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GMG Madrid 2011

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2011 18:32
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19/08/2011 21:18
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Il tempo per la ricerca

Benedetto XVI ai docenti universitari

Francesco Bonini

Al cuore della predicazione del Papa in questa assolata e sgargiante Gmg c’è l’urgenza e la necessità di “fondamenti solidi per la vita”. Ma non basta richiamarli. Oggi è necessario un percorso per ritrovarli e ri-legittimarli. “Dove troveranno i giovani tali punti di riferimento in una società sgretolata e instabile?” si è chiesto Benedetto XVI in un inedito e vivacissimo incontro con i giovani docenti universitari. E’ il tempo dell’emergenza educativa e dunque dell’impegno, in primo luogo proprio in università e per l’università, che in tutti i paesi è stata oggetto di molti interventi riformatori, non sempre lungimiranti. C’è prima di tutto da rifiutare una concezione puramente utilitaristica dell’educazione, per guardare a tutte le dimensioni della persona umana. Il Papa è molto chiaro: “Sappiamo che quando la sola utilità e il pragmatismo immediato si ergono a criterio principale, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere”.
Tutti i saperi hanno un fondamento umanistico e quando lo abbandonano vediamo i risultati: basta guardare le cronache finanziarie di questi giorni.
C’è dunque “bisogno di autentici maestri; persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, sapendo ascoltare e vivendo al proprio interno tale dialogo interdisciplinare; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità”.
Eccoci dunque ai fondamenti ed alla sostanza di un percorso che diventa di ricostruzione del tessuto della cultura e dunque della società: “Non possiamo avanzare nella conoscenza di qualcosa se non ci muove l’amore, e neppure possiamo amare qualcosa nella quale non vediamo razionalità, dato che «Non c'è l'intelligenza e poi l'amore: ci sono l'amore ricco di intelligenza e l'intelligenza piena di amore». La frammentazione e dunque la perdita di senso si possono superare a partire dalle relazioni essenziali. “Se verità e bene sono uniti, così lo sono anche conoscenza e amore”. “La gioventù – conclude il Papa - è tempo privilegiato per la ricerca e l’incontro con la verità”. Ritorna insomma, nel dialogo con i giovani professori alla Gmg la tensione che percorre tutto il magistero di Benedetto XVI e che proprio nei grandi discorsi sull’università e nelle università si è sviluppato in tutte le grandi capitali europee. Quello che era stato un grande appello all’Europa a ritrovare il dinamismo dello sviluppo umano, ripartendo dalla sua identità più profonda e dunque dal rapporto tra fede e ragione, oggi è rilanciato ai giovani, docenti e studenti di tutto il mondo. Sono necessarie risposte globali, planetarie, e soprattutto sono necessarie risposte giovani. E’ il cuore della Gmg ed è anche l’impegno della Chiesa e del papa in prima persona.

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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MADRID (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011)

Via Crucis con i giovani nella Plaza de Cibeles (Madrid, 19 agosto 2011)

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari giovani,

con devozione e fervore abbiamo celebrato questa Via Crucis, accompagnando Cristo nella sua Passione e Morte. I commenti delle Suore della Croce, che servono i più poveri e bisognosi, ci hanno aiutato ad addentrarci nel mistero della Croce gloriosa di Cristo, che contiene la vera sapienza di Dio, quella che giudica il mondo e quanti credono di essere sapienti (cfr 1 Cor 1,17-19). Ci ha aiutato in questo itinerario verso il calvario anche la contemplazione di queste straordinarie immagini del patrimonio religioso delle diocesi spagnole. Sono immagini nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione. Mentre avanzavamo con Gesù, sino a giungere al vertice del suo consegnarsi sul Calvario, ci venivano alla mente le parole di san Paolo: «Cristo mi ha amato e ha dato la sua vita per me» (Gal 2,20). Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo? San Giovanni lo dice chiaramente: «Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16). La passione di Cristo ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini. Al contrario, egli si fece uno di noi «per poter com-patire con l'uomo, in modo molto reale, in carne e sangue... Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la con-solatio, la consolazione dell'amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza» (Spe salvi, 39).
Quando lo sguardo della fede è limpido e autentico, la bellezza si pone al suo servizio ed è capace di raffigurare i misteri della nostra salvezza fino a commuoverci profondamente e trasformare il nostro cuore, come accadde a santa Teresa di Gesù nel contemplare un’immagine di Cristo pieno di piaghe (cfr Libro della vita, 9,1).
Cari giovani, che l’amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire. Le diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza. «Soffrire con l'altro, per gli altri; soffrire per amore della verità e della giustizia; soffrire a causa dell'amore e per diventare una persona che ama veramente – questi sono elementi fondamentali di umanità, l'abbandono dei quali distruggerebbe l'uomo stesso» (Ibid.).
Auspico che sappiamo accogliere queste lezioni e metterle in pratica. Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno, e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive.

La croce non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita. Il Padre volle amare gli uomini nell’abbraccio del suo Figlio crocifisso per amore. La croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa riconosciamo l’icona dell’amore supremo, dove impariamo ad amare ciò che Dio ama e come Egli lo fa: questa è la Buona Novella che ridona la speranza al mondo.

Volgiamo ora i nostri occhi alla Vergine Maria, che nel Calvario ci fu consegnata come Madre, e supplichiamola di sostenerci con la sua amorevole protezione nel cammino della vita, in particolare quando attraversiamo la notte del dolore, affinché ci sforziamo di mantenerci come Lei saldi ai piedi della croce. Tante grazie!

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


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GMG MADRID: ORGANIZZATORI,E'PIU' GRANDE RADUNO TENUTO IN SPAGNA

Salvatore Izzo

(AGI) -

Madrid, 19 ago.

"La Giornata Mondiale della Gioventu' di Madrid sara' ricordata come il piu' grande raduno mai tenuto in Spagna".
Lo afferma il direttore del comitato organizzativo Yago de la Sierva che precisa: "i ragazzi che hanno compilato il modulo e pagato la tassa di iscrizione sono gia' 430 mila, piu' 30 mila volontari alcune migliaia di sacerdoti e 800 vescovi. Siamo cioe' sul mezzo milione di iscritti registrati ma i partecipanti sono molti di piu'. Gia' ieri alla cerimonia di accoglienza nel centro di madrid eravamo piu' che in ogni altro raduno celebrato in questo Paese e si puo' prevedere che a Cuattro Vientos saremo tre volte piu' degli iscritti cioe' un milione e mezzo".
De la Sierva esorta pero' i giornalisti a non enfatizzare i numeri: "il successo di una Gmg non si misura sui numeri ma sulla intensita' della partecipazione", dice. E in proposito cita il capo della polizia spagnola, Francisco Javier Velasquez Lopez, che ieri e' rimasto impressionato dall'entusiasmo della folla di giovani che salutava il Papa lungo il percorso e ha dichiarato: "non ho mai visto ringraziare qualcuno con tanto affetto".

© Copyright (AGI)

GMG MADRID: S.SEDE, C'E' DIRITTO DI CRITICARE NON DI OFFENDERE

Salvatore Izzo

(AGI) -

Madrid, 19 ago. - "Come Chiesa Cattolica noi siamo evidentemente per la liberta' di espressione, riconosciuta nei paesi democratici, dunque riteniamo che si debba poter dire liberamente la propria opinione anche su una iniziativa come la Giornata Mondiale della Gioventu', ma con modalita' di rispetto, in modo pacifico, cioe' compatibilmente con il vivere civile". E' questo il commento del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, sugli incodenti di questi giorni a Madrid, dove una parte dei cosidetti "indignatos" sono scesi in piazza con militanti radicali e anticlericali per protestare contro la Gmg e presunti finanziamenti pubblici, la cui esistenza e' stata negata sia dal Governo che dagli organizzatori. "Sono stati - dice il religioso - momenti spiacevoli ma che rimangono marginali nel quadro degli avvenimenti di questi giorni: vediamoli come tali senza farli piu' grossi di quel che sono". Personalmente, ha aggiunto, "sono sereno sul risultato globale della Gmg nella citta' di Madrid e mi piace sottolineare che nelle precedenti Gmg, anche a Parigi e Roma , c'era una massa enorme e non c'e' stato nessun problema di ordine pubblico".
In proposito il direttore del comitato organizzatore, Yago de la Sierva, ha invitato a "distinguere tra indignatos e laicisti: ai primi abbiamo detto che non c'e' finanziamento pubblico e hanno capito, gli altri hanno ecceduto: sono le ombre di ogni dipinto, necessarie perche' si veda la luce. Abbiamo visto cosi' altri giovani e altri comportamenti".

