'aeroporto di Zagabria. Dopo la cerimonia di benvenuto allo scalo croato, il Papa renderà una visita di cortesia al Presidente della Repubblica Ivo Josipovic nel palazzo presidenziale e riceverà poi il Presidente del Governo Jadranka Kosor nella nunziatura di Zagabria, dove soggiornerà per i due giorni. Il primo appuntamento pubblico dopo la pausa di metà giornata sarà, alle 18.15, l'incontro unico con esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale e imprenditoriale croato, nonché con il corpo diplomatico presente nel paese e i leader religiosi locali, nel teatro nazionale di Zagabria. A sera, alle 19.30, la veglia di preghiera con i giovani nella piazza Bano Josip Jelacic. Il giorno dopo, domenica cinque giugno, inizierà con una messa all'ippodromo di Zagabria in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate. A conclusione, come ogni domenica, Benedetto XVI pronuncerà il Regina coeli. "Nel nostro Paese è ancora in vigore la legge sull'interruzione di gravidanza introdotta ai tempi del regime totalitario comunista. Perciò le famiglie si attendono dal Papa un forte sostegno", ha affermato in un intervento sull''Osservatore romano' monsignor Valter Zupan, vescovo di Krk, presidente della commissione famiglia e vita della Conferenza episcopale croata. "Esse vogliono che si senta la loro voce, che si rispettino i loro diritti. I genitori hanno il pieno diritto di esprimere il loro parere e di decidere per i loro figli quale sarà l'educazione sessuale nelle scuole. Le famiglie sono portatrici di messaggi autentici di vita, di speranza e di amore". Sempre domenica il Papa pranzerà poi con i vescovi croati e, alle 17, presiederà i vespri nella cattedrale di Zagabria. Il Papa reciterà anche una preghiera sulla tomba del beato Stepinac (1898-1960), cardinale arcivescovo di Zagabria che sostenne i primi anni del regime ustascia e venne poi processato e arrestato dal regime comunista. "Nei tempi difficilissimi che caratterizzarono il periodo dell'imposizione del comunismo ateto - ha detto in un'intervista a 'Famiglia cristiana' il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria - il beato Stepinac si battè cristianamente per difendere i diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni popolo, e si prodigò per difendere e proteggere tutti i perseguitati". Giovanni Paolo II lo beatificò nel 1998. Dopo una visita alla residenza del cardinale Bozanic, il Papa lascerà la Croazia verso le 19.45 e il suo aereo atterrerà a Roma alle 21.15.

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00mercoledì 1 giugno 2011 23:57
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Croazia: cresce l'attesa per il viaggio del Papa. Il cardinale Bozanić: la secolarizzazione, principale sfida della Chiesa

La Croazia, dunque, si prepara ad accogliere il Papa sabato e domenica prossimi. Sull’attesa e le sfide di questo viaggio pastorale, ascoltiamo il cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria, al microfono di Isabella Piro:

R. - Innanzitutto, desidero dire che in Croazia c’è una grande attesa per la visita del Santo Padre Benedetto XVI. Non appena è stata resa nota ufficialmente la notizia del viaggio apostolico del Santo Padre a Zagabria il 4 e 5 giugno, come Chiesa abbiamo iniziato un cammino di preparazione sia a livello diocesano che nazionale. Ogni diocesi ha elaborato dei programmi in cui si è cercato di coinvolgere soprattutto i giovani e le famiglie. I giovani si stanno preparando attraverso diverse attività, con incontri di preghiera e di adorazione. Devo dire che subito, in tanti hanno aderito all’invito di partecipare all’incontro con il Papa: questo sarà per loro l’Incontro nazionale dei giovani che si svolge ogni due anni, ma è il primo a cui sarà presente il Santo Padre. E i giovani lo attendono con tanto entusiasmo. Per le famiglie, sono state elaborate delle speciali catechesi che si stanno svolgendo in questa fase di preparazione, nei gruppi parrocchiali. Ma anche tutti i fedeli nelle parrocchie, invitati dai parroci sin dal giorno in cui è stata annunciata la visita apostolica, accompagnano ogni cosa con una preghiera intensa e viva gratitudine. E tutto ruota intorno al motto dell’incontro con il Santo Padre in Croazia, cioè “Insieme in Cristo”.

D. - Perché è stato scelto proprio questo motto?

R. - Noi vescovi della Chiesa in Croazia abbiamo scelto questo tema perché la parola “insieme” fa riferimento al desiderio di incontro, di comunione di ogni essere umano. E questo aspetto, che è la dimensione antropologica, trova il suo compimento e la sua pienezza nella dimensione teologica e cristologica, cioè in Cristo, nella novità di Cristo. Cristo è la roccia su cui ogni fedele, ogni famiglia cristiana deve costruire la propria casa per poter percorrere le vie della vita.

D. - Quali sono le sfide pastorali più urgenti della Chiesa in Croazia?

R. - Penso che la sfida maggiore sia quella della secolarizzazione che è sempre più presente nella nostra società e che mostra il suo influsso soprattutto sulle nuove generazioni. La Chiesa sente, inoltre, l’appello a dedicarsi alle famiglie, anch’esse colpite dalla cultura secolarizzata, e che in questo periodo appaiono colpite dalla mancanza di lavoro, in questa situazione di difficoltà sociali ed economiche generalizzate. La nostra preoccupazione per le famiglie vuole giungere a sensibilizzare anche le istituzioni civili, perché sappiano intervenire a favore della famiglia, non solo a parole, ma anche con veri interventi. La famiglia è un’istituzione che va tutelata: infatti, nella famiglia risiede il futuro della Chiesa e della società.

D. - La sera del 4 giugno, Benedetto XVI incontrerà i giovani croati: qual è la realtà giovanile del Paese?

R. - I giovani che incontreranno il Santo Padre appartengono, per lo più, alle generazioni nate dopo la caduta del regime comunista. Condividono, quindi, la stessa realtà degli altri giovani europei, ma sono anche molto sensibili ai valori spirituali e alle iniziative della Chiesa, sentono che la Chiesa è la loro casa, che dà loro spazio e si occupa di loro. Spesso sono gli stessi giovani a proporre, nelle parrocchie, varie iniziative: incontri di preghiera, pellegrinaggi…I nostri giovani partecipano anche volentieri alla vita sacramentale e cercano anche la possibilità di confessarsi.

D. - Domenica 5 giugno, poi, il Papa pregherà presso la tomba del Beato Stepinac. Il popolo croato quale significato attribuisce a questo gesto?

R. - Per la Chiesa in Croazia, il card. Stepinac è – si può dire – un modello di fedeltà a Cristo, alla Chiesa, alla Santa Sede. Il Beato Stepinac fu un vero pastore: lui si prodigò per difendere i diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni popolo, per difendere chi era vittima di persecuzioni. È stato per noi e per la Chiesa un vivo testimone della speranza cristiana; con la sua vita ha saputo testimoniare la speranza cristiana che nasce dalla piena fiducia nella fedeltà di Dio, che porta alla vittoria del bene. Il Beato Stepinac fu anche uomo di coscienza: per non tradire la propria coscienza e venire meno alla parola data a Cristo e alla Chiesa, non cedette a nessun compromesso, accettando consapevolmente anche il martirio.

D. - Qual è oggi il ruolo della Croazia in Europa?

R. - La Croazia è aperta all’Unione Europea e si sta preparando ad entrarvi. Da parte della Chiesa, siamo aperti a ciò: in fondo, la Croazia da sempre – si può dire – vive nell’ambito della civiltà europea. Siamo, però, anche consapevoli delle difficoltà e delle possibilità che l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea può comportare. Dinanzi a questo passo, ci sembra importante sottolineare la logica dello scambio: solo nella conoscenza reciproca della propria identità, cultura, storia e costumi, i popoli europei possono costruire insieme una “casa comune”. Penso anche che la Croazia, essendo situata in una regione del continente in cui si incontrano e convivono sia persone che professano la fede cristiana - appartenenti o alla Chiesa cattolica o alla Chiesa ortodossa - sia persone che professano la religione musulmana, è chiamata ad essere luogo di dialogo confessionale ed interreligioso. La Croazia è chiamata, si può dire, ad essere ponte per l’Europa.

D. - Eminenza, quali sono le speranze della Chiesa e della nazione croata per la prossima visita del Papa?

R. - Per noi, è un dono speciale poter trascorrere questi due giorni con il Santo Padre, incontrarci con lui e pregare con lui. Il nostro cuore è aperto e desideroso di accogliere le sue parole ed il suo messaggio. Noi guardiamo a questo evento con grande gratitudine e riconosciamo in esso un’importante occasione per rendere più viva la nostra risposta cristiana, per essere veri testimoni della fede, mossi dalla speranza e dalla carità.

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00venerdì 3 giugno 2011 21:27
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Una felice occasione

La prima visita apostolica di Benedetto XVI

Cresce l'attesa a Zagabria per la visita apostolica di Benedetto XVI in Croazia che si svolgerà il 4 e 5 giugno, in occasione della Giornata nazionale delle Famiglie cattoliche croate. In una conferenza stampa che si è tenuta a Zagabria il 27 maggio scorso il presidente dei vescovi croati, mons. Marin Srakic, il vice-presidente, card. Josip Bozanic, e il ministro per gli Affari esteri croato, Gordan Jandrokovic, hanno fatto il punto sulla preparazione dell'evento.

Un segnale chiaro. Il ministro ha detto che la visita di Benedetto XVI in Croazia è una conferma delle buone relazioni di amicizia tra il Paese e la Santa Sede. "Siamo grati per questo e siamo grati che queste relazioni si sono sviluppate in uno spirito di amicizia, cooperazione e comprensione. La visita è ancor più importante considerando il momento che sta vivendo la Repubblica croata perché tra breve commemoreremo il 20° anniversario della nostra indipendenza e stiamo anche concludendo i negoziati per l'accesso all'Ue". In questo senso la visita del Santo Padre "è un segnale chiaro del supporto della Santa Sede e del Santo Padre per la conclusione dei negoziati e per l'annessione della Croazia all'Ue". Siamo quindi particolarmente grati - ha proseguito il ministro degli Affari esteri - per questo supporto che ci aiuterà a portare i negoziati alla loro conclusione e quindi poter partecipare come membri a tutti gli effetti al lavoro dell'Ue, valorizzando sempre quei valori che sono profondamente radicati nella nazione croata". Riguardo ai costi, il ministro ha sottolineato come la visita del Papa è costata dai 12 ai 14 milioni di Kune croate (pari a circa 1,5 milioni di euro) che sono stati divisi tra lo Stato e la Chiesa. Il card. Josip Bozanic ha invece sottolineato "il grande interesse di pubblico" che sta suscitando la visita apostolica come testimoniano i circa 1.200 giornalisti e 25 emittenti televisive già accreditati. Alla messa del 5 giugno all'ippodromo di Zagabria, è prevista la partecipazione di vescovi dei Paesi vicini. Inoltre, ha fatto sapere il cardinale, al termine della messa il Papa pronuncerà un messaggio ai fedeli in lingua slovena, italiana, tedesca, ungherese, serba e albanese. Infine, la tv pubblica croata garantirà la visione di tutti gli eventi del viaggio papale.

Incoraggiamento per il futuro. "Un'occasione felice che arricchisce la Chiesa e l'intera società" croata. Così l'arcivescovo di Split-Makarska, mons. Marin Barisic, definisce la prima visita apostolica di Benedetto XVI in Croazia. "Siamo lieti - ha detto l'arcivescovo all'agenzia cattolica Ika - di poter partecipare ad un simile evento storico che è significativo per il nostro presente e apre un futuro migliore per tutti noi. Accoglieremo il successore di Pietro, Vicario di Cristo, il pilastro morale della nostra epoca, una persona che sa muovere gli uomini e il mondo". Mons. Barisic è convinto che quanto Benedetto XVI dirà in Croazia "si udirà anche al di fuori del Paese e attraverserà le frontiere d'Europa. Vorremmo che per lui questo viaggio sia di incoraggiamento per costruire il futuro e la società sui valori morali e spirituali fondamentali. Il Santo Padre parteciperà alla Giornata nazionale delle Famiglie cattoliche per incoraggiarle in questo difficile momento di crisi e inviare loro un messaggio di fede e di speranza".

Il programma. La "grande messa" della domenica insieme all'incontro del sabato con la società civile, politica, accademica, economica e culturale del Paese e alla veglia con i giovani, sono tra "gli eventi più significativi" che costellano il programma di questo viaggio apostolico, come riferito alla stampa dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi: "All'arrivo nell'Aeroporto internazionale di Zagreb Pleso, Benedetto XVI terrà il primo dei cinque discorsi del viaggio. Successivamente si recherà in visita di cortesia al presidente della Repubblica al quale farà dono di un fac simile di un codice musicale della biblioteca vaticana. Il presidente croato, infatti, - ha ricordato padre Lombardi - è un esperto musicologo". Successivamente riceverà in udienza, in nunziatura, il premier del Governo. Nel pomeriggio, presso il teatro nazionale croato di Zagabria, il Pontefice incontrerà esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, imprenditoriale e culturale del Paese, con il corpo diplomatico e con i leader religiosi. Ultimo appuntamento del 4 giugno sarà con i giovani. Ne sono attesi 50 mila, ha riferito il portavoce, in piazza Bano Josip Jelacic. Domenica 5 giugno mattina, nell'ippodromo di Zagabria, la messa per la Giornata nazionale delle Famiglie cattoliche, alla presenza di alcune centinaia di migliaia di fedeli. Nel pomeriggio, prima della cerimonia di congedo, la recita dei Vespri con il clero e i consacrati e la preghiera sulla tomba del beato Alojzije Viktor Stepinac nella cattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria e di Santo Stefano di Zagreb. Tra i temi che verranno toccati dal Papa nei suoi discorsi, secondo padre Lombardi, ci saranno in particolare la famiglia e l'Europa. I discorsi del Papa saranno pronunciati in italiano, con parti in croato.

