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Viaggio apostolico in Giordania e Israele

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2009 21:40
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05/05/2009 02:10
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Progressi nei rapporti tra Israele e la Santa Sede
Ultima riunione bilaterale prima della visita del Papa in Terra Santa



GERUSALEMME, lunedì, 4 maggio 2009 (ZENIT.org).- Le relazioni tra Israele e la Santa Sede hanno sperimentato "progressi significativi, alla vigilia dell'importante visita del Papa a Gerusalemme", secondo quanto rende noto un comunicato congiunto emesso da Gerusalemme.

Il testo raccoglie le conclusioni dell'assemblea plenaria della Commissione Bilaterale Permanente tra lo Stato di Israele e la Santa Sede, svoltasi presso il Ministero degli Esteri il 30 aprile "allo scopo di far progredire i negoziati in conformità all'articolo 10 §2 dell'Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele (30 dicembre 1993)".

I negoziati cercano di raggiungere un accordo su tutte le questioni pendenti circa proprietà e imposte, perché la Chiesa possa avere la sicurezza giuridica e fiscale che le permetta di svolgere la propria opera.

Quando la Santa Sede ha stabilito relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele, nel 1993, come gesto di buona volontà Giovanni Paolo II ha optato per proporre un Trattato Fondamentale negoziando in seguito tali questioni in modo dettagliato.

La delegazione dello Stato di Israele era guidata da Daniel Ayalon, viceministro degli Esteri, mentre quella vaticana era guidata da monsignor Pietro Parolin, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati presso la Segreteria di Stato.

"La plenaria della Commissione si è svolta in un'atmosfera di grande amicizia e spirito di collaborazione e buona volontà - spiega il comunicato -. La Plenaria ha sottolineato che la Commissione di Lavoro ha raggiunto progressi significativi, alla vigilia dell'importante visita del Papa a Gerusalemme".

"Si è stabilito che la prossima Plenaria avrà luogo il 10 dicembre 2009 in Vaticano. Nel frattempo, la Commissione di Lavoro si incontrerà a seguito delle richieste di entrambe le delegazioni per accelerare i colloqui e concludere l'Accordo il prima possibile", aggiunge.

Ciò significa che l'Accordo non potrà essere raggiunto prima della visita del Papa in Terra Santa, dall'8 al 15 maggio, anche se questa ha permesso di creare l'ambiente idoneo per raggiungere questi progressi, in un processo che negli anni precedenti era fermo.






Terra Santa: Benedetto XVI intraprende il suo viaggio più complesso
"Atto anche decisamente coraggioso", considera il portavoce vaticano



CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 4 maggio 2009 (ZENIT.org).- Il pellegrinaggio che Benedetto XVI intraprenderà questo venerdì in Giordania, Israele e nei Territori palestinesi è il più complesso di questo pontificato, ha riconosciuto questo lunedì il portavoce della Santa Sede.

In un briefing concesso questo lunedì alla stampa internazionale, padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha riconosciuto che il viaggio, dall'8 al 15 maggio, avviene in un momento estremamente delicato per la regione, soprattutto dopo la guerra di Gaza, motivo per il quale lo ritene un atto "coraggioso" per la riconciliazione e la pace.

Il 12° viaggio internazionale di questo pontificato permette al Papa non solo di incontrare i rappresentanti politici delle città che visiterà, ma anche di "confermare e incoraggiare i cristiani di Terra Santa" che quotidianamente devono affrontare tante difficoltà.

Il contesto, ha riconosciuto il portavoce, è molto complicato perché Israele ha un nuovo Governo e per le divisioni politiche tra palestinesi, le elezioni di gennaio rinviate, le tensioni provocate dall'Iran e la politica del neo-presidente americano Barack Obama.

"E' un complesso di situazioni in movimento e anche di tensioni, in cui il viaggio del Papa si presenta come un atto di speranza e di fiducia, di poter dare un contributo per la pace e per la riconciliazione", sostiene padre Lombardi.

"Mi sembra un atto anche decisamente coraggioso ed una bella testimonianza di impegno per portare messaggi di pace e di riconciliazione anche in situazioni non facili".

In questa situazione, molti si sono chiesti se il conflitto di Gaza avrebbe portato all'annullamento del viaggio, ma padre Lombardi ha dichiarato che il Papa in questo modo vuole scommettere sulla pace.

Questo spiega il motivo per il quale lo stesso Papa, questa domenica, parlando in inglese alla fine dell'incontro con i pellegrini in occasione del Regina Coeli, abbia rivolto un saluto speciale alla popolazione palestinese.

"Questo venerdì partirò per il mio pellegrinaggio in Terra Santa, dove uomini e donne hanno udito per la prima volta la voce del Buon Pastore. Chiedo a tutti voi di unirvi a me nella preghiera per i popoli afflitti di quella regione. In modo particolare, vi chiedo di ricordare il popolo palestinese, che ha sopportato grandi difficoltà e sofferenze. Il Signore benedica questo popolo e tutti coloro che vivono in Terra Santa con i doni dell'unità e della pace".

Questo spirito di riconciliazione spiega il fatto che il Papa incontri le più alte autorità di Israele, sia civili che religiose, che a Betlemme sia accolto dalla presidenza dell'Autorità Nazionale palestinese e che incontri i principali leader musulmani.


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