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GMG Madrid 2011

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2011 18:32
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GMG: IL RADUNO A RIO DE JANEIRO DAL 18 AL 23 LUGLIO 2013

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 21 ago. - Si terra' dal 18 al 23 luglio 2013 la prossima Giornata Mondiale della Gioventu', la cui sede, Rio de Janeiro e' stata annunciata oggi dal Papa a conclusione della Gmg di Madrid. Come in Spagna, anche il raduno in Brasile sara' preceduto dalle "giornate diocesane" cioe' da gemellaggi tra le diocesi del paese ospitante e quelle dei paesi di provenienza dei ragazzi. (AGI)


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Ratzinger: il mondo ha bisogno dei giovani

«Testimoniate negli ambienti più diversi – li ha incitati – incluso dove vi è rifiuto e indifferenza»

Giovanna Chirri

MADRID

I ragazzi che gridano e incoraggiano il Papa, mentre cercano teloni e cappelli per ripararsi dalla pioggia che funesta la veglia, o quelli che in silenzio fino alle quattro del mattino seguono le antiche statue della Via crucis per le strade di Madrid? Quelli che stanno in adorazione in silenzio dopo il temporale o quelli che esultano all'annuncio della prossima Gmg di Rio?
Quali sono i giovani che papa Ratzinger si porta nel cuore dopo i trionfali 4 giorni a Madrid, accolto da due milioni di persone, probabilmente l'evento pubblico più numeroso nella laicissima Spagna? Senza dubbio sono tutti loro, visto che anche di fronte a un temporale che gli ha inzuppato gli abiti e i fogli dell'omelia, sabato alla veglia, Benedetto XVI è sempre stato «deciso e determinato a restare» e a proseguire l'incontro con l'adorazione eucaristica, come ha raccontato il portavoce Federico Lombardi: «Una bella prova di costanza, impegno, pazienza e coraggio – ha commentato Lombardi – visto che la vita è fatta anche di qualcosa di imprevisto, di dover affrontare qualcosa di nuovo».
Fede, devozione, modernità, giovinezza, tradizione hanno convissuto e si sono fuse nella XXVI Giornata mondiale della gioventù per la quale papa Ratzinger aveva scelto come tema «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede». Tema perseguito negli incontri di questi giorni e riassunto nella omelia di ieri mattina nell'aeroporto di Cuatro Vientos. «Certamente il mondo ha bisogno di Dio», ha affermato il Papa, e ha bisogno «della vostra testimonianza di fede».
«Testimoniate negli ambienti più diversi – li ha incitati - incluso dove vi è rifiuto e indifferenza». Un tema, questo del coraggio di annunciare il Vangelo anche di fronte a diffidenze, ostilità, deformazioni individualistiche e ricadute del relativismo, che papa Ratzinger ha sviluppato a più riprese. E lo ha declinato nei diversi incontri, davanti alle suore di non più di trentacinque anni e ai docenti universitari neppure quarantenni all'Escorial, davanti al milione e più di sabato sera alla veglia, quando ha ricordato la bellezza del matrimonio e la serietà del patto coniugale, davanti ai seminaristi nella cattedrale dell'Almudena, dove ha chiesto loro di non essere né mediocri né paurosi, di valutare bene la propria vocazione e di seguirla fino in fondo se la si scopre vera. «Cercare la verità non è intolleranza», aveva detto in volo verso Madrid, e lo stesso atteggiamento di dialogo basato su una identità forte e rispettosa dell'altro ha riproposto nella capitale spagnola davanti a ragazzi giunti da tutto il mondo. Negli incontri pubblici il Papa ha spesso evocato la positiva collaborazione con le autorità spagnole per realizzare la Gmg, evento che aiuta il bene di tutti. E lo stesso ha probabilmente fatto nei colloqui con i reali e con il premier socialista Zapatero.
«Il Papa è stato bene in Spagna – ha detto al re prima di congedarsi – e prega perché questo grande paese affronti le sfide del momento e continui ad avanzare nel cammino della concordia, della solidarietà, della giustizia e della libertà». In Spagna, e nei 193 paesi del mondo rappresentati in questi giorni a Madrid, per il Papa le giovani generazioni hanno molto da dare. Lui li vuole sostenere nella fede, e intanto li ha invitati a Rio per il 2013: «Ci incontreremo in Brasile».

Arriverci a Rio
L'annuncio della scelta di Rio de Janeiro quale sede della prossima Gmg fatto dal Papa è stato salutato con incontenibile entusiasmo dal folto gruppo di brasiliani presenti a Cuatro Vientos. «Spero di potervi incontrare fra due anni – ha detto loro il Papa in portoghese – nella Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, Brasile. Nel frattempo, preghiamo gli uni per gli altri offrendo testimonianza della gioia che nasce dal vivere radicati ed edificati in Cristo». «Cari giovani e amici di lingua portoghese – ha continuato Benedetto XVI – avete trovato Gesù Cristo. Vi sentirete controcorrente in mezzo ad una società dove domina la cultura relativista che rinuncia a cercare e a possedere la verità. È in questo particolare momento storico, pieno di grandi sfide e di opportunità, che il Signore vi ha inviato: perché grazie alla vostra fede continui a risuonare la Buona Novella di Cristo per tutta la terra. A presto.

© Copyright Gazzetta del sud, 22 agosto 2011


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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MADRID (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011)

TELEGRAMMA AL RE DI SPAGNA JUAN CARLOS I

Conclusa la Cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale "Barajas" di Madrid, il Santo Padre Benedetto XVI sale a bordo dell’aereo - un A321 dell’Iberia - che decolla alle 19 alla volta di Roma.
Nel lasciare lo spazio aereo spagnolo, il Papa fa pervenire al Re di Spagna Juan Carlos I il seguente messaggio telegrafico:

A SU MAJESTAD JUAN CARLOS I, REY DE ESPAÑA
PALACIO DE LA ZARZUELA
MADRID

AL TÉRMINO DE MI VIAJE APOSTÓLICO A ESPAÑA CON OCASIÓN DE LA CELEBRACIÓN DE LA XXVI JORNADA MUNDIAL DE LA JUVENTUD DESEO RENOVAR MI SENTIDA GRATITUD A VUESTRA MAJESTAD A LA REINA A LOS DEMÁS MIEMBROS DE LA FAMILIA REAL Y A LAS AUTORIDADES ASÍ COMO A LOS PASTORES Y FIELES DE ESE NOBLE PAÍS POR LAS INNUMERABLES MUESTRAS DE AFECTO QUE ME HAN DISPENSADO DURANTE MI PERMANENCIA EN ESAS BENDITAS TIERRAS (.) CON ESTOS SENTIMIENTOS ENCOMIENDO FERVIENTEMENTE A TODOS LOS ESPAÑOLES A LA INTERCESIÓN DE LA VIRGEN MARÍA Y DE SANTIAGO APÓSTOL PARA QUE EN CONSONANCIA CON SU RICO PATRIMONIO DE VALORES HUMANOS Y CRISTIANOS AVANCEN POR LOS CAMINOS DE LA SOLIDARIDAD Y EL JUSTO PROGRESO A LA VEZ QUE LES IMPARTO DE CORAZÓN UNA ESPECIAL BENDICIÓN APOSTÓLICA PRENDA DE COPIOSAS GRACIAS CELESTIALES

BENEDICTUS PP. XVI

Nel viaggio di ritorno verso Roma, sorvolando lo spazio aereo della Francia e rientrando infine in Italia, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire rispettivamente al Presidente della Repubblica Francese e al Presidente della Repubblica Italiana i seguenti messaggi telegrafici:

SON EXCELLENCE MONSIEUR NICOLAS SARKOZY
PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE
PARIS

ALORS QUE JE SURVOLE LE TERRITOIRE FRANÇAIS AU RETOUR DE MON VOYAGE APOSTOLIQUE À MADRID J’ADRESSE DE NOUVEAU À VOTRE EXCELLENCE ET À SES COMPATRIOTES MES VŒUX LES MEILLEURS(.) QUE DIEU ACCORDE À LA FRANCE ET À SES HABITANTS D’ABONDANTES BÉNÉDICTIONS

BENEDICTUS PP XVI

A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA

AL RIENTRO DAL MIO VIAGGIO APOSTOLICO A MADRID DOVE HO INCONTRATO GIOVANI PRONTI AD IMPEGNARSI PER CREARE UN FUTURO RADICATO NEI PERENNI VALORI CRISTIANI CHE FORMANO IL PATRIMONIO SPIRITUALE DELL’EUROPA COME MIRABILMENTE APPARE ANCHE NELLA STORIA DEL POPOLO SPAGNOLO RENDO GRAZIE A DIO PER QUESTA PROVVIDENZIALE OPPORTUNITÀ ED INVIO DI CUORE A LEI SIGNOR PRESIDENTE ED ALLA DILETTA NAZIONE ITALIANA IL MIO CORDIALE SALUTO ASSICURANDO PER TUTTI UNA SPECIALE PREGHIERA

BENEDICTUS PP XVI

Bollettino Ufficiale Santa Sede

Messaggio del Presidente Napolitano a Benedetto XVI al rientro dalla Giornata Mondiale della Gioventù

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Sua Santità Benedetto XVI il seguente messaggio:

"Santità,
al rientro dal Suo viaggio in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, desidero rivolgerLe il mio più cordiale saluto di benvenuto.
Le giornate di Madrid hanno conseguito un pieno successo, rappresentando per i giovani provenienti da tutto il mondo un importante momento di dialogo e di arricchimento culturale e spirituale.
Il Suo messaggio ha riacceso la speranza di molti indicando ai giovani la via dell'impegno in difesa dei più autentici valori dell'uomo, della solidarietà, del dialogo e del rispetto reciproco.
Con profonda considerazione, Le rivolgo un affettuso pensiero".

