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Le vacanze

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2012 17:01
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10/03/2010 00:21
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Da Petrus


Il Papa non trascorrerà le vacanze estive né in Valle d’Aosta né in Alto Adige. Probabile che la meta sia Lorenzago di Cadore

CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI ha fatto sapere al vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi, e a quello di Bolzano, Monsignor Karl Golser, che quest'estate non trascorrera' le sue vacanze a Les Combes, dove e' gia' stato tre volte, ne' a Bressanone, dove e' stato una volta da Papa e molte volte da Cardinale. Se non ci saranno sorprese, dunque, la scelta del Pontefice dovrebbe cadere, per la seconda volta dall'inizio del Pontificato, su Lorenzago di Cadore, localita' montana della quale e' originario il ministro Giulio Tremonti e dove amava andare anche il Venerabile Giovanni Paolo II.



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Re:

+PetaloNero+, 10/03/2010 0.21:

Da Petrus

Il Papa non trascorrerà le vacanze estive né in Valle d’Aosta né in Alto Adige. Probabile che la meta sia Lorenzago di Cadore

CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI ha fatto sapere al vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi, e a quello di Bolzano, Monsignor Karl Golser, che quest'estate non trascorrera' le sue vacanze a Les Combes, dove e' gia' stato tre volte, ne' a Bressanone, dove e' stato una volta da Papa e molte volte da Cardinale. Se non ci saranno sorprese, dunque, la scelta del Pontefice dovrebbe cadere, per la seconda volta dall'inizio del Pontificato, su Lorenzago di Cadore, localita' montana della quale e' originario il ministro Giulio Tremonti e dove amava andare anche il Venerabile Giovanni Paolo II.




Strano che Papino non abbia ancora preso una decisione... [SM=g7564] Ma non era che Lorenzago non aveva un clima adatto per lui?

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La crisi taglia anche le vacanze del Papa: prossima estate ipotesi Castel Gandolfo

di Franca Giansoldati

CITTA’ DEL VATICANO (11 marzo)

In Vaticano si sono aperte le scommesse per indovinare dove andrà quest’anno in ferie Benedetto XVI. Perché ormai è certo che non si dirigerà a Les Combes, in Val d’Aosta, dove è stato anche l’anno scorso, né tanto meno a Bressanone. La meta altoatesina è stata scartata in questi giorni, con grande sorpresa di tutti, stando a quanto ha affermato il vescovo della zona, monsignor Karl Golser il quale ha preso la brutta notizia con filosofia.
«Per noi l’importante è che il Santo Padre possa trascorrere un periodo di riposo indipendentemente dal luogo». Naturalmente, ha aggiunto «ci avrebbe fatto molto piacere se avesse scelto nuovamente Bressanone come meta per le sue vacanze estive. Pazienza. Rimane comunque la speranza di poter dare il benvenuto a Benedetto XVI il prossimo anno nella nostra diocesi».
Il vescovo aveva sperato fino all’ultimo di poterlo accogliere e ospitare nuovamente nel seminario settecentesco della cittadina dove ha già soggiornato in passato da cardinale, assieme al fratello don Georg e alla sorella Maria (scomparsa agli inizi degli anni Novanta) e poi anche nel luglio del 2008. Si è sempre trovato più che bene, come ha confidato ai preti della diocesi incontrandoli per un colloquio nella cattedrale tre anni fa. Nonostante questo le montagne dell’Alto Adige sono state scartate.
Quanto alla soluzione cadorina, individuata come buen retiro nel luglio del 2007, stavolta non è nemmeno stata presa in esame. E così non resta che un interrogativo: quale altra località montana potrebbe essere rifugio sicuro dall’afa di Roma? Nei Sacri Palazzi qualcuno azzarda la Baviera, le verdi valli attorno a Ratisbona, dove è nato e cresciuto, qualcun altro, invece, ipotizza una terza via: Castel Gandolfo dove ha sede la residenza estiva utilizzata durante il periodo agostano. Probabilmente una scelta meditata in linea con il periodo di crisi economica che costringe tantissimi anziani a non spostarsi dalla città. Le vacanze per molte famiglie stanno diventando effettivamente un lusso. Se così fosse quello di Papa Ratzinger sarebbe un modo per far sentire loro la propria vicinanza. Un gesto di solidarietà. Nel giallo vacanze una cosa è certa, che dietro questa scelta non sembrano esserci ragioni di salute. Castel Gandolfo non sembrerebbe un ripiego.

© Copyright Il Messaggero, 11 marzo 2010


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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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Benedetto XVI trascorrerà i mesi estivi interamente a Castel Gandolfo senza soggiornare in alta montagna


Saranno gli scorci naturali delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e non quelli montani del nord Italia a fare da sfondo, quest’anno, ai mesi estivi di Benedetto XVI. In una nota diffusa oggi, la Sala Stampa Vaticana comunica che “nel corso della prossima estate, il Santo Padre si recherà direttamente da Roma a Castel Gandolfo, per trascorrevi tutto il periodo estivo”. Il Papa, si legge, “ha molto apprezzato gli inviti ricevuti anche quest’anno a recarsi per alcune settimane in località alpine e ha ringraziato sinceramente i vescovi che li avevano presentati, ma per quest’anno – conclude il comunicato – preferisce iniziare subito il periodo estivo di riposo e di studio senza l’impegno di ulteriori trasferimenti”.


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Per il Papa estate a Castel Gandolfo, quest'anno niente montagna

Udienza in piazza San Pietro mattina. A settembre in Inghilterra

Inizia domani l'estate tutta studio e relax di Benedetto XVI. Dopo l'udienza generale in Vaticano, il Papa, alle 18, si trasferirà in elicottero nella residenza di Castel Gandolfo, e lì rimarrà per tutto il periodo estivo. Quest'anno, per la prima volta, Benedetto XVI non trascorrerà un periodo di villeggiatura in montagna. Interrompendo una tradizione introdotta da Giovanni Paolo II - e tornando, dunque, alla consuetudine di Paolo VI - Papa Ratzinger, infatti, ha deciso di trascorrere le sue vacanze al fresco del palazzo apostolico che sorge sulle pendici del lago albano. Un po' per l'alta pressione, un po' per la poca dimistichezza con le escursioni in alta quota, Benedetto XVI, 83 anni ad aprile, dunque, non tornerà in Valle d'Aosta, Lorenzago di Cadore o Bressanone, le tre località montane dove si è recato negli anni scorsi.
"Egli ha molto apprezzato gli inviti ricevuti anche quest'anno a recarsi per alcune settimane in località alpine e ha ringraziato sinceramente i Vescovi che li avevano presentati - spiegava un comunicato della Santa Sede a marzo - ma per quest'anno preferisce iniziare subito il periodo estivo di riposo e di studio senza l'impegno di ulteriori trasferimenti".
Pubblicate, nei giorni scorsi, alcune nomine di peso nella Curia romana, risolto alcuni 'dossier' ancora aperti (in particolare con l'udienza al cardinale Schoenborn e al vescovo tedesco Mixa), il Papa si dedicherà ad un periodo di riposo. L'anno, del resto, è stato molto intenso. Non tanto per i viaggi o gli impegni pastorali, quanto per gli scandali della pedofilia e delle indagini sui grandi eventi che hanno coinvolto Propaganda fide.
Amante della musica classica, discreto pianista, Benedetto XVI si dedicherà anche allo studio e alle letture teologiche. Senza l'impegno degli anni scorsi al completamento del suo secondo libro su Gesù ormai in via di traduzione e revisione. Nel mese di luglio, in particolare, il Papa non terrà neppure le udienze del mercoledì e si limiterà a recitare l'Angelus domenicale. La Segreteria di Stato, guidata dal cardinale Tarcisio Bertone, nel frattempo lo terrà aggiornato sui 'dossier' più delicati. Ma fino ad agosto non sono previsti impegni pubblici e il primo appuntamento significativo nella ripresa è il viaggio in Inghilterra e Scozia dal 16 al 19 settembre.

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Il Papa senza montagne
vacanze a suonare Mozart


Quest'anno Benedetto XVI non lascerà il Lazio, interrotta la tradizione di vacanze alpine. In vacanza anche un libro sui Vangeli dell'infanzia. L'estate di Ratzinger chiuso a Castel Gandolfo preparerà l'Enciclica

di MARCO ANSALDO

CASTEL GANDOLFO - Libri santi, buona musica, cibi biologici e passeggiate nel verde. Queste sono le vacanze del Papa. Oggi, dopo l'Udienza generale in Vaticano tradizionalmente riservata al mercoledì, per Benedetto XVI è l'ultimo giorno di lavoro prima della sosta estiva. Nel pomeriggio, il Pontefice partirà per Castel Gandolfo, dove comincerà finalmente le ferie papali.

