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Viaggio apostolico in Camerun e Angola

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2009 17:13
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Messa a Yaoundè, 60 mila persone: «Africa minacciata da stranieri senza scrupoli»

Il Papa: «Bambini maltrattati e abusati, Dio non vi dimentica»

Prima l'incontro coi musulmani: religione sana rifiuti violenza e totalitarismo

MILANO

«Ai bambini che non hanno più un padre o che vivono abbandonati nella miseria della strada, a coloro che sono separati violentemente dai loro genitori, maltrattati e abusati, e arruolati in forza in gruppi militari che imperversano in alcuni Paesi: Dio vi ama, non vi dimentica e san Giuseppe vi protegge! Invocatelo con fiducia».

Così Benedetto XVI parla ai più piccoli davanti a 60mila persone nella messa celebrata stamattina all'interno dello stadio Amadou Ahidjo di Yaoundè per la consegna dell'Instrumentum Laboris del prossimo Sinodo Speciale per l'Africa che metterà il tema della famiglia africana al centro dell'attenzione di tutta la Chiesa Cattolica.

Il Papa ha detto: «A tutti i giovani che sono qui, io rivolgo parole di amicizia e di incoraggiamento: davanti alle difficoltà della vita, mantenete il coraggio! La vostra esistenza ha un prezzo infinito agli occhi di Dio».
Il Papa ha anche parlato dei ragazzi delle megalopoli africane: «Sradicati e resi più fragili i membri delle giovani generazioni, spesso - ahimè - senza un vero lavoro, cercano rimedi al loro male di vivere rifugiandosi in paradisi effimeri e artificiali importati, di cui si sa che non arrivano mai ad assicurare all'uomo una felicità profonda e duratura».

L'AFRICA MINACCIATA

All'indomani delle polemiche scaturite dalle parole dello stesso pontefice, che aveva giudicato inutile l'uso dei preservativi nella lotta all'Aids, il Papa ha poi indicato quello che, a suo avviso, è la minaccia più pericolosa che insidia il continente africano: la perdita della sua identità, del suo senso della famiglia, della sua ricchezza interiore di fronte alle «false glorie» ai «falsi ideali», portati ancora una volta da stranieri, anche se il Pontefice non cita alcun nome esplicitamente, limitandosi a parlare di «tante persone senza scrupoli». «Alcuni valori della vita tradizionale - ha affermato il pontefice - sono stati sconvolti. I rapporti tra le generazioni si sono modificati in una maniera tale da non favorire più come prima la trasmissione delle conoscenze antiche e della saggezza ereditata dagli antenati». «A volte - ha detto ancora Benedetto XVI - anche l'uomo africano è costretto a fuggire da se stesso, e ad abbandonare tutto ciò che costituiva la sua ricchezza interiore». «Messo al confronto col fenomeno di una ricchezza galoppante, egli abbandona la sua terra, fisicamente e moralmente... per una sorta di esilio che lo allontana dal suo stesso essere, dai suoi fratelli e sorelle di sangue e da Dio stesso».

L'INCONTRO CON I MUSULMANI

In mattinata Papa Benedetto XVI ha incontrato alla Nunziatura di Yaoundé, i rappresentanti dei musulmani camerunensi, che gli hanno espresso «affetto», come ha raccontato poi il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, dicendo al Pontefice «non sei solo». Parlando con loro, Benedetto XVI ha ragionato sull'importanza di «una religione genuina che rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo».
In Camerun l'Islam rappresenta circa il 22% di una popolazione di 17 milioni di persone e intrattiene buoni rapporti con le altre componenti religiose, a partire dai cattolici (il 27%). Benedetto XVI ha lodato questo esempio di convivenza sottolineando che in questa nazione cristiani e musulmani «offrono testimonianza dei valori fondamentali della famiglia, della responsabilità sociale, dell'obbedienza alla legge di Dio, e dell'amore verso i malati e i sofferenti».

FEDE E RAGIONE

Il Papa ha ripreso però anche il discorso sulla ragionevolezza delle religioni, un tema che aveva affrontato nel suo controverso discorso a Ratisbona. «Oggi - ha detto ai musulmani - un compito particolarmente urgente della religione è di rendere manifesto il vasto potenziale della ragione umana, che è essa stessa un dono di Dio ed è elevata mediante la rivelazione e la fede». Benedetto XVI ha rimarcato che «in realtà religione e ragione si sostengono a vicenda, dal momento che la religione è purificata e strutturata dalla ragione e il pieno potenziale della ragione viene liberato mediante la rivelazione e la fede». «In questo modo - ha concluso - una religione genuina allarga l'orizzonte della comprensione umana e sta alla base di ogni autentica cultura umana. Essa rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo».

LA FESTA DI SAN GIUSEPPE

Salutando la folla nello stadio, il ricorda che oggi si celebra la Festa di San Giuseppe. E inizia la sua omelia proprio con l’augurio di «un’ottima festa» per «tutti coloro che, come me, hanno ricevuto la grazia di portare questo bel nome». «Chiedo a San Giuseppe - dice Ratzinger - di accordare loro una protezione speciale guidandoli verso il Signore Gesù Cristo tutti i giorni della loro vita».

© Copyright Corriere online


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