© Copyright (AGI)

GMG MADRID: LOMBARDI, IL PAPA E' MOLTO CONTENTO E SERENO

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 19 ago.

"Il Papa sta molto bene e' molto contento dell'andamento del viaggio, tutti abbiamo visto che l'accoglienza e' stata splendida, in un grande clima di gioia".
Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi nel briefing tenuto oggi nel media center della Gmg.
"Anche le cronache - ha aggiunto - sono ampiamente positive".

© Copyright (AGI)

GMG MADRID: PADRE LOMBARDI, LA SPAGNA SI E' MERITATA TRE VISITE

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 19 ago.

La Spagna si e' "meritata" le tre visite del Papa per aver organizzato in questi anni due "grandi eventi per la Chiesa d'interesse mondiale": il Congresso delle famiglie a Valencia nel 2006 e, ora, la Giornata Mondiale della Gioventu'.
Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha speigato cosi' che sarebbe "eccessivo parlare di una scelta privilegiata" del Pontefice "per la Spagna", dal momento che due di questi viaggi sono dovuti a eventi con un interesse che va al di la' del Paese iberico. Nello specifico, ha precisato padre Lombardi, "il motivo di questo viaggio e' la Gmg", e dunque si tratta di "una motivazione generale e pastorale, dove anche le tematiche attuali della gioventu' entrano in questa chiave". Pertanto, ha aggiunto, "non c'e' un'agenda da trattare" negli incontri con i rappresentati istituzionali.

© Copyright (AGI)


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GMG: PAPA PRANZA CON 12 GIOVANI, 'COLPITI DA SUA DISPONIBILITA' ASCOLTO'

(ASCA-AFP) - Madrid, 19 ago

Dodici giovani cattolici che hanno pranzato oggi con papa Benedetto XVI nel Salone degli Ambasciatori della Nunziatura Apostolica di Madrid sono rimasti colpiti dalla sua disponibilita' ad ascoltare ognuno di loro.
Due europei, due africani, due asiatici, due nordamericani, due sudamericani e due spagnoli hanno vinto il diritto di pranzare con il papa in una ''lotteria'' tra i volontari della Giornata Mondiale della Gioventu'.
'Ho trovato commovente - ha raccontato Olivier Richard, 25 anni, francese - che il capo della Chiesa fosse interessato alla nostra vita personale. Eravamo un po' nervosi quando siamo arrivati.
Abbiamo incontrato non solo un'istituzione ma un uomo, che ha dimostrato di essere umile e semplice, che ci ha messi a nostro agio''. Anche il diacono ruandese Aloys Sibomana, 28 anni, si e' detto ''colpito dalla semplicita' e la vicinanza del Papa''.

© Copyright Asca


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“Ci ha lasciato parlare e ci ha incoraggiato a vivere la fede”. I giovani a pranzo con il Papa

Scritto da Andrea Gagliarducci inviato a Madrid

Venerdì 19 Agosto 2011 15:52

Aloys Sibomana è un giovane del Rwanda. Veste con un clergyman nero, ma non è ancora sacerdote. È un diacono, che si è iscritto tra i volontari della Gmg. E come tale ha partecipato all’estrazione per poter pranzare insieme a Papa Benedetto XVI. È stato tra i vincitori. Un paio di ore dopo il pranzo, è così emozionato che ancora non ha capito bene cosa ha manciato. “Il Papa – racconta – ha chiesto ad ognuno di noi la nostra storia. Più che parlare, ha ascoltato, intervenendo con diversi commenti alle parole nostre. Non ha detto molto di sé. Io gli ho raccontato da dove provengo, e mi ha chiesto la situazione della religione nella nostra regione. Io ho spiegato che è serena, ma precaria. Il Papa ha annuito. Mi ha chiesto del mio diaconato, di come mi trovo al seminario. Mi ha mostrato di conoscere bene la situazione del mio paese. Sono rimasto molto colpito da questo”.
Sono dodici i giovani che hanno avuto la fortuna di pranzare con il Papa, subito dopo l’incontro con i giovani professori universitari. Estratti a sorte tra i volontari, rappresentano due ciascuno i cinque continenti, e poi ce ne sono altri due in rappresentanza della Spagna, la nazione che ospita questa Giornata Mondiale della Gioventù. Un’ora e mezza di chiacchiere, in italiano, francese o tedesco. Tutti sono stati invitati, a turno, a raccontare la loro storia, durante un pranzo leggero, a base di pesce e gelato come dolce. Porzioni abbondanti. Michelle Hatfield racconta che “il Papa ha assaggiato tutto, ma non è riuscito a terminare quello che c’era nel piatto. E non mi sorprende. Io stessa ho avuto grande difficoltà a finire di mangiare tutto”. Michelle è una giovane impegnata, collabora con le istituzioni europee, fa attività di interpretariato. Per questo si è ritrovata nel pool internazionale di volontari.
“Io credo – racconta – che sia sempre più difficile essere giovani e vivere in questo mondo una vita cristiana. Di questo abbiamo parlato con il Santo Padre”. C’è qualcosa di quello che ha detto che ti ha colpito di più? “Sì, ma non sono sicura di non doverla tenere per me”. Eva Janosikova, slovacca, anche nel dipartimento “community” della Gmg. “Ho spiegato al Santo Padre di cosa mi occupo, gli ho parlato anche di twitter. Lui non ha capito subito, ma poi gli ho ricordato che lui stesso ha fatto un tweet, e lui ha ricordato, ha fatto un cenno con la testa. Gonzalo Cardenal ha 28 anni, e fa l’avvocato. È entrato tra i volontari della Gmg attraverso le richieste per persone con disabilità. È su una sedia a rotelle, ma racconta con emozione il pranzo con il Papa. “E’ stato – dice – un momento pieno di energia. Il Papa ci ha spiegato come vivere la fede con allegria. Gli ho raccontato che la Spagna è piena di incomprensioni riguardo la religione”. Al termine dell’incontro, il Papa è andato a riposare. In attesa della via Crucis di stasera.


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GMG MADRID: 600MILA COL PAPA A VIA CRUCIS SUL DOLORE INNOCENTE

Salvatore Izzo

(AGI) - Madrid, 19 ago.