Non tutto il periodo, però, sarà dedicato al riposo. Da uomo metodico e caparbio, Joseph Ratzinger ha programmato anche un certo periodo di lavoro e di scrittura. Con un obiettivo duplice e ambizioso: iniziare un nuovo libro sui Vangeli dell'infanzia di Gesù, e dare forma alla prima stesura della sua nuova Enciclica, la quarta del suo pontificato.

Contravvenendo alla tradizione degli ultimi anni, Benedetto non lascerà il Lazio. Per la prima volta dalla sua elezione non andrà infatti né in Val d'Aosta né in Alto Adige. Per cinque anni Ratzinger ha voluto rendere omaggio al suo predecessore, accettando tutti gli inviti arrivati a Karol Wojtyla. Ma una volta rispettati gli impegni, quest'anno il Papa tedesco preferisce raccogliersi in una semisolitudine tesa a ridargli le forze dopo un anno difficile e stressante. Nelle località lontane, il pontefice avrebbe dovuto comunque concedere un'attività di ricevimento, indubbiamente impegnativa, a vescovi e prelati. A Castel Gandolfo invece Benedetto si rinchiuderà per tutto il tempo nell'Appartamento estivo, tornando così all'uso di Paolo VI, e dedicandosi al riposo ma anche alla scrittura.

Il segnale è giunto domenica scorsa, a Sulmona. A pranzo con i vescovi abruzzesi, il Papa ha infatti risposto alla domanda di un prelato, dando una breve anticipazione, rivelatrice sull'intento di dedicarsi a un nuovo testo con al centro i Vangeli dell'infanzia. Il pontefice ha ormai consegnato a Pasqua, proprio durante la sua ultima sosta, il suo testo su Gesù di Nazareth. Quello sui Vangeli sarà dunque il prossimo libro del Papa. Un'opera che si prospetta come impegnativa e affascinante. Ai Vangeli dell'infanzia di Gesù, Matteo e Luca hanno dedicato grande varietà di racconti, Marco e Giovanni invece nessuno.

Lo sforzo di Benedetto sarà però doppio. Dalla sua cerchia ristretta emerge infatti che Ratzinger, nello stesso periodo, comincerà a buttare giù anche gli appunti per la sua nuova Enciclica. Un lavoro che dopo la Deus caritas est, la Spe salvi e la Caritas in veritate, sarà presumibilmente un testo sulla virtù teologale finora mancante, cioè la Fede.

Le ore di lavoro del Papa verranno in ogni caso scandite dai ritmi lenti della vacanza e dalla meditazione. Benedetto è uomo metodico. Tuttavia, nella Villa Pontificia, il Santo Padre si alzerà con un po' più di comodo e dirà messa alle 7,30 invece che alle 7,00 puntuali, quando è solito aprire la funzione del mattino. Fondamentali saranno anche le ore dedicate alla lettura. I quotidiani, soprattutto quelli tedeschi, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, la Sueddeutsche Zeitung e Die Welt, saranno come al solito sul suo tavolo. Ma i Libri sacri saranno ovviamente al centro della sua attenzione estiva, e il Papa seguirà soprattutto la bibliografia teologica. Se qualche testo mancherà, spiegano i suoi collaboratori, nessuna difficoltà a farlo arrivare in un lampo dal Vaticano.

La musica, poi, occuperà una parte fondamentale della giornata del Papa. In Villa il pianoforte a coda c'è, e alla tastiera Ratzinger si alternerà con il fratello, padre Georg, che lo raggiungerà dalla Baviera. Con lui, e con i segretari personali, il tedesco monsignor Georg Gaenswein e il maltese monsignor Alfred Xuereb, farà lunghe passeggiate rilassanti nel verde, recitando il rosario. Soste obbligate: l'orto biologico, la fabbrica delle ceramiche, l'allevamento di polli.

Benedetto mangia sempre di buon appetito, ma è molto attento alla qualità del cibo. Sulla sua tavola ci saranno preferibilmente i prodotti biologici di provenienza della Villa Pontificia, uova, latte, olio, che i dipendenti vaticani possono solitamente trovare nello spaccio interno alla Santa Sede. A prendersi cura della confezione dei pasti e del disbrigo delle altre faccende saranno quattro donne laiche che appartengono all'associazione delle Memores Domini e fanno vita consacrata.

A visitare il Papa saranno pochi amici. Tra questi, sicuramente il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, che trascorrerà anch'egli un periodo di vacanze in Piemonte e poi in montagna. Il collaboratore principale, al quale Benedetto XVI ha da poco scritto una lettera di gratitudine e stima per il lavoro svolto e per i suoi cinquant'anni di sacerdozio, lo aggiornerà sulle attività future. A settembre - il pontefice tornerà a viaggiare il giorno 5 con una visita a Carpineto Romano - lo aspetta l'impegnativa e delicata visita in Gran Bretagna. Una tappa importante da preparare con molta cura. Il Papa, ora, ha solo bisogno di riposo e di riflessione.

© Copyright Repubblica, 7 luglio 2010


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LE VACANZE DEL PAPA

Benedetto XVI a Castel Gandolfo

Stasera l’arrivo. Il vescovo Semeraro: tempo di grazia per tutti

Quest’anno il Pontefice trascorrerà il periodo di riposo nella residenza estiva. La grande gioia della Chiesa locale: qui un clima di famiglia

DA ROMA MIMMO MUOLO

Il Papa torna a Castel Gandolfo, per trascorrervi il periodo esti vo. Una notizia che rientra, se condo molti, nella consuetudine. Ma non per gli abitanti della citta dina laziale e per quelli dalla diocesi di Albano, nel cui territorio si tro vano le Ville Pontificie. «L’arrivo del Santo Padre – dice monsignor Mar cello Semeraro – è sempre per la nostra Chiesa locale fonte di gran de gioia e anche di un certo legitti mo orgoglio per la vicinanza anche fisica al Papa. Ma è nello stesso tem po una responsabilità, perché la presenza di Pietro è stimolo a rav vivare il senso cristiano della nostra esistenza e impegnarci sempre più per una testimonianza esemplare». Così il vescovo di Albano parla del periodo che Benedetto XVI si ac cinge a vivere nella tradizionale re sidenza estiva. Quest’anno, inoltre, papa Ratzinger, per la prima volta da quando è stato eletto, rimarrà sempre a Castel Gandolfo, avendo rinunciato al breve periodo in montagna che era diventato abi tuale fin dai tempi di Giovanni Pao lo II.

Come si esprime questa vicinan za di affetto nel periodo in cui il Papa soggiorna a Castel Gandolfo?

Innanzitutto con la preghiera. O gni giorno, alle 8,30, nella parroc chia Pontificia che si trova proprio a pochi metri dal Palazzo Apostoli co viene celebrata una Messa (tra l’altro trasmessa in diretta da Tv2000), in cui si prega espressa mente per il Papa. Questa Messa che viene celebrata a turno dai par roci della nostra diocesi – e che spesso pre siedo an ch’io – vede la parteci pazione e l’animazio ne da parte delle comu nità di reli giosi e reli giose che sono in diocesi (compresi i novi ziati dei giovani salesiani), da par te delle comunità parrocchiali e an che da parte dei Movimenti come Cl o i Focolarini. Poi c’è l’appunta mento domenicale con l’Angelus e quello molto atteso del 15 agosto, quando è il Papa a celebrare la Mes sa dell’Assunta nella parrocchia di Castel Gandolfo.

E il Papa come si rapporta alla co munità diocesana?

Il periodo che egli trascorre tra di noi è davvero un tempo di grazia per tutti. Sono quotidianamente te­stimone dell’affettuoso rispetto con cui gli abitanti di Castel Gandolfo si stringono intorno al Santo Padre, quasi proteggendo il suo riposo. Ma quando ci sono i momenti di con tatto diretto, si crea davvero un cli ma di famiglia. Come ad esempio in occasione della festa delle pe sche, con i bambini che offrono questi frutti al Pontefice e lui che si intrattiene a conversare con questi suoi piccoli amici. Spesso, poi, du rante l’Angelus l’ho visto sorridere compiaciuto quando ascolta i com menti, magari in romanesco, della gente nel cortile. E sempre mi chie de come procede la vita della co munità diocesana, segno di un in teressamento sincero e costante.

Quest’anno il Papa non andrà in montagna. Qualcuno ha ipotizza to che dietro questa scelta possa esserci la volontà di uno stile più sobrio anche in vacanza, specie in un tempo di crisi economica co me il nostro.

