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Viaggio apostolico nella Repubblica Ceca

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2009 19:22
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29/09/2009 16:46
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Aperti alla bellezza della verità per costruire un mondo che rifletta la bellezza divina: così Benedetto XVI nella cerimonia di congedo a Praga



Restare aperti alla bellezza della verità per sperare di costruire un mondo che rifletta qualcosa della bellezza divina: è quanto ha detto ieri pomeriggio il Papa nella cerimonia di congedo all’aeroporto di Praga, a conclusione del viaggio apostolico nella Repubblica Ceca che ha visto il Pontefice fare ritorno in serata alla sua residenza di Castel Gandolfo. A sorpresa, il presidente ceco Vaclav Klaus ha pronunciato il suo discorso in italiano ricevendo i complimenti di Benedetto XVI. Da Praga, il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti:

Il presidente ceco parla in italiano, il Papa inizia il suo discorso in lingua ceca, per poi proseguirlo in inglese. Scambio di cortesie alla cerimonia di congedo. Benedetto XVI per la seconda volta fa gli auguri di buon onomastico al capo di Stato nella ricorrenza di San Venceslao, traduzione italiana di Vaclav. Il Papa esprime la propria gratitudine a quanti hanno collaborato alla buona riuscita del viaggio. Elenca gli eventi principali di questi tre giorni: i momenti di preghiera con i vescovi, i sacerdoti e i fedeli del Paese. Esprime la propria commozione per la Messa a Stará Boleslav, luogo del martirio di San Venceslao, e poi la Messa a Brno, in Moravia, dove i Santi Cirillo e Metodio hanno dato il via alla loro missione evangelizzatrice nelle terre slave:


“The Church in this country has been truly blessed…”
“La Chiesa in questo Paese - ha detto - è stata veramente benedetta con una straordinaria schiera di missionari e di martiri, come anche di Santi contemplativi”, tra i quali il Papa cita Sant’Agnese di Boemia, la cui canonizzazione, venti anni fa, è stata “messaggera della liberazione di questo Paese dall’oppressione atea”.


L’incontro con le altre comunità cristiane - ha aggiunto Benedetto XVI - ha ancora una volta sottolineato “l’importanza del dialogo ecumenico in questa terra che ha assai sofferto per le conseguenze della divisione religiosa al tempo della guerra dei Trent’anni. Molto è già stato fatto per sanare le ferite del passato - ha affermato - e sono stati intrapresi dei passi decisivi sul cammino della riconciliazione e della vera unità in Cristo”. C’è poi l’incontro con la comunità accademica che - ha rilevato il Pontefice - “ha un importante ruolo da svolgere, mediante una ricerca della verità senza compromessi”. Infine, l’incontro con i giovani che il Papa ha incoraggiato “a costruire sulle migliori tradizioni del passato di questa nazione, in particolar modo sulla eredità cristiana”. Quindi, Benedetto XVI ha citato un detto attribuito a Franz Kafka: “Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia mai”:


“If our eyes remain open to the beauty of God’s creation…”
“Se i nostri occhi rimangono aperti alla bellezza della creazione di Dio e le nostre menti alla bellezza della sua verità - ha commentato il Papa - allora possiamo davvero sperare di rimanere giovani e di costruire un mondo che rifletta qualcosa della bellezza divina, in modo da offrire ispirazione alle future generazioni per fare altrettanto”.


“May God bless the Czech Republic! Ať Pražské Jezulátko...“
“Dio benedica la Repubblica Ceca! - così ha salutato il Papa - che, proseguendo in lingua ceca ha affidatto questo Paese al Bambino Gesù di Praga.


Il presidente Klaus ringrazia a sua volta il Papa; parla di visita memorabile, di rafforzamento dei rapporti tra Repubblica Ceca e Santa Sede. Ci ha portato un messaggio convincente - esclama - e noi lo abbiamo capito e lo terremo a mente a lungo:


“Lei ci ha portato - per utilizzare le sue parole - una nuova speranza. La sua grande fede, il suo coraggio nell’esprimere posizioni che non sono sempre politicamente corrette e condivise da tutti, il suo impegno a favore del rispetto delle idee e dei principi fondamentali della nostra civiltà e della cristianità sono qui per dare a tutti noi un esempio e per incoraggiarci”.