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00venerdì 3 giugno 2011 21:30
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Benedetto XVI torna da Stepinac, il vescovo croato che salvò ebrei e serbi

di Paolo Rodari

Il 3 ottobre 1998 Giovanni Paolo II fu molto coraggioso.
Nel centenario della nascita di Alojzije Viktor Stepinac si recò sulla sua tomba nella cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e di santo Stefano a Zagabria (era il secondo viaggio di Wojtyla in Croazia) e lo proclamò beato. Le polemiche furono feroci: per una parte del paese Stepinac, arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960, era stato un collaborazionista del regime ustascia di Ante Pavelic. Secondo questi critici, egli tacque e in qualche modo acconsentì allo sterminio di migliaia di serbi ortodossi, ebrei, rom e zingari. Le cose non stavano così per il Papa polacco. Per lui Stepinac fu un martire: tentò in tutti i modi di fermare il massacro. Quando Pavelic fuggì egli venne imprigionato e, secondo le carte del processo di beatificazione custodite in Vaticano, fu avvelenato mentre si trovava in domicilio coatto presso la sua parrocchia di origine, a Krasic.
Dopodomani Papa Benedetto XVI non sarà da meno del suo predecessore. Il secondo e ultimo giorno della sua breve permanenza in Croazia (l’occasione è la giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate) pregherà sulla tomba di Stepinac e non darà ascolto alle polemiche ancora oggi vive: la persona di Stepinac come quella di Pio XII, il Papa che lo creò cardinale al termine della Seconda guerra mondiale, vive ancora per molti nella leggenda che lo dipinge come “fascista”, “antisemita”, collaborazionista del regime.
“Carne umana”. Tra il 1941 e il 1945 questo cartello era appeso in tutte le macellerie di Zagabria e delle città croate. Carne di ebrei, serbi ortodossi e comunisti uccisi dagli ustascia di Pavelic, colui che divenne “duce della Croazia” grazie all’appoggio di Hitler e di Mussolini nell’aprile del 1941. La chiesa cattolica cosa fece? Come si mossero i krizari dell’Azione cattolica, i francescani e i vescovi del paese? Cosa opposero ai massacri l’arcivescovo di Sarajevo Ivan Saric, il capo dell’Azione cattolica Ivo Guberina, il gesuita a capo della polizia di Doboj Dragutin Kamber, la guida dei francescani Radoslav Glavas? Cosa fece chi teneva le fila di tutto, ovvero colui che da Zagabria a Roma aveva in mano i rapporti tra la chiesa cattolica e il Vaticano, appunto il futuro principe della chiesa Alojzije Stepinac?
Stepinac da subito si mosse per scongiurare i massacri. Il 14 maggio 1941, dopo che morirono 260 serbi a Glina, scrisse a Pavelic queste parole: “So bene che i serbi hanno commesso gravi misfatti. Ma è mio dovere di vescovo alzare la mia voce e dichiarare che questo non è lecito. Vi prego, dunque, di prendere le misure più urgenti in tutto il territorio dello stato indipendente affinché non sia ucciso nemmeno un serbo”. A questa lettera ne seguirono altre. Non ebbero risultati concreti e così Stepinac fece quanto Pio XII fece a Roma: nascose gli “sgraditi” al regime e salvò centinaia di vite, moltissimi gli ebrei.
Scrive lo studioso americano Stevan K. Pavlowitch in “Unconventional perceptions of Yugoslavia 1940-1945” che un emissario del governo jugoslavo in esilio, il tenente Rapotec, che nella prima metà del 1942 compì una missione segreta in Croazia, chiese a Stepinac perché non avesse da subito rotto con il regime ustascia. Questi rispose: “Se lo avessi fatto non avrei più potuto salvare alcun serbo, ebreo e oppositore che si trovava nei campi di concentramento”. Scrisse nel 1998 l’allora cardinale Ratzinger: “Il cardinale Stepinac non ha fatto politica. Ha rispettato lo stato quando e in quanto fu realmente stato. Seguì la linea formulata da sant’Ambrogio, il quale dice: ‘Ho sempre prestato la deferenza voluta e corretta agli imperatori, ma le cose di Dio non sono cose mie, non sono cose dell’imperatore, sono cose di Dio e devo rispettare e difendere quanto è di Dio’”.

Pubblicato sul Foglio venerdì 3 giugno 2011


Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 11:52
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L’attesa dell’episcopato per l’arrivo del Romano Pontefice in Croazia

Nelle famiglie cattoliche il futuro della Chiesa

Marin Srakić,
Arcivescovo di Ðakovo-Osijek Presidente della Conferenza episcopale

Al censimento del 2001 la Repubblica di Croazia aveva una popolazione pari a 4.437.460 abitanti, dei quali l’87,83 per cento si sono dichiarati cattolici, il 4,42 ortodossi, l’1,3 musulmani e il 5,21 agnostici e atei. La Conferenza episcopale croata (Cec), costituita nel 1993, è composta di ventiquattro vescovi membri, di cui tre sono emeriti. Esistono sedici Chiese locali e l’ordinariato militare. Le diocesi si situano in quattro province ecclesiastiche: Rijeka, Split, Zagreb e quella recentemente costituita di Ðakovo-Osijek, mentre l’arcidiocesi di Zadar è direttamente soggetta alla Santa Sede.
I vescovi svolgono la loro missione pastorale in collaborazione con i sacerdoti, religiosi e religiose. Il numero dei preti diocesani è di 1.592, quello dei religiosi 840 e quello delle religiose 3101. In alcune diocesi ci sono delle vocazioni sacerdotali sufficienti, mentre in altre si avverte una grande scarsità. Calano in particolare le vocazioni femminili.
Dopo la proclamazione della democrazia, cioè dal 1990, i laici possono formare varie associazioni e comunità, e adesso sono impegnati nella vita sociale ed ecclesiale. Una questione importante in cui la Chiesa è particolarmente attiva è la famiglia. Uno dei problemi fondamentali è la diminuzione delle nascite e l’invecchiamento demografico della popolazione. L’insegnamento della religione nelle scuole statali è un corso opzionale a ogni livello didattico, però quando esso viene scelto diventa obbligatorio, equiparato a tutti gli altri corsi scolastici. Un numero elevato di giovani allievi frequenta l’insegnamento della religione: il 92 per cento alle elementari e l’83 per cento alle medie superiori.
La Conferenza episcopale è in dialogo con le altre Chiese e comunità cristiane presenti nel Paese. A tal fine esistono La commissione episcopale della Cec per il dialogo con la Chiesa Ortodossa Serba e il consiglio della Cec per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Quanto ai rapporti tra Stato e Chiesa essi sono corretti e si basano sugli Accordi firmati tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia.
Proverbialmente leali sono i rapporti del popolo croato con la Santa Sede. Il beato Giovanni Paolo II, richiamando le parole del Papa Giovanni VIII, aveva accennato in un’occasione che una delle caratteristiche del popolo croato è l’amore e la lealtà verso la Chiesa Romana e verso la cattedra di Pietro come propria Madre «in cui gli antenati vostri hanno quietato la propria sete col’istruzione del magistero dolce dal sorgente limpido».
Nel corso della storia del popolo croato ci sono state sfide, tentazioni e pressioni pesanti. La minaccia più pesante è stata dopo la Seconda guerra mondiale, quando le autorità comuniste tentavano di allontanare la Chiesa da Roma cercando di far proclamare una Chiesa croata nazionale. Ma la Chiesa non ha mai vacillato, cosciente che i Croati non hanno perso l’identità e l’indipendenza grazie ai legami con la Chiesa cattolica romana e alla lealtà verso di essa, e che anzi, al contrario, tramite questo legame sono entrati nella comunità dei popoli europei.
I legami reciproci hanno raggiunto il culminte durante il pontificato di Giovanni Paolo II, che ha visitato il nostro Paese per tre volte. La voce della Santa Sede e di Papa Wojtyła si è sentita più volte venti anni fa. E questa voce era la più chiara, la più decisa, la più alta e la più determinante. La Santa Sede è stata tra i primi nel 1991 a riconoscere la Repubblica di Croazia come stato indipendente.
Lo stesso livello dei legami permane anche con il Benedetto XVI. Anche lui conosce molto bene la situazione nella quale vive la Chiesa croata e le condizioni attuali della vita della nazione. Gli incontri nella fede da lui presieduti riuniranno il passato con il presente, la transitorietà con l’eterno, il ricevere con il dare, rivelando così il significato della vita quotidiana concreta.
Come ragione principale della sua visita apostolica ai croati, il Pontefice ha citato nella sua risposta all’invito rivoltogli, la celebrazione dell’Incontro nazionale delle famiglie croate — che la Chiesa locale organizza per la prima volta — e la preghiera presso la tomba del beato cardinale martire Alojzije Stepinac. In questo modo ha posto in rilievo la chiave di lettura della visita.
La famiglia cristiana rappresenta il luogo dell’incontro delle relazioni naturali più profonde di ciascun uomo. Questa comunione viene nobilitata e trasfigurata dalla rivelazione e dalla verità cristiana. Il martirio rappresenta poi un’espressione più profonda delle relazioni sopranaturali. Sia l’uno che l’altro portano infine una potenza dell’amore trasfigurante che proviene dal dono di Cristo. L’uno e l’altro vengono permeati dalla gioia, che ritrova la sua sorgente ultima in Cristo.
Con la celebrazione del primo Incontro nazionale delle famiglie croate vorremmo porre l’attenzione della società, delle sue istituzioni legislative e dei suoi mezzi di comunicazione sul matrimonio e sulla famiglia come cellula vitale del popolo croato e di tutta la società.
Il consiglio per la famiglia e il consiglio per i giovani della Conferenza episcopale hanno preparato delle catechesi pratiche, come il testo-guida per gli incontri dei vari gruppi in preparazione alla visita del Papa. Durante questo itinerario, tutte le comunità parrocchiali e religiose hanno pregato e continuano a pregare per le famiglie e per i frutti spirituali della visita del Papa.
Come motto per il viaggio apostolico la Cec ha scelto «Insieme in Cristo». Esso esprime il bisogno della comunione a tutti i livelli e la causa intrinseca cristiana di essa: in Cristo. La comunione in Cristo rimanda alla natura della Chiesa, all’approfondimento dell’identità ecclesiale della famiglia e della vocazione cristiana, nonché all’essere più riconoscibili nella società a motivo del nostro impegno per il bene comune, grazie al dono di noi stessi e alla forza della croce.
Durante la visita il Pontefice avrà quattro incontri principali con i fedeli o i cittadini croati: tel Teatro nazionale di Zagabria sarà con gli esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale e imprenditoriale, con il corpo diplomatico e con i leader religiosi; nella piazza intitolata a Josip Jelačić — bano di Croazia dal 1848 ak 1859, noto soprattutto per aver abolito la servità della gleba — sarà con i giovani durante una veglia di preghiera. Momento culminante sarà la messa in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate. Poi, domenica pomeriggio sono in programma la celebrazione dei vespri con vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi, e la preghiera presso la tomba del beato Alojzije Viktor Stepinac nella cattedrale dell’Assunzione della beata Vergine Maria e di santo Stefano di Zagabria.
Benedetto XVI vuole stare vicino e insieme con noi nei momenti decisivi della nostra storia; è pronto a sostenerci nel nostro compito di rinnovamento della Chiesa e della società. La stessa visita del Papa è già un messaggio per noi e per tutta la Chiesa. La presenza del Pontefice e i suoi gesti sono un’immagine chiara della comunione e dell’unità, ma anche un invito a essere maggiormente Chiesa. Infatti, il Papa che viene da noi porta in sé tutta la Chiesa e il suo impegno in tutte le parti del mondo. In un periodo in cui predominano una certa apatia, svogliatezza, scetticismo, immobilità e stanchezza spirituale, quando nulla si riesce a far bene, il Papa, come padre di tutti i fedeli, con il suo amore ci conduce verso il largo da dove si può vedere un futuro sereno.

(©L'Osservatore Romano 3-4 giugno 2011)


Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 11:57
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PAPA: VISITA IN CROAZIA PER RILANCIARE FAMIGLIA E RADICI CRISTIANE

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 3 giu.

In tutta la Croazia c'e' "una grande attesa" per la visita di Benedetto XVI che arriva domani a Zagabria. "I giovani lo attendono con tanto entusiasmo", assicura ai microfoni della Radio Vaticana il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo della capitale croata e vice presidente dei vescovi europei, riferendo che "per le famiglie, sono state svolte delle speciali catechesi preparatorie" a partire dal motto del viaggio che e' 'Insieme in Cristo', scelto per ricordare a un Paese oggi esposto al rischio, come gli altri, di secolarizzazione, che "Cristo e' la roccia su cui ogni fedele, ogni famiglia cristiana deve costruire la propria casa per poter percorrere le vie della vita".
"La Croazia - rileva il cardinale Bozanic - e' aperta all'Unione Europea e si sta preparando ad entrarvi" ma come Chiesa "siamo anche consapevoli delle difficolta' e delle possibilita' che l'ingresso della Croazia nell'Unione Europea puo' comportare. Dinanzi a questo passo, ci sembra importante sottolineare la logica dello scambio: solo nella conoscenza reciproca della propria identita', cultura, storia e costumi, i popoli europei possono costruire insieme una casa comune". Secondo Bozanic, la sfida maggiore per la Chiesa in Croazia oggi e' "quella della secolarizzazione che e' sempre piu' presente nella nostra societa' e che mostra il suo influsso soprattutto sulle nuove generazioni". "La Chiesa - aggiunge - sente forte l'appello a dedicarsi alle famiglie, anch'esse colpite dalla cultura secolarizzata, e che in questo periodo appaiono colpite dalla mancanza di lavoro, in questa situazione di difficolta' sociali ed economiche generalizzate.
La nostra preoccupazione per le famiglie vuole giungere a sensibilizzare anche le istituzioni civili perche' sappiano intervenire a favore della famiglia, non solo a parole ma anche con veri interventi. La famiglia e' un'istituzione che va tutelata: nella famiglia risiede il futuro della Chiesa e della societa'".
Nell'intervista Bozanic ricorda anche che la Croazia "e' chiamata ad essere ponte per l'Europa" perche' qui "si incontrano e convivono sia persone che professano la fede cristiana - appartenenti o alla Chiesa cattolica o alla Chiesa ortodossa - sia persone che professano la religione musulmana, e' chiamata ad essere luogo di dialogo confessionale e interreligioso".
Con il suo viaggio, spiega il porporato, il Papa indichera' alla societa' croata il cardinale Aloise Stepinac, l'arcivescovo martire del comunismo beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998, come "un modello di fedelta' a Cristo, alla Chiesa, alla Santa Sede". Il beato Stepinac, ricorda Bozanic, "fu un vero pastore: lui si prodigo' per difendere i diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni popolo, per difendere chi era vittima di persecuzioni.
E' stato per noi e per la Chiesa un vivo testimone della speranza cristiana; con la sua vita ha saputo testimoniare la speranza cristiana che nasce dalla piena fiducia nella fedelta' di Dio, che porta alla vittoria del bene. Il Beato Stepinac fu anche uomo di coscienza: per non tradire la propria coscienza e venire meno alla parola data a Cristo e alla Chiesa, non cedette a nessun compromesso, accettando consapevolmente anche il martirio".
Quanto Benedetto XVI dira' in Croazia "si udira' anche al di fuori del Paese e attraversera' le frontiere d'Europa. Vorremmo che per lui questo viaggio sia di incoraggiamento per costruire il futuro e la societa' sui valori morali e spirituali fondamentali. Il Santo Padre partecipera' alla Giornata nazionale delle Famiglie cattoliche per incoraggiarle in questo difficile momento di crisi e inviare loro un messaggio di fede e di speranza", tiene a rilevare da parte sua l'arcivescovo di Spalato, monsignor Marin Barisic, intervistato dall'agenzia cattolica Ika. Proprio per l'importanza del viaggio ad accompagnare il Papa, oltre al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, tra gli altri ci saranno anche il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il nuovo sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, l'arcivescovo Giovanni Angelo Becciu al suo primo viaggio con tale incarico, e l'arcivescovo croato Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi. "I negoziati tra la Croazia e l'Unione europea durano gia' da sei anni; sono quasi finiti, sono stati completati 30 dei 35 capitoli, e pensiamo che si potrebbero concludere entro la fine di giugno. In questo caso l'accordo di adesione potrebbe essere firmato entro la fine dell'anno, tra ottobre e novembre. Alla firma segue la ratifica da parte di tutti i membri del Parlamento, che durera' all'incirca diciotto mesi; questo significa che la Croazia potrebbe diventare membro Ue verso la meta' del 2013. Pero' esiste il rischio che tutto venga posticipato. Il principale problema e' il capitolo 23 sui diritti umani e sul sistema giudiziario e molti altri criteri che bisogna soddisfare. Se questo capitolo verra' concluso si propone di introdurre in Croazia, fino al momento dell'adesione, il monitoraggio in quest'ambito; e questo si farebbe per la prima volta. Una cosa simile si e' fatta in Romania e in Bulgaria, ma solo dopo l'adesione", ricorda infine l'ambasciatore croato presso la Santa Sede Filip Vucak.
"Credo - sottolinea il diplomatico - che la Santa Sede abbia rapporti speciali con la Croazia. La Santa Sede e' stata tra i primi Paesi a riconoscere ufficialmente la Repubblica di Croazia e i croati lo hanno molto apprezzato. Oggi i rapporti tra i due Paesi sono molto buoni e lo testimoniano le tre visite di Giovanni Paolo II e adesso la quarta visita di Benedetto XVI: pochi Paesi sono stati visitati dai Papi cosi' spesso come la Croazia: la prima visita fu nel 1994 e adesso ci sara' la quarta". Inoltre "i presidenti e i premier croati sono stati piu' volte ricevuti in visita ufficiale presso la Santa Sede, l'ultima nell'ottobre del 2010 quando il nostro presidente ha visitato il Vaticano.
I rapporti tra la Chiesa cattolica di Croazia e lo Stato sono molto buoni grazie anche ai quattro accordi che regolano la restituzione alla Chiesa degli immobili requisiti durante il comunismo, le questioni che riguardano la scuola e l'educazione religiosa nelle scuole e la questione del vicariato militare. Dell'applicazione di questi accordi, firmati 12 anni fa, si occupa la commissione mista tra Chiesa e Stato. Nel periodo del comunismo, in Croazia c'erano solo i seminari, non c'erano scuole cattoliche; negli ultimi anni sono state fondate alcune scuole cattoliche e l'anno scorso anche l'Universita' Cattolica di Zagabria e questo e' stato molto apprezzato in Vaticano".
"Quando nel 1994 Giovanni Paolo II visito' la Croazia, fu una visita eccezionale, perche' si tratto' della prima visita in assoluto di un Papa nella storia del Paese. Nel 1994 la guerra in Croazia ancora non era finita e un quarto del Paese era ancora occupato. Il fronte di guerra era a soli 40 chilometri dall'ippodromo di Zagabria, dove il Papa tenne la celebrazione eucaristica davanti a 800.000 fedeli e dove anche questa volta sara' celebrata la Messa. La seconda visita del Papa, nel 1998, fu altrettanto importante: a Marija Bistrica, il piu' grande santuario mariano della Croazia, Giovanni Paolo II proclamo' beato il cardinale Stepinac, vittima del comunismo, condannato a 18 anni di prigionia e morto 10 anni piu' tardi mentre era agli arresti domiciliari. La terza visita, nel 2003, coincise con il 100esimo viaggio e noi fummo molto onorati di questo fatto. Nel corso di questo viaggio, il Papa visito' anche le citta' della costa adriatica: Rijeka, Zadar e Dubrovnik".
Dunque "nei suoi tre viaggi in Croazia Papa Wojtyla ha visitato praticamente tutte le piu' importanti regioni e citta' della Croazia", e ora il viaggio di Benedetto XVI rappresenta "un nuovo grande evento per i croati". Si stima, rivela l'ambasciatore Vucak, "che all'ippodromo di Zagabria ci saranno circa 400mila fedeli.
Nella principale piazza di Zagabria la sera del 4 giugno si terra' una veglia, cui parteciperanno circa 40mila giovani. Lo stesso giorno, nel Teatro Nazionale Croato si terra' l'incontro con politici e rappresentanti della vita culturale di Zagabria e col corpo diplomatico. Il 5 giugno si terra' un incontro con il clero e la preghiera serale nella cattedrale di Zagabria".