In effetti il Papa ha sempre fatto del la sobrietà il suo stile di vita. E dun que non mi stupirei se fosse dav vero così. C’è in questa scelta un ri torno all’ordinarietà. Fino a Gio vanni Paolo II, che per il suo amo­re verso la montagna, ha introdot to l’abitudine di un breve soggior no estivo in Valle d’Aosta o in Ve neto, era normale che i Papi tra scorressero l’estate a Castel Gan dolfo. Benedetto XVI recupera ora questa consuetudine, riservandosi in qualche modo il mese di luglio e, in parte, anche quello di agosto, per ritemprarsi e recuperare le e nergie che poi gli serviranno alla ri presa. Io direi che anche in questa scelta il Papa ci è di esempio. In al tri termini ci mostra un modo di impiegare il tempo della vacanza che è davvero a misura d’uomo e non diventa, invece, alienante, an che se per motivi diversi dai ritmi della vita feriale.

Quali sono gli elementi fonda mentali di questo modo di inten dere e di vivere la vacanza?

Ricor do che fu lui stesso, in uno dei pri mi contatti con la nostra comunità diocesana, a spiegarci questi ele menti. Innanzitutto una preghiera più raccolta e profonda, perché non pressata da altri impegni. Poi il de dicarsi allo studio, alla lettura o an che all’ascolto della musica, quin di, soprattutto, un maggior tempo per gli affetti familiari. Non è un mi stero che quello estivo è anche il periodo in cui il Santo Padre tra­scorre gran parte delle sue giorna te in compagnia del fratello, mon signor Georg, al quale è legatissi mo fin da quando erano piccoli. In sieme con lui compie passeggiate nel parco delle Ville Pontificie, par la di musica e teologia, e in sostan za ci dona un clima di famiglia che chiede di essere senz’altro imitato.

Quindi quando il Papa augura 'buone vacanze', auspica che que sti elementi vengano valorizzati un po’ da tutti.

Sicuramente. Soprattutto noi sa cerdoti dovremmo dare l’esempio. Ricordo che qualche anno fa, par lando ai sacerdoti della nostra dio cesi, Benedetto XVI raccomandò vivamente a ognuno di ritagliarsi un periodo di recupero e riposo proprio nel senso che abbiamo det to. Preghiera, lettura, studio, recu pero dei rapporti di famiglia. Que sto tempo apparentemente sot tratto alla pastorale diretta, disse, è un tempo «pastorale» esso stesso, perché se ben impiegato può con sentirci – una volta tornati al no stro ministero – di compierlo con maggiore impegno ed efficacia.

© Copyright Avvenire, 7 luglio 2010

LA STORIA

Il Palazzo pontificio voluto da Urbano VIII

Come meta del consueto riposo estivo Benedetto XVI ha scelto di trascorrere alcune settimane a Castel Gandolfo, dove si recherà oggi. Nei giorni scorsi la Prefettura della casa pontificia ha fatto sapere che in questo periodo saranno sospese tutte le udienze private e speciali e non si terranno le udienze generali dei prossimi tre mercoledì (14, 21 e 28 luglio). Situato a una ventina di chilometri a sud di Roma, Castel Gandolfo è un Comune di circa novemila abitanti. Nel suo territorio si trova il Palazzo pontificio realizzato tra il 1623 e il 1629 come residenza estiva da Urbano VIII. Primo Papa a trascorrere la bella stagione nell’edificio, però, fu Alessandro VII.
Nel Settecento Benedetto XIV lo ristrutturò e nel 1773 Clemente XIV acquistò la vicina Villa Cybo. Con la fine dello Stato pontificio, nel 1870 la residenza non fu più frequentata dai Pontefici, che vi tornarono solo nel 1929 con la nascita dello Stato della Città del Vaticano. I Patti lateranensi dichiararono le ville pontificie di Castel Gandolfo (il Palazzo, villa Barberini e villa Cybo) dominio extraterritoriale pontificio. Con Pio XI, quindi, il Palazzo apostolico di Castel Gandolfo ritornò a essere la residenza estiva dei Papi. Pio XI fece anche unire le tre proprietà divise dalle strade pubbliche. Nel 1934 venne allestita all’ultimo piano del Palazzo la sede dell’Osservatorio astronomico vaticano, noto come la Specola vaticana. Con l’acquisto di alcuni terreni verso Albano Laziale si è potuto installare anche una piccola azienda agricola: oggi l’insieme delle proprietà, collegate fra di loro, costituisce un unico parco, la cui estensione di circa 55 ettari è superiore a quella dello stesso Stato vaticano che è di 44 ettari.

© Copyright Avvenire, 7 luglio 2010



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Benedetto XVI al balcone: «Ci vedremo tante volte»

Papa Benedetto XVI, accompagnato dai suoi più stretti collaboratori, è arrivato a Castel Gandolfo in perfetto orario, alle 18,20 di ieri. A portare il saluto di benvenuto nel piccolo eliporto in cui è atterrato il Papa c’erano Maurizio Colacchi, sindaco di Castel Gandolfo, Saverio Petrillo, direttore delle ville pontificie, monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e don Valdemar, il prete polacco che dirige la cappella pontificia.
Con grande cordialità Benedetto XVI ha salutato gli ospiti e poi rapidamente ha preso la strada degli appartamenti vaticani, situati nel palazzo apostolico. Prima di entrare nelle sue stanze però il Pontefice ha voluto fare un saluto ai circa quattrocento pellegrini che si erano radunati in piazza della Libertà.
«Vi ringrazio - ha detto il Papa - dell’amicizia e dell’affetto che ogni volta mi dimostrate. Resterò a Castel Gandolfo per un lungo periodo di riposo ed avremo modo di incontrarci in occasione delle celebrazioni liturgiche». Poi ha impartito la benedizione ed ha augurato ai presenti “un buon prosieguo di settimana”.
Una ora prima dell’arrivo di Papa Ratzinger (nella foto Sciurba-Zaccagnini) le guardie svizzere hanno aperto il portone del palazzo apostolico ed hanno cominciato il presidio che durerà per più di tre mesi. Già al lavoro, comunque, la gendarmeria vaticana e il seguito che accompagna il Papa. Domenica a mezzogiorno ci sarà la prima celebrazione dell’Angelus del periodo estivo che normalmente richiama una gran folla di cittadini del territorio dei Castelli Romani e di turisti stranieri provenienti da ogni parte del mondo.
Per tutto il periodo di luglio sono state annullate le udienze settimanali che Benedetto XVI è solito tenere a Roma. Il Papa ha deciso di rinunciare anche alle vacanze estive che di solito trascorreva in località montane del Nord Italia per concedersi un periodo di riposo, di studio e di riflessione. A Castel Gandolfo il papa tedesco sarà raggiunto, come è consuetudine, dal fratello monsignore Georg.
L.Jo.

© Copyright Il Messaggero, 8 luglio 2010


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Il primo saluto di Benedetto XVI all'arrivo a Castel Gandolfo

«Felice di essere con voi circondato dalla bellezza del creato»

"Cari amici, con questa sera cominciano le mie vacanze e sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza della creazione e della storia, e dalla vostra simpatia e amicizia. Grazie di tutto cuore, vi benedico tutti. Buona serata e buona settimana. Grazie per la vostra presenza e per la vostra amicizia".

