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Le vacanze

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2012 17:01
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23/07/2009 22:16
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PAPA: INCONTRA DONNA MALATA, SCAMBIO DI AUGURI

(ANSA) - LES COMBES (AOSTA), 23 LUG

Tra le madri che ieri sera hanno accompagnato i loro bambini ad un breve incontro con Benedetto XVI durante la sua passeggiata serale a Les Combes, c'era anche una donna malata di tumore, che ha avuto con il Pontefice uno scambio di parole e di gesti di cui oggi si dice commossa e onorata.
Ieri sera Benedetto XVI, al termine di una giornata di lavoro passata con il segretario di stato, card Tarcisio Bertone, ha fatto la sua rituale camminata intorno alle 18,30 e ha voluto eccezionalmente incontrare i bambini di Les Combes, il villaggio poco distante dalla colonia salesiana dove si trova lo chalet in cui sta trascorrendo le vacanze.
All'appello hanno subito risposto le poche famiglie con figli presenti nella piccola frazione di Introd. Tre madri con cinque bambini hanno raggiunto il pontefice, accompagnati dagli uomini della sicurezza, presso l'entrata del villaggio. Il pontefice ha salutato per prima una piccolissima bimba bionda in braccio ad una giovane madre, ritratta oggi sulla prima pagina dell'Osservatore Romano.
Poi si é avvicinato ad una donna che teneva in braccio una bambina di tre anni la quale gli ha chiesto notizie del polso fratturato.
"C'é bisogno di tempo - ha risposto il Papa, ci vuole pazienza" e la donna gli ha risposto "come in tutte le cose, Santo Padre".
Per ultima il Papa, che ha poi benedetto tutti i bambini con la mano sinistra, avendo la destra bloccata dal tutore, si è rivolto alla donna ammalata che ha abbracciato e baciato su entrambe le guance.
Tra i due vi è stato uno scambio di auguri di pronta guarigione. La donna, originaria di una località della Valgrisanche a 1900 metri di altezza, ha poi scambiato con il pontefice alcune battute sulla molta neve caduta lo scorso inverno. Oggi, ricordando quel momento, si dice commossa e anche un po' sorpresa dalla confidenza e dall'affetto riservatole da papa Ratzinger.
"Tanti anni fa a Les Combes - ricorda - avevo avuto anche l'occasione di incontrare Giovanni Paolo II, ma questo incontro è stato per me sicuramente il più toccante. Spero - ha aggiunto - che preghi per la mia guarigione".

© Copyright (ANSA)


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Intervista a don Aldo Armellin

Il Papa e la popolazione valdostana

di Mario Ponzi

Messaggi fatti recapitare a mano con la complicità di chi ha la fortuna di potersi accostare alla sua residenza, a Les Combes; ninnoli e altri oggetti dell'artigianato locale inviati come gesto d'omaggio all'illustre ospite; dolcetti e torte tipiche fatte in casa per esprimere l'atmosfera di familiarità con la quale viene vissuta la sua vicinanza. Così, sino a oggi, i valdostani hanno testimoniato, da lontano, il loro affetto rispettoso a Benedetto XVI.
Ora si preparano a stringersi intorno a lui anche in modo più concreto quando, venerdì 24, scenderà in città per la preghiera dei vespri. Per la verità occasioni d'incontro per alcuni di loro ci sono già state. L'ultima, in ordine di tempo, quella che si è presentata mercoledì pomeriggio a un gruppetto di bambini di una frazione di Introd.
Sul come i valdostani vivono questa esperienza, ormai ultradecennale, della presenza del Papa tra loro, abbiamo parlato con don Aldo Armellin, il sacerdote incaricato dalla diocesi di tenere i contatti con la residenza di Les Combes.

Come è vissuta dalle comunità valdostane la presenza del Papa in queste giornate?

Direi che la vivono come un momento di grazia. È la tredicesima volta che un Papa viene in vacanza in Valle d'Aosta. Iniziò a farlo Giovanni Paolo II, che era innamorato delle nostre montagne. Per Benedetto XVI si tratta della terza volta. Il rinnovarsi di questa, che vorremmo ormai poter definire una bella consuetudine, potrebbe forse apparire come un momento abituale. Ma la presenza del Pontefice in questi luoghi rimane, per tutti noi, sempre un evento capace di infondere nuove emozioni.

Alla vigilia dell'arrivo del Papa la parola d'ordine era "garantirgli riservatezza e riposo assoluto". Invece sembra che le occasioni di poter incrociare il Papa si ripetano con una certa frequenza, anche se in qualche caso, del tutto imprevista e certamente fortuita. Come ci si sta preparando invece all'incontro fissato per venerdì sera in cattedrale?

Per la verità gli incontri programmati, o almeno i grandi appuntamenti, sono due. Il primo appunto è per la celebrazione dei vespri in cattedrale. Il vescovo aveva chiesto al Papa un incontro per i sacerdoti, i religiosi e le religiose. Benedetto XVI invece ha voluto che l'invito fosse esteso a tutta la comunità ecclesiale e ai valdostani. Dunque sono attese circa quattrocento persone, per la maggior parte laici. Ma siamo certi che saranno molti di più quelli che si sistemeranno nella Piazza antistante la cattedrale per ricevere il saluto del Papa al termine della liturgia dei vespri, e tanti ancora saranno a far da corona lungo le strade che percorrerà il corteo. Il secondo appuntamento è fissato per le dodici di domenica 26 luglio per la preghiera dell'Angelus, dove pensiamo si registrerà la maggior parte delle presenze. Ci saranno naturalmente soprattutto i valdostani; ma certamente si aggiungeranno i tanti turisti in vacanza in queste zone.
Per i gruppi organizzati c'è la consapevolezza che si tratta di momenti di preghiera, di occasioni per ascoltare la parola del Papa, mai scontata e sempre densa di significati per quanto riguarda la fede e la vita cristiana. Dunque da parte loro c'è molta attesa.

Lei, che fa un po' da trait d'union tra la residenza del Papa e la comunità valdostana, che idea si è fatto di questa convivenza, sino ad oggi, sperimentata a distanza?

La convivenza è sempre stata rispettosa delle esigenze del Santo Padre. Il Papa viene per un periodo di vacanza e la comunità aostana lo accompagna nella preghiera, rispettando il suo riposo e accogliendo le eventuali possibilità di incontro come un dono. E come si vede i doni del Papa non mancano mai. Anzi sono sempre più ricchi di quanto ci si possa aspettare. E sono in tanti a poterlo testimoniare anche in questi giorni.

Le hanno affidato qualche messaggio particolare per il Papa, qualche dono, qualche pensier0 da riferirgli in questi giorni?

In effetti sono in tanti quelli che cercano di accostarsi al Papa anche soltanto attraverso un messaggio, o che cercano di manifestargli gratitudine inviandogli un dono simbolico, o quanti intendono dimostrare concretamente l'affetto e la familiarità con i quali lo accolgono facendogli arrivare un dolce tipico, fatto da loro stessi. In genere i messaggi che gli vengono recapitati provengono da persone ammalate, sofferenti o in difficoltà. E sono in tanti. Per questo il Papa ha deciso di incontrare alcuni di loro venerdì sera, dopo i vespri, passando per Introd.

Tra la gente si nota più curiosità, più devozione o più indifferenza?

Non è facile discernere i sentimenti delle persone. Sicuramente c'è una grande devozione per il successore di Pietro. Ma non si può escludere una certa curiosità data l'eccezionalità della presenza del Papa. Non capita tutti i giorni di poter cogliere una simile occasione.

La religiosità delle popolazioni valdostane, secondo lei, deriva da una tradizione popolare o piuttosto da una fede convinta, vissuta?

Quella della nostra gente è una religiosità convinta, che si esprime anche in manifestazioni di fede popolare. Questo non toglie che anche noi siamo toccati dalla secolarizzazione e che tante certezze religiose del passato siano messe in discussione. Credo che sia una grande sfida per la Chiesa valdostana, come per quella universale, fare incontrare la bellezza della vita cristiana e dell'annuncio evangelico con i ritmi della vita del nostro tempo che presenta tante opportunità.

Lei definirebbe, quella della Chiesa di Aosta, una comunità giovane per la sua vivacità, adulta per la maturità raggiunta, o antica per la pigrizia della consuetudine?

Non sono facili da definire le caratteristiche della comunità valdostana. In alcuni settori presenta indubbiamente elementi di vivacità. Penso per esempio agli oratori, ai volontari della Caritas, ai catechisti eccetera. Ci sono anche tracce di vita cristiana vissuta come consuetudine, routine, ma credo che sia la realtà di ogni altra diocesi del mondo.

(©L'Osservatore Romano - 24 luglio 2009)


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Il Cardinal Bertone prepara con il Papa la presentazione dell'enciclica
Illustrerà la "Caritas in veritate" davanti al Senato italiano



LES COMBES, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- Il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, presenterà l'Enciclica “Caritas in veritate” al Senato italiano, il prossimo martedì 28 luglio, su invito del Presidente Renato Schifani.