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+PetaloNero+
00sabato 4 giugno 2011 16:54

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (III)


INCONTRO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON I GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO LA CROAZIA


Questa mattina, nel corso del viaggio aereo verso la Croazia, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i giornalisti del Volo Papale. Pubblichiamo di seguito la trascrizione dell’intervista concessa dal Papa agli operatori dei media:


TESTO DELL’INTERVISTA

Domanda - Santità, lei è già stato altre volte in Croazia e il suo predecessore ha fatto ben tre viaggi in questo Paese. Si può parlare di una relazione particolare fra la Santa Sede e la Croazia? Quali sono i motivi e gli aspetti più significativi di questa relazione e di questo viaggio?

Santo Padre - Personalmente sono stato due volte in Croazia. La prima volta per i funerali del cardinale Šeper - mio predecessore alla Dottrina della Fede - che era un mio grande amico, perché era Presidente anche della Commissione Teologica, di cui sono stato membro. Perciò ho conosciuto la sua bontà, la sua intelligenza, il suo discernimento, la sua allegria. E questo mi ha dato anche un’idea della Croazia stessa, perché era un grande croato e un grande europeo. E poi sono stato, ancora una volta, invitato dal suo segretario particolare Čapek, anche lui un uomo di grande allegria e di grande bontà, per un simposio e per una celebrazione in un santuario mariano. Qui ho vissuto la pietà popolare, che è molto simile a quella delle mie terre, devo dire. E sono stato molto felice di vedere questa incarnazione della fede: una fede vissuta col cuore, dove il soprannaturale diventa naturale e il naturale è illuminato dal soprannaturale. E così ho visto e vissuto questa Croazia, con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla Santa Sede, e naturalmente con la precedente storia della Chiesa antica. Ho visto che c’è una fratellanza molto profonda nella fede, nella volontà di servire Dio per l’uomo, nell’umanesimo cristiano. In questo senso, mi sembra, c’è un collegamento naturale in questa vera cattolicità, che è aperta a tutti e che trasforma il mondo o vuol trasformare il mondo secondo le idee del Creatore.

Domanda - Santo Padre, la Croazia a breve si dovrebbe unire alle 27 nazioni che fanno parte dell’Unione Europea: però negli ultimi tempi, nel popolo croato è aumentato un certo scetticismo nei confronti dell’Unione. In questa situazione, Lei pensa di dare un messaggio di incoraggiamento ai croati, perché guardino verso l’Europa in una prospettiva non solo economica, ma anche culturale e con i valori cristiani?

Santo Padre - Io penso che la maggioranza dei croati pensa sostanzialmente con grande gioia a questo momento in cui si unisce all’unione Europea, perché è un popolo profondamente europeo. I cardinali sia Šeper, sia Kuharic, sia Bozanić, mi hanno sempre detto: "Noi non siamo Balcani, ma siamo Mitteleuropa". Quindi è un popolo che sta nel centro dell’Europa, della sua storia e della sua cultura. In questo senso – penso – è logico, giusto e necessario che entri. Penso anche che il sentimento prevalente sia quello di gioia, di stare dove storicamente e culturalmente la Croazia è stata sempre. Naturalmente si può capire anche un certo scetticismo se un popolo numericamente non grande entra in questa Europa già fatta e già costruita. Si può capire che forse c’è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte, di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia e della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica. Mi sembra che proprio questa possa essere anche una missione di questo popolo, che entra adesso: di rinnovare nell’unità la diversità. L’identità europea è un’identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani. Perché questo sia di nuovo visibile e efficiente, mi sembra sia proprio anche una missione dei croati che entrano adesso di rafforzare, contro un certo razionalismo astratto, la storicità delle nostre culture e la diversità, che è la nostra ricchezza. In questo senso incoraggio i croati: il processo di entra in Europa è un processo reciproco di dare e di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia, con la sua capacità umana ed economica, e riceve naturalmente, anche allargando così l’orizzonte e vivendo in questo grande commercio non solo economico, ma soprattutto anche culturale e spirituale.

Domanda - Molti croati speravano che in occasione del suo viaggio potesse avvenire la canonizzazione del beato cardinale Stepinac: qual è per lei l’importanza oggi della sua figura?

Santo Padre - Il cardinale era un grande pastore e un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare. Io direi che era la sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti, ma che erano entrambe antiumaniste: prima il regime ustascia, che sembrava adempiere il sogno dell’autonomia e dell’indipendenza, ma in realtà era un’autonomia che era una menzogna perché strumentalizzata da Hitler per i suoi scopi. Il cardinale Stepinac ha capito molto bene questo e ha difeso l’umanesimo vero contro questo regime, difendendo serbi, ebrei, zingari; ha dato – diciamo - la forza di un vero umanesimo, anche soffrendo. Poi c’è stata la dittatura contraria del comunismo, dove di nuovo ha lottato per la fede, per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanismo che è dipendente dalla presenza di Dio: solo l’uomo è immagine di Dio e l’umanesimo fiorisce. Così era - diciamo – il suo destino: lottare in due lotte diverse e contrastanti e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana, è un grande esempio non solo per i croati, ma per tutti noi.

















VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (I)





LA PARTENZA DA ROMA


Ha inizio questa mattina il 19° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI che lo porta in Croazia, in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate.

L’aereo con a bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - parte dall’aeroporto di Fiumicino (Roma) alle ore 9.30. L’arrivo all’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagreb è previsto per le ore 11.



TELEGRAMMA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre Benedetto XVI fa pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, On.le Giorgio Napolitano, il seguente messaggio telegrafico:

A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA

MI È CARO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE UN DEFERENTE SALUTO NEL MOMENTO IN CUI LASCIO ROMA PER RECARMI IN CROAZIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE E MENTRE INVOCO SULL’INTERA NAZIONE ITALIANA COPIOSI DONI DI LUCE E SAPIENZA AFFINCHÉ CONTINUI A RICONOSCERE L’ISTITUTO FAMILIARE CELLULA FONDAMENTALE DELLA SOCIETÀ SOSTENENDOLO CON ADEGUAI INTERVENTI PORGO A LEI ED AI SUOI COLLABORATORI FERVIDI AUGURI DI PROFICUO IMPEGNO A SERVIZIO DEL POPOLO ITALIANO A CUI INVIO LA MIA BENEDIZIONE

BENEDICTUS PP. XVI












VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (II)





CERIMONIA DI BENVENUTO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE "PLESO" DI ZAGREB




All’arrivo all’aeroporto internazionale di Zagreb, previsto per le ore 11, il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica di Croazia, Prof. Ivo Josipović, dall’Arcivescovo di Zagreb, Card. Josip Bozanić, e dal Presidente della Conferenza Episcopale Croata, S.E. Mons. Marin Srakić, Arcivescovo di Đakovo-Osijek. Con il Nunzio Apostolico S.E. Mons. Mario Roberto Cassari sono presenti inoltre i Vescovi della Croazia, alcune Autorità civili e un gruppo di fedeli.
Nel corso della cerimonia di benvenuto, in risposta al saluto del Presidente della Repubblica Prof. Ivo Josipović, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Gospodine Predsjedniče Republike Hrvatske,
časna braćo u biskupstvu,
poštovana gospodo predstavnici vlasti,
draga braćo i sestre!

S velikom radošću dolazim među vas kao hodočasnik u ime Isusa Krista. Srdačno pozdravljam ljubljenu hrvatsku zemlju i, kao nasljednik apostola Petra, velikim zagrljajem grlim sve njezine stanovnike. [Signor Presidente della Repubblica, venerati Fratelli nell’Episcopato, distinte Autorità, cari fratelli e sorelle! Con profonda gioia vengo in mezzo a voi come pellegrino, nel nome di Gesù Cristo. Rivolgo il mio più cordiale saluto all’amata terra croata e, quale successore dell’apostolo Pietro, stringo in un grande abbraccio tutti i suoi abitanti.] Saluto in particolare la Comunità cattolica: i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, specialmente le famiglie di questa terra, fecondata dall’annuncio del Vangelo, speranza di vita e di salvezza per ogni uomo. Rivolgo un deferente saluto a Lei, Signor Presidente della Repubblica, e alle altre Autorità civili e militari qui convenute. La ringrazio, Signor Presidente, per le cortesi parole che mi ha indirizzato, e formulo ogni miglior auspicio per l’alto incarico a Lei affidato e per la pace e la prosperità dell’intera Nazione.

Desidero in questo momento ricongiungermi idealmente alle tre visite pastorali compiute in Croazia dal mio amato predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, e ringraziare il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega il vostro Paese alla Santa Sede. Possiamo contare oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose. Questa storia è testimonianza eloquente dell’amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa. Fin dalle origini, la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli. Le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di "spazi del privato", richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell’identità del vecchio Continente. A vent’anni dalla proclamazione dell’indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell’Unione Europea, la storia passata e recente di questo vostro Paese può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l’intera compagine, a conservare e a ravvivare l’inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Possa così questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione, contribuire a far sì che l’Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale.

Con il motto "Insieme in Cristo", cari fratelli e sorelle, giungo a voi per celebrare la 1ª Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Questo importante momento sia occasione per riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l’unità, ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarietà sociale.

Već sad iskreno zahvaljujem svima koji su sudjelovali u pripravi i organizaciji moga posjeta. Pred današnjim izazovima za Crkvu i civilno društvo, zazivam na ovu zemlju i na sve njezine stanovnike, zagovor i pomoć blaženoga Alojzija Stepinca, Pastira kojega vaš narod voli i štuje. Neka prati mlade naraštaje da žive u ljubavi koja je potaknula Gospodina Isusa Krista da svoj život daruje za sve ljude. Sveti Josip, brižni čuvar Otkupitelja i nebeski zaštitnik vašega naroda, zajedno s Djevicom Marijom, „Najvjernijom Odvjetnicom Hrvatske", neka vam danas i uvijek isprose mir i spasenje. Hvala! [Ringrazio sentitamente fin da ora tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione e all’organizzazione della mia visita. Dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la società civile, invoco su questa terra e su quanti vi abitano l’intercessione e l’aiuto del Beato Alojzije Stepinac, Pastore amato e venerato dal vostro popolo. Possa egli accompagnare le giovani generazioni a vivere in quella carità che spinse il Signore Gesù Cristo a donare la vita per tutti gli uomini. San Giuseppe, custode premuroso del Redentore e celeste Patrono della vostra Nazione, insieme con la Vergine Maria, "Fidelissima Advocata Croatiae", vi ottenga oggi e sempre pace e salvezza. Grazie!]




VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA

Alle ore 11.45, al termine della cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale "Pleso", il Santo Padre Benedetto XVI si reca in auto al Palazzo Presidenziale di Zagreb ove, alle ore 12.15, ha luogo la visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Croazia, S.E. il Prof. Ivo Josipović.
Al Suo arrivo, il Papa è accolto dal Presidente che Lo attende all’ingresso del Palazzo. Quindi, raggiunto lo studio privato, dopo lo scambio dei doni, il Santo Padre e il Presidente della Repubblica di Croazia si intrattengono in colloquio privato.
L’incontro si conclude con la presentazione della famiglia del Presidente e delle rispettive Delegazioni.
Al termine della visita di cortesia, il Papa si trasferisce in auto alla Nunziatura Apostolica di Zagreb.



INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL GOVERNO NELLA NUNZIATURA APOSTOLICA DI ZAGREB

Alle ore 13.30, nella Nunziatura Apostolica di Zagreb, ha luogo l’Udienza al Presidente del Governo, Sig.ra Jadranka Kosor.
Al suo arrivo, il Presidente del Governo viene accolta dal Cardinale Segretario di Stato e dal Nunzio Apostolico che la accompagnano nella biblioteca della Nunziatura dove ha luogo un breve colloquio in attesa dell’arrivo del Papa.
Quindi il Santo Padre Benedetto XVI e il Presidente del Governo Sig.ra Jadranka Kosor, si intrattengono in colloquio privato.
L’incontro si conclude con la Firma del Libro d’oro della Presidenza del Governo e con la presentazione dei familiari e dei più stretti collaboratori.
Al termine dell’Udienza, il Santo Padre pranza in Nunziatura con i membri del Seguito papale.
Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 21:14
Dal blog di Lella...

Il Papa a Zagabria: la Croazia aiuti l’Europa a ravvivare i valori cristiani

Il Papa è arrivato a Zagabria poco prima delle 11.00 per il suo 19.mo viaggio apostolico internazionale. La visita, che durerà due giorni, avviene in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate.
Nel suo discorso durante la cerimonia di benvenuto ha ringraziato il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega questo Paese alla Santa Sede. “Possiamo contare – ha detto - oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose. Questa storia è testimonianza eloquente dell’amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa. Fin dalle origini, la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli”.

Benedetto XVI ha quindi sottolineato che “le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di ‘spazi del privato’, richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell’identità del vecchio Continente. A vent’anni dalla proclamazione dell’indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell’Unione Europea – ha proseguito - la storia passata e recente di questo vostro Paese può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l’intera compagine, a conservare e a ravvivare l’inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Possa così questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione, contribuire a far sì che l’Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale”.

Il Papa ha quindi ricordato il motto del viaggio “Insieme in Cristo” e la 1ª Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. “Questo importante momento – ha esortato - sia occasione per riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l’unità, ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarietà sociale”. Quindi, dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la società civile, ha invocato sulla Croazia e su quanti vi abitano l’intercessione e l’aiuto del Beato Alojzije Stepinac, Pastore amato e venerato da questo popolo. “Possa egli accompagnare le giovani generazioni – ha concluso - a vivere in quella carità che spinse il Signore Gesù Cristo a donare la vita per tutti gli uomini”.

© Copyright Radio Vaticana


Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 21:15
Dal blog di Lella...

Ratzinger: Ingresso Croazia nell'Ue logico, giusto e necessario

Papa Benedetto XVI è a Zagabria. Il Paese dei Balcani spera di portare a termine i negoziati a fine giugno

Zagabria, 4 giu. (TMNews)

L'ingresso della Croazia nell'Ue è "logico, giusto e necessario": lo ha dichiarato Benedetto XVI ai giornalisti che l'accompagnavano in aereo nel viaggio a Zagabria, dove si trova oggi e domani in visita.
"Penso che la maggioranza dei croati guardi con grande gioia" alla prospettiva dell'adesione all'Unione Europea, ha aggiunto il pontefice. La Croazia spera di portare a termine alla fine del mese i negoziati con l'Ue per un'adesione effettiva a metà del 2013.
Il pontefice è atterrato intorno alle 10.45 a Zagabria per una visita di due giorni, in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate. Quello in Croazia è il suo 19esimo viaggio internazionale. Al suo arrivo, Ratzinger è stato accolto dal presidente croato Ivo Josipovic.
Per oggi sono in agenda incontri con esponenti della società civile, del mondo politico e della cultura, prima di un incontro con i giovani croati nella grande piazza della capitale. Il viaggio del pontefice a Zagabria è dedicato a riaffermare la centralità dei valori cristiani troppo occultati secondo il pontefice dal secolarismo del mondo moderno.
La visita pastorale, la prima nel paese sull'Adriatico, vuole anche rassicurare i croati circa la saggezza dell'ingresso nell'Ue, in un paese duramente colpito dalla crisi economica. Una parte dell'opinione pubblica croata e della Chiesa cattolica locale nutre ancora risentimento verso l'Europa per la freddezza con cui fu accolta all'inizio della guerra della ex Jugoslavia la proclamazione dello Stato croato (che il Vaticano fu il primo a riconoscere nel 1992), nel conflitto che oppose Zagabria ai serbi fino al 1995.
Oggi Benedetto XVI di fronte ai giovani e al mondo della cultura, ribadirà la vocazione naturale della Croazia a diventare il 28esimo paese europeo senza rinnegare i suoi valori cristiani.
Domani mattina il momento clou del viaggio: la grande "festa delle famiglie" nell'ippodromo di Zagabria, occasione di difesa della famiglia tradizionale. Papa Ratzinger inoltre si raccoglierà sulla tomba del cardinale Alojzije Stepinac, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998(nonostante le polemiche sul suo ruolo giudicato troppo accondiscendente verso il regime filonazista degli Ustascia croati alla fine della seconda guerra mondiale).

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Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 21:16
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Papa/ Benedetto XVI in Croazia: Individualismo segna cultura oggi

"Testimoniare i valori morali, vita non è senza obblighi"

Roma, 4 giu. (TMNews)

La cultura contemporanea è "segnata dall'individualismo" ed è per questo che è fondamentale "testimoniare valori morali". Lo ha detto papa Benedetto XVI parlando a Zagabria in occasione del suo viaggio apostolico che è iniziato oggi. Davanti al presidente croato Ivo Josipovic il Pontefice ha ribadito che "le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di spazi del privato, richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell'identità del vecchio Continente".
Benedetto XVI ha sottolineato poi di volersi "ricongiungere idealmente alle tre visite pastorali compiute in Croazia dal mio amato predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, e ringraziare il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega il vostro Paese alla Santa Sede". "Possiamo contare - ha concluso - oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose".

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Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 21:35
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La Croazia delle famiglie accoglie il Papa

Salvatore Mazza

Un «evento» a cui guardare «con grande gratitudine».
Un’«occasione importante» per rendere «più viva la nostra risposta cristiana, per essere veri testimoni della fede, mossi dalla speranza e dalla carità».
Tanto più necessaria, questa risposta, in una Croazia protesa verso l’Europa e sollecitata da una parte dalle sfide della secolarizzazione, ma, nello stesso tempo, chiamata a «essere ponte» in quella «regione del continente in cui si incontrano e convivono sia persone che professano la fede cristiana, cattolici e ortodossi, sia persone che professano la religione musulmana».
Il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria, inquadra in questo modo la visita pastorale che Benedetto XVI si appresta a compiere, oggi e domani, in Croazia. Sottolineando, in due interviste – alla Radio Vaticana e a L’Osservatore Romano – il significato del motto scelto per l’occasione, "Insieme in Cristo": con esso, di fronte a quelle esigenze, si ricorda appunto che «Cristo è la roccia su cui ogni fedele, ogni famiglia cristiana deve costruire la propria casa per poter percorrere le vie della vita».
Non è un caso, a questo riguardo, che il viaggio di papa Ratzinger coincida con la chiusura della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche. «Ogni visita pastorale del Papa – hanno scritto i vescovi croati in un messaggio ai fedeli – porta la speranza, fa tornare la fierezza, risveglia la forza interiore, incoraggia e fortifica il senso del valore e della nobiltà che esiste nel nostro popolo». Per questo, ancora, insieme con le famiglie è alla pastorale giovanile che la Chiesa croata ha dedicato, nella preparazione dell’appuntamento col Pontefice, attenzioni ed energie; e proprio l’incontro con i giovani, in programma stasera, sarà l’altro momento centrale della visita di Benedetto XVI. Giovani, ha sottolineato ancora Bozanic, che «appartengono, per lo più, alle generazioni nate dopo la caduta del regime comunista» e dunque «condividono la stessa realtà degli altri giovani europei, ma sono anche molto sensibili ai valori spirituali e alle iniziative della Chiesa, sentono che la Chiesa è la loro casa, che dà loro spazio e si occupa di loro».
Anche per questo, per rafforzare questi sentimenti in particolare nelle nuove generazioni, il Papa indicherà alla società croata il cardinale Alojzije Viktor Stepinac – l’arcivescovo martire del comunismo beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998 – come «un modello di fedeltà a Cristo, alla Chiesa, alla Santa Sede». Il beato Stepinac, ricorda Bozanic, «fu un vero pastore: lui si prodigò per difendere i diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni popolo, per difendere chi era vittima di persecuzioni. È stato per noi e per la Chiesa un vivo testimone della speranza cristiana; con la sua vita ha saputo testimoniare la speranza cristiana che nasce dalla piena fiducia nella fedeltà di Dio, che porta alla vittoria del bene».
Alla veglia di questa sera, in programma nella piazza principale di Zagabria, le autorità prevedono la partecipazione di circa quarantamila giovani, a chiudere una giornata in cui Benedetto XVI, nel Teatro nazionale croato, incontrerà il mondo politico, i rappresentanti della vita culturale della capitale croata e il corpo diplomatico e avrò udienze private col presidente della Repubblica e col presidente del Governo.
Domani la giornata di papa Ratzinger inizierà all’ippodromo, dove celebrerà la Messa in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate nell’ippodromo di Zagabria e si concluderà, dopo il pranzo con anche un incontro con i vescovi e il clero, con la celebrazione dei vespri e la preghiera sulla tomba del beato Stepinac nella Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e di Santo Stefano di Zagabria.

© Copyright Avvenire, 4 giugno 2011


Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 23:41
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All’arrivo nella capitale gli incontri con le autorità politiche

Terra di antica cristianità

Nicola Gori

È una città europea, ricca di una profonda tradizione cristiana, ad accogliere stamane Benedetto XVI per il suo primo viaggio oltre i confini italiani in questo 2011. Il Papa è infatti da poche ore nella capitale della Croazia. Quasi un ritorno, il suo, più che un arrivo. Ha familiarità con questa terra.
C’è stato due volte da cardinale e oggi torna da Pontefice. Torna in un momento particolarmente importante per il Paese. A vent’anni dalla conquistata indipendenza, si trova a gestire i risvolti di una crisi che ha gli stessi scuri contorni di quella che attanaglia il resto d’Europa, dalla quale però è ancora divisa. È infatti in attesa di integrarsi completamente con il resto del continente attraverso l’ingresso nell’Unione.
Quando l’aereo atterra all’aeroporto internazionale «Pleso» sono circa le 11 di sabato 4 giugno. In questa terra slava il Papa è venuto in primo luogo per confermare nella fede le famiglie cattoliche che celebrano la loro Giornata nazionale. A sottolineare la particolare importanza di questo viaggio pastorale, tra le personalità che accompagnano il Papa, oltre al cardinale Bertone, segretario di Stato, e all’arcivescovo Becciu, nuovo sostituto della Segreteria di Stato, alla sua prima uscita ufficiale, figura il cardinale Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Sono l’arcivescovo Cassari, nunzio apostolico, e il capo del Protocollo, a salire sull’aereo per dare al Papa il benvenuto in terra croata. Ad attendere Benedetto XVI per la cerimonia ufficiale ai piedi della scaletta sono Ivo Josipović, presidente della Repubblica dal gennaio 2010, il cardinale Bozanić, arcivescovo di Zagrabia, l’arcivescovo Srakić, presidente della Conferenza episcopale croata, alcuni vescovi, autorità civili e qualche centinaio di fedeli. E mentre il Pontefice con il presidente si dirigono verso il podio una famiglia con bambini, in abiti tradizionali, offre dei fiori. Dopo il saluto alla bandiera e l’esecuzione degli inni nazionali e il benvenuto del capo dello Stato, Benedetto XVI tiene il suo discorso; poi, attraverso due ali di bambini festanti, il trasferimento al Palazzo presidenziale per la visita di cortesia. Il Papa è accolto dal presidente Josipović, con cui si intrattiene a colloquio privato per trentacinque minuti. Benedetto XVI dona al capo dello Stato un Codices cantorum, un volume che illustra i manoscritti miniati della Cappella Sistina. Regalo molto gradito, poiché il presidente è autore di una cinquantina di opere di musica classica contemporanea ed è stato professore all’Accademia musicale. Questi da parte sua dona al Papa una riproduzione di un organo del 1649. Al termine, il Pontefice si reca nella nunziatura apostolica, dove lo attende Jadranka Kosor, presidente del Governo, che viene accolta dal cardinale Bertone e dal nunzio Cassari.
Dopo il colloquio privato con la signora Kosor il Papa le regala un trittico di medaglie del pontificato e firma il Libro d’oro della presidenza del Governo. Infine, nella sede della rappresentanza pontificia, il Papa pranza con i membri del suo Seguito, del quale fanno parte, tra gli altri, l’arcivescovo Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, di origine croata; i monsignori Gänswein, segretario di Benedetto XVI, Xuereb, della segreteria particolare, Braida, capo ufficio della Segreteria di Stato, Marini, maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, con i cerimonieri Krajewski e Peroni; il medico personale del Papa, Polisca, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, il gesuita Lombardi, l’organizzatore dei viaggio internazionali del Pontefice, Gasbarri, e il direttore del nostro giornale. Fuori nella piazza Josip Jelačić, circondata dai palazzi liberty, il palco è pronto per la veglia serale di preghiera con i giovani.

(©L'Osservatore Romano 5 giugno 2011)


Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 23:42
Dal blog di Lella...

Papa:Se coscienza è fatto soggettivo a rischio qualità democrazia

"Va riscoperta quale luogo dell'ascolto della verità e del bene"

Roma, 4 giu. (TMNews)

Secondo Benedetto XVI il tema della coscienza "è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale".
Incontrando a Zagabria le autorità civili e religiose locali il papa ha affermato che "le grandi conquiste dell'età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi".
A giudizio del pontefice "la qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto 'critico' che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all'ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell'Occidente non ha rimedio e l'Europa è destinata all'involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell'ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità - che è la forza contro ogni dittatura - allora c'è speranza per il futuro".

© Copyright TMNews


Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 23:43
Dal blog di Lella...

