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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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21/06/2009 15:56
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VISITA PASTORALE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A SAN GIOVANNI ROTONDO (21 GIUGNO 2009) - (I)

Il Santo Padre Benedetto XVI lascia questa mattina il Vaticano per la Visita Pastorale a San Giovanni Rotondo. A causa delle avverse condizioni atmosferiche, lo spostamento non avviene in elicottero, ma in aereo. Dall'aeroporto di Ciampino (Roma) il Papa raggiunge lo scalo militare di Amendola (Foggia), quindi si reca in auto presso il Campo sportivo "Antonio Massa" di San Giovanni Rotondo dove è accolto dalle Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche.

Alle ore 10 il Santo Padre raggiunge in auto il sagrato del Santuario di Santa Maria delle Grazie e qui riceve il saluto di benvenuto da parte del Sindaco di San Giovanni Rotondo, Dr. Gennaro Giuliani e di S.E. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, Arcivescovo eletto di Lecce, Amministratore Apostolico di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

Nel Santuario, il Papa è accolto da Fra Mauro Jöhri, Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini, con il Definitorio Generale; fra Aldo Broccato, Ministro Provinciale; Fra Carlos M. Laborde, Guardiano del Convento; Fra Francesco Dileo, Rettore del Santuario, e dalla Fraternità dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo. Dopo l’Adorazione del Santissimo Sacramento, il Papa sale al primo piano del Convento per una breve visita della cella n. 1, dove è morto Padre Pio da Pietrelcina. Quindi scende nella cripta del Santuario per venerare le spoglie mortali di San Pio. Nella cripta, alla presenza della sola Fraternità dei Frati Minori Cappuccini, il Santo Padre accende due lampade, simbolo delle visite apostoliche di Papa Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI.



CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA SUL SAGRATO DELLA CHIESA DI SAN PIO DA PIETRELCINA

Alle ore 10.45, sul sagrato della chiesa di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, il Santo Padre Benedetto XVI presiede la Concelebrazione eucaristica.

Nel corso della Santa Messa, il Papa tiene la seguente omelia:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Nel cuore del mio pellegrinaggio in questo luogo, dove tutto parla della vita e della santità di Padre Pio da Pietrelcina, ho la gioia di celebrare per voi e con voi l’Eucaristia, mistero che ha costituito il centro di tutta la sua esistenza: l’origine della sua vocazione, la forza della sua testimonianza, la consacrazione del suo sacrificio. Con grande affetto saluto tutti voi, qui convenuti numerosi, e quanti sono con noi collegati mediante la radio e la televisione. Saluto, in primo luogo, l’Arcivescovo Domenico Umberto D’Ambrosio, che, dopo anni di fedele servizio a questa Comunità diocesana, si appresta ad assumere la cura dell’Arcidiocesi di Lecce. Lo ringrazio cordialmente anche perché si è fatto interprete dei vostri sentimenti. Saluto gli altri Vescovi concelebranti. Un saluto speciale rivolgo ai Frati Cappuccini con il Ministro Generale, Fra Mauro Jöhri, il Definitorio Generale, il Ministro Provinciale, il Padre Guardiano del Convento, il Rettore del Santuario e la Fraternità Cappuccina di San Giovanni Rotondo. Saluto inoltre con riconoscenza quanti offrono il loro contributo nel servizio del Santuario e delle opere annesse; saluto le Autorità civili e militari; saluto i sacerdoti, i diaconi, gli altri religiosi e religiose e tutti i fedeli. Un pensiero affettuoso indirizzo a quanti sono nella Casa Sollievo della Sofferenza, alle persone sole e a tutti gli abitanti di questa vostra Città.

Abbiamo appena ascoltato il Vangelo della tempesta sedata, al quale è stato accostato un breve ma incisivo testo del Libro di Giobbe, in cui Dio si rivela come il Signore del mare. Gesù minaccia il vento e ordina al mare di calmarsi, lo interpella come se esso si identificasse con il potere diabolico. In effetti, secondo quanto ci dicono la prima Lettura e il Salmo 106/107, il mare nella Bibbia è considerato un elemento minaccioso, caotico, potenzialmente distruttivo, che solo Dio, il Creatore, può dominare, governare e tacitare.

