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Viaggi pastorali in Italia

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2012 20:47
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03/06/2012 09:40
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Dal "Corriere della Sera"...

Martini: gli sono vicino, mi ha ringraziato In Vaticano

in “Corriere della Sera” del 3 giugno 2012

L'incontro tra il Papa e il cardinale Carlo Maria Martini è avvenuto ieri pomeriggio alle 16.45 in una saletta dell'Arcivescovado di Milano. È durato circa sette minuti. Dopo aver salutato il cardinale Angelo Scola — erano circa le 16.30 — Martini ha atteso il Santo Padre, che lo ha raggiunto. Il Vicario di Cristo gli ha detto: «Eminenza, vengo anch'io con il bastone». Il cardinale, che chiede in questo tempo di essere chiamato semplicemente «padre», ha salutato il Papa in piedi, poi si è seduto sulla sedia a rotelle. Erano presenti, oltre i due principali interlocutori, don Damiano Modena (attuale assistente del porporato) e don Paolo Cortesi (già segretario durante il periodo in cui resse la diocesi).
Il Papa e Martini: è un incontro che ci invita a riflettere. Il Santo Padre lo ricevette in Vaticano lo scorso anno, prima della scelta del nuovo arcivescovo di Milano; poi lo ha ricordato appena giunto nel capoluogo lombardo nel discorso dinanzi al Duomo (e la gente lo ha salutato, sentito il nome, a sua volta con grida); quindi si sono rivisti. Non conta il tempo che hanno trascorso insieme, oseremmo anche aggiungere nemmeno quello che si sono detti. Martini aveva i suoi amplificatori per fare udire la flebile voce, il Papa la stanchezza di questi giorni che tutti hanno notato. Di questa
reciproca visita resta lo scambio di sguardi. Tutto quello che si potrebbe descrivere con parole o altro, è ben poca cosa pensando ai loro occhi.
Il cardinale Martini è contento e sereno, ma anche il Papa ha avuto giovamento da tale incontro. Le pupille di entrambi, ci hanno assicurato, erano luminose, luccicanti. Una frase, tra le altre, del
porporato dopo quei minuti con il Santo Padre: «Ho incoraggiato il Papa a sorreggere la croce pesante di questo difficile periodo». Certo, è stata proferita a voce bassa, con la sua elegante cadenza rovinata dall'amplificatore, con uno sforzo notevole. E a tali parole gli abbiamo chiesto di aggiungerne anche qualcuna per noi. Martini è stato essenziale ma al tempo stesso eloquente: «Sono contento di questo incontro. Ho trovato il Papa provato, ma sono veramente felice di averlo visto di persona. Mi ha ringraziato molto per la vicinanza in queste ore non facili. E io continuerò a pregare per lui e per la Chiesa».
Il lettore si immagini il Palazzo Arcivescovile. Martini lo ha abitato e in questi giorni è stato dichiarato, per la presenza del Pontefice, extraterritoriale. L'incontro è avvenuto lontano dall'appartamento del cardinale ed è rimasto molto riservato. Non ci sono foto, né particolari cronache. La discrezione e il rispetto per l'attuale arcivescovo ha guidato tutti i momenti. Martini, d'altra parte, come gesuita ha fatto un voto speciale di obbedienza al Papa e non sono certo le difficoltà di deambulazione o altro a fermarlo quando viene chiamato.
Che dire in margine all'avvenimento? Si potrebbe aggiungere che ci sono dei momenti impossibili da dimenticare. Le cose e gli uomini andranno avanti, gli scenari cambieranno, ma alcune emozioni non saranno cancellate dai giorni, né attutite. Quelle che il cardinale Martini e il Papa si sono scambiate con i loro sguardi e con le poche parole fanno parte di esse. Qualcuno un giorno le ricorderà, nonostante non ci siano stati particolari testimoni, malgrado la mancanza di telecamere, fotografi, cronisti, collegamenti con la Rete e quel che è possibile immaginare. Due uomini, uno dinanzi all'altro. Che si abbracciano con le loro idee e le infinite speranze. E la fede che condividono. In un momento difficile, molto difficile.

Armando Torno


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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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PAPA: AGLI SPOSI CHIESA NON CHIEDE SE INNAMORATI MA SE DECISI


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 2 giu.


Agli sposi "la Chiesa non chiede: sei innamorato? Ma: vuoi sposarti? Sei deciso?". Lo ha ricordato Benedetto XVI rispondendo a una domanda di due fidanzati sul matrimonio. "L'innamoramento - ha spiegato alla giovane coppia del Madagascar - deve diventare vero amore, attraverso una purificazione e la profondita' di discernimento della ragione.
Debbo chiedermi se questa e' la mia vita".
Per il Papa, insomma, "l'innamoramento deve fermentare e crescere, maturare ed e' importante che in questo cammino sia coinvolta anche la parrocchia la comunita', perche' ci sia comunione di vita con altri".
Ai due futuri sposi malgasci il Papa tedesco ha detto ancora: "Grazie per la vostra testimonianza la mia preghiera vi accompagni nel fidanzamento". E ha ricordato che come in Africa in tutto il mondo ci siano stati diversi tipi di matrimonio. "Anche in Europa nell'800 - ha rilevato - c'era un altro tipo di matrimonio, era un contratto tra uomini, si cercava di difendere interessi sperando che poi i due si trovassero bene, ma oggi c'e' un emancipazione individuale, cosi' prima c'e' l'innamoramento poi il fidanzamento e tutti eravamo convinti che fosse il modello giusto e che l'amore garantisce il 'per sempre'".
"Purtroppo pero' - ha concluso il Pontefice - poi non e cosi': l'innamoramento e' un sentimento bello, ma poi il passaggio dal fidanzamento al matrimonio esige diverse esperienze interiori devono entrare in gioco i sentimenti ma anche la volonta'".


© Copyright (AGI)


PAPA: IL SEGRETO PER LE COPPIE E' RINUNCIARE A QUALCOSA



Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 2 giu.


"Ogni giorno si rinunci a qualcosa per essere davvero famiglia, per tutelare questo grande bene che e' la famiglia". Lo ha detto il Papa rispondendo alle domande che gli sono state poste durante la "Festa delle famiglie" che si e' tenuta nell'aeroporto di Bresso, gremito da 500mila persone. "Ogni giorno - ha suggerito Benedetto XVI alle coppie in crisi - bisogna trovare la via della riconciliazione".


© Copyright (AGI)


PAPA: AFFIDA A RNS IL NUOVO CENTRO INTERNAZIONALE PER LA FAMIGLIA =



Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 2 giu.


Benedetto XVI ha affidato al movimento del Rinnovamento nello Spirito il nuovo centro di spiritualita' familiare e di accoglienza per le famiglie pellegrine in Terra Santa sorto a Nazareth. La decisione del Papa e' stata annunciato questa sera nel corso della Festa delle famiglie che si tiene nell'aeroporto di Bresso. Lo stesso Papa Ratzinger, nel suo viaggio in Terra Santa, nel maggio 2009, ha benedetto la prima pietra. E Giovanni Paolo II aveva approvato il progetto nel 1997.
Il Centro rappresenta anche un Laboratorio internazionale di ricerca sul tema della famiglia, mediante la costituzione di un Osservatorio internazionale supportato da Commissioni di studio.
Il nuovo Centro Internazionale offrira' inoltre sostegno materiale alle famiglie in difficolta', in special modo della Terra Santa, attraverso progetti internazionali di fund raising. Il Centro Internazionale per la Famiglia promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, sara' gestito da una Fondazione di diritto Pontificio che fa capo a RnS.


© Copyright (AGI)


Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
03/06/2012 16:23
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALL’ARCIDIOCESI DI MILANO E VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (1°-3 GIUGNO 2012) , 03.06.2012

CELEBRAZIONE EUCARISTICA AL PARCO DI BRESSO PER LA CHIUSURA DEL VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

Alle ore 9.15 di oggi, Domenica della Santissima Trinità, il Santo Padre Benedetto XVI lascia l’Arcivescovado di Milano e si trasferisce in auto al Parco Nord di Milano - Aeroporto di Bresso. Al Suo arrivo è accolto dai Sindaci dei Comuni che compongono il Consorzio: Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo.

Alle ore 10 ha quindi inizio la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre a conclusione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si è svolto nella città ambrosiana a partire da mercoledì 30 maggio, sul tema: La famiglia: il lavoro e la festa.

La Santa Messa è introdotta dal saluto dell’Arcivescovo di Milano, Card. Angelo Scola. Al termine della Celebrazione Eucaristica, è il Card. Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a rivolgere il ringraziamento conclusivo al Santo Padre.

Di seguito pubblichiamo il testo dell’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Venerati Fratelli,
Illustri Autorità,
Cari fratelli e sorelle!