PAPA IN CROAZIA: ENTRANDO IN UE PAESE CONTRIBUISCA A DIFESA VALORI

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

La Croazia che "fin dalle origini appartiene all'Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l'identita' personale e nazionale dei suoi figli: forte di questa sua ricca tradizione possa contribuire a far si' che l'Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale". Lo ha auspicato il Papa nel discorso pronunciato all'aeroporto internazionale di Zagabria, dove e' arrivato questa mattina.
"A vent'anni dalla proclamazione dell'indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell'Unione Europea, la storia passata e recente della Croazia - ha spiegato - puo' costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l'intera compagine, a conservare e a ravvivare l'inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani.
Per Bendetto XVI, che per il suo saluto ha utilizzato oggi le lingue croata e italiana, "le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilita', e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di 'spazi del privato', richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell'identita' del vecchio Continente".
Anche durante il viaggio aereo, rispondendo ai giornalisti il Pontefice si e' riferito all'imminente ingresso della Croazia nella Ue.
"Io penso - ha detto - che la maggioranza dei croati pensa essenzialmente con grande gioia a questo momento dove si unisce all'Unione Europea, perche' e' un popolo profondamente europeo". In proposito Benedetto XVI ha citato i vesocovi locali che dicono "non siamo Balcani siamo Mittleuropa". Si tratta, ha spiegato, di "un popolo che gia' sta nel centro dell'Europa della sua storia, della sua cultura, in questo senso penso che e' logico, giusto e necessario che entri, anche penso che il sentimento prevalente e' quello di gioia, di stare dove storicamente e culturalmente la Croazia sta da sempre".
"Naturalmente - ha aggiunto - si puo' capire anche un certo scetticismo se un popolo numericamente non grande entra in questa Europa gia' fatta gia' costruita e si puo' capire che c'e' forse paura di un burocratismo centralistico troppo forte di una cultura nazionalistica che non tiene sufficientemente conto della storia e della ricchezza della storia, anche della ricchezza della diversita' storica".
"Mi sembra proprio - ha poi concluso il Papa teologo - che questa possa essere anche una missione di questi popoli che entrano adesso di rilevare nell'unita' la diversita', l'identita' europea e' un'identita' proprio nella ricchezza dell diverse culture che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani perche' questo sia di nuovo visibile ed efficiente mi sembra e' proprio anche una missione che i croati tentano adesso per rafforzare contro un certo razionalismo astratto la storicita' delle nostre culture e la diversita' che e' la nostra ricchezza in questo senso incoraggio i croati: il processo di entrare in Europa e' un processo reciproco di dare e di ricevere".
Infatti, "anche la Croazia da con la sua storia con la sua capacita' umana ed economica e riceve naturalmente anche allargando cosi' l'orizzonte e vivendo in questo grande commercio non solo economico ma anche soprattutto anche culturale e spirituale".

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PAPA IN CROAZIA: VALORI DELLA FAMIGLIA RAFFORZANO LA SOCIETA'

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

Nella societa' di oggi, occorre "riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l'unita', ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarieta' sociale". Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo discorso all'aeroporto internazionale di Zagabria.
"Con il motto 'Insieme in Cristo', cari fratelli e sorelle, giungo a voi per celebrare - ha detto il Papa rivolto alle autorita' civili e religiose presenti e ai gruppi di studenti ammessi sulla pista dell'aeroporto per salutarlo - la prima Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate".

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PAPA IN CROAZIA: VENGO IN MEZZO A VOI COME PELLEGRINO

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

"Vengo in mezzo a voi come pellegrino, nel nome di Gesu' Cristo. Rivolgo il mio piu' cordiale saluto all'amata terra croata e, quale successore dell'apostolo Pietro, stringo in un grande abbraccio tutti i suoi abitanti". Lo ha detto il Papa nel discorso di saluto pronunciato all'aeroporto di Zagabria subito dopo il suo arrivo in Croazia. "Ringrazio sentitamente fin da ora - ha aggiunto Benedetto XVI rivolto alle autorita' civili e religiose presenti - tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione e all'organizzazione della mia visita". "San Giuseppe, custode premuroso del Redentore e celeste Patrono della vostra Nazione, insieme con la Vergine Maria, 'Fidelissima Advocata Croatiae', vi ottenga oggi e sempre pace e salvezza". Poco prima, rispondendo ai giornalisti sull'aereo che lo portava a Zagabria, il Papa ha ricordato di essere gia' stato due volte in Croazia. "La prima volta - ha rivelato - per il funerale del cardinale croato Franjo Seper" suo predecessore alla Congregazione per la Dottrina della Fede e, ha tenuto ad aggiungere Ratzinger, "grande amico" perche' era anche presidente della Commissione teologica della quale l'allora professore di teologia di Tubinga e Ratisbona era membro. "Ho conosciuto cosi' - ha raccontato il Papa - la sua bonta' la sua intelligenza il suo discernimento, la sua allegria e questo mi ha dato anche l'idea della Croazia stessa, un grande croato, un grande europeo".
Successivamente, il cardinale Ratzinger torno' in Croazia "per un simposio e per una celebrazione in un santuario mariano". Cosi', ha confidato ai giornalisti, "ho vissuto la pieta' popolare che e' molto simile a quella delle mie terre". "Devo dire - ha concluso sempre citando il suo precedente viaggio - che sono stato molto felice di vedere questa incarnazione della fede, una fede vissuta col cuore, dove il soprannaturale diventa naturale e il naturale e' illuminato dal soprannaturale".
Benedetto XVI gia' conosce dunque una Croazia che "con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla Santa Sede" testimonia anche oggi "una fratellanza molto profonda nella fede nella volonta' di servire Dio per l'uomo, nell'umanesimo cristiano". "In questo senso - ha poi concluso - mi sembra ci sia un collegamento naturale in questa vera cattolicita' che e' aperta a tutti e che trasforma il mondo, e che vuol trasformare il mondo secondo le idee del creatore".

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Paparatzifan
00sabato 4 giugno 2011 23:58
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PAPA IN CROAZIA: RICORDA L'ARCIVESCOVO MARTIRE STEPINAC

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

"Dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la societa' civile, invoco su questa terra e su quanti vi abitano l'intercessione e l'aiuto del Beato Aloisio Stepinac, pastore amato e venerato dal vostro popolo".
Lo ha detto il Papa nel discorso pronunciato all'aeroporto di Zagabria, prima tappa della visita pastorale in Croazia, evocando la figura dell'arcivescovo martire del comunismo (dopo essere stato un oppositore del regime fascista degli Ustascia) beatificato da Giovanni Paolo II. "Possa egli - ha invocato Papa Ratzinger - accompagnare le giovani generazioni a vivere in quella carita' che spinse il Signore Gesu' Cristo a donare la vita per tutti gli uomini".
Il Pontefice ha ricordato la figura del beato Stepinac anche durante il viaggio aereo da Roma. "Il cardinale - ha spiegato - era una grande pastore un grande cristiano e cosi' anche un uomo di un umanesimo esemplare".
In particolare Ratzinger ha sottolineato la singolarita' della "sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti ma erano due dittature antiumanistici". "Prima - ha ricordato Benedetto XVI - il regime ustascia che sembrava adempiere il sogno dell'autonomia dell'indipendenza, ma in realta' era un'autonomia che era una menzogna che era strumentalizzata da Hitler per i suoi scopi e il cardinale Stepianc ha capito molto bene questo e ha difeso l'umanesimo vero contro questo regime difendendo serbi, ebrei, zingari?ha dato diciamo la forza del vero umanesimo anche soffrendo". "E poi - ha continuato il Papa tedesco - la dittatura contraria del comunismo dove di nuovo ha lottato per la fede per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanesimo che e' dipendente dalla presenza di Dio, solo l'uomo e' immagine di Dio, in questo modo l'umanesimo fiorisce". Insomma il porporato ha dovuto "lottare in due lotte diverse contrastanti, e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana e' il grande esempio non solo per i croati ma per tutti noi".
La beatificazione di Stepinac e' stata oggetto di contestazioni da parte dei nazionalisti serbi e di esponenti ex comunisti che rimproverano al cardinale croato un iniziale appoggio al dittatore Ante Pavelic che nella primavera del 1941, fondo' con l' appoggio degli italiani e dei tedeschi il Regno croato. In effetti, l'allora arcivescovo di Zagabria e primate di Croazia, ritenne doveroso associarsi al sentimento di gioia dei suoi concittadini per un evento che li liberava dal giogo di Belgrado e cosi' fece visita al Poglavnik, accetto' la carica di cappellano generale delle forze armate, indosso' sulla tonaca vescovile il simbolo della maggiore decorazione croata.
Ma i suoi rapporti con Pavelic, ricostruisce lo storico ed ex diplomatico italiano Sergio Romano, "cominciarono a incrinarsi quando Stepinac constato' che la macchina poliziesca dello Stato croato stava trattando i serbi con inaudita ferocia. La scelta, per i poveri contadini della Krajna e della Slavonia, era l' annientamento (nei pressi di Mostar, ad esempio, settecento donne, ragazze e bambini furono gettati in un precipizio) o la conversione". In quelle drammatiche circostanze, continua Romano, "Stepinac tento' di mitigare, intervenendo su Pavelic, la crudelta' della repressione, ma si scontro' con il crescente fastidio del Poglavnik". E quando apprese che il regime si preparava a una nuova ondata di violenze contro gli ebrei, Stepinac scrisse a Pavelic che la Chiesa "non teme alcun potere al mondo quando occorre difendere i diritti elementari degli esseri umani".
I rapporti di Stepinac con Tito dopo la fine della guerra, ricorda ancora Sergio Romano, "furono altrettanto difficili. Il maresciallo chiese alla Santa Sede, attraverso il nunzio a Belgrado, di sostituire l' arcivescovo con un altro prelato, ma si scontro' con l' orgoglioso rifiuto della Chiesa. Stepinac fu arrestato il 18 settembre 1946, trasportato in un tribunale il 30 dello stesso mese, dileggiato da una claque ostile, accusato di complicita' con il regime di Pavelic e condannato undici giorni dopo a sedici anni di carcere.
Venne liberato nel 1951, ma gli fu impedito di riprendere possesso della sua diocesi; e Pio XII, per tutta risposta, fece di lui un cardinale. Nei mesi seguenti Tito ruppe le relazioni con la Santa Sede e assoggetto' le gerarchie cattoliche jugoslave a una sorta di sospettosa liberta' vigilata. Stepinac mori' a Zagabria nel 1960".
L'ex ambasciatore italiano non fa cenno al "giallo" sulla fine del cardinale croato, che secondo fonti cattoliche potrebbe essere stato avvelenato in quanto le sue condizioni si aggravarono in modo repentino e poi il regime comunista impedi' che fosse praticaat l'autopsia sul corpo, distruggendone anzi gli organi per ufficialmente per impedire che diventassero oggetto di venerazione.
Di certo, l'arcivescovo Stepinac, che aveva fatto pubblicare una lettera collettiva dell'episcopato croato contro le ingiustizie subite dalla Chiesa, fu arrestato il 18 settembre 1946 e subi' un processo-farsa con false testimonianze e calunnie, concluso da una condanna a sedici anni di lavori forzati ed alla perdita dei diritti civili. Fu rinchiuso nel carcere di Lepoglava in completo isolamento, fino al 5 dicembre 1951 quando venne confinato nel villaggio natio di Krasic, sorvegliato dalla polizia, ospitato nella parrocchia, senza esercitare il ministero episcopale. Il 12 gennaio 1953 papa Pio XII lo cre� cardinale, deplorando pubblicamente il regime che gli impediva di recarsi a Roma per la cerimonia. Intanto la malattia contratta nel carcere era esplosa in tutta la sua virulenza, con diversi disturbi: trombosi alle gambe, catarro bronchiale, polycitemia rubra vera, infiammazioni, forti dolori causati da un grosso calcolo alla vescica. Lo stato generale si aggravo' e inaspettatamente il cardinale mori' il 10 febbraio 1960, pregando per i suoi persecutori; dopo la sua morte, la polizia ordino' che tutti i suoi organi venissero distrutti dopo l'autopsia, per evitare ogni forma di culto. Con un permesso speciale del governo, il 13 febbraio 1960, vennero solennemente celebrati i suoi funerali, nella cattedrale di Zagabria, presente l'intero episcopato jugoslavo e il clero e da allora inizio' un pellegrinaggio ininterrotto alla sua tomba nella cattedrale, numerose grazie sono attribuite alla sua intercessione. Il processo per la sua beatificazione fu iniziato a Roma il 9 ottobre 1981, conclusasi con la solenne beatificazione celebrata da iovanni Paolo II il 3 ottobre 1998, nel santuario di Marija Bistrica. Avventuroso era stato anche il cammino che aveva portato Stepinac al sacerdozio. Lasciato il seminario, nel 1916, venne arruolato nell'esercito austriaco e come ufficiale fu inviato sul fronte italiano a combattere nella prima guerra mondiale. Fu fatto prigioniero dagli italiani nel luglio 1918, fu rilasciato nel dicembre successivo a fine guerra; fu in seguito volontario nella Legione Jugoslava e inviato a Salonicco, rientrando in Croazia nella primavera del 1919 per frequentare a Zagabria la Facolta' di Agronomia. Nel 1924 a 26 anni, gli ritorno' la vocazione sacerdotale, quindi si reco' a Roma per studiare nel Collegio Germanico-Ungarico e all'Universita' Gregoriana. Ordinato sacerdote il 26 ottobre 1930, lascio' Roma per ritornare in Croazia, dove nel frattempo si era instaurata, sin dal gennaio 1929, la dittatura del re Alessandro di Serbia, nella quale i cattolici erano considerati cittadini di second'ordine, mentre agli ortodossi erano concessi tutti i privilegi. Padre Stepinac ebbe diversi incarichi tra i quali quello di primo presidente della 'Caritas' diocesana, istituita per suo consiglio nel 1931, dall'arcivescovo Bauer del quale Pio XI lo nomino' poi nel '34, a soli 36 anni, coadiutore.

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PAPA IN CROAZIA: PRESIDENTE, GRAZIE ALLA CHIESA SIAMO DI NUOVO IN PIEDI

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

"Con il riconoscimento della Croazia quale Stato indipendente in momenti determinanti non soltanto per la creazione ma anche per la sopravvivenza della Craozia moderna, la Santa Sede ha avuto un ruolo storico chiave nel senso politico". Lo ha detto il presidente croato Ivo Josipovic ricordando con gratitudine - nel suo discorso di saluto al Papa - la coraggiosa decisione di Giovanni Poalo II di anticipare le cancellerie del mondo riconoscendo la Croazia e la Slovenia gia' nel 1992, con l'intento di fermare cosi' l'attacco della Serbia alle neonate repubbliche. "La forza dell'autorita' politica e morale della Santa Sede e della Chiesa Cattolica fu seguita da molti Stati, e cosi' - ha scandito il capo dello Stato - e' stata fermata l'aggressione contro la Croazia e assicurata la sopravvivenza del nostro Stato". "Ai suoi inizi - ha tenuto a sottolineare ancora Josipovic - la Croazia e' stata esposta all'odio e alla follia, dall'esterno e dall'interno. La Croazia ha sofferto all'inizio, pero' la Croazia si e' rimessa fieramente in piedi come Paese di valori europei".
"Anche se non sono credente - ha spiegato il presidente - condivido la gioia di milioni di fedeli cattolici croati che l'accolgono oggi come Santo Padre in occasione del suo viaggio pastorale che cade in un momento felice in cui la Croazia celebra il ventesimo anniversario della fondazione dello Stato democratico moderno, uno Stato i cui principi includono il benessere di liberi individui". "Questo anniversario coincide - ha continuato Josipovic - con la conclusione dei nostri negoziati di adesione all'Unione Europea e si intravvede, sull'orizzonte ormai vicino, la realizzazione della totale incorporazione formale e politica della Croazia moderna in un mondo al quale per cultura la Croazia e' sempre appartenuta". Nel suo discorso, il presidente ha anche ricordato con gratitudione che "nella storia del Novocento, agendo dallo spazio della sua profonda liberta' spirituale la Chiesa Cattolica ha avuto un ruolo importante in Croazia", un Paese che oggi "propugna la promozione della tolleranza e del dialogo ecumemico e interconfessionale", gli stessi valori cioe' che "appartengono alle migliori conquiste della democrazia di oggi e rappresentano anche l'eredita' del Concilio Vaticano II, al quale presero parte il cardinale Franjo Seper e il teologo Tomislav Sagi Bunic" definiti dal presidente "i primi promotori dell'ottimismo e della tolleranza conciliare in Croazia".
Dopo la tradizionale cerimonia di benvenuto il Papa ha fatto visita al presidente Josipovic nel palazzo presidenziale. Quindi ha pranzato con i membri del seguito nella Nunziatura, dove ha salutato anche il premier Jadranka Kodor. Alle 18.15, e' previsto l'incontro nel Teatro nazionale croato con la societa' civile e i leader religiosi, e alle 19.30, la Veglia di preghiera con i giovani nella Piazza Josip Jelacic.