C’è però un’altra forza - una forza positiva - che muove il mondo, capace di trasformare e rinnovare le creature: la forza dell’"amore del Cristo", "(VB0 J@ũ OD4FJ@ũ (2 Cor 5,14) - come la chiama san Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi - : non quindi essenzialmente una forza cosmica, bensì divina, trascendente. Agisce anche sul cosmo ma, in se stesso, l’amore di Cristo è un potere "altro", e questa sua alterità trascendente, il Signore l’ha manifestata nella sua Pasqua, nella "santità" della "via" da Lui scelta per liberarci dal dominio del male, come era avvenuto per l’esodo dall’Egitto, quando aveva fatto uscire gli Ebrei attraverso le acque del Mar Rosso. "O Dio – esclama il salmista –, santa è la tua via… Sul mare la tua via, / i tuoi sentieri sulle grandi acque" (Sal 77/76,14.20). Nel mistero pasquale, Gesù è passato attraverso l’abisso della morte, poiché Dio ha voluto così rinnovare l’universo: mediante la morte e risurrezione del suo Figlio "morto per tutti", perché tutti possano vivere "per colui che è morto e risorto per loro" (2 Cor 5,16).

Il gesto solenne di calmare il mare in tempesta è chiaramente segno della signoria di Cristo sulle potenze negative e induce a pensare alla sua divinità: "Chi è dunque costui – si domandano stupiti e intimoriti i discepoli –, che anche il vento e il mare gli obbediscono?" (Mc 4,41). La loro non è ancora fede salda, si sta formando; è un misto di paura e di fiducia; l’abbandono confidente di Gesù al Padre è invece totale e puro. Per questo Egli dorme durante la tempesta, completamente sicuro nelle braccia di Dio. Ma verrà il momento in cui anche Gesù proverà paura e angoscia: quando verrà la sua ora, sentirà su di sé tutto il peso dei peccati dell’umanità, come un’onda di piena che sta per rovesciarsi su di Lui. Quella sì, sarà una tempesta terribile, non cosmica, ma spirituale. Sarà l’ultimo, estremo assalto del male contro il Figlio di Dio.

Ma in quell’ora Gesù non dubitò del potere di Dio Padre e della sua vicinanza, anche se dovette sperimentare pienamente la distanza dell’odio dall’amore, della menzogna dalla verità, del peccato dalla grazia. Sperimentò questo dramma in se stesso in maniera lacerante, specialmente nel Getsemani, prima dell’arresto, e poi durante tutta la passione, fino alla morte in croce. In quell’ora, Gesù da una parte fu un tutt’uno con il Padre, pienamente abbandonato a Lui; dall’altra, in quanto solidale con i peccatori, fu come separato e si sentì come abbandonato da Lui.

Alcuni Santi hanno vissuto intensamente e personalmente questa esperienza di Gesù. Padre Pio da Pietrelcina è uno di loro. Un uomo semplice, di origini umili, "afferrato da Cristo" (Fil 3,12) – come scrive di sé l’apostolo Paolo – per farne uno strumento eletto del potere perenne della sua Croce: potere di amore per le anime, di perdono e di riconciliazione, di paternità spirituale, di solidarietà fattiva con i sofferenti. Le stigmate, che lo segnarono nel corpo, lo unirono intimamente al Crocifisso-Risorto. Autentico seguace di san Francesco d’Assisi, fece propria, come il Poverello, l’esperienza dell’apostolo Paolo, così come egli la descrive nelle sue Lettere: "Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20); oppure: "In noi agisce la morte, in voi la vita" (2 Cor 5,12). Questo non significa alienazione, perdita della personalità: Dio non annulla mai l’umano, ma lo trasforma con il suo Spirito e lo orienta al servizio del suo disegno di salvezza. Padre Pio conservò i propri doni naturali, e anche il proprio temperamento, ma offrì ogni cosa a Dio, che ha potuto servirsene liberamente per prolungare l’opera di Cristo: annunciare il Vangelo, rimettere i peccati e guarire i malati nel corpo e nello spirito.

Come è stato per Gesù, la vera lotta, il combattimento radicale Padre Pio ha dovuto sostenerli non contro nemici terreni, bensì contro lo spirito del male (cfr Ef 6,12). Le più grandi "tempeste" che lo minacciavano erano gli assalti del diavolo, dai quali egli si difese con "l’armatura di Dio", con "lo scudo della fede" e "la spada dello Spirito, che è la parola di Dio" (Ef 6,11.16.17). Rimanendo unito a Gesù, egli ha avuto sempre di mira la profondità del dramma umano, e per questo si è offerto e ha offerto le sue tante sofferenze, ed ha saputo spendersi per la cura ed il sollievo dei malati, segno privilegiato della misericordia di Dio, del suo Regno che viene, anzi, che è già nel mondo, della vittoria dell’amore e della vita sul peccato e sulla morte. Guidare le anime e alleviare la sofferenza: così si può riassumere la missione di san Pio da Pietrelcina, come ebbe a dire di lui anche il servo di Dio, il Papa Paolo VI: "Era un uomo di preghiera e di sofferenza" (Ai Padri Capitolari Cappuccini, 20 febbraio 1971).