E’ un grande momento di gioia e di comunione quello che viviamo questa mattina, celebrando il Sacrificio eucaristico. Una grande assemblea, riunita con il Successore di Pietro, formata da fedeli provenienti da molte nazioni. Essa offre un’immagine espressiva della Chiesa, una e universale, fondata da Cristo e frutto di quella missione, che, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, Gesù ha affidato ai suoi Apostoli: andare e fare discepoli tutti i popoli, «battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,18-19).
Saluto con affetto e riconoscenza il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, e il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, principali artefici di questo VII Incontro Mondiale delle Famiglie, come pure i loro Collaboratori, i Vescovi Ausiliari di Milano e gli altri Presuli. Sono lieto di salutare tutte le Autorità presenti. E il mio abbraccio caloroso va oggi soprattutto a voi, care famiglie! Grazie della vostra partecipazione!
Nella seconda Lettura, l’apostolo Paolo ci ha ricordato che nel Battesimo abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, il quale ci unisce a Cristo come fratelli e ci relaziona al Padre come figli, così che possiamo gridare: «Abbà! Padre!» (cfr Rm 8,15.17). In quel momento ci è stato donato un germe di vita nuova, divina, da far crescere fino al compimento definitivo nella gloria celeste; siamo diventati membri della Chiesa, la famiglia di Dio, «sacrarium Trinitatis» – la definisce sant’Ambrogio –, «popolo che – come insegna il Concilio Vaticano II – deriva la sua unità dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Cost. Lumen gentium, 4). La solennità liturgica della Santissima Trinità, che oggi celebriamo, ci invita a contemplare questo mistero, ma ci spinge anche all’impegno di vivere la comunione con Dio e tra noi sul modello di quella trinitaria. Siamo chiamati ad accogliere e trasmettere concordi le verità della fede; a vivere l’amore reciproco e verso tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere e concedere il perdono, valorizzando i diversi carismi sotto la guida dei Pastori. In una parola, ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma direi per «irradiazione», con la forza dell’amore vissuto.
Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna. In principio, infatti, «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi» (Gen 1,27-28). Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche, perché i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita. L’amore è ciò che fa della persona umana l’autentica immagine della Trinità, l'immagine di Dio. Cari sposi, nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l’uno dell’altro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare. E’ fecondo poi nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente. E’ fecondo infine per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione. Cari sposi, abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenità e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilità. Ma anche voi figli, sappiate mantenere sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura verso i vostri genitori, e anche le relazioni tra fratelli e sorelle siano opportunità per crescere nell’amore. Il progetto di Dio sulla coppia umana trova la sua pienezza in Gesù Cristo, che ha elevato il matrimonio a Sacramento. Cari sposi, con uno speciale dono dello Spirito Santo, Cristo vi fa partecipare al suo amore sponsale, rendendovi segno del suo amore per la Chiesa: un amore fedele e totale. Se sapete accogliere questo dono, rinnovando ogni giorno, con fede, il vostro «sì», con la forza che viene dalla grazia del Sacramento, anche la vostra famiglia vivrà dell’amore di Dio, sul modello della Santa Famiglia di Nazaret. Care famiglie, chiedete spesso, nella preghiera, l’aiuto della Vergine Maria e di san Giuseppe, perché vi insegnino ad accogliere l’amore di Dio come essi lo hanno accolto. La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell’amore è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare, il cosmo, il mondo. Davanti a voi avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile. Sono tutti elementi che costruiscono la famiglia. Viveteli con coraggio, certi che, nella misura in cui, con il sostegno della grazia divina, vivrete l’amore reciproco e verso tutti, diventerete un Vangelo vivo, una vera Chiesa domestica (cfr Esort. ap. Familiaris consortio, 49). Una parola vorrei dedicarla anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra sofferenze e fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza.
Nel libro della Genesi, Dio affida alla coppia umana la sua creazione, perché la custodisca, la coltivi, la indirizzi secondo il suo progetto (cfr 1,27-28; 2,15). In questa indicazione della Sacra Scrittura possiamo leggere il compito dell’uomo e della donna di collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica. L’uomo e la donna sono immagine di Dio anche in questa opera preziosa, che devono compiere con lo stesso amore del Creatore. Noi vediamo che, nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato. Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie. Anzi, la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale.
Un ultimo elemento. L’uomo, in quanto immagine di Dio, è chiamato anche al riposo e alla festa. Il racconto della creazione si conclude con queste parole: «Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò» (Gen 2,2-3). Per noi cristiani, il giorno di festa è la Domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale. E’ il giorno della Chiesa, assemblea convocata dal Signore attorno alla mensa della Parola e del Sacrificio Eucaristico, come stiamo facendo noi oggi, per nutrirci di Lui, entrare nel suo amore e vivere del suo amore. E’ il giorno dell’uomo e dei suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natura, gioco, sport. E’ il giorno della famiglia, nel quale vivere assieme il senso della festa, dell’incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla Santa Messa. Care famiglie, pur nei ritmi serrati della nostra epoca, non perdete il senso del giorno del Signore! E’ come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio.
Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere. Occorre educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell’amore autentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui e proprio per questo «ci trasforma in un Noi, che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia “tutto in tutti” (1 Cor 15,28)» (Enc. Deus caritas est, 18). Amen.


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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALL’ARCIDIOCESI DI MILANO E VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (1°-3 GIUGNO 2012) , 03.06.2012


LA RECITA DELL’ANGELUS AL PARCO DI BRESSO

Al termine della Celebrazione Eucaristica conclusiva del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, il Santo Padre Benedetto XVI guida la recita dell’Angelus con i fedeli presenti nel Parco di Bresso.
Pubblichiamo di seguito le parole che il Papa rivolge loro prima della preghiera mariana:

PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Non trovo parole per ringraziare per questa Festa di Dio, per questa comunione della Famiglia di Dio che noi siamo. Alla fine di questa celebrazione, un grande grazie a Dio che ci ha donato questa grande esperienza ecclesiale. Da parte mia, rivolgo un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato per questo evento, a partire dal Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - grazie, Eminenza! -, e dal Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano - grazie! Anche per questo bel tempio di Dio che ci ha donato. Ringrazio tutti i responsabili dell’organizzazione e tutti i volontari. E sono lieto di annunciare che il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie avrà luogo nel 2015, a Filadelfia, negli Stati Uniti d’America. Saluto l’Arcivescovo di Filadelfia, Mons. Charles Chaput, e lo ringrazio fin d’ora per la disponibilità offerta.

Je salue affectueusement les familles de langue française et surtout celles qui se sont déplacées à Milan. Je confie toutes les familles à la Sainte Famille de Nazareth afin qu’elles soient des lieux où s’épanouisse la vie, des familles où Dieu trouve toute sa place ! Aujourd’hui, je participe aussi spirituellement à la joie des fidèles de l’Archidiocèse de Besançon qui sont rassemblés pour la célébration de Béatification du Père Marie Jean-Joseph Lataste, prêtre de l’Ordre des Prêcheurs, apôtre de la miséricorde et « apôtre des prisons ». Je suis heureux de vous annoncer que la prochaine Rencontre Mondiale des Familles aura lieu dans la ville de Philadelphie, aux États-Unis d’Amérique, en 2015. Que par l’intercession de la Vierge Marie vous puissiez ouvrir vos cœurs et vos foyers au Christ!

As we conclude this celebration by turning in prayer to the Virgin Mary, I wish to extend my thanks to all who have contributed to the success of this World Meeting of Families, particularly to Cardinal Ennio Antonelli, President of the Pontifical Council for the Family, to Cardinal Angelo Scola, to the Archdiocese and City of Milan, and to the many people from Italy and abroad who have prayed and worked so hard to make this Meeting a time of grace for all. I now have the joy of announcing that the next World Meeting of Families will take place in 2015 in Philadelphia in the United States of America. I send my warm greetings to Archbishop Charles Chaput and to the catholics of that great city, and look forward to meeting them there along with numerous families from all around the world. May God bless you all!

Herzlich grüße ich alle Pilger und Familien aus den Ländern deutscher Sprache. Ich danke euch für eure Teilnahme an diesem Weltfamilientreffen in Mailand. Die Familie ist - wir wissen es - für die Gesellschaft lebenswichtig. Nach Gottes Schöpfungsplan ist sie der bevorzugte Ort, an dem der Mensch heranwachsen und das rechte Menschsein lernen kann. Ihr Beitrag für die ganzheitliche Entwicklung des Menschen ist unerläßlich. Tun wir also alles, um auch heute ein familienfreundliches Klima zu schaffen, und beten wir um gute Familien und ihren Zusammenhalt. Schon heute lade ich euch zum nächsten Weltfamilientreffen in Philadelphia im Jahr 2015 ein. Der Herr segne und behüte die Familien und uns alle.

Saludo con particular afecto a los fieles de lengua española, que con gran entusiasmo participan en este Encuentro Mundial de las Familias, así como a aquellos que se unen espiritualmente al mismo a través de los medios de comunicación. Que la Santísima Trinidad, Padre, Hijo y Espíritu Santo, haga crecer a todos interiormente en la sabiduría del amor y de la entrega, de modo que siguiendo el ejemplo de la Virgen María, modelo perfecto de hija, madre y esposa, los hogares sean cada vez más templos de Dios y verdaderas Iglesias domésticas por la copiosidad de sus virtudes y la belleza de la mutua unión y la constante fidelidad. Con alegría os anuncio que el próximo Encuentro Mundial de las Familias del 2015 tendrá lugar en la ciudad de Filadelfia, en los Estados Unidos de America. Feliz domingo.

Saúdo as famílias dos diversos países de língua portuguesa, aqui presentes ou em comunhão connosco, a todas recordando o olhar da Trindade divina que, desde a aurora da criação, se pousou sobre a obra feita e com ela se alegrou: «Era muito boa!» Queridas famílias, sois o trabalho e a festa de Deus! Reservando o domingo para Deus, fazei festa com Deus e repousai, juntos, na Fonte donde brota a vida para construir o presente e o futuro. As forças divinas são bem mais poderosas que as vossas dificuldades! Não tenhais medo! Sede fortes de Deus! Com alegria, vos anuncio que o próximo Encontro Mundial será em 2015 na cidade americana de Filadélfia.

Pozdrawiam serdecznie polskie rodziny obecne tu w Mediolanie i te, które łączą się z nami przez środki przekazu. Niech podjęte tutaj kwestie: „Rodzina, praca, świętowanie" umocnią was w miłości, wierności i uczciwości małżeńskiej, zachęcą młodych, by pragnęli bardziej „być" aniżeli „mieć", pomogą wszystkim przeżywać niedzielę jako spotkanie z Chrystusem w radości rodzinnego świętowania. Na następne Światowe Spotkanie Rodzin zapraszam was do Filadelfii w Stanach Zjednoczonych – jeśli Bóg pozwoli – za trzy lata. Wasze rodziny zawierzam Maryi, Królowej Rodzin.