Questo mercoledì il porporato ha rivisto con il Papa alcuni dettagli della sua presentazione nella residenza in Valle d'Aosta dove Benedetto XVI si trova a trascorrere alcuni giorni di riposo.

Il braccio destro del Papa si è trasferito in elicottero fino a Les Combes, che si trova non troppo distante dalla sua città natale, Romano Canavese.

Al centro di questi incontri abituali ci sono le “riflessioni comuni sui problemi riguardanti il governo corrente della Chiesa”, secondo quanto ha spiegato alla Radio Vaticana, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, S.I.

Il sacerdote gesuita ha poi aggiunto che “si tratta quindi di un momento fraterno, piacevole, che si conclude con il pranzo del Cardinale Bertone assieme al Papa”.

Successivamente, il Cardinale si è nuovamente diretto a Romano Canavese per prepararsi a far ritorno a Roma, previsto per giovedì mattina.





Il Papa riceve auguri di pronta guarigione da tutto il mondo
Un apparato radiologico portatile permetterà di verificare le condizioni del polso



LES COMBES, giovedì, 23 luglio 2009 (ZENIT.org).- Dopo la frattura del polso e la conseguente operazione chirurgica, Benedetto XVI sta ricevendo auguri di pronta guarigione da tutto il mondo.

Lo ha reso noto padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, in un comunicato diffuso dalla Santa Sede questo giovedì, in cui ricorda che agli auguri ricevuti nei giorni scorsi si sono aggiunti “quelli giunti dai reali di Spagna, dal cancelliere tedesco Angela Merkel e oggi quello del senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica Italiana”.

L'incidente non ha ostacolato troppo il lavoro del Papa, che “fra altre occupazioni studia i documenti che gli sono stati portati ieri dal Cardinal Bertone su diverse questioni”.

Continuano, inoltre, le passeggiate che il Pontefice compie nei dintorni della casa dei Salesiani di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove alloggerà fino al 29 luglio. Questo mercoledì sera, il Papa ha incontrato vicino a Les Combes “un gruppetto di cinque bambini accompagnati da tre signore e si è intrattenuto brevemente con loro”, rivela padre Lombardi.

“Uno dei bimbi ha raccontato che in Val di Rhemes, dove vive, d’inverno ci sono 6 metri di neve suscitando lo stupore e la curiosità del Papa”.

Questo giovedì è stato inoltre portato dall’ospedale di Aosta alla residenza del Papa un apparato radiologico portatile che permetterà di compiere sabato mattina un esame radiologico di controllo al polso.

Oltre ai medici vaticani – il dott. Polisca e il dott. Berti –, saranno presenti il dott. Mancini, che ha operato il Santo Padre, e il prof. Vincenzo Sessa, primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma e abituale collaboratore specialista dei Servizi Sanitari Vaticani, che seguirà dal punto di vista ortopedico il Papa dopo il rientro a Castel Gandolfo.

“In tal modo – conclude il comunicato vaticano – si garantisce la continuità dell’assistenza medica”.

Questo venerdì Benedetto XVI visiterà Aosta per recitare i Vespri nella Cattedrale. “I preparativi sono in corso - ha riferito padre Lombardi alla “Radio Vaticana” -: sono state montate le telecamere, sono stati approntati gli ambienti in modo tale che tutto si possa svolgere nel modo migliore”.

“E’ molto bello il fatto che il Papa potrà attraversare - speriamo che il tempo sia buono - le vie storiche centrali della città con grande presenza di popolo”, ha confessato.

“In questo modo la città potrà accogliere Benedetto XVI, anche se solo 400 persone potranno essere presenti direttamente alla celebrazione dei Vespri”.

“La trasmissione sia radiofonica sia televisiva permetterà a molti, che desiderano farsi vicini e pregare per il Papa in questa circostanza, di essere anch’essi presenti”, ha aggiunto.

24/07/2009 16:34
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Il Papa presiede la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta


Il Papa presiederà oggi pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta. Saranno presenti circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi. La Radio Vaticana seguirà in diretta il rito a partire dalle 17.20. Al termine della liturgia, Benedetto XVI saluterà dal sagrato della Cattedrale i fedeli che hanno seguito i Vespri dall’esterno; prima di rientrare a Les Combes, il Pontefice si fermerà a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo. Per quanto riguarda i Vespri in Cattedrale c’è da sottolineare che si svolgono in coincidenza con l’Anno Anselmiano indetto per il nono centenario della morte di Sant’Anselmo d’Aosta (1109). Per questa occasione il Papa ha scritto due lettere: all’abate primate dei Benedettini Confederati, Dom Nokter Wolf, e al cardinale Giacomo Biffi, suo inviato speciale per le celebrazioni anselmiane. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio Centofanti.

Benedetto XVI ricorda “la sottile dottrina teologica e filosofica” di Sant’Anselmo che fa di lui un segno di quel “Medioevo pensante” che molti hanno tentato ideologicamente di oscurare. Anselmo, abate e priore del Monastero benedettino di Bec, in Normandia, e poi arcivescovo di Canterbury, è considerato il padre della Scolastica, quel ricco periodo culturale che nelle “scholae” e nelle università del tempo cercava la verità con le ali della ragione e della fede. Celebre la sua “prova ontologica” con cui voleva dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio e le contraddizioni dell’ateismo. Il Papa descrive un Anselmo cresciuto tra i monti innevati della Val d’Aosta: Dio gli “appare come ciò di cui non è possibile pensare qualcosa di più grande”; per incontrarlo occorre “salire sul vertice della montagna”. Servono sia la fede, sia la ragione, ma afferma: “se non crederete, non comprenderete”. Benedetto XVI sottolinea il suo insegnamento sul valore inviolabile della coscienza e della libertà della Chiesa che difende contro le ingerenze dei re d’Inghilterra. Per questo è costretto all’esilio come arcivescovo di Canterbury. Anselmo non ha paura di perdere la vita e dice: “preferisco essere in disaccordo con gli uomini piuttosto che, d’accordo con loro, essere in disaccordo con Dio”. Voleva restare monaco per tutta la vita. Non si sentiva adatto né capace di guidare una diocesi. Il suo stile unisce misericordia e fermezza, ma deve affrontare numerose tribolazioni. Il Papa ricorda le parole di Sant’Anselmo in mezzo a tante sofferenze e persecuzioni: “Non conserverò nel cuore alcun rancore per nessuno”.


Radio Vaticana

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Papa/ Benedetto XVI è ad Aosta, presiede vespri in Cattedrale

Giro tra fedeli lungo le vie della città

Il Papa è arrivato ad Aosta per presiedere i vespri nella Cattedrale Santa Maria Assunta del capoluogo valdostano. Ratzinger, con il braccio destro ingessato, sta salutando la folla radunata nella piazza davanti alla Cattedrale.
Quella di oggi è la seconda uscita ufficiale di Benedetto XVI, dopo l'Angelus di domenica scorsa a Romano Canavese. Ratzinger si trova in Val d'Aosta, a Les Combes, per un periodo di riposo estivo. Nella Cattedrale ci sono circa 400 persone, tra sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, due laici per ogni parrocchia della diocesi e l'intero consiglio pastorale della Cattedrale. La celebrazione dei vespri è in italiano e francese e il Papa pronuncerà a braccio l'omelia. Benedetto XVI è arrivato alla Piazza dell'Arco di Augusto, dove ha salutato il sindaco di Aosta, Guido Grimod, e il presidente della Regione Augusto Rollandin.
Da qui è iniziato un percorso in auto scoperta fino alla piazza davanti alla Cattedrale. Lungo il percorso il Papa ha salutato migliaia di fedeli che si sono riversati sulle strade della cittadina. Dopo Giovanni Paolo II nel 1986, Benedetto XVI è il secondo Papa che visita la cattedrale di Aosta: ma, mentre Wojtyla vi si recò nel corso della sua visita pastorale in Valle d'Aosta, Ratzinger arriva durante il periodo di riposo che sta trascorrendo a Les Combes.

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Papa/ Ad Aosta si appoggia a jeep con il braccio destro ingessato

Saluta e benedice con la mano sinistra, giro tra la folla

Il Papa è arrivato alla Cattedrale di Aosta a bordo di una jeep scoperta. Si tiene appoggiato con il braccio destro ingessato mentre, passando davanti alla folla radunata nella piazza della cattedrale, saluta e benedice con la mano sinistra. Benedetto XVI è passato davanti al cenotafio, monumento in memoria di Sant'Anselmo, e poi ha fatto il giro della piazza della cattedrale. Prima di entrare in Cattedrale per iniziare i vespri, Benedetto XVI ha salutato alcuni religiosi e poi ha fatto ingresso accolto dall'applauso di circa 400 persone presenti.