Roma, 22 agosto 2011

Sito Ufficiale Quirinale


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Il cardinale Rouco sulla Gmg: bilancio umano e spirituale ricchissimo, splendida gioia dei giovani, testimonianza del Vangelo

Per un bilancio della Giornata mondiale della gioventù, ascoltiamo il cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, al microfono del collega del Centro Televisivo Vaticano, Alessandro Di Bussolo:

R. - Un balance pastoral, espiritual, apostólico y humano ricísimo …

Un bilancio pastorale, spirituale, apostolico e umano ricchissimo. In primo luogo in questa Giornata mondiale si è visto il fondamento di questi eventi: l’incontro dei giovani con Cristo. Sì, c’era il Papa, ma invisibilmente c’era il Signore. Il Papa ha voluto solo favorire questa profonda relazione personale con Cristo. E l’incontro con il Signore c’è stato! Io credo che per moltissimi giovani questa esperienza segnerà un cambiamento della loro vita. Un altro punto da sottolineare è che la comunione ecclesiale ne è uscita molto rafforzata. Tutte le varie realtà della Chiesa hanno lavorato insieme: ordini religiosi, movimenti, associazioni, nuove comunità, realtà parrocchiali e diocesane. Questo è un fatto che nessuno può negare e che porterà molti frutti nel futuro. Restano poi delle immagini forti come la notte della Veglia di preghiera col Papa, con quella tempesta che è durata 20 minuti, e vedere la reazione festosa dei giovani alla pioggia e al vento… E quando hanno chiesto al Papa se voleva lasciare la Veglia e lui ha detto con decisione: “No, non me ne vado. Resto!”… Poi il momento dell’Adorazione eucaristica, il silenzio immenso di quella moltitudine infinita, sbocciato alla fine in una grande gioia che sgorga dal cuore. Sì, la gioia dei giovani è stata splendida. L’impressione maggiore, che tutti noi abbiamo vissuto, è stata proprio vedere le strade di Madrid in festa, veramente una grande festa dell’allegria… E’ stata una testimonianza del Vangelo, una testimonianza che la vita si può vivere con gioia anche nelle situazioni difficili. (mg)

© Copyright Radio Vaticana


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Benedetto XVI conclude a Madrid la ventiseiesima Giornata mondiale della gioventù

Con la gioia della fede sulle vie del mondo

A Rio de Janeiro nel 2013 il prossimo incontro internazionale

L'appuntamento è per il 2013 a Rio de Janeiro, in Brasile. È lì che il Papa ha convocato il prossimo raduno internazionale della gioventù. E verso la città carioca Benedetto XVI ha già invitato a mettersi in cammino i giovani dei cinque continenti che hanno partecipato alla ventiseiesima Giornata mondiale della gioventù, conclusasi domenica 21 agosto a Madrid. Con l'esplicita raccomandazione - rivolta loro al momento del congedo - di "diffondere in ogni angolo del mondo la gioiosa e profonda esperienza di fede" vissuta in questi giorni nella capitale iberica.
Il passaggio di testimone tra la gioventù spagnola e quella brasiliana è avvenuto simbolicamente al termine della messa che il Pontefice ha presieduto domenica mattina sulla spianata dell'aeroporto di Cuatros Vientos. La grande croce di legno, simbolo delle Gmg, è stata consegnata da un gruppo di giovani della Spagna ai loro coetanei del Paese latinoamericano. E proprio spiegando il senso di questo gesto il Papa ha affidato a tutti i presenti un "grande compito": portare "la conoscenza e l'amore di Cristo a tutto il mondo". Perché - ha affermato - "Egli vuole che siate suoi apostoli nel ventunesimo secolo e messaggeri della sua gioia".
Già durante la veglia di preghiera celebrata sabato sera il Pontefice aveva ricordato ai giovani che, "anche in mezzo a contrarietà e sofferenze", nell'amore di Cristo c'è sempre "la fonte della gioia e dell'allegria". Da qui l'appello a non lasciarsi scoraggiare dalle avversità della vita. "Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza" aveva raccomandato, aggiungendo: "Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra".
Per Benedetto XVI, dunque, "vale la pena accogliere nel nostro intimo la chiamata di Cristo e seguire con coraggio e generosità il cammino che ci propone". La fede, infatti, non si oppone agli "ideali più alti" dell'uomo, ma "li eleva e li perfeziona". Aiutando così i giovani a riscoprire la loro vocazione nella Chiesa e nella società e "a perseverare in essa con allegria e fedeltà".
Ma chi è veramente Gesù per l'umanità del nostro tempo? Il Papa se lo è chiesto parlando alla grande assemblea riunita domenica a Cuatros Vientos per la celebrazione eucaristica. E ha suggerito ai giovani di rispondere a questa domanda "con generosità e audacia", ripetendo a Cristo: "Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona".
Proprio dall'amicizia con Gesù "nasce la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza". E il mondo di oggi - ha ribadito Benedetto XVI - "ha bisogno certamente di Dio". Ne ha dato prova durante i giorni della Gmg la stessa società spagnola, che "in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa - si è detto convinto il Papa nel discorso pronunciato domenica sera al momento del congedo - sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica".

(©L'Osservatore Romano 22-23 agosto 2011)


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Pioggia e sole a Cuatro Vientos

Forse ciò che più resterà nella memoria dei due milioni di giovani venuti da tutto il mondo per prendere parte alla giornata di Madrid è un momento della veglia. Quando Benedetto XVI, sferzato dalla pioggia battente e a stento protetto da alcuni ombrelli bianchi, ha risposto ai collaboratori che sarebbe rimasto, come le ragazze e i ragazzi accalcati e fradici nello sterminato spazio dell'aeroporto di Cuatro Vientos. Quasi a esprimere con un gesto di coraggio semplice e sereno il rapporto con i suoi giovani: la juventud del Papa, come in questi giorni la moltitudine si è presentata, ritmando interminabili acclamazioni.
Niente più di un segno, se si vuole, ma carico di significato per una verità profonda, che rinvia all'essenziale: l'affetto per il Papa, conosciuto sempre meglio nei suoi tratti autentici. E questo legame a sua volta esprime la realtà della Chiesa: nella fraternità cristiana, che è aperta a tutti, e nel mistero della comunione dei santi, a cominciare dai patroni dell'incontro di Madrid, tra cui Giovanni Paolo II, amatissimo e che delle giornate mondiali ebbe l'intuizione provvidenziale.
Il Papa con i giovani, dunque, contra viento y marea - controcorrente, si potrebbe rendere - come ha titolato suggestivamente "La Razón", il quotidiano che più spazio ha dedicato all'incontro.
Insieme sotto la pioggia e insieme sotto il sole, nella luce accecante e nel caldo implacabile della meseta, di nuovo a Cuatro Vientos, nella messa conclusiva concelebrata dal Papa con molte centinaia di preti e vescovi, tra cui decine di cardinali. Segno ulteriore della natura più autentica delle giornate mondiali: non solo raduni di massa festosi e positivi, ma forma di presenza nuova della Chiesa e momento del suo cammino nel tempo. Dopo una preparazione in Spagna e negli altri Paesi che ha coinvolto migliaia di parrocchie e gruppi, il ritorno dei giovani diverrà infatti per moltissimi di loro l'inizio di una vita cristiana nuova.
Il significato religioso e spirituale, chiarissimo nelle parole di Benedetto XVI, è dunque il risultato principale e più autentico della giornata mondiale. Avvenimento che però ha anche attirato, con commenti in genere favorevoli dopo iniziali diffidenze, l'attenzione dei media internazionali.
Come già era avvenuto per la visita nel Regno Unito, preceduta da una serie di articoli pregiudiziali e negativi che hanno lasciato il posto a un consenso quasi unanime - ed è merito indiscusso di molte testate britanniche avere saputo cambiare opinione - nell'evidenziare la trasparente umiltà del Papa e la sua capacità gentile di rivolgersi a tutti, facendosi capire non soltanto dai fedeli cattolici.
Polemiche e proteste vi sono certo state, marginali però, o così palesemente intolleranti e illogiche da risultare trascurabili, ha commentato Yves Thréard su "Le Figaro". Le giornate di Madrid, insomma, sono state anche un successo riconosciuto dai media, soprattutto spagnoli. Per merito dei protagonisti, innanzi tutto, cioè di Benedetto XVI e della sua juventud, poi naturalmente degli organizzatori e, last but not least, della Spagna: di re Juan Carlos, con la famiglia reale, del Governo e delle diverse autorità. Con una collaborazione tra Stato e Chiesa, sottolineata dal Papa, che fa giustizia di molti luoghi comuni e si propone come esemplare.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano 22-23 agosto 2011)


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Da "Vatican Insider"...

La tempesta di sabato sera raccontata da alcuni ragazzi: “Il temporale ci ha fatto stringere ancora di più a Benedetto XVI”

Andrés Beltramo Álvarez

Madrid

La pioggia ha permesso che in qualche modo si avverasse il tema della Giornata Mondiale della Gioventù: «Saldi nella fede». Né l’acqua né il vento impetuoso che hanno interrotto la veglia con il Papa nella serata di sabato all’aeroporto di Cuatro Vientos hanno infatti potuto smorzare l’entusiasmo dei due milioni di fedeli presenti a Madrid

«Siamo qui, indipendentemente da quello che succede, dobbiamo rimanere saldi nella fede, come cattolici nel nostro ambiente: può piovere, lampeggiare, possono attaccarci a causa della nostra fede, ma non dobbiamo permettere che ciò ci influenzi», ha detto a Vatican Insider Lorena Álvarez, una messicana quindicenne.

«Quelli che pensano che il cattolicesimo stia morendo dovrebbero venire qui a vedere le folle di giovani che vivono controcorrente, contro quella che è la mentalità comune, per vivere la nostra religione», ha aggiunto la giovane cattolica originaria del Queretaro (una regione centro del Messico).

È stato questo l’atteggiamento della maggior parte dei giovani che hanno passato la notte all’ aerodromo, bagnati e stanchi, ma rivitalizzati dopo una movimentata veglia di preghiera interrotta dalla classica tempesta estiva.

I pellegrini presenti hanno accolto quella pioggia, caduta a partire dalle 21 e 15, come una “manna” dal cielo. L’acqua non li ha per niente scoraggiati. Anzi, è come se avesse fatto esplodere ancora di più le loro energie: ed ecco i canti, il tifo, con tanto di bandiere ondeggianti.

Dunque, per più di mezz’ora, il vescovo di Roma ha dovuto rimanere in silenzio e aspettare che la pioggia cessasse, seduto su un trono nel mezzo di un gigantesco palcoscenico bianco.

Il Papa è riuscito a leggere solo il primo paragrafo del testo che aveva tra le mani, ma il vento è stato tale che lo ha obbligato a interrompere la lettura; l’acqua ha cominciato a cadere con più forza sui presenti, anche i giornalisti hanno dovuto correre in massa sotto una tenda.

In nessun momento il Papa ha perso la calma e ha sorriso diverse volte, mentre uno dei suoi collaboratori cercava di coprirlo con un ombrello bianco, sventolante.

Appena ha potuto riprendere il suo discorso, Ratzinger ha passato direttamente ai saluti finali nelle diverse lingue, ma prima ha detto: «Cari amici, grazie di questa gioia, la vostra forza è più forte della pioggia. Il Signore con la pioggia ci invia tante benedizioni».

«Siete un esempio», ha aggiunto mentre riceveva un’enorme ovazione dalla folla, che ha superato momenti di incertezza perché nessuno sapeva se il Papa avrebbe potuto continuare sull’altare o avrebbe dovuto ritirarsi.

Lorena ha ricordato le parole fuori programma pronunciate di Joseph Raztinger dopo la tempesta: «Abbiamo vissuto un’avventura saldi nella fede di Cristo; prima di andarmene vorrei darvi la buona notte, riposate bene e grazie del sacrificio che state facendo per edificare la vostra vita nel Signore», ha detto il Pontefice in spagnolo.