[Saluto cordialmente le famiglie polacche presenti qui a Milano e quelle che si uniscono con noi tramite i mezzi di comunicazione. I temi trattati in questi giorni: "Famiglia, lavoro, festa" rafforzino in voi l’amore, la fedeltà e l’onestà coniugale, incoraggino i giovani affinché il loro desiderio sia "essere" piuttosto che "avere", aiutino tutti a vivere la domenica come incontro con Cristo, nella gioia della festa di famiglia. Per il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie vi invito a Filadelfia negli Stati Uniti d’America – se Dio vorrà – tra tre anni. Affido tutte le vostre famiglie a Maria, Regina delle Famiglie.]

Care famiglie milanesi, lombarde, italiane e del mondo intero! Vi saluto tutte con affetto e vi ringrazio per la vostra partecipazione. Vi incoraggio ad essere sempre solidali con le famiglie che vivono maggiori difficoltà, penso alla crisi economica e sociale, penso al recente terremoto in Emilia. La Vergine Maria vi accompagni e vi sostenga sempre! Grazie!

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Papa/ Pontefice a tavola con 7 famiglie in arcivescovado Milano


Alle 17 saluterà organizzatori Incontro mondiale famiglie


Milano 3 giu. (TMNews)


Dopo la messa solenne e l'Angelus a Bresso Papa Benedetto XVI è tornato in auto in arcivescovado dove si è seduto a tavola con sette famiglie: una milanese, una proveniente da ciascuno dei cinque continenti e una originaria di Filadelfia (Usa), città che ospiterà il prossimo Incontro mondiale. Contemporaneamente, alle 13.30, alla mensa dell'Università Cattolica in via Necchi, è stato organizzato il 'Pranzo della solidarietà', espressamente offerto da Benedetto XVI a un centinaio di famiglie (circa 300 persone), scelte fra quelle seguite dai servizi e dei centri di accoglienza di alcune realtà caritative, di diversa nazionalità. Il pranzo sarà gestito dalla Caritas Ambrosiana.
Nel pomeriggio, alle 16.30, in arcivescovado, il Santo Padre saluterà i membri della Fondazione Milano Famiglie 2012 e gli organizzatori della visita. Alle 17 lascerà l'arcivescovado e raggiungerà in auto l'aeroporto di Linate dove, alle 17.30, si congederà dalle autorità civili.


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PAPA: FAMIGLIA E' FONDATA SU MATRIMONIO UOMO-DONNA


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Dio creo' l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creo': maschio e femmina li creo'. Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi". Questa verita' proclamata dalla Genesi e' stata ribadita da Benedetto XVI all'Incontro Mondiale delle Famiglie che ha radunato nella spianata dell'aeroporto di Bresso, al Parco Nord di Milano, circa un milione di persone. Il Papa ha parlato "della famiglia, fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna" ricordando che "in principio Dio ha creato l'essere umano maschio e femmina, con pari dignita', ma anche con proprie e complementari caratteristiche, perche' i due fossero dono l'uno per l'altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunita' di amore e di vita".


© Copyright (AGI)


PAPA: PREVALE CONCEZIONE UTILITARISTICA LAVORO E MERCATO


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato". Lo ha denunciato il Papa. "Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano - ha scandito - che non e' la logica unilaterale dell'utile proprio e del massimo profitto quella che puo' concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una societa' piu' giusta, perche' porta con se' concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell'ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie".
Secondo Benedetto XVI, "anzi, la mentalita' utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidita' del tessuto sociale".
"Nel libro della Genesi - ha detto ancora il Pontefice tornando a rivolgersi direttamente alle famiglie di 150 paesi del mondo presenti all'IMF - Dio affida alla coppia umana la sua creazione, perche' la custodisca, la coltivi, la indirizzi secondo il suo progetto. In questa indicazione possiamo leggere il compito dell'uomo e della donna di collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica. L'uomo e la donna sono immagine di Dio anche in questa opera preziosa, che devono compiere con lo stesso amore del Creatore".


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PAPA: LA DOMENICA E' GIORNO DI DIO, DELL'UOMO E DEI VALORI


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"L'uomo, in quanto immagine di Dio, e' chiamato anche al riposo e alla festa". Bendetto XVI ha voluto ricordarlo a conclusione dell'omelia pronunciata al Parco Nord di Milano in occasione dell'IMF, citando il racconto della creazione che si conclude con l'affermazione "Dio benedisse il settimo giorno e lo consacro'". "Per noi cristiani - ha detto - il giorno di festa e' la Domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale". E' il giorno della Chiesa" dunque ma e' anche "il giorno dell'uomo e dei suoi valori: convivialita', amicizia, solidarieta', cultura, contatto con la natura, gioco, sport".
La Domenica "e' il giorno della Chiesa: assemblea convocata dal Signore attorno alla mensa della Parola e del Sacrificio Eucaristico". E per questo "e' il giorno della famiglia, nel quale vivere assieme il senso della festa, dell'incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla santa messa". "Care famiglie - ha chiesto il Pontefice - pur nei ritmi serrati della nostra epoca, non perdete il senso del giorno del Signore: e' come l'oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell'incontro e dissetare la nostra sete di Dio. Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio". Per Papa Ratzinger, "armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternita', il lavoro e la festa, e' importante per costruire societa' dal volto umano".
"In questo - ha insistito Papa Ratzinger - privilegiate sempre la logica dell'essere rispetto a quella dell'avere: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere. Occorre educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell'amore autentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui".


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Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
03/06/2012 20:53
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Una famiglia di terremotati abbraccia Benedetto XVI: intervista con Giuliano e Cristina Govoni


Sono Maria Cristina e Giuliano Govoni, giunti dalla provincia di Ferrara in rappresentanza dei terremotati dell’Emilia, ad aver salutato il Papa ieri durante la veglia per le famiglie. Sergio Centofanti li ha intervistati:


D. - Maria Cristina, quali le sue impressioni?


R. – La mia riflessione è la felicità di aver potuto condividere una festa con le famiglie, così bella, con il Papa … Per me è stato un momento particolare … è una parola molto grande, ma direi “di Paradiso”: per dire che è stato un momento molto bello. Veramente, c’è stata una condivisione meravigliosa. Ieri sera, tutti i nostri vicini erano attorno ad un televisore piccolo, allestito nel nostro cortile e “tifavano” per noi. Anche persone che non vanno in chiesa, però hanno potuto ascoltare il Santo Padre. Uno dei vicini ha detto: “E’ stata una cosa bellissima, meravigliosa”, per cui anche il messaggio del Papa è passato anche a loro.


D. – Voi, come vivete, oggi?


R. – Abbiamo paura. Stiamo in casa il meno possibile – abbiamo la roulotte – perché le scosse continuano.


D. – Gli emiliani sentono la solidarietà del Paese?


R. – Direi di sì: la solidarietà esiste. Nel momento in cui c’è un grande, forte dolore, secondo me nel cuore e nell’animo delle persone esce questa solidarietà. Questa è la nostra esperienza: e la vediamo, la tocchiamo con mano, la Provvidenza quotidiana, l’aiuto … Per noi, è così.


D. – Giuliano Govoni, una sua riflessione sull’incontro di ieri con il Papa …


R. – Una gioia grandissima! Abbiamo anche ringraziato personalmente il Papa per questo invito che è stato fatto, gli abbiamo detto che eravamo felicissimi di essere lì, che preghiamo per lui, che gli vogliamo bene … Lui è stato molto accogliente, di una semplicità … proprio come in famiglia. Ci ha chiesto come stavamo, gli abbiamo detto anche delle chiese: qui da noi sono tutte non agibili, ormai; molte chiese forse sono anche proprio irrecuperabili. Lui ha detto che ci è vicino, che prega per noi …


D. – Quali sono adesso le vostre speranze?


R. – Le nostre speranze sono che prima di tutto smettano le scosse, perché noi eravamo convinti di essere in una zona non sismica. Con la prima scossa abbiamo detto: “Va bè, sarà stata una cosa eccezionale”, stavamo quasi per tornare alla normalità. La seconda scossa ci ha tolto tutte le nostre convinzioni, le nostre certezze.


D. – Che cosa chiedono gli emiliani all’Italia?


R. – Io credo che la cosa più importante sia riattivare subito il lavoro, mettere in condizione le aziende danneggiate di ripartire. Quindi credo che questa adesso sia la cosa principale: ripartire con il lavoro perché quello è il motore per tutto il resto.


Radio Vaticana


Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
03/06/2012 20:54
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PAPA: CHIESA SIA UNITA E OGNUNO CHIEDA E CONCEDA IL PERDONO

Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.

Benedetto XVI ha chiesto a fedeli, preti, vescovi e cardinali "l'impegno di vivere la comunione con Dio e tra noi sul modello di quella trinitaria". "Siamo chiamati - ha spiegato - ad accogliere e trasmettere concordi le verita' della fede; a vivere l'amore reciproco e verso tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere e concedere il perdono, valorizzando i diversi carismi sotto la guida dei Pastori".
"In una parola - ha affermato il Papa - ci e' affidato il compito di edificare comunita' ecclesiali che siano sempre piu' famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinita' e di evangelizzare non solo con la parola, ma direi - ha concluso - per 'irradiazione', con la forza dell'amore vissuto".

