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Le vacanze

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2012 17:01
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17/07/2009 22:28
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PAPA: RIENTRATO A LES COMBES, SALUTO AD AGENTI POLIZIA

(ANSA) - LES COMBES (AOSTA), 17 LUG

Papa Ratzinger è rientrato da alcuni istanti a Les Combes, nel suo chalet di legno e pietre, dove questa mattina è caduto fratturandosi il polso. Sorridente, dalla sua auto ha salutato gli agenti della polizia che lo aspettavano al bivio tra il paesino e Arvier.
Ad accoglierlo, dopo il riuscito intervento all'ospedale di Aosta per ridurre la frattura, c'era l'intero staff papale: le due memores, le due donne laiche che si prendono cura del Santo Padre in questi giorni di vacanza, il suo segretario Padre George e il suo Servo di Camera.
Benedetto XVI è stato accompagnato nella sua stanza. Intorno alle 19.30, come d'abitudine, dovrebbe essergli servita una leggera cena.

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PAPA: PER OSPEDALE AOSTA E' 'PAZIENTE IGNOTO 917'

(ANSA) - AOSTA, 17 LUG

Nel linguaggio della burocrazia medica dell'ospedale Umberto Parini di Aosta Papa Benedetto XVI é stato classificato come 'paziente ignoto 917', a garanzia della sua sicurezza e privacy.
E' quanto emerge dall'atto operatorio, il documento compilato dalle autorità sanitarie, dopo l'intervento chirurgico di riduzione della frattura scomposta 'metaepifisaria distrale del radio destro'.
L'intervento - sempre secondo il documento sanitario - si è svolto nella sala operatoria urgenze 1 del nosocomio regionale ed è durato 25 minuti. L'equipe medica era composta dagli ortopedici Manuel Mancini e Laura Mus e dall'anestesista Marco Fondi.
Nella dettagliata descrizione di come si è svolta l'operazione, la relazione medica spiega che "sotto controllo della brillanza (51 secondi) si procede a riduzione della frattura e si pratica la sua osteosintesi, con due infibuli di Kirschenr per cutanei incrociati". Subito dopo si è proceduto a: "controllo della stabilità della frattura che risulta ottima, medicazione, rx di controllo, apparecchio di immobilizzazione antibranchio metacarpale".

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CEI: MESSAGGIO AL PAPA, “AFFETTUOSA VICINANZA” E “PREGHIERA PER LA SUA SALUTE”

“Affettuosa vicinanza alla persona del Santo Padre in occasione dell’incidente domestico occorsogli a Les Combes”.
È quanto esprime la presidenza della Conferenza episcopale italiana in una nota diffusa oggi pomeriggio. Benedetto XVI, a seguito di una caduta nella propria camera questa notte, ha riportato una lieve frattura al polso, che è stata ridotta con intervento chirurgico eseguito all’ospedale di Aosta.
Terminata l'operazione, il Papa ha lasciato l'ospedale per fare rientro a Les Combes, dove continuerà a trascorrere le vacanze. “Mentre rinnoviamo, a nome dell’intera Chiesa in Italia, la preghiera più intensa per la Sua salute – scrive la presidenza della Cei – vogliamo confermare la nostra adesione filiale al Suo illuminante Magistero, del quale sempre più si arricchisce non solo la comunità dei credenti, ma ogni persona di buona volontà. Confidiamo che i prossimi giorni possano offrire a Benedetto XVI l’opportunità per ristorarsi e godere della natura creata da Dio”. Anche il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha inviato un messaggio in cui assicura che “l’intera comunità ecclesiale romana è vicina a Vostra Santità con la preghiera perché il Signore Le conceda di ristabilirsi prontamente e di trascorrere serenamente i prossimi giorni di riposo in montagna”.

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PAPA: TELEFONATA DI BAGNASCO STAMANE, ERA DI OTTIMO UMORE

(ANSA) - ROMA, 17 LUG

Un papa sereno e di ottimo umore: è quello che il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha sentito questa mattina in una telefonata, poco prima dell'intervento chirurgico per ridurre la frattura al polso destro di Benedetto XVI.
Il presidente della Cei ha infatti parlato con il papa pochi minuti prima che fosse sottoposto all'operazione. Bagnasco aveva chiamato il segretario del papa per fare gli auguri al santo padre da parte della Chiesa italiana e della Cei. In quel momento il Papa era vicino al segretario e si è fatto passare il telefono per parlare direttamente con Bagnasco. Ratzinger ha così ringraziato personalmente degli auguri mostrandosi di ottimo umore e scambiando con Bagnasco anche qualche battuta scherzosa. (ANSA).

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17/07/2009 23:03
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PAPA:PARLA CHIRURGO, POTRA' TORNARE A SUONARE E SCRIVERE/ANSA

INTERVENTO PERFETTAMENTE RIUSCITO, RIPRESA GARANTITA AL 100%

(ANSA) - AOSTA, 17 LUG

Potrà a tornare a suonare il piano, a scrivere e ad avere pieno possesso dei movimenti della mano destra. Ne è convinto il dottor Manuel Mancini, il primario dell'ospedale Parini di Aosta che oggi ha operato Benedetto XVI per ridurgli una frattura scomposta che il pontefice si era procurato cadendo nello chalet di Les Combes, dove sta trascorrendo le vacanze estive.
L'età di Ratzinger non conta: con una buona riabilitazione, dopo il periodo del gesso, guarirà pienamente, assicura ai giornalisti il chirurgo, ancora vestito col camice verde della sala operatoria.

Mancini non ha che parole di elogio per la tranquillità e la serenità del papa. "Neanche un lamento per il dolore della caduta", racconta. L'intervento, è durato 25 minuti. Il comunicato medico parla di "riduzione e osteosintesi" della frattura scomposta.

Al papa, traduce Mancini, è stata fatta un'anestesia locale: poi, con una sorta di trapano chirurgico sono stati effettuati due fori, in cui sono stati infilati due fili di metallo che hanno messo in trazione l'osso del polso fratturato. Ciò ha consentito "un ottimo allineamento", garanzia per una "ripresa al cento per cento", assicura il chirurgo, che è stato assistito, nell'operazione, dalla dottoressa Laura Mus.
"Si è trattato - sottolinea Mancini - di un intervento di routine, chiamato 'a cielo coperto', che non ha comportato nessun taglio". Il polso del papa è stato poi immobilizzato con gesso leggero, in vetro-resina. Le punte esterne dei due fili metallici rimangono sotto l'ingessatura e verranno sfilate in una fase successiva.
Prima dell'operazione, il papa è stato sottoposto ad un check-up completo, che ha escluso qualsiasi problema di tipo cardiocircolatorio ed ha consentito di effettuare l'anestesia locale in tutto tranquillità.
Il papa è sempre stato sveglio, vigile e sorridente. "Le sue condizioni generali sono buone", conferma un comunicato diffuso dal medico personale del pontefice, il cardiologo Patrizio Polisca.
Mancini è soddisfatto per il lavoro fatto ed anche Benedetto XVI, quando riappare all'uscita dell'ospedale dopo un breve periodo di osservazione post-operatoria, è raggiante. Non mostra alcun imbarazzo o sofferenza per il braccio destro immobilizzato e pendulo e, con prontezza, benedice tutti con la sinistra.

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17/07/2009 23:04
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Papa/ A Les Combes scherza: un gesso più leggero non si poteva fare

Riprese le vacanze nello chalet valdostano

Il Papa rientra nello chalet di montagna a Les Combes, sereno e sorridente, e scherza con le due memores (consacrate laiche di Comunione e liberazione) che lo assistono: "Un gesso più leggero di così non si poteva", dice Benedetto XVI mostrando la fasciatura al polso destro, applicata in seguito alla caduta che ha provocato una frattura al polso destro. Ratzinger ha subito nel pomeriggio un intervento di riduzione della frattura e intorno alle 16 è rientrato a Les Combes per proseguire il suo periodo di vacanza.

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17/07/2009 23:06
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Chiesa, Benedetto XVI non cambia programma: domenica andrà nel paese natale del cardinal Bertone

Torino - (Adnkronos)

L'incidente al polso del papa non influisce sulla tabella di marcia. Domenica Ratzinger si recherà a Romano Canavese, piccolo centro che ha dato i natali al segretario di Stato Vaticano.
Fervono i preparativi nel comune della provincia torinese per la visita privata di Papa Benedetto XVI, in occasione della quale prima recitera' l'Angelus in piazza Ruggia, poi si rechera' nella casa di famiglia del cardinale. ''E' la prima volta che un Papa si ferma sul nostro territorio'', commenta con orgoglio ed emozione il sindaco, Oscarino Ferrero, fresco di elezione.
''In passato, in occasione della visita alla diocesi di Ivrea, vi passo' in macchina Giovanni Paolo II, ma senza fermarsi. Questa volta, invece, e' diverso: il Pontefice sara' qui di persona, per merito del nostro concittadino piu' illustre, il cardinale Bertone, che ha organizzato la visita''.
Per l'occasione il comune canavesano ha messo a disposizione 170 volontari del gruppo di Protezione civile, inclusi 85 volontari dell'Associazione Nazionale Alpini del primo raggruppamento di Ivrea e sempre da Ivrea arriveranno i 15 volontari Anpas cper collaborare con i colleghi in servizio attivo e i volontari dell'Associazione Nazionale dei carabinieri in pensione. Sul percorso del Papa, che fara' da Scarmagno al sagrato della Chiesa per la recita dell'Angelus, vigileranno le forze dell'ordine, carabinieri e polizia con 25 vigili provenienti da Torino che rafforzeranno la squadra dei 5 vigili di Romano Canavese. Partecipano all'assetto organizzativo anche i volontari del centro di Coordinamento provinciale dei Comuni di San Giusto, Favria e Loranze', per un totale di 60 uomini.
E in attesa della visita del Pontefice, i ricordi sul cittadino piu' illustre di Romano Canavese, si susseguono, a cominciare da quelli del fratello. "La nostra e' sempre stata una famiglia molto unita e da quando papa 'e mamma non ci sono piu', Tarcisio e' diventato il nostro punto di riferimento". Non nasconde la commozione Valeriano Bertone, fratello minore del Segretario di Stato Vaticano che domenica, nella casa paterna di Romano Canavese accogliera' con tutta la famiglia, una quarantina tra fratelli, nipoti e pronipoti, Papa Benedetto XVI in visita privata nella terra che ha dato i natali al cardinale Bertone.
Un'emozione che si fa piu' forte quando ricorda le feste fatte in casa per gli onomastici di padre, madre e fratello, il 29 giugno. "Papa' si chiamava Pietro, mamma Pierina, il fratello piu' grande Paolo, quindi il giorno di San Pietro e Paolo - ricorda Valeriano - era una grande festa. Papa' che era un organista molto bravo, anche se autodidatta, suonava, venivano i cantori e si stava tutti insieme''.
"Non e' la prima volta che abbiamo l'opportunita' di vedere il Pontefice - racconta ancora all'ADNKRONOS Valeriano Bertone - quando mio fratello fu ordinato cardinale il Papa ci ricevette tutti a Castel Gandolfo, ma certo e' sempre un'emozione profonda, anche se c'e' il dispiacere che non possano piu' assistervi papa', che era religiosissimo e che avrebbe apprezzato in modo profondo la visita del Santo Padre, la mamma e i nostri quattro fratelli che non ci sono piu'. Ci manchera' anche Paolo, il piu' grande di noi, che purtroppo non sta bene e da tre mesi e' in ospedale".
L'orgoglio per il riconoscimento che ha riguardato uno dei confratelli emerge dai ricordi di chi per un periodo ne ha condiviso il percorso scolastico, anche se resta mitigato dalla riservatezza tipica di chi e' abituato a vivere il proprio impegno pastorale tra la gente.
''Gioia e orgoglio perche' e' uno di noi, un grande salesiano'', confidano all'ADNKRONOS don Corrado Bettiga della Comunita' Maria Ausiliatrice di Valdocco e don Aldo Bertolino, salesiano che risiede nel cuneese, quando parlano del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, con il quale entrambi hanno in comune anni di studio, a cui si deve la venuta di Papa Benedetto XVI domenica prossima a Romano Canavese, suo paese natale.
''L'ho conosciuto quando tutti e due eravamo studenti salesiani alla facolta' di Diritto Canonico - ricorda don Bettiga - e gia' allora spiccava la sua intelligenza, accompagnata da una grande capacita' intuitiva ma anche da una grande affabilita' e disponibilta' che lo rendeva simpatico a tutti.Forse inedita per qualcuno, non certo per i salesiani, abituati a condividere il tempo con i ragazzi, la passione per lo sport del cardinale Bertone che don Bettiga sottolinea. ''e' sempre stato un grande sportivo, una caratteristica del resto comune a molti di noi che crescono nei cortili, con i giovani.
Tra i ricordi che invece vengono alla mente a don Bertolino, la passione per la musica.
''Il cardinale Bertone e' un musico molto dotato, suona il pianoforte e anche molto bene, una qualita' che forse ha ereditato dal papa' che era un ottimo organista'', dice il salesiano che con il Segretario di Stato Vaticano ha trascorso due di liceo a Foglizzo, 3 anni di Teologia e Bollengo e qualche mese di noviziato nel 1950. ''Un ricordo particolare?- risponde a chi lo invita a raccontare qualche particolare della vista scolastica condivisa - bravo, intelligente e sensibile, una grande persona gia' allora'', conclude.
Studente modello e fin da giovanissimo dotato di grande carisma e diplomazia, tanto che i compagni di scuola ricorrevano a lui per farsi togliere dagli impicci. Cosi' Teresina Donato, che insieme alla sorella Paola gestisce la pasticceria 'La Rosa Antica' di Romano Canavese, che domenica confezionera' il dolce che sara' servito al Papa, ma che per ora e' top secret, ricorda, attraverso i racconti del papa' Giovanni, il Segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, personaggio di cui i concittadini vanno orgogliosi perche', dice ''portando qui il Pontefice ci ha fatti salire agli onori del mondo''.
''Anche mio papa'- racconta Teresina all'ADNKRONOS - era in collegio a Valdocco, quindi era compagno di scuola del cardinale Bertone e di lui racconta che era bravissimo a risolvere i piccoli impicci quotidiani, tanto che quando qualche studente combinava qualche maracchella, i compagni lo chiamavano per mandarlo a parlare con il rettore, perche' sapevano grazie alle sua arti diplomatiche, avrebbe avuto successo''.''Del resto - aggiunge Teresina - che il cardinale fosse una mente eccelsa, tutti dicono che lo si era visto fin da giovanissimo, e poi persona dotata di grandi doti diplomatiche e di grande carisma. Una persona squisita'', conclude.
Piccoli bon bon a forma di bottone, di nocciola e cioccolato, racchiusi in una scatola rossa con le punte, a ricordare i copricapo utilizzati dai cardinali. Sara' questo uno dei 'dolci omaggi' che Papa Benedetto XVI ricevera' domenica in occasione della sua visita privata a Romano Canavese, terra che a dato i natali al Segretario di Stato Vaticano, Tarciso Bertone.
E proprio per il concittadino piu' illustre che i bon bon denominati 'i bottoni del Cardinale' furono inventati da 'La Rosa Antica', celebre pasticceria di Romano, quando monsignor Bertone fu chiamato a ricoprire l'incarico di Segretario di Stato. Ad accompagnare la scatola di dolci una pergamena, inventata dal padrino prete di una delle due sorelle proprietarie della pasticceria, Teresina, che ricorda le radici del cardinale nella terra canavesana e il suo arrivo in Vaticano.

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17/07/2009 23:20
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PAPA: LES COMBES GLI SI STRINGE ATTORNO, E' UNO DI NOI

PAESINO VAL D'AOSTA,TRA LE NOSTRE MONTAGNE SI RIPRENDERA' PRESTO


(dell'inviato Alessandro Galavotti)

(ANSA) - LES COMBES (VAL D'AOSTA), 17 LUG

Les Combes si stringe attorno a Papa Ratzinger. Tra le baite della piccola frazione valdostana, dove Benedetto XVI ha fatto ritorno dopo la caduta e l'operazione al polso, c'é apprensione per le sue condizioni di salute. "Come sta? E' grave?", sono le domande che tengono con il fiato sospeso l'intera borgata.
"Povero papa - è il commento della gente del posto - speriamo si riprenda presto".
Il cielo è grigio sopra il paesino che si affaccia sul Monte Bianco e in lontananza si sente il rumore del temporale in arrivo. "Anche il tempo è triste per il papa", dice la titolare del bar guardando le foto di Joseph Ratzinger appese alla parete. "E' la terza estate che trascorre qui - sottolinea - ormai è uno di noi e ci dispiace che si sia fatto male".
Sul muro accanto, incollati dentro una cornice rossa, ci sono gli scatti di Giovanni Paolo II. "Anche lui veniva spesso sulle nostre montagne - dice la ristoratrice - speriamo gli tenga una mano sulla testa".
Due case più in là, seduta sull'uscio della porta, una signora con i capelli a caschetto incrocia le mani.
"Prego per il papa - rivela - e per una sua pronta guarigione". Dice di chiamarsi Daniela e di essere in vacanza con l'amica Giulia: "Arriviamo da Mantova - raccontano le due donne - apposta per Benedetto XVI. Quando, qualche mese fa, abbiamo saputo che sarebbe stato qui nel mese di luglio, abbiamo fatto in modo di esserci anche noi".
Turiste, Daniela e Giulia, ma anche pellegrine, "perché qui é talmente bello quello che ti circonda - spiegano - che è impossibile non pregare". Senza contare poi che la presenza di Ratzinger, continuano, "é un ulteriore motivo di serenità". "L'altro giorno lo abbiamo visto in lontananza - aggiungono - mentre passeggiava per i sentieri che corrono attorno alle montagne. Sorrideva, sembrava davvero felice di essere qui".
E lo sarà, assicura il sindaco di Introd Osvaldo Naudin, sino al termine della sua vacanza valdostana. "Le Alpi aiuteranno il papa a riprendersi", afferma il primo cittadino del comune sotto cui si trova Les Combes. "Gli ho inviato una lettera - prosegue - a nome di tutti i cittadini per dirgli che gli siamo vicini e per augurargli una pronta guarigione".

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18/07/2009 01:30
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Il Papa, operato al polso, torna a Les Combes
Il medico ritiene che in un mese recupererà ogni movimento



CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 17 luglio 2009 (ZENIT.org).- A metà pomeriggio di venerdì, Benedetto XVI ha fatto ritorno alla casa di Les Combes dove sta trascorrendo le vacanze, dopo essersi sottoposto a un'operazione di riduzione della frattura alla mano destra, procuratasi questa notte con una caduta nella sua stanza.

All'uscita dall'ospedale Umberto Parini di Aosta, il Papa ha sorriso e ha salutato con il braccio sinistro i giornalisti, tra gli applausi dei presenti.

Secondo un comunicato emesso dal medico personale del Papa, il dottor Patrizio Polisca, “il Santo Padre, cadendo accidentalmente nella Sua residenza, ha riportato una frattura scomposta del polso destro”.

“E' stato perciò sottoposto ad intervento di riduzione e osteosintesi in anestesia loco-regionale”.

Il breve comunicato spiega che “le condizioni generali del Santo Padre sono buone”.

Secondo quanto ha confermato il direttore sanitario dell'ospedale, Pierluigi Berti, la caduta del Papa è stata accidentale e le prove mediche alle quali è stato sottoposto permettono di escludere che il Pontefice sia scivolato a causa di uno svenimento.

L'operazione è stata realizzata da Amedeo Emmanuel Mancini, responsabile di traumatologia dell'