Benedetto XVI ha voluto presiedere personalmente - è la prima volta che questo avviene in una Gmg - il rito della Via Crucis nel centro storico di Madrid, gremito all'inverosimile (i presenti erano oltre 600 mila).
Al centro della riflessione il "dolore innocente": quello cioe' di Gesu' inchiodato alla nuda Croce, quello della Madre (di ogni madre) che piange il Figlio morto, quello, recita il testo delle meditazioni proposto dalle monache di clausura di Siviglia e accettato dal Papa, "di tutti quanti soffrono senza colpa, delle vittime dei genocidi, delle violenze, delle violazioni e abusi sessuali, dei crimini contro i bambini e gli adulti".
Il percorso e' partito da plaza di Cibeles e le 14 stazioni tradizionali sono rappresentate con i carri tipici utilizzati per la Settimana santa spagnola; sono immagini di alto valore artistico, che verranno portate dalle rispettive confraternite. Si tratta di "un'iniziativa straordinaria e audace. Questa cerimonia permette alle nostre immagini di proseguire la missione catechetica per cui furono create mostrando la passione di Gesu' Cristo in maniera singolare", ha sottolineato Enrique Guevara, membro del consiglio delle confraternite di Madrid in una dichiarazione riportata dal Servizio Informazione Religiosa. Notevoli, tra i carri utilizzati, la Cena del Signore della confraternita Nuestro Padre Jesus de Nazereno di Murcia, del XVIII secolo, che viene portata ogni venerdi' santo da una squadra di 28 portantini o il famoso Cristo di Mena, della settimana santa di Malaga; il maggior numero dei carri provengono dalla settimana santa castigliana e andalusa. La "madruga'", questo il nome spagnolo della processione, e' stata preceduta dalla statua della Virgen de Regla, posta su un altare. La sosta ai suoi piedi costituisce in questa straordinaria "Via Crucis" una sorta di inedita quindicesima stazione. La "via dolorosa" si snoda da plaza Colon fino a plaza di Cibeles, dove si trova il palco del Papa, per la seconda volta colma dei pellegrini. Nella piazza c'e' anche l'orchestra della Gmg, che si e' costituita per questo evento ed e' composta da giovani musicisti di tutta la Spagna, "che si sono incontrati - spiega il direttore - attraverso il linguaggio della musica". Il palco e' protetto dal gran caldo con nebulizzatori e un grande ventilatore nero.
Nei testi della Via Crucis, diffusi dal Sir, le autrici, le suore Hermanas de la Cruz, istituto fondato da santa Angela de la Cruz, hanno voluto raccontare le sofferenze del mondo. La preghiera della prima stazione e' dedicata all'unita' della Chiesa e alla fine delle persecuzioni e discriminazioni a causa della fede; tra i giovani che portano la croce anche un ragazzo dell'Iraq che ha appoggiata sulle spalle la bandiera del suo Paese. Cosi' stazione dopo stazione vengono ricordati "coloro che soffrono le persecuzioni e le discriminazioni a causa delle fede" (prima stazione), o che sentono "la freddezza del tradimento che causa la divisione e le lotte fratricide" (seconda stazione). Una preghiera particolare e' per "le vittime innocenti delle guerre" (terza stazione) e "per quelli che si vergognano della fede" (quarta stazione). Nei testi viene ricordato "chi non riesce a trovare lavoro, chi e' costretto a lavori degradanti, chi soffre atteggiamenti razzisti" e i migranti che "muoiono nello sforzo di ottenere una vita migliore (quinta stazione). I ragazzi di tutto il mondo ricordano poi anche "le vittime dell'alcol, della droga e delle altre dipendenze" (sesta stazione) e pregano perche' "le migliaia di giovani oggi emarginati" trovino Cirenei disposti ad aiutarli (settima stazione). Nell'ottava stazione, in cui la Veronica asciuga il volto di Cristo, si prega per quelli "con una stile di vita ateo gettano via la loro dignita'" mentre nella nona verranno ricordate "le vittime dei genocidi, della violenza, degli stupri ed abusi sessuali, crimini contri i bambini ed adulti". Nelle ultime cinque stazioni la preghiera e' per chi vive "nella privazione, in poverta'", per "i disabili, per i malati di Aids, per i genitori che hanno perso i loro figli a causa della fame, per le vittime dei disastri naturali". In particolare nell'ultima, "la solitudine della Vergine Maria", l'intercessione sara' per tutti coloro che vivono "la Passione nella loro carne perche' Gesu' asciughi le loro lacrime e aumenti la loro speranza".
"La passione di Cristo - ha detto il Papa al termine del rito - ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non e' qualcuno di distante o lontano dall'uomo e dalle sue vicissitudini". Con la Croce - che "non fu l'esito di un insuccesso, bensi' il modo di manifestare l'offerta di amore che giunge sino alla donazione piu' smisurata della propria vita" - in ogni sofferenza umana "e' entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da li' si diffonde in ogni sofferenza la consolatio, la consolazione dell'amore partecipe di Dio e cosi' sorge la stella della speranza".
"Cari giovani - ha chiesto infine Benedetto XVI - che l'amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all'idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinche' offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacita' di amare e di compatire. Le diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza".
Per Ratzinger, "soffrire con l'altro, per gli altri; soffrire per amore della verita' e della giustizia; soffrire a causa dell'amore e per diventare una persona che ama veramente questi sono elementi fondamentali di umanita', l'abbandono dei quali distruggerebbe l'uomo stesso". "Auspico - ha concluso - che sappiamo accogliere queste lezioni e metterle in pratica. Volgiamo lo sguardo percio' a Cristo, appeso sul ruvido legno, e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l'uomo vive".

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GMG MADRID: A TAVOLA CON I RAGAZZI IL PAPA HA PARLATO DEL WEB

(AGI) - Madrid, 19 ago.

"Non c'erano raccomandati tra i 12 volontari della Gmg di Madrid scelti per pranzare con il Papa".
Lo assicura il portavoce vaticano, padre Fedrico Lombardi, precisando che i ragazzi (due da ogni continente, un ragazzo e una ragazza, piu' due spagnoli) sono stati sorteggiati, cosi' come il sorteggio (tra quanti lo hanno chiesto) ha indicato i tre che domani mattina potranno confessarsi con Benedetto XVI. Ma uno dei dodici, il francese Olivier Richard, era fresco di nozze e cosi' ha ottenuto di portare con se' la giovane moglie Alexandra che dopo pranzo ha potuto salutare il Pontefice con il marito.
E' lui a raccontare a "Vaticaninsider", il sito di informazione religiosa in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) che il Papa salutando i suoi commensali ha parlato dell'importanza del Web. "Ci ha parlato delle nuove tecnologie, di Facebook, e ci ha detto che la Chiesa comunica da duemila anni e oggi deve essere presente anche sulla piazza virtuale, usando per l'annuncio del Vangelo anche questi nuovi strumenti".
"Abbiamo parlato con il Papa in italiano, inglese, spagnolo e francese", racconta l'ecuadoregno Juan Carlos Piedra Caldero'n, 33 anni, il piu' "vecchio" dei giovani che hanno pranzato con il Papa. "Ho raccontato a Benedetto XVI della situazione dei giovani in America Latina, gli ho detto che cercano ancora Gesu' Cristo, anche se ci sono tante difficolta'. Il Papa mi ha promesso preghiere per i giovani latinoamericani e mi ha detto di aver apprezzato l'analisi che avevo fatto.
Il menu' e' stato leggero, "verdure e legumi, pesce, un gelato. Ma comunque io ho mangiato pochissimo, perche' ero molto emozionata", rivela Aurora Mari'a Almagro, ventunenne spagnola di Murcia. "Il Papa ha fatto di tutto per metterci a nostro agio. Piu' che parlare ha voluto ascoltare, ci ha accolto con molta simpatia, ha scherzato con noi". "Benedetto XVI si e' mostrato sensibile verso i nostri problemi, anche quelli economici dovuti alla crisi - conclude Aurora Almagro - si e' molto interessato a noi. Durante il nostro dialogo, alcuni lo hanno invitato a visitare i loro Paesi".

© Copyright (AGI)


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«Santo Padre, ma se Dio è buono perché a me è venuto il cancro?»