© Copyright (AGI)



PAPA: GESU' HA VOLUTO SACRAMENTO MATRIMONIO,MA FEDELTA' DIFFICILE


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"La vostra vocazione non e' facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell'amore e' una realta' meravigliosa, e' l'unica forza che puo' veramente trasformare il mondo". Benedetto XVI ha riconosciuto con queste parole la difficolta' di mantenere l'impegno della fedelta' assunto al momento del matrimonio che, ha spiegato, Gesu' ha voluto fosse un sacramento. "Il progetto di Dio sulla coppia umana - ha spiegato - trova la sua pienezza in Gesu' Cristo, che ha elevato il matrimonio a sacramento.
"Cari sposi - ha ricordato il Pontefice alle coppie presenti al raduno - con uno speciale dono dello Spirito Santo, Cristo vi fa partecipare al suo amore sponsale, rendendovi segno del suo amore per la Chiesa: un amore fedele e totale". "Davanti a voi avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell'amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell'altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umilta' gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella societa' civile". Secondo Benedetto XVI, sono questi "gli elementi che costruiscono la famiglia". "Viveteli con coraggio certi che, nella misura in cui, con il sostegno della grazia divina, vivrete l'amore reciproco e verso tutti, diventerete - ha concluso - un Vangelo vivo, una vera Chiesa domestica".


© Copyright (AGI)



PAPA: FARE FIGLI COMANDAMENTO DIO, AMORE FECONDO PER SOCIETA'


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


L'amore a immagine di Dio che gli sposi incarnano "e' fecondo nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente". Lo ha detto il Papa alla sterminata paltea dell'IMF, radunata all'aeroporto di Bresso nel Parco Nord di Milano. Il matrimonio cristiano, ha spiegato, "e' fecondo per la societa', perche' il vissuto familiare e' la prima e insostituibile scuola delle virtu' sociali, come il rispetto delle persone, la gratuita', la fiducia, la responsabilita', la solidarieta', la cooperazione".
Secondo il Pontefice, "l'amore e' cio' che fa della persona umana l'autentica immagine di Dio" e cosi' gli sposi, "nel vivere il matrimonio" non si donano "qualche cosa o qualche attivita', ma la vita intera". "E il vostro amore - ha detto alle coppie giunte da 150 paesi - e' fecondo innanzitutto per voi stessi, perche' desiderate e realizzate il bene l'uno dell'altro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare" e lo e' "per la societa', perche' il vissuto familiare e' la prima e insostituibile scuola delle virtu' sociali, come il rispetto delle persone, la gratuita', la fiducia, la responsabilita', la solidarieta', la cooperazione".
"Cari sposi - ha chiesto il Pontefice - abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenita' e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilita'. Ma anche voi figli, sappiate mantenere sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura verso i vostri genitori, e anche le relazioni tra fratelli e sorelle siano opportunita' per crescere nell'amore".


© Copyright (AGI)


PAPA: UN SALUTO SPECIALE ALL'ITALIA PROVATA DA CRISI E TERREMOTO


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Care famiglie milanesi, lombarde,italiane e del mondo intero - ha detto ancora il Papa prima di lasciare il palco dell'aeroporto di Bresso nel Parco Nord - vi saluto tutte con affetto e vi ringrazio per la vostra partecipazione. Vi incoraggio ad essere sempre solidali con le famiglie che vivono maggiori difficolta', penso alla crisi economica e sociale, penso al recente terremoto in Emilia. La Vergine Maria vi accompagni sempre e vi sostenga".


© Copyright (AGI)


PAPA: A FILADELFIA NEL 2015 NUOVO INCONTRO MONDIALE FAMIGLIE


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Sono lieto di annunciare che il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie avra' luogo nel 2015, a Filadelfia, negli Stati Uniti d'America". Con queste parole il Papa ha concluso l'IMF di Milano. "Con Gesu' Eucaristia nei nostri cuori - ha detto rivolto al milione di persone presenti oggi nel Parco Nord, all'aeroporto di Bresso - rendiamo grazie a Dio che ci ha donato questa grande esperienza ecclesiale".
"Da parte mia - ha continuato il Papa - rivolgo un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato per questo evento, a partire dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, e dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Ringrazio tutti i responsabili dell'organizzazione e tutti i volontari. E saluto l'arcivescovo di Filadelfia, monsignor Charles Chaput, e lo ringrazio fin d'ora per la disponibilita' offerta".


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03/06/2012 20:55
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PAPA: NON TROVO PAROLE PER RINGRAZIARE MILANO E TUTTI VOI


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


E' emozionato il Papa alla fine dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, all'aeroporto di Bresso, nel Parco Nord. "Non trovo parole - dice - per ringraziare Milano e tutti voi".


© Copyright (AGI)



PAPA: AI DIVORZIATI RISPOSATI, VOGLIO ESSERVI ACCANTO, SOSTENERVI



Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica". Benedetto XVI ha rivolto queste parole ai divorziati risposati, nell'omelia della messa al Parco Nord di Milano. "Vi incoraggio - ha chiesto loro - a rimanere uniti alle vostre comunita', mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza". In occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, il Papa ha dunque voluto dedicare una sua parola "anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione".


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TERREMOTO: PAPA DEVOLVE 500MILA EURO DELLE OFFERTE DELL'IMF



Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 3 giu.


Benedetto XVI ha deciso di devolvere alle zone del Nord Italia colpite dal terremoto dei giorni scorsi i 500 mila euro raccolti nell'Incontro Mondiale delle Famiglie grazie alle offerte di partecipanti. Lo ha annunciato il presidente del comitato organizzatore dell'Imf, il vescovo ausiliare di Milano, monsignor Erminio De Scalzi. "Grazie anche per questo, Santo Padre", ha detto dal palco, proprio al termine del rito di oggi. Ed e' scoppiato un lunghissimo applauso.


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03/06/2012 20:57
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Un abbraccio forte


Con padre F. Lombardi e il prefetto di Milano un primo bilancio


È toccato al direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, e al prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi tracciare oggi un primo bilancio del Family 2012, che ha radunato centinaia di migliaia di persone prima nelle strutture del MiCo Fieramilanocity in cui sono stati ospitati il Congresso teologico pastorale e la Fiera della Famiglia (30 maggio – 2 giugno), poi presso l’aeroporto di Bresso dove si sono svolte la Festa delle testimonianze (sabato 2 giugno) e la celebrazione della Messa (domenica 3 giugno).
Il prefetto Lombardi ha tracciato “un bilancio senz’altro positivo”, sottolineando che “tutto il programma della visita pastorale del Santo Padre si è svolto senza nessun problema”. Secondo i dati a disposizione della Prefettura, le presenze alla serata di sabato 2 giugno presso l’aeroporto di Bresso sono state fra le 350 mila e le 400 mila, mentre alla celebrazione eucaristica della mattina di domenica 3 ha preso parte circa un milione di persone.
Dal punto di vista della sicurezza, nessun problema: “Nonostante la grande affluenza di persone agli appuntamenti con il Papa, non si sono resi necessari interventi particolari” e anche “l’assistenza sanitaria, per i pochi che ne hanno avuto bisogno, ha funzionato molto bene”. Alla positiva riuscita dell’incontro “ha contribuito anche il rafforzamento della rete dei trasporti, che non ha avuto bisogno di ulteriore potenziamento rispetto a quanto previsto”.
Padre Federico Lombardi si è soffermato in modo particolare sui molti e significativi incontri vissuti da Benedetto XVI citando in particolare “l’incontro con il cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo emerito di Milano, non lungo ma molto affettuoso, all’insegna della solidarietà spirituale tra due grandi personalità della nostra Chiesa e dei nostri tempi”. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha sottolineato la prontezza di spirito del Papa sabato sera, in occasione della Festa delle testimonianze: “Abbiamo notato tutti la sua lucidità, la concisione e la precisione delle risposte alle domande che gli sono state rivolte”, alle quali il Pontefice – cui era stato anticipato il contenuto – ha risposto “a braccio, ma con le idee molto chiare su ciò che voleva dire”.
Fra le parole pronunciate da Benedetto XVI, secondo padre Lombardi “hanno colpito molto quelle sulla responsabilità politica e sulla solidarietà, sulla sensibilità dei datori di lavoro nel cogliere il valore della famiglia, del riposo e della festa, come bene comune per tutti. Molta attenzione è andata alla risposta che riguardava le situazioni matrimoniali di sofferenza, dei divorziati risposati che si trovano in condizioni non regolari per la Chiesa”. Da sottolineare il riferimento a “una sofferenza, vissuta consapevolmente anche nella dolorosa rinuncia ai sacramenti, che non solo non è inutile ma addirittura è stata definita dal Papa un dono per la Chiesa, che deve essere apprezzato comunitariamente”.
Nel presentare la scelta di Filadelfia come sede dell’VIII Incontro mondiale delle famiglie nel 2015, padre Lombardi ha citato un criterio geografico, ricordando che vi sono stati tre incontri in Italia (compreso quello appena concluso), uno in Brasile, uno in Messico, uno in Spagna e uno nelle Filippine: “Adesso la scelta naturale è caduta sull’America del Nord, in cui c’è un altro tipo di situazione culturale e sociale della Chiesa e della famiglia”.
A livello di bilancio generale, il commento del direttore della Sala stampa vaticana è più che positivo: “Mi sembra che meglio di così non si potesse sperare. Il clima di partecipazione delle persone presenti, all’insegna di una serena gioiosità, è stato molto bello e significativo. Sottolineo in particolare i ringraziamenti e gli applausi finali, accompagnati da una standing ovation calorosa e prolungata non ordinaria, insieme alla gratitudine per tutti coloro che hanno collaborato e in particolare la Diocesi di Milano con la sua efficienza orientata a servizio di Chiesa e degli altri”.
La buona riuscita del Family 2012 secondo padre Lombardi si può sintetizzare così: “È bello che il Papa abbia potuto vivere queste giornate a Milano all’interno di un grande evento ecclesiale espressivo della bellezza e dell’importanza del servizio della Chiesa per la società e per l’umanità. Ne è scaturito un messaggio molto positivo, non polemico in alcun modo, valorizzatore di ciò che c’è di bello e di grande nell’esperienza della famiglia e della solidarietà, come un servizio alla società per il bene di tutti”.


a cura di Marco Deriu - Milano


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03/06/2012 21:00
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3/06/2012

Niente anatemi, ma l’incoraggiamento alle famiglie: ecco il vero Ratzinger

Il Papa ha dato il meglio di sè nelle risposte a braccio. Il contributo dei cristiani nella società? Non profeti di sventura, ma testimoni di “vita buona”

ANDREA TORNIELLI
MILANO


Un milione di persone questa mattina si sono strette intorno a Benedetto XVI per la messa che ha concluso il VII Incontro mondiale delle Famiglie, evento che si è celebrato in un momento particolarmente difficile per la Santa Sede e per la «famiglia» pontificia in particolare, a motivo dei vatileaks e dell’inchiesta che ha portato dietro le sbarre l’aiutante di camera del Papa, Paolo Gabriele.