«Dio ci attende tutti, Cristo ci aiuta ad affrontare le prove della vita, non dimenticatelo». Queste parole hanno consentito ai ragazzi di superare una notte difficile, con un’organizzazione sopraffatta dagli eventi e una polizia spagnola che non è stata all’altezza della situazione. Alla fine la tranquillità dei pellegrini ha impedito problemi maggiori. C’è anche da considerare il crollo di un’impalcatura che ha provocato sette feriti.

«Non eravamo preparati a tanto», ha riconosciuto uno degli organizzatori: «Si è trattato dell’evento più affollato della storia della Spagna». Concetto condiviso anche Marieta Jaureguizar, direttore dell’Ufficio Stampa della GMG: «La partecipazione ha superato le aspettative». Due milioni di persone che ha condiviso «l’avventura della forza e della resistenza» con il Papa. Una festa di fede.


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Da "La Stampa.it"...

21/8/2011

Il Papa del sorriso

VATICANISTA DE LA STAMPA

INVIATO A MADRID
Il "Papa del sorriso", lo ha ribattezzato Tele-Madrid, che copre ogni suo passo in Spagna. Ed effettivamente Benedetto XVI non ha mai smesso di sorridere, alle centinaia di migliaia di giovani che lo acclamano, alle suore che lo accolgono con cori da stadio, ai docenti universitari che gli tributano ovazioni, al vecchio "nemico" Zapatero che esce di scena, al futuro "alleato" Rajoy. Per il Papa tutto va per il meglio nel paese che più ha visitato dall'inizio del pontificato. E' circondato dal calore e dall'affetto di una colossale massa di fedeli. Il periodo buio della crisi dei preti pedofili, che gravava sui viaggi precedenti, è superato e la rievangelizzazione della Spagna si presenta sotto migliori auspici. La "collaborazione tra Chiesa e istituzioni civili" "non solo è possibile", sottolinea il Papa, ma quando Chiesa e istituzioni "si orientano al servizio di iniziative comuni si realizza "il principio del bene che integra tutti nell'unità". Una folla immensa, mai vista prima in Spagna, sotto una tempesta di pioggia che ha persino interrotto il discorso di Benedetto XVI. "Si, si, siamo la gioventù del Papa", cantano e ballano. Olltre due milioni di pellegrini (secondo le stime della tv spagnola) hanno stretto un patto con il Pontefice teologo e pastore. "Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio-assicura il Papa-.Se rimarrete nell’amore di Cristo, radicati nella fede, incontrerete, anche in mezzo a contrarietà e sofferenze, la fonte della gioia e dell’allegria". La fede "non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona”. Oggi che "la cultura relativista dominante rinuncia e disprezza la ricerca della verità, che è l’aspirazione più alta dello spirito umano", va proposto "il valore universale di Cristo". Quindi “nessuna avversità vi paralizzi, non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza: Dio vi ha concesso di vivere in questo momento della storia perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo nome in tutta la terra". In una società che "pone in dubbio la dignità della vita ed è sconcertata quando irrompe il dolore", pochi istanti prima di immergersi nello sterminato oceano di colorie e allegria dei Papa-boys, Benedetto XVI ha visitato l'Istituto San José, un centro per persone disabili e con gravi malattie neurodegenerative e, in nunziatura, ha incontrato suor Teresita, 103 anni, la religiosa di clausura più anziana del mondo, entrata in monastero il giorno della nascita di Joseph Ratzinger. Al periferico aerodromo di Cuatro Vientos, sede degli appuntamenti finali della Gmg (la veglia di ieri sera e la messa di oggi),i pellegrini sono arrivati dal centro della capitale muniti di un "kit di sopravvivenza" cibi e bevande per 10 infuocati chilometri di rosario, bandiere e canti. Mille ruscelli sono partiti da ogni parte della città, sono diventati torrenti nella metropolitana verso l'aeroporto, fiume in piena dalle uscite del Metrò di Aviacion Espanola e di Las Aguilas, mezz'ora a piedi dal "grande deserto" di Cuatro Vientos. I campi attorno alla base sono stati trasformati in "Cittadella del Papa". Una desolante immensità gialla vista dall'alto dalle telecamere degli elicotteri delle Tv con il termometro che sfiora i 40 gradi. Benedetto XVI ha ricordato ai giovani l’importanza della vocazione al matrimonio, “nel quale un uomo e una donna, formando una sola carne, si realizzano in una profonda vita di comunione”. E ha aggiunto:“Riconoscere la bellezza e la bontà del matrimonio significa essere coscienti che solo un contesto di fedeltà e indissolubilità e di apertura al dono divino della vita, è quello adeguato alla grandezza e dignità dell’amore matrimoniale”. occorre adorare l’eucaristia, “dialogare” con Dio e porre a lui le domandei: "Chiediamo al Signore, in questa notte, attratti dalla bellezza del suo amore, di vivere sempre fedelmente come suoi discepoli”. Nella spianata, grande quanto 48 campi di calcio, una distesa infinita di mani alzate, striscioni, gazebo. Il Pontefice ha incontrato una delegazione di giovani norvegesi in segno di partecipazione al dramma degli attentati del 22 luglio sull’isola di Utoya. La veglia si è aperta con la processione. Ragazzi in rappresentanza dei ciinque continenti hanno portato la croce della Gmg, simbolo del cammino di fede. L'incontro con Cristo cambia la prospettiva per molti e il Papa riconosce ai ragazzi il diritto ad avere paure e dubbi, ma li esorta a non fermarsi davanti agli ostacoli. I giovani trascorrono la notte nella zona di “Cuatro Vientos”, dove sono state allestite tende per l’adorazione eucaristica in attesa della messa domenicale. Ieri mattina Benedetto XVI, apparso in ottima forma malgrado il caldo opprimente, ha confessato in mezzo ad altri 200 preti (è la prima volta che accade a una Gmg). Erano previsti tre penitenti ma alla fine c'è stato tempo per aggiungerne un quarto. “Cos’è la riserva della confessione?”, ha chiesto Joseph Ratzinger sorridendo. Poi nella cattedrale dell’Almudena ha tracciato l’identikit del buon sacerdote e annunciato un nuovo dottore della Chiesa: San Giovanni d’Avila, patrono del clero secolare spagnolo. I seminaristi, raccomanda, non devono temere di essere disprezzati per la fede:"Capite se la vostra è vostra è vera vocazione, siate audaci, senza complessi né mediocrità, non lasciatevi intimorire da un ambiente nel quale si pretende di escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il piacere sono spesso i principali criteri sui quali si regge l'esistenza". E avverte:"Può darsi che vi disprezzino come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano". Sarà allora che "una vita radicata in Cristo si rivelerà una novità, attraendo quanti cercano Dio, la verità e la giustizia". La santità della Chiesa è "santità di Cristo", per cui "dobbiamo essere santi per non creare una contraddizione fra il segno che siamo e la realtà che vogliamo significare". Essere prete è un "modo di realizzare la vita umana nella gratuità e nel servizio".


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Nel fine settimana le celebrazioni conclusive della Gmg

Una grande festa della fede

Dal nostro inviato GIANLUCA BICCINI

Dal Manzanarre alla bianca spiaggia di Copacabana; dalla vecchia Europa, le cui radici cristiane sono minacciate dalla secolarizzazione, al nuovo continente, nel Paese con il maggior numero di cattolici al mondo: Benedetto XVI ha dato appuntamento ai giovani in Brasile nel 2013. Lo ha annunciato domenica 21 agosto, al termine della messa con cui si è conclusa l'edizione madrilena del raduno internazionale delle nuove generazioni: la sede scelta è Rio de Janeiro, con un anno di anticipo sulla tradizionale cadenza triennale, perché nel 2014 limmenso Paese latinoamericano ospiterà i campionati mondiali di calcio.
La gioia dei giovani verde-oro, che sul palco papale nella spianata dell'aeroporto di Cuatro Vientos hanno accolto la grande croce e l'icona simbolo delle Gmg dalle mani dei coetani spagnoli cantando unidos vinceremos, è stato l'epilogo della grande "festa della fede" vissuta a Madrid nel fine settimana.
Nel campo di volo, che ha un'estensione equivalente a 48 campi sportivi, una folla sconfinata di giovani - ben oltre il milione e mezzo preventivato - si sono radunati incuranti del caldo torrido della domenica mattina e del nubifragio che li aveva inzuppati la sera precedente. Dall'enorme palco papale il colpo d'occhio era impressionante: una distesa immensa di ragazzi e di ragazze felici, che alle coreografie da stadio dell'attesa hanno alternato raccoglimento e riflessione nei momenti liturgici della messa e della veglia, formando un cuore solo e un'anima sola, in un silenzio che era più eloquente di ogni parola.
A otto chilometri dalla capitale, la base aerea che aveva ospitato anche l'incontro di Giovanni Paolo II con la gioventù spagnola nel 2003, ha aperto i battenti a mezzogiorno di sabato per accogliere quanti iniziavano ad affluire. E mentre Madrid si svuotava, l'enorme distesa di Cuatro Vientos si riempiva dell'allegria, dei canti, delle testimonianze di vita cristiana e delle preghiere di quella che davvero è - come si è sempre proclamata negli slogan di questa XXVI Gmg - "la gioventù del Papa": un esercito pacifico e multicolore, armato solo di bandiere, cappellini in testa e mochillas in spalla, che intonava cori e improvvisava coreografie e balli di gruppo, oltre ai classici slogan inneggianti al Pontefice scanditi in varie lingue. E sempre loro, "i giovani di Benedetto XVI" sono stati i protagonisti dell'incontro serale, incentrato sull'Eucaristia, nonostante la pioggia battente e le raffiche sferzanti di vento che hanno "spiegato" a chi non lo sapesse perché la grande distesa si chiama "quattro venti". Dunque dopo la fornace ardente del pomeriggio è arrivato il diluvio serale, che non ha risparmiato i principi delle Asturie - i quali avevano accolto il Papa al suo arrivo - né il Pontefice stesso, protetto a malapena da un ombrello. Ma i giovani erano lì a dare l'esempio e Benedetto XVI non li ha delusi. "Se loro restano rimango anch'io": i microfoni ne hanno catturato la voce serena e determinata, mentre sussurrava ai collaboratori che gli chiedevano cosa fare durante la piccola interruzione, protrattasi per una decina di minuti, quando stava iniziando a pronunciare l'omelia. "Grazie per la vostra resistenza. La nostra forza è più grande della pioggia" ha poi scherzato, suscitando il tripudio dei presenti. "Il Signore con la pioggia ci manda tante benedizioni" ha aggiunto, prima di riprendere la lettura dei saluti in diverse lingue.
Prima si era svolta la tradizionale processione con la Croce delle Gmg, portata da giovani di nazioni dei cinque continenti. Un altro piccolo corteo ha recato l'icona mariana, accompagnata da altri ragazzi che tenevano in mano lampade accese. Dopodiché tutti i fedeli hanno acceso le candele trovate nella sacca del pellegrino e si sono uniti nella contemplazione. Quindi, mentre i bomberos, i vigili del fuoco, ripristinavano la sicurezza del palco risistemando i tiranti del maxischermo dietro la sede papale e i tecnici del suono si occupavano dell'audio andato in tilt, Bendetto XVI è sceso in sacrestia per indossare il piviale. Tornato sul palco ha iniziato l'ultima parte della veglia, culminata con l'esposizione del Santissimo Sacramento e la benedizione eucaristica, rinnovando una tradizione da lui introdotta durante la Gmg di Colonia nel 2005. Il diacono ha portato la grande ostia accompagnato dai ministranti che incensavano e da alcuni giovani con candele e fiori, al loro passaggio venivano sparsi petali di fiori. Arrivato sull'altare, il Santissimo è stato esposto nella custodia di Arfe, il magnfico ostensorio della cattedrale di Toledo commissionato dal cardinale Cisneros nel XVI secolo. Nell'alternarsi di litanie, canti e preghiere, il Papa ha consacrato i giovani al Sacro Cuore di Gesù, in un momento di grande intensità culminato nella benedizione impartita con il Santissimo Sacramento, al termine della quale è stato cantato l'inno Cantemos al Amor de los Amores, composto in occasione del XXII Congresso eucaristico internazionale tenutosi proprio a Madrid esattamente un secolo fa, nel 1911.
Quando Benedetto XVI è andato via dando appuntamento per l'indomani, loro sono rimasti a pernottare nella spianata dell'aerodromo, dove erano state allestite grandi tende per l'adorazione eucaristica, vere e proprie cappelle con il Santissimo Sacramento. E al risveglio, domenica, hanno recitato le lodi mattutine guidati dai loro coetanei religiosi e religiose.
Nella calura opprimente dell'agosto madrileno hanno poi partecipato alla messa di chiusura presieduta da Benedetto XVI e animata da musiche e canti del coro e dell'orchestra sinfonica della Gmg. Sulla vettura panoramica il Papa ha compiuto quel giro tra la folla che la sera prima non era stato possibile, perché le transenne di delimitazione erano state usate dai giovani come lettini da campeggio. Al termine del giro la papamobile si è fermata dietro al palco dove, davanti alla sagrestia, erano ad attenderlo il re Juan Carlos e la regina Sofia.
La messa era quella della XXI domenica del Tempo ordinario e i paramenti liturgici sono stati confezionati da migliaia di donne - nelle case, nei conventi, nelle sale parrocchiali - che hanno aderito all'iniziativa coser y cantar, che richiama una nota espressione castigliana con cui si indica una cosa semplice da fare: cucire e cantare.
Alla liturgia della parola il Vangelo della confessione di Pietro a Cesarea di Filippo (Matteo 16, 13-20): una coincidenza significativa, visto che molti giovani oggi ascoltano tante teorie e false dottrine e si ritrovano confusi. Tuttavia - ha ricordato il Pontefice all'omelia - la rivelazione non viene dalla carne e dal sangue ma dall'alto, da Dio che si rivolge a Pietro e con lui alla Chiesa e al mondo. Poi i giovani hanno recitato con il Papa il credo e, in lingue diverse, la preghiera dei fedeli; quindi hanno presentato le offerte. Dopo la comunione - che non tutti hanno potuto fare, perché il fortunale della sera prima aveva danneggiato alcune delle tende in cui erano custodite particole e pissidi e non è stato possibile riorganizzare la distribuzione - il Papa ha consegnato a cinque giovani una piccola croce, in segno del mandato missionario. Un gesto che è stato esteso a tutti i presenti, perché la Gmg non si esaurisce nelle celebrazioni con il Pontefice, ma dev'essere poi portata nei luoghi di provenienza dei giovani.