Sono le parole con le quali il Papa si è rivolto, nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 7 luglio, ai fedeli di Castel Gandolfo appena giunto nella cittadina laziale, dove trascorrerà il periodo estivo.
Da quattro secoli i Papi, durante l'estate, si trasferiscono nelle Ville Pontificie sui Colli Albani per trascorrervi un periodo di riposo. Il primo fu Urbano viii. Anzi fu proprio lui a stabilire la sede estiva del papato nelle Ville Pontificie ai Castelli Romani "affinché il Pontefice - scrisse tra le motivazioni - non avesse bisogno di recarsi nelle dimore altrui per trascorrere le sue vacanze".
Una tradizione collaudata, dunque, quella che Benedetto XVI riprese già il 5 maggio 2005 - come ha ricordato il direttore delle Ville Pontificie Saverio Petrillo in un'intervista rilasciata martedì alla Radio Vaticana - recandosi nella cittadina laziale dopo pochi giorni dalla sua elevazione al soglio pontificio. "Ricordo quel pomeriggio - ha detto Petrillo rispondendo a una domanda - con grande piacere e con grande gioia, veramente. Devo dire che il Papa ha trovato subito congeniale alla sua natura questa residenza".
Sarà forse anche per questo che - onorati tutti i precedenti inviti - questa estate Papa Ratzinger ha rinunciato a trascorrere altrove il suo periodo di vacanze e si è trasferito direttamente nelle Ville di Castel Gandolfo.
"Quest'anno poi - ci ha detto Petrillo - sono stati eseguiti alcuni lavori per rendere il soggiorno del Papa ancora più confortevole". Nulla di eccezionale, ha specificato, "solo aggiustamenti e piccole modifiche strutturali. Del resto la caratteristica di questo luogo è quella di essere proprio come una vera e propria residenza di campagna".
Gli stessi palazzi, nella loro maestosa semplicità - non custodiscono opere d'arte tali da attirare l'interesse dei cultori - "suggeriscono piuttosto - ha confermato Petrillo - l'idea della quiete. Il discorso è diverso se ci si riferisce all'arte trascendente, al miracolo della natura. Per l'ambiente naturalistico gli aggettivi passano al superlativo. Gli spazi verdi dominano in lungo e in largo, il panorama è incantevole da qualsiasi prospettiva: dalla parte del Mar Tirreno, visibile sulla linea dell'orizzonte; dalla parte del lago di Castel Gandolfo, sempre vissuto e movimentato; dalla parte delle pendici che circondano le Ville, e persino dall'affaccio sul borgo di Albano, con la sua caratteristica piazzetta ornata dalle antiche botteghe che, seppur ammodernate, nulla hanno perso del fascino antico".
E poi c'è la gente di "Castello" che, nonostante la consuetudine, quasi una familiarità acquisita nel tempo, manifestano sempre una rinnovata gioia nell'incontro con il Papa.
Ce lo ha confermato padre Waldemar, il parroco di san Tommaso. "Quando si avvicina la stagione estiva - ci ha detto - tanta gente mi chiede quando arriverà il Papa. E non si tratta solo dei nostri parrocchiani. Molte persone infatti mi fermano per strada e mi chiedono notizie in questo senso. Volti per lo più a me sconosciuti perché si tratta di gente che abita nei paesi vicini. Si informano perché per loro è certamente più comodo raggiungere Castel Gandolfo per vedere il Papa, per pregare con lui e per ricevere la sua benedizione piuttosto che andare a Roma". La presenza del Papa resta un evento importante per la stessa vita parrocchiale perché "in un certo senso - ci dice ancora il parroco - cambiano i ritmi della vita comunitaria. La domenica, tanto per fare un esempio, spostiamo l'orario delle messe per consentire a tutti di partecipare alla preghiera mariana delle dodici con il Papa. Quindi una celebrazione è anticipata: dalle 11.30 alle 11; poi se ne aggiunge una alle 12.30, cioè subito dopo la preghiera mariana. Diamo modo a chi viene da fuori, soprattutto da Roma, di poter comunque ascoltare anche la messa domenicale, senza cioè correre il rischio di perderla. Da qualche tempo poi la presenza del Papa tra di noi è divenuta anche un motivo trainante per quanti ascoltano la messa in collegamento con Sat 2000. Infatti dalla prima domenica dopo l'arrivo del Pontefice la televisione della Cei trasmette in diretta la messa che celebriamo in parrocchia alle 8.30. E per noi è un motivo di gioia in più sapere che ci sono tante persone che pregano con noi".
Un gusto particolare assumono anche alcuni appuntamenti celebrativi ai quali i castellani sono particolarmente legati. "La sagra della pesca - ci ha spiegato padre Waldemar - che si svolge il 25 luglio, richiama da sempre tanta gente. Il Papa viene coinvolto nel senso che il cestino con le primizie più belle gli viene presentato e offerto da una delegazione di coltivatori che ogni anno si rinnova. C'è poi la celebrazione della solennità dell'Assunta. I parrocchiani la considerano un appuntamento fisso con il Papa. Anche quest'anno sarà tra noi in parrocchia. Me lo ha confermato proprio ieri quando sono andato ad accoglierlo al suo arrivo". Altro momento atteso è quello legato al culto del Patrono san Sebastiano. "Il primo settembre - ci ha detto ancora il parroco - celebriamo la festa patronale. Momento culmine della festa è proprio la benedizione che il Papa imparte a una delegazione degli organizzatori: è come se la impartisse personalmente a tutti".
Dunque sono tanti i motivi che determinano l'affetto degli abitanti della cittadina laziale per il Papa. E lo hanno dimostrato anche ieri. La notizia dell'arrivo di Benedetto XVI circolava da tempo, anche grazie a uno spontaneo passaparola, nato non a caso all'interno delle Ville Pontificie stesse, dove lavorano diversi residenti a Castel Gandolfo. Nulla da tener segreto e dunque nulla di male a confidare l'ultimarsi dei preparativi per accogliere il Papa. Così in tanti si sono radunati nella piazza antistante il Palazzo Pontificio per dargli il benvenuto. Le loro attese non sono andate deluse. Benedetto XVI, poco dopo il suo arrivo, si è affacciato alla finestra esterna per ringraziare della calorosa accoglienza e per impartire ai castellani la prima benedizione di questa lunga estate che essi trascorreranno accanto al Papa.
Il nuovo appuntamento è fissato alle ore 12 di domenica prossima, 11 luglio, per pregare insieme. La recita domenicale dell'Angelus con i fedeli è infatti l'unico appuntamento rimasto nel calendario delle attività pubbliche del Papa nelle prossime settimane di luglio. Come è noto infatti sino alla fine del mese restano sospese tutte le udienze. Anche quelle generali del mercoledì, che riprenderanno il 4 agosto.

(©L'Osservatore Romano - 9 luglio 2010)


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Le vacanze del Papa a Castel Gandolfo: preghiera, passeggiate e libri
Potrebbe cominciare a scrivere due nuove opere




ROMA, giovedì, 8 luglio 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha trascorso il suo primo giorno di vacanze estive nella residenza pontificia di Castel Gandolfo, a circa 30 km da Roma, dove è giunto questo mercoledì.

La sera del suo arrivo in questo luogo di tranquillità per i Papi sin dai tempi di Urbano VIII, che è stato Vescovo di Roma dal 1623 al 1644, in un breve discorso ai fedeli riuniti ha detto: “Cari amici, con questa sera cominciano le mie vacanze e sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza della creazione e della storia, e dalla vostra simpatia e amicizia. Grazie di tutto cuore, vi benedico tutti. Buona serata e buona settimana. Grazie per la vostra presenza e per la vostra amicizia”.

Il Papa rimarrà nel Palazzo apostolico fino alla fine di settembre, invece di recarsi sulle montagne del nord d'Italia come aveva fatto negli anni precedenti, interrompendo il suo soggiorno con due visite apostoliche: il 5 settembre a Carpineto Romano e dal 16 al 19 settembre nel Regno Unito.

In compagnia di suo fratello, monsignor Georg, venuto dalla Baviera, il Pontefice sfrutterà le due prossime settimane per passeggiare in giardino, pregando il Rosario, insieme ai suoi segretari, monsignor Georg Gaenswein, della Germania, e monsignor Alfred Xuereb, di Malta.

Il soggiorno a Castel Gandolfo gli permetterà di dedicare molto tempo alla lettura e di cominciare a scrivere nuove opere.

Nel suo viaggio a Sulmona, la scorsa domenica, pranzando con i Vescovi dell'Abruzzo, il Papa ha anticipato di voler scrivere un nuovo libro sull'infanzia di Gesù. Nel frattempo ha finito il suo secondo volume su "Gesù di Nazaret" che attualmente si trova in fase di traduzione.

I giornalisti che accompagnavano il Papa hanno discusso in questi giorni sulla possibilità che possa mettere mano a una quarta enciclica sulla fede, dopo le altre due legate alle virtù teologali: la carità ("Deus visi est"), e la speranza ("Spe salvi").

Nella Villa pontificia è stato portato un pianoforte a coda affinché il Papa possa esercitarsi sui brani di musica classica che sia lui che suo fratello apprezzano particolarmente, a partire da Mozart.

Il Papa riceverà anche la visita dei suoi amici tra cui il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, che lo terrà sempre informato sulle questioni più importanti riguardanti la vita della Chiesa.

Il prossimo appuntamento pubblico del Papa avrà luogo domenica prossima, 11 luglio, a mezzogiorno, quando i fedeli e i pellegrini da tutto il mondo si riuniranno nel cortile della residenza pontificia per la recita dell'Angelus. Il resto delle udienze pubbliche saranno sospese. La prossima Udienza generale del Papa avrà luogo mercoledì 4 agosto.