Si è detto e scritto che l’affetto dei fedeli provenienti da 153 Paesi, compostissimi durante la grande liturgia al Parco di Bresso ma altrettanto pieni di calore nei momenti di festa, ha consolato e sostenuto il Papa in questo momento difficile. La realtà che si è vista nella tre giorni milanese della visita è che Benedetto XVI ha incoraggiato e sostenuto non «la famiglia normale», ma le famiglie concrete, in carne e ossa, che da ogni parte del mondo hanno accettato il suo invito. Ha incoraggiato e sostenuto le esperienze positive già in atto.


Un primo dato, che ha sorpreso più di qualcuno, è stata la capacità di Ratzinger di reggere la fatica. In particolare sabato sera, nel corso della Festa delle Famiglie, quando il Papa – che dà il meglio di sé in quanto ad efficacia e capacità comunicativa – ha risposto a braccio alle domande che gli sono state poste. Domande che conosceva in anticipo, certo, ma alle quali ha risposto con concisione e precisione. Paradossalmente proprio all’appuntamento pubblico con meno politici presenti in prima fila, quando il sole era ormai tramontato al Parco di Bresso, il Papa ha detto la cosa più bella sui politici: «Mi sembra che dovrebbe crescere il senso della responsabilità in tutti i partiti, che non promettano cose che non possono realizzare, che non cerchino solo voti per sé, ma siano responsabili per il bene di tutti e che si capisca che politica è sempre anche responsabilità umana, morale davanti a Dio e agli uomini».


Un secondo elemento riguarda il registro che il Papa ha scelto per i messaggi lanciati in questi giorni. Ci si potevano attendere anatemi contro le «minacce» che insidiano la famiglia, eppure, nonostante certi titoli ripetuti su «aborto», «eutanasia» e «coppie di fatto», Benedetto XVI ha parlato per tre giorni di famiglia e di famiglie senza mai pronunciare quelle parole. Ha parlato sempre in positivo, incoraggiando. E ha mostrato qual è e quale dev’essere il contributo dei cristiani nella «società liquida» e plurale: una minoranza creativa di persone che non fanno «i profeti di sventura» (come ha ricordato il cardinale Scola nel primo saluto al Pontefice in piazza Duomo), ma cercano di testimoniare esperienze di «vita buona».


Anche se non presentano alcun cambiamento dottrinale in merito alla partecipazione all’eucaristia, le parole che ieri e questa mattina il Papa ha pronunciato per i separati e i divorziati, mostrando di cogliere e accogliere le loro difficoltà e la loro sofferenza, e chiedendo alle comunità di porre più attenzione al problema, sono state significative. E mostrano una volta di più come il vero Ratzinger, quello che il milione di pellegrini ha incontrato a Bresso, è diverso dal Ratzinger «percepito» attraverso la lente massmediatica.


Non anatemi, condanne o geremiadi. Né quadri a tinte fosche sulla realtà – peraltro oggettivamente difficile – che il mondo e le famiglie stanno vivendo. Benedetto XVI non è «volato alto», piuttosto ha parlato d’Altro, di ciò per cui può valere ancora la pena vivere e costruire una famiglia.


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04/06/2012 16:09
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PAPA: FEDELTA' MATRIMONIALE NON E' FACILE, MA L'AMORE PUO' TRIONFARE


(AGI) - Milano, 3 giu.


(dall'inviato Salvatore Izzo)


"La vostra vocazione non e' facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell'amore e' una realta' meravigliosa, e' l'unica forza che puo' veramente trasformare il mondo". E' questo il messaggio che Benedetto XVI ha affidato alle famiglie di 150 paesi che hanno partecipato all'Incontro Mondiale delle Famiglie, che si e' concluso con una grande concelebrazione (50 cardinali, 300 vescovi e mille sacerdoti) al Parco Nord di Milano, nell'area dell'aeroporto di Bresso. Il Papa ha riconosciuto con queste parole la difficolta' di mantenere l'impegno della fedelta' assunto al momento del matrimonio che, ha spiegato davanti ad una platea sterminata (almeno un milione di fedeli in buona parte arrivati dalle diocesi della Lombardia) non e' un'invenzione umana ma di Dio stesso che "creo' l'uomo a sua immagine, maschio e femmina, li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi". Uomo e donna, dunque, ha ricordato, "hanno pari dignita', ma anche proprie e complementari caratteristiche, perche' siano dono l'uno per l'altro". E' il "progetto di Dio sulla coppia umana" che "trova la sua pienezza" nel matrimonio elevato da Gesu' a sacramento, con la richiesta di "un amore fedele e totale" che diventa "fecondo nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente".
Un ideale al quale non tutti riescono ad aderire. E Joseph Ratzinger non condanna ma apre le braccia verso chi non ce la fa. "Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica", ha assicurato ai divorziati risposati. "Vi incoraggio - ha chiesto loro - a rimanere uniti alle vostre comunita', mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza". Una parola rivolta dunque "anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione, dei quali - per affermare che essi "sono pienamente nella Chiesa" - aveva parlato con grande commozione a braccio anche nella serata di ieri, rispondendo in diretta televisiva alle domande di una coppia di psicolgi esperti nella terapia di coppia.
"Mi hanno colpito la grande attenzione e la considerazione di Benedetto XVI per la sofferenza dei divorzati riaposati, che pure si trovano in condizioni irregolari per la Chiesa", ha confidato ai giornalisti il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nel briefing conclusivo tenuto alla Fiera di Milano.
"Restando nella dottrina classica, il Papa ha pero' sottolineato il valore positivo della loro sofferenza, cioe' della dolorosa rinuncia ai sacramenti e ha detto che non e' inutile: e' un dono per la Chiesa e deve essere vissuto comunitariamente".
"Il Pontefice - ha aggiunto Lombardi - ha voluto ricordare a tutti il concetto della comununione spirituale dalla quale certo i divorziati risposati non sono esclusi. Infatti, non c'e' solo quella sacramentale, il Corpo di Cristo si comunica anche cosi' alla comunita' che e' la Chiesa".
Padre Lombardi ha ricordato che "la riaffermazione ordinata e ricca di questa mattina, un breve trattato molto sentito sui valori della famiglia, va letto insieme alle risposte di ieri che rappresentano un contributo prezioso e originale".
"Il Papa - ha osservato - e' arrivato ieri sera a Bresso in grandissima forma e abbiamo notato tutti la
precisione con la quale ha risposto ai quesiti, toccando vari punti interessanti, come le responsabilita' della politica e quelle dei datori di lavoro sulla famiglia, tutti elementi per il bene comune".
"Il Pontefice - ha aggiunto Lombardi - ha voluto ricordare a tutti il concetto della comunione spirituale dalla quale certo i divorziati risposati non sono esclusi. Infatti, non c'e' solo quella sacramentale, il Corpo di Cristo si comunica anche cosi' alla comunita' che e' la Chiesa".
E certamente per tutti i genitori, quale che sia la loro situazione rispetto alla legge della Chiesa, vale l'esortazione centrale dell'omelia al Parco Nord: "abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenita' e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilita'. Ma anche voi figli, sappiate mantenere sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura verso i vostri genitori, e anche le relazioni tra fratelli e sorelle siano opportunita' per crescere nell'amore".
"Davanti a voi - ha detto Ratzinger - avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell'amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell'altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umilta' gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella societa' civile". Secondo Benedetto XVI, sono questi "gli elementi che costruiscono la famiglia".
"Viveteli con coraggio certi che, nella misura in cui, con il sostegno della grazia divina, vivrete l'amore reciproco e verso tutti, diventerete - ha promesso - un Vangelo vivo, una vera Chiesa domestica".
Prima di lasciare il palco, dominato da una suggestiva cupola in plexiglass che riproduceva le vetrate del Duomo, il Papa ha potuto annunciare che il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie avra' luogo nel 2015, a Filadelfia, negli Stati Uniti d'America. Padre Lombardi ha poi anche chiarito che una visita di Benedetto XVI alle zone del Nord Italia colpite dal sisma "non e' ancora in programma: una visita di questo genere - ha spiegato - non si fa nell'imminenza dell'evento, per non creare ulteriori aggravi di lavoro a chi sta operando nei soccorsi. Bisogna attendere un po'".
Per intanto, il Papa rinfrancato dal bagno di folla di questi giorni se ne e' tornato sereno in Vaticano: "conosce bene - ha ricordato Lombardi ai giornalisti che gli chiedevano nuove reazioni su Vatileaks - la situazione della Chiesa e i problemi e non si spaventa per quanto accade: lui che e' il fondamento, la roccia della nostra fede, non e' minimamente messo in incertezza da difficolta' che si possono incontrare".
E anche i suoi collaboratori ostentano una certa tranquillita': "sono mesi che vediamo pubblicare documenti anonimi e firmati, e' evidente che chi ha recepito questa grande quantita' di testi se li gioca non con l'intenzione di fare tutto in una volta e di lasciarci tranquilli", ha detto Lombardi commentando la pubblicazione su un quotidiano di una lettera ridervata del cardinale Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura Apostolica, al segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, sul tema delle liturgie dei neocatecumenali, accompagnata da un testo anonimo che critica lo stesso Bertone e il segretario del Papa, monsignor Georg Gaeswein. "Personalmente - ha tagliato corto Lombardi - non sono stupito e non sono preoccupato piu' di prima, sappiamo che sono usciti tanti documenti".