(©L'Osservatore Romano 22-23 agosto 2011)


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l'analisi

Cercano maestri

Il Papa li ha abbracciati

Alberto Bobbio

Per favore non chiamateli più Papa boys. Non piace al Papa e neppure ai boys. Non sono baciapile.
Il Papa non è una star. Sorprendono? E perché? L'analisi sociologica è inquinata dai numeri, sempre argomento controverso e vanno considerati nel giusto contesto dell'evento, che è un fatto straordinario. Ma questi giovani sono persone normali, niente di «beghino», niente di «papalino».
Sorprendono perché cercano un difficile dialogo con un soggetto misterioso che si chiama Dio? Sbalordiscono perché sfogliano ancora un libro vecchio di duemila anni che racconta la storia di un poveraccio ammazzato sulla croce da un potere religioso e politico inquinato? Impressionano perché vanno dietro a un vecchio teologo tedesco e ritengono che dica cose giuste sulla vita e sulla storia del mondo? Forse è anche sbagliato discutere sull'esistenza o meno di una «generazione Ratzinger» e di una (precedente) «generazione Wojtyla».
Le giovani generazioni hanno sempre percorso con convinzione le vie della storia della Chiesa e hanno sempre cercato maestri. Ma non ne hanno mai fatto degli idoli. Un altro conto è l'affetto. E se un maestro è bravo... Dipende da quello che insegna, ma anche dalla sua passione per il mondo e per chi gli sta accanto. Valeva per Wojtyla, vale per Raztinger, ma vale per tanti altri, dentro la Chiesa e fuori. Benedetto XVI nei giorni della Gmg è apparso sbigottito da tanto affetto.
Ma un po', si può dire, «se l'è cercata». Chi oggi dice chiaro e tondo, senza alcuna preoccupazione di essere «politicamente corretto», che se i giovani non trovano prospettive di vita, hanno difficoltà a trovare un lavoro «degno», allora significa che «il nostro oggi» è sbagliato, anzi «è male»?
Benedetto XVI spiazza, anzi scassina gli orizzonti. Lo fa sugli argomenti della Chiesa, il dramma degli abusi sessuali, l'economia. Mette in fila semplici regole, tanto fondamentali quanto a lungo dimenticate. Se si lascia l'economia alla sola autoregolamentazione dei mercati, se non si applicano ragioni etiche, nulla funziona e si va allo sfascio.
Qualcuno potrebbe sorridere sull'ovvio. Eppure sono le uniche parole che oggi valgono. E i giovani lo applaudono, perché le dice per loro, perché loro quando ripetono le stesse cose non li ascolta nessuno.
Baciapile? No: concordia sull'analisi e sul rigore intellettuale di chi la propone. C'è una generazione che vuole essere protagonista e non ci riesce perché gli adulti glielo impediscono. Chi accreditava successo ai giovani di piazza Tharir all'inizio della protesta? E ai tunisini della rivolta del pane? I giovani danno fastidio, perché a loro non piace il nucleare, la privatizzazione dell'acqua, una politica che si occupa dei propri privilegi, non piace la guerra, il razzismo e la discriminazione, lo stravolgimento dell'ambiente, la rapina delle risorse dei più poveri.
Si indignano e se mancano i maestri spaccano vetrine, o se i maestri sono «cattivi maestri» accade di peggio. Anche nella Chiesa i giovani sono una «categoria» che a volte fa problema. Non conoscono abbastanza la morale, si assolvono, sembra ad alcuni che non credano neppure. Finiscono a volte ai margini della comunità. Problema dei giovani o dei parroci? Quasi tutti i giovani sono alla ricerca. Riusciranno nell'impresa se c'è chi li aiuta. Il Papa ha spiegato che molti sono arrivati toccati dal «lieve sussurro» della voce di Dio. Ha aperto le braccia. E i giovani hanno aperto le loro. Perché stupirsi?

© Copyright Eco di Bergamo, 22 agosto 2011


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La meglio gioventù del Papa vola a Rio

Benedetto XVI chiude il grande raduno di Madrid: appuntamento tra due anni in Brasile

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A MADRID

Ci vediamo a Rio de Janeiro tra due anni», scandisce il Papa davanti ad un oceano di mani alzate. E subito i ragazzi spagnoli consegnano ai coetanei brasiliani la Croce delle Gmg, che da qui al 2013 attraverserà il Brasile per la preparazione del prossimo raduno mondiale. «Il mondo ha bisogno certamente di Dio, solo il suo amore dà senso alla vita», assicura Joseph Ratzinger sollecitando la «sua gioventù» a partecipare all'attività di parrocchie, comunità e movimenti, ad andare a messa, confessarsi e pregare.
All'aeroporto di Madrid, due milioni di giovani travolgono d'entusiasmo Benedetto XVI, leader planetario: la «fiesta» della fede è stata un successo oltre ogni più ottimistica previsione. Fedeli al Pontefice nonostante prima l'afa, poi la tempesta, quindi la mancanza d'acqua e una notte quasi insonne, i pellegrini hanno affollato come mai nella storia il momento finale della Gmg fra centinaia di vescovi e cardinali.
Mentre scende il sipario sulla kermesse dei record, i Papa-boys ricevono il compito di «testimoniare la fede negli ambienti più diversi, anche dove vi è rifiuto o indifferenza». L'individualismo è una tentazione anche per i cristiani, perciò «vivete in comunione con la Chiesa». I ragazzi avevano già assistito sabato sera alla veglia di preghiera interrotta dall' improvviso nubifragio che aveva costretto Benedetto XVI a sospendere la lettura dell'omelia e provocato sette feriti non gravi. «Vi ho pensato molto in queste ore in cui non ci siamo visti», ha improvvisato ieri Benedetto XVI appena salito sul palco, dopo essere stato accolto dai reali di Spagna, aver fatto un giro in papamobile tra i ragazzi che lo acclamavano e aver vestito i paramenti liturgici. «Spero che abbiate potuto dormire un po', sono certo che questa mattina avete alzato gli occhi al cielo, non solo il cuore».
Il maltempo ha impedito che tutti potessero fare la comunione: le tende dove erano custodite ostie e pissidi erano inagibili per vento e pioggia. L'inconveniente ha suscitato un generale rammarico (espresso anche attraverso sms e Twitter) perché alla fine la quasi totalità dei presenti non ha potuto ricevere l'ostia. Le «sentinelle» di Cuatro Vientos saranno gli «apostoli della nuova evangelizzazione», ai quali «spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi». Scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, «non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio». Benedetto XVI ha chiesto ai ragazzi di pregare per il Papa, «perché il successore di Pietro possa proseguire confermando i suoi fratelli nella fede» e ha auspicato che «tutti nella Chiesa, pastori e fedeli, ci avviciniamo ogni giorno di più al Signore, per crescere nella santità di vita e così dare testimonianza efficace di Gesù».
Il Pontefice ha celebrato con 750 vescovi e circa 14mila sacerdoti di ogni nazione: tra letture bibliche e preghiere, oltre allo spagnolo sono stati utilizzati italiano, francese, cinese, arabo, polacco e tedesco. Al momento dell'Angelus ha rispettato la tradizione delle Gmg, che vuole che nella messa conclusiva si annunci il luogo e la data del successivo raduno mondiale. Il prossimo sarà a Rio de Janeiro nel 2013, tornando, non si sa se definitivamente o no, alla periodicità biennale in uso fino al 2000, quando si passò a quella triennale. «Spero di potervi incontrare - ha detto il Papa parlando in portoghese - fra due anni nella Gmg a Rio de Janeiro, Brasile». Il folto gruppo di brasiliani vestiti di verde e con le bandiere verdi e oro ha accolto l'annuncio con salti e grida di gioia.Il «Papa del sorriso», lo ha ribattezzato Tele-Madrid, che copre ogni suo passo in Spagna. Ed effettivamente Benedetto XVI non ha mai smesso di sorridere, alle centinaia di migliaia di giovani che lo acclamano, alle suore che lo accolgono con cori da stadio, ai docenti universitari che gli tributano ovazioni, al vecchio «nemico» Zapatero che esce di scena, al futuro «alleato» Rajoy.
Per il Papa tutto è andato per il meglio nel paese che più ha visitato dall'inizio del pontificato: la Gmg lo è circondato del calore e dell'affetto di una colossale massa di fedeli. Il periodo buio della crisi dei preti pedofili, che gravava sui viaggi precedenti, è superato e la rievangelizzazione della Spagna si presenta sotto migliori auspici. E secondo Joseph Ratzinger la collaborazione tra Chiesa e istituzioni civili non solo è possibile, ma quando Chiesa e istituzioni «si orientano al servizio di iniziative comuni si realizza il principio del bene che integra tutti nell' unità».

