“Caro Silvio,
ti scrivo perche’ ho davvero bisogno del tuo aiuto - mi permetti di darti del tu, vero? Dopotutto sono un elettore e sono sicuro che sarai condiscendente verso la mia impudenza.
Sono afflitto da una strana patologia, nome scientifico “idiolaborsynkrasis”, che puoi tradurre con “incapacita’ di sopportare il lavoro”. Come capirai, questo pone un grosso limite alla possibilita’ di recarmi a guadagnare la pagnotta tutti i giorni.
Dov’e’ il problema, dirai, una bella pensione di invalidita’ e tutto si risolve. Ahime’ non e cosi’: quei malfidati dell’INPS non credono alla realta’ della mia malattia. Pensa, arrivano a dire che “non e’ contemplata tra le patologie invalidanti”. Come dire, non esiste. Il fatto che sono l’unico al mondo ad esserne affetto la rende forse nemmeno credibile?
Oltre al danno, la beffa.
Senti, detto tra noi: non e’ che potresti fare qualcosa per punirli? Chesso’, fargli venire un’afta in bocca? Dopotutto sei una divinita’.
Capisci che sono di fronte a un terribile bivio: continuare stoicamente a lavorare ed aggravare le mie condizioni di salute, o curarmi, correndo il rischio di farmi mancare il minimo necessario per vivere?
Ma poi ho pensato a te, ed ecco una terza possibilita’: fare appello alla tua ben nota generosita’. Tu mi credi, Silvio, vero? Tu credi che questa patologia e’ reale e terribile?
Che stupido sono! Certo che mi credi. Sei una persona generosa e buona, e del resto non ti fai problemi nel demandare ai tuoi bravi elettori la medesima fiducia.
Infatti, non hai la minima esitazione nel dichiarare che hai elargito 800.000 euro al buon Tarantini, solo perche’ era in difficolta’.
Come e’ possibile non crederti, del resto?
Come e’ possibile che alcuni italiani, razza di ingrati, possano avere dei dubbi su questa transazione? Sursum corda, Silvio: sono guidati da invidia e meschinita’.
Siamo proprio i discendenti di Machiavelli: pensa, c’e’ chi arriva a suggerire che l’incolpevole Tarantini, figura timorata di dio, ti stesse in qualche modo ricattando. Su che basi poi!
Solo perche’ ha raccolto alcune signorine di buona famiglia, cui far conoscere de visu il loro presidente del consiglio nella rutilante sede di palazzo Grazioli?
E cosa c’e’ di male in questo? Nemmeno si trattasse di peripatetiche professioniste assoldate da un lenone qualunque!
Che mondo, Silvio, che mondo!
Ma tu ti sei trovato di fronte a decine di situazioni simili, nel tuo lungo percorso di generoso benefattore.
Ricordi quando avevi deciso di portare nella tua bella residenza un modesto stalliere siciliano, ennesima manifestazione della tua bonta’ d’animo ed apertura a quei meridionali tanto vituperati da imprenditori dalla mentalita’ meno aperta della tua? Quali contorcimenti mentali possono portare qualcuno ad ipotizzare che questi fosse un “mafioso” – ma la mafia, poi, esiste? -, anzi, “il referente della mafia al nord”, come ebbe a definirlo qualcuno? A fare cosa poi, nella tua amata Arcore? Magari a gestire un fiume di denaro da riciclare?
E’ un peccato, caro Silvio, che il mezzo informatico non ci permetta di condividere la risata sguaiata – permettimi il termine – che questa barzelletta suscita.
Come dici? C’e’ poco da ridere? Hai ragione. Scusami. Dimentico sovente che l’essere umano e’ a volte cosi’ maligno da arrivare a credere sino alle accuse piu’ infamanti e incredibili.
Come si puo’ non crederti quando anche i tuoi collaboratori, spontaneamente, dichiarano pubblicamente vicende che sono testimonianza della tua bonta’ d’animo, generosita’ e incontenibile amore per l’essere umano?
Ricordi il buon Niccolo’ che confesso’ di fronte a milioni di telespettatori la tua abitudine di portare sempre teco – scusami il termine arcaico, chiaro riferimento all'Ave Maria ("il signore e' teco"), ma mi pare opportuno il richiamo al divino quando si parla della tua persona – costosi ninnoli che usi regalare a ragazze di buona famiglia in occasioni particolari? E Niccolo’ ando’ oltre, dichiarando che avevi derogato dai tuoi pressanti impegni di governo per consegnare personalmente uno di tali preziosi alla dolce noemi letizia?