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04/06/2012 16:13
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La famiglia Colzani: "A pranzo il Papa ci ha stupito con la sua dolcezza"


"Non è un uomo distante"


GIACOMO GALEAZZI


MILANO


Impegnatevi molto nello studio perché nella vita conta la competenza». Con questo consiglio da ex professore e da «nonno» saggio, Benedetto XVI ha spronato i quattro figli studenti di Alfonso e Francesca Colzani. Il «pranzo indimenticabile» in arcivescovado con il Papa è un affresco di emozioni per il capofamiglia, 53 anni, insegnante di Inverigo (provincia di Como, diocesi di Milano). La sua è una delle sette famiglie che ieri si sono sedute a tavola con il Pontefice.


Com’è Joseph Ratzinger come commensale?


«Molto parco, semplice, attento al dialogo. Abbiamo pranzato sotto il grande loggiato del cortile dei canonici. Come prima cosa il Pontefice ha chiesto il nome di tutti e quattro i miei figli, dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni. Erano un po’ emozionati ma felicissimi. Si è informato sui loro studi. Si vede che viene dall’insegnamento, ha subito fatto sentire a loro agio Zeno, Matteo, Camilla e Lia. Li ha esortati a divenire competenti nelle materie che approfondiscono a scuola e all’università. Era un po’ affaticato da queste giornate così intense ma era sereno e molto partecipe nella discussione. Ci ha incoraggiato con parole molto profonde, tutt’altro che di circostanza o generiche».


Come si è svolto il pranzo?


«All’inizio il Papa ha impartito una benedizione, poi sono state servite poche portate ma di eccellente qualità: antipasto di bresaola, risotto alla milanese, vitel tonné, crostata con fragoline di bosco e un solo tipo di vino. Un menù sobrio, consumato in un clima di grande armonia. C’erano anche i suoi più stretti collaboratori. Per me e la mia famiglia è stato il primo incontro con il Santo Padre. Lo avevamo visto anche venerdì alla Scala, ma non così da vicino. A pranzo ci ha colpito la sua profonda umanità. Certo non è mediterraneo, è tedesco, molto controllato, però ha uno sguardo vivace e riesce spontaneamente ad entrare in sintonia con l’interlocutore».


Quali consigli ha dato?


«Suggerimenti di senso pratico, senza stereotipi né modelli astratti. Conosce la realtà e la sua vita dimostra la validità dell’insegnamento che ci ha trasmesso: “Siate competenti”. Ha chiesto ai ragazzi delle lezioni, degli esami di lettere e medicina, a noi ha domandato delle difficoltà nell’essere genitori. Il suo sguardo riesce a leggerti dentro. Al termine del pranzo il cardinale Scola gli ha dedicato un brindisi con un moscato. Il Papa non ha bevuto ma era visibilmente felice. Alla fine abbiamo pregato insieme per il cibo cibo che il Dio ci ha donato».


Qual è stata la reazione dei suoi figli?


«Oggi i ragazzi hanno altri modelli, però erano emozionati dallo stare accanto ad un monumento vivente, ad un protagonista della storia contemporanea. Non sono cresciuti nel culto della personalità. Hanno colto l’importanza del momento e soprattutto sono stati conquistati dai modi dolci e sensibili di un uomo mite, quasi timido. Sarà questa l’immagine che porteremo dietro nei nostri ricordi. Lo dipingono spesso come persona assorbita dalle sue riflessioni, distante, invece io ho avuto l’impressione di un Pontefice molto attento a quello che succede nella Chiesa e nella quotidianità del mondo».


© Copyright La Stampa, 4 giugno 2012


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4/06/2012

Tre giorni di serenità ma ora tornano i “corvi”


RITORNO IN VATICANO
Oltretevere continua la guerra: “Usciranno altri documenti riservati”

ANDREA TORNIELLI
MILANO

Il giorno dell’abbraccio con un milione di persone che hanno trascorso la notte all’addiaccio o si sono incamminate all’alba dai quartieri più lontani verso il parco di Bresso, per il Papa è anche il giorno della nuova minaccia del «corvo».

Le ultime ore della visita, con la messa conclusiva e il bagno di folla, non consentono all’entourage papale di fermarsi a pensare all’ultimo – ma solo in senso temporale – avvertimento di chi ha gestito la fuga delle carte riservate, che torna a farsi sentire con un ultimatum dalle pagine del quotidiano La Repubblica. Due lettere con intestazione, data e firma del segretario del Pontefice, don Georg Gänswein, ma senza il contenuto, che la talpa preannuncia sarà reso disponibile nel caso Ratzinger non si decida ad allontanare i suoi più stretti collaboratori. Ma nonostante l’evidente salto di qualità nella gestione dei vatileaks, operazione che appare ogni giorno di più governata da una regia raffinata per colpire al cuore gli uomini più vicini al successore di Pietro, le tensioni non arrivano a lambire l’appuntamento finale della trasferta milanese.

La sera di sabato, quando ormai l’oscurità aveva coperto ogni più pallido rossore del tramonto al parco di Bresso, dopo una giornata densa di appuntamenti faticosi, il Papa aveva risposto a braccio alle domande delle famiglie, sapendo essere preciso, conciso e incisivo. Senza un testo preparato, nel dialogo diretto, aveva dato il meglio di sé, la migliore delle risposte a quanti continuano a parlare di sue possibili dimissioni. E ancora ieri mattina, nonostante la fragilità dei suoi 85 anni e il fastidio all’anca che non gli permette di far lunghi percorsi a piedi rivestito dei paramenti pontificali, eccolo affacciarsi sorridente dentro la papamobile tra due ali di folla, mentre percorre in lungo e in largo la grande spianata dell’aeroclub trasformato in una gigantesca cattedrale a cielo aperto. Benedice, saluta e lungo il percorso si fa passare nell’abitacolo dai gendarmi vaticani diversi neonati, per dar loro un bacio.

La visita di tre giorni a Milano, per Benedetto XVI è un successo al di là delle cifre sulle presenze, della buona riuscita organizzativa e persino del clima atmosferico, con cielo coperto senz’afa, che ha ridotto drasticamente malori e svenimenti. È un successo innanzitutto per lo spettacolo dei volti di chi si è sottoposto a piccole o grandi fatiche per venire fin qui a vederlo, rispettando in rigoroso silenzio ogni momento essenziale della messa, per poi esplodere in una standing ovation alla fine di tutto. Volti come quello di Karina, originaria di Lima, da vent’anni in Italia, agente di commercio. Sventola una grande bandiera del Perù: «Tutto questo è emozionante, si percepisce un amore grande, si sente che tutto questo viene da Gesù. Si vede quanto bene vogliamo al Papa. Il messaggio che parte da qui è positivo e bello…».

All’incontro delle famiglie, Kingsly Perera, cinquantasettenne che lavora per una società di autotrasporti ma da cinque mesi è bloccato a causa di un grave incidente, è venuto senza la famiglia. I suoi cari sono rimasti tutti nello Sri Lanka: «Volevo essere qui, quanto stiamo vivendo è importante per tutto il mondo». C’è il volto emozionato di Pia, milanese acquisita con origini meridionali. A Bresso è venuta per cercare risposta ai suoi «mille dubbi». Lavora in un’agenzia di scommesse sportive. Abituata a stare da sola, è rimasta colpita dal clima positivo che si respira: «Mi sono commossa, ho preso anche la comunione…». I veleni dei vatileaks appaiono distanti anni luce. Ma anche il popolo riunito a Bresso è cosciente del momento delicato che Benedetto XVI deve attraversare. A Jandiro, una colf boliviana da pochi anni in Italia, chiediamo se ne ha sentito parlare: «Sì, povero Papa! Il diavolo c’è sempre. E dove c’è il bene, c’è sempre il male in azione».


L’affetto dei fedeli ha consolato Ratzinger in un momento difficile. Lui ha incoraggiato e sostenuto non «la famiglia normale», ma le famiglie concrete, in carne e ossa, che da ogni parte del mondo hanno accettato il suo invito. Non ha lanciato anatemi. Ha parlato per tre giorni di famiglia senza mai pronunciare le parole «aborto», «eutanasia» o «coppie di fatto». È stato sempre positivo e incoraggiante. Come sabato sera, quando ha parlato della sua esperienza di vita familiare. «Se cerco di immaginare come sarà in paradiso – ha detto – mi sembra sempre il tempo della mia giovinezza, della mia infanzia. Così, in questo contesto di fiducia, di gioia e di amore eravamo felici e penso che in paradiso dovrebbe essere simile a come era nella mia gioventù. In questo senso spero di andare “a casa”, andando verso l’ “altra parte del mondo”».