14/07/2010 13:13
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Lo scrittoio di Castel Gandolfo

I compiti delle vacanze del Papa. Un testo sui “vangeli dell’infanzia”, un’enciclica tosta sulla fede per insegnare a credere “nel modo giusto” e il cardinale Newman, che spiegava l’uomo “a partire dalla coscienza”

di Paolo Rodari

Un’appendice ai due volumi dedicati a Gesù di Nazaret. L’impianto di una nuova enciclica. E la stesura dei discorsi dedicati a John Henry Newman da pronunciare in settembre durante il viaggio in Inghilterra e in Scozia, per la beatificazione del cardinale. Sono le tre fatiche nelle quali si è immerso Papa Ratzinger a Castel Gandolfo, dopo tanti anni le prime vacanze estive di un Papa senza montagna.
Il primo volume dedicato a Gesù di Nazaret è uscito nel 2007 ed è dedicato alla vita pubblica di Gesù, dal battesimo al Giordano fino alla Trasfigurazione.
Il secondo volume è già ultimato. Mancano soltanto le traduzioni. U
scirà la prossima primavera ed è dedicato alla Passione e alla Risurrezione di Cristo. Cosa manca? L’infanzia di Gesù, appunto l’appendice ai due libri alla quale il Papa sta lavorando in questi giorni. Perché soltanto un’appendice?
Perché l’intento di Ratzinger non è quello di scrivere un libro, bensì un breve fascicolo, un opuscolo destinato a trattare un tema affrontato con una certa agilità anche nei vangeli: se Matteo e Luca si soffermano a descrivere l’infanzia di Gesù, nessun accenno viene fatto in Marco e Giovanni. Ratzinger ha scritto i due libri mostrando una fiducia sostanziale nell’attendibilità storica del dato neotestamentario, contro il sospetto metodico.
Esplicita è in lui la rivendicazione dell’unità e della continuità tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Una continuità che viene data anche nei vangeli dell’infanzia: di qui la necessità di parlarne, di scriverne, di non eludere la loro presenza all’interno dell’opera.
Benedetto XVI ha scritto tre encicliche, una sociale e le altre due dedicate alle virtù teologali della carità e della speranza. Manca la fede. A questa nuova enciclica il Papa vuole lavorare questa estate. Almeno per mettere giù l’ossatura generale, l’indice e qualche bozza di testo. Non è un tema facile. Anche per Ratzinger, per anni prefetto dell’ex Sant’uffizio e dunque custode della fede contro le eresie e le devianze, il tema necessita di continue rivisitazioni. La prima, importante, fu quel “Rapporto sulla fede” scritto nel 1985 con Vittorio Messori. Oggi è attesa la seconda: un’enciclica in cui ritornare su un concetto chiave di tutto il pontificato in corso, la necessità di credere “nel modo giusto”.
“Circolano dei facili slogan”, disse Ratzinger in “Rapporto sulla fede”. “Secondo uno di questi, ciò che oggi conta sarebbe solo l’ortoprassi, cioè il ‘comportarsi bene’, l’‘amare il prossimo’. Sarebbe invece secondaria, se non alienante, la preoccupazione per l’ortodossia e, cioè, il ‘credere in modo giusto’, secondo il senso vero della scrittura letta all’interno della tradizione viva della chiesa”. La tradizione viva della chiesa quale faro per credere correttamente. E’ questa tradizione, secondo chi in Vaticano ha una frequentazione non sporadica col Pontefice, una delle principali preoccupazione di Ratzinger.
Il viaggio in Gran Bretagna è stato pensato dal Papa in vista della beatificazione di Newman. La figura del porporato inglese ex anglicano è stata importante per la formazione del Pontefice e importante può essere il suo portato per la chiesa oggi. Le energie spese da Newman verso l’anglicanesimo sono attuali e hanno molti paralleli con gli sforzi del Papa verso la chiesa cattolica. Newman era per una purificazione della fede da derive dogmatico-dottrinarie e per la riconciliazione con Roma.
La conversione lo portò ad abbracciare una fede che trova tantissimi riscontri in Ratzinger, dalla lectio di Ratisbona in poi: la fede di Newman era ancorata alla ragione. Non aveva paura del progresso e della scienza e non temeva il dialogo con la filosofia. Beatificare il cardinale inglese significa mettere al centro dell’attenzione “l’uomo della coscienza”, come lo definì Ratzinger. Newman spiegava l’esistenza dell’uomo a partire dalla coscienza, ossia nella relazione tra Dio e l’animo. Questo personalismo non rappresentava un cedimento all’individualismo, una concessione all’arbitrarietà, ma il contrario.

Pubblicato sul Foglio martedì 13 luglio 2010


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PAPA: P. LOMBARDI, A CASTELGANDOLFO SCRIVE LIBRO SU INFANZIA GESU'

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 23 lug

Nella sua residenza estiva di Castelgandolfo, un papa Benedetto XVI ''ritemprato e sorridente'' ha ''cominciato a preparare il terzo volume della sua grande opera su Gesu'''. Lo annuncia, dopo le anticipazioni delle scorse settimane, p. Federico Lombardi, in un editoriale del settimanale del Centro Televisivo Vaticano 'Octava Dies'.
''Dopo aver consegnato nei mesi scorsi il manoscritto del secondo volume - spiega il portavoce vaticano - dedicato alla Passione e alla Resurrezione, di cui si stanno ora preparando le traduzioni ed edizioni nelle diverse lingue e di cui si prevede l'uscita in libreria nella prossima primavera, Benedetto XVI ha posto mano ora alla terza ed ultima parte, dedicata ai 'Vangeli dell'infanzia'''.
Per p. Lombardi, ''dopo pochi giorni a Castelgandolfo appare gia' ritemprato e sorridente, e ha immediatamente cominciato a dedicarsi all'attivita' di lettura e studio che, anche se impegnativa, non lo affatica''. Oltre al nuovo libro, papa Ratzinger ''ha rivisto il materiale di uno dei volumi della sua 'Opera omnia', di cui e' iniziata la pubblicazione in tedesco e in italiano''. ''E' chiaro - aggiunge - quanto gli stia a cuore portare a termine questo grande disegno avviato anni fa''.
Il Vaticano ha diffuso oggi anche alcune immagini della giornata del pontefice impegnato nello studio, nelle passeggiate e nei colloqui con il suo segretario, don Georg.

© Copyright Asca


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L’estate del Santo Padre

Il Papa «segreto» di Castel Gandolfo

Gianni Cardinale

Riprendendo la tradizione dei suoi predecessori, che dal 1946 fino al 1986 hanno ininterrottamente trascorso ogni anno tutto il periodo estivo sui Colli Albani, papa Ratzinger ha scelto quest’anno di raggiungere la Villa pontificia di Castel Gandolfo fin dal 7 luglio. Il motivo è semplice, la Villa pontificia offre tutto quello che papa Ratzinger ritiene necessario: un’altitudine giusta, una riservatezza adeguata, una biblioteca fornitissima a portata di mano.

Il ritmo delle vacanze del Papa è piuttosto metodico. Scandito da momenti di preghiera, lavoro, contatto con la natura, musica. Gli orari sono leggermente ritardati rispetto a quelli del Palazzo apostolico in Vaticano. La sequenza mattutina è la stessa. Messa (celebrata in italiano secondo il Novus Ordo e versus altarem, in latino quando concelebra il fratello Georg), ringraziamento, lettura del breviario, prima colazione. Quindi il disbrigo delle pratiche.

«Le vacanze di lavoro del Papa», ha titolato l’Osservatore Romano. E non è retorica piaggeria. Il Papa rimane pastore della Chiesa universale anche durante il periodo estivo. E così ogni mattina arriva a Castello la cosiddetta "borsa" dalla Segreteria di Stato con testi e documenti che il Papa legge, studia, valuta e quando serve vi annota le sue indicazioni siglandole o firmandole con la sua calligrafia minuta e inconfondibile. Il flusso delle pratiche che raggiunge il sacro tavolo è più tenue visto che i dicasteri romani lavorano a ritmi molto ridotti. Ma al Papa arrivano per canali diversi anche altri testi e corrispondenza. Il tutto viene disbrigato, raccontano i suoi collaboratori, con accuratezza e rapidità. Nella "borsa" c’è anche la rassegna stampa internazionale curata dalla Segreteria di Stato: il Papa la scorre, sfogliando poi anche qualche quotidiano (e Avvenire non manca), ma tende a non dare eccessivo spazio a questa attività.

Alle 13,00 è l’ora del pranzo, preparato dalle consacrate laiche Memores Domini. Normalmente sono quattro (Loredana, Carmela, Cristina, Manuela) ma anche loro hanno i loro turni di vacanza o di esercizi spirituali, comunque due sono sempre presenti. Le pietanze del Papa sono le stesse del resto dell’anno, con qualche variazione determinata anche dai doni per la tavola del Papa che arrivano sempre copiosi e graditi. Come ormai è noto il Papa non beve vino, ma succo d’arancia, anche se in occasione di qualche ricorrenza o festeggiamento particolare a fine pasto non disdegna di sorseggiare del vin santo, un limoncello o un porto.