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PAPA: AD AOSTA SENZA ANELLO PISCATORIO

(ANSA) - AOSTA, 24 LUG

Durante la sua visita ad Aosta, Benedetto XVI è apparso senza anello piscatorio, quello che ogni pontefice usa indossare quando diventa Papa e che generalmente indossa in tutte le pubbliche occasioni.
Benedetto XVI lo aveva spostato dalla mano destra alla sinistra subito dopo l'intervento che ha dovuto subire venerdì scorso all'ospedale di Aosta per la frattura del polso destro. Poi, due giorni dopo, era comparso sulla piazza di Romano Canavese (Torino), dove ha recitato l'Angelus domenica scorsa, con l'anello nuovamente alla mano destra.
Il pontefice - secondo quanto ha poi chiarito il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi - ha dismesso l'anello da qualche giorno "per semplicità ", avendo già i movimenti limitati dall'ingessatura e dal tutore che normalmente indossa, quando non ha impegni pubblici.

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Les Combes si prepara per l'Angelus con il Papa
Attese 5.000 persone



LES COMBES, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Les Combes, il paese sulle Alpi della Valle d'Aosta in cui Benedetto XVI sta trascorrendo le sue vacanze, si prepara alla celebrazione dell'Angelus di domenica prossima con il Papa.

Dopo la recita della preghiera mariana di domenica scorsa a Romano Canavese (Torino), paese natale del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, questa volta il Pontefice vivrà il consueto appuntamento domenicale nel luogo in cui sta passando qualche giorno di riposo fino al 29 luglio.

Un comunicato di padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, diffuso questo venerdì spiega che a Les Combes fervono i preparativi per l'Angelus, che verrà recitato “nel prato vicino alla residenza del Papa”.

Si pensa che per l'occasione arriveranno circa 5.000 persone, e fin d'ora “vengono collocate le transenne, le panche per i posti a sedere, gli ornamenti floreali”.

Dal canto suo, Benedetto XVI ha compiuto questo giovedì “la sua breve passeggiata abituale nonostante la giornata piovosa”.

In serata, il presidente della regione, Augusto Rolandin, e il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, “hanno partecipato in clima di grande cordialità alla cena nella colonia salesiana, con il personale vaticano e della colonia”.

“Il sindaco – ha aggiunto padre Lombardi – ha offerto un’ottima polenta con capriolo, da lui stesso cucinata con grande maestria”.

La mattinata di questo venerdì è stata caratterizzata dai preparativi ad Aosta per la visita del Papa e per la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale, nel pomeriggio.

Il Pontefice, conclude il comunicato vaticano, ha trascorso una “mattina tranquilla”, preparandosi all’incontro di Aosta e pensando all’omelia quasi interamente a braccio che avrebbe tenuto durante la celebrazione.

25/07/2009 01:41
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Benedetto XVI: la misericordia è il “vero potere” di Dio
Nel presiedere i Vespri nella Cattedrale di Aosta

di Mirko Testa


AOSTA, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- A un mondo dominato dall'ingiustizia, assetato di amore e abituato a misurare il potere sul possesso e la forza, Dio ha mostrato il suo volto di misericordia, sacrificando suo Figlio sulla Croce.

E' quanto ha detto il Papa nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta, dedicata a Maria Assunta, alla presenza di circa 400 persone in rappresentanza dei sacerdoti, religiosi e laici di tutta la comunità diocesana.

L'incontro si inseriva nella cornice delle celebrazioni per il 90° centenario della morte di Sant’Anselmo d'Aosta (1033-1109), da molti indicato come il “padre della scolastica” e conosciuto anche come “Dottore Magnifico”, che fu monaco benedettino, filosofo e teologo, Abate del monastero di Bec, in Normandia, e alla fine Arcivescovo di Canterbury.

Le celebrazioni per l’Anno Anselmiano hanno avuto il loro culmine il 21 aprile corso, in questa stessa cattedrale, in occasione dell'inaugurazione del Cenotafio di Sant'Anselmo e con la Messa presieduta dal Cardinale Giacomo Biffi, inviato speciale del Santo Padre per le celebrazioni.

Nel suo indirizzo di saluto, il Vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, ha ricordato la storia di questa antica cattedrale, la cui presenza, in base alle indagini archeologiche, si fa risalire alla fine del IV sec., anche se le iscrizioni funerarie informano dell'esistenza, già da prima, di un antico polo religioso cristiano che ruotava attorno a una abitazione privata destinata al culto e databile intorno al II sec.

Partendo da questo riferimento storico, il Vescovo è quindi ritornato ai giorni nostri, esprimendo la sua preoccupazione per la situazione presente delle “nostre famiglie” che “soffrono molto”.

“Voglio sperare – ha quindi detto – che questa sofferenza […] possa nel tempo che viene rigenerare questa bellissima comunità, piccola chiesa, o meglio chiesa domestica, famiglia fondata sul matrimonio” e “possa riguadagnare la bellezza a cui Cristo, Nostro Signore, l'ha chiamata”.

Dopo la preghiera dei Vespri, Benedetto XVI ha quindi preso la parola per pronunciare una omelia a braccio, incentrata su alcuni passaggi della Lettera di San Paolo ai Romani, e nella quale ha sottolineato il carattere fondamentale del rapporto tra l'uomo e Dio.

“Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente – ha infatti avvertito – manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare”.

Tuttavia di fronte a un Dio che “sembra assente, molto lontano”, che “non sembra entrare nella nostra vita quotidiana”, è il mistero della Croce che interviene a rendercelo vicino: “Questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare”.

Oggi tuttavia, ha osservato il Papa, si avverte anche un'altra paura, la minaccia dell'onnipotenza, che “sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte”. Al contrario, ha spiegato, “dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà”.

“Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia – ha continuato –, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere”.

Infatti, a un concetto comunemente accettato di potere come corollario del denaro o della forza militare, Dio oppone il “potere di grazia e misericordia”.

“Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino”, ha detto Benedetto XVI.

E a chi domanda “perché era necessario soffrire per salvare il mondo”, il Papa risponde che “nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia”.

“Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia – ha continuato –. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore”.

Ma con il sacrificio del Figlio sulla Croce Dio ci ha voluti anche invitare “a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo”, per “entrare nel fiume del suo amore” e divenire, come ricordava San Paolo nel cap. 12 della sua Lettera ai Romani, “un sacrificio vivente” per “trasformare così il mondo”.

Nell'Anno sacerdotale appena iniziato, il Papa ha accennato brevemente al compito del sacerdote chiamato a “consacrare il mondo perché diventi 'ostia vivente', perché il mondo diventi liturgia”, e ad essere al contempo “annuncio di Dio”, “porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino”.

Infatti, ha detto il Papa, la nostra umanità affamata non solo di pane, ma anche di giustizia e di amore ha bisogno di conoscere Dio. “Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore”, ha concluso con una invocazione il Pontefice.

Al termine della liturgia, Benedetto XVI si è fermato sul sagrato della Cattedrale per salutare i fedeli assiepati all'esterno.

“Grazie per questa vostra accoglienza, per l’affetto e per la simpatia. Auguro a tutti voi un tempo buono, anche buone vacanze, come anch’io sono in vacanza...ma senza incidenti per voi”, ha detto scherzando.

Prima di far ritorno a Les Combes, il Pontefice si è quindi fermato a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo.




Omelia di Benedetto XVI per i Vespri nella Cattedrale di Aosta


AOSTA, venerdì, 24 luglio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito una trascrizione di lavoro dell'omelia pronunciata quasi interamente a braccio da Benedetto XVI, nel presiedere questo venerdì pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta alla presenza di circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi.

* * *

Eccellenza,

cari fratelli e sorelle,

vorrei innanzitutto dire grazie a lei, Eccellenza, per le sue buone parole con le quali mi ha introdotto nella grande storia di questa chiesa cattedrale e così mi ha fatto sentire che preghiamo qui, in questa bella chiesa, non solo in questo momento ma anche nei secoli. E grazie a tutti voi che siete venuti per pregare con me e per rendere visibile così questa rete di preghiera che ci collega tutti e sempre.

In questa breve omelia vorrei dire qualche parola sulla orazione con la quale si concludono questi Vespri, perché mi sembra che in questa orazione il brano della Lettera ai Romani, ora letto, sia interpretato e trasformato in preghiera.

La orazione si compone di due parti, un indirizzo, una intestazione per così dire, e poi la preghiera composta da due domande. Cominciamo con l'indirizzo che ha, a sua volta, due parti. Va qui un po' concretizzato il “tu” al quale parliamo per poter bussare con migliore forza al cuore di Dio. Nel testo italiano leggiamo semplicemente, “Padre misericordioso”, il testo originale latino e un po' più ampio e dice “Dio onnipotente e misericordioso”. Dio. Nella mia recente Enciclica ho tentato di mostrare la priorità di Dio sia nella vita personale che anche nella vita, nella storia e nella società del mondo. Certamente la relazione con Dio è una cosa profondamente personale, e la persona è un essere in relazione e se la relazione fondamentale, la relazione con Dio non è viva, non è vissuta, anche tutte le altre relazioni non possono trovare la loro forma giusta.