Un bambino sulla sedia a rotelle gli ha consegnato un biglietto

ESCORIAL

«Santo Padre, perché Dio, se è buono e onnipotente, permette che malattie come la mia colpiscano persone innocenti?». Un bambino in sedia a rotelle, ammalato di cancro, è riuscito a consegnare un bigliettino, con scritto il suo drammatico interrogativo, a Benedetto XVI mentre il papa usciva dal Monastero dell'Escorial, nella Sierra a Nord di Madrid.
Una domanda semplice, ma carica di emozione. Emozione che il piccolo ha dimostrato insieme a tanta tenacia per riuscire a convincere sicurezza e organizzatori a lasciarlo avvicinare al Papa. Così Benedetto XVI, uscendo dal Monastero dell'Escorial, se l'è trovato davanti. Il Santo Padre s'è fermato e ha preso il biglietto. Il piccolo lo ha pregato di rispondergli. E Ratzinger ha fatto cenno di sì.
«E se non ti risponde?» ha chiesto poi una giornalista spagnola di Tele Madrid al bambino. «Se non mi risponde mi darà una grande delusione perché sono anni che mi pongo questa domanda». Una risposta probabilmente gli arriverà, prevede El Mundo. Sarà sicuramente gentile, ma difficilmente potrà soddisfare il bimbo, anche se a scriverla sarà il Papa teologo.
Benedetto XVI, ricorda il giornale, si confessò già senza poter dar risposta quando visitò 5 anni fa il campo di sterminio di Auschwitz. «In un posto come questo – disse – le parole non servono. Alla fine può esserci solo un terribile silenzio, un silenzio che è un pianto del cuore rivolto a Dio. Perchè Signore sei rimasto muto? Come hai potuto tollerare questo? Dov'era Dio in quel momento?».
Eppure la vita religiosa, aveva affermato il Papa poco prima, durante il discorso alle 1600 religiose incontrate sul sagrato della basilica di San Lorenzo, una delle maggiori opere dell'architettura spagnola, nel complesso monumentale dell'Escorial, «possiede oggi una speciale rilevanza» giacché siamo di fronte a «una sorta di "eclissi di Dio", una certa amnesia, se non un vero rifiuto del cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda». «Davanti al relativismo e alla mediocrità sorge il bisogno di questa radicalità, che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio in modo sommamente amato».
Benedetto XVI ha rilanciato quanto scritto nel messaggio per la XXVI Giornata mondiale della gioventù
«La radicalità evangelica – ha detto papa Ratzinger – si esprime nella missione che Dio ha voluto affidarvi. Dalla vita contemplativa fino «ai diversi cammini della vita apostolica nei solchi della quale germina il seme evangelico nell'educazione dei bambini e dei giovani, nella cura degli infermi e degli anziani, nell'accompagnamento delle famiglie».

© Copyright Gazzetta del sud, 20 agosto 2011


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La bella gioventù

Aldo Maria Valli

Sono belli, bravi, ordinati, festosi ma non beceri, allegri ma non inconsapevoli, devoti ma non beghini. Hanno facce pulite, sguardi luminosi. Da dove escono questi ragazzi della Gmg 2011? Sarebbe facile rispondere che escono dalle parrocchie, dai diversi movimenti e gruppi religiosi, dalle mille espressioni dell’arcipelago cattolico giovanile. Ma la domanda richiede risposte più profonde.
Da quale mondo escono, da quale cultura, da quale formazione, da quali famiglie? Si parla tanto di frammentazione interiore, di pensiero debole, di povertà intellettuale, di apatia e di mammismo, e poi ti ritrovi a fare i conti con ragazzi del tutto diversi. Pregano molto, ma non rinunciano a pensare. Stanno in coda sotto il sole per confessarsi, ma non hanno i volti tirati dei penitenti di professione. Parlano di castità e fedeltà, ma non si comportano da bigotti e vedi che ragazzi e ragazze si tengono per mano e si baciano senza imbarazzi. Per chi vive la Gmg dal punto di vista dei mass media, e in particolare di quel medium invadente che è la televisione, colpisce poi la loro padronanza dell’obiettivo della telecamera.
Rispondono a tono a ogni domanda (e quelle di noi cronisti sono spesso davvero stupide), non si scompongono mai, possiedono i tempi televisivi, sanno fare sintesi, si muovo a loro agio, intuiscono di che cosa ha bisogno la macchina dell’informazione. Come fanno? Qui la risposta sembrerebbe più facile: sono cresciuti con la televisione, la conoscono, la respirano. Ma c’è di più. Dimostrano anche di conoscerla internamente e di saperla usare per quello che è.
Troppo belli per essere veri? Confesso che la domanda ogni tanto mi sfiora. Possibile che non abbiano inquietudini, che non vogliano protestare contro qualcuno, che non pensino alla loro gioventù come a un tempo di ribellione, di opposizione e di indisciplina rispetto all’autorità? Com’è che sorridono sempre e non lanciano imprecazioni? Poi però parli con loro (senza microfono) e scopri che le preoccupazioni ci sono, e ci sono anche le sofferenze; c’è a volte la malattia, c’è il senso di precarietà causato dalla mancanza di lavoro. Ma non c’è angoscia. C’è, al contrario, una profonda fiducia nell’uomo e nelle sue risorse, perché tutti vivono una fede che non è fondata su una teoria o su una filosofia.
Dicono di aver fatto l’incontro che ha cambiato la loro vita.
Un incontro che solo in parte si può spiegare con le parole, ma è di un’efficacia senza pari.
Dopo Madrid 2011, le interpretazioni sociologiche di questa gioventù non mancheranno. Nell’attesa, registro un’immagine che ho colto dalle parti del Paseo de la Castellana, vicino al centro stampa. Una ragazza accompagna una sua coetanea, tenendola impercettibilmente per il braccio e aiutandola a scendere alcuni scalini. La seconda ragazza è cieca, e quando la coppia raggiunge il marciapiede si ferma un istante. Deve lasciar passare un’altra coppia di ragazzi, anche loro in divisa da Gmg. Il primo procede con passo svelto e spinge una carrozzella sulla quale sta l’amico. Non so se questa scena spiega qualcosa. Forse sì, forse no. Però non riesco a dimenticarla. E poi mi capita di pensare spesso ai genitori di tutti questi ragazzi. Come hanno fatto a tirarli su così? E che cosa staranno pensando adesso? Saranno in pena per i figli, immersi in un avvenimento attorno al quale non manca qualche tensione, o saranno felici di saperli in compagnia del papa? Se questi ragazzi sono così come appaiono, un po’ di merito (o di colpa) sarà proprio dei genitori.
Ma chi sono questi quarantenni e cinquantenni che sono riusciti in un’operazione tanto ardita? Dove vivono? Anche qui torna un certo spaesamento. Tutta questa gente (i figli qui, i genitori a casa) sono reali, ma di solito dove stanno? E poi ci saranno i nonni. Nonni in molti casi ancora giovanili e in gamba. E un ruolo l’avranno avuto anche loro.
Un nonno, comunque, qui a Madrid c’è. Si chiama Benedetto XVI. L’età è quella giusta. E a volte lui parla proprio come tale. Giovanni Paolo II, specie quando era un papa giovane, usava toni più decisi. I giovani pendevano dalle sue labbra e Karol li irretiva con quel piglio risoluto, lo sguardo volitivo, i punti esclamativi alla fine delle frasi.
Benedetto no. Benedetto è dolce, soft. Mai mieloso, perché le cose le dice chiaramente e anche lui non fa sconti quanto a contenuti morali e dottrinali, però si comporta da nonno, con uno sguardo di comprensione. Il rapporto fra Benedetto e questi ragazzi è tenero.
Il papa sembra trovare in loro una ricarica che lo aiuta a superare gli affanni di un pontificato a ostacoli. Loro lo hanno adottato, senza lasciarsi condizionare dalle leggende nere sul Ratzinger duro e severo.
Si sostengono a vicenda, proprio come fanno nonni e nipoti. E camminano insieme. Dove vanno? Per capirlo, o almeno intuirlo, forse l’unica cosa da fare camminare un po’ con loro.

© Copyright Europa, 20 agosto 2011


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Gmg, messa Papa ai seminaristi

Madrid, confessa 3 giovani sorteggiati

Terzo giorno di visita per Benedetto XVI a Madrid per la Giornata mondiale della gioventù. Papa Ratzinger confesserà per la prima volta nella storia, tre giovani, nel parco del Buen Retiro della capitale spagnola: i ragazzi sono stati sorteggiati tra i volontari dell'evento. A seguire, alle 10, Benedetto XVI celebrerà una solenne messa con i seminaristi nella cattedrale dell'Almudena.