La tavola è servita dal cameriere Paolo Gabriele, che però anche lui ad agosto va in vacanza con la sua famiglia e così viene sostituito dal veterano Angelo Gugel, apprezzato per la sua affidabilità e discrezione, che ovviamente è ben contento di sospendere il suo status di pensionato per tornare a servire il Papa come ha fatto ininterrottamente dal 1978 al 2005.

Anche il segretario particolare monsignor Georg Ganswein per Ferragosto torna in patria per stare vicino ai propri cari, ma a Castello rimane il secondo segretario, il maltese Alfred Xuereb, che nel frattempo ha già consumato le vacanze personali.

Con agosto giunge a Castello anche monsignor Georg Ratzinger, il fratello più anziano del Papa. E ovviamente a lui il pontefice dedica parte del suo tempo, soprattutto nel pomeriggio e nella sera. Con lui si concede lunghe chiacchierate e insieme ascoltano della buona musica. Con la delicatezza che lo contraddistingue, il pontefice approfitta di questi momenti per leggere ad alta voce libri o giornali per il fratello maggiore, che ha ormai una vista molto indebolita.

Consumato il pranzo Benedetto XVI, accompagnato dal segretario, si concede una breve passeggiata nel Giardino del Moro, il più antico della Villa pontificia. E quindi una "pennichella" ristoratrice. Breve però. Perché i pomeriggi, soprattutto quelli di luglio precedenti l’arrivo del fratello, sono riservati al lavoro e allo studio personale. È in questi momenti che prendono forma opere come i due volumi su Gesù di Nazaret già scritti (il secondo, in corso di traduzione, uscirà presumibilmente all’inizio del prossimo anno). Come ha confermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi, tra i lavori che il Papa ha iniziato in questo periodo c’è infatti il terzo volume su Gesù, dedicato ai cosiddetti vangeli dell’infanzia.

Potrebbe poi venir fuori anche una qualche pubblicazione a sorpresa, ma non una nuova enciclica di cui non risultano tracce scritte. In questa fase della giornata può accadere che, anche per aiutare l’ispirazione nella scrittura, il Papa ascolti della musica (Haydn, Bruckner, Vivaldi, ma anche Beethoven e Brahms e ovviamente i concerti dei Regensburger Domspatzen, il coro di cui fratello è stato maestro per molti anni). A volte il Papa poi approfitta del pianoforte a coda che gli venne donato all’inizio del pontificato per suonare brani di Mozart, Schubert o Chopin. Nonostante che dopo il piccolo incidente dello scorso anno e dopo gli esercizi di riabilitazione la mano destra debba ancora sciogliersi completamente, questo momento musicale può ripetersi anche nel dopo cena, non alla ricerca d’ispirazione ma come semplice relax.

Alle 18,45, e fino alle 19,30, è il momento della lunga passeggiata giornaliera. Il Papa raggiunge un tratto pianeggiante dei giardini con una golf-car e poi inizia, accompagnato dal segretario, la recita del Santo Rosario, che si conclude con un canto mariano intonato davanti alla statua della Beata Vergine Maria innalzata da Pio XI nei pressi del laghetto. Il Ctv ha diffuso le immagini di questo specchio d’acqua facendo vedere il simpatico gesto del Papa che vi getta delle molliche di pane per nutrire i pesci bianchi e rossi, e le due carpe, che lo abitano. Non si è trattato di una concessione pontificia ad esigenze televisive, ma di un gesto spontaneo che ogni giorno il Pontefice compie con la semplicità di un bambino.

Arriva quindi il tempo della cena. Ed è questo l’unico momento della giornata concesso alla tv. Ma solo per seguire, dipende dall’ora che si è fatta, il Tg1 o il Tg2. Quando c’è monsignor Georg Ratzinger, a Castello ci si sintonizza su qualche tv tedesca, che è particolarmente apprezzata anche perché concede più spazio agli avvenimenti internazionali e indulge meno sulla cronaca – nera o rosa – e il gossip estivo.

Dopo una breve passeggiata "digestiva", sempre nel Giardino del Moro, c’è giusto il tempo per una breve chiacchierata o per un po’ di musica e poi si recita la compieta. Alle 21,00 il Papa si ritira nella sua camera. Al mattino infatti si sveglia piuttosto presto. Nei giorni di festa, la domenica e la solennità dell’Assunta, le giornate hanno ovviamente ritmi diversi. C’è la recita dell’Angelus e, a Ferragosto, la messa nella chiesa parrocchiale. Da oggi poi ricominciano le udienze generali del mercoledì. E poi ci può essere sempre un fuori programma, come l’anteprima del film della Bayerischer Rundfunk sui primi cinque anni di pontificato proiettata nel pomeriggio di giovedì scorso. O, sussurra qualcuno, anche qualche scampagnata fuori Castello. Ma di questo si saprà a cose fatte. Forse.

© Copyright Avvenire, 4 agosto 2010


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DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA SULLA VISITA DEL PAPA IN ABRUZZO IL 6 AGOSTO 2010

Rispondendo a domande di giornalisti, il Direttore della Sala Stampa, P. Federico Lombardi, S.I., ha dato le seguenti informazioni sulla breve visita di carattere privato compiuta ieri dal Santo Padre Benedetto XVI in alcune località dell’Abruzzo.

Nel giorno della Festa liturgica della Trasfigurazione, 6 agosto, in cui il Vangelo presenta Gesù in preghiera sul monte, il Santo Padre ha desiderato recarsi nella mattinata in un piccolo Santuario sui monti al confine fra il Lazio e l’Abruzzo, noto come la "Madonna dei Bisognosi", dove ha sostato in preghiera con il piccolo gruppo dei suoi accompagnatori.

Poi si è recato per il pranzo a Carsoli, presso una comunità di religiose dove si trova ospite il cardinale Fiorenzo Angelini.

Nel pomeriggio, accompagnato dal suo Segretario, ha poi raggiunto a Rocca di Mezzo, dove è stato accolto dal cardinale Angelo Sodano e dove ha visitato la chiesa di San Leucio, sostando in preghiera per le persone provate dal terremoto, e incontrando il parroco, il sindaco e gli amministratori comunali.

In serata il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.


07/08/2010 20:01
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Benedetto XVI tre ore in Abruzzo

Visita a sorpresa nella casa del cardinale Sodano: prego per i terremotati

di Enrico Nardecchia

ROCCA DI MEZZO. Un blitz alla Wojtyla. Una fuga in incognito da Castel Gandolfo, proprio alla maniera del suo predecessore. Tre ore a Rocca di Mezzo. Quattro passi con il cardinale Angelo Sodano, che nel centro dell'Altopiano delle Rocche ha una casa estiva, fino al santuario di San Leucio: «C'è aria buona qui, che posto meraviglioso!», dice a chi gli sta accanto. Poi il pensiero agli aquilani: «Prego per tutti i terremotati». E alla ricostruzione: «Bisogna lavorare tutti insieme», confida al sindaco Emilio Nusca. Subito dopo, la merenda con le suore che assistono il decano del collegio cardinalizio nelle sue ferie estive nel «villino Di Paola». Quindi il saluto alla minuscola delegazione (sei persone) che viene ricevuta dal pontefice. Quindi il congedo con la promessa: «Tornerò presto da voi».

TRE ORE. Tre ore di gita in Abruzzo per Benedetto XVI, finora per tre volte in visita ufficiale nella terra di Papa Celestino V (1 settembre 2006 Manoppello, 28 aprile 2009 L'Aquila, 4 luglio 2010 Sulmona).

Una visita privata su invito del decano del collegio dei «prìncipi della Chiesa», al quale ha voluto così confermare la sua vicinanza e amicizia. Un legame rafforzatosi proprio in occasione della bufera che ha trascinato il Vaticano negli attacchi per la questione pedofilia. Non si parla di questo, ovviamente, nelle tre ore di gita in Abruzzo.
Il pontefice, arrivato in gran segreto intorno alle 15, con il segretario particolare Georg Gaenswein e un piccolo seguito, viene ricevuto dal cardinale Sodano che gli mostra il villino che fu donato da monsignor Vittorio Di Paola, prelato di Rocca di Mezzo, al Vicariato di Roma e poi acquisito dal Vaticano. Un villino (danneggiato dal terremoto e classificato con inagibilità di tipo B) che Sodano ha fatto restaurare a tempo di record, per trascorrervi le vacanze già l'anno scorso, come regolarmente avvenuto. Il Papa, che da quest'anno ha rinunciato alle vacanze fuori regione, avrebbe apprezzato la possibilità di trascorrere, in futuro, qualche giorno in questa struttura che potrebbe diventare una sorta di «Castel Gandolfo 2».

