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Viaggio apostolico in Malta

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2010 00:13
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19/04/2010 00:47
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Aiutare gli immigrati nonostante le difficoltà, chiede il Papa
Nel suo discorso di congedo da Malta

di Inma Álvarez


LA VALLETTA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Nel suo ultimo discorso prima di concludere il viaggio apostolico a Malta, Papa Benedetto XVI ha chiesto agli abitanti dell'arcipelago di non smettere di soccorrere gli immigrati che arrivano sulle sue coste, malgrado le difficoltà, con l'aiuto della comunità internazionale.

Durante il suo congedo dall'isola, poco prima di imbarcarsi per tornare a Roma, il Pontefice ha affrontato questo argomento delicato per Malta, affermando di conoscere le “difficoltà” del Paese di fronte al costante arrivo di immigrati.

“Tenendo presente la sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, molti migranti arrivano ai lidi di Malta, alcuni per fuggire da situazioni di violenza e di persecuzione, altri alla ricerca di migliori condizioni di vita”, ha riconosciuto il Papa.

Il Pontefice ha detto di essere consapevole delle difficoltà che può causare “l’accoglienza di un gran numero di persone”, “difficoltà che non possono essere risolte da alcun Paese di primo approdo, da solo”.

In questo contesto, ha fatto appello alle “radici cristiane” e alla “lunga e fiera storia di accoglienza degli stranieri” di Malta, chiedendo che il Paese, con l'aiuto dell'estero, possa “venire in soccorso di quanti qui arrivano ed assicurarsi che i loro diritti siano rispettati”.

Il Papa ha anche esortato i maltesi a sentirsi “fieri della vostra vocazione cristiana” e a conservare “con cura la vostra eredità religiosa e culturale”.

“Guardate al futuro con speranza, con profondo rispetto per la creazione di Dio, ossequio per la vita umana, alta stima per il matrimonio e l’integrità della famiglia!”, ha esortato.

Allo stesso modo, ha chiesto “unità, solidarietà e rispetto reciproco”, basi della “vita sociale e politica” di Malta.

Questi valori, “ispirati dalla vostra fede cattolica”, “sono la bussola che vi guiderà alla ricerca di un autentico ed integrale sviluppo”, per cui “il tesoro dell’insegnamento sociale della Chiesa ispirerà e guiderà tali sforzi”.

“Non lasciate mai che la vostra vera identità venga compromessa dall’indifferentismo o dal relativismo”, ha concluso il Papa.

Nel suo saluto a Benedetto XVI, il Presidente della Repubblica, George Abela, lo ha ringraziato per la sua visita nel Paese: “La sua benedizione ha fortificato la nostra fede”, ha affermato.

Il Capo di Stato ha espresso anche profondo apprezzamento per l'incontro del Pontefice con le vittime degli abusi, che “alleggerirà il loro dolore”.







Il Papa: Malta, baluardo nella promozione dei valori cristiani
Giunge nel cuore del Mediterraneo, sulle orme di san Paolo

di Mirko Testa


ROMA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Malta ha un ruolo importante da svolgere nel promuovere i valori cristiani in Europa. E quanto ha detto Benedetto XVI, sabato pomeriggio, nella cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale di Luqa a Malta.

Il 14° viaggio internazionale di Bendetto XVI si inserisce nel 1950° anniversario del naufragio sulle coste di Malta dell'apostolo Paolo, nell'anno 60.

Nel discorso all’aeroporto, il Santo Padre ha parlato del ruolo di Malta in Europa, a cominciare dall’approdo imprevisto di san Paolo nell’isola, nel quale alcuni hanno riconosciuto “l’opera della Divina Provvidenza”.

Nel suo indirizzo di saluto, il Presidente della Repubblica di Malta, George Abela, ha notato come i semi dell'evangelizzazione piantati da san Paolo abbiano gettato “le fondamenta etiche ed intellettuali del nostro Stato”, dando “una nuova identità a Malta: un'identità cristiana che ha sostituito progressivamente la cultura pagana e politeista”.

A Malta vi sono 365 chiese. I cattolici sono 418.000 (il 94,4% della popolazione). Le parrocchie sono 85 e la vita della comunità di fedeli s’integra pienamente nel tessuto cittadino. A testimoniare questa felice simbiosi sono le tante feste patronali che si registrano non solo per ciascuna località ma anche a volte per quartieri.

