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Viaggio apostolico in Portogallo

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:39
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11/05/2010 18:51
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LISBONA

Il rettore del santuario: Fatima altare del mondo

Luigi Gerninazzi

Si sono messi in cammino da ogni angolo del Portogallo. Da giorni 40 mila pellegrini stanno convergendo a piedi su Fatima, per stringersi attorno a Benedetto XVI il 13 maggio. Succede ad ogni anniversario della prima apparizione della Vergine ai tre pastorelli, ma quest’anno si registra un afflusso di carattere straordinario. Non solo dal Portogallo. «Al momento abbiamo notizia di 163 pellegrinaggi, dall’Europa ma anche dall’America Latina e dall’Estremo Oriente», sono le cifre fornite dall’ufficio stampa del santuario. Più che mai Fatima in questi giorni merita la definizione di «Altare del mondo». Benedetto XVI arriverà qui domani pomeriggio, «pellegrino tra i pellegrini». Alloggerà nella Casa per ritiri «Nossa Senhora do Carmo» che sorge a fianco del santuario. Un alloggio molto semplice, lo stesso che accolse dieci anni fa il suo predecessore Giovanni Paolo II quando, per la terza volta, venne a Fatima per proclamare beati i pastorelli Giacinta e Francesco, morti in tenerà età. Benedetto XVI ne ripercorre le orme. E come primo gesto si recherà a pregare sulle tombe dei tre veggenti, sempre ricoperte di fiori freschi e oggetto di venerazione dei fedeli (nel 2006 è stata traslata nella basilica di Fatima anche il corpo di suor Lucia, deceduta l’anno precedente). «Il Messaggio di Fatima è sempre attuale e la venuta di Benedetto XVI ne è una conferma», ci dice in quest’intervista padre Virgilio Antunes, 48 anni, dal 2008 rettore del santuario.

Benedetto XVI ha detto che la meta principale del suo viaggio in Portogallo è Fatima. Che rapporto esiste tra il Papa e questo santuario mariano?

Prima di tutto dobbiamo ricordare che la figura del Papa occupa un posto di rilievo nel Messaggio di Fatima. In vista della visita pastorale di Benedetto XVI sono andato a rileggermi le «Memorie di Suor Lucia» dove emergono la devozione personale ed il grande affetto dei tre pastorelli nei confronti del Papa. E d’altro canto tutti i Pontefici, a cominciare da Pio XI, si sono sentiti vicini a Fatima. Soprattutto Giovanni Paolo II che, come sappiamo, ha avuto un legame assolutamente unico e speciale con le apparizioni e le profezie della Madonna in questo luogo. Joseph Ratzinger è già stato qui, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha guidato il pellegrinaggio internazionale nell’ottobre del 1996. Dunque conosce bene il nostro santuario. Non solo il contesto ambientale ma anche quello teologico, che ha esposto in modo magistrale nel commento pubblicato nel giugno 2000 al Terzo Segreto di Fatima.

Fatima riserva sempre qualche sorpresa. Lei s’aspetta qualche novità dall’imminente visita di Benedetto XVI?

Se si riferisce a nuove rivelazioni riguardanti il segreto di Fatima penso proprio di no. Tutto è stato detto e spiegato, non esiste assolutamente un quarto segreto che secondo qualcuno sarebbe tenuto ancora nascosto.
Lo hanno affermato le più alte autorità ecclesiastiche e non vedo motivo per dubitarne. Ma quel che dirà Benedetto XVI non sarà affatto scontato. Sono convinto che la sua omelia del 13 maggio, anniversario della prima apparizione, offrirà spunti interessanti per sviluppare una riflessione sull’attualità del Messaggio di Fatima nel nostro tempo.

Fatima ci ha offerto una chiave intepretativa delle drammatiche vicende del secolo scorso con al centro il martirio della Chiesa. Ha qualcosa da dire anche per il secolo XXI?

Certamente. Il Messaggio di Fatima continua ad essere attuale ed universale. Guardiamo cosa sta succedendo nel mondo: le persecuzioni non sono finite, la Chiesa continua a soffrire, le guerre succedono ancora e l’umanità è sempre sottoposta a tante minacce e pericoli. L’invito alla conversione e alla penitenza che la Madonna rivolse ai tre pastorelli più di novant’anni fa è un messaggio che va oltre un determinato arco temporale. Sono sicuro che Fatima sarà una grazia per il XXI secolo così come lo è stato per il secolo scorso.

In Portogallo è ancora molto forte il ricordo di Giovanni Paolo II, circondato di grande affetto ed entusiasmo nel corso dei suoi viaggi a Fatima...

È vero, ma non credo che questa visita del Papa susciterà meno entusiasmo delle precedenti. Al contrario. La storia va avanti e da noi c’è un grande attaccamento alla figura del Pontefice per quel che rappresenta nella Chiesa e nel mondo. Un po’ come diceva Giacinta, che soffriva e pregava per il Santo Padre anche se non ne conosceva il nome. E poi c’è grande attesa per Benedetto XVI a Fatima, un Papa teologo e intellettuale in un luogo di devozione popolare. Sì, sarà molto interessante per la gente, ne sono convinto.

© Copyright Avvenire, 11 maggio 2010


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