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Viaggio apostolico in Portogallo

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:39
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15/05/2010 00:48
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Il Papa chiede al Portogallo di testimoniare appassionatamente il Vangelo
Per un “autentico rinnovamento” della società, afferma congedandosi dal Paese

di Roberta Sciamplicotti


PORTO, venerdì, 14 maggio 2010 (ZENIT.org).- Congedandosi questo venerdì pomeriggio dal Portogallo al termine della sua visita pastorale nel Paese, iniziata questo martedì, Benedetto XVI ha chiesto una testimonianza appassionata del Vangelo per rinnovare la società.

Con il discorso che ha pronunciato all'aeroporto Francisco Sá Carneiro di Porto, il Pontefice ha concluso il 15° viaggio internazionale del suo pontificato, il 9° in Europa, sul tema “Con te camminiamo nella speranza – Saggezza e missione”.

Al suo arrivo in papamobile sulla pista, è stato accolto dal Presidente della Repubblica Portoghese, Aníbal Cavaco Silva, accompagnato dalla moglie. Dopo che una banda militare ha eseguito l'inno vaticano e quello portoghese, Benedetto XVI ha preso la parola confessando di sperare che la sua visita “divenga incentivo per un rinnovato ardore spirituale e apostolico”.

“Che il Vangelo venga accolto nella sua integralità e testimoniato con passione da ogni discepolo di Cristo, affinché esso si riveli come lievito di autentico rinnovamento dell’intera società!”, ha auspicato.

Visita di successo

Il Papa ha quindi espresso la sua soddisfazione per “la densità di tanti momenti vissuti in questo pellegrinaggio in Portogallo”.

“Custodita nell’anima porto la cordialità della vostra affettuosa accoglienza, la forma tanto calorosa e spontanea con la quale si sono cementati i vincoli di comunione con i gruppi che ho potuto contattare, l’impegno che ha significato la preparazione e la realizzazione del programma pastorale”, ha spiegato.

“È stata per me una gioia essere testimone della fede e della devozione della comunità ecclesiale portoghese”.

“Ho potuto vedere l’entusiasmo dei bambini e dei giovani, la fedele adesione dei presbiteri, dei diaconi e dei religiosi, la dedizione pastorale dei Vescovi, la voglia di ricercare la verità e la bellezza evidente nel mondo della cultura, la creatività degli operatori della pastorale sociale, il vibrare della fede dei fedeli nelle Diocesi che ho visitato”.

Appello alla concordia

Il Pontefice si è quindi rivolto a “tutti i portoghesi, cattolici o no”, e a quanti vivono in Portogallo pur non essendoci nati, che nelle cerimonie di questi giorni hanno mostrato la propria presenza sventolando la bandiera del Paese d'origine.

“Non cessi di crescere tra voi la concordia, che è essenziale per una salda coesione, via necessaria per affrontare con responsabilità comune le sfide che vi stanno dinnanzi”, ha esortato.

A questo proposito, ha rivelato di aver pregato a Fatima “chiedendo che il futuro porti maggiore fraternità e solidarietà, un maggiore rispetto reciproco e una rinnovata fiducia e confidenza in Dio, nostro Padre che è nei cieli”.

Allo stesso modo, ha auspicato che la “gloriosa Nazione” portoghese continui a manifestare “la grandezza d’animo, il profondo senso di Dio, l’apertura solidale, retta da principi e valori impregnati di umanesimo cristiano”.

Saudade

Nel suo discorso al Papa, il Presidente della Repubblica ha voluto rinnovargli i “sentimenti di profonda riconoscenza del popolo portoghese per i segni di particolare affetto che Sua Santità gli ha voluto testimoniare”.

Le folle “impressionanti” che hanno accolto il Pontefice durante il suo viaggio e “le manifestazioni della profonda devozione e della gioia” che hanno contrassegnato le tappe della visita “rimarranno vive nella memoria di tutti noi”, ha aggiunto.

Cavaco Silva ha sottolineato che la visita pastorale di Benedetto XVI ha permesso di “conoscere meglio la sua persona”, nella quale i portoghesi hanno potuto riscontrare “la bontà umana, il carisma sereno, la profondità di pensiero, la forza d'animo”, “segnali ispiratori in un momento di grandi sfide come quello che viviamo”.

“La sua presenza, la sua parola e il suo esempio hanno portato speranza al cuore grato dei portoghesi”, ha indicato, definendo il Papa come “un pastore che indica un cammino a quanti lo seguono” e “un pellegrino saggio che va incontro a tutti gli uomini di buona volontà”.

“Il Portogallo si congeda da voi rinvigorito dal messaggio di speranza e fiducia che lei ci lascia – ha commentato il Presidente –. Vediamo partire il Santo Padre con un sentimento che nessun'altra lingua ha ancora saputo tradurre in tutta la sua profondità e che riserviamo a chi ci è più caro, la saudade”.