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PAPA IN CROAZIA: 35 MINUTI DI COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

E' durato 35 minuti il colloquio privato tra il Papa e il presidente Josipovic nel Palazzo presidenziale di Zagabria. Dal Vaticano, Benedetto XVI ha portato al capo dello Stato un "Codices cantorum", cioe' un volume che illustra i manoscritti miniati della Cappella Sistina. Regalo molto gradito, poiche' il presidente, come sottolinea oggi l'Osservatore Romano, e' autore di una cinquantina di opere di musica classica contemporanea ed e' stato professore all'Accademia musicale. Il presidente Jopisovic da parte sua ha donato al Papa una riproduzione di un organo del 1649.
Successivamente, il Pontefice si e' recato nella Nunziatura Apostolica, dove lo attendeva la signora Jadranka Kosor, presidente del Governo, che era stata accolta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Alla signora Kosor il Papa ha regalato un trittico di medaglie del pontificato. Nella sede della rappresentanza pontificia, Papa Ratzinger ha anche firmato il Libro d'oro della presidenza del Governo. Proprio davanti alla Nunziatura, nella piazza Josip Jelacic circondata dai palazzi liberty, si terra' la veglia serale di preghiera con i giovani.

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Paparatzifan
00domenica 5 giugno 2011 00:00
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PAPA IN CROAZIA: OCCIDENTE A RISCHIO SE EMARGINA LA FEDE

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

(di Salvatore Izzo)

"La crisi dell'Occidente non ha rimedio e l'Europa e' destinata all'involuzione?".
Questa domanda angosciosa non trova risposta nel piu' impegnativo discorso della prima giornata di Benedetto XVI a Zagabria, quello rivolto al mondo universitario riunito in uno straordinario e preziosissimo scrigno, il Teatro Nazionale Croato, "un luogo simbolico, che - ha ricordato agli accademici - esprime la vostra identita' nazionale e culturale".
Il Papa teologo ha messo in guardia dai rischi del "prevalente pensiero moderno" esortando l'intellighenzia croata a riscoprire "la coscienza quale luogo dell'ascolto della verita' e del bene, luogo della responsabilita' davanti a Dio e ai fratelli in umanita', che e' la forza contro ogni dittatura".
"Solo se questo avviene - ha scandito - c'e' speranza per il futuro".
La platea e i palchi del teatro erano gremiti e gli applausi tanto calorosi che qualcuno nel seguito del Pontefice ha ricordato "con vergogna" il veto che nel 2007 impedi' al professor Ratzinger di tenere una lectio magistralis alla Sapienza di Roma.
Un accostamento che viene spontaneo perche' oggi il Papa ricorda come la nascita dell'istituzione universitaria sia legata fin dall'origine alla fede cristiana, definendo "decisiva" questa circostanza. Cosi' come lo e', almeno ai suoi occhi, il fatto che la Croazia "fin dalle origini appartiene all'Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l'identita' personale e nazionale dei suoi figli".
"Forte di questa sua ricca tradizione possa contribuire a far si' che l'Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale", ha auspicato nel saluto pronunciato all'aeroporto internazionale di Zagabria, dove e' arrivato questa mattina. "A vent'anni dalla proclamazione dell'indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell'Unione Europea, la storia passata e recente della Croazia - ha spiegato - puo' costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l'intera compagine, a conservare e a ravvivare l'inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Per Bendetto XVI, che per il suo saluto ha utilizzato oggi le lingue croata e italiana, "le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilita', e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di 'spazi del privato', richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell'identita' del vecchio Continente". "Con il riconoscimento della Croazia quale Stato indipendente in momenti determinanti non soltanto per la creazione ma anche per la sopravvivenza della Craozia moderna, la Santa Sede ha avuto un ruolo storico chiave nel senso politico", ha detto da parte sua il presidente croato Ivo Josipovic ricordando con gratitudine - nel suo discorso di saluto al Papa - la coraggiosa decisione di Giovanni Poalo II di anticipare le cancellerie del mondo riconoscendo la Croazia e la Slovenia gia' nel 1992, con l'intento di fermare cosi' l'attacco armato della Serbia alle neonate repubbliche. "La forza dell'autorita' politica e morale della Santa Sede e della Chiesa Cattolica fu seguita da molti Stati, e cosi' - ha scandito il capo dello Stato - e' stata fermata l'aggressione contro la Croazia e assicurata la sopravvivenza del nostro Stato". "Ai suoi inizi - ha tenuto a sottolineare ancora Josipovic - la Croazia e' stata esposta all'odio e alla follia, dall'esterno e dall'interno. La Croazia ha sofferto all'inizio, pero' la Croazia si e' rimessa fieramente in piedi come Paese di valori europei".
"Anche se non sono credente - ha spiegato il presidente - condivido la gioia di milioni di fedeli cattolici croati che l'accolgono oggi come Santo Padre in occasione del suo viaggio pastorale che cade in un momento felice in cui la Croazia celebra il ventesimo anniversario della fondazione dello Stato democratico moderno, uno Stato i cui principi includono il benessere di liberi individui".
"Questo anniversario coincide - ha tenuto a ricordare Josipovic - con la conclusione dei nostri negoziati di adesione all'Unione Europea e si intravvede, sull'orizzonte ormai vicino, la realizzazione della totale incorporazione formale e politica della Croazia moderna in un mondo al quale per cultura la Croazia e' sempre appartenuta".
Nella Croazia di oggi pero' il rischio della secolarizzazione e' reale e il Papa ha chiesto per questo di "riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l'unita', ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarieta' sociale". Benedetto XVI ai cattolici croati ha voluto anche proporre come un esempio per l'oggi la figura del beato Aloisio Stepinac, "un grande pastore un grande cristiano e cosi' anche un uomo di un umanesimo esemplare".
Gia' sull'aereo Ratzinger ha sottolineato la singolarita' della "sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti quella del nazifascista Ante Pavelic contro il cui regime ha difeso serbi, ebrei, zingari e poi la dittatura contraria del comunismo dove di nuovo ha lottato per la fede per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanesimo che e' dipendente dalla presenza di Dio, solo l'uomo e' immagine di Dio, in questo modo l'umanesimo fiorisce". Insomma il porporato ha dovuto "lottare in due lotte diverse contrastanti, e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana e' il grande esempio non solo per i croati ma per tutti noi". Il Papa non ha fatto cenno oggi cenno al "giallo" sulla fine del cardinale croato, che secondo fonti cattoliche potrebbe essere stato avvelenato in quanto le sue condizioni si aggravarono in modo repentino e poi il regime comunista impedi' che fosse praticata l'autopsia sul corpo, distruggendone anzi gli organi, ufficialmente per impedire che diventassero oggetto di venerazione.
Di certo, l'arcivescovo Stepinac, che aveva fatto pubblicare una lettera collettiva dell'episcopato croato contro le ingiustizie subite dalla Chiesa, fu arrestato il 18 settembre 1946 e subi' un processo-farsa con false testimonianze e calunnie, concluso da una condanna a sedici anni di lavori forzati ed alla perdita dei diritti civili. Fu rinchiuso nel carcere di Lepoglava in completo isolamento, fino al 5 dicembre 1951 quando venne confinato nel villaggio natio di Krasic, sorvegliato dalla polizia, ospitato nella parrocchia, senza esercitare il ministero episcopale.
Il 12 gennaio 1953 papa Pio XII lo creo' cardinale, deplorando pubblicamente il regime che gli impediva di recarsi a Roma per la cerimonia.

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+PetaloNero+
00domenica 5 giugno 2011 01:40
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (IV)


INCONTRO CON ESPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE, DEL MONDO POLITICO, ACCADEMICO, CULTURALE ED IMPRENDITORIALE, CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON I LEADER RELIGIOSI, NEL TEATRO NAZIONALE DI ZAGREB




Questo pomeriggio, dopo aver salutato alla Nunziatura Apostolica i membri del Comitato organizzatore statale della Visita, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferisce in auto al Teatro nazionale croato di Zagreb, dove alle ore 18.15 ha luogo l’incontro con esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale ed imprenditoriale, con il Corpo Diplomatico e con i Leader religiosi.

Dopo una breve introduzione musicale e gli indirizzi di omaggio di S.E. Mons. Želimir Puljić, Arcivescovo di Zadar e Presidente della Commissione per la cultura della Conferenza Episcopale Croata, e del Prof. Niko Zurak, membro della Pontificia Accademia per la Vita, il Papa rivolge ai presenti il discorso che pubblichiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Gospodine Predsjedniče,

Gospodo kardinali,

časna braćo Biskupi,

poštovane dame i gospodo,

draga braćo i sestre!

Sretan sam što mogu započeti svoj posjet susrećući vas, koji predstavljate razne slojeve hrvatskog društva i diplomatski zbor. Srdačno pozdravljam svakoga osobno kao i stvarnosti kojima pripadate: vjerske zajednice, političke, znanstvene i kulturne ustanove, područja umjetnosti, gospodarstva i športa..[Signor Presidente, Signori Cardinali, venerati Fratelli, illustri Signori e Signore, cari fratelli e sorelle! Sono molto lieto di entrare nel vivo della mia visita incontrando voi, che rappresentate ambiti qualificati della società croata e il Corpo diplomatico. Il mio saluto cordiale va a ciascuno personalmente e anche alle realtà vitali a cui appartenete: alle comunità religiose, alle istituzioni politiche, scientifiche e culturali, ai settori artistico, economico, sportivo.] Ringrazio sentitamente Mons. Puljić e il Prof. Zurak per le cortesi parole che mi hanno rivolto, come pure i musicisti che mi hanno accolto con il linguaggio universale della musica. La dimensione dell’universalità, distintiva dell’arte e della cultura, è particolarmente congeniale al Cristianesimo e alla Chiesa Cattolica. Cristo è pienamente uomo, e tutto ciò che è umano trova in Lui e nella sua Parola pienezza di vita e di significato.

Questo splendido Teatro è un luogo simbolico, che esprime la vostra identità nazionale e culturale. Potervi incontrare qui, riuniti insieme, è un motivo ulteriore di gioia dello spirito, perché la Chiesa è un mistero di comunione e gioisce sempre della comunione, nella ricchezza delle diversità. La partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane, come pure delle religioni ebraica e musulmana, contribuisce a ricordare che la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l’uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace. Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione.

E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello della coscienza. Esso è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale. Penso, naturalmente all’Europa, di cui la Croazia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale. Ebbene, le grandi conquiste dell’età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi. La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto "critico" che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro.

Sono grato al Prof. Zurak perché ha ricordato le radici cristiane di numerose istituzioni culturali e scientifiche di questo Paese, come del resto è avvenuto in tutto il continente europeo. Ricordare queste origini è necessario, anche per la verità storica, ed è importante saper leggere in profondità tali radici, perché possano animare anche l’oggi. Decisivo, cioè, è cogliere il dinamismo che sta dentro l’avvenimento – per esempio – della nascita di un’università, o di un movimento artistico, o di un ospedale. Occorre comprendere il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell’oggi tale dinamismo, che è una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale. Alla base di tutto ci sono uomini e donne, ci sono delle persone, delle coscienze, mosse dalla forza della verità e del bene. Ne sono stati citati alcuni, tra i figli illustri di questa terra.

Vorrei soffermarmi su Padre Ruđer Josip Bošković, gesuita, che nacque a Dubrovnik trecento anni or sono, il 18 maggio 1711. Egli impersona molto bene il felice connubio tra la fede e la scienza, che si stimolano a vicenda per una ricerca al tempo stesso aperta, diversificata e capace di sintesi. La sua opera maggiore, la Theoria philosophiae naturalis, pubblicata a Vienna e poi a Venezia a metà del Settecento, porta un sottotitolo molto significativo: redacta ad unicam legem virium in natura existentium, cioè "secondo l’unica legge delle forze esistenti in natura". In Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere, ma c’è anche la passione per l’unità. E questo è tipico della cultura cattolica. Per questo è segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia. Auspico che essa contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea, i valori e l’identità del vostro Popolo, dando continuità al fecondo apporto ecclesiale alla storia della nobile Nazione croata. Ritornando a Padre Bošković, gli esperti dicono che la sua teoria della "continuità", valida sia nelle scienze naturali sia nella geometria, si accorda in modo eccellente con alcune delle grandi scoperte della fisica contemporanea. Che dire? Rendiamo omaggio all’illustre Croato, ma anche all’autentico Gesuita; rendiamo omaggio al cultore della verità che sa bene quanto essa lo superi, ma che sa anche, alla luce della verità, impegnare fino in fondo le risorse della ragione che Dio stesso gli ha dato.

Oltre all’omaggio, però, occorre far tesoro del metodo, dell’apertura mentale di questi grandi uomini. Ritorniamo dunque alla coscienza come chiave di volta per l’elaborazione culturale e per la costruzione del bene comune. È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il "grande codice" della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è "la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera" (Caritas in veritate, 1). Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito, nel gioco e nello sport, nelle relazioni interpersonali, nell’arte, nel servizio volontario ai poveri e ai sofferenti, e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico. È qui che i Christifideles laici sono chiamati a spendere generosamente la loro formazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione.

Cijenjeni prijatelji, vaša nazočnost i hrvatska kulturna baština potaknuli su me na ova kratka promišljanja. Ostavljam vam ih kao znak mojega poštovanja, a povrh svega kao želju Crkve da, pronoseći svjetlo Evanđelja, hodi u vašem narodu. Zahvaljujem vam na pozornosti i od srca blagoslivljam vas, vaše najmilije i vaše rad. [Illustri amici, la vostra presenza e la tradizione culturale croata mi hanno suggerito queste brevi riflessioni. Ve le lascio quale segno della mia stima e soprattutto della volontà della Chiesa di camminare con la luce del Vangelo in mezzo a questo popolo. Vi ringrazio per la vostra attenzione e di cuore benedico tutti voi, i vostri cari e le vostre attività.]



Al termine dell’incontro, il Papa saluta individualmente i rappresentanti delle diverse categorie presenti. Quindi si reca in auto alla Piazza Josip Jelačić di Zagreb per la veglia di preghiera con i giovani.













VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (V)


VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI IN PIAZZA JOSIP JELAČIĆ A ZAGREB



Questo pomeriggio, alle ore 19.30, nella Piazza del Bano Josip Jelačić di Zagreb, il Santo Padre Benedetto XVI presiede la veglia di preghiera con i giovani croati, che inizia con una Liturgia della Parola e prosegue con l’adorazione del Santissimo Sacramento, che rimane poi esposto per tutta la notte in preparazione alla Santa Messa di domani.