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La lezione di Papa Benedetto e le nostre

Noi che siamo e diamo segni

Davide Rondoni

Insegnare è difficile. Ci vuole entusiasmo, ha detto il Papa. Ma entusiasmo per cosa ? Ieri ai giovani docenti riuniti a Madrid a El Escorial, Benedetto XVI ha parlato di questo genere di esperienza. Non ha fatto scorciatoie. Non ha sostato in analisi sociologiche o politiche. Ha fatto intendere che insegnare non è un mestiere facile. E non a caso ha ricordato il suo entusiasmo di giovane docente. Parlava a giovani docenti. Lo sa bene anche il Papa che ci vuole entusiasmo perché spesso questo mestiere si svolge in situazioni per nulla entusiasmanti. Lui ha ricordato il dopoguerra, quando cominciò. Oggi ci sono altre condizioni, spesso dure. E allora da dove trarre l’entusiasmo per questo mestiere che è difficile ? Chi cerca di farlo bene sa che non è nemmeno un mestiere. È qualcosa di diverso. È in-segnare, appunto, offrire segni, mettere segnali. E’ cercare insieme il vero. Indicare, cercare il vero a riguardo di una porzione del reale, di un frammento, di una disciplina. Per questo chi davvero insegna finisce per farsi segnare la vita. Perché si è segnati dall’ entusiasmo per il vero. È questo che sembra strano. Perché il vero, perché inseguire il segreto del reale è la cosa più entusiasmante che ci sia. Lo sanno i veri scienziati, lo sanno i veri poeti. I cosiddetti saggi della nostra epoca irridono il vero.
Pensano che non esista. Che non abbia né gusto né sapore. Che sia una fredda astrazione. Poveri loro, non conoscono più il suo entusiasmo. Ma se uno non ha questo genere di entusiasmo, finirà per riporre la soddisfazione dello strano mestiere di insegnare nell’avanzamento di carriera, nel prestigio accademico o scolastico che ammuffisce subito, nel consenso degli studenti trattati come platea o massa da indirizzare. O, come accade spesso, chi non conosce l’entusiasmo della ricerca del vero, scambierà stati febbrili d’animo e compiacimenti di bassa lega con il motivo per cui vale la pena insegnare. Ma l’entusiasmo di cui parla il Papa - e da cui è segnato quando insegna ancora oggi - brucia la persona che lo prova. Non è un abito passeggero. Non un’emozione riservata a certi momenti esaltanti. È un entusiasmo duro come un crampo. Forte come un pugno. Segna la vita intera come una ferita. È il fuoco che arde chi gusta la materia non solo con il gusto attento e ramificante per la materia ma per il vero della materia, per la luce e per le ombre del reale. Per i suoi misteri. L’entusiasmo del vero è contagioso. I giovani lo vedono, anche se non sanno dare questo nome, lo avvertono interessante.
Per questo insegnare è farsi segnare. Diventare segno, per quanto imperfetto, in mezzo ai giovani, a coloro che sono nell’età in cui è meglio occuparsi seriamente del vero. Non c’è insegnante autentico tra quelli che abbiamo avuto la fortuna di incontrare che non sia in qualche modo segnato irrevocabilmente dalla tensione al vero. Senza questo entusiasmo delle profondità, la scuola e l’accademia si trasformano in luoghi burocratici e ideologici. In piccole tristi repliche, in asfissianti recessi dei vizi dell’intera società. Ma basta uno, lo vediamo spesso, un solo autentico insegnante tra mille che abbia questo genere di entusiasmo, ed ecco rinasce la scuola, rinasce l’università. Rinasce quello scambio simile alla paternità. Ancora più nudo, se così si può dire, ancora più povero in un certo senso. Non sono tuoi figli i giovani che ti trovi davanti quando insegni. Non sono simili a te, non sono d’accordo con te. Forse non hanno nemmeno stima iniziale. Eppure è a loro che lascerai la tua intera eredità. E davanti a loro che puoi o meno farti segnare perdutamente dal vero entusiasmo. Che agli occhi di chi inizia a condividerne il gusto ci può rendere umili e grandi compagni, inoltrati nel folto del mondo.

© Copyright Avvenire, 20 agosto 2011


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Gmg/ Madrid, Papa inizia terza giornata confessando 4 giovani

Per una mezz'ora ha ascoltato i peccati dei ragazzi

Madrid, 20 ago. (TMNews)

Inizia confessando quattro giovani la terza giornata di Benedetto XVI a Madrid. Per la prima volta nella storia delle Giornate Mondiali della Gioventù, il Papa ha ascoltato quattro ragazzi: due di lingua francese, uno di lingua spagnola e uno di lingua tedesca. Si è trattato di due ragazzi e due ragazze.
Il momento della confessione, avvenuta nel Parco del Retiro di Madrid, è durato una mezz'ora. Benedetto XVI ha utilizzato uno dei confessionali che in questi giorni è stato utilizzato dai 200 sacerdoti che ogni giorno confessavano i giovani.
Da domenica scorsa, infatti, il Parco del Retiro, vero e proprio polmone verde della capitale spagnola, è stato il centro della 'Festa del Perdono', dove i giovani hanno potuto ricevere il sacramento della Riconciliazione in 200 confessionali mobili, studiati per l'occasione, disposti lungo il viale principale.

© Copyright TMNews

Terzo giorno del Papa a Madrid: Grande veglia con i giovani

Madrid, 20 ago. (TMNews)

Terzo giorno di visita per Benedetto XVI a Madrid dove si trova per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù. Papa Ratzinger apre la giornata confessando, per la prima volta nella storia, tre giovani, nel parco del Buen Retiro della capitale spagnola: i ragazzi sono stati sorteggiati tra i volontari dell'evento.
A seguire, alle 10, Benedetto XVI celebra una solenne messa con i seminaristi nella cattedrale dell'Almudena. Al termine della celebrazione il Pontefice ha un breve incontro privato con Mariano Rajoy Brey, presidente del Partito popolare, maggior partito dell'opposizione. Un incontro insolito, poiché generalmente il Papa ha solo visite ufficiali con il capo di Stato e il capo del governo.
Dopo il pranzo con i cardinali di tutta la Spagna, nel pomeriggio Ratzinger riceve gli organizzatori della Gmg, presso la sede della Nunziatura, che in questi giorni sta ospitando il Papa. In serata il momento centrale dell'incontro del Papa con giovani, ovvero la grande veglia di preghiera all'aeroporto Cuatro Vientos, dove sono attesi oltre un milione di giovani che, dopo aver partecipato al momento di preghiera con il Pontefice, trascorreranno tutta la notte in attesa della celebrazione finale di domenica mattina quando il Papa annuncerà il luogo e la data della prossima Gmg, che si terrà a Rio nel 2013.

© Copyright TMNews


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Il Papa confessa quattro giovani nel Parco del Buen Retiro

Questa mattina il Papa si è recato nel Parco del Buen Retiro, dove ha confessato quattro giovani. Dal 14 agosto in questo parco si è tenuta la “Festa del Perdono”: sono stati allestiti circa 200 confessionali, dove i ragazzi hanno potuto confessarsi con sacerdoti di diverse lingue. Sentiamo in proposito don Javier Cremades, direttore degli Atti centrali della Gmg, al microfono di Debora Donnini:

R. - Sono venuti ragazzi di tutto il mondo per ricevere il Sacramento del Perdono. In questo Parco del Buen Retiro, quando abbiamo aperto la possibilità di confessare, si sono iscritti più di 5 mila preti disposti a confessare. Abbiamo dovuto organizzare degli orari, perché era possibile avere soltanto 200 confessionali. Sono arrivati da tutte le parti del mondo: è stato uno spettacolo, uno spettacolo del perdono, dell’amore di Dio, della conversione. C’è stata anche molta gente che incontrando un prete ha chiesto di confessarsi e quest’ultimo si è messo a confessare… Era tutto pieno!

D. - Questo parco come si è presentato con questi 200 confessionali, formati ciascuno da tre vele bianche?

R. - Io penso che sia stato un grido di speranza dell’architetto, di speranza nella fede, che si apre all’infinito, che si apre all’eterno: quando qualcuno si siede lì, tra le tre vele, per dire “Signore, perdonami, ho peccato”, attraverso l’assoluzione, il Signore ti manda verso l’eternità, verso la Chiesa e verso gli altri.

D. - Sicuramente ha richiamato l’attenzione vedere per tanti giorni migliaia di giovani che si accostano al Sacramento della Riconciliazione….