Cavaco Silva ha quindi concluso il suo discorso augurando al Papa buon viaggio e pregandolo di tenere sempre presente nello spirito e nelle preghiere il Portogallo e i suoi abitanti, “come i portoghesi non dimenticheranno la sua presenza in Portogallo”.












Benedetto XVI: il mondo attende Cristo, anche senza saperlo
Lancia a tutta la Chiesa un invito solenne alla missione “ad gentes”

di Inma Álvarez


PORTO, venerdì, 14 maggio 2010 (ZENIT.org).- Senza imporre ma senza smettere di proporre, i cristiani devono rispondere urgentemente alla necessità dell'evangelizzazione, ha affermato Papa Benedetto XVI nell'omelia della Messa celebrata questo venerdì a Porto al termine della sua visita apostolica in Portogallo.

Il Papa ha dedicato il suo discorso a quella che Giovanni Paolo II ha definito la “nuova evangelizzazione” nelle società secolarizzate.

La celebrazione si è svolta nell'Avenida dos Aliados, di fronte al Municipio. Vi hanno partecipato circa 120.000 fedeli, provenienti da tutto il Portogallo ma anche dalla Spagna e da altri Paesi europei.

Il Papa è giunto in papamobile direttamente dall'eliporto militare della Serra do Pilar, accompagnato dal Vescovo di Porto, monsignor Manuel Clemente.

“Il cristiano è, nella Chiesa e con la Chiesa, un missionario di Cristo inviato nel mondo. Questa è la missione improrogabile di ogni comunità ecclesiale”, perché “ogni situazione di indebolimento e di morte sia trasformata, mediante lo Spirito Santo, in occasione di crescita e di vita”, ha detto.

“In effetti, se non sarete voi i suoi testimoni nel vostro ambiente, chi lo sarà al vostro posto?”.

Di fronte alla tentazione dello scoraggiamento, Benedetto XVI ha aggiunto che la “sproporzione tra le forze in campo che oggi ci spaventa, già duemila anni fa stupiva coloro che vedevano e ascoltavano Cristo”.

“C’era soltanto Lui, dalle sponde del Lago di Galilea fino alle piazze di Gerusalemme, solo o quasi solo nei momenti decisivi: Lui in unione con il Padre, Lui nella forza dello Spirito. Eppure è avvenuto che, alla fine, dallo stesso amore che ha creato il mondo, la novità del Regno è spuntata come piccolo seme che germina dalla terra”.

Ad gentes

Il Papa ha affermato che l'umanità ha sperimentato grandi cambiamenti ai quali è necessario dare risposta: “oggi la Chiesa è chiamata ad affrontare nuove sfide ed è pronta a dialogare con culture e religioni diverse, cercando di costruire insieme ad ogni persona di buona volontà la pacifica convivenza dei popoli”.

Questo campo della missione ad gentes (verso i gentili, quelli che non credono) “si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a considerazioni geografiche”, ha indicato.

“Ci attendono non soltanto i popoli non cristiani e le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e soprattutto i cuori che sono i veri destinatari dell’azione missionaria del popolo di Dio”.

“Nulla imponiamo, ma sempre proponiamo”, ha spiegato ai presenti, segnalando che bisogna essere “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. E tutti, alla fine, ce la domandano, anche coloro che sembrano non domandarla”.

Anche senza saperlo, ha proseguito il Papa, “è Gesù colui che tutti attendono”. “Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia”.

Per questo, ha aggiunto, noi cristiani “siamo chiamati a servire l’umanità del nostro tempo, confidando unicamente in Gesù, lasciandoci illuminare dalla sua Parola”.

“Quanto tempo perduto, quanto lavoro rimandato, per inavvertenza su questo punto! Tutto si definisce a partire da Cristo, quanto all’origine e all’efficacia della missione: la missione la riceviamo sempre da Cristo”.

Incontro vocazionale

Al termine della Messa, Papa Benedetto XVI ha benedetto la prima pietra del seminario Redemptoris Mater Santa Teresa del Bambin Gesù di Porto. In questo tipo di seminario, diocesano, missionario e internazionale, si formeranno i giovani del Cammino Neocatecumenale.

Migliaia di giovani di questa realtà ecclesiale si sono recati in pellegrinaggio a Fatima in questi giorni per assistere all'incontro con il Papa. Secondo quanto ha reso noto a ZENIT l'ufficio stampa del Cammino Neocatecumenale in Spagna, sono circa 20.000 ragazzi di tutta Europa.

Prima di tornare nei propri Paesi d'origine, i giovani hanno avuto un incontro vocazionale con gli iniziatori del Cammino, Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi, nel Santuario di Fatima. L'incontro è stato presieduto dal Cardinale José Policarpo, Patriarca di Lisbona.

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