Cari amici, Frati Minori Cappuccini, membri dei Gruppi di preghiera e fedeli tutti di San Giovanni Rotondo, voi siete gli eredi di Padre Pio e l’eredità che vi ha lasciato è la santità. In una sua lettera scrive: "Sembra che Gesù non abbia altra cura per le mani se non quella di santificare l’anima vostra" (Epist. II, p. 155). Questa era sempre la sua prima preoccupazione, la sua ansia sacerdotale e paterna: che le persone ritornassero a Dio, che potessero sperimentare la sua misericordia e, interiormente rinnovate, riscoprissero la bellezza e la gioia di essere cristiani, di vivere in comunione con Gesù, di appartenere alla sua Chiesa e praticare il Vangelo. Padre Pio attirava sulla via della santità con la sua stessa testimonianza, indicando con l’esempio il "binario" che ad essa conduce: la preghiera e la carità.

Prima di tutto la preghiera. Come tutti i grandi uomini di Dio, Padre Pio era diventato lui stesso preghiera, anima e corpo. Le sue giornate erano un rosario vissuto, cioè una continua meditazione e assimilazione dei misteri di Cristo in unione spirituale con la Vergine Maria. Si spiega così la singolare compresenza in lui di doni soprannaturali e di concretezza umana. E tutto aveva il suo culmine nella celebrazione della santa Messa: lì egli si univa pienamente al Signore morto e risorto. Dalla preghiera, come da fonte sempre viva, sgorgava la carità. L’amore che egli portava nel cuore e trasmetteva agli altri era pieno di tenerezza, sempre attento alle situazioni reali delle persone e delle famiglie. Specialmente verso i malati e i sofferenti nutriva la predilezione del Cuore di Cristo, e proprio da questa ha preso origine e forma il progetto di una grande opera dedicata al "sollievo della sofferenza". Non si può capire né interpretare adeguatamente tale istituzione se la si scinde dalla sua fonte ispiratrice, che è la carità evangelica, animata a sua volta dalla preghiera.

Tutto questo, carissimi, Padre Pio ripropone oggi alla nostra attenzione. I rischi dell’attivismo e della secolarizzazione sono sempre presenti; perciò la mia visita ha anche lo scopo di confermarvi nella fedeltà alla missione ereditata dal vostro amatissimo Padre. Molti di voi, religiosi, religiose e laici, siete talmente presi dalle mille incombenze richieste dal servizio ai pellegrini, oppure ai malati nell’ospedale, da correre il rischio di trascurare la cosa veramente necessaria: ascoltare Cristo per compiere la volontà di Dio. Quando vi accorgete che siete vicini a correre questo rischio, guardate a Padre Pio: al suo esempio, alle sue sofferenze; e invocate la sua intercessione, perché vi ottenga dal Signore la luce e la forza di cui avete bisogno per proseguire la sua stessa missione intrisa di amore per Dio e di carità fraterna. E dal cielo continui egli ad esercitare quella squisita paternità spirituale che lo ha contraddistinto durante l’esistenza terrena; continui ad accompagnare i suoi confratelli, i suoi figli spirituali e l’intera opera che ha iniziato. Insieme a san Francesco, e alla Madonna, che ha tanto amato e fatto amare in questo mondo, vegli su voi tutti e sempre vi protegga. Ed allora, anche nelle tempeste che possono alzarsi improvvise, potrete sperimentare il soffio dello Spirito Santo che è più forte di ogni vento contrario e spinge la barca della Chiesa ed ognuno di noi. Ecco perché dobbiamo vivere sempre nella serenità e coltivare nel cuore la gioia rendendo grazie al Signore. "Il suo amore è per sempre" (Salmo resp.). Amen!