R. - E’ stata una grazia di Dio molto grande, perché sono arrivati migliaia di giovani, ma non solo perché a Madrid tutti erano a conoscenza della “Festa del Perdono”… E poi con il Santo Padre che ha voluto essere presente nel Parco del Buen Retiro, penso che il Sacramento della Penitenza abbia avuto un’importanza ancora maggiore: perché nessuno offre il perdono nel mondo come lo offre Cristo.

D. - Durante la veglia c’è la consacrazione dei giovani al Sacro Cuore Gesù: qual è l’importanza di questo atto?

R. - Il Sacro Cuore è espressione dell’amore di Gesù. Nel cuore, dove ci sono tutti gli affetti, tutti i sentimenti buoni, Cristo è vivo: Cristo ha un cuore grande e un modo di dimostrare ai giovani che la prossimità di Cristo non è una teoria, ma un qualcosa di molto reale: ognuno - questo è il grande miracolo - può sperimentare personalmente questa amicizia, da cuore a cuore, da uomo a uomo, con Cristo, che è il Figlio di Dio. (mg)

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Da "Vatican Insider"...

Benedetto XVI ha mangiato con una rappresentanza dei volontari della GMG alla nunziatura. E ha dialogato con loro

ANDREA TORNIELLI
MADRID


Per Benedetto XVI più che un’ulteriore occasione di parlare, è stata un’occasione per ascoltare: alle 14 di oggi, nella sede della nunziatura, il Papa ha invitato a pranzo dodici ragazzi della GMG, appartenenti al gruppo dei volontari. Sono stati ricevuti nel salone degli ambasciatori, ne sono stati scelti due da ogni continente (un ragazzo e una ragazza), più due spagnoli.


Il menù è stato leggero, «verdure e legumi, pesce, un gelato. Ma comunque io ho mangiato pochissimo, perché ero molto emozionata», racconta a Vatican Insider Aurora María Almagro, ventunenne spagnola di Murcia. «Il Papa ha fatto di tutto per metterci a nostro agio. Più che parlare ha voluto ascoltare, ci ha accolto con molta simpatia, ha scherzato con noi».


Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha spiegato ai giornalisti che a tavola con il Pontefice non c’erano «raccomandati». «I partecipanti sono stati estratti a sorte tra i gruppi di volontari. Estratti a sorte come è accaduto per l’apostolo Mattia, scelto così per entrare a far parte dei dodici apostoli dopo la morte di Giuda».


Tra i sorteggiati c’era anche un ragazzo francese, Olivier Richard (25 anni) volontario alla GMG, che si è sposato un mese fa con una ragazza, Alexandra, anche lei partecipante alla GMG. «La giovane moglie non era sorteggiata, dunque non ha partecipato al pranzo, ma è stata invitata per un saluto finale a Benedetto XVI quando tutti si sono alzati da tavola. «È stato un modo - ha detto Lombardi - perché il Papa facesse gli auguri a una coppia, che è nata all’interno del clima della GMG». Lo stesso criterio della estrazione a sorte, ha precisato il portavoce vaticano, è stato seguito anche per i tre ragazzi che domattina verranno confessati personalmente da Benedetto XVI al Parque del Retiro.


«Abbiamo parlato con il Papa in italiano, inglese, spagnolo e francese», racconta l’ecuadoregno Juan Carlos Piedra Calderón, 33 anni, il più «vecchio» dei giovani che hanno pranzato con il Papa. «Ho raccontato a Benedetto XVI della situazione dei giovani in America Latina, gli ho detto che cercano ancora Gesù Cristo, anche se ci sono tante difficoltà. Il Papa mi ha promesso preghiere per i giovani latinoamericani e mi ha detto di aver apprezzato l’analisi che avevo fatto.


«Benedetto XVI si è mostrato sensibile verso i nostri problemi, anche quelli economici dovuti alla crisi – continua Aurora Almagro – si è molto interessato a noi. Durante il nostro dialogo, alcuni lo hanno invitato a visitare i loro Paesi…».


È Olivier Richard, il volontario fresco di nozze, a raccontare a Vatican Insider che il Papa salutando i suoi commensali ha parlato dell’importanza del Web. «Ci ha parlato delle nuove tecnologie, di Facebook, e ci ha detto che la Chiesa comunica da duemila anni e oggi deve essere presente anche sulla piazza virtuale, usando per l’annuncio del Vangelo anche questi nuovi strumenti».


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IL PAPA PROCLAMERA' SAN GIOVANNI D'AVILA DOTTORE DELLA CHIESA

Madrid, dai nostri inviati) - “Con grande gioia annuncio a voi e al popolo di Dio” l’intenzione di proclamare “prossimamente san Giovanni d’Avila, presbitero, dottore della Chiesa universale”. Accolte da un fragoroso applauso nella cattedrale madrilena dell’Almudena, le parole di Benedetto XVI sono giunte al termine della messa con i seminaristi celebrata questa mattina. San Giovanni d’Avila, canonizzato nel 1970 da Paolo VI, è patrono dei sacerdoti diocesani spagnoli. Al Papa ha replicato il card. Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola, che ha promosso la causa di dottorato del santo, “a nome dei fratelli nell’episcopato della Spagna, qui presenti nella loro totalità, e anche a nome dei sacerdoti, seminaristi e fedeli”, per esprimergli “la più sincera gratitudine per aver accolto la supplica nostra e di molti altri vescovi e fedeli in tutto il mondo”. (Sir)


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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MADRID (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011)

SANTA MESSA CON I SEMINARISTI, NELLA CATTEDRALE DELL’ALMUDENA DI MADRID

Alle ore 10 di questa mattina, nella Cattedrale di Santa María La Real de la Almudena di Madrid, il Santo Padre Benedetto XVI celebra la Santa Messa con i seminaristi che, provenienti da ogni parte del mondo, partecipano alla GMG.
All’inizio della Celebrazione Eucaristica il Papa riceve il saluto dell’Arcivescovo di Madrid, Card. Antonio María Rouco Varela, e di un seminarista.
Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che il Santo Padre pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Signor Cardinale Arcivescovo di Madrid,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
Cari Sacerdoti e Religiosi,
Rettori e Formatori,
Cari Seminaristi,
Amici tutti,

mi rallegra profondamente celebrare la Santa Messa con voi tutti, che aspirate ad essere sacerdoti di Cristo per il servizio alla Chiesa e agli uomini, e vi sono grato per le amabili parole di saluto con le quali mi avete accolto.
Questa Santa Chiesa cattedrale di Santa María La Real de la Almudena è oggi come un immenso cenacolo dove il Signore celebra con ardente desiderio la propria Pasqua con coloro che un giorno desiderano presiedere in suo nome i misteri della salvezza.

Nel vedervi, mi rendo conto ancora una volta come Cristo continua a chiamare giovani discepoli per farli suoi apostoli, così che permane viva la missione della Chiesa e l’offerta del Vangelo al mondo. Come seminaristi, siete in cammino verso una meta santa: essere coloro che prolungano la missione che Cristo ricevette dal Padre. Chiamati da Lui, avete seguito la sua voce ed attratti dal suo sguardo di amore proseguite sulla vita del sacro ministero.

Posate i vostri occhi su di Lui, che, mediante la sua incarnazione, è il supremo rivelatore di Dio al mondo e attraverso la sua risurrezione è colui che fedelmente compie la sua promessa.
Rendetegli grazie per tale gesto di predilezione che ha con ciascuno di voi.

La prima lettura che abbiamo ascoltato ci indica Cristo come il nuovo e definitivo sacerdote, che ha fatto della propria esistenza un’offerta totale. L’antifona del Salmo si può applicare pienamente a Lui, quando, all’entrare nel mondo, rivolgendosi al Padre suo ha detto: «Sono qui per fare la tua volontà» (cfr Sal 39,8-9).

Cercava in tutto di essere a Lui gradito: nella parola e nell’azione, percorrendo le strade o accogliendo i peccatori. La sua vita fu un servizio e la sua dedizione un’intercessione perenne, ponendosi a nome di tutti di fronte al Padre come Primogenito di molti fratelli. L’autore della Lettera agli Ebrei afferma che con tale offerta perfezionò per sempre quanti eravamo chiamati a condividere la sua figliolanza (cfr 10,14).