Gettando uno sguardo all'attualità il Presidente di Malta ha detto che come in tutto il resto d'Europa e del mondo occidentale, anche il suo Paese “sta affrontando un conflitto tra cristianesimo da una parte e laicismo dall'altra”, che ha come “punto di partenza la netta separazione tra Chiesa e Stato”, dove “la religione è concepita come appartenente esclusivamente all'ambito privato”.

Il Presidente Abela ha quindi riconosciuto che sebbene “i membri della Chiesa e persino i suoi ministri possano, alle volte, sfortunatamente smarrirsi”, i valori fondamentali della Chiesa continuano a trascendere il tempo e lo spazio, mentre rimane costante il suo impegno nel “proteggere i bambini e tutte le persone vulnerabili”.

Toccando il tema della famiglia il Presidente ha riconosciuto come anche questa istituzione stia fronteggiando “le sfide poste dai rapidi cambiamenti sociali, per lo pià influenzati dagli stili di vita del mondo occidentale e della crescente secolarizzazione della società maltese”.

Abela ha quindi rinnovato l'impegno della sua nazione nella tutela dell'inviolabilità della persona umana, dal concepimento fino alla fine naturale, e nel rispetto pieno per i diritti umani e per i principi della giustizia sociale.

A questo proposto ha richiamato le questioni legate alla forte immigrazione irregolare. Dal 2002 infatti Malta, a causa della sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, è stata presa d'assalto dagli sbarchi degli immigrati provenienti soprattutto da zone di guerra e povertà come Somalia, Etiopia, Eritrea. E in questi ultimi anni, la cifre sono salite dalle 500 “boat people” dell’inizio alle 2800 dello scorso anno. Attualmente sono oltre 6mila gli immigrati che vivono sull'isola, su 443.000 abitanti.

“Malgrado queste difficoltà – ha però osservato il Presidente maltese –, non dobbiamo mai rifuggire i nostri valori tradizionali di solidarietà e ospitalità verso questi emigranti durante il loro soggiorno a Malta, nel pieno rispetto dei loro diritti e della loro dignità umana”.

Malta, ha riconosciuto il Papa nel suo discorso, ha “giocato un ruolo chiave nello sviluppo politico, religioso e culturale dell’Europa, del Vicino Oriente e del Nord Africa”, contribuendo “moltissimo alla difesa della cristianità sia per terra che per mare”, e al giorno d'oggi “ha molto da offrire in campi diversi, quali la tolleranza, la reciprocità, l’immigrazione ed altre questioni cruciali per il futuro di questo Continente”.

Dopo aver invitato il governo maltese a continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, il Pontefice ha incoraggiato questo Paese ad essere sempre più “ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo” e a “stendere la mano dell’amicizia ai propri vicini a nord e a sud, ad est e ad ovest”.











Il Papa ai giovani: incontrare Gesù, “esperienza travolgente d’amore”
Malta sia orgogliosa della sua difesa di vita e matrimonio, dichiara

di Roberta Sciamplicotti


LA VALLETTA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Incontrare Gesù rappresenta “un’esperienza travolgente d’amore”, ha ricordato Benedetto XVI rivolgendosi questa domenica pomeriggio ai giovani di Malta e Gozo, incontrati al porto di La Valletta.

Il Pontefice è arrivato via mare, accompagnato da una delegazione di giovani, sulla nave “San Paolo”, che ha fatto ingresso nel porto scortata da una flottiglia di piccole imbarcazioni tipiche delle isole maltesi, mentre il Pontefice salutava la folla radunata sulla banchina, che sventolava bandiere bianche e gialle e scandiva il suo nome.

La voce dei giovani

Dopo la lettura del brano evangelico del giovane ricco (Mc 10, 17-22), sono intervenuti sette giovani che hanno chiesto al Papa consigli su come portare avanti la propria vita di fronte a situazioni diverse ma similmente difficili per le sfide poste dalla società.

Il primo giovane ha sottolineato che la Chiesa ha il grande merito di tener unita una grande varietà di persone, e ha chiesto come fare per continuare a soddisfare il desiderio di “cercare e scoprire la verità”.