Ma questo vale anche per la società, per l'umanità come tale, anche qui se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente manca la bussola per mostrare l'insieme di tutte le relazioni, per trovare la strada, l'orientamento dove andare. Dio. Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente. Ma Dio, come conoscerlo? Nelle visite ad limina parlo sempre delle religioni tradizionali con i Vescovi soprattutto africani, ma anche dell'Asia e dell'America latina, dove ci sono ancora queste religioni. Sono molti i dettagli abbastanza diversi, naturalmente, ma ci sono anche elementi comuni. Tutti sanno che c'è Dio, un solo Dio, che Dio è una parola al singolare, che gli dei non sono Dio, che c'è Dio, il Dio.

Ma nello stesso tempo questo Dio sembra assente, molto lontano, non sembra entrare nella nostra vita quotidiana, si nasconde, non conosciamo il suo volto. E così la religione in gran parte si occupa di cose come i poteri più vicini, gli spiriti, gli antenati, etc., perché Dio stesso è troppo lontano e quindi ci si deve arrangiare con questi poteri vicini.

E l'evangelizzazione consiste proprio nel fatto che il Dio lontano si avvicina. Che Dio non è più lontano ma è vicino. Che questo conosciuto-sconosciuto adesso realmente si fa conoscere, mostra il suo volto, si rivela, il velo sul volto scompare. E perciò perché Dio stesso adesso è vicino,

lo conosciamo, ci mostra il suo volto, entra nel nostro mondo, non c'è più bisogno di arrangiarsi con questi altri poteri perché lui è il potere vero, è l'Onnipotente. Non so perché nel testo italiano hanno omesso la parola “onnipotente”, ma è vero che ci sentiamo un po' quasi minacciati dall'onnipotenza, sembra limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte, ma dobbiamo imparare che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il bene, è la verità e perciò Dio può tutto ma non può agire contro il bene, non può agire contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà, perché egli stesso è il bene, è l'amore e la vera libertà e perciò tutto ciò che fa non può mai essere in contrasto con verità, amore e libertà. E' vero il contrario: Egli Dio è il custode della nostra libertà, dell'amore, della verità. Questo occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un'amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che è bene essere è bene vivere. E' l'occhio dell'amore che ci dà l'aria di vivere.

Dio onnipotente e misericordioso, una orazione romana collegata con il testo del Libro della Sapienza dice: "O Dio, che manifesti la tua onnipotenza soprattutto nella misericordia e nel perdono". Il vertice della potenza di Dio è la misericordia e il perdono. Nel nostro concetto mondiale di oggi del potere pensiamo che ha il potere chi ha grandi proprietà; in economia è chi ha qualcosa da dire, che dispone di capitali per influire sul mondo del mercato, pensiamo che ha il potere chi dispone del potere militare, che può minacciare. E la domanda di Stalin - “Quante divisioni ha il Papa?” - ancora caratterizza l'idea media del potere. Il potere lo ha chi può essere pericoloso, chi può minacciare, chi può distruggere, chi ha in mano tante cose del mondo.

Ma la Rivelazione ci dice che non è così. Il vero potere è il potere di grazia e misericordia. Nella misericordia Dio dimostra il vero potere e così la seconda parte di questo indirizzo dice: “Che hai redento il mondo con la passione del tuo Figlio”. Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi e questo è l'ultimo apice del suo potere: che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino. Voleva soffrire con noi e per noi e nelle nostre sofferenze non ci ha mai lasciato soli. Dio nel suo Figlio ha sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze.

Tuttavia rimane la questione difficile, che adesso non si può interpretare ampiamente: perché era necessario soffrire per salvare il mondo? Era necessario? Perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell'odio, dell'ingiustizia, hanno diritto che sia fatta giustizia. Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti, che sono oppressi dall'ingiustizia. Perdonare non è ignorare ma trasformare. E Dio deve entrare in questo mondo

e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e dell'amore. E' questo l'avvenimento della Croce che da quel momento è andato contro l'oceano del male. Esiste un fiume infinito e perciò sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo. Un fiume di bontà, di verità, di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo ed entrando nel nostro mondo perché ci sia realmente una forza, un fiume di bene più grande di tutto il male che possa mai esistere.

E così l'indirizzo a Dio diventa un indirizzo a noi, cioè questo Dio ci invita a metterci dalla sua parte, a uscire dall'oceano del male, dell'odio, della violenza, dell'egoismo e di identificarci, di entrare nel fiume del suo amore.

E proprio questo è il contenuto della prima parte della preghiera che segue: “Fa che la tua Chiesa si offra a te come sacrificio vivo e santo”. Questa domanda diretta a Dio va a anche a noi stessi. E' un accenno a due testi della Lettera ai Romani. Nel cap. 12, Paolo dice che dobbiamo noi stessi divenire “un sacrificio vivente”, cioè noi stessi con tutto il nostro essere dobbiamo essere adorazione, sacrifico, restituire il nostro mondo a Dio, trasformare così il mondo.

Al cap. 15 dove Paolo descrive l'apostolato come sacerdozio, la funzione del sacerdozio è consacrare il mondo perché diventi “ostia vivente”, perché il mondo diventi liturgia. Che la liturgia non sia una cosa accanto alla realtà del mondo ma che il mondo stesso diventi “ostia vivente”, diventi liturgia. E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin che alla fine avremo una vera liturgia cosmica, e il cosmo diventerà ostia vivente. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere sacerdoti in questo senso, ad aiutare nella trasformazione del mondo in adorazione di Dio, cominciando da noi stessi. Che la nostra vita parli di Dio, che la nostra vita sia realmente liturgia, annuncio di Dio, porta attraverso la quale il Dio lontano diventa Dio vicino e realmente dono di noi stessi a Dio.

E poi la seconda domanda: Fa che il tuo popolo “sperimenti sempre la pienezza del tuo amore”. Il testo latino aveva detto saziaci col tuo amore e così il testo accenna al Salmo che abbiamo cantato, dove si dice “apri la tua mano e sazia la fame di ogni vivente”. E quanta fame esiste sulla Terra! Fame di pane in tante parti del mondo. Sua Eccellenza ha parlato anche delle sofferenze delle famiglie qui. Fame di giustizia, fame di amore. E con questa preghiera preghiamo Dio: apri la tua mano e sazia realmente la fame di ogni vivente. Sazia la fame nostra con la verità del tuo amore. Così sia. Amen.

[Trascrizione e adattamento a cura di ZENIT]




Saluto al termine della liturgia, sul sagrato della Cattedrale, a coloro che avevano i seguito i Vespri all’esterno

Cari amici,

vorrei semplicemente dire “Grazie” per questa vostra accoglienza, per l’affetto e per la simpatia. Qui siamo tutti uniti nella preghiera, e siamo uniti nell’amicizia che il Signore ci dona. Auguro a tutti voi un tempo buono, anche buone vacanze, come anch’io sono in vacanza…senza incidenti per voi! Grazie! Auguri a tutti voi.
[Modificato da +PetaloNero+ 25/07/2009 01:41]

25/07/2009 15:59
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Il polso del Papa sottoposto ad esame radiologico. I medici: "Decorso clinico buono". Attese migliaia di persone all'Angelus di domani a Les Combes


Mentre la frazione valdostana di Les Combes si prepara ad accogliere le persone - previste in qualche migliaio - che domani parteciperanno alla recita dell’Angelus presieduta dal Papa, questa mattina Benedetto XVI è stato sottoposto alla prevista radiografia al polso infortunato, che ha mostrato “un decorso buono” della frattura. L’esame si è svolto nelle vicinanze dello chalet che ospita il soggiorno estivo del Pontefice, come spiega il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:

R. - La mattina si è svolta normalmente. Poi, intorno alle 11.40, c’è stato il previsto controllo medico, ad un settimana circa dalla frattura e dall’intervento. Il controllo ha avuto luogo nella Colonia salesiana, in un locale appositamente attrezzato - la Colonia è vicinissima alla residenza del Santo Padre - e i risultati sono molto buoni. Il decorso clinico ha mostrato di essere buono e corrispondente a quanto previsto. Nell’occasione, si è tolto il tutore in vetroresina che immobilizza e protegge il polso del Papa, per permettere il controllo, e poi ne è stato applicato uno nuovo. Alla fine del controllo, il Papa ha salutato cordialmente, e sorridendo, tutti i medici, tutti i membri dell’équipe: un clima molto sereno, quindi, molto familiare. All’esame hanno partecipato i due medici vaticani che seguono il Papa qui - il suo medico personale, il dott. Polisca, e il dott. Berti - e poi naturalmente il dott. Manuel Mancini, il primario ortopedico di Aosta che ha operato il Santo Padre. Era anche presente, come già annunciato, il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, che collabora dal punto di vista specialistico con i Servizi sanitari vaticani e che sarà colui che seguirà dal punto di vista ortopedico il Santo Padre, al suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. Così si sono poste le premesse per una continuità adeguata dell’assistenza medica al Pontefice.