Prima del Suo arrivo, alcuni giovani portano in processione la Madonna della Porta di Pietra "Majka Božja od Kamenitih vrata" , Patrona di Zagreb, e la collocano sul podio. Attorno a questa immagine i giovani si sono radunati nelle parrocchie ed hanno compiuto pellegrinaggi in preparazione alla visita del Papa.

Il Santo Padre, dopo aver attraversato in macchina panoramica la piazza, è accolto dal Sindaco di Zagreb che gli consegna le Chiavi della Città.

L’incontro si apre con il saluto del Presidente della Conferenza Episcopale Croata, S.E. Mons. Marin Srakić, Arcivescovo di Đakovo-Osijek. Nel corso della Liturgia della Parola, dopo le testimonianze di due giovani, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Draga mladeži!

Sve vas srdačno pozdravljam! Osobito sam zadovoljan što sam ovdje s vama, na ovom povijesnom trgu koji je srce grada Zagreba. Ovaj je trg mjesto susreta i komunikacije, na kojemu često prevladava žamor i svakodnevna vreva. A sada, vaša ga nazočnost gotovo pretvara u „hram", čiji je svod samo nebo, koje se večeras čini kao da se naginje nad nas. U tišini želimo primiti Riječ Božju koja je naviještena, kako bi prosvijetlila naš um i zagrijala naše srce. [Cari giovani! Vi saluto tutti con grande affetto! Sono particolarmente contento di essere con voi, in questa piazza storica che rappresenta il cuore della città di Zagabria. Un luogo di incontri e di comunicazione, dove spesso dominano il rumore e il movimento della vita quotidiana. Ora, la vostra presenza la trasforma quasi in un "tempio", la cui volta è il cielo stesso, che questa sera sembra come chinarsi su di noi. Nel silenzio vogliamo accogliere la Parola di Dio che è stata proclamata, perché illumini le nostre menti e riscaldi i nostri cuori.]

Ringrazio vivamente Mons. Srakić, il Presidente della Conferenza Episcopale, per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro; e in modo particolare saluto e ringrazio i due giovani, che ci hanno offerto le loro belle testimonianze. L’esperienza vissuta da Daniel ricorda quella di sant’Agostino: è l’esperienza del cercare l’amore "fuori" e poi scoprire che è più vicino a me di me stesso, mi "tocca" nel profondo e mi purifica… Mateja invece ci ha parlato della bellezza della comunità, che apre il cuore, la mente e il carattere… Grazie a tutti e due!

San Paolo – nella Lettura che è stata proclamata – ci ha invitato ad essere "sempre lieti nel Signore" (Fil 4,4). E’ una parola che fa vibrare l’anima, se consideriamo che l’Apostolo delle genti scrive questa Lettera ai cristiani di Filippi mentre si trova in carcere, in attesa di essere giudicato. Egli è incatenato, ma l’annuncio e la testimonianza del Vangelo non possono essere imprigionati. L’esperienza di san Paolo rivela come sia possibile, nel nostro cammino, custodire la gioia anche nei momenti oscuri. A quale gioia egli fa riferimento? Tutti sappiamo che nel cuore di ognuno dimora un forte desiderio di felicità. Ogni azione, ogni scelta, ogni intenzione porta celata in sé questa intima e naturale esigenza. Ma molto spesso ci si accorge di aver riposto la fiducia in realtà che non appagano quel desiderio, anzi, rivelano tutta la loro precarietà. Ed è in questi momenti che si sperimenta il bisogno di qualcosa che vada "oltre", che doni senso al vivere quotidiano.

Dragi prijatelji, vaša je mladost vrijeme koje vam Gospodin daruje da biste mogli otkriti smisao postojanja! [Cari amici, la vostra giovinezza è un tempo che il Signore vi dona per poter scoprire il significato dell’esistenza!] È il tempo dei grandi orizzonti, dei sentimenti vissuti con intensità, ma anche delle paure per le scelte impegnative e durature, delle difficoltà nello studio e nel lavoro, degli interrogativi intorno al mistero del dolore e della sofferenza. Ancora di più, questo tempo stupendo della vostra vita porta in sé un anelito profondo, che non annulla tutto il resto ma lo eleva per dargli pienezza. Nel Vangelo di Giovanni Gesù, rivolgendosi ai suoi primi discepoli, chiede: "Che cosa cercate?" (Gv 1,38). Cari giovani, queste parole, questa domanda attraversa il tempo e lo spazio, interpella ogni uomo e ogni donna che si apre alla vita e cerca la strada giusta... Ed ecco la cosa sorprendente: la voce di Cristo ripete anche a voi: "Che cosa cercate?". Gesù vi parla oggi: mediante il Vangelo e lo Spirito Santo, Egli è vostro contemporaneo. È Lui che cerca voi, prima ancora che voi lo cerchiate! Rispettando pienamente la vostra libertà, Egli si avvicina a ciascuno di voi e si propone come la risposta autentica e decisiva a quell’anelito che abita il vostro essere, al desiderio di una vita che valga la pena di essere vissuta. Lasciate che vi prenda per mano! Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! DateGli fiducia, non vi deluderà mai! Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando controcorrente.

Dragi mladi, ukorijenjeni u Kristu, moći ćete u punini živjeti ono što jeste. [Cari giovani, radicati in Cristo, potrete vivere in pienezza quello che siete.] Come sapete, su questo tema ho impostato il mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che ci vedrà riuniti in agosto a Madrid e verso la quale siamo in cammino. Sono partito da un’incisiva espressione di san Paolo: "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (Col 2,7). Crescendo nell’amicizia con il Signore, attraverso la sua Parola, l’Eucaristia e l’appartenenza alla Chiesa, con l’aiuto dei vostri sacerdoti, potrete testimoniare a tutti la gioia di aver incontrato Colui che sempre vi accompagna e vi chiama a vivere nella fiducia e nella speranza. Il Signore Gesù non è un Maestro che illude i suoi discepoli: Egli dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno e il sacrificio personale, ma ne vale la pena! Cari giovani amici, non lasciatevi disorientare da promesse allettanti di facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità. Non cedete alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell’avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio! Nella stagione della vostra giovinezza, vi sostiene la testimonianza di tanti discepoli del Signore che hanno vissuto il loro tempo portando nel cuore la novità del Vangelo. Pensate a Francesco e Chiara d’Assisi, a Rosa di Viterbo, a Teresa di Gesù Bambino, a Domenico Savio.

Koliko mladih svetaca i svetica u velikom krilu Crkve! Ali ovdje, u Hrvatskoj, vi i ja upravimo misli na blaženoga Ivana Merza. [Quanti giovani santi e sante nella grande compagnia della Chiesa! Ma qui, in Croazia, io e voi pensiamo al Beato Ivan Merz.] Un giovane brillante, inserito a pieno titolo nella vita sociale, che dopo la morte della giovane Greta, il suo primo amore, intraprende il cammino universitario. Durante gli anni della prima guerra mondiale si trova di fronte alla distruzione e alla morte, ma tutto ciò lo plasma e lo forgia, facendogli superare momenti di crisi e di lotta spirituale. La fede di Ivan si rafforza al punto che si dedica allo studio della Liturgia ed inizia un intenso apostolato tra i giovani stessi. Egli scopre la bellezza della fede cattolica e capisce che la vocazione della sua vita è vivere e far vivere l’’amicizia con Cristo. Di quanti gesti di carità, di bontà che stupiscono e commuovono è pieno il suo cammino! Muore il 10 maggio 1928, a soli trentadue anni, dopo alcuni mesi di malattia, offrendo la sua vita per la Chiesa e per i giovani.

Questa giovane esistenza, donata per amore, porta il profumo di Cristo, ed è per tutti un invito a non temere di affidare se stessi al Signore, così come contempliamo, in modo particolare nella Vergine Maria, la Madre della Chiesa, qui venerata e amata con il titolo di "Majka Božja od Kamenitih vrata" ["Madre di Dio della Porta di Pietra"]. Questa sera, a Lei voglio affidare ciascuno di voi, perché vi accompagni con la sua protezione e soprattutto vi aiuti ad incontrare il Signore e in Lui trovare il significato pieno della vostra esistenza. Maria non ha temuto di donare tutta se stessa al progetto di Dio; in Lei noi vediamo a quale meta siamo chiamati: la piena comunione con il Signore.

Cijeli je naš život hod prema Jednoj i Trojednoj Ljubavi koja je Bog; tako možemo živjeti u sigurnosti da nikada nećemo biti napušteni. Dragi mladi Hrvati, grlim vas sve kao djecu! Nosim vas u srcu i ostavljam vam svoj blagoslov. „Radujte se u Gospodinu uvijek"! Njegova radost, radost istinske ljubavi, neka bude vaša snaga. Amen. Hvaljen Isus i Marija! [Tutta la nostra vita è un cammino verso l’Unità e Trinità d’Amore che è Dio; possiamo vivere nella certezza di non essere mai abbandonati. Cari giovani croati, vi abbraccio tutti come figli! Vi porto nel cuore e vi lascio la mia Benedizione. "Siate sempre lieti nel Signore"! La sua gioia, la gioia del vero amore, sia la vostra forza. Amen. Siano lodati Gesù e Maria!]




Al termine della veglia di preghiera, il Santo Padre dona un Rosario d’oro alla Madonna della Porta di Pietra. Quindi rientra in Nunziatura, dove cena in privato.
Paparatzifan
00domenica 5 giugno 2011 09:18
Dal blog di Lella...

PAPA IN CROAZIA: OCCIDENTE A RISCHIO SE EMARGINA LA FEDE

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

(di Salvatore Izzo)

"La crisi dell'Occidente non ha rimedio e l'Europa e' destinata all'involuzione?".
Questa domanda angosciosa non trova risposta nel piu' impegnativo discorso della prima giornata di Benedetto XVI a Zagabria, quello rivolto al mondo universitario riunito in uno straordinario e preziosissimo scrigno, il Teatro Nazionale Croato, "un luogo simbolico, che - ha ricordato agli accademici - esprime la vostra identita' nazionale e culturale".
Il Papa teologo ha messo in guardia dai rischi del "prevalente pensiero moderno" esortando l'intellighenzia croata a riscoprire "la coscienza quale luogo dell'ascolto della verita' e del bene, luogo della responsabilita' davanti a Dio e ai fratelli in umanita', che e' la forza contro ogni dittatura".
"Solo se questo avviene - ha scandito - c'e' speranza per il futuro".
La platea e i palchi del teatro erano gremiti e gli applausi tanto calorosi che qualcuno nel seguito del Pontefice ha ricordato "con vergogna" il veto che nel 2007 impedi' al professor Ratzinger di tenere una lectio magistralis alla Sapienza di Roma.
Un accostamento che viene spontaneo perche' oggi il Papa ricorda come la nascita dell'istituzione universitaria sia legata fin dall'origine alla fede cristiana, definendo "decisiva" questa circostanza. Cosi' come lo e', almeno ai suoi occhi, il fatto che la Croazia "fin dalle origini appartiene all'Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l'identita' personale e nazionale dei suoi figli".
"Forte di questa sua ricca tradizione possa contribuire a far si' che l'Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale", ha auspicato nel saluto pronunciato all'aeroporto internazionale di Zagabria, dove e' arrivato questa mattina. "A vent'anni dalla proclamazione dell'indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell'Unione Europea, la storia passata e recente della Croazia - ha spiegato - puo' costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l'intera compagine, a conservare e a ravvivare l'inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Per Bendetto XVI, che per il suo saluto ha utilizzato oggi le lingue croata e italiana, "le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilita', e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di 'spazi del privato', richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell'identita' del vecchio Continente". "Con il riconoscimento della Croazia quale Stato indipendente in momenti determinanti non soltanto per la creazione ma anche per la sopravvivenza della Craozia moderna, la Santa Sede ha avuto un ruolo storico chiave nel senso politico", ha detto da parte sua il presidente croato Ivo Josipovic ricordando con gratitudine - nel suo discorso di saluto al Papa - la coraggiosa decisione di Giovanni Poalo II di anticipare le cancellerie del mondo riconoscendo la Croazia e la Slovenia gia' nel 1992, con l'intento di fermare cosi' l'attacco armato della Serbia alle neonate repubbliche. "La forza dell'autorita' politica e morale della Santa Sede e della Chiesa Cattolica fu seguita da molti Stati, e cosi' - ha scandito il capo dello Stato - e' stata fermata l'aggressione contro la Croazia e assicurata la sopravvivenza del nostro Stato". "Ai suoi inizi - ha tenuto a sottolineare ancora Josipovic - la Croazia e' stata esposta all'odio e alla follia, dall'esterno e dall'interno. La Croazia ha sofferto all'inizio, pero' la Croazia si e' rimessa fieramente in piedi come Paese di valori europei".
"Anche se non sono credente - ha spiegato il presidente - condivido la gioia di milioni di fedeli cattolici croati che l'accolgono oggi come Santo Padre in occasione del suo viaggio pastorale che cade in un momento felice in cui la Croazia celebra il ventesimo anniversario della fondazione dello Stato democratico moderno, uno Stato i cui principi includono il benessere di liberi individui".
"Questo anniversario coincide - ha tenuto a ricordare Josipovic - con la conclusione dei nostri negoziati di adesione all'Unione Europea e si intravvede, sull'orizzonte ormai vicino, la realizzazione della totale incorporazione formale e politica della Croazia moderna in un mondo al quale per cultura la Croazia e' sempre appartenuta".
Nella Croazia di oggi pero' il rischio della secolarizzazione e' reale e il Papa ha chiesto per questo di "riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l'unita', ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarieta' sociale". Benedetto XVI ai cattolici croati ha voluto anche proporre come un esempio per l'oggi la figura del beato Aloisio Stepinac, "un grande pastore un grande cristiano e cosi' anche un uomo di un umanesimo esemplare".
Gia' sull'aereo Ratzinger ha sottolineato la singolarita' della "sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti quella del nazifascista Ante Pavelic contro il cui regime ha difeso serbi, ebrei, zingari e poi la dittatura contraria del comunismo dove di nuovo ha lottato per la fede per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanesimo che e' dipendente dalla presenza di Dio, solo l'uomo e' immagine di Dio, in questo modo l'umanesimo fiorisce". Insomma il porporato ha dovuto "lottare in due lotte diverse contrastanti, e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana e' il grande esempio non solo per i croati ma per tutti noi". Il Papa non ha fatto cenno oggi cenno al "giallo" sulla fine del cardinale croato, che secondo fonti cattoliche potrebbe essere stato avvelenato in quanto le sue condizioni si aggravarono in modo repentino e poi il regime comunista impedi' che fosse praticata l'autopsia sul corpo, distruggendone anzi gli organi, ufficialmente per impedire che diventassero oggetto di venerazione.
Di certo, l'arcivescovo Stepinac, che aveva fatto pubblicare una lettera collettiva dell'episcopato croato contro le ingiustizie subite dalla Chiesa, fu arrestato il 18 settembre 1946 e subi' un processo-farsa con false testimonianze e calunnie, concluso da una condanna a sedici anni di lavori forzati ed alla perdita dei diritti civili. Fu rinchiuso nel carcere di Lepoglava in completo isolamento, fino al 5 dicembre 1951 quando venne confinato nel villaggio natio di Krasic, sorvegliato dalla polizia, ospitato nella parrocchia, senza esercitare il ministero episcopale.
Il 12 gennaio 1953 papa Pio XII lo creo' cardinale, deplorando pubblicamente il regime che gli impediva di recarsi a Roma per la cerimonia.