Il secondo giovane e la terza ragazza hanno espresso un disagio derivante da situazioni molto diverse: quello dei ragazzi emarginati, che vivono situazioni difficili per aver vissuto un passato disordinato o in famiglie disgregate, per il fatto di avere una diversa identità sessuale o di essere immigrati e che si sentono ai margini della Chiesa e trattati come un “problema”, e quello dei giovani impegnati nelle attività religiose, che percepiscono un'esclusione dalla società proprio per questo loro impegno e chiedono consiglio al Papa per poter lasciare un segno nella Chiesa.

Si sono poi rivolti al Pontefice due giovani fidanzati, che hanno chiesto come essere fedeli alla vocazione coniugale in una società in cui la famiglia “sta subendo un cambiamento radicale” e viene messa in difficoltà in molti campi.

Hanno infine parlato al Papa due seminaristi, che hanno ricordato come in questo periodo i sacerdoti siano sotto attacco per lo scandalo degli abusi sessuali compiuti da alcuni di loro, lamentando che l'ammissione delle colpe sembra “non valga niente”.

Sottolineando l'ingiustizia di condannare tutta la comunità sacerdotale per le colpe di pochi, hanno chiesto al Papa come integrarsi in un contesto che “non riserva un posto per noi”.

La forza dell'amore

Nel suo intervento, il Papa ha voluto richiamare ai presenti la vita di San Paolo, del quale quest'anno si festeggia il 1950° anniversario del naufragio nell'arcipelago maltese.

“Un tempo egli era nemico della Chiesa ed ha fatto di tutto per distruggerla – ha osservato –. Mentre era in viaggio verso Damasco, con l’intento di eliminare ogni cristiano che vi avesse trovato, gli apparve il Signore in visione”.

“Tutta la sua vita venne trasformata. Divenne un discepolo fino ad essere un grande apostolo e missionario”.

“Ogni incontro personale con Gesù è un’esperienza travolgente d’amore”, ha dichiarato il Papa. “Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore”.

“Poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza. Quando ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire più perfetti”.

“Non abbiate paura!”

San Giovanni, ha proseguito il Pontefice, dice che l'amore perfetto di Dio scaccia il timore (cfr 1Gv 4,18). “Perciò dico a tutti voi 'Non abbiate paura!'”, ha esclamato.

“Certamente incontrerete opposizione al messaggio del Vangelo”, ha riconosciuto, constatando che “la cultura odierna, come ogni cultura, promuove idee e valori che sono talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da nostro Signore Gesù Cristo”.

“Spesso sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale”.

“Ecco perché dico a voi: non abbiate paura, ma rallegratevi del suo amore per voi; fidatevi di lui, rispondete al suo invito ad essere discepoli, trovate nutrimento e aiuto spirituale nei sacramenti della Chiesa”, ha detto ai giovani.

Difesa della vita

Benedetto XVI ha quindi ricordato che quella di Malta è una società “segnata dalla fede e dai valori cristiani”.

“Dovreste essere orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al divorzio”, ha detto ai ragazzi riuniti al porto di La Valletta.

“Altre Nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano”, ha aggiunto, ammettendo che nel contesto dell'attuale società europea “i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo”.

Accogliere la vocazione

Nell'Anno Sacerdotale, il Vescovo di Roma ha poi chiesto “di essere aperti alla possibilità che il Signore possa chiamare alcuni di voi a darsi totalmente al servizio del suo popolo nel sacerdozio e nella vita consacrata”.

“Riconoscete la profonda gioia che proviene nel dedicare la propria vita all’annuncio del messaggio dell’amore di Dio per tutti, senza eccezione”, ha invitato.

“Questa è la nobile vocazione di amore e di servizio che tutti noi abbiamo ricevuto – ha concluso –. Lasciate che ciò vi spinga a dedicare le vostre vite a seguire Cristo”.







Benedetto XVI: la missione dei sacerdoti è “un servizio alla gioia”
Nel presiedere la Messa a Floriana davanti a 40mila persone

di Mirko Testa


ROMA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- “La missione affidata ai sacerdoti è veramente un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che brama irrompere nel mondo”. E' quanto ha affermato questa domenica mattina Benedetto XVI nel presiedere la Messa nel piazzale dei Granai di Floriana, lo spazio antistante la chiesa arcivescovile dedicata a San Publio, considerato il primo Vescovo di Malta.