© Copyright La Stampa, 22 agosto 2011


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IL MIRACOLO DI MADRID

di Gianteo Bordero

Arrivano la pioggia e il vento su Madrid. E Benedetto XVI è costretto a interrompere il suo discorso ai due milioni di giovani radunati sulla spianata dell’aeroporto militare della capitale spagnola. Quando il temporale si placa, Papa Ratzinger decide di non riprendere il suo intervento. Saluta i ragazzi nelle varie lingue, va dietro al palco per indossare i paramenti liturgici e manda uno speaker a chiedere il silenzio per prepararsi al «momento centrale» della veglia: l’adorazione eucaristica. E silenzio è. Impressionante.
Tanti dei due milioni di giovani si inginocchiano e iniziano a pregare con il Papa di fronte al grande ostensorio collocato al centro della scena. E’ una specie di miracolo, questo. Un miracolo, perché rende immediatamente evidente qual è l’essenza del cristianesimo, la radice ultima del fatto cristiano: non un discorso, non una serie di concetti, non un ragionamento teologico, bensì una presenza reale. Una presenza che i giovani di Madrid mostrano di voler accogliere col loro silenzio, con la loro preghiera e con la loro adorazione. Al centro non c’è un’iniziativa umana, un leader che arringa le masse, un progetto pastorale studiato a tavolino. Al centro c’è quell’ostia, c’è l’iniziativa di un Altro, il sacrificio di un Altro, la chiamata di un Altro.
E qui emerge il secondo punto importante della veglia di Madrid e, più in generale, di tutta la Giornata mondiale della gioventù: Papa Benedetto fa di tutto per evitare di diventare lui il protagonista dell’evento. Quello che egli ha a cuore è che i giovani si pongano di fronte al mistero di Cristo, che incontrino cioè il vero protagonista, quel Gesù che sta a fondamento della stessa missione petrina. Quasi il Papa si fa piccolo per far emergere la grandezza di colui del quale egli è vicario in terra. E questa non è una diminutio della figura del pontefice, ma un’espressione di fedeltà al mandato ricevuto. Benedetto XVI non abdica al proprio ruolo: semplicemente ricorda che il Papa c’è solo e soltanto per indicare agli uomini la strada che porta a Cristo.

Da ciò nasce l’ultima osservazione. Benedetto XVI è stato ed è spesso presentato come il Papa dei grandi discorsi, delle grandi meditazioni, delle sopraffine intuizioni teologiche. E questo è vero. Ma non coglie il nocciolo del pontificato di Joseph Ratzinger. La Giornata mondiale della gioventù, con la sua Via Crucis, con Benedetto XVI che va in confessionale, con la veglia e l’adorazione di sabato, dimostra plasticamente che il cuore di questo papato è la liturgia. La liturgia come «festa della fede», come momento centrale dell’incontro con Cristo, come evento cosmico che unisce cielo e terra, divino e umano, eterno ed effimero. In qualche modo, il forte temporale che si è abbattuto su Madrid è stato provvidenziale: non perché ha «cancellato» il tanto atteso discorso del Papa, ma perché ha di fatto obbligato tutti a concentrarsi sull’essenziale, su ciò che veramente conta. E questo è ciò che i giovani presenti nella capitale spagnola ricorderanno davvero: non parole, ma la bellezza di una presenza che cambia la vita.

www.ragionpolitica.it/cms/index.php/201108214582/cristianesimo/il-miracolo-di-mad...


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Nelle prime pagine

I titoli dei giornali spagnoli e italiani all’indomani dalla chiusura

In prima pagina o all’interno, la conclusione della Giornata mondiale della gioventù (Gmg) trova spazio tanto sui quotidiani spagnoli quanto su quelli italiani.

Spagna: notizia da prima pagina. In quelli spagnoli a diffusione nazionale la conclusione della Gmg è la notizia d’apertura, con foto del Papa di grandi dimensioni. Unica eccezione “El Pais”, che vi dedica un breve richiamo in spalla corredato da un’immagine del Pontefice con i reali. I quotidiani vicini al mondo cattolico “Abc” e “La Razon”, invece, adottano una scelta originale e analoga per entrambi: una grande foto che occupa prima e ultima pagina, senza interruzioni, con Benedetto XVI a Cuatro Vientos attorniato da giovani e volontari. “Santità grazie!” è il titolo del primo, mentre nel secondo è “Grazie di tutto”. Prosegue “La Razon”: “Il Papa si congeda dalla Spagna e la invita a progredire ‘senza rinunciare al cattolicesimo’”, quindi riporta (sempre sulla foto di copertina) il richiamo a “non seguire Gesù da soli”. Evidente il collegamento tra il messaggio papale e l’immagine della moltitudine di giovani che lo circondavano all’aerodromo. Pure “Abc” riprende tre citazioni di Benedetto XVI, sulla “fermezza nella fede”, la “generosità” e l’“anima cattolica” della Spagna.

Tra le parole del Papa e le osservazioni politiche. Il richiamo al Paese iberico che “può progredire senza rinunciare alla sua anima cattolica” è pure il titolo della spalla de “El Pais” e vi fa riferimento l’apertura de “La Vanguardia” (“Il Papa definisce la Spagna: ‘Nazione plurale e cattolica’”). Si concentra sulle dimensioni dell’evento, invece, “El Mundo”: “Il Papa chiude la Gmg con la più grande messa celebrata il Spagna” è la scelta fatta per il titolo di apertura, seguito da una catenaccio nel quale si rileva che “riunisce un milione e mezzo di fedeli nell’evento più numeroso del suo pontificato e ricorda ai giovani che ‘non si può seguire Gesù’ fuori dalla Chiesa”. Di taglio politico è infine “La Gaceta”: sopra la foto del Pontefice che saluta dalla scaletta dell’aereo l’occhiello “Grande importanza universale per la visita del Papa in Spagna” e il titolo “Questo non finisce qui”; subito sotto “L’ultimo misfatto di Zapatero”, riferito alla decisione del premier spagnolo di delegare un membro del Parlamento per il saluto finale a Benedetto XVI.

I titoli interni. Nelle pagine interne tutti danno ampio spazio all’incontro dei giovani con il Papa, con pezzi di cronaca e commenti, a partire dalle tre pagine di “El Pais” fino alle oltre trenta di “Abc” e “La Razon”. Tra i titoli interni “Accampamento di ‘non indignados’” (“El Mundo”), “Il trionfo del card. Rouco” (commento su “El Pais”), “Pedagogo della modernità” (editoriale riferito a Benedetto XVI su “La Gaceta”), “Il Papa rinfresca il cattolicesimo in Spagna” (“La Vanguardia”), “Il tempio più grande del mondo” (sotto a una foto di Benedetto XVI che passa in papamobile tra i giovani a Cuatro Vientos, su “La Razon”), “Una Gmg che lascia un’impronta” (“Abc”). “La Gaceta” dedica un’intera sezione di otto pagine a “Benedetto XVI in Spagna”, mentre El Mundo”, ricordando che la prossima Giornata sarà in Brasile, riporta l’auspicio del sindaco di Rio de Janeiro di “superare 4 milioni di visitatori nel 2013, più della Coppa del mondo nel 2014”.

La Gmg sui media italiani. L’evento madrileno viene riportato pure dai giornali italiani. “La meglio gioventù del Papa vola a Rio. Benedetto XVI chiude il grande raduno di Madrid: appuntamento tra due anni in Brasile”. Con questo titolo “La Stampa” chiude oggi l’ampio reportage che in questi giorni ha dedicato alla Giornata mondiale della gioventù. Anche il “Corriere della Sera” si concentra sul luogo della prossima Gmg e titola: “Ratzinger saluta i giovani, appuntamento in Brasile”. Il quotidiano riporta anche una nota in cui si legge che “dal calcio al Papa, tutti e tutto a Rio. Per cinque anni, sarà questa la capitale del pianeta”. “Il Papa alla Spagna: qui sono stato felice. Il mondo ha bisogno di voi” è invece il titolo che si legge nella sezione “Attualità” de “La Repubblica”, che sottolinea: “Benedetto XVI incassa a Madrid un trionfo politico e d’immagine”. “L’Unità”, invece, riporta le parole del Papa che definiscono questa “Gmg indimenticabile”. Il quotidiano si sofferma anche sui numeri: “Presenza straordinaria alla messa. In due milioni alla spianata Cuatro Vientos”. “Il Papa ai giovani: il mondo ha bisogno della vostra fede”. Così “Avvenire” titola nell’edizione on line (il lunedì il quotidiano cattolico non è in edicola). Il sito del quotidiano spiega che queste parole sono “la consegna lasciata ai giovani in previsione della prossima Gmg”. Infine, “Ci vediamo a Rio nel 2013, siate ambasciatori di pace”: “Il Messaggero” riporta questa frase e rimarca l’invito del Pontefice ai giovani a non farsi “sedurre da false promesse”.

© Copyright Sir


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I giovani verso casa per testimoniare l'esperienza della Gmg

Alla Giornata mondiale della gioventù hanno partecipato circa due milioni di giovani: sono venuti da tutti i continenti per testimoniare la fede in Gesù e nella Chiesa attorno al Vicario di Cristo. Ora stanno ritornando a casa per ridare agli altri quello che hanno ricevuto. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte da Marina Tomarro:

R. – Qui a Madrid ho incontrato tanta gente che crede veramente, che ha fede …

R. - Ci si guarda e ci si sorride, perché qui siamo venuti tutti in nome di Cristo e questo è importante anche nei momenti di sconforto, quando uno tende a volte ad allontanarsi …

D. – Il Papa vi ha chiesto di rimanere saldi nella fede e radicati in Cristo nonostante le difficoltà ...

R. – Questo è il modo per capire se la nostra fede è forte e se noi siamo venuti a Madrid come turisti o come veri cristiani!

