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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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28/04/2009 21:03
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PAPA IN ABRUZZO - Con lo stile di un padre

Parole e gesti di incoraggiamento e speranza

Mentre si consuma la tragedia di un popolo provato e allo stremo delle forze, a L'Aquila è arrivato il Papa.
Benedetto XVI è andato lì solo ed unicamente perché ama quella Chiesa e quella gente, così come ama tutta la Chiesa e tutta la gente del mondo. E lo ha dimostrato ricordando che è “venuto di persona per esprimere la cordiale vicinanza”.
“Il Papa – ha affermato mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto – viene a testimoniare il Dio vicino, umile con gli umili, e proprio così conferma la fede della nostra gente. Non di meno, egli annuncia il Dio vindice dei poveri, forte ed esigente con i forti: il primato della carità, che urge più che mai esercitare in questa prova, non esclude il corso della giustizia, anzi lo esige, affinché non si ripetano simili tragedie”.
La cronaca ci ha riferito che il maltempo ha impedito all'elicottero papale di alzarsi in volo, così la visita è iniziata con un'ora di ritardo visto che il trasferimento in Abruzzo è stato effettuato in macchina.
Benedetto XVI ha visitato anzitutto Onna, il piccolo centro alle porte del capoluogo abruzzese, quasi completamente distrutto dal sisma e che ha pagato l'altissimo prezzo di tanti morti.
Ad accoglierlo tra le rovine, l'arcivescovo Giuseppe Molinari, il parroco don Cesare Cardozo e le Istituzioni.
Ha parlato con la gente, il Papa; ha abbracciato i bambini, ha ascoltato commosso il racconto dei sopravvissuti offrendo parole di speranza a chi ha perduto i propri cari, come un padre in mezzo ai suoi figli.
E di fronte alla paura di restare soli, il Pontefice ha chiaramente ribadito la sua volontà di non abbandonarli.
La sua presenza, così, ha voluto essere un segno tangibile del fatto che “il Signore crocifisso e risorto non vi abbandona, non lascia inascoltate le vostre domande circa il futuro, non è sordo al grido preoccupato di tante famiglie che hanno perso tutto”.
Le soste nella basilica semidistrutta di Collemaggio (dove il Santo Padre è entrato per la Porta Santa, ha pregato alcuni istanti dinnanzi all'urna di papa Celestino V e ha deposto sul simulacro del Santo un pallio pontificio) e davanti alla Casa dello studente (dove ha incontrato una delegazione di giovani, visibilmente commossi, assieme al parroco don Luigi Epicoco) sono state un ulteriore segno di speranza per la città, speranza che non può non passare per la Chiesa e l'università: luoghi – il primo, della comunità e, l'altro, dei giovani – che devono essere accoglienti e sicuri.
Quindi l'incontro con la comunità aquilana a Coppito, nella sede della scuola della Guardia di finanza, il baluardo che ha resistito alle scosse assieme alla vicina chiesa di Pettino.
Dopo i saluti del’arcivescovo aquilano, del presidente della Regione Gianni Chiodi e del sindaco Massimo Cialente, Benedetto XVI ha offerto, con parole d'amore, una via di salvezza: la fede che, passando per la verità, si fa solidarietà, carità.
“La solidarietà – ha detto il Papa – sebbene si manifesti particolarmente in momenti di crisi, è come un fuoco nascosto sotto la cenere.
La solidarietà è un sentimento altamente civico e cristiano e misura la maturità di una società. Essa in pratica si manifesta nell’opera di soccorso, ma non è solo una efficiente macchina organizzativa: c’è un’anima, c’è una passione, che deriva proprio dalla grande storia civile e cristiana del nostro popolo, sia che avvenga nelle forme istituzionali, sia nel volontariato. Ed anche a questo, oggi, voglio rendere omaggio”.
Una visita, quella di Benedetto XVI alle zone terremotate d’Abruzzo, carica dunque di tanti significati: dalla speranza di un popolo provato, all'impegno delle istituzioni; dalla responsabilità per una ricostruzione adeguata, alla solidarietà del Paese che esprime in questi frangenti il meglio; dalla vicinanza ai bisogni materiali e spirituali, alla verità quale ricerca e conquista. Il tutto con uno stile semplice e delicato di prossimità, senza clamori, nel perfetto stile di un padre che con amore accompagna il cammino, spesso di sofferenza e di dolore, dei suoi figli.

Rocco D'Orazio
direttore “Il Nuovo Amico del Popolo” (Chieti-Vasto)


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