IL ROSARIO. Lungo il tragitto (circa 300 metri) che separa la villetta dal santuario di San Leucio, danneggiato dal terremoto tanto che la messa nella solennità del patrono è stata celebrata all'aperto dallo stesso cardinale Sodano, il Papa, camminando a piedi, confida al piccolo seguito che la passeggiata all'ombra dei pini è «il percorso ideale» per recitare il rosario. Benedetto XVI visita la chiesa danneggiata, per la quale auspica un pronto intervento di riparazione per restituire «il prima possibile» questo luogo sacro alla comunità locale.

LA MERENDA. Strudel e tisana, questa la merenda preparata per il Papa di ritorno dalla passeggiata in pineta. Una tavola imbandita nel porticato del villino ospita il breve spuntino. Con lui, le suore e i componenti del seguito per i quali viene preparato il thé verde. Subito dopo il pontefice riceve e saluta una ristretta delegazione di Rocca di Mezzo, capeggiata dal sindaco Emilio Nusca, accompagnato dagli assessori Mauro Di Ciccio, Carmine Magnante, Giancarlo Scoccia e Lucio Benedetti e dal parroco del paese don Vincenzo Catalfo.
«Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di preparare un dono», racconta il sindaco Nusca. «Infatti, siamo andati a San Leucio convinti che si trattasse del tradizionale saluto al cardinale, che qui da noi, ormai, è di casa da molti anni. E invece abbiamo trovato il Papa. L'emozione è stata grandissima. Il pontefice ci ha detto che porta nel cuore le vicende di noi terremotati e che prega per la rinascita della città e di tutti i centri danneggiati dal sisma. Ci ha incoraggiato a percorrere la strada della ricostruzione lavorando nell'unità, tutti insieme. Ci ha assicurato il suo sostegno. Il santo padre ha poi regalato a ciascuno di noi una coroncina del rosario promettendoci che tornerà presto a farci visita».

IL SALUTO. Intorno alle 18 il Papa risale in macchina per tornare nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Tenendo aperto il finestrino dell'auto, per godere ancora dell'aria buona dell'Altopiano delle Rocche, si sporge più volte con la mano per salutare i rocchigiani. Che lo aspettano di nuovo.

© Copyright Il Centro, 7 agosto 2010


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Gli americani investono a Roma.
Otto hotel per i pellegrini. Nasce l'indotto del Papa


di Caterina Maniaci

Non è ancora ufficiale, solo a livello di intenzione e di progetto, ma sembra abbastanza certo che si vogliano costruire almeno sette, otto grandi alberghi a Roma.
Li vorrebbero costruire e finanziarie grandi catene americane, scegliendo zone più
periferiche, come ad esempio le zone dell’Aurelia, verso il mare. Il motivo? Sempre più gente, dagli States ma anche dall’America Latina, desidera venire a Roma soprattutto per vedere e ascoltare il Papa.
Proprio così.
In barba a scandali, attacchi mediatici e politici, in barba persino alla profonda confusione in ambito dottrinale e pastorale, la popolarità di papa Benedetto XVI non sembra conoscere flessioni. Anzi.
Con il tempo sembrano essersi cancellati pregiudizi e antipatie dei primi tempi del pontificato, quando era quasi obbligatorio commentare ogni parola e ogni gesto di Benedetto XVI facendo un confronto – e sempre a suo discapito – con il predecessore Giovanni Paolo II.
Ora la gente si ammassa alle udienze, partecipa sempre più numerosa agli Angelus e alle messe concelebrate da lui, si leggono e si comprano sempre di più i suoi libri.
C’è di che parlare, in modo profano, di un vero e proprio “indotto” economico legato alla figura papale.
Non solo a Roma e non solo in Italia.
Negli Usa pensano che, data l’età del Pontefice, i suoi possibili problemi di salute,
nonché la sua conclamata decisione di limitare i viaggi, soprattutto quelli intercontinentali, è prevedibile che aumentino, in maniera esponenziale, i pellegrinaggi a Roma. Ergo, servono più alberghi, grandi alberghi, adatti a ospitare grandi gruppi. Di fatto, già le cifre parlano chiaro. L’ente bilaterale per il Turismo del Lazio ha diffuso i dati consuntivi relativi ai primi mesi dell’anno, che segnalano arrivi di turisti stranieri nella capitale in aumento del 3 per cento rispetto a dicembre e del 5 per cento in confronto a dodici mesi prima. Se le presenze dei giapponesi sono in calo (-6 per cento), aumentano quelle dai Paesi latinoamericani, in particolare dal Brasile (+9). Tra le mete più gettonate risultano San Pietro e i Musei Vaticani. Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, conferma: «Registriamo il 6% in piú di presenze negli alberghi, rispetto al trimestre estivo 2009.
Molto positivo il ritorno dei turisti americani».
Fenomeno analogo a Castel Gandolfo, dove Benedetto XVI si trova per il periodo estivo. Da settimane si registra un grande afflusso di fedeli la domenica, quando il Papa recita l’Angelus e saluta i presenti.
Il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, ha detto che «anche nella nostra parrocchia pontificia dobbiamo aggiungere delle celebrazioni di Sante Messe in più per permettere al numero crescente di fedeli di parteciparvi».
Anche all’estero funziona più o meno così. Mai come in questo 2010 i santuari della Terra Santa sono tornati a riempirsi di pellegrini. Si parla di un’«onda lunga» del pellegrinaggio di Benedetto XVI, compiuto nel 2009; nel primo semestre del 2010 si è registrata la presenza di un 1,6 milioni di turisti, vale a dire il 39 per cento in più rispetto al 2009 (segnato dalla guerra a Gaza), soprattutto un 10 per cento in più rispetto al 2008 (che fu un anno record per il turismo israeliano).
L’aumento dei pellegrini sta portando lavoro: a Betlemme sono in costruzione cinque nuovi alberghi. L’indotto papale funziona.

© Copyright Libero, 4 agosto 2010

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L’invito del Pontefice: «Ricostruite insieme»

A Rocca di Mezzo, ieri l’altro, l’appello a superare le divisioni post sisma. Il racconto del sindaco

di STEFANO DASCOLI

ROCCA DI MEZZO

«Dovete ricostruire senza divisioni, tutti insieme». Dal cuore dell’Altopiano delle Rocche arriva l’invito di Benedetto XVI a superare le divergenze del post-terremoto. Poche parole, quasi sussurrate al sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca, che l’altro ieri a sorpresa si è ritrovato davanti papa Ratzinger, in visita privata nello splendido borgo che potrebbe diventare presto la sua nuova residenza per i momenti di relax. Il pontefice è arrivato da Castel Gandolfo “di soppiatto” intorno alle 15, in auto e non elicottero, per non attirare troppo l’attenzione. Con lui il segretario particolare Georg Gaenswein e gli uomini della scorta. È stato accolto dal cardinale Angelo Sodano, che a Rocca di Mezzo ormai è di casa. In brevissimo tempo, infatti, ha fatto restaurare il villino che fu donato da monsignor Vittorio Di Paola, prelato di Rocca di Mezzo, al Vicariato di Roma e poi acquisito dal Vaticano. La casa, nella quale Sodano trascorre i suoi periodi di vacanza, è stata mostrata al Papa che non ha escluso la possibilità di utilizzarla per i momenti di riposo e preghiera. Ratzinger ha poi visitato la piccola chiesa di San Leucio, patrono del borgo, danneggiata dal terremoto. Qui ha auspicato un restauro veloce e ha pregato per i terremotati. Dopo un breve spuntino, di ritorno dalla passeggiata nella pineta, Ratzinger si è intrattenuto con le suore e con la piccola delegazione del Comune (oltre a Nusca c’erano gli assessori Mauro Di Ciccio, Carmine Magnante, Giancarlo Scoccia e Lucio Benedetti) e con il parroco don Vincenzo Catalfo. Alle 18 il pontefice è salito in auto per il rientro a Castel Gandolfo, con una promessa: «Tornerò presto».
La visita di Ratzinger ha colto di sorpresa tutti. «Ogni anno - racconta Nusca - andiamo a trovare il cardinale Sodano. Così avevo preso appuntamento con la mia Giunta alle 17.30. Quando ci siamo ritrovati è passato anche il parroco, don Vincenzo, che mi ha detto: “Sai chi c’è?”. Ho risposto: “Il cardinale”. E lui: “Ma quale cardinale, c’è anche il papa!’”. Così siamo andati di corsa, in tempo per vedere il papa che riscendeva dalla sua passeggiata a San Leucio».
La visita di Ratzinger ha avuto un duplice scopo. Il primo è stato quello di ribadire la sua vicinanza alle popolazioni terremotate. Concetti già espressi nella sua visita a Onna, dopo il sisma (il 28 aprile 2009) e in quella a Sulmona (4 luglio scorso). Non per niente anche nel suo “blitz” dell’altro ieri a più riprese ha chiesto notizie della situazione e ha pregato a lungo per i terremotati e per una ricostruzione senza divisioni. Ma la presenza del Pontefice rafforza ulteriormente il legame della Santa Sede con le montagne dell’Aquilano. Da Sodano, a Rocca di Mezzo, si è recato spesso anche Giovanni Paolo II, che preferiva però il Gran Sasso nelle sue famigerate “fughe” del martedì. Ora anche Ratzinger sembra deciso a fare della montagna aquilana una sorta di Castel Gandolfo 2. Magari proprio a Rocca di Mezzo, dove ha annunciato di voler tornare. E magari nella “Casa dei papi”, di cui si parla da tanto (troppo) tempo.