R. – Io penso che la fede vada vissuta a partire dal quotidiano, dall’accostarsi ai Sacramenti, frequentemente, quindi, questo ci prepara anche ad affrontare momenti di difficoltà e di dolore.

R. – Inviterò chi, come me, non partecipa a questi eventi o non va molto a Messa, a riaccostarsi alla Chiesa, a provare almeno, perché si fa sempre in tempo a ricominciare.

D. – Il Papa vi chiede anche di portare il vostro messaggio di fede a quei ragazzi che sono rimasti a casa, vostri amici, e che sono ancora in cerca della luce della verità ...

R. - Racconterò che le paure che avevo all’inizio, prima di venire qua, svaniscono e che è stato stupendo, ci sono poche parole per esprimere questa esperienza …

R. – Sicuramente racconterò questa esperienza che ha riempito tanto il cuore. Vado a casa con una gran forza …

R. – Speriamo davvero che attraverso i nostri occhi riusciranno a capire che gioia abbiamo vissuto qui alla Gmg. Bisogna testimoniare soprattutto con i fatti, con la solidarietà, con l’amore, questo è l’unico modo per portare Gesù agli altri.

R. – Bisogna partire da quello che è il nostro comportamento personale, dall’umiltà che mettiamo nel fare le cose, essendo – come diceva don Bosco – semplicemente buoni cristiani e onesti cittadini. (ma)

I giovani hanno, dunque, vissuto la Gmg con grande gioia: non sono mancate le difficoltà, ma sono state vissute nello spirito del pellegrinaggio, come ci riferisce da Madrid il nostro collega Roberto Piermarini:

R. – Come potete immaginare la difficoltà più grande è stata quella climatica: sabato, sulla spianata di Cuatro Vientos, c’erano addirittura 43, 44 gradi. C’era un caldo veramente asfissiante. Poi, durante l’incontro del Papa, mentre stava pronunciando il suo discorso, c’è stato invece un forte temporale che ha ovviamente creato disturbo. I ragazzi, però, hanno vissuto il tutto con molta gioia e senza nessuna preoccupazione. Quello che poi ha colpito qui, all’interno di questo pellegrinaggio, è stata la pazienza dei giovani. Devo dire che è stata una cosa impressionante, perché hanno dovuto sostenere lunghe file per gli accrediti, per accedere sulla spianata ed anche per usufruire dei servizi. Immaginate un milione e mezzo di giovani, concentrati in un’area: ovviamente i primi problemi da affrontare sono quelli logistici. La difficoltà maggiore, all’inizio, è stata quella dell’acqua: faceva molto caldo, i giovani dovevano bagnarsi la testa e bere molto per evitare le insolazioni e devo dire che i centri di soccorso erano pieni di persone che avevano subìto colpi di sole. Si diceva poi che 200 mila di loro sono rimasti fuori dalla spianata perché non sono riusciti ad accedervi. Inoltre, le difficoltà dei bagni chimici: ma questo problema si presentava, ovviamente, nelle ore di punta dell’incontro. Altro aspetto – ma devo dire che anche questo è stato vissuto con molta responsabilità – è stata la delusione per non poter ricevere la Comunione durante la Messa di ieri, perché sono crollate alcune strutture dove erano conservate le ostie. Non è stato perciò possibile distribuire a tutti la Comunione, cosa che invece è stata poi fatta nelle parrocchie, durante il pomeriggio. I giovani si sono riversati nelle parrocchie per ricevere la Comunione. Quello che ha colpito a Madrid è stato l’atteggiamento di questi giovani che, con canti e balli, hanno creato un clima di festa in tutta la città e, a proposito di ciò, in questi giorni la stampa ha parlato addirittura di “nuova rivoluzione”, la rivoluzione dei giovani. Un’altra cosa importante è che molti di questi giovani non sono arrivati qui, a Madrid, soltanto per fare un viaggio. Molti giovani europei – ma anche quelli provenienti dagli altri continenti – prima di arrivare a Madrid hanno compiuto una “missione popolare”: a coppie si sono recati nelle strade, portando striscioni e cantando, e questo succedeva in tutta Europa. I giovani brasiliani, ad esempio, lo hanno fatto in Portogallo, gli italiani nel nord Italia, in Francia ed in Spagna, gli spagnoli ovviamente in Spagna e questo per rispondere un po’ a quello che il Papa ha detto ieri, nella sua omelia: “Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Non conservate Cristo per voi stessi, ma comunicate agli altri la gioia della vostra fede”. E questi giovani lo hanno fatto, con molto coraggio, nelle piazze e nelle strade d’Europa. (vv)

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Domenica sera il congedo

Quattro giorni belli e impegnativi

Dal nostro inviato GIANLUCA BICCINI

"Contento e riconoscente verso tutti", Benedetto XVI ha lasciato la Spagna domenica sera, 21 agosto, e con il successivo atterraggio all'aeroporto di Ciampino e il rientro alla residenza estiva di Castel Gandolfo ha concluso il suo ventesimo viaggio internazionale.
L'occasione è stata la Gmg di Madrid, i cui momenti celebrativi - come egli stesso ha detto nel saluto al re Juan Carlos durante la cerimonia di congedo all'aeroporto internazionale di Barajas - "resteranno profondamente impressi" nella sua memoria e nel suo cuore. Ma la presenza del Papa in questo Paese ha significato anche un abbraccio al popolo di una nazione, che, pur aperta e pluralistica, non rinuncia alla sua anima profondamente cattolica.
Sono stati quattro giorni belli e impegnativi quelli vissuti da Benedetto XVI nella capitale spagnola, tra le continue manifestazioni di entusiasmo che lo hanno accompagnato sia nei luoghi delle celebrazioni, sia lungo le strade della città. Domenica pomeriggio, per esempio, all'uscita dalla nunziatura alcune giovani danzatrici, nei loro tradizionali costumi di scena, lo avevano salutato a ritmo di flamenco. Salito in papamobile, nell'itinerario verso lo scalo aereo madrileno, si è poi fermato presso l'Ifema per incontrare quattordicimila dei tantissimi volontari che hanno offerto il loro generoso servizio durante la preparazione e lo svolgimento della XXVI Giornata mondiale della gioventù. Un servizio poco appariscente e discreto che ha ricevuto il più ampio e atteso riconoscimento. Nel nono padiglione, scelto per l'incontro, il Papa ha pregato con loro e li ha ringraziati per i sacrifici fatti nell'assicurare accoglienza e ogni tipo di aiuto ai pellegrini.
Diversamente dal passato, i loro "diretti superiori", ovvero i membri dei comitati organizzatori - che di solito vengono incontrati insieme ai volontari - erano stati salutati il giorno prima, sabato pomeriggio. Nella sede della nunziatura il Papa ha infatti ricevuto il comitato misto che riuniva quello dell'arcidiocesi di Madrid e quello del governo spagnolo, coordinato dal ministro della presidenza Ramón Jáuregui e dal sottosegretario Soledad López. Ha lavorato per due anni con l'obiettivo della buona riuscita dell'avvenimento, offrendo un esempio di collaborazione tra Stato e Chiesa.
Nella circostanza Benedetto XVI ha anche incontrato due anziane religiose. Alla prima, di 104 anni, ha regalato un libro con dedica: si chiama Teresita Barajuen, è monaca cistercense di Buenafuente del Sistal (Sigüenza-Guadalajara), e per una singolare coincidenza è entrata in clausura il 16 aprile 1927, sabato santo e giorno di nascita di Joseph Ratzinger.
L'altra, in sedia a rotelle, è una suora del Sacro Cuore che aveva lavorato a lungo nella Congregazione per la Dottrina della Fede, quando quest'ultimo ne era prefetto.
Successivamente il Papa ha visitato l'Istituto Fondazione San José, dove i religiosi dell'ordine ospedaliero di san Giovanni di Dio accolgono e curano disabili fisici e psichici.
Opera di san Benito Menni, rifondatore dei fatebenefratelli, struttura con 400 posti letto che impegna trecento operatori. Antonio Villuenda, studente d'architettura ventenne non udente lo ha salutato a nome dei presenti, tra i quali anche un gruppo di giovani disabili partecipanti alla Gmg, perché l'attenzione al mondo della sofferenza è una delle dimensioni che qualificano vita della Chiesa.
Al termine dell'incontro, pieno di momenti molto toccanti, Benedetto XVI ha firmato il libro d'oro della Fondazione e lasciato in dono un quadro in mosaico raffigurante Cristo, tratto dall'immagine nella nicchia della Confessione di San Pietro dove sono custoditi i palli, sotto l'altare papale nella basilica vaticana. Ora per i giovani che stanno lasciando la Spagna per rientrare a casa si apre il tempo della missione nei luoghi di provenienza, soprattutto in vista del prossimo appuntamento a Rio de Janeiro. Per questo non è un caso che uno dei progetti di solidarietà che di consueto scaturiscono come frutto di carità delle Gmg sia destinato al Brasile: punta a creare opportunità di recupero e di inserimento per la gioventù del Paese più duramente provata dalla povertà e da situazioni di violenza.
L'altro progetto possibile grazie a Madrid 2011 resterà invece come ricordo nella capitale spagnola: riguarda la costruzione di un complesso residenziale destinato a famiglie a rischio di esclusione sociale: 127 alloggi su quattro piani. Il coordinamento è affidato alla Caritas madrilena che nel 2004 e nel 2006 aveva inaugurato due edifici con le stesse finalità, accogliendo trecento famiglie, per un totale di un migliaio di persone.