Sono certo che avrai bonariamente rimproverato Niccolo’: la tua innata modestia ti spinge a celare questi meravigliosi e munifici gesti, che qualche malpensante puo’ pensare legati a qualche secondo fine (quale, poi?)
Ma ci sono altre innumerevoli, commoventi situazioni che ti hanno visto protagonista e vittima della tua ingenuita’, convinto che il popolo italiano sia costituito da persone oneste e generose come te, e non da meschini pronti a vedere il male ovunque per invidia o malafede. C’e’ chi ha visto nel tuo voler proteggere la nipote di Mubarak un tentativo di nascondere innominabili legami con una povera marocchina minorenne, invece di una dimostrazione di grande diplomazia, spinta al punto di mettere in gioco direttamente la tua persona per rinsaldare i legami con un presidente amico.
C’e’ chi arriva a definire “orge disgustose” le tue feste dedicate all’infanzia nella villa di arcore, nemmeno tu fossi un vecchio disgustoso pedofilo. Che poi, se fossimo ai tempi di Platone, “disgustoso” e “pedofilo” sarebbe un accostamento assolutamente improprio. Ma cosa vuoi che ne sappiano questi ignoranti?
Come definire chi denigra senza sosta le tue scelte sulle persone da portare in parlamento o comunque a qualche incarico importante? Possibile che non creda che le tue sono scelte esclusivamente meritocratiche?
Chi, sano di mente, potrebbe credere la plurilaureata nicole – il primo esempio che mi sovviene - incapace di svolgere con grande profitto – per gli elettori, meglio specificare – il suo lavoro in regione?
O che la cara mara non sia all’altezza del suo incarico, del quale porta anche i segni fisici? E’ cosi’ dimagrita, lei una volta cosi’ procace… Non che l’aspetto fisico abbia qualche rilevanza, comunque, quando si tratta di incarichi importanti.
Insomma, Silvio, e’ inutile che io continui ad elencare le innumerevoli occasioni in cui questo popolo ingrato non ha creduto alla tua buona fede. Le conosci meglio di me.
Rimango ogni volta sorpreso ed ammirato dalla tua forza d’animo: un altro, al tuo posto, avrebbe gia’ ceduto a tanta malevolenza.
Questa devo raccontartela, a costo di ripetermi, perche’, ne sono certo, ti strappera’ un’altra risata: c’e’ chi arriva a dire che non vuoi ritirarti perche’ – dio mio, rido cosi’ tanto che fatico a scrivere correttamente – “rischi la galera”. Cosa? C’e’ poco da ridere? Scusa Silvio. Di nuovo ho errato. Di nuovo ti chiedo di perdonare la mia leggerezza. Dimentico sempre che esistono “magistrati insani di mente” disposti a credere a tanta infamia. Del resto, se hanno messo Cristo in croce, perche’ dovrebbero fare altrimenti con te?
Quindi, e’ evidente, caro Silvio, che qualcosa di profondo ci accomuna: siamo vittime di invidia e livore, manifestate dall’incredulita’ di chi dovrebbe assisterci e invece ci abbandona.
Certo, il mio caso e’ risibile di fronte alla grandezza della tua sofferenza, ma io non ho la tua forza Silvio, sono un misero mortale.
Sono sicuro che questo mio sfogo raggiungera’ il tuo cuore, caro Silvio.
Ma poiche’ esiste sempre la possibilita’ che uno dei tuoi numerosi nemici intercetti questa mia, non indico qui l’IBAN su cui ti preghero’ di accreditare la somma che certamente vorrai offrirmi.
Hai visto mai, qualche magistrato zelante potrebbe metterlo sotto controllo.
A te la decisione dell'importo: so che sei un generoso.
Fammi magari contattare dal buon Niccolo’ perche’ ci possiamo accordare di persona.
E non telefonarmi: quei dannati “magistrati rossi” potrebbero intercettarci e costruire l’ennesimo castello di menzogne su una conversazione innocente.
Ad maiora, caro Silvio.”
[Modificato da faerdal 16/09/2011 20:13]