Ma è tempo di far ritorno in Vaticano dove l’attendono giorni difficili, nel clima dei palazzi d’Oltretevere, che a leggere le carte del «corvo» assomigliano ben poco a quel paradiso di concordia di cui l’anziano Papa bavarese sente così tanta nostalgia.


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04/06/2012 16:48
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PAPA: LOMBARDI, PRESENZE IN TOTALE TRA UN MILIONE E MEZZO E DUE


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Meglio di cosi' non si poteva sperare, non ha neppure piovuto: tutto e' andato molto bene". Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha commentato cosi' "il grande successo dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, che - ha detto - ha visto la partecipazione totale, cioe' sommando i presenti nei vari eventi, stimabile tra un milione e mezzo e due milioni". "E' stato - ha detto Lombardi - un evento ecclesiale estremamente espressivo per la societa' e l'umanita'. Tutto volto al positivo, ad aiutare e valorizzare cio' che c'e di bello nel mondo e nella Chiesa".


© Copyright (AGI)


TERREMOTO: LOMBARDI, POSSIBILE PAPA VADA IN EMILIA MA NON SUBITO


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"In occasione di eventi tragici come il terremoto un Emilia, i Papi vanno: dunque la visita di Benedetto XVI alle zone colpite dal sisma e' una cosa che si puo' pensare, ma non e' ancora in programma". Lo ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. "Una visita di questo genere - ha spiegato - non si fa nell'imminenza dell'evento, per non creare ulteriori aggravi di lavoro a chi sta operando nei soccorsi. Bisogna attendere un po', non e' una cosa dei primi giorni".


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PAPA: LOMBARDI, E' CONTENTO E SERENO A MILANO MA ANCHE A ROMA


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Il Papa lo abbiamo visto sereno, molto contento". Lo ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, commentando "i tre giorni bellissimi trascorsi dal Pontefice a Milano", che certamente, ha sottolineato, "sono stati positivi e incoraggianti, e lo aiutano ad affrontare gli altri problemi". Ma, ha tenuto ad aggiungere Lombardi, "il Papa conosce bene la situazione della Chiesa e i problemi e non si spaventa per quanto accade: lui che e' il fondamento, la roccia della nostra fede, non e' minimamente messo in incertezza da difficolta' che si possono incontrare".
"Benedetto XVI - ha ricordato padre Lombardi - e' lui per primo una persona di fede e a Milano ha fatto quello che fa il Papa, annunciando buone notizie per l'umanita' di oggi e per la societa'". Nel complesso e' stata dunque "un'esperienza straordinaria di vita pastorale in un evento grande, di carattere internazionale e di orizzonte mondiale". "Il Papa - ha sottolineato il portavoce - e' molto attento e sensibile alle manifestazioni di amore, affetto, simpatia che gli arrivano", e questi giorni "li ha vissuti con gioia e gratitudine: non e' un mistero e' bellissimo poterlo dire". E torna a Roma "sempre sereno". Nel briefing, dopo aver detto che ci si puo' aspettare la pubblicazione di altri documenti, perche' "ne sono usciti tanti", padre Lombardi e' tornato anche sulla presenza del segretario di Stato, Tarcisio Bertone, accanto al Pontefice nei diversi momenti della visita a Milano. "Agli incontri dell'Imf - ha osservato - sarebbe stato strano se partecipando 50 cardinali fosse mancato proprio Bertone: e' vero che nei viaggi in Italia spesso non c'e' ma questo aveva un significato ecclesiale universale e una consistenza fuori del comune".


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PAPA: LOMBARDI, CON MONTI UN SALUTO DI CORTESIA NON UN COLLOQUIO


Salvatore Izzo


(AGI) - Milano, 3 giu.


"Dopo la messa, il premier Mario Monti e' venuto al punto di arrivo della papamobile e ha salutato Benedetto XVI molto cordialmente ma non c'e stato il tempo per cui potessero parlare". Lo ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nel briefing tenuto alla Fiera di Milano a conclusione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie. "Quello di Monti - ha detto - e' stato un gesto di cortesia, ha voluto essere presente in un momento cosi' importante per la Chiesa e la societa', dato il tema che e' stato toccato".


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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALL’ARCIDIOCESI DI MILANO E VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (1°-3 GIUGNO 2012) , 03.06.2012

PRANZO CON CARDINALI, VESCOVI E ALCUNE FAMIGLIE NELL’ARCIVESCOVADO DI MILANO

Al termine del pranzo svoltosi in arcivescovado a Milano, ieri, domenica 3 giugno (cfr Boll 329), i cardinali Angelo Scola e Dionigi Tettamanzi hanno rivolto un breve saluto al Papa. L'Arcivescovo emerito Tettamanzi ha anche consegnato una preziosa copia dell'evangeliario ambrosiano - realizzato da grandi artisti viventi sotto la direzione di don Umberto Bordoni - che reca in copertina una rappresentazione iconografica della Gerusalemme del cielo.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha risposto improvvisando il breve discorso che riportiamo di seguito:


PAROLE DEL SANTO PADRE


Cari amici,


trovo bello che alla fine arriviamo di nuovo alla Parola di Dio, che è la chiave della vita, la chiave del pensare, del vivere: così abbiamo cominciato e con la Parola di Dio finiamo. Siamo nel clima della vera vita. E volevo semplicemente dire grazie per tutto quello che ho vissuto in questi giorni: questa esperienza della Chiesa viva. Se qualche volta si può pensare che la barca di Pietro realmente sia in balia degli avversari difficili, tuttavia è anche vero che vediamo come il Signore è presente, è vivo, è risorto veramente, e ha in mano il governo del mondo e il cuore degli uomini. Questa esperienza della Chiesa viva, che vive dall'amore di Dio, che vive per Cristo Risorto, è - diciamo - il dono di questi giorni. Così rendiamo grazie al Signore. E grazie anche al cardinale Scola, al cardinale Tettamanzi, ai loro collaboratori, a tutti, insomma; ai tanti che hanno collaborato e che hanno festeggiato: grazie a voi tutti.


© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana


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Vaticano/ Scola: Popolo di Dio ama il Papa,i media si rassegnino


Opinione mediatica italiana non è opinione pubblica

Milano, 4 giu. (TMNews)


"Il popolo di Dio ama il Papa, l'opinione mediatica italiana non è l'opinione pubblica". Sono parole dell'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, che dopo la calorosa accoglienza della diocesi ambrosiana in occasione della visita di tre giorni di papa Benedetto XVI, ha invitato i media a rassegnarsi. "La gente ama il Papa e in particolare i milanesi hanno dimostrato di amare Benedetto XVI per la potenza illuminante della sua straordinaria umiltà unita a un'intelligenza della fede e dell'umano veramente superiore".
Rivolto ai giornalisti, responsabili a suo parere di una rappresentazione dell'affetto degli italiani per il Papa non aderente alla realtà, Scola ha aggiunto: "Forse siete parte di una avanguardia, ma a volte nella storia le avanguardie si sono rivelate pericolose".


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Vaticano/ Scola: Popolo di Dio ama il Papa,i media si rassegnino


Opinione mediatica italiana non è opinione pubblica

Milano, 4 giu. (TMNews)


"Il popolo di Dio ama il Papa, l'opinione mediatica italiana non è l'opinione pubblica". Sono parole dell'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, che dopo la calorosa accoglienza della diocesi ambrosiana in occasione della visita di tre giorni di papa Benedetto XVI, ha invitato i media a rassegnarsi. "La gente ama il Papa e in particolare i milanesi hanno dimostrato di amare Benedetto XVI per la potenza illuminante della sua straordinaria umiltà unita a un'intelligenza della fede e dell'umano veramente superiore".
Rivolto ai giornalisti, responsabili a suo parere di una rappresentazione dell'affetto degli italiani per il Papa non aderente alla realtà, Scola ha aggiunto: "Forse siete parte di una avanguardia, ma a volte nella storia le avanguardie si sono rivelate pericolose".


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Il nostro Papa è la nostra forza


