Google+
 
Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 » | Pagina successiva

Notizie dal B16F

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2015 04:06
Autore
Stampa | Notifica email    
29/01/2009 17:00
OFFLINE
Post: 8.288
Post: 86
Registrato il: 22/08/2006
Registrato il: 20/01/2009
Utente Comunità
Utente Junior
Domani la presentazione del Catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana: intervista con mons. Pasini

Sarà presentato domani nella Sala conferenze di Via dell’Ospedale – in Vaticano – il ‘Catalogo dei manoscritti ebraici della Biblioteca Vaticana’. Il volume, edito nell'aprile dello scorso anno, cataloga tutti i manoscritti vaticani in scrittura ebraica, per un totale di circa 800 segnature, distribuite in 11 fondi manoscritti, dal IX secolo ai giorni nostri, e costituisce un esempio significativo di collaborazione tra istituzioni culturali israeliane e della Santa Sede. Alla presentazione interverranno, tra gli altri, il cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, e lo studioso israeliano Benjamin Richler, curatore del volume. Sull’importanza di questa pubblicazione sentiamo il prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, mons. Cesare Pasini, al microfono di Fabio Colagrande:

R. – E’ il primo Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Vaticana, che si pubblica dai tempi di Giuseppe Simonio Assemani, cioè dal ‘700. Inoltre, è un Catalogo veramente completo; possiamo dire che vengono fatti passare 800 volumi, 800 segnature di manoscritti della Biblioteca. E’ un catalogo corposo – 800 pagine - ha alle spalle un grandissimo lavoro di ricerca, fatto da più persone e fatto per quasi una decina d’anni, quindi c’è una mole, una fatica ed un impegno, anche un gusto di ricercare. E’ importante perché nasce da una collaborazione molto precisa, certamente fra la Biblioteca Vaticana, noi, e l’Institute of Microfilm Hebrew Manuscripts, cioè questo istituto della Biblioteca nazionale e Università di Gerusalemme, che raccoglie microfilm di manoscritti ebraici da tutte le parti del mondo. Dico volentieri che è stata una collaborazione esemplare, per tutti i passaggi; è stata lunga e se in un periodo così lungo si funziona e si va avanti, vuol dire che davvero ogni passaggio si è mosso bene.


D. – La cooperazione fattiva tra istituzioni culturali della Santa Sede ed Israele - che si è realizzata in questo caso - è un fatto eccezionale, mons. Pasini?


R. – E’ abituale che in Biblioteca Apostolica Vaticana vengano studiosi di ogni provenienza; quindi anche studiosi ebrei, studiosi dallo Stato d’Israele, e questo è avvenuto tante volte, anche contatti con istituzioni d’Israele avvennero prima. Ci fu qualche mostra o qualche altra iniziativa; tuttavia, il primo grande contatto – cioè una mostra con manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana – si ebbe nel settembre del 2005, per l’occasione furono mandati quattro importantissimi manoscritti, e ci si accorse – in quell’occasione – che per davvero la cultura aiutava a collaborare e a collaborare bene. Ciascuno mise la sua parte di competenza, di specifica capacità – anche organizzativa, anche di ricerca e di conoscenza delle nozioni da presentare riguardo a quei manoscritti – e, in questi anni, noi abbiamo sperimentato una fattiva, operosa e complessivamente molto serena collaborazione.


D. – Ci sono alcuni pezzi particolarmente degni di nota, nel Catalogo dei manoscritti ebraici?


R. – Certamente: per esempio, c’è un Urbinate ebraico - il numero uno di quella serie -, che è un codice bilingue ebraico-aramaico, contiene tutta l’intera Bibbia in questa speciale fattura, sia ebraica che aramaica, ed è datato 1294. Oppure, un manoscritto della serie dei cosiddetti neofiti, il numero 1; è l’unico esemplare noto di Targum palestinesi. Per esempio, il più antico manoscritto ebraico che possediamo è del IX secolo, è – fra l’altro – anche il più antico Sifra noto. C’è anche una serie di manoscritti – con questi siamo nell’ XI secolo – molto importanti, perché contengono il Midrash, quindi codici midrashici; per esempio il Vaticano ebraico 30, il 31, il 32, ma anche il 60. Però, vorrei ricordare anche altri manoscritti, così importanti da esser stati fatti oggetto di quella mostra nel 2005, a Gerusalemme, e quasi tutti gli stessi sono presentati in occasione della presentazione del volume qui, in Vaticano. Sono manoscritti biblici o di altri testi ebraici, ma che hanno questa originalissima connotazione: sono stati fatti in Italia – XIII, XV secolo – e nascono dalla collaborazione di ebrei italiani – magari chi ha ordinato il manoscritto era un ebreo facoltoso -, ma chi ha poi vergato il manoscritto, quindi il copista, o chi ne ha fatto l’ornamentazione sono italiani cristiani, e ci si accorge che questi manoscritti portano, nella loro carne, il segno di una vicinanza e di una collaborazione, di un dialogo che forse non ci aspetteremmo. Fra l’altro, non solo il segno di una collaborazione e di un dialogo, ma ci si accorge che il frutto di questa collaborazione e dialogo è strepitoso: chi guarda questi manoscritti ne è rapito, anche dalla bellezza, dalla finezza con cui sono stati redatti. Verrebbe da dire: “hanno collaborato molto prima di noi – e neanche ce lo saremmo sognati - e quanti esiti positivi vengono da queste collaborazioni!”.


www.radiovaticana.org

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 » | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:36. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com