© Copyright (AGI)


+PetaloNero+
00domenica 5 giugno 2011 16:05
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VI)


SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE, NELL’IPPODROMO DI ZAGREB



Alle ore 9 di oggi, VII Domenica di Pasqua, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferisce in auto dalla Nunziatura Apostolica all’Ippodromo di Zagreb dove, alle ore 10, presiede la Santa Messa in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate.
La Celebrazione Eucaristica è introdotta dal saluto del Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagreb. Dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Draga braćo i sestre!

U ovoj Svetoj Misi koju s radošću predvodim u koncelebracijii s brojnom braćom u biskupstvu i s velikim brojem svećenika, zahvaljujem Gospodinu za sve drage obitelji ovdje okupljene, kao i za sve druge koje su s nama povezane putem radija i televizije. Posebna zahvalnost Kardinalu Josipu Bozaniću, zagrebačkom Nadbiskupu, za srdačne riječi na početku Svete Mise. Svima upućujem svoj pozdrav te izražavam svoju veliku ljubav zagrljajem mira! [Cari fratelli e sorelle! In questa Santa Messa che ho la gioia di presiedere, concelebrando con numerosi Fratelli nell’episcopato e con un gran numero di sacerdoti, ringrazio il Signore per tutte le amate famiglie qui riunite, e per tante altre che sono collegate con noi attraverso la radio e la televisione. Un particolare ringraziamento al Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria, per le sentite parole all’inizio della Santa Messa. A tutti rivolgo il mio saluto ed esprimo il mio grande affetto con un abbraccio di pace!]

Abbiamo da poco celebrato l’Ascensione del Signore e ci prepariamo a ricevere il grande dono dello Spirito Santo. Nella prima lettura, abbiamo visto come la comunità apostolica era riunita in preghiera nel Cenacolo con Maria, la madre di Gesù (cfr At 1,12-14). E’ questo un ritratto della Chiesa che affonda le sue radici nell’evento pasquale: il Cenacolo, infatti, è il luogo in cui Gesù istituì l’Eucaristia e il Sacerdozio, nell’Ultima Cena, e dove, risorto dai morti, effuse lo Spirito Santo sugli Apostoli la sera di Pasqua (cfr Gv 20,19-23). Ai suoi discepoli, il Signore aveva ordinato di "non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre" (At 1,4); aveva chiesto cioè che restassero insieme per prepararsi a ricevere il dono dello Spirito Santo. Ed essi si riunirono in preghiera con Maria nel Cenacolo in attesa dell’evento promesso (cfr At 1,14). Restare insieme fu la condizione posta da Gesù per accogliere la venuta del Paraclito, e la prolungata preghiera fu il presupposto della loro concordia. Troviamo qui una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Talora si pensa che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla sua intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa, da invocare e accogliere.

Nel Vangelo, abbiamo ascoltato la prima parte della cosiddetta "preghiera sacerdotale" di Gesù (cfr Gv 17,1-11a) - a conclusione dei discorsi di addio - piena di confidenza, di dolcezza e di amore. Viene chiamata "preghiera sacerdotale", perché in essa Gesù si presenta in atteggiamento di sacerdote che intercede per i suoi, nel momento in cui sta per lasciare questo mondo. Il brano è dominato dal duplice tema dell’ora e della gloria. Si tratta dell’ora della morte (cfr Gv 2,4; 7,30; 8,20), l’ora nella quale il Cristo deve passare da questo mondo al Padre (13,1). Ma essa è, allo stesso tempo, anche l’ora della sua glorificazione che si compie attraverso la croce, chiamata dall’evangelista Giovanni "esaltazione", cioè innalzamento, elevazione alla gloria: l’ora della morte di Gesù, l’ora dell’amore supremo, è l’ora della sua gloria più alta. Anche per la Chiesa, per ogni cristiano, la gloria più alta è quella Croce, è vivere la carità, dono totale a Dio e agli altri.

Cari fratelli e sorelle! Ho accolto molto volentieri l’invito rivoltomi dai Vescovi della Croazia a visitare questo Paese in occasione del primo Incontro Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita. Conosco la generosità e la dedizione con cui voi, cari Pastori, servite il Signore e la Chiesa. Il vostro lavoro quotidiano per la formazione alla fede delle nuove generazioni, come anche per la preparazione al matrimonio e per l’accompagnamento delle famiglie, è la strada fondamentale per rigenerare sempre di nuovo la Chiesa e anche per vivificare il tessuto sociale del Paese. Continuate con disponibilità questo vostro prezioso impegno pastorale!

È ben noto a ciascuno come la famiglia cristiana sia segno speciale della presenza e dell’amore di Cristo e come essa sia chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione. Il beato Giovanni Paolo II, che per ben tre volte visitò questo nobile Paese, affermava che "la famiglia cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile alla missione della Chiesa in modo proprio e originale, ponendo cioè al servizio della Chiesa e della società se stessa nel suo essere ed agire, in quanto intima comunità di vita e d’amore" (Familiaris consortio, 50). La famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti.

Dragi roditelji, trajno se obvežite učiti svoju djecu moliti, i molite s njima; [Cari genitori, impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi;] avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucaristia – quest’anno celebrate i 600 anni del "miracolo eucaristico di Ludbreg"; introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, illuminando la vita familiare con la luce della fede e lodando Dio come Padre. Siate quasi un piccolo cenacolo, come quello di Maria e dei discepoli, in cui si vive l’unità, la comunione, la preghiera!

Oggi, grazie a Dio, molte famiglie cristiane acquistano sempre più la consapevolezza della loro vocazione missionaria, e si impegnano seriamente nella testimonianza a Cristo Signore. Il beato Giovanni Paolo II ebbe a dire: "Un’autentica famiglia, fondata sul matrimonio, è in se stessa una buona notizia per il mondo". E aggiunse: "Nel nostro tempo sono sempre più numerose le famiglie che collaborano attivamente all’evangelizzazione… È maturata nella Chiesa l’ora della famiglia, che è anche l’ora della famiglia missionaria" (Angelus, 21 ottobre 2001).

U današnjem je društvu više no ikad žurno potrebna nazočnost uzornih kršćanskih obitelji. [Nella società odierna è più che mai necessaria e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari.] Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale mentalità! Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli.

Drage obitelji, budite hrabre! [Care famiglie, siate coraggiose!] Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona! Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa. Vorrei ribadire quanto ho affermato in passato: "L’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé … E reciprocamente, la Chiesa viene edificata dalle famiglie, piccole chiese domestiche" (Discorso di apertura del Convegno ecclesiale diocesano di Roma, 6 giugno 2005: Insegnamenti di Benedetto XVI, I, 2005, p. 205). Preghiamo il Signore affinché le famiglie siano sempre più piccole Chiese e le comunità ecclesiali siano sempre più famiglia!

Drage hrvatske obitelji, živeći u zajedništvu vjere i ljubavi, budite što očitiji svjedoci obećanja koje je Gospodin, uzašavši na nebo dao svakomu od nas: „…ja sam s vama sve dane do svršetka svijeta" (Mt 28,20). Dragi hrvatski kršćani, osjećajte se pozvanima naviještati evanđelje cijelim svojim bićem; osjetite snagu Gospodnje riječi: „Pođite i učinite mojim učenicima sve narode" (Mt 28,19). Djevica Marija, Kraljica Hrvata, neka vas uvijek prati na tom putu. Amen! Hvaljen Isus i Marija! [Care famiglie croate, vivendo la comunione di fede e di carità, siate testimoni in modo sempre più trasparente della promessa che il Signore asceso al cielo fa a ciascuno di noi: "…io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Cari cristiani croati, sentitevi chiamati ad evangelizzare con tutta la vostra vita; sentite con forza la parola del Signore: "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28,19). La Vergine Maria, Regina dei croati, accompagni sempre questo vostro cammino. Amen! Siano lodati Gesù e Maria!]

































VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VII)


RECITA DEL REGINA CÆLI NELL’IPPODROMO DI ZAGREB




Al termine della Celebrazione Eucaristica nell’area dell’Ippodromo di Zagreb, il Presidente della Commissione Episcopale per la Pastorale delle Famiglie, S.E. Mons. Valter Župan, Vescovo di Krk, pronuncia un indirizzo di omaggio e di ringraziamento al Papa.
Quindi il Santo Padre, introducendo la preghiera mariana del Regina Cæli, rivolge ai fedeli presenti le seguenti parole:

PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Prima di concludere questa solenne celebrazione, desidero ringraziarvi per la vostra intensa e devota partecipazione, con la quale avete voluto esprimere anche il vostro amore per la famiglia e il vostro impegno in favore di essa – come ha ricordato poc’anzi Mons. Župan, che pure ringrazio di cuore. Oggi io sono qui per confermarvi nella fede; è questo il dono che vi porto: la fede di Pietro, la fede della Chiesa! Ma, al tempo stesso, voi donate a me questa stessa fede, arricchita dalla vostra esperienza, dalle gioie e dalle sofferenze. In particolare, voi mi donate la vostra fede vissuta in famiglia, perché io la conservi nel patrimonio di tutta la Chiesa.

Io so che voi trovate grande forza in Maria, Madre di Cristo e Madre nostra. Perciò, in questo momento ci rivolgiamo a lei, spiritualmente rivolti al suo Santuario di Marija Bistrica, e le affidiamo tutte le famiglie croate: i genitori, i figli, i nonni; il cammino dei coniugi, l’impegno educativo, il lavoro professionale e casalingo. E invochiamo la sua intercessione perché le pubbliche istituzioni sostengano sempre la famiglia, cellula dell’organismo sociale. Cari fratelli e sorelle, proprio tra un anno, celebreremo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, a Milano. Affidiamo a Maria la preparazione di questo importante evento ecclesiale.

En este momento, nos unimos en la oración también con todos aquellos que, en la Catedral de Burgo de Osma, en España, celebran la beatificación de Juan de Palafox y Mendoza, luminosa figura de obispo del siglo diecisiete en México y España; fue un hombre de vasta cultura y profunda espiritualidad, gran reformador, Pastor incansable y defensor de los indios. El Señor conceda numerosos y santos pastores a su Iglesia como el beato Juan.

[sloveno]
Z veseljem pozdravljam slovenske vernike. Hvala za vašo navzočnost. Bog vas blagoslovi! [Saluto con affetto i fedeli di lingua slovena. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[serbo]
Поздравам вернике српског езика. Хвала на вашо присутности. Бог вас благословио! [Saluto con affetto i fedeli di lingua serba. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[macedone]
Ги поздравувам со убов верниците од македонски азик. Ви благодарам за вашето присуство. Господ да ве благослови! [Saluto con affetto i fedeli di lingua macedone. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[ungherese]
Szeretettel köszöntöm a magyar híveket. Köszönöm, hogy eljöttetek. Az Úr áldását kérem Rátok! [Saluto con affetto i fedeli di lingua ungherese. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[albanese]
Përshëndes nga zemra besimtarët shqiptarë. Ju falënderoj për praninë tuaj. Zoti ju bekoftë! [Saluto con affetto i fedeli di lingua albanese. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

Ein herzliches „Grüß Gott" sage ich den Gläubigen deutscher Sprache. Ich danke euch für eure Teilnahme. Der Herr segne euch alle! [Saluto con affetto i fedeli di lingua tedesca. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

Drage obitelji, ne bojte se! Gospodin ljubi obitelj i blizu vam je! [Care famiglie, non temete! Il Signore ama la famiglia e vi è vicino!]

Regina Cæli…
Paparatzifan
00domenica 5 giugno 2011 19:00
Dal blog di Lella...

PAPA IN CROAZIA: OCCIDENTE MUORE SE RELEGA LA RELIGIONE NEL PRIVATO

Salvatore Izzo

(AGI) - Zagabria, 4 giu.

"La crisi dell'Occidente non ha rimedio e l'Europa e' destinata all'involuzione se la coscienza viene ridotta all'ambito del soggettivo in cui si relegano la religione e la morale". E' questo il monito lanciato da Benedetto XVI che messo in guardia dai rischi del "prevalente pensiero moderno" nel piu' impegnativo discorso della sua prima giornata a Zagabria, quello rivolto al mondo universitario riunito in quello straordinario e preziosissimo scrigno che e' il Teatro Nazionale Croato, "un luogo simbolico, che - ha detto agli accademici riuniti ad ascoltarlo - esprime la vostra identita' nazionale e culturale". "Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell'ascolto della verita' e del bene, luogo della responsabilita' davanti a Dio e ai fratelli in umanita', che e' la forza contro ogni dittatura, allora - ha scandito Ratzinger - c'e' speranza per il futuro".
Nel suo discorso, il Pontefice ha evidenziato "le radici cristiane" delle principali istituzioni culturali e scientifiche del Paese e dell'intero continente europeo, citando tra l'altro il grande matematico, astronomo e architetto dalmata Josip Boskovic, ai cui studi - come ricorda oggi l'Osservatore Romano - si deve nel '700, tra l'altro, il cerchiaggio con il quale il Vanvitelli ha salvato la Cupola di San Pietro dal rischio di un possibile crollo. "Ricordare queste origini - ha spiegato il Papa teologo e' necessario, anche per la verita' storica, ed e' importante saper leggere in profondita' tali radici, perche' possano animare anche l'oggi". La platea e i palchi del teatro erano gremiti dall'intellighenzia croata che ha accolto con un tale calore le parole del Pontefice che qualcuno nel seguito ha ricordato "con vergogna" il veto che nel 2007 impedi' a Ratzinger di tenere una lectio magistralis alla Sapienza di Roma. Un accostamento che viene spontaneo perche' a Zagabria il Papa ricorda come l'istituzione stessa dell'Universita' sia legata alla fede cristiana, definendo "decisivo" il fatto di "cogliere il dinamismo che sta dentro l'avvenimento, per esempio, della nascita di un'universita', o di un movimento artistico, o di un ospedale". "Alla base di tutto - ha rilevato - ci sono uomini e donne, ci sono delle persone, delle coscienze, mosse dalla forza della verita' e del bene". La coscienza, ha aggiunto, "e' trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed e' fondamentale per una societa' libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale". "Penso naturalmente - ha tenuto a sottolineare il Pontefice - all'Europa, di cui la Croazia e' da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale". Ebbene, ha rimarcato, "le grandi conquiste dell'eta' moderna, cioe' il riconoscimento e la garanzia della liberta' di coscienza, dei diritti umani, della liberta' della scienza e, quindi, di una societa' libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo pero' aperte la razionalita' e la liberta' al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi".
"La qualita' della vita sociale e civile, la qualita' della democrazia - ha messo in chiaro il Papa - dipendono in buona parte da questo punto critico che e' la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione". E il messaggio che deve arrivarci dalla storia gloriosa della cultura europea e' che "la religione non e' una realta' a parte rispetto alla societa': e' invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l'ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verita'".
"La religione - ha osservato ancora il Pontefice - mette l'uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace". Ma da parte loro, ha concluso, "le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione".

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