Guai a chi ce lo tocca


Francesco Ognibene


Ci voleva. Per il Papa l’ora e mezza con gli 80mila cresimati della diocesi di Milano e con i loro educatori ieri mattina dev’essere stata come un sorso d’acqua fresca in una giornata d’arsura. Un sollievo, una carezza, il segno inequivocabile di un affetto che non conosce riserve. Niente di più evidente e diretto, persino eclatante nelle sue dimensioni. Era difficile inventarsi un modo migliore per mostrargli proprio ora tutto l’affetto immediato e profondo che la gente gli porta, e che in questi giorni sta traboccando nelle strade di Milano. L’amore della Chiesa, di parrocchie e famiglie strette in un saldo patto educativo e afferrate alla paternità del Papa, travolge ogni sottigliezza e distinguo quando trova il modo per dirsi a tu per tu. Bisognava vedere Pietro, e lasciare che il cuore facesse il resto per dar voce a quel che preme dentro.
E per dirlo così bene ci volevano proprio i ragazzi, non più ingenuamente bambini ma ancora allergici alle malizie dei grandi, uno sguardo limpido che d’istinto cerca il Maestro. Esattamente come nel Vangelo: lasciateli andare a lui, sanno come fare a dirgli quello che anche noi vorremmo ma che solo mescolandoci al loro linguaggio spontaneo riusciamo a esprimere. Non a caso, sciamando poi fuori dallo stadio al termine di una memorabile mattinata, i più felici parevano proprio i genitori, le catechiste e i catechisti.
E se è anche prevedibile l’entusiasmo dei giovanissimi per un evento che è sempre unico nella vita – il tradizionale raduno di massa che la diocesi di Milano organizza al termine dell’anno nel quale sono passati all’età adulta nella Chiesa –, tutt’altra cosa è sentirlo materializzarsi ben oltre il semplice clima di una bella giornata di festa, pur eccezionalmente solennizzata dalla presenza del Papa. Allo stadio c’era qualcosa di completamente diverso, il soffio di sentimenti che vibrano all’unisono, l’attesa di poter dire qualcosa tutti insieme, e farlo nel modo più chiaramente udibile. Quella che abbiamo visto materializzarsi ieri nel vertiginoso catino di San Siro avvezzo a boati e applausi e trasformato in un immenso oratorio, con centinaia di commoventi e preparatissimi animatori all’opera, è un’ondata di piena scesa dagli spalti e arrivata a circondare dolcemente quell’uomo all’apparenza così fragile che però è la pietra su cui è fondata la casa della nostra fede. Noi ci contiamo: sta salda, e così sappiamo di non avere nulla da temere.
E a San Siro era come se tutti sentissero all’improvviso indispensabile, urgente dirgli "da chi andremo?". Siamo con te – gli hanno cantato e gridato – senza discussioni né ombre, ambiguità o esitazioni. Lui ha sorriso, ha improvvisato, allargando non di poco il discorso scritto, come per colorirlo dei sentimenti che trasparivano dallo sguardo luminoso. Nella parola ferma e serena, nella sua semplice presenza che assicura la continuità certa di una storia di fede e di vita buona che passa da una generazione all’altra, tutti hanno colto che abbiamo la garanzia di poterla spuntare nella sfida con chi dispone di megafoni potenti e pervasivi. Senza questa fiducia in Dio e nella persona umana, senza il sostegno di questo Padre come si può crescere bene i ragazzi, promesse di adulti? Come si può affrontare gli architetti di una società che li vorrebbe persi nella nebbia del tutto-è-uguale, che manipola e piega i valori, che non distingue tra scelte di vita invece oggettivamente diverse, che trucca parole e concetti? Lontano da qui, senza la voce serena e forte della Chiesa, senza la voce di Pietro, chi ci sta davvero accanto? Chi assicura parole non di latta come le troppe che ci piovono addosso non richieste? E ancora, da chi possiamo attenderci princìpi fermi, esempi limpidi? E chi non cessa di dare luce e non vana speranza ai nostri ragazzi e ai sacerdoti, alle religiose, agli educatori, alle catechiste che si stanno prodigando per loro? Dove la trovo, in giro, gente di una simile sostanza umana, capace di dar vita a una giornata così densa, ricca, consolante, vera come quella di ieri?
Fuori da questa Chiesa che splende nel mattino di un sabato di giugno ci sentiremmo soli. E il nostro Papa, che ci saluta dal prato di uno stadio colmo di luce e di cori di gioia, ce lo teniamo stretto. Guai a chi ce lo tocca.


© Copyright Avvenire, 5 giugno 2012


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Da "Zenit.org"...

"RASSEGNATEVI, LA GENTE AMA IL PAPA"

Il cardinale Scola critica la stampa disfattista e traccia un bilancio assai incoraggiante della visita di Benedetto XVI a Milano

di Luca Marcolivio
MILANO, lunedì, 4 giugno 2012 (ZENIT.org) – Un evento che lascia in eredità “una grande responsabilità”. Così si è espresso il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, nel corso della conferenza stampa di chiusura del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, tenutasi presso la Curia Arcivescovile ambrosiana.
Il porporato ha ripercorso i momenti salienti dei cinque giorni in cui Milano ha accolto le famiglie di tutto il mondo, con un picco di un milione di pellegrini ieri mattina, per la messa conclusiva all’aerodromo di Bresso, presieduta da papa Benedetto XVI.
Il Santo Padre, secondo l’arcivescovo di Milano, è apparso in buona forma per l’intera durata della sua visita. “Il Papa – ha affermato Scola - mi ha detto, quando ci siamo salutati all’aeroporto, che era più consolato che stanco ed è convinto che in questi viaggi così impegnativi c’è per lui una grazia speciale”.
Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie “ha fatto emergere la grande tradizione e la grande capacità di iniziativa della Chiesa ambrosiana”, ha aggiunto il cardinale.
L’incontro del Papa con i cresimandi allo stadio di San Siro, ad esempio, è “un evento che non si improvvisa” e lo si è potuto tenere “perché lo si fa da tanti anni e perché c’è dietro l’esperienza della collaborazione tra famiglia e Chiesa attraverso le parrocchie e gli oratori della nostra diocesi”, ha proseguito Scola.
L’arcivescovo di Milano ha poi manifestato notevole franchezza con i giornalisti che avevano parlato di insuccesso dell’Incontro Mondiale, scarsa popolarità del Papa e fredda accoglienza nei suoi confronti. “Dovete rassegnarvi a un dato di fatto: il popolo di Dio ama il Papa e l’opinione pubblica italiana non coincide con l’opinione mediatica italiana”, ha detto il cardinale rivolto alla stampa presente.
“C’è una grande distanza – ha proseguito - tra ciò che voi raccontate e ciò che la gente sente. L’opinione pubblica ama il Papa, la gente ama il Papa per la potenza illuminante della sua umiltà, che si unisce a un’intelligenza della fede e dell’uomo veramente superiore. È un dato di fatto che gli riconoscono tutti. Il Papa è amato per questo e l’abbiamo visto”.
Concluso l’Incontro Mondiale, “tocca a tutti noi” mantenerne vivo lo spirito, “perché un evento è importante quando raccoglie e rilancia l’ordinario”, ha osservato Scola, annunciando che, in tal senso, la diocesi di Milano “ha deciso di reinventare le vecchie società di mutuo soccorso”.
Da parte sua il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha dichiarato: “'Il Papa ci ha detto quanto è bello stare dentro questa Chiesa viva. La Chiesa è viva grazie alla gente”. Anche Antonelli è stato schietto con i giornalisti: “Dovreste fare più attenzione a questa Chiesa viva che a soffermarvi su questioni marginali”.
Il porporato si è detto poi sorpreso ma soddisfatto della scelta del Santo Padre per la prossima sede dell’Incontro Mondiale delle Famiglie: “Nella terna delle città promosse pensavo che Philadelphia fosse esclusa – ha detto -. Ma quasi tutti i vescovi degli Stati Uniti si sono resi conto durante le loro visite che la famiglia vive grosse difficoltà e deve affrontare difficili sfide. E, allo stesso tempo, che possiede una grande vitalità grazie al contributo della Chiesa americana”.
Parole di soddisfazione sono state espresse anche da monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano e presidente della Fondazione Famiglie 2012, secondo il quale la città ha riservato a Benedetto XVI “un abbraccio grande, vigoroso. Gli ha fatto ritornare il sorriso, abbiamo dato gioia al Papa”.
Nel corso della conferenza stampa sono stati comunicati i principali dati statistici riguardanti il VII Incontro Mondiale delle Famiglie:
- Partecipanti alla Santa Messa a Bresso, domenica 3 giugno: 1.000.000
- Persone sulle strade a salutare il Papa nei tragitti Curia – Bresso – Curia e Curia – Linate domenica 3 giugno: 150.000
- Partecipanti alla Festa delle Testimonianze a Bresso, sabato 2 giugno: 350.000
- Autorità incontrate dal Santo Padre per il discorso in Curia, sabato 2 giugno: 95
- Cresimandi incontrati dal Santo Padre nello stadio di San Siro, sabato 2 giugno: 80.000
- Preti, religiosi, religiose, diaconi e seminaristi incontrati in Duomo, sabato 2 giugno: 5.500
- Persone sulle strade a salutare il passaggio del Santo Padre nei tragitti Duomo–San Siro–Curia e Curi –Bresso–Curia, sabato 2 giugno: 200.000
- Partecipanti al Concerto al Teatro Alla Scala, venerdì 1 giugno: 1.880
- Presenti in piazza Duomo per il saluto alla città, venerdì 1 giugno: 60.000
- Persone sulle strade a salutare il passaggio del Santo Padre nel tragitto Linate–Duomo venerdì 1 giugno: 100.000
- Visitatori alla Fiera e alla libreria della Famiglia in Fiera Milano City nei giorni 30 maggio - 1 giugno: 80.000
- Delegati da tutto il mondo per il Congresso Internazionale Teologico pastorale a Fiera Milano City: 6.900
- Partecipanti al Congresso Internazionale Teologico pastorale nelle sedi dislocate nelle città della Lombardia e nelle sedi dislocate nel centro di Milano: 5.000
- Volontari Family2012 attivi nella settimana 30 maggio - 3 giugno: 5.300
- Piccoli partecipanti al Congresso dei ragazzi a Fiera Milano City: 900
- Nazioni presenti a Milano per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie: 153
- Spettatori sintonizzati su RaiUno per la Santa Messa di domenica 3 maggio (dati Auditel): 2.097.00
- Spettatori sintonizzati su RaiUno per la trasmissione A Sua immagine di domenica 3 giugno (dati Auditel): 1.791.000
- Spettatori sintonizzati su RaiUno per la Festa delle Testimonianze di sabato sera (dati Auditel): 3.082.000
- Spettatori sintonizzati su RaiUno per la trasmissione A Sua immagine di sabato 2 giugno pomeriggio (dati Auditel): 1.305.000
- Spettatori sintonizzati su RaiTre per l’incontro tra i ragazzi della Cresima e il Papa a San Siro venerdì 1 giugno (dati Auditel): 800.000
- Spettatori sintonizzati su RaiUno per il discorso di Papa Benedetto XVI in piazza Duomo venerdì 1 giugno (dati Auditel): 1.490.000
- Spettatori sintonizzati su RaiTre per il concerto al Teatro alla Scala di venerdì 1 giugno (dati Auditel): 1.200.000
- Visitatori unici del sito family2012.com dal 31 maggio al 3 giugno: 122.305



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