E' ai sacerdoti di quest'isola, non risparmiata dagli scandali degli abusi sessuali da parte di membri del clero, che Benedetto XVI ha voluto rivolgere un invito particolare in questo anno dedicato alla celebrazione del “grande dono del sacerdozio”.

A questo proposito, nell'omelia il Papa ha voluto richiamare la figura di san Giorgio Preca, un pioniere nel campo della catechesi e nella promozione del ruolo dei laici nell'apostolato, da lui stesso canonizzato il 3 giugno 2007. “Un prete – ha ricordato – di straordinaria umiltà, bontà, mitezza e generosità, profondamente dedito alla preghiera e con la passione di comunicare le verità del vangelo”.

“Prendetelo come modello ed ispirazione per voi, mentre adempite la missione che avete ricevuto di pascere il gregge del Signore”, li ha esortati.

“Ricordate anche la domanda che il Signore Risorto ha rivolto tre volte a Pietro: 'Mi ami tu?'. Questa è la domanda che egli rivolge a ciascuno di voi. Lo amate? Desiderate servirlo con il dono della vostra intera vita? Desiderate condurre altri a conoscerlo ed amarlo?”.

“Con Pietro abbiate il coraggio di rispondere: 'Sì, Signore, tu sai che io ti amo' e accogliete con cuore grato il magnifico compito che egli vi ha assegnato”, ha detto.

Precedentemente, l’Arcivescovo di Malta e Presidente della Conferenza Episcopale maltese, mons. Paul Cremona, O.P., aveva rivolto un indirizzo di saluto al Santo Padre, ricordando “il rapporto profondo tra il nostro popolo e la Chiesa cattolica a Malta”.

“La Chiesa cattolica – ha aggiunto – ha sempre contribuito molto al benessere della società maltese, ha sempre soddisfatto e soddisfa ancora le diverse esigenze della nostra società: dalle persone con disabilità, agli anziani, alle persone con problemi di tossicodipendenza, attraverso gli istituti per i bambini, per chi richiede asilo e anche alle vittime di violenza domestica, così come è molto presente nel settore educativo”.

Tuttavia, ha osservato, “oggi siamo alla ricerca soprattutto di una nuova evangelizzazione. La società è cambiata ed è una sfida per la Chiesa cattolica esaminare se stessa e i suoi metodi di evangelizzazione”.

“Sappiamo – ha continuato il presule – che alla luce di queste mutate condizioni non ci si può solo aggrappare al modello della Chiesa a cui siamo stati abituati per decenni dobbiamo ritornare alla Chiesa degli Atti degli Apostoli: una Chiesa incentrata attorno all'ascolto e alla condivisione della Parola e dell'Eucaristia”.

E ancora: “una Chiesa che vive un'esperienza personale di Cristo; una Chiesa i cui membri non sono spaventati dalla persecuzione ma continuano a testimoniare nell'amore gli insegnamenti del Signore”.

“Una Chiesa – ha continuato – che è passata dall'umiliazione di aver abbandonato il Signore nel momento della sua crocifissione all'umiltà della predicazione della Parola, basandosi sulla forza dello Spirito Santo piuttosto che sulla forza dei suoi membri”.

“Una Chiesa umile abbastanza – ha detto – da riconoscere gli errori e i peccati dei suoi membri ma abbastanza forte per contare sulla presenza dello Spirito Santo. Una Chiesa che non cerca privilegi ma si impegna con tutte le forze semplicemente a diffondere la buona novella del Signore”.

Al termine del suo discorso, l'Arcivescovo ha consegnato al Santo Padre un dono: una copia d'argento in miniatura della statua del Cristo Re, opera dell'artista Antonio Sciortino, inaugurata in occasione del Congresso eucaristico svoltosi a Malta nel 1913. Da parte sua il Papa ha ricambiato donando due calici, uno per la diocesi di Malta e uno per quella di Gozo.

Sempre nella sua omelia, il Papa ha incoraggiato i fedeli maltesi a non ascoltare le tante voci che “cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa” e di scegliere autonomamente “i valori e le credenze con i quali vivere”.

Richiamando la prima lettura della Messa odierna riguardante il naufragio di Paolo sulla costa di Malta, il Papa ha invitato i presenti a porre la loro fiducia solamente in Dio.