VISITA PASTORALE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A SAN GIOVANNI ROTONDO (21 GIUGNO 2009) - (II)


LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS SUL SAGRATO DELLA CHIESA DI SAN PIO DA PIETRELCINA


Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della chiesa di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, il Papa guida la recita dell’Angelus. Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

al termine di questa solenne Celebrazione, vi invito a recitare con me – come ogni domenica – la preghiera mariana dell’Angelus. Ma qui, nel santuario di san Pio da Pietrelcina, ci sembra di sentire la sua stessa voce, che ci esorta a rivolgerci con cuore di figli alla Vergine Santa: "Amate la Madonna e fatela amare". Così egli ripeteva a tutti, e più delle parole valeva la testimonianza esemplare della sua profonda devozione alla Madre celeste. Battezzato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli di Pietrelcina col nome di Francesco, come il Poverello di Assisi nutrì sempre per la Vergine un amore tenerissimo. La Provvidenza lo condusse poi qui, a San Giovanni Rotondo, presso il Santuario di Santa Maria delle Grazie, dove è rimasto fino alla morte e dove riposano le sue spoglie mortali. Tutta la sua vita e il suo apostolato si sono svolti dunque sotto lo sguardo materno della Madonna e con la potenza della sua intercessione. Anche la Casa Sollievo della Sofferenza egli la considerava opera di Maria, "Salute dei malati". Pertanto, cari amici, sull’esempio di Padre Pio, anch’io oggi voglio affidarvi tutti alla materna protezione della Madre di Dio. In modo particolare la invoco per la comunità dei Frati Cappuccini, per i malati dell’Ospedale e per quanti con amore se ne prendono cura, come pure per i Gruppi di Preghiera che portano avanti in Italia e nel mondo la consegna spirituale del Santo fondatore.

All’intercessione della Madonna e di san Pio da Pietrelcina vorrei affidare in modo speciale l’Anno Sacerdotale, che ho inaugurato venerdì scorso, Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Sia esso un’occasione privilegiata per porre in luce il valore della missione e della santità dei sacerdoti al servizio della Chiesa e dell’umanità del terzo millennio!

Preghiamo quest’oggi anche per la situazione difficile e talora drammatica dei rifugiati. Si è celebrata proprio ieri la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite. Molte sono le persone che cercano rifugio in altri Paesi fuggendo da situazioni di guerra, persecuzione e calamità, e la loro accoglienza pone non poche difficoltà, ma è tuttavia doverosa. Voglia Iddio che, con l’impegno di tutti, si riesca il più possibile a rimuovere le cause di un fenomeno tanto triste.

Con grande affetto saluto tutti i pellegrini qui convenuti. Esprimo la mia riconoscenza alle Autorità civili e a quanti hanno collaborato alla preparazione della mia visita. Grazie di cuore! A tutti ripeto: camminate sulla via che Padre Pio vi ha indicato, la via della santità secondo il Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo. Su questa via vi precederà sempre la Vergine Maria, e con mano materna vi guiderà alla patria celeste.


DOPO L’ANGELUS

Z San Giovanni Rotondo, z Sanktuarium świętego Ojca Pio z Pietrelciny, pozdrawiam serdecznie Polaków, a szczególnie uczestników uroczystości milenijnych ku czci świętego Brunona z Kwerfurtu, męczennika, którzy dzisiaj, w Giżycku, dziękują Bogu za dar wiary przyniesiony przez tego wielkiego Misjonarza. Niech jego starania o dobre relacje między narodami owocują duchem ich zgody i bliskości oraz gorliwością serc w głoszeniu Ewangelii. Z serca wszystkim błogosławię.

[Da San Giovanni Rotondo, presso il Santuario di San Pio da Pietrelcina, saluto cordialmente i Polacchi, particolarmente i partecipanti al millenario del martirio di san Bruno di Querfurt che oggi, a Giżycko, ringraziano Dio per il dono della fede portata da questo grande Missionario. Che il suo sforzo in favore dei buoni rapporti tra le nazioni fruttifichi nella loro concordia e nello zelo per l’annuncio del Vangelo. Tutti vi benedico di cuore.]


Conclusa la Celebrazione eucaristica, il Papa raggiunge la Casa Sollievo della Sofferenza dove pranza e compie una sosta di riposo.




