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Ultimo Aggiornamento: 19/10/2015 04:06
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30/01/2009 16:48
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Presentato il Catalogo dei Manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana. L'ambasciatore Lewy: importante collaborazione tra Santa Sede e Israele


In occasione della presentazione, stamani a Roma, del “Catalogo dei Manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana”, compilato dall’Institute of Microfilmed Hebrew Manuscripts e a cura di Benjamin Richler, è stata sottolineata la collaborazione tra Israele e Santa Sede. Il volume, edito nel 2008 dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, include il catalogo di tutti i manoscritti vaticani in scrittura ebraica. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri il cardinale Raffaele Farina, archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Mordechay Lewy, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede. C’era per noi Amedeo Lomonaco:

Il catalogo è una straordinaria collezione frutto di un’esemplare collaborazione tra istituzioni culturali di Santa Sede e di Israele. E’ quanto sottolinea il cardinale Raffaele Farina:

“I rapporti culturali hanno una strada più facile, più semplice. Il culto della bellezza contribuisce molto. Noi siamo molto soddisfatti di questo lavoro decennale che è stato frutto di questa collaborazione. Il risultato è quello che ci aspettavamo da questo. E’ una premessa ad altre collaborazioni”.

Una collaborazione – aggiunge il porporato - che aiuta, attraverso la conoscenza reciproca, a superare anche possibili incomprensioni:

“In genere, quando si lavora bene insieme, si creano amicizie. Tutto questo crea un clima di comprensione: bisogna stare bene insieme, ognuno con la propria identità. E l’istituzione, contrariamente a quello che si possa pensare comunemente, offre un buon supporto. Vogliamo creare un clima tale per cui anche il dialogo religioso abbia un ambiente adatto a svilupparsi bene”.

La grande via della comunicazione tra le religioni è prima di tutto quella culturale, come ricorda mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:

“Prima ancora di essere credente, ogni persona è anche una persona umana, appartiene a quello che la Bibbia chiama 'Adamo', che letteralmente significa 'l’uomo', 'l’umanità'. Ed è per questo che ogni impegno per la cultura è anche un modo per riuscire a costruire pian piano un grande dialogo non solo umano, ma anche religioso e spirituale. E’ anche l’occasione, da una parte, di cancellare le tensioni in senso negativo, perché si ritrovano molti elementi comuni attraverso la cultura; ma, dall’altra parte, è proprio un’occasione di trasformare questa parola 'tensione' da negativa in positiva, cioè di tendere verso un ideale ulteriore, perché di solito la cultura – quando è autentica – è il tentativo di interpretare il mistero dell’essere, cioè la possibilità di approdare verso l’eterno, verso l’infinito, verso la grandezza che ci trascende continuamente. E’ significativo poi che il mondo cattolico, nel passato, abbia sentito la necessità non solo di custodire ovviamente il testo ebraico della Bibbia, ma anche di avere testi alti dal punto di vista della cultura ebraica, testi della tradizione giudaica, testi cioè di tutto questo orizzonte che è quello dei cosiddetti nostri fratelli maggiori”.

Mordechay Lewy, ambasciatore israeliano presso la Santa Sede e tra i promotori dell’odierna presentazione del Catalogo, conferma al microfono di Fabio Colagrande l’importanza della collaborazione tra Santa Sede e Israele:

“I think that this is a very important occasion to show …
Credo che sia stata un’occasione molto importante per dimostrare quanto sia apprezzabile la collaborazione culturale tra Israele e la Santa Sede. Penso che saremmo più poveri se restringessimo le nostre relazioni solo alla dimensione politica e religiosa. La dimensione culturale è molto importante e oggi abbiamo avuto la dimostrazione di quanto possa essere realizzato in uno spirito positivo e di collaborazione, anche in futuro. Io credo che oggi ci sia stato un arricchimento delle relazioni tra Israele e la Santa Sede”.

Le collezioni vaticane in scrittura ebraica – ha detto infine il curatore del Catalogo, il prof. Benjamin Richler - coprono tutti i campi della tradizione giudaica: Bibbia e commenti biblici; Midrash (circa 30 manoscritti); Talmud e suoi commentari; testi di filosofia, astronomia, matematica, medicina, letteratura, poesia, filologia e liturgia.


www.radiovaticana.org

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