“Si è tentati di pensare che l’odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così”, ha osservato.

“In ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza – ha aggiunto –. Solo lui può proteggerci dal male, solo lui può guidarci tra le tempeste della vita e solo lui può condurci ad un porto sicuro”.

“E' la nostra relazione con il Signore che fornisce la chiave della nostra felicità e della nostra realizzazione umana – ha continuato –. Ed egli ci chiama ad una relazione di amore”, di un amore capace di “plasmare ogni aspetto della nostra predicazione ed insegnamento, della celebrazione dei sacramenti, e della nostra cura per il Popolo di Dio”.







A Malta il Papa incontra alcune vittime di abusi da parte del clero


LA VALLETTA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha ricevuto questa domenica alcune vittime maltesi di abusi sessuali da parte di religiosi.

Lo rivela un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, spiegando che il Santo Padre ha incontrato nella Nunziatura Apostolica di Malta "un piccolo gruppo di persone che hanno subito abusi sessuali da parte di membri del clero".

Il Papa, sottolinea la nota, "è rimasto profondamente toccato dalle loro storie e ha espresso la sua vergogna e il suo dolore per ciò che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto".

"Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa sta facendo, e continuerà a fare, tutto ciò che è in suo potere per indagare sulle dichiarazioni, portare davanti alla giustizia i responsabili degli abusi e implementare misure efficaci volte a salvaguardare i giovani in futuro".

"Nello spirito della sua recente Lettera ai cattolici d'Irlanda, ha pregato che tutte le vittime degli abusi sperimentino guarigione e riconciliazione, potendo andare avanti con rinnovata speranza", conclude il testo.

Il 13 aprile scorso lo stesso Arcivescovo di Malta e Presidente della Conferenza Episcopale maltese, mons. Paul Cremona, aveva incontrato in forma privata un gruppo di vittime di abusi sessuali.


A Malta dal 1999, da quando cioè è stato istituito un Comitato, noto come Response Team, sotto la presidenza di un giudice in pensione, per investigare le accuse di abusi sessuali su minori come anche su adulti, ad opera di membri del clero, religiosi ed operatori pastorali, sono emersi 45 casi risalenti agli anni Settanta.

Di questi 45 casi, 13 devono ancora essere esaminati, mentre il Response Team ne ha rigettati 19 come privi di fondamento ed ha dato il via libera perché venisse istruito il processo contro 13 membri del clero.

In particolare, quattro di questi ultimi casi sono stati segnalati alla Santa Sede: i preti sono stati giudicati colpevoli e condannati. Altri tre preti devono ancora essere ascoltati dal Tribunale istituito dalla Santa Sede, mentre altre quattro inchieste conclusesi recentemente, devono essere riferite alla Santa Sede. Due preti, invece, sono nel frattempo deceduti.












Benedetto XVI si congeda da Malta


LUQA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo le parole pronunciate da Benedetto XVI questa domenica pomeriggio all’aeroporto internazionale di Malta congedandosi dal Paese al termine della sua visita apostolica.

* * *

Signor Presidente,
Eccellenze,
Signore e Signori,

è per me giunto il tempo di dare l’addio a Malta. Ringrazio Dio per l’opportunità datami di incontrare molti di voi e di visitare questa bella isola. Ringrazio il Presidente per le cortesi parole e ringrazio voi tutti, che mi avete offerto un così caloroso e generoso benvenuto. Questo viaggio mi ha offerto l’occasione di un più profondo apprezzamento di come il Vangelo predicato da san Paolo ha plasmato l’identità spirituale del popolo maltese. Nel momento in cui mi congedo da voi, permettetemi di incoraggiarvi ancora una volta a coltivare una profonda coscienza della vostra identità ed accogliere le responsabilità che ne discendono, specialmente promuovendo i valori del Vangelo che vi offrono una chiara visione della dignità umana e della comune origine, nonché destino, del genere umano.

Siate un esempio, sia qui che altrove, di una dinamica vita cristiana. Siate fieri della vostra vocazione cristiana e conservate con cura la vostra eredità religiosa e culturale. Guardate al futuro con speranza, con profondo rispetto per la creazione di Dio, ossequio per la vita umana, alta stima per il matrimonio e l’integrità della famiglia! Kunu wlied denjit ta’ San Pawl! [Siate degni figli e figlie di san Paolo!]