Benedetto XVI davanti ai 50 mila di San Giovanni Rotondo: San Pio da Pietrelcina maestro nel combattere il male e guidare le anime


“Guidare le anime e alleviare le sofferenze: così si può riassumere la missione di San Pio da Pietrelcina”. Lo ha ricordato stamani Benedetto XVI nella celebrazione eucaristica che ha presieduto, davanti a una folla gioiosa e commossa di circa 50 mila persone, sul Sagrato della Chiesa di San Pio da Pietrelcina. Quella di oggi è stata la prima visita pastorale di Benedetto XVI a San Giovanni Rotondo, a sette anni dalla canonizzazione del Frate di Pietrelcina, e la seconda di un Pontefice nella località pugliese, dopo quella nell’87di Giovanni Paolo II. Il servizio della nostra inviata Debora Donnini:
(Canto)
Una folla composta di fedeli ha sfidato la pioggia e dalle prime luci dell’alba è arrivata da tutt’Italia a San Giovanni Rotondo, ma anche dall’Inghilterra, dagli Stati uniti e dall’Irlanda. Le campane suonano a festa e sulle note dell'orchestra sinfonica del Conservatorio di musica “Piccinni” di Bari, i fedeli accolgono con gioia e commozione palpabile, sventolando le bandierine del Vaticano, il Papa che viene a confermali nella fede e a rendere omaggio a Padre Pio, Santo dal 2002, la cui grandezza è testimoniata anche dai sette milioni di pellegrini che ogni anno vengono a San Giovanni Rotondo da tutto il mondo. Un Santo, dunque, non solo della gente semplice - come a volte si sente dire - ma in realtà, sia in vita sia dopo la morte, un Santo che ha aiutato la conversione di tanta gente anche meno semplice.

Giunto in aereo anziché in elicottero a causa delle difficili condizioni meteorologiche, la prima tappa di Benedetto XVI è la cella numero 1, dove Padre Pio alloggiò per un periodo e morì. I frati lo accolgono nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, anziani e giovani gli sussurrano parole all’orecchio. Poi, il Papa scende nella cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie e prega in ginocchio davanti al corpo di Padre Pio, posto in una teca di cristallo. Si inginocchia e commosso bacia il reliquario dove vi sono i frammenti del cuore del religioso. Un cuore trafitto: Padre Pio ricevette il dono della trasverberazione; il suo cuore, racconta lui stesso, ha battuto con il cuore di Cristo, lo ha amato infinitamente. Quindi, il Papa accende due lampade votive in ricordo della visita di Giovanni Paolo II, nell’87, e della sua, questa, la prima a San Giovanni Rotondo.

(Canto)

La Messa inizia e il Papa sorride, è visibilmente felice. Benedetto XVI utilizza un calice e una pisside più volte usati da Padre Pio. L’omelia ripercorre il Vangelo di questa domenica: la tempesta sul lago di Tiberiade sedata da Gesù, segno della sua signoria divina e trascendente sulle forze del cosmo. I Discepoli hanno avuto paura, non così Gesù. Ma verrà il momento in cui anche lui proverà angoscia, senza però dubitare del potere e della vicinanza del Padre: Cristo ha vissuto il dramma di sentirsi da una parte “tutt’uno con il Padre, pienamente abbandonato a Lui” e dall’altra, “in quanto solidale con i peccatori, fu come separato e si sentì come abbandonato da Lui”. Nella Passione ha dovuto sperimentare pienamente “la distanza dall’odio dall’amore”. Alcuni Santi hanno vissuto questa esperienza, ricorda il Papa. “Padre Pio è uno di loro”.

Un uomo semplice, di umili origini, afferrato da Cristo per essere “strumento eletto del potere perenne della sua Croce”. “Le stigmate, afferma il Papa, che lo segnarono nel corpo lo unirono intimamente al Crocifisso”. Ma questo, sottolinea Benedetto XVI, non significa perdita della personalità, Dio non annulla mai l’umano ma lo trasforma e lo orienta al suo disegno di salvezza. Padre Pio, ricorda il Pontefice, ha conservato il proprio temperamento e i suoi doni naturali, offerti a Dio, che se ne è servito per prolungare l’opera di Cristo in tre modi fondamentali: l’annuncio del Vangelo, il perdono dei peccati e la guarigione dei malati nel corpo e nello spirito. E come è noto, tante sono state le battaglie che Padre Pio ha sostenuto nella sua vita:
"Come è stato per Gesù, la vera lotta, il combattimento radicale Padre Pio ha dovuto sostenerli non contro nemici terreni, bensì contro lo spirito del male. Le più grandi “tempeste” che lo minacciavano erano gli assalti del diavolo, dai quali egli si difese con 'l’armatura di Dio', con 'lo scudo della fede' e 'la spada dello Spirito', che è la parola di Dio”.

