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Viaggio apostolico in Malta

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2010 00:13
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19/04/2010 00:04
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Papa a Malta: la misericordia di dio per guarire ferite del peccato

Salvatore Izzo

(AGI) - La Valletta, 18 apr.

Benedetto XVI ha pronunciato con forza questa mattina la domanda che per tre volte il Signore rivolse a Pietro sulla riva del lago: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu?”.
"Durante la passione del Signore, Pietro - ha spiegato ai 50 mila fedeli presenti - lo ha rinnegato tre volte. Ora, dopo la Resurrezione, Gesù lo invita tre volte a dichiarare il suo amore, offrendo in tal modo salvezza e perdono, e allo stesso tempo affidandogli la sua missione". Secondo il Papa teologo, "il dialogo tra Pietro e Gesù ha sottolineato il bisogno della divina misericordia per guarire le loro ferite spirituali, le ferite del peccato". "In ogni ambito della nostra vita - ha commentato Ratzinger - necessitiamo dell’aiuto della grazia di Dio. Con lui possiamo fare ogni cosa: senza di lui non possiamo fare nulla".
"Sulla base della risposta affermativa di Pietro, Gesù - ha poi ricordato - gli affida un compito, il compito di pascere il suo gregge. Qui vediamo il fondamento di
ogni ministero pastorale nella Chiesa. E’ il nostro amore per il Signore che deve plasmare ogni aspetto della nostra predicazione ed insegnamento, della celebrazione dei sacramenti, e della nostra cura per il Popolo di Dio. E’ il nostro amore per il Signore che ci spinge ad amare quelli che Egli ama, e ad accettare volentieri il compito di comunicare il suo amore a coloro che serviamo".

© Copyright (AGI)

PAPA A MALTA: INCORAGGIO I SACERDOTI A ESSERE FEDELI A IMPEGNI

Salvatore Izzo

(AGI) - La Valletta, 18 apr.

Benedetto XVi ha concluso l'omelia della grande messa celebrata Floriana con 800 sacerdoti di Malta rivolgendo proprio a loro "una particolare parola in questo anno dedicato alla celebrazione del grande dono del sacerdozio". "Vi indico - ha detto - l'esempio di don Giorgio Preca, canonizzato tre anni fa: era un prete di straordinaria umilta', bonta', mitezza e generosita', profondamente dedito alla preghiera e con la passione di comunicare le verita' del Vangelo. Prendetelo come modello ed ispirazione per voi, mentre adempite la missione che avete ricevuto di pascere il gregge del Signore". "Ricordate anche - ha esortato il Pontefice parlando al clero maltese - la domanda che il Signore Risorto ha rivolto tre volte a Pietro: 'Mi ami tu?'. Questa e' la domanda che egli rivolge a ciascuno di voi. Lo amate?
Desiderate servirlo con il dono della vostra intera vita? Desiderate condurre altri a conoscerlo ed amarlo? Con Pietro abbiate il coraggio di rispondere: 'Si', Signore, tu sai che io ti amo' e accogliete con cuore grato il magnifico compito che egli vi ha assegnato. La missione affidata ai sacerdoti e' veramente un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che brama irrompere nel mondo".

© Copyright (AGI)

Papa a malta: la tecnologia moderna non basta a preservarci dai pericoli

Salvatore Izzo

(AGI) - La Valletta, 18 apr.

"Si è tentati di pensare che l’odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa ceelbrata questa mattina nella piazza piu' grande di Malta, quella dei Granai a Floriana. "In ogni momento della nostra vita - ha aggiunto - dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza. Solo lui può proteggerci dal male, solo lui può guidarci tra le tempeste della vita e solo lui può condurci ad un porto sicuro, come ha fatto per Paolo ed i suoi compagni, alla deriva sulle coste di Malta", 1950 anni fa, quando sorpresi da una tempesta mentre navigavano verso Roma, li ha esortati a gettare ogni peso in mare e confidare nell'aiuto di Dio e loro "hanno fatto ciò che Paolo esortava loro di compiere e fu così che 'tutti poterono mettersi in salvo a terra'". "Più di ogni carico che possiamo portare con noi, nel senso delle nostre realizzazioni umane, delle nostre proprietà, della nostra tecnologia - secondo il Papa - è la nostra relazione con il Signore che fornisce la chiave della nostra felicità e della nostra realizzazione umana. Ed egli ci chiama ad una relazione di amore".

© Copyright (AGI)


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