D. - Dopo il bagno di folla di ieri ad Aosta, molte persone sono attese anche per domani proprio a Les Combes per la recita dell’Angelus. Qual è la situazione della vigilia?


R. - Qui è tutto molto tranquillo, ma nella mattina sono state preparate le attrezzature per le trasmissioni audio e video. Molti sono inoltre i gruppi che si sono annunciati. Si tratta, come di consueto, di gruppi di diverse località della Valle d’Aosta e poi di numerosi gruppi di giovani cattolici o di organizzazioni cattoliche - di oratori, di parrocchie, di associazioni - che stanno facendo le loro vacanze nelle tante località della Valle che sono molto idonee per questo. Provengono da regioni anche lontane - dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana - e si prevede la partecipazione di diverse migliaia di persone, forse circa 5 mila. Alle 10.30, il vescovo di Aosta, mons. Anfossi, celebrerà una Messa per i fedeli che saranno in attesa e con lui concelebreranno il vescovo di Ivrea, mons. Miglio, il vescovo di Mondovì, mons. Pacomio, il vescovo di Asti, mons. Ravinale, il vescovo di Ventimiglia, mons. Careggio. E per l’Angelus è atteso anche il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Dunque, ci sarà certamente una bella presenza intorno al Santo Padre.


D. - In queste ore è stata sollevata la questione del possibile rischio che appuntamenti collettivi, come ad esempio le udienze generali, possono rappresentare per la salute dei partecipanti, in relazione alla diffusione del virus della Nuova influenza. Cosa si può dire, in merito?


R. - Io ho letto l’intervista rilasciata dal prof. Rocchi all’Osservatore Romano e mi sembra assolutamente priva di ogni motivo di particolare preoccupazione. Il prof. Rocchi ha spiegato che, naturalmente, anche il Vaticano tiene conto di eventuali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o delle autorità sanitarie italiane, qualora ci siano delle epidemie in corso, per evitare - se il caso - assembramenti che facilitino la diffusione del virus. Ma non ha affatto detto che questa sia una situazione incombente o vicina o prevedibile. Quindi, ha fatto presente un criterio di prudenza, di saggezza, che è generale. Ricordo, per esempio, pochi mesi fa in Messico, nella prima fase dell’epidemia che suscitava delle preoccupazioni, l’arcivescovo di Città del Messico ha invitato i fedeli a non recarsi la domenica a Messa nelle chiese per evitare, appunto, occasioni che potessero essere di rischio o di preoccupazione. La situazione poi si è normalizzata e tutto ha ripreso a funzionare normalmente. Quindi, si tratta di una normale, naturale prudenza che coinvolge anche le comunità cristiane, quando ciò è necessario. Ma non mi pare affatto che questo sia qualcosa di imminente, non ha certo detto questo il professor Rocchi.

25/07/2009 20:39
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Papa/ Convalescenza procede bene. Il medico: "Decorso ottimo"

Domani l'Angelus a Les Combes, attesi oltre 5mila fedeli

La convalescenza del Papa procede benissimo.
A otto giorni dall'intervento al polso destro per la frattura scomposta riportata in seguito a una caduta, Benedetto XVI sta bene. La visita di controllo e la radiografia hanno dato "ottimi risultati" e "il controllo clinico ha mostrato che il decorso è buono e corrisponde a quanto previsto".
A fare il punto della situazione è stato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, riferendo della visita di controllo di questa mattina avvenuta a Les Combes, in Val d'Aosta, dove il Papa si trova per un periodo di riposo.
"La visita di controllo - ha aggiunto padre Lombardi - è iniziata verso le 11.40, è durata circa mezz'ora ed ha dato ottimi risultati. Il controllo clinico ha mostrato che il decorso è buono e corrisponde a quanto previsto.
Nell'occasione è stato rimosso il tutore in vetro resina per permettere il controllo e poi è stato sostituito". All'esame hanno partecipato i due medici vaticani presenti a Les Combes - il medico personale del Papa, dottor Patrizio Polisca e il dottor Franco Berti - il dottor Manuel Mancini, primario ortopedico dell'ospedale di Aosta, che aveva operato Ratzinger, con la sua assistente Laura Mus, il radiologo dell'ospedale di Aosta, dottor Massimiliano Natrella, il professor Vincenzo Sessa, primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, collaboratore specialista dei Servizi Sanitari Vaticani. Ora lo 'speciale paziente' sarà assistito dai medici del Vaticano.
Sarà il professor Sessa a seguire il Pontefice dal punto di vista ortopedico al rientro a Castel Gandolfo e a Roma.
"Abbiamo medicato il polso del Papa, rinnovando e sostituendo l'apparecchio che è sempre in vetro resina", ha spiegato il primario Manuel Mancini.
"Va tutto molto bene, la radiografia dimostra che la saldatura della frattura sta andando benissimo - ha aggiunto - e c'è un normale percorso di guarigione.
Il gesso potrà essere tolto dopo un mese circa dall'intervento, e poi ci vorrà un altro mese per la riabilitazione". Intanto è tutto pronto per l'Angelus che il Papa reciterà domani da Les Combes, ultimo appuntamento pubblico prima del rientro in Vaticano (previsto per il 29 luglio). "La splendida giornata - ha detto padre Lombardi - favorisce la preparazione per l'Angelus di domani nel prato antistante la colonia salesiana presso la residenza del Papa. Sono giunti i mezzi e vengono allestite le attrezzature per riprese audio e video. Molti gruppi hanno annunciato la loro presenza, si tratta di fedeli e comunità religiose di varie località della Valle d'Aosta, di gruppi giovanili di diversi oratori, parrocchie e associazioni che trascorrono le loro vacanze nella Valle e provengono da varie regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana. Si prevede la partecipazione di diverse migliaia di persone", oltre 5mila. Alle 10.30 sarà il vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, ad aprire la giornata con la celebrazione della messa per i fedeli. Alla preghiera mariana, domani mattina, parteciperanno numerosi vescovi, tra i quali monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea, monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, monsignor Francesco Ravinale, vescovo di Asti, monsignor Alberto Careggio vescovo di Ventimiglia-San Remo. Sarà presente anche il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino.

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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
25/07/2009 20:41
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PAPA: IMMAGINI CTV: APPARE IN FORMA, SCHERZA CON MEDICI

(ANSA) - LES COMBES (AOSTA), 25 LUG

Un papa in buona forma é apparso questa mattina agli obiettivi delle telecamere del Centro televisivo Vaticano che lo ha ripreso durante uno scambio di battute con i medici che lo hanno visitato questa mattina.
Nelle immagini il papa si rivolge all'ortopedico che lo ha operato, Manuel Mancini: "allora, dottore, grazie. Speriamo che tutto proceda bene". "Sta andando tutto molto bene, - gli risponde il medico - adesso aspettiamo solo il risultato delle radiografie".
"Sarà soddisfacente, speriamo", dice papa Ratzinger. "Sarà sicuramente soddisfacente", lo rassicura il medico.
Visibilmente soddisfatto, il papa si rivolge poi al medico romano che avrà il compito di seguire il decorso della sua frattura quando lascerà la Valle d'Aosta, Vincenzo Sessa, e gli chiede: "é venuto da Roma? Qui fa meno caldo...". "Qui fa molto meno caldo - gli risponde il medico - si sta benissimo".

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PAPA: LA COMUNITA' TEDESCA DEI WALSER A ANGELUS, CORI PER LUI

(ANSA) - LES COMBES (AOSTA), 25 LUG

E' ormai un'antica amicizia quella che lega papa Ratzinger alla comunità dei Walser della Valle d'Aosta, la popolazione di origine germanica migrata nel Medio Evo in diverse zone d'Italia, tra le quali quella di Gressoney.
Da quando i papi hanno cominciato a frequentare la regione non hanno mai perso una occasione di incontro, e non mancheranno neanche all'Angelus che domani Benedetto XVI reciterà al campo sportivo di Les Combes, nella colonia salesiana dove è tornato a passare le vacanze dopo una lontananza lunga tre anni.
"Saremo presenti almeno in 50 - ha assicurato il sindaco di Gressoney-St Jean, Aldo Comé, che ricopre l'incarico dai tempi di papa Wojtyla - portando con noi la nostra musica tradizionale e, come di consueto, un dono per il Santo padre".
La Cantoria della chiesa di Gressoney-Saint Jean, di cui fanno parte anche alcuni abitanti dei vicini comuni a maggioranza Walser, si esibirà, a margine dell'Angelus, nel suo repertorio di arie tradizionali, in gran parte a sfondo religioso. Poi la comunità, che negli scorsi anni ebbe il privilegio di uno scambio di battute con il pontefice nella sua lingua madre, gli consegnerà in regalo un quadretto con una preghiera ricamata su stoffa, in tedesco. "Una preghiera di benvenuto - spiega Comé- che ogni Walser tiene all'ingresso di casa, e che vogliamo rivolgere a Benedetto XVI, che è sempre nei nostri cuori".
E' un popolo di profonda fede, quello dei walser, amanti della birra tanto da organizzare ogni anno una specie di Oktoberfest e attaccati alla terra e alla montagna. Circa 17 mila persone su tutte le Alpi, 3.500 in Italia, gli altri sparsi tra Austria e Svizzera. Nelle scuole insegnano il dialetto "titsch", parente del tedesco del sud, e la lingua tedesca.
Nel 2006 regalarono a papa Ratzinger un paio di "socche", delle pantofole tipiche di qui. "Speriamo non sia caduto con quelle", scherza il sindaco Comé, preparandosi ad incontrarlo quasi come se ritrovasse un vecchio amico.