L’Eucaristia, della cui istituzione ci parla il Vangelo appena proclamato (cfr Lc 22,14-20), è l’espressione reale di tale dono incondizionato di Gesù per tutti, anche per coloro che lo tradivano. Offerta del suo corpo e del suo sangue per la vita degli uomini e per il perdono dei loro peccati.
Il sangue, segno di vita, ci fu dato da Dio come alleanza affinché potessimo porre la forza della sua vita là dove regna la morte a causa del nostro peccato, e così distruggerlo. Il corpo spezzato e il sangue versato di Cristo, cioè la sua libertà offerta, si sono convertiti attraverso i segni eucaristici nella nuova fonte della libertà redenta degli uomini.

In Lui abbiamo la promessa di una redenzione definitiva e la speranza certa dei beni futuri. Attraverso Cristo sappiamo che non siamo dei viandanti verso l’abisso, verso il silenzio del nulla o della morte, ma siamo dei pellegrini verso una terra promessa, verso di Lui, che è la nostra meta e anche la nostra origine.

Cari amici, preparatevi ad essere apostoli con Cristo e come Cristo, per essere compagni di viaggio e servitori degli uomini. Come vivere questi anni di preparazione? Anzitutto devono essere anni di silenzio interiore, di orazione costante, di studio assiduo e di prudente inserimento nell’azione e nelle strutture pastorali della Chiesa.

La Chiesa è comunità e istituzione, famiglia e missione, creata da Cristo mediante lo Spirito Santo e, allo stesso tempo, risultato di quanti la costituiamo con la nostra santità e con i nostri peccati. Così ha voluto Dio, che non disdegna di fare di poveri e peccatori suoi amici e strumenti di redenzione del genere umano.

La santità della Chiesa è prima di tutto la santità oggettiva della persona stessa di Cristo, del suo Vangelo e dei suoi Sacramenti, la santità di quella forza dall’alto che l’anima e la sospinge. Noi dobbiamo esser santi per non creare una contraddizione fra il segno che siamo e la realtà che vogliamo significare.

Meditate bene questo mistero della Chiesa, vivendo gli anni della vostra formazione con gioia profonda, in atteggiamento di docilità, di lucidità e di radicale fedeltà evangelica, come pure in amorevole relazione con il tempo e le persone fra le quali vivete. Nessuno sceglie il contesto, né i destinatari della propria missione.

Ogni epoca ha i suoi problemi, ma Dio offre in ogni tempo la grazia opportuna per farsene carico e superarli con amore e realismo. Per questo, in ogni circostanza in cui si trovi, e per quanto dura essa sia, il sacerdote deve portare frutto in ogni ambito di opere buone, custodendo, a tale scopo, sempre vive nel proprio cuore le parole del giorno dell’ordinazione, quelle con le quali lo si esortava a configurare la propria vita al mistero della croce del Signore.

Configurarsi a Cristo comporta, cari seminaristi, identificarsi sempre di più con Colui che per noi si è fatto servo, sacerdote e vittima. Configurarsi a Lui è, in realtà, il compito per il quale ogni sacerdote deve spendere per tutta la vita. Già sappiamo che tale compito ci sorpassa e non potremo raggiungerlo pienamente, però, come dice san Paolo, corriamo verso la meta sperando di raggiungerla (cfr Fil 3,12-14).

Tuttavia, Cristo, Sommo Sacerdote, è anche il Buon Pastore che custodisce le proprie pecore sino a dar la vita per esse (cfr Gv 10,11). Per imitare anche in ciò il Signore, il vostro cuore deve andare maturando in seminario, rimanendo totalmente a disposizione del Maestro.

Tale disponibilità, che è dono dello Spirito Santo, è quella che ispira la decisione di vivere nel celibato per il Regno dei cieli, il distacco dai beni terreni, l’austerità della vita e l’obbedienza sincera senza dissimulazione.

Chiedete quindi a Lui che vi conceda di imitarlo nella sua carità fino all’estremo verso tutti, senza escludere i lontani e i peccatori, così che, con il vostro aiuto, si convertano e ritornino sulla retta via. Chiedetegli che vi insegni a stare molto vicini agli infermi e ai poveri, con semplicità e generosità.

Affrontate questa sfida senza complessi, né mediocrità, anzi come un modo significativo di realizzare la vita umana nella gratuità e nel servizio, quali testimoni di Dio fatto uomo, messaggeri dell’altissima dignità della persona umana e, di conseguenza, suoi incondizionati difensori. Sostenuti dal suo amore, non lasciatevi intimorire da un ambiente nel quale si pretende di escludere Dio e nel quale il potere, il possedere o il piacere sono spesso i principali criteri sui quali si regge l’esistenza.

Può darsi che vi disprezzino, come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano. Sarà allora che una vita profondamente radicata in Cristo si rivelerà realmente come una novità, attraendo con forza coloro che veramente cercano Dio, la verità e la giustizia.

Incoraggiati dai vostri formatori, aprite la vostra anima alla luce del Signore per vedere se questo cammino, che richiede audacia e autenticità, è il vostro, avanzando fino al sacerdozio solo se sarete fermamente persuasi che Dio vi chiama ad essere suoi ministri e fermamente decisi ad esercitarlo obbedendo alle disposizioni della Chiesa.

Con tale fiducia, imparate da Colui che definì se stesso come mite e umile di cuore, abbandonando per questo ogni desiderio umano, in modo che non cerchiate voi stessi, ma con il vostro comportamento siate di edificazione per i vostri fratelli, come ha fatto il santo patrono del clero secolare spagnolo, san Giovanni d’Avila. Animati dal suo esempio, guardate soprattutto
la Vergine Maria, Madre dei Sacerdoti.

Ella saprà forgiare la vostra anima secondo il modello di Cristo, suo divin Figlio, e vi insegnerà sempre a custodire i beni che Egli acquistò sul Calvario per la salvezza del mondo. Amen.

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


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GMG 2011-MEDIA: I TITOLI DEI GIORNALI SPAGNOLI

(Madrid, dai nostri inviati)

Il papa a Madrid è “la” notizia per tutti i quotidiani spagnoli che mettono il pontefice in copertina, ma gli accenti sono ben diversi.
Mentre “Abc” e “La Razón” puntano sulla via crucis di ieri sera, titolando rispettivamente “Passione per il papa” e “Storica Passione”, facendo riferimento all’utilizzo dei carri della tradizione spagnola della settimana santa, “El país” e “La gazeta” hanno un taglio più politico. Il primo mostra Benedetto XVI in papamobile in mezzo a alla folla dei giovani, ma nel titolo basso riferisce che dal governo è arrivata al Vaticano la richiesta perché la Chiesa basca diffonda un messaggio pastorale di riconciliazione e per trasformare Valle de los Caidos, monumento voluto da Franco, “da simbolo del nazional-cattolicesimo in un luogo di riconciliazione nazionale”, senza discutere “sul suo uso come basilica né della presenza dei benedettini”. Il secondo quotidiano nota invece che “il papa evita le critiche al governo di fronte ad uno Zapatero in difficoltà”, facendo riferimento all’incontro privato di ieri nella Nunziatura, ma nell’occhiello ricorda anche “l’eccezionale lezione magistrale del pontefice ai professori universitari” e il suo monito contro “gli abusi della scienza senza limiti”.
“Público” è l’unico giornale che mette in prima pagina la foto degli scontri tra la polizia e i manifestanti del movimento 15-M, protagonisti della protesta contro la Gmg, che ha coinvolto anche i pellegrini e titola “Il governo è costretto ad aprire un’inchiesta sugli abusi della polizia”.
“El mundo”, invece, riporta in prima pagina le foto del sedicenne Pablo García, malato fin da piccolo, che ha scritto un messaggio al papa in cui diceva di non capire “perché Dio permette la sofferenza degli innocenti”. Il giovane ha potuto incontrare ieri per un attimo, all’Escorial, Benedetto XVI, che gli ha promesso di rispondergli. Il titolo basso del quotidiano è ancora una volta dedicato a Valle de Los Caidos, e alla richiesta fatta dal governo al Vaticano perché cessi di essere “un simbolo del nazional-cattolicesimo e del franchismo”. “La Gaceta” riporta in prima anche un commento piuttosto duro sulle proteste di questi giorni, dal titolo “Non sono laici, sono barbari”, mentre “La Gazeta” nelle pagine interne torna sull’incontro con i professori universitari, titolando “Sono necessari autentici maestri”.