(©L'Osservatore Romano 22-23 agosto 2011)


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Benedetto e i «suoi» giovani

Il segno che resta

Francesco Ognibene

«Restano loro, resto anch’io».
Il senso della battuta con la quale il Papa, sorridente e imperturbabile, ha declinato sotto il diluvio di sabato notte a Cuatro Vientos la ragionevole proposta di attendere nel retropalco che spiovesse, riferito dal portavoce vaticano padre Lombardi, è la sintesi perfetta di un momento che resterà scolpito nel pontificato di Joseph Ratzinger e rivela il punto di svolta maturato a Madrid nel suo legame con i giovani. Ma dentro l’immagine indimenticabile del Pontefice precariamente difeso da un muro di ombrelli che resiste dentro l’uragano di vento e pioggia, acclamato da un milione e mezzo di ragazzi zuppi e festanti, c’è anche molto di più. Benedetto ha fatto suoi i giovani della Giornata mondiale madrilena prima ancora di arrivare: in Spagna si è solo rivelato al mondo l’amore di una generazione che vede in questo Papa, e nella Chiesa maestra e amica che egli esprime con la sua semplice presenza, il suolo affidabile su cui tentare passi e percorsi di un tempo d’incertezze senza precedenti. La persona e la parola di Ratzinger aiutano a colmare quel che manca a questa gioventù vulnerabile e precaria, che però possiede l’identico desiderio di gioia e di verità di ogni nuova nidiata di uomini e donne, semmai moltiplicato dal congiurare di circostanze ostili: l’economia in crisi, la cultura relativista, un mondo adulto inaffidabile, il dilagare di nuove ideologie utilitariste e scettiche, tutto legno fradicio e inservibile per chi vuole dare a casa ai propri sogni.
L’imprevedibile ondata di affetto che ha sostenuto ogni passo del Papa a Madrid è il segno di una sintonia maturata nel tempo, condizione necessaria per consentire a Benedetto XVI di depositare intatta nei cuori dei due milioni di giovani cristiani riuniti a Cuatro Vientos (tanti erano infine alla Messa domenicale conclusiva) e a tutti gli altri di ogni dove che quei ragazzi hanno rappresentato in terra spagnola la chiamata di Cristo, il «vieni e seguimi» che risuona inesauribile senza aver perso un’oncia di fascino. I giovani sentono che non è un’autorità morale tra le altre che parla, che dentro quella figura dolce e apparentemente fragile è il Signore stesso a rivolgersi loro. Il Papa mostra ciò che lo ispira e lo anima, e questo accade anche grazie a una visione soprannaturale di ogni più piccolo episodio che lo rivela per un uomo interamente di Dio. Ai giovani parlano i segni, e ai giovani – spesso diffidenti verso tutto e tutti – il messaggio di Benedetto XVI arriva ormai a destinazione persino prima delle sue parole. «Come questa notte, con Cristo potrete sempre affrontare le prove della vita. Non lo dimenticate!». L’uragano di vento e pioggia sabato notte non è stato un contrattempo del quale rammaricarsi, ma in quest’uomo integralmente evangelico si è tramutato all’istante nel magnete col quale attrarre la domanda inespressa dei giovani davanti alla provocazione della Gmg 2011: ma come faccio a radicare questa mia fragile vita in Cristo, a stare saldo nella fede quando tutto attorno a me mi strappa via dal cristianesimo per farmi volare dentro il nulla? La risposta di Benedetto arriva insieme alla pioggia, si appiccica alla pelle. E quindi evviva la tempesta, il sacco a pelo si asciugherà, ma adesso bisogna esultare con quest’uomo che è un regalo di Dio per la gioventù del 2011 (e per gli adulti che sgranano gli occhi sbalorditi per la sopportazione allegra di privazioni d’ogni tipo nei giorni di Madrid): resta con noi, Santo Padre, non dar retta a chi ti dice di tenerti al riparo, affronta le altissime onde delle nostre domande, accompagnaci dentro il buio di uno sgomento che ci divora la speranza, ora sappiamo che guardando la Chiesa traspare già una risposta. Davvero c’è da essere infinitamente grati al beato Giovanni Paolo II per l’intuizione di queste Giornate mondiali nelle quali i giovani incontrano la fede così com’è, e scorgono una vita diversa, trasformata, capace di capovolgere la sintassi del mondo. Eccomi, Signore, cosa vuoi da me?
Stando dentro l’immensa folla di volti e di storie raccolta domenica mattina a Cuatro Vientos, la papamobile che in un tripudio di festa solcava il campo di volo è parsa a un tratto la barca di Pietro che getta ancòra le reti sulla parola del Maestro. Ognuno fissato con amore, nessuno anonimo. Così la tempesta non fa più paura.

© Copyright Avvenire, 23 agosto 2011


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ZI11082210 - 22/08/2011

Permalink: www.zenit.org/article-27686?l=italian

Cardinale Rouco: “Ho visto il Papa quasi piangere per l'emozione”

L'Arcivescovo di Madrid compie un bilancio della GMG

MADRID, lunedì, 22 agosto 2011 (ZENIT.org).- Il Cardinale Antonio María Rouco, Arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, ospite della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) che si è appena conclusa, ha rivelato questa domenica che Papa Benedetto XVI “si è emozionato quasi fino alle lacrime” in alcuni momenti della Giornata.

In alcune dichiarazioni a COPE, l'emittente di proprietà della Conferenza Episcopale Spagnola, il porporato ha affermato che per il Pontefice uno dei momenti più emozionanti è stata la Via Crucis.

“Sapendo che era stata adottata questa formula della Via Crucis con la tradizione delle stazioni a partire dai 'pasos' della Settimana Santa, con l'insieme dei canti e della preghiera della Via Crucis, si è entusiasmato”, ha affermato.

Tra gli incontri più significativi, al margine degli atti centrali, il Cardinale ha definito “molto belli” quelli con le religiose e i giovani professori universitari a El Escorial, così come quello con i giovani portatori di handicap dell'Istituto San José.

In altre dichiarazioni alla stessa catena, ha sottolineato l'atteggiamento dei giovani pellegrini di fronte alle difficoltà a Cuatro Vientos, prima con l'estremo calore e poi con il repentino nubifragio.

I giovani partecipanti hanno dimostrato “molto più che tolleranza in tutti gli atti. Sono giovani che vivono nella Chiesa l'esperienza di Cristo in modo determinante per la loro vita, e quando si manifestano in modo condiviso lo fanno come veri cristiani. Un cristiano ha un mandato fondamentale e principale per configurare la propria vita, trattare l'altro come un fratello”.

Il porporato si è riferito, tra gli altri momenti, all'“immenso silenzio” che hanno mantenuto i pellegrini all'arrivo del Santissimo, a Cuatro Vientos.

“Lo stile di partecipazione liturgica dei giovani è stato impressionante. Anche di notte è stato mantenuto lo schema dell'atto ed è stato molto bello, accompagnato ovviamente da una musica eccezionale”, ha segnalato.

“Con questa GMG si è dimostrato che la vita diventa un'offerta piena di senso e di gioia quando si vive a partire dai valori che hanno dimostrato i giovani”, ha segnalato.

In alcune dichiarazioni alla “Radio Vaticana”, il Cardinale ha affermato che “per moltissimi giovani questa esperienza segnerà un cambiamento della loro vita”.

“Un altro punto da sottolineare è che la comunione ecclesiale ne è uscita molto rafforzata. Tutte le varie realtà della Chiesa hanno lavorato insieme: ordini religiosi, movimenti, associazioni, nuove comunità, realtà parrocchiali e diocesane. Questo è un fatto che nessuno può negare e che porterà molti frutti nel futuro”.


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Saldo attivo per l'economia

Madrid 2011 in cifre

Oltre cento milioni di euro incassati, ricavi, per commercianti e ristoratori, quattro volte superiori a quelli realizzati nello stesso periodo di agosto dello scorso anno. Tirando le somme dei tanto discussi costi della Gmg di Madrid, risulta che a guadagnarci è stata proprio l'economia spagnola.
Dati alla mano, gli organizzatori della XXVI Giornata mondiale della gioventù hanno dimostrato l'infondatezza delle polemiche che hanno scandito - senza peraltro infastidire più di tanto - i ritmi del più grande avvenimento, non solo ecclesiale, svoltosi negli ultimi decenni in terra spagnola, con la partecipazione di quasi due milioni di giovani di tutta la penisola iberica e dei cinque continenti.
Tanto da far ritenere che la Gmg sia stata colta soltanto come uno spunto per replicare le manifestazioni di protesta sociale che hanno di recente scosso il Paese.
Alle polemiche pretestuose gli organizzatori hanno risposto diffondendo un comunicato con il quale hanno voluto dimostrare che "nessun euro è stato a carico dei contribuenti spagnoli". Anzi, la Gmg 2011 si è rivelata un affare anche in termini economici.
Le giornate si sono completamente autofinanziate, così come, con largo anticipo, aveva scritto il cardinale Stanis?aw Ry?ko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, in un articolo pubblicato sul nostro giornale nei giorni della vigilia.
Ed ecco le cifre fornite dall'organizzazione locale. La Giornata è costata effettivamente una cifra imponente: complessivamente 50.482.621 euro. Ma i soldi sono stati raccolti tra i giovani, le diocesi e 165 sponsor. Il comunicato elenca dettagliatamente - voce per voce - le entrate e le spese sostenute. Queste ultime sono state coperte "per il settanta per cento dai pellegrini e per il trenta per cento da donazioni. Nessun contributo è arrivato dal governo spagnolo o dalle amministrazioni locali".
In un altro passaggio della nota si specificano ancor meglio le cifre: 31,5 milioni di euro sono arrivati dalle registrazioni dei pellegrini; 16,5 milioni di euro dagli sponsor, 2,4 milioni da altre donazioni di privati. Nella voce uscite sono elencati: 12,5 milioni di euro per l'organizzazione dei principali eventi (in Plaza de Cibeles e all'aeroporto Cuatro Vientos); 5,5 milioni di euro per le spese di segreteria generale e di accoglienza pellegrini; 4,7 milioni di euro per le mochillas, gli zainetti; 7,2 milioni di euro per infrastrutture; 4,2 milioni di euro per i programmi culturali e la guida del pellegrino; 1,2 milioni per la sicurezza e quasi 4 milioni di euro per i volontari.
Il direttore esecutivo e portavoce di Madrid 2011, Yago de la Cierva, rivela inoltre al nostro giornale qualche dettaglio in più: "2.500 sono stati gli interventi sanitari affrontati, dato poco rilevante per un evento così lungo.
E oltre cinquanta i media che hanno collaborato a vario titolo. Senza dimenticare che i ticket restaurant hanno fruttato introiti impensabili per il mese di agosto, che è generalmente un mese morto".