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"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
26/07/2009 16:30
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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


Da lunedì 13 luglio, il Santo Padre Benedetto XVI si trova a Les Combes (Introd), in Valle d’Aosta, per trascorrere un periodo di riposo.

Oggi, a mezzogiorno, dalla villetta dove risiede, il Papa guida la recita dell’Angelus.

Nell’atto di introdurre la preghiera mariana, il Santo Padre pronuncia le parole che seguono:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Buona domenica! Ci incontriamo qui a Les Combes, presso l’accogliente casa che i Salesiani mettono a disposizione del Papa, dove vado terminando il periodo di riposo fra le belle montagne della Valle d’Aosta. Sono grato a Dio che mi ha concesso la gioia di queste giornate segnate da vera distensione – malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto. Colgo l’occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione. Saluto il Cardinale Poletto e i Vescovi presenti, in particolare il Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto. Saluto cordialmente il Parroco di Les Combes, le Autorità civili e militari, le Forze dell’ordine, e tutti voi, cari amici, come pure coloro che sono uniti a noi mediante la radio e la televisione.

Quest’oggi, in questa splendida domenica in cui il Signore ci mostra tutta la bellezza della Sua Creazione, la liturgia prevede come pagina evangelica l’inizio del capitolo VI di Giovanni, che contiene dapprima il miracolo dei pani – quando Gesù diede da mangiare a migliaia di persone con solo cinque pani e due pesci –; quindi l’altro prodigio del Signore che cammina sulle acque del lago in tempesta; e infine il discorso in cui Egli si rivela come "il pane della vita". Narrando il "segno" dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita. In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani "sante e venerabili" il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!

Un secondo spunto di riflessione ci viene dall’odierna memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e, dunque, nonni di Gesù. Questa ricorrenza fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione. La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio.



DOPO L’ANGELUS

La prière dominicale de l’Angélus me donne la joie de saluer les francophones présents ce matin ainsi que les personnes qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Nous célébrons, comme chaque dimanche, les merveilles que le Seigneur a faites pour chacun de nous. C’est pourquoi je vous convie à reconnaître dans votre vie la grâce surabondante de Dieu pour tout homme. En cette période estivale, je vous invite, suivant l’exemple du Seigneur, à vous retirer à l’écart pour prier. N’oubliez pas Dieu pendant vos vacances car Lui Il reste présent à vos côtés et Il vous accompagne ! Je demande à Dieu de vous bénir, ainsi que vos familles et vos amis !

I greet all the English-speaking visitors present today. Thank you for joining me here in Les Combes to pray the Angelus. I hope that your holidays may be a time of great joy, spent together as families, and of deep spiritual renewal, as you rest in the marvel of God’s gift of creation. May the Almighty abundantly bless each of you and your loved ones.

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gläubigen deutscher Sprache. Vielen Dank für das Gebet und die Genesungswünsche der vergangenen Tage. Jeder Sonntag lädt uns ein, bei der heiligen Messe in die Gegenwart Gottes zu treten: Dort hören wir sein lebendiges Wort und empfangen seinen Leib als geistliche Nahrung. Euch allen wünsche ich gesegnete Ferien!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que han participado en esta oración mariana, así como a cuantos se han unido a nosotros a través de la radio y la televisión. Invito a todos a que, a ejemplo de María, seáis dóciles a la voluntad de Dios, para dar testimonio del amor infinito que tiene a todos. Feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziękuję wam za modlitwę i słowa solidarności po moim wypadku. W dniu świętych Joachima i Anny, rodziców Maryi, życzę, aby w każdej rodzinie panował ich duch miłości i wierności. Boże błogosławieństwo niech stale wam towarzyszy.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Vi ringrazio per la preghiera e per le parole di solidarietà dopo il mio infortunio. Nel giorno dei Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria, auguro che in ogni famiglia regni il loro spirito d’amore e di fedeltà. La benedizione di Dio vi accompagni sempre.]

Saluto infine con affetto le famiglie e i gruppi di lingua italiana, in particolare le Suore della Carità di Santa Maria, riunite per il loro Capitolo Generale. Care sorelle, attingete dal vostro carisma nuova linfa per essere segno dell’amore del Signore nel servizio ai poveri e ai giovani, ad imitazione di Maria, modello di carità e Madre del Buon Consiglio. Saluto anche le Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di Aosta e le altre Religiose presenti. Accolgo volentieri i fedeli di Romano Canavese, dove ho avuto la gioia di recarmi domenica scorsa, e inoltre quelli di Courmayeur, di Santa Maria della Versa, Castelnuovo Scrivia e di Chieri. Saluto la Comunità di Sant’Egidio, Comunione e Liberazione, i giovani di San Benigno Canavese, di San Protaso in Milano, di Induno Olona e quelli della Diocesi di Lodi; l’"Opera per la Gioventù Giorgio La Pira" di Firenze, il gruppo Domus laetitiae di Biella, e i numerosi africani residenti a Torino. Poco fa, parlando dei santi Gioacchino e Anna, ho ricordato i nonni. Ora vorrei estendere il mio pensiero a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà.

Grazie ancora per essere venuti e buona domenica!

Cher Valdôtains, ze si fran content d’itre inquie avui vo. Preiode pe me e pe totta l’Eglieise.

A cieutte ze suetto on bon izoten!

(Cari Valdostani, sono proprio contento di essere qui con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate!)




Benedetto XVI chiede ai sacerdoti totale affidamento a Dio
Nel discorso in occasione dell'Angelus



LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- L'affidamento totale a Dio è ciò che Benedetto XVI ha chiesto ai sacerdoti questa domenica durante la recita della preghiera mariana dell'Angelus.

In occasione del tradizionale appuntamento settimanale, che questa volta ha avuto luogo a Les Combes, presso la casa dei Salesiani in cui il Pontefice sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza, il Papa ha ringraziato in primo luogo per "la gioia di queste giornate segnate da vera distensione - malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto" che sta trascorrendo sulle Alpi.

"Colgo l'occasione per ringraziare con affetto coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione", ha confessato.

Ricordando il brano evangelico odierno (Gv 6, 1-15), che narra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Papa ha spiegato come l'Evangelista sottolinei che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento.

"Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell'Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l'istituzione dell'Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi", ha osservato.

L'Eucaristia, ha aggiunto, "è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita".

"In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente?".

"E leggendo di quell'anonimo ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos'è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione?".

"E la risposta la dà il Signore - ha concluso -: proprio mettendo nelle sue mani 'sante e venerabili' il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!".





Il Papa: i nonni, depositari dei valori fondamentali della vita


LES COMBES, domenica, 26 luglio 2009 (ZENIT.org).- In occasione della memoria dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e quindi nonni di Gesù, che si celebra questa domenica, Benedetto XVI ha voluto sottolineare l'importante ruolo svolto dai nonni nella società.

Nell'intervento che ha pronunciato in occasione dell'Angelus, recitato dalla villetta di Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta, dove sta trascorrendo alcuni giorni di riposo, il Papa ha spiegato che la ricorrenza "fa pensare al tema dell'educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa".

"In particolare - ha aggiunto -, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita".

Per il Pontefice, "il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un'adeguata presenza accanto ai figli, nell'età della crescita".

Per questo motivo, ha affidato alla protezione di Sant'Anna e San Gioacchino "tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione".

"La Vergine Maria, che - secondo una bella iconografia - imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio", ha sottolineato.


Il Papa ha quindi concluso estendendo il suo pensiero “a tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà”.





www.radiovaticana.org/it1/videonews_ita.asp?anno=2009&videoclip=922&sett...

26/07/2009 18:20
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Papa: pregate a siate grati a tutti i nonni del mondo

Ultima domenica in Valle d’Aosta per il Papa, che il 29 andrà a Castel Gandolfo. L’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci fa pensare a come possiamo dare il nostro aiuto a Gesù. Il polso fratturato sta guarendo, come evidenziato da un esame condotto ieri.