Padre Pio ha infatti profondamente compreso il dramma dell’uomo:

"Rimanendo unito a Gesù, egli ha avuto sempre di mira la profondità del dramma umano, e per questo si è offerto e ha offerto le sue tante sofferenze, ed ha saputo spendersi per la cura ed il sollievo dei malati, segno privilegiato della misericordia di Dio, del suo Regno che viene, anzi, che è già nel mondo, della vittoria dell’amore e della vita sul peccato e sulla morte. Guidare le anime e alleviare la sofferenza: così si può riassumere la missione di san Pio da Pietrelcina, come ebbe a dire a lui anche il Servo di Dio, il Papa Paolo VI: 'Era un uomo di preghiera e di sofferenza'”.

Il Papa lascia ai Cappuccini, ai fedeli di Padre Pio, a tutto San Giovanni Rotondo, l’eredità del Frate di Pietrelcina: la santità. Il binario per arrivarvi, la preghiera e la carità. Dalla preghiera e unione di Padre Pio a Cristo morto e risorto, specialmente nella Messa, spiega il Pontefice, scaturisce la compresenza in lui di “doni soprannaturali” e di “concretezza umana”, e la carità stessa.

“L’amore che egli portava nel cuore e trasmetteva agli altri era pieno di tenerezza, afferma Bendetto XVI, sempre attento alle situazioni reali delle persone e delle famiglie”. Specialmente verso i malati e sofferenti nutriva la predilezione del cuore di Cristo e da questo ha preso origine Casa Sollievo della Sofferenza. Inaugurata negli anni ‘50 da lui stesso, non si può capire questa istituzione se la si scinde dalla sua forza ispiratrice che è la carità, che a sua volta nasce dalla preghiera:

"Questa era sempre la sua prima preoccupazione, la sua ansia sacerdotale e paterna: che le persone ritornassero a Dio, che potessero sperimentare la sua misericordia e, interiormente rinnovate, riscoprissero la bellezza e la gioia di essere cristiani, di vivere in comunione con Gesù, di appartenere alla sua Chiesa e praticare il Vangelo".

Il Papa mette poi in guardia gli eredi di Padre Pio dai rischi “dell’attivismo” e della “secolarizzazione”. Lo scopo della mia visita, spiega, è anche quello di confermarvi nella fedeltà alla missione di padre Pio:

"Molti di voi, religiosi, religiose e laici, siete talmente presi dalle mille incombenze richieste dal servizio ai pellegrini, oppure ai malati nell’ospedale, da correre il rischio di trascurare la cosa veramente necessaria: ascoltare Cristo per compiere la volontà di Dio. Quando vi accorgete che siete vicini a correre questo rischio, guardate a Padre Pio: al suo esempio, alle sue sofferenze; e invocate la sua intercessione, perché vi ottenga dal Signore la luce e la forza di cui avete bisogno per proseguire la sua stessa missione intrisa di amore per Dio e di carità fraterna".
Così, spiega il Papa, nelle tempeste che possono alzarsi improvvise potrete sperimentare più forte di ogni vento contrario il soffio dello Spirito Santo, che spinge la barca di Pietro e ognuno di noi.

(Canto)

All’Angelus il Papa affida tutti a Maria, la comunità dei Cappuccini, i malati, il personale che li assiste a Casa Sollievo della Sofferenza, i gruppi di preghiera, ma anche all’intercessione di San Pio da Pietrelcina l’Anno Sacerdotale appena iniziato. Il Papa prega anche per i rifugiati, ieri la giornata mondiale dell’Onu a loro dedicata:

"Molte sono le persone che cercano rifugio in altri Paesi fuggendo da situazioni di guerra, persecuzione e calamità, e la loro accoglienza pone non poche difficoltà, ma è tuttavia doverosa".

In precedenza, sul sagrato di Santa Maria delle Grazie, Benedetto XVI aveva ricevuto il saluto dell’arcivescovo di Lecce e amministratore apostolico di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Domenico D’Ambrosio, che ha ricordato come il volto della misericordia del Padre sia stato mostrato qui per 52 anni da un povero frate che pregava. La gioia della comunità per la visita del Papa è stata espressa anche dal sindaco Gennaro Giuliani che ricorda come un umile cella e un minuscolo confessionale abbiano fatto la Storia grazie a Padre Pio. Il sindaco annuncia anche che San Giovanni Rotondo - dopo la città natale di Karol Wojtyla, Wadowice - sarà presto gemellata anche con Marktl am Inn, dove è nato Joseph Ratzinger.




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