Google+
 
Pagina precedente | 1 2 3 4 5 | Pagina successiva

Motu Proprio "Summorum Pontificum" ed Istruzione Universae Ecclesiae" - Commenti e notizie

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2012 21:25
Autore
Stampa | Notifica email    
19/11/2009 09:14
OFFLINE
Post: 13.868
Post: 3.114
Registrato il: 17/06/2005
Registrato il: 18/01/2009
Administratore Unico
Utente Master
Da "Messainlatino.it"...

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2009

Mons. Pozzo (Ecclesia Dei) sull'applicazione del motu proprio, sul suo decreto interpretativo e sulla riforma della riforma

Intervista concessa da Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pont. Commissione Ecclesia Dei, a L'Homme Nouveau 18.11.2009. Traduzione nostra.

- Come valuta l'applicazione del motu proprio Summorum Pontificum, nel mondo, in Europa e in particolare in Francia?
Nel complesso mi sembra che a due anni dalla pubblicazione del Summorum Pontificum la situazione è piuttosto diversificata. Generalizzare o semplificare sarebbe ingiusto. Forse in Francia e nel centro-nord Europa, i problemi sono più acuti, ma in un periodo transitorio delle reazioni psicologiche e degli interrogativi sono comprensibili. Le difficoltà di soddisfare le esigenze dei fedeli che facciano richiesta della celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria sono a volte dovute ad atteggiamenti ostili e a pregiudizi, altre volte a degli ostacoli pratici, come l’insufficienza del clero, la difficoltà di trovare sacerdoti in grado di celebrare degnamente secondo il rito antico. Inoltre, è difficile vedere come armonizzare la catechesi e la pastorale della celebrazione dei sacramenti nel rito antico con la cura pastorale e la catechesi ordinarie nelle parrocchie. E’ chiaro che i vescovi e i sacerdoti sono esortati ad accogliere le legittime richieste dei fedeli, secondo le norme stabilite dal motu proprio, dal momento che non si tratta di una concessione fatta ai fedeli, di ma un diritto dei fedeli ad avere accesso alla liturgia gregoriana.
D'altra parte, è chiaro che dobbiamo essere realistici e operare con il tatto necessario, perché si tratta anche di fare opera di formazione e educazione nella prospettiva introdotta da l Papa Benedetto XVI con il Summorum Pontificum. Siamo invitati a considerare le due forme (della liturgia), come due usi dell’unico rito liturgico, e quindi a non vederli in opposizione, ma al contrario come espressioni della sostanziale unità della liturgia. Siamo tutti chiamati ad accogliere la forma mentis su cui si basa il motu proprio: la priorità è sempre la continuità della storia della fede della Chiesa (lex orandi e lex credendi). Il rinnovamento del Concilio Vaticano II deve essere inteso in continuità con la grande tradizione dottrinale della Chiesa. Nella storia della Liturgia c'è crescita e sviluppo interno, ma si deve respingere ogni rottura o discontinuità con il passato. Il patrimonio e il tesoro spirituale della ricchezza liturgica inclusi nella forma antica del Messale Romano, resi visibili in modo particolare nell'uso antico del rito, non devono rimanere ai margini della vita della Chiesa, ma devono essere giustamente promossi e apprezzati nelle diocesi e nelle varie realtà ecclesiali.

- Molte richieste per le Messe celebrate in forma straordinaria, non sembrano andare in porto a causa di un rifiuto di parroci o Ordinari. E’ possibile un ricorso alla vostra Commissione?
La procedura stabilita dal motu proprio deve essere rispettata. I fedeli devono prima contattare il parroco e, se ci sono difficoltà, il vescovo. Solo nel caso in cui sorgessero obiezioni o impedimenti da parte del vescovo per l'applicazione del motu proprio, i fedeli potrebbero rivolgersi alla Pontificia Commissione "Ecclesia Dei"; d’altronde il vescovo stesso può indirizzarsi alla Commissione per le difficoltà che sorgessero per diversi motivi, in modo che la Commissione possa offrire assistenza e suggerimenti. Occorre tuttavia precisare bene che il modo di procedere della Commissione è istituzionale, come con qualsiasi altro organismo della Curia romana. Gli interlocutori della Commissione sono gli Ordinari, vescovi e superiori religiosi [concetto che mons. Pozzo già aveva espresso in questa intervista a noi, un mese fa: clicca qui]. I fedeli che lo ritengono opportuno possono inviare informazioni e segnalare eventuali problemi e difficoltà alla Pontificia Commissione, che si riserva dal canto suo di il compito di esaminare e di decidere se e come si deve procedere, in contatto con l’Ordinario del luogo.

- Un documento di interpretazione del motu proprio era stato annunciato diversi mesi fa. Apparirà prossimamente?
All'articolo 11 del motu proprio si dice tra l'altro che "questa Commissione ha la forma, i compiti e le norme che il Romano Pontefice desidera assegnarle”. Un’istruzione dovrebbe seguire opportunamente per precisare alcuni aspetti riguardanti la competenza della Pontificia Commissione e l'attuazione di alcune disposizioni legislative. Il progetto è in fase di esame.

- Più in generale, il vostro lavoro si inserisce nel quadro eventuale di una "riforma della riforma"?
L'idea di una "riforma della riforma liturgica" è stata proposta in diverse occasioni dall’allora cardinale Ratzinger. Se non ricordo male, ha aggiunto che questa riforma non sarebbe stata il risultato di un lavoro d'ufficio di una commissione di esperti, ma avrebbe richiesto una maturazione nella vita e nella realtà ecclesiale tutta quanta.
Penso che al punto cui siamo arrivati, è indispensabile agire nella linea che indicava il Santo Padre nella lettera di presentazione del motu proprio sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 , vale a dire che "le due forme dell'uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda" e che "ciò che è sacro per le generazioni precedenti resta sacro e grande per noi, e non può d’improvviso ritrovarsi assolutamente proibito o addirittura, essere considerato come nefasto. Fa bene a tutti noi conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e dare loro il giusto posto". Così si è espresso il Santo Padre. Promuovere questa linea significa quindi contribuire effettivamente a tale maturazione nella vita e nella coscienza liturgica che potrebbe portare, in un futuro non troppo lontano, ad una "riforma della riforma". Ciò che è essenziale oggi per recuperare il significato più profondo della liturgia cattolica, nei due usi del Messale Romano, è il carattere sacro dell’azione liturgica, il carattere centrale del sacerdote come mediatore tra Dio e il popolo cristiano, il carattere sacrificale della Santa Messa, come dimensione primordiale dalla quale deriva la dimensione della comunione.

- Stranamente, la Commissione per l'attuazione del motu proprio Summorum Pontificum ha mantenuto il suo nome dovuto al precedente motu proprio. C’è una ragione per questa conservazione?
Io sono del parere che la ragione stia nella sostanziale continuità di questa istituzione, pur tenendo conto dell'opportunità di un suo ammodernamento e delle necessarie integrazioni dovute alle contingenze del momento storico ecclesiale.


Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com