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Viaggio apostolico in San Marino...

Ultimo Aggiornamento: 24/06/2011 17:43
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Il “buen retiro” all’hotel Casa San Giuseppe. Il pranzo confezionato dallo chef dell’albergo Yukiko Ochiai e da Luigi Sartini della Taverna Righi

IL PAPA A SAN MARINO E PENNABILLI

Lasagne e passatelli nel menù pontificio

Vini rigorosamente sammarinesi: Brugnetto e Roncale per accompagnare le portate

di Luca Cassiani

SAN MARINO. Papa Benedetto XVI ha scelto la Casa hotel San Giuseppe per il buen retiro sammarinese. Solo poche ore nel quattro stelle di Valdragone, tanto quanto basta per lasciare un segno profondo. Profondissimo.
Il “fortino”. Il San Giuseppe per l’occasione somigliava più a una roccaforte inespugnabile che a un normale hotel. Struttura blindatissima: polizia civile al cancello d’ingresso per il primo filtro, agenti speciali armati fino ai denti all’interno, Guardia vaticana davanti alla porta del quattro stelle per intercettare qualsiasi intruso.
La foto ricordo. Il Papa è arrivato all’albergo intorno alle 12.40. Prima di mettersi a tavola ha salutato tutto il personale. Ha stretto la mano, uno ad uno, ai camerieri e agli addetti della cucina. Poi, seduto su una poltrona rossa, ha posato per una foto ricordo con i dipendenti. Prima di mettersi a tavola.
Il pranzo. Per confezionare il menù porporato, lo staff della Casa si è unito a quello della Taverna Righi. Così lo chef giapponese Yukiko Ochiai (dell’hotel) e Luigi Sartini (del ristorante) hanno messo in tavola: antipasto tipico con affettati e formaggi assortiti, grigliata di verdure, pane e piadina. Due i primi. Accuratamente evitati gli strozzapreti, il palato dei sacerdoti è stato solleticato con lasagne alle verdure, e passatelli con fiori di zucca e pendolini. Secondo piatto: tagliata di carne accompagnata da insalata. Il tutto innaffiato dai vini sammarinesi: Brugnetto (rosso) e Roncale (bianco). Per finire un mix di dolci con semifreddo e pasticceria secca, in abbinamento Moscato rigorosamente di San Marino. E l’immancabile caffè.
I commensali. Alla tavola del Papa sedeva una quarantina di persone, quasi tutti i più stretti collaboratori, oltre al “padrone di casa” Luigi Negri vescovo della Diocesi di San Marino e Montefeltro. Fra i commensali: il segretario di Stato Vaticano cardinale Tarcisio Bertone, l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, il cardinale slovacco Jozef Tomko, il cardinale canadese Marc Ouellet prefetto della Congregazione per i vescovi, l’arcivescovo di Bologna monsignor Carlo Caffarra, lo statunitense Michael Harvey prefetto della Casa pontificia, il vescovo Paolo De Nicolò (cattolichino) reggente della prefettura della Casa pontificia, il nunzio apostolico a San Marino monsignor Giuseppe Bertello, oltre ad altri cardinali, ad alcuni sacerdoti della zona, al medico personale di sua Santità e agli uomini della Gendarmeria vaticana.
La passeggiata e il riposo. Finito il pranzo intorno alle 13.45, il Papa ha compiuto una passeggiata nel verde e nella quiete più assoluta che regna al San Giuseppe. L’albergo sorge proprio di fianco al Santuario Cuore Immacolata di Maria, proprietà dei Frati minori. Al ritorno dalla piccola camminata Joseph Ratzinger ha confessato al personale: «Qui è bellissimo».
Alle 14 il Papa si è ritirato in stanza, al quinto ed ultimo piano del quattro stelle, per riposarsi un po’. E lì è rimasto per circa un’ora.
Nuove visite. Intorno alle 15.15 è ripartito il cerimoniale. Benedetto XVI ha avuto un primo incontro privato con i Capitani reggenti e con alcuni segretari di Stato, delegazione sammarinese arrivata all’hotel con otto auto blu al seguito. Il Pontefice ha ricevuto anche il saluto e la visita di molte personalità locali, prima di ripartire, intorno alle 16.15 per San Marino Città prima tappa del pomeriggio di fede.

La curiosità. Appena arrivato al San Giuseppe il Papa ha notato un gattino, un piccolo randagio che da qualche tempo è stato virtualmente adottato dai dipendenti dell’albergo. Dopo il pranzo, Ratzinger ha esplicitamente chiesto del cibo per il quattrozampe. E una volta che i camerieri glielo hanno consegnato, si è incaricato personalmente di offrirlo al gatto.

© Copyright Corriere di Romagna, 20 giugno 2011


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