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Dal sito di Radio Vaticana

Conclusa la visita ad Limina dei vescovi iracheni. Mons. Warduni: rinasce la speranza per il Paese


"Uno spiraglio di luce" dopo infinite difficoltà, che lascia intravedere un futuro migliore degli ultimi, drammatici anni. E' il quadro che offre dell'Iraq uno dei suoi vescovi, il vicario patriarcale di Baghdad dei caldei, Shlemon Warduni, che oggi conclude insieme gli altri presuli del Paese la visita ad Limina in Vaticano. Lo stesso patriarca di Baghdad, il cardinale Emmanuel III Delly, ha affermato che gli incontri di questi giorni hanno "rafforzato l'unità" della Chiesa irachena e anche che le parole del Papa "aiuteranno molto i musulmani nella conoscenza e nella comprensione della comunità cristiana in Iraq". Al microfono di Luca Collodi, mons. Warduni descrive le impressioni di questi giorni di incontri nei palazzi della Curia pontificia, a partire dall'udienza con Benedetto XVI di sabato scorso:


R. – Il nostro incontro con il Santo Padre è stato meraviglioso. E’ stato un incontro paterno di un papà universale che ama tutti, perché il Papa sente le nostre difficoltà e compatisce le nostre sofferenze, perciò ci ha incoraggiato, ha benedetto la fede dei nostri fratelli, dei nostri credenti. Ha detto: “Voi dovete vivere l’amore fraterno, la comunione, l’unità, perchè se voi non siete uniti tra di voi, come potete unire gli altri?”. E la Chiesa caldea, che è la più grande Chiesa in Iraq, deve prendere posizione e aiutare le altre Chiese, stare sempre in dialogo con loro per potere dare la forza ai cristiani che vivono in Iraq.


D. – Come si vive oggi in Iraq?


R. – Tutti gli iracheni non vivono tanto bene, ma in questi ultimi mesi si vede uno spiraglio di luce, perché c’è un po’ più di tranquillità, c’è un po’ più di pace. Sono diminuite tanto le autobomba, i kamikaze, i rapimenti e la nostra speranza è che questo continui finché arriverà la vera pace e una sicurezza duratura.


D. – I cristiani stanno rientrando nelle loro case?


R. – Quasi l’80 per cento dei cristiani fuggiti dalle loro case e rimasti nel Paese è rientrato. Ma per coloro che sono andati fuori dall’Iraq è più difficile, perché hanno perso tutto, hanno venduto tutto. Ma con la sicurezza della pace e il lavoro, c’è una grande possibilità e speriamo che quelli che sono vicini all’Iraq rientrino. (Montaggio a cura di Maria Brigini)



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