Città del Vaticano (AsiaNews)

Pregate per “tutti i nonni del mondo”, che sono testimoni dei valori fondamentali e hanno un ruolo formativo importante per i giovani, specialmente nella realtà di oggi.
E’ la raccomandazione che Benedetto XVI ha rivolto ad alcune migliaia di ppersone festosamente riunite nel prato antistante alla villetta di Les Combes, che fino a mercoledì prossimo, 29 luglio, accoglie il Papa per un breve periodo di riposo.
Al riposo ha fatto cenno anche lo stesso Benedetto XVI che si è rivolto ai presenti con un “buona domenica a voi tutti! Ci incontriamo qui a Les Combes – ha aggiunto - presso l’accogliente casa che i Salesiani mettono a disposizione del Papa, dove vado terminando il periodo di riposo fra le belle montagne della Valle d’Aosta. Sono grato a Dio che mi ha concesso la gioia di queste giornate tra queste vostre belle montagagne, segnate da vera distensione – malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto e visibile”. Il Papa ha anche scherzosamente sollevato il braccio con il polso fratturato. La cui guarigione procede regolarmente, come ha accertato un esame radioscopico compiuto ieri mattina.
Prendendo spunto dal Vangelo di oggi, “in questa splendida domenica dove il Signore ci mostra tutta la bellezza della sua creazione”, Benedetto XVI ha sottolineato in particolare due passaggi. Il primo, quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Giovanni narrando il "segno" dei pani, “sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita. In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo nelle sue mani ‘sante e venerabili’ il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!”.
“Un secondo spunto di riflessione ci viene dall’odierna memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Madonna e, dunque, nonni di Gesù. Questa ricorrenza fa pensare al tema dell’educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare, ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione. La Vergine Maria, che – secondo una bella iconografia – imparò a leggere le Sacre Scritture sulle ginocchia della madre Anna, li aiuti ad alimentare sempre la fede e la speranza alle fonti della Parola di Dio”. E ha concluso con una “speciale benedizione per tutti i nonni del mondo”, aggiungendo, al momento del commiato, con un pensiero “a tutti gli anziani specialmente a quelli che potessero trovarsi piu soli e in difficoltà”.
Al momento dei saluti, in francese ha infine raccomandato: “non dimenticate Dio durante le vostre vacanze, perché egli resta presente al vostro fianco e vi accompagna”.

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Oggi affronterà il suo ultimo impegno pubblico a Les Combes

Il polso del Papa sta guarendo. Via il gesso dopo Ferragosto

Domitilla Conte

LES COMBES (AOSTA)

Il Papa sta guarendo in fretta, dopo Ferragosto potrà togliere il gesso, e oggi si appresta a compiere il suo ultimo impegno pubblico di questa vacanza a Les Combes: l'Angelus al vicino campo sportivo.
La frattura al polso subita dopo una caduta accidentale avvenuta nella sua camera nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana viene sopportata di buon grado da Papa Ratzinger, infastidito dall'impossibilità di usare la penna ma che non ha rinunciato né alle passeggiate quotidiane, né agli impegni di lavoro, né agli appuntamenti pubblici.
Già ad Aosta, venerdì sera, Benedetto XVI era apparso piuttosto in forma, perfino un po' abbronzato, appena un po' impacciato nei movimenti a causa del gesso al polso, e ieri si è sottoposto di buon grado al secondo controllo medico successivo all'operazione del 17 luglio, scherzando anche con i medici in attesa dei risultati della radiografia, eseguita sul posto grazie ad un apparato portatile. La visita «ha dato ottimi risultati», ha riferito subito dopo il portavoce padre Federico Lombardi. «Il controllo clinico ha mostrato che il decorso è buono – ha aggiunto – e corrisponde a quanto previsto». Nell'occasione è stato anche rimosso il tutore in vetroresina per permettere il controllo ed è poi stato sostituito.
All'esame hanno partecipato i due medici vaticani presenti a Les Combes (il medico personale del Papa, Patrizio Polisca e il collega Franco Berti), il primario ortopedico dell'ospedale di Aosta Manuel Mancini, che aveva operato il Santo Padre, con la sua assistente Laura Mus, e il radiologo. Li ha ascoltati con attenzione Vincenzo Sessa, primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, collaboratore specialista dei Servizi Sanitari Vaticani che dovrà tenere sotto controllo il decorso della frattura al polso del Papa al suo rientro a Castel Gandolfo, dove si trasferirà alla fine del mese.
L'ingessatura – ha riferito Mancini – potrà essere rimossa, indicativamente, nella settimana dopo ferragosto, come previsto subito dopo l'intervento, anche se l'ultima parola spetterà ai medici incaricati del successivo controllo. Lo specialista si è detto poi soddisfatto per l'ulteriore conferma che all'ospedale di Aosta «è stato fatto un ottimo lavoro».
E anche le radiografie – ha riferito – «sono perfette e dimostrano che la frattura sta andando bene e che non c'è nessuna complicazione particolare».
A ulteriore riprova del regolare decorso dell'operazione, è ricomparso ieri all'anulare destro del pontefice l'anello piscatorio, spostato a sinistra dopo l'intervento, poi di nuovo a destra e scomparso del tutto nei giorni scorsi, in realtà per facilitare la «ginnastica» delle dita consigliata dai medici.

© Copyright Gazzetta del sud, 26 luglio 2009


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Ultimi giorni di riposo per Benedetto XVI a Les Combes. Confermata dal Papa la propria presenza a Torino per l'Ostensione della Sindone nel 2010


Benedetto XVI sta vivendo gli ultimi giorni di riposo in alta montagna nella località valdostana di Les Combes, che lascerà mercoledì prossimo per far rientro a Roma e quindi stabilirsi nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo. Ieri, la piccola frazione di Introd è stata protagonista di un festoso momento di vicinanza al Papa, che ha presieduto l’Angelus tra migliaia di persone desiderose di ascoltare le sue parole e di manifestargli ancora una volta affetto per l’infortunio patito una decina di giorni fa. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ritorna a quegli istanti al microfono di Alessandro De Carolis:

R. - E’ stato un giorno di grande festa, perché il tempo era splendido e la gente è venuta su molto numerosa: almeno 5 mila persone che hanno assistito anche alla Messa celebrata dal vescovo di Aosta. E poi, l’incontro con il Papa è stato un incontro molto festoso: si è visto il Papa in ottima forma e l’incidente si può considerare completamente superato. Quell'immagine del Papa con il suo braccio immobilizzato, che però impartiva con molta gioia la benedizione, attira molta simpatia e molta vicinanza, per chi segue il Santo Padre con affetto in questi giorni. Poi il Papa si è anche intrattenuto con diversi gruppi, dopo l’Angelus, e anche con diversi malati. E' stato un momento di incontro molto importante.


D. - Ieri, il Papa ha potuto - come spesso accade in queste circostanze - avere degli ospiti a pranzo, in particolare il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto, e il vescovo di Aosta, mons. Anfossi…


R. - Sì, è normale che in queste occasioni il Papa inviti alcuni ospiti, secondo le possibilità che offre lo spazio nella sua residenza. C'era il vescovo della diocesi, mons. Anfossi, ed era presente anche il cardinale Poletto, il quale in questo periodo è molto occupato, molto orientato verso l’Ostensione della Sindone in programma nella primavera dell’anno prossimo, che rappresenta il grande evento ecclesiale che polarizza l’attenzione dell'arcidiocesi di Torino. Il cardinale Poletto ha naturalmente informato il Papa sulla preparazione e lo ha invitato ancora una volta ad essere presente. Il Papa, come aveva già detto anche in passato, quando si era parlato dell’Ostensione, ha confermato la sua intenzione di recarsi a Torino per l’occasione, anche se la data, naturalmente, è ancora da precisare.


D. - Per Benedetto XVI si avvicina ormai il giorno del congedo da Les Combes. E' stato già definito il programma del rientro?


R. - Sì. Mentre le giornate di oggi e di domani si prevedono molto normali, molto tranquille, mercoledì sarà una giornata di impegni, perché alla mattina vi saranno i saluti con le Forze dell’ordine, con i Vigili del fuoco, la Protezione civile, cioè con tutto il personale che ha svolto il proprio servizio per la permanenza del Papa a Les Combes e ne ha garantito la sicurezza e la tranquillità. Nel pomeriggio, invece, vi sarà il saluto delle autorità e verso le cinque si prevede la partenza in elicottero per l’aeroporto di Torino Caselle, poi in aereo il trasferimento fino a Roma Ciampino e quindi immediatamente il passaggio a Castel Gandolfo, prima di cena, dove il Papa poi trascorrerà le prossime settimane.