(©L'Osservatore Romano 24 agosto 2011)


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Il Papa: «Il mondo ha bisogno della fede dei giovani»

ANDREA GAGLIARDUCCI

Madrid. "Ho pensato molto a voi in queste ore in cui non ci siamo visti. Spero che abbiate potuto dormire almeno un poco, nonostante l'inclemenza del tempo. Sono sicuro che all'alba di oggi avete levato gli occhi al cielo più di una volta e non solo gli occhi, ma anche il cuore, e questo vi avrà permesso di pregare. Dio sa ricavare il bene da tutto".
Benedetto XVI arriva ai Cuatro Vientos, l'aeroporto militare di Madrid che è stato prestato per l'occasione. Un enorme piana desertica, senza posti all'ombra, che al caldo madrileno di agosto diventa una fornace. Secondo la polizia, a Cuatro Vientos ci entrano un milione e mezzo di persone. Ma molti restano fuori, altri ancora si mettono sui corridoi, tanto che il Papa, arrivato sul posto per la veglia di sabato, non può fare il giro con la Papamobile per tutti i settori.
La sera prima, la tempesta aveva costretto il Papa a interrompere il discorso, a passare direttamente alla parte dei saluti quando il vento si era calmato. Ma era rimasto commosso e colpito dall'allegria dei giovani, dall'amore che gli dimostravano. Li aveva salutati affermando di aver vissuto con loro "una grande avventura" e ricordando loro che con Cristo "niente è impossibile".
Quando la tempesta sembrava essersi calmata, ecco la pioggia e il vento di notte, che hanno reso difficile la nottata dei ragazzi. Addirittura, il vento ha divelto le tende dell'adorazione, dove erano contenuti milioni di ostie da distribuire durante l'Eucarestia. Una di queste tende ha ferito otto ragazzi (due si sono rotti una gamba) e la polizia le ha tutte chiuse e tagliate. Le ostie non erano più raggiungibili, né consacrabili: quasi nessuno dei ragazzi ha potuto prendere la Comunione, e in molti erano delusi. A questo si aggiungono anche i problemi organizzativi: le fontanelle con l'acqua non funzionavano, e in 800 sono stati colti da malore, e hanno dovuto abbandonare il campo.
Il Papa tutte queste cose le sa, è costantemente informato, è entrato in empatia con i ragazzi che in più di un milione e mezzo ("Pensare a due milioni non è del tutto sbagliato", dice con cautela padre Lombardi, anche se nessuno del comitato organizzatore, per scelta, si sbilancia con le cifre"), ed è felicissimo del viaggio.
Il primo pensiero della Messa, l'atto conclusivo di una Gmg intensa, è proprio per loro. E' lieto di vederli là. Sente in loro una fede forte, e sono la loro speranza. Al termine del giro tra i settori la papamobile si è fermata dietro al palco dove, davanti alla sacrestia, c'erano in attesa re Juan Carlos e la regina Sofia. Vestito di scuro, con il bastone che lo aiuta a camminare avendo ancora una gamba ingessata, Juan Carlos ha salutato il segretario personale del Pontefice monsignor Georg Gaenswein. La regina, con un abito chiaro e a capo scoperto è rimasta in silenzio. Poi il Papa ha cominciato la Messa. "Sono certo che questa mattina avete alzato gli occhi al cielo, non solo il cuore". E ancora: "Iniziamo ora la celebrazione con entusiasmo, fermi nella fede, sapendo che Dio non ci abbandona mai". E incita i giovani - il tema della vocazione e della testimonianza è stato centrale in tutti i discorsi del Papa - a "dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri, quindi non conservate Cristo per voi stessi, comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio".
E poi, l'annuncio della prossima Gmg, che sarà a Rio de Janeiro nel 2013. I brasiliani prendono in consegna la croce dei giovani, e preparano la grande festa di San Paolo del prossimo 18 settembre. Uno dei ragazzi è Hugo Cieira, 30 anni, volontario della Ong Sonhar Cantando, emozionatissimo all'idea di "rappresentare il proprio Paese in maniera ufficiale. La Gmg in Brasile è una cosa incredibile, siamo tutti felici e ci sarà una grandissima partecipazione, ne sono certo".
Il Papa all'Angelus ricorda le vittime della strage di Utoya in Norvegia (una delegazione di giovani norvegesi ha avuto modo di incontrarlo privatamente) e la strage dell'aeroporto di Barajas tre anni fa. Poi gira con la Papamobile, tra l'affetto della folla. "Aquì està la joventud del Papa" è il grido di questi giorni. Un grido che saluta il Papa anche all'aeroporto, dove fa sapere al re e alla regina di Spagna che "si è trovato molto bene" lì. Ma prima di partire, c'è il tempo di un altro bagno di folla: il Papa vuole incontrare i 12 mila volontari, e ringraziarli personalmente. In molti portano bambini, e il Papa li accarezza disponibile, finché è lo stesso segretario Georg Gaenswein a dover fermare l'entusiasmo della folla. "La mia gratitudine - dice il Papa ai volontari - è anche una necessità del cuore, perché non solo siete stati attenti ai pellegrini, ma anche al Papa. In tutti i momenti ai quali ho partecipato, voi eravate lì: alcuni visibilmente, altri in secondo piano, rendendo possibile l'ordine richiesto perché tutto andasse bene. Non posso neppure dimenticare lo sforzo della preparazione di questi giorni. Quanti sacrifici, quanto amore!".
Il fotogramma di questa Gmg è forse reso proprio dall'immagine del Papa fermo nella tempesta, coperto da un ombrello bianco, con i fogli stropicciati in mano, mentre i ragazzi cantano: "Aquì està la joventud del Papa". E lui che li ascolta, sorride, e resta lì con loro, finché il grande ostensorio di Toledo compare come per magia da sotto l'altare, e tutti pregano. Sono la gioventù del Papa, ma hanno una fede più adulta. Come chiede Benedetto.

© Copyright La Sicilia, 22 agosto 2011


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Con il cardinale Rouco Varela un bilancio della Giornata mondiale della gioventù

A Madrid una «casa» per la Chiesa universale

di Gianluca Biccini e Alessandro di Bussolo

L'intento era quello di favorire a Madrid l'edificazione di una nuova «casa» della Chiesa universale.
L'ansia che ha accompagnato la vigilia era quella di verificare se le fondamenta sulla quale costruirla, seppur preparate con cura, si rivelassero idonee a sorreggerla.
La soddisfazione finale è di aver constatato che, soprattutto nei quattro giorni trascorsi insieme a Benedetto XVI, non solo la «casa» ha retto ma si è trasformata in un nuovo cenacolo, dal quale due milioni di giovani sono usciti per «andare e fare discepoli tutti i popoli», secondo il mandato affidato loro proprio dal Pontefice.
C'è qualcosa di più della semplice soddisfazione nelle parole del cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, mentre ripercorre i momenti più significativi della Giornata mondiale della gioventù celebrata in Spagna.
C'è soprattutto la certezza che «il principio della comunione ecclesiale ne è uscito molto rafforzato» e che i giovani madrileni abbiano portato i loro «mattoni» per la costruzione di questa «casa» universale.

Si può già tracciare un primo bilancio della Gmg a Madrid?

È stata un'esperienza molto ricca, dal punto di vista pastorale, spirituale e umano. La XXVI Giornata mondiale della gioventù resta pur sempre un momento nella storia dei grandi raduni internazionali dei giovani cattolici insieme a Benedetto XVI. Ma si è trattato di un momento nel quale l'essenziale di questa storia si è fatto vita e si è fatto futuro. Del resto, la Gmg è da sempre incentrata sull'incontro dei giovani con la persona di Gesù, che è la cosa più importante. C'era il vescovo di Roma, ma c'era soprattutto il Signore. E il Papa ha favorito in tutti i modi questa relazione personale tra la gioventù e Cristo, espressa nella grande assemblea, cattolica e universale, dei giovani intorno al successore di Pietro e a un gran numero di vescovi. Per questo ritengo che l'incontro con il Signore possa essere stato per moltissimi di loro un'esperienza reale di cambiamento di vita.

Per la prima volta in una Gmg il Papa ha confessato alcuni giovani. Che senso ha avuto questo gesto?

Esattamente quello che ho appena sottolineato. Poteva sembrare una novità voluta soltanto per richiamare l'attenzione dei media. In realtà, dietro la decisione del Pontefice c'è stata proprio l'aspirazione a far passare gli itinerari di conversione di tanti giovani attraverso la strada dell'incontro e della relazione personale con il Signore.

In questo cammino di conversione anche la Via Crucis ha avuto un forte impatto, stimolando i giovani a interrogarsi sul mistero della redenzione attraverso immagini e simboli molto radicati nella fede popolare in Spagna.

Direi di sì, perché nella modalità in cui è stata vissuta -- rafforzata dalla pietà popolare e da alcune tra le testimonianze artistiche più insigni della nostra storia -- ha saputo riflettere il messaggio di Cristo che è morto per l'uomo, che ha dato la vita per lui, e che chiede: E tu cosa fai? Cosa dai tu in cambio? È per questo che, nonostante il costante rimando alla cultura tradizionale spagnola, la Via Crucis con i pasos è stata una significativa esperienza universale di Chiesa. Attraverso queste grandi raffigurazioni i momenti della Passione di Cristo sono stati tradotti in immagini simboliche realizzate da grandi artisti. È per questo che si può parlare di una simbiosi tra l'esperienza popolare del nostro Paese e la sua tradizione culturale e artistica, incarnate nei riti della Settimana Santa spagnola. E i giovani hanno capito molto bene il messaggio della via Crucis.

Dimensione locale e orizzonte universale della fede si sono continuamente confrontati in questa Gmg. Qual è l'insegnamento che ne scaturisce per il futuro della Chiesa particolare di Madrid?

Credo che la settimana in cui è stata celebrata la Giornata mondiale della gioventù non sia separabile dall'esperienza precedente della Chiesa madrilena e, più in generale, di quella spagnola. Certamente la Giornata ha fatto molto bene sia a Madrid sia a tutta la Spagna. Ma va anche sottolineato che non sarebbe stato possibile realizzarla senza la pastorale giovanile e la vita parrocchiale che già c'erano. Avevo auspicato che Madrid divenisse per un po' la «casa» della Chiesa universale. Ma se non ci fossero state le fondamenta di questa «casa», molto difficilmente avremmo potuto invitare i giovani di tutto il mondo. Detto questo, l'esperienza della Gmg si è tradotta per molti nel fatto che il principio della comunione ecclesiale ne è uscito molto rafforzato. Si è lavorato insieme: hanno collaborato le congregazioni e gli ordini religiosi, i movimenti e le nuove realtà ecclesiali, le parrocchie e l'arcidiocesi. Questo è un fatto che nessuno può negare e che sarà di grande importanza per il futuro. Soprattutto in una Chiesa come la nostra, che ha molto curato la pastorale giovanile negli ultimi anni.

Qual è il messaggio di Benedetto XVI che i giovani hanno sentito più familiare e vicino alla loro esperienza?

Sicuramente quello racchiuso nell'invito a essere testimoni della vera allegria. Si tratta di un tema che gli sta molto a cuore e di cui parla molto già nella sua opera teologica, unendo efficacemente la sua visione generale dell'uomo e la sua teologia su Cristo. La gioia viene presentata da Ratzinger nella sua dimensione pasquale, nella sua dimensione festiva e nel suo riflesso nella vita della società: nella vita, cioè, dei giovani e della gente. Mi viene in mente un articolo di molti anni fa, nel quale si affermava che la festa possono celebrarla davvero soltanto quanti credono in Cristo risorto. Chi ha una minaccia di morte che incombe, e non sa allontanarla dalla propria vita, difficilmente potrà fare festa in modo autentico. Ecco, quando si crede in Gesù resuscitato, il cuore si riempie di tranquillità, di serenità, di speranza.
E, infine, di festa. È questo il dato della gioia che sempre si è accompagnato e sempre si accompagna alle Giornate mondiali della gioventù. E qui a Madrid è risultato splendido. L'impressione che abbiamo avuto, soprattutto nelle strade della città, è stata quella di una grande festa, nella quale era predominante la gioia. Perché un testimone del Vangelo è un testimone della vera allegria, del fatto che la vita -- come ha ricordato espressamente Benedetto XVI -- può essere vissuta con gioia anche in mezzo alle situazioni più tragiche e più difficili.

(©L'Osservatore Romano 26 agosto 2011)


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