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I lefebvriani

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2013 22:40
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28/01/2009 21:46
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PAPA: CON MONITO A LEFBVRIANI RISPONDE A RABBINATO

(AGI) - CdV, 28 gen. -

(di Salvatore Izzo)

Benedetto XVI ha pronunciato oggi parole chiarissime di condanna di ogni negazionismo sull'Olocausto e lanciato un monito ai vescovi lefbevriani spiegando di aver tolto loro la scomunica come atto di misericordia e di attendersi ora che aderiscano al Concilio Vaticano II per ristabilire la piena comunione. Lo ha fatto al termine dell'Udienza Generale, rispondendo cosi' in modo insolitamente rapido all'annuncio di interruzione del dialogo fatto bproprio questa mattina dal Gran Rabbinato di Israele, che rappresenta un macigno sulla prospettiva della visita che il Papa vuole fare in Terra Santa nel prossimo mese di maggio. "In questi giorni nei quali ricordiamo la Shoah - ha detto testualmente al termine dell'Udienza Generale - mi ritornano alla memoria le immagini raccolte nelle ripetute visite ad Auschwitz, uno dei lager nei quali si e' consumato l'eccidio efferato di milioni di ebrei, vittime innocenti di un cieco odio razziale e religioso". "Mentre rinnovo con affetto l'espressione della mia piena e indiscutibile solidarieta' con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza - ha continuato con voce ferma il Pontefice - auspico che la memoria della Shoah induca l'umanita' a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo".
La Shoah, ha raccomandato, deve essere "per tutti monito contro l'oblio, la negazione o il riduzionismo, perche' la violenza fatta contro un solo essere umano e' violenza contro tutti". "Nessun uomo e' un'isola", ha aggiunto citando la celebre frase di John Donne.
"La Shoah - ha scandito - insegni specialmente sia alle vecchie sia alle nuove generazioni che solo il faticoso cammino dell'ascolto e del dialogo, dell'amore e del perdono, conducie i popoli, le culture e le religioni del mondo all'auspicato traguardo della fraternita' e della pace nella verita'. Mai piu' la volenza umili la dignita' dell'uomo!".
"Le parole del Papa, nelle diverse occasioni in cui gia' in passato si e' espresso, e che oggi sono state pronunciate ancora una volta sul tema della Shoah, dovrebbero essere piu' che sufficienti per rispondere alle attese di chi esprime dubbi sulle posizioni del Papa e della Chiesa cattolica sull'argomento", ha subito sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, scendendo in Sala Stampa per incontrare i giornalisti. "Ci auguriamo - ha aggiunto il gesuita - che, anche alla luce di esse, le difficolta' presentate dal Rabbinato di Israele possano essere oggetto di ulteriore e piu' approfondita riflessione, in dialogo con la Commissione per i rapporti con l'ebraismo del Consiglio per l'unita' dei cristiani, in modo che il dialogo della Chiesa Cattolica con l'ebraismo possa continuare con frutto e serenita'".
Il Gran Rabbinato di Gerusalemme aveva dichiarato di voler interrompere i rapporti ufficiali con il Vaticano "indefinitamente", in segno di protesta per la decisione di Benedetto XVI di revocare la scomunica a mons. Richard Williamson, che in una intervista alla tv svedese ha negato le camere a gas e le proporzioni dell'Olocausto. Il superiore generale Bernard Fellay ieri sera aveva chesto scusa al Papa e a tutti gli uomini di buona volonta' per le "inopportune" parole del suo confratello, assicurando di avergli imposto il silenzio.
Ma Papa Ratzinger ha voluto anche chiarire di aver concesso la remissione della scomunica in cui erano incorsi i quattro vescovi ordinati nel 1988 da mons. Lefebvre senza mandato pontificio unicamente come "atto di paterna misericordia perche' ripetutamente questi presuli mi hanno manifestato la loro viva sofferenza per la situazione in cui si erano venuti a trovare". "Auspico che a questo mio gesto - ha affermato - faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa, testimoniando cosi' vera fedelta' e vero riconoscimento del magistero e dell'autorita' del Papa e del Concilio Vaticano II".
Anche nella catechesi all'Udienza generale, il Papa ha ricordato che il vescovo deve godere "di buona testimonianza presso i non cristiani", citando le raccomandazioni di San Paolo a Timoteo. Due i "richiami" di fondo dei testi paolini: l'invito a "leggere la Scrittura in modo spirituale"', ossia come "parola dello Spirito Santo attraverso cui possiamo conoscere il Signore e la sua presenza nella storia"', e non come "oggetto di curiosita'"', ha ricordato per spiegare che nell'identikit tracciato dall'Apostolo al vescovo veniva consentito di sposarsi (ma una volta soltanto). Il secondo invito di Paolo ricordato dal Papa puo' essere applicato ugualmente alla controversia sui lefbvriani, perche' alcuni nel mondo cattolico hanno interpretato il perdono di Ratzinger ai lefebvriani come un allontanarsi dal Concilio: bisogna prestare attenzione, ha spiegato il Pontefice, al "buon deposito"', cioe' alla Tradizione della fede apostolica, "da custodirsi con l'aiuto dello Spirito Santo che abita in noi, da considerarsi come criterio di fedelta' all'annuncio del Vangelo"'.
Come e' noto i lefbvriani denunciano invece l'allontanarsi della Chiesa dal Concilio. Il Papa dice invece che il Concilio va letto (e integrato) nella Tradizione.
"La revoca della scomunica non va messa insieme con le affermazioni stolte e infondate di uno di loro, da cui hanno preso netta distanza sia la Cei sia il Vaticano", sottolinea da parte sua il Sir, per il quale, "incapaci di fare distinzioni, molti commentatori e giornalisti hanno messo insieme la revoca della scomunica con tale farneticante dichiarazione, come se questa fosse avallata dal Papa, per il fatto che lui l'ha perdonato.
L'ha perdonato per un altro motivo, evidentemente, ma la gente, purtroppo, seguendo le notizie dei media, e' portata a facili quanto infondate deduzioni".


Papa Ratzi Superstar









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