© Copyright Il Messaggero (Abruzzo), 8 agosto 2010

Benedetto estasiato dal borgo caro a Ciampi

ROCCA DI MEZZO

Della “Casa dei papi”, a Rocca di Mezzo, si parla da tanto tempo. L’idea, sostenuta dal cardinale Angelo Sodano, risale ai tempi del pontificato di Giovanni Paolo II. Si tratta della possibilità di fare del villino che fu donato da monsignor Vittorio Di Paola, prelato di Rocca di Mezzo, al Vicariato di Roma e poi acquisito dal Vaticano, una sorta di Castel Gandolfo 2. Il progetto c’è, così come la disponibilità dei terreni, donati dall’amministrazione al Vaticano. Si tratterebbe di ampliare il villino con un appartamento più grande, uno studio per il Papa, nuovi servizi, una cappella più ampia. «Ne parlerò presto con Sodano» ha annunciato il sindaco Emilio Nusca. C’è bisogno di accelerare. Anche perché anche Ratzinger, come Giovanni Paolo II, Sodano e Carlo Azeglio Ciampi, non sembra voler rinunciare alle meraviglie di questo angolo incontaminato delle montagne aquilane.
S.Das.

© Copyright Il Messaggero (Abruzzo), 8 agosto 2010


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Fuori programma del Papa, con la minicar fra i pellegrini

di LUIGI JOVINO

CASTEL GANDOLFO

I pellegrini spagnoli si sono bloccati come statue quando se li sono trovati davanti così all’improvviso: figuriamoci se il programma del loro viaggio prevedeva l’incontro con il pontefice Benedetto XVI e il fratello Georg scarrozzati per Castel Gandolfo sulla miniPapamobile, una bianca golf-car.
Invece l’altro ieri pomeriggio Papa Ratzinger ha chiesto all’autista di tirare dritto, evitando il percorso interno alle ville pontificie dove sta trascorrendo le lunghe vacanze di lavoro, e si è presentato in piazza tra lo stupore generale. La silenziosa vetturetta ha così percorso a sorpresa i 150 metri di strada che separano l’uscita del complesso di villa Cybo dal palazzo apostolico. E mentre scrosciavano applausi e saluti, sono scattati immediatamente gli agenti della polizia di Stato e i carabinieri che in questi mesi presidiano giorno e notte il perimetro delle mura vaticane. Il Papa ha sorriso al gruppo di pellegrini e ha risposto con calore ai saluti prima di rientrare nel palazzo dopo l’immancabile passeggiata pomeridiana, conclusa dai canti mariani intonati di fronte alla statua della Vergine Maria nei giardini vaticani.
«Sono stato richiamato dice ancora emozionato Stefano Carosi, titolare di un bar in piazza della Libertà a Castel Gandolfo dalle grida festose e dai battimani. Sono uscito e non credevo ai miei occhi: il Papa sulla sua macchinina bianca circondato da tanta gente. La sua permanenza in piazza è durata solo qualche minuto, ma la nostra meraviglia è stata grande». Anche questo episodio dimostra che Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo si sente davvero a casa sua e non esita a “uscire” dal protocollo. Apprezza particolarmente l’atmosfera familiare che si crea con i pellegrini che durante l’udienza sono sistemati a contatto di gomito e vive giornate intense, ma molto semplici pregando e scrivendo il terzo volume su Gesù, dedicato ai vangeli dell’infanzia, anche se non è escluso che possa essere elaborata una nuovo enciclica.

© Copyright Il Messaggero, 13 agosto 2010


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Papa/ Anche quest'estate niente vacanze in Val d'Aosta

Declinato invito come nel 2010. Si riposerà solo a Castelgandolfo

Come già accadde lo scorso anno, anche per l'estate 2011 non ci sarà un soggiorno in Val d'Aosta per Papa Benedetto XVI.
La Santa Sede ha infatti comunicato oggi la decisione di declinare l'invito a Les Combes di Introd che anche per quest'anno gli era stato rinnovato. Il Santo Padre, è scritto nella comunicazione fatta recapitare a Les Combes, esprime "gratitudine ed apprezzamento per la calorosa accoglienza riservatagli in passato dalla diocesi e ha chiesto al Vescovo di estendere i suoi sentimenti e la sua benedizione apostolica al clero, ai fedeli e alle autorità della Valle d'Aosta".
Appare probabile che il Papa decida di trascorrere il periodo di riposo a Castel Gandolfo, come l'estate scorsa. Nella villa dei Salesiani a Les Combes, dove si stanno effettuando lavori di miglioramento con l'aggiunta di una stanza, potrebbe invece arrivare il Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone. "Saremmo felici - aveva detto nei giorni scorsi il Governatore della Valle d'Aosta Augusto Rollandin - se il Santo Padre volesse accogliere di nuovo il nostro invito, come siamo stati felici tutte le volte che ci ha visitato in passato. Ma rispetteremo naturalmente la sua decisione, anche se decidesse di non ritornare".

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ANSA/ PAPA: NO A VACANZE VAL D'AOSTA,PROBABILE BIS C.GANDOLFO

DECLINA INVITO CURIA; GIA' IN 2010 PASSO' ESTATE SU COLLI ALBANI

(di Fausto Gasparroni)

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG

Benedetto XVI non trascorrera' le sue prossime vacanze estive in Valle d'Aosta, dove invece era stato nel 2005, 2006 e 2009 e dove anche quest'anno era particolarmente atteso. Il vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi ha fatto sapere oggi, infatti, che il Papa ha declinato il suo invito a passare alcuni giorni di vacanza a Les Combes di Introd. Si profila anche per quest'anno, dunque, come successo gia' nel 2010, un soggiorno estivo interamente nella tranquillita' delle ville pontificie di Castel Gandolfo, senza trasferimenti in montagna.
''Il Santo Padre - ha spiegato oggi mons. Anfossi - ha espresso gratitudine ed apprezzamento per la calorosa accoglienza riservatagli in passato dalla nostra Diocesi e ha chiesto di estendere i suoi sentimenti e la sua benedizione apostolica al clero, ai fedeli e alle autorita' della Valle d'Aosta''. Ringraziando a sua volta il Papa, il vescovo ha espresso la speranza che ''la Valle d'Aosta possa averlo ancora in futuro come gradito ospite, assicurando la preghiera di tutti i fedeli valdostani per la sua Persona ed il suo altissimo Ministero''.
Dopo i precedenti soggiorni a Les Combes (dove nel 2009 una caduta notturna gli era costata la frattura del polso destro), a Lorenzago di Cadore nel 2007, a Bressanone nel 2008, e' probabile dunque che anche quest'anno il Papa trascorra i mesi di luglio e agosto nella residenza pontificia sui Colli Albani, con l'unico intervallo della partenza per Madrid dal 18 al 21 agosto per la Giornata Mondiale della Gioventu'.
L'aria di collina, la tranquillita' di Castel Gandolfo, sono sembrate negli ultimi anni piu' congeniali sia al fisico che alle attitudini di studioso di Ratzinger. Tra l'altro il Papa sara' impegnato nei prossimi mesi anche alla stesura del suo terzo libro su Gesu' di Nazaret, dedicato all'infanzia di Cristo e agli anni fino all'inizio della predicazione, di cui i Vangeli non parlano se non per piccoli accenni. L'elaborazione del secondo volume, poi uscito nel marzo scorso, fu rallentata proprio dalla frattura riportata dal Papa nella caduta in casa a Les Combes.
In Valle d'Aosta, comunque, nelle ultime settimane si era diffusa la convinzione che quest'estate il Papa potesse tornare, ma non e' stato cosi'. ''Saremmo felici - aveva detto nei giorni scorsi il presidente della regione, Augusto Rollandin - se il Santo Padre volesse accogliere di nuovo il nostro invito, come siamo stati felici tutte le volte che ci ha visitato in passato. Ma rispetteremo naturalmente la sua decisione, anche se decidesse di non ritornare''.
Nella villa dei Salesiani a Les Combes, dove si stanno effettuando lavori di miglioramento con l'aggiunta di una stanza, potrebbe invece arrivare il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone.

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