Tenendo presente la sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, molti migranti arrivano ai lidi di Malta, alcuni per fuggire da situazioni di violenza e di persecuzione, altri alla ricerca di migliori condizioni di vita. So delle difficoltà che possono causare l’accoglienza di un gran numero di persone, difficoltà che non possono essere risolte da alcun Paese di primo approdo, da solo. Allo stesso tempo, sono anche fiducioso che, contando sulla forza delle radici cristiane e sulla lunga e fiera storia di accoglienza degli stranieri, Malta cercherà, con il sostegno di altri Stati e delle Organizzazioni internazionali, di venire in soccorso di quanti qui arrivano ed assicurarsi che i loro diritti siano rispettati.

Questi nobili scopi dipendono da un’instancabile dedizione al compito pieno di sfide del dialogo e della cooperazione all’interno della comunità internazionale ed europea, luoghi privilegiati presso i quali Malta rende testimonianza dei valori cristiani che hanno aiutato a forgiarne l’identità. Unità, solidarietà e rispetto reciproco stanno alla base della vostra vita sociale e politica. Ispirati dalla vostra fede cattolica, essi sono la bussola che vi guiderà alla ricerca di un autentico ed integrale sviluppo. Il tesoro dell’insegnamento sociale della Chiesa ispirerà e guiderà tali sforzi. Non lasciate mai che la vostra vera identità venga compromessa dall’indifferentismo o dal relativismo. Possiate essere sempre fedeli all’insegnamento di san Paolo, che vi esorta: "Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi in modo virile, siate forti. Tutto si faccia tra voi nella carità" (1 Cor, 13-14). Grazzi ħafna, il-Bambin iberikkom! [Molte grazie e Dio vi benedica!]

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]









Discorso del Papa durante l'incontro con i giovani di Malta


LA VALLETTA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Riportiamo il testo del discorso che Benedetto XVI ha pronunciato questa domenica pomeriggio al porto di La Valletta durante l'incontro con i giovani di Malta e di Gozo.

* * *

Żgħażagħ Maltin u Għawdxin, jien kuntent ħafna li ninsab maghkom,

[Cari giovani di Malta e Gozo, sono molto felice di essere con voi,]

quale gioia è per me essere con voi oggi nella vostra terra natia. In questo significativo anniversario ringraziamo Dio di aver inviato l’apostolo Paolo in queste isole, che sono state fra le prime a ricevere la Buona Novella di Nostro Signore Gesù Cristo.

Saluto cordialmente l’Arcivescovo Cremona e il Vescovo Grech che ringrazio per le sue gentili parole, e tutti i vescovi, sacerdoti e religiosi che sono qui. In particolare saluto voi, giovani di Malta e Gozo, e vi ringrazio per avermi parlato dei problemi che maggiormente vi interessano. Apprezzo il vostro desiderio di cercare e trovare la verità e di conoscere cosa dovete fare per raggiungere la pienezza della vita.

San Paolo, da giovane, ha avuto un’esperienza che lo ha cambiato per sempre. Come sapete, un tempo egli era nemico della Chiesa ed ha fatto di tutto per distruggerla. Mentre era in viaggio verso Damasco, con l’intento di eliminare ogni cristiano che vi avesse trovato, gli apparve il Signore in visione. Una luce accecante brillò attorno a lui ed egli udì una voce dirgli: " perché mi perseguiti?... Io sono Gesù, che tu perseguiti" (At 9,4-5). Paolo venne completamente sopraffatto da questo incontro con il Signore e tutta la sua vita venne trasformata. Divenne un discepolo fino ad essere un grande apostolo e missionario. Qui a Malta avete un particolare motivo di rendere grazie per le fatiche missionarie di Paolo, che divulgò il Vangelo nel Mediterraneo.

Ogni incontro personale con Gesù è un’esperienza travolgente d’amore. Dapprima, come Paolo stesso ammette, aveva "perseguitato ferocemente la Chiesa di Dio e cercato di distruggerla" (cfr Gal 1,13). Ma l'odio e la rabbia espresse in quelle parole furono completamente spazzate via dalla potenza dell'amore di Cristo. Per il resto della sua vita, Paolo ha avuto l’ardente desiderio di portare l’annuncio di questo amore fino ai confini della terra.