Prima della cerimonia di congedo, il Papa aveva incontrato a pranzo i vescovi cechi presso l’arcivescovado di Praga, esprimendo l’incoraggiamento della Chiesa universale alla Chiesa di questa terra. “Grazie per questa festa di fede e di speranza”, ha detto il Pontefice, che ha sottolineato di aver incontrato una Chiesa viva e una Chiesa che prega. I vescovi hanno donato al Papa un Rosario d’oro con i granati, pietre preziose tipiche della Repubblica Ceca. La visita del Papa si chiude nel segno di Maria: è la Madre di Dio che indica a tutti Cristo, unica Speranza, certa e affidabile, dell’umanità.










Il cardinale arcivescovo di Praga, Miloslav Vlk: la visita del Papa ha riportato la Chiesa ceca al centro della vita sociale


Un Papa colpito nel più profondo del cuore dal calore dell’accoglienza ricevuta e una Chiesa locale che esce dall’angolo della vita sociale dove vorrebbe relegarla la secolarizzazione. Sono due dei primi frutti della visita di Benedetto XVI nella Repubblica ceca. A sottolinearli è il cardinale arcivescovo di Praga Miloslav Vlk, al quale Alessandro De Carolis ha chiesto cosa abbia portato nel cuore del Paese questo viaggio apostolico:

R. - Se dovessi dire una parola direi “speranza”, perché prima della venuta del Santo Padre nei media c’era l’immagine del nostro Paese come di un Paese ateo e secolarizzato. Invece, la realtà che si è mostrata e che il Santo Padre ha sperimentato e vissuto è stata un’altra: c’erano tanti fedeli, tanta gente a Brno ed anche a Starà Boleslav, vicino Praga. Lui stesso lo ha menzionato e si è visto che la presenza non era solo una presenza di gente curiosa di vedere una celebrità, ma era soprattutto una presenza nella fede. E questo il Santo Padre lo ha sentito, principalmente a Starà Boleslav, dove c’erano i giovani. La loro gioia ha influito molto e il Santo Padre ha detto poi al pranzo finale con i vescovi che questa era una visita straordinaria.


D. - In questi giorni, Benedetto XVI ha pronunciato parole incisive non solo per la fede ma anche, eminenza, per la vita quotidiana dei suoi connazionali e non solo della loro. Cosa l’ha colpita in particolare di queste parole?


R. - Il Papa ha valutato la nostra tradizione spirituale e mi pare che abbia intravisto in questa storia la figura di San Venceslao come una figura simbolica, sia come nobile sia come martire. In una stessa persona, dunque, si sono collegati l’ambito della società e quello della Chiesa. Questo mi ha colpito molto e il Santo Padre lo ha sperimentato soprattutto a Starà Boleslav, il luogo del martirio di San Venceslao. E poi, il fatto che la festa di San Venceslao sia una festa nazionale mi pare sia molto significativo.


D. - Ha avuto già modo di raccogliere i primi echi di questa visita tra i suoi fedeli?


R. - Sì ed erano veramente positivi. Loro hanno visto il Papa modesto, umile. E’ stato accolto con stima e con grande gioia.


D. - Per la Chiesa di una nazione la visita di un Papa segna sempre uno spartiacque tra un prima e un dopo. Come ricomincia la vita della Chiesa ceca dopo l’incontro con Benedetto XVI?


R. - Prima, la Chiesa era vista come un piccolo gruppo a margine della società e della vita civile. Con la visita del Santo Padre, invece, la società intravede che facciamo parte della Chiesa universale, mondiale e che adesso siamo schierati dietro questa grande autorità morale e spirituale del mondo che è il Santo Padre. Mi pare che questa visita abbia avuto un profondo effetto nella situazione e nella posizione della Chiesa nella nostra società.




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