Radio Vaticana

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PAPA: P. LOMBARDI A SKY, INCIAMPATO IN GAMBA DEL LETTO

(ANSA) - LES COMBES (AOSTA), 27 LUG

E' notte.. Papa Benedetto XVI si alza dal letto e cerca nel buio l'interruttore, ma inciampa in una delle gambe del letto: questa la ricostruzione della caduta avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana durante il suo soggiorno a Les Combes (Aosta), fatta dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ai microfoni di Sky Tg 24.
"Il papa si è alzato di notte in una stanza buia, tra l'atro diversa da quella in cui dorme normalmente a Roma", ha raccontato padre Lombardi.
"Si muove in questa stanza cercando l'interruttore, incespica in una gamba del letto, cade e si fa male".
Padre Lombardi ha poi confermato il fatto che, sul momento, il papa non ha chiamato nessuno, "non ha chiesto aiuto e non c'é stato un intervento specifico. Poi,, la mattina successiva - ha proseguito - si è visto che c'era un gonfiore al polso e che il dolore continuava". Il papa ha voluto comunque celebrare la messa. Poi però - ha concluso padre lombardi - si è chiamato il medico ed è stato giudicato opportuno andare in ospedale. Il resto - ha aggiunto - è ormai cosa nota".

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IL PAPA NELLA CATTEDRALE DI SEDICI SECOLI

Restaurato il messaggio rimesso a nuovo il carisma

ANGELO SCELZO

Nel capitolo, sempre più affollato, delle «sorprese» di Papa Benedetto la recita dei vespri nella cattedrale di Aosta è una new entry di tutto riguardo.
Uno pensa: il Papa è in vacanza, il ritmo della vita ordinaria ha le marce basse dappertutto, e un clima di spensierata leggerezza sembra avvolgere e – magari – travolgere ogni accenno di ribellione alla favola dell’estate come stagione dell’effimero.
Quand’ecco che dall’antica cattedrale di Sant’Anselmo, irrompono parole che mentre fanno eco ai sedici secoli di fede di quelle mura – ora riportate all’antico splendore – segnano anche il cammino di un nuovo futuro, iniziato nel momento stesso in cui Papa Benedetto ha improvvisato una straordinaria lezione di magistero.
Come padre e maestro nella fede a un Papa non si poteva certo chiedere di limitarsi ad assegnare appena qualche compito per l’estate; e di avere, quindi, la «mano leggera» – tenendo magari conto del piccolo guaio occorso proprio a quell’arto –. Ma tutto è andato ben al di là.
Innanzitutto la bellezza, un dono che aiuta, e che quasi porta con mano lungo i tratti di un percorso che, nelle parole di Papa Benedetto, riesce ad apparire sempre più suggestivo che impegnativo. O suggestivo, proprio perché impegnativo: affermare, nel silenzio di quella cattedrale, che il «potere è stare con chi soffre» e che «senza Dio il mondo non ha bussola» è stato come squarciare non solo il muro del tempio, ma quello dell’indifferenza.
Non si è trattato di un grido, ma molto di più: una meditazione che ha posto innanzitutto il sigillo alla compiutezza del tempio: oltre e accanto alla pietre è stato restaurato il messaggio, rimesso a nuovo il carisma.
La voce di sedici secoli di fede è arrivata più forte e salda che mai. E nuova, profonda, quasi a smentire che non è questo il tempo per pensare in grande, o per andare oltre ai semplici compiti assegnati, pro-forma, per l’estate.
Ciò che affascina, in Papa Benedetto, è l’ardita semplicità del compito che sempre più mostra di avere assegnato a se stesso: far conoscere e far diventare familiare al mondo il volto di Dio. L’evangelizzazione non è altro. Ma attraverso Papa Benedetto appare sempre più chiaro che è anche il tutto.
Nella cattedrale di Sant’Anselmo sarebbe stato difficile pensare a una visita di mezza estate. Ma neppure si poteva, forse, accostare la recita dei vespri a un vero e proprio pellegrinaggio nell’anima inquieta di questi tempi. Perché di non altro si è trattato: e diventa sempre più difficile parlare di sorpresa.

© Copyright Avvenire, 26 luglio 2009


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PAPA: ASCOLTI RECORD PER TRASMISSIONE RAI VDA DA LES COMBES

(ANSA) - AOSTA, 27 LUG

Lo speciale del programma 'Bonjour Vallee' dedicato ai preparativi dell'Angelus di papa Benedetto XVI e diffuso ieri su Rai Tre Valle d'Aosta, in diretta da Les Combes, ha registrato uno share medio del 74,19%, pari a 3.784 telespettatori sintonizzati sulle frequenze degli spazi regionali su Raitre.
Lo rende noto la struttura programmi della sede Rai della Valle d'Aosta che ha realizzato la trasmissione, curata e condotta da Katia Berruquier e Ivana Crétier, con la regia di Marco Brunet e il supporto tecnico della squadra di ripresa della Sede Regionale per la Valle d'Aosta. Il programma, andato in onda dalle 10.48 alle 11.27, è stato interamente dedicato ai preparativi dell'Angelus di Papa Benedetto XVI e comprendeva, al suo interno, la funzione della Santa Messa officiata dal Vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi. L'inizio della cerimonia religiosa, alle 10.32 circa, ha coinciso - riferisce la nota della Rai - con il picco di ascolto del programma, pari al 100% dei 3.013 telespettatori valdostani sintonizzati in quel momento.
"L'elevato ascolto - si legge ancora nel comunicato - risultato straordinario se messo in relazione alla collocazione della trasmissione in orario domenicale mattutino e secondo solo al dato di ascolto (82,70%) registrato dalla diretta di domenica 11 maggio 2003 per l'adunata nazionale degli alpini, conferma la positività dell'iniziativa e premia l'impegno delle risorse tecniche ed umane messe in campo dalla Rai Sede Regionale per la Valle d'Aosta". L'ascolto della recita dell'Angelus di Benedetto XVI su Raiuno ha registrato, sempre a livello locale, uno share del 51,26% pari a 7.168 telespettatori, contro un dato, a livello nazionale, del 20,21% e 1.848.000 telespettatori.

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Ultime ore di riposo in montagna per Benedetto XVI, domani il congedo da Les Combes. Il Comune di Introd conferirà la cittadinanza onoraria al Papa


Sta ormai per concludersi di soggiorno in Valle d’Aosta di Benedetto XVI. Domani pomeriggio, dopo i saluti alle Forze dell’ordine e alle autorità locali che hanno consentito e custodito il suo periodo di riposo, il Papa lascerà Les Combes per trasferirsi a Castel Gandolfo. Intanto, mentre la gente del posto attende di salutare il Pontefice, in segno di omaggio il Comune di Introd ha deciso di offrire a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria. Al microfono di Alessandro De Carolis, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, racconta in che modo il Papa stia occupando queste ultime ore in montagna, prima del congedo dalla località valligiana:

R. - Con grande serenità, continuando le sue occupazioni di lettura, di riflessioni, di preghiera, le consuete passeggiate serali, oltre a quelle più brevi dopo i pasti. Dunque, momenti di grande tranquillità. Domani, ci sono poi i saluti a tutte le persone - e non sono poche - che hanno collaborato per la buona riuscita, serena e sicura, della permanenza del Santo Padre a Les Combes, tant’è vero che anche ieri sera, nella Colonia salesiana, vi è stata la tradizionale cena di ringraziamento alle autorità della Valle, alle autorità civili e militari, ai medici dell’ospedale. Mons. Gänswein, il segretario del Papa, ha portato il saluto del Santo Padre, il quale si riserva però di ringraziare personalmente domani tutte queste persone, perché - non sembra - ma anche un periodo di tranquillità per il Papa comporta un’organizzazione logistica e di sicurezza che tutti svolgono con grande buona volontà e con grande gioia, e che tuttavia ha una sua complessità. Il clima che si è stabilito negli anni tra il personale vaticano, incaricato di seguire più da vicino il Santo Padre, il personale della Colonia salesiana, le Forze dell’ordine e le autorità che si occupano della permanenza del Papa è veramente un clima di grandissima collaborazione e cordialità. Ieri sera, lo si poteva sperimentare negli interventi del presidente della Regione, Augusto Rollandin, del presidente del Consiglio regionale, Albert Cerise, e in particolare del sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, il quale viene chiamato con una battuta anche dal Papa “il sindaco eterno”, perché sono 30 anni che è sindaco di questa cittadina.


D. - A questo proposito, proprio dal Consiglio comunale di Introd è venuta ieri la notizia del conferimento al Papa della cittadinanza onoraria…


R. - Sì, il Comune ha deliberato di offrire al Papa la cittadinanza onoraria, poi bisogna avere l’accettazione anche formale ed esplicita di questa cittadinanza da parte del Santo Padre e si può prevedere che nei prossimi mesi una delegazione del Comune si rechi a Roma per conferire ufficialmente la cittadinanza a Benedetto XVI. Così è stato anche per altre occasioni: ci sono stati in passato dei comuni tedeschi, in particolare, che avevano offerto la cittadinanza onoraria al Papa e che poi si erano recati in delegazione a Roma e in occasione di un’udienza avevano ufficialmente conferito questo titolo al Santo Padre. Titolo che, naturalmente, il Papa accoglierà con molta cordialità e gratitudine per l’accoglienza così calorosa che riceve.


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