Forse qualcuno di voi mi dirà che San Paolo è stato spesso severo nei suoi scritti. Come posso affermare che egli ha diffuso un messaggio d’amore? La mia risposta è questa. Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore. Poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza. Quando ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire più perfetti. Questo è quanto ha chiesto a San Paolo sulla via di Damasco. Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno. Tuttavia, nel suo grande amore, Dio sfida ciascuno di noi a cambiare e diventare più perfetti.

San Giovanni ci dice che questo amore perfetto scaccia il timore (cfr 1Gv 4,18). E perciò dico a tutti voi "Non abbiate paura!". Quante volte ascoltiamo queste parole nelle Scritture! Sono state indirizzate dall’angelo a Maria nell’Annunciazione, da Gesù a Pietro, quando lo ha chiamato ad essere un discepolo, e dall’angelo a Paolo la vigilia del suo naufragio. A quanti di voi desiderano seguire Cristo, come coppie sposate, genitori, sacerdoti, religiosi e fedeli laici che portano il messaggio del Vangelo al mondo, dico: non abbiate paura! Certamente incontrerete opposizione al messaggio del Vangelo. La cultura odierna, come ogni cultura, promuove idee e valori che sono talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da nostro Signore Gesù Cristo. Spesso sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana. E’ facile, quando si è giovani e impressionabili, essere influenzati dai coetanei ad accettare idee e valori che sappiamo non sono ciò che il Signore davvero vuole da noi. Ecco perché dico a voi: non abbiate paura, ma rallegratevi del suo amore per voi; fidatevi di lui, rispondete al suo invito ad essere discepoli, trovate nutrimento e aiuto spirituale nei sacramenti della Chiesa.

Qui a Malta vivete in una società che è segnata dalla fede e dai valori cristiani. Dovreste essere orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al divorzio. Vi esorto a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana. A Malta e a Gozo le famiglie sanno come valorizzare e prendersi cura dei loro membri anziani ed infermi, ed accolgono i bambini come doni di Dio. Altre nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano. Nel contesto della società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo.

In quest’Anno Sacerdotale, vi chiedo di essere aperti alla possibilità che il Signore possa chiamare alcuni di voi a darsi totalmente al servizio del suo popolo nel sacerdozio e nella vita consacrata. Il vostro Paese ha dato molti eccellenti sacerdoti e religiosi alla chiesa. Siate ispirati dal loro esempio e riconoscete la profonda gioia che proviene nel dedicare la propria vita all’annuncio del messaggio dell’amore di Dio per tutti, senza eccezione.

Ho già parlato della necessità di aver cura dei più giovani, degli anziani e degli infermi. Ma il cristiano è chiamato a portare il salutare messaggio del Vangelo a tutti. Dio ama ogni singola persona di questo mondo, anzi egli ama ogni singola persona di ogni epoca della storia del mondo. Nella morte e risurrezione di Gesù, resa presente ogni volta che celebriamo la Messa, egli offre la vita in abbondanza a tutte queste persone. Come cristiani siamo chiamati a manifestare l’amore di Dio che comprende tutti. Dobbiamo perciò soccorrere il povero, il debole, l’emarginato; dobbiamo avere una cura speciale per coloro che sono in difficoltà, che patiscono la depressione o l'ansia; dobbiamo aver cura del disabile e fare tutto quello che possiamo per promuovere la loro dignità e qualità di vita; dovremmo prestare attenzione ai bisogni degli immigrati e di coloro che cercano asilo nelle nostre terre; dovremmo tendere la mano con amicizia ai credenti e non. Questa è la nobile vocazione di amore e di servizio che tutti noi abbiamo ricevuto. Lasciate che ciò vi spinga a dedicare le vostre vite a seguire Cristo. La tibżgħux tkunu ħbieb intimi ta’ Kristu. [Non abbiate paura di essere amici intimi di Cristo.]

Cari giovani, mentre sto per lasciarvi, desidero che sappiate quanto vi sono vicino e che ricordo voi, i vostri familiari e i vostri amici nelle mie preghiere.

"Selluli għaż-żgħażagħ Maltin u Għawdxin kollha." ["Date i miei saluti a tutti i giovani di Malta e Gozo."]

[© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana]

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