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Padre Lombardi: Gmg splendida, piena soddisfazione del Papa

Per un primo bilancio della Giornata mondiale della gioventù ascoltiamo le impressioni di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, al microfono di Debora Donnini:

R. – Le mie impressioni sono che questa Giornata mondiale della gioventù sta andando splendidamente e il Papa ne è del tutto soddisfatto. Naturalmente, è rimasto molto colpito dalla Via Crucis di ieri sera, dalla ricchezza della tradizione religiosa della Spagna, che è stata portata - diciamo - al centro di questo splendido incontro mondiale e che ha molto colpito e aiutato a vivere questo momento della Via della Croce, una delle tappe importanti di ogni cammino della Giornata mondiale della gioventù. Il Papa è stato anche molto contento dell’incontro di ieri, a pranzo, con i giovani: colpito delle loro esperienze, della loro spontaneità. Quindi direi che veramente si nota la soddisfazione di Benedetto XVI e il fatto che questi giorni stanno raggiungendo pienamente le loro finalità.

D. – E’ contento il Papa per il calore, il grande calore, che viene dai giovani?

R. – Certamente, perché manifestano il loro entusiasmo. Questo è un segno di speranza, perché veramente la Giornata mondiale della gioventù vuole aiutare ad avere una speranza per il futuro. E quindi deve essere un messaggio - non solo per i giovani che vi partecipano, ma anche per i giovani di tutto il mondo - sul fatto che si può vivere con gioia, si può vivere con entusiasmo, sentire che la vita ha un senso, coltivare dei grandi ideali: tutto questo la gioia dei giovani lo manifesta. Questi ideali sono fondati su Cristo, se vogliono avere un grande fondamento; ma se sono effettivamente fondati su Cristo possono guardare lontano, essere solidi anche in tempi difficili. Tutto questo si sta realizzando e speriamo che sia veramente un messaggio positivo per tutti i giovani del mondo.

D. – Suggestivo vedere tanti giovani che si confessano nei Jardines del Buen Retiro; seggestivo, in particolare, vedere questa mattina il Papa confessare 4 ragazzi: può raccontarci qualche particolare?

R. – Il Papa ha fatto quello che fanno tutti i confessori che vanno in questo luogo: si è messo in uno dei 200 confessionali che sono stati preparati e 4 giovani si sono avvicinati a lui per questo sacramento. Con questo il Papa ha dato un buon esempio e aiutato a riflettere sull’importanza di approfittare di questa grande offerta di misericordia di Dio. Sappiamo che in questi giorni ci sono 200 confessionali al Parco del Buen Retiro che, in certe ore, sono veramente molto, molto frequentati, con centinaia anzi migliaia di sacerdoti che si danno i turni per confessare. E poi, molte confessioni avvengono anche in altri luoghi della città, nelle Chiese, nei luoghi dove si tengono le catechesi... E’ veramente una “Festa del Perdono“, come è stata definita, ed è bene che anche la Chiesa in generale si ricordi, non lasci passare nel dimenticatoio questo dono straordinario della Grazia di Dio, che è il Sacramento della Confessione, offerto a tutti.

D. – Questa mattina nella Messa il Papa ha invitato i seminaristi a non avere paura del disprezzo che a volte possono incontrare, ma a radicare la loro vita in Cristo. E ha anche detto che prossimamente dichiarerà dottore della Chiesa San Juan de Ávila. Un incontro importante dunque?

R. – Naturalmente il momento con i seminaristi è un momento particolarmente significativo per il Papa che ha celebrato l'Anno sacerdotale poco tempo fa e ha scritto una lettera per i sacerdoti. Quindi ha dato dei punti di riferimento per i giovani che si preparano al sacerdozio. Il Papa ha insistito molto nella sua omelia sulla serietà, sull’importanza di questa formazione solida nella preghiera, nello studio, nell’approfondimento, nel discernimento anche sulla solidità della propria vocazione. Alla fine questo annuncio di Chiesa San Juan de Ávila come prossimo dottore della Chiesa: San Juan de Ávila è il protettore del clero spagnolo. Una grande figura proprio del secolo d’oro della spiritualità spagnola, del 1500: quindi tutti i vescovi, il clero della Spagna e i giovani della Spagna si sono sentiti molto onorati di questa decisione del Santo Padre. E’ una figura che impareremo a conoscere anche di più a livello di Chiesa universale. (ma)

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Papa a Madrid incontra delegazione norvegese per ricordare Utoya

Il pontefice in Spagna per la Gmg ai seminaristi: andate avanti anche se vi disprezzeranno. Benedetto XVI ha visto anche Rajoy

Roma, 20 ago. (TMNews)

C'è una un'ampia delegazione di giovani norvegesi alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid e questa sera, durante la veglia di preghiera, il Papa li incontrerà per esprimere loro vicinanza in seguito alla strage nell'isola di Utoya, dove sono stati uccisi una settantina di giovani. Lo ha annunciato il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, durante una conferenza stampa al termine della celebrazione nella Cattedrale di Madrid.
Nel suo terzo giorno nella capitale spagnola, Benedetto XVI ha incontrato oggi 6mila seminaristi. Il pontefice li ha invitati a imitare Gesù nella carità "fino all'estremo verso tutti, senza escludere i lontani e i peccati", e a "stare vicini agli infermi e ai poveri" affrontando "questa sfida senza complessi né mediocrità". "Può darsi che vi disprezzino, come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano", ha aggiunto il Papa.
Benedetto XVI ha visto oggi anche il leader dell'opposizione, il presidente del Partito Popular Mariano Rajoy. In serata il momento centrale dell'incontro del Papa con giovani, la grande veglia di preghiera all'aeroporto Cuatro Vientos, dove sono attesi oltre un milione di giovani che, dopo aver partecipato al momento di preghiera con il Pontefice, trascorreranno tutta la notte in attesa della celebrazione finale di domenica mattina quando il Papa annuncerà il luogo e la data della prossima Gmg, che si terrà a Rio de Janeiro nel 2013.

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GMG 2011-CUATRO VIENTOS: UN FIUME DI GIOVANI IN MARCIA

(Madrid, dai nostri inviati)

Decine di migliaia di pellegrini sono in queste ore in marcia verso Cuatro Vientos, sede degli appuntamenti finali della Gmg di Madrid, la veglia di stasera e la messa di domani. Una fiumana di gente che gli abitanti delle zone di Madrid poste nei pressi dell’aerodromo sta accompagnando con simpatia, salutando dalle finestre e dai balconi, e sopportando con pazienza il disagio arrecato alla mobilità della zona.
Durante il tratto a piedi, di oltre 8 chilometri, i giovani recitano il rosario, sventolano bandiere e cantano.
Una volta giunti all’aerodromo, dopo aver passato la sicurezza, i pellegrini ricevono le razioni di acqua e cibo per due giorni. Il menù prevede, tra le varie cose, insalate, salsicce, sandwich, patate, triturati di frutta, prosciutto, yogurt, cracker, cornetti e anche una bevanda energizzante a base di cacao.
Il kit di ‘sopravvivenza’ è corredato da liquidi igienizzanti per le mani, sacchi per i rifiuti e posate di plastica. Il caldo sarà il nemico principale dei pellegrini che dormiranno anche a Cuatro Vientos. Sulla spianata cominciano a spuntare gazebo, teli e ombrelloni da spiaggia. Non manca la fantasia: una giovane italiana si è costruito un ombrello usando la tela con il logo della Gmg fornita dalla Pastorale giovanile della Cei all’interno del kit degli italiani. Alcuni settori risultano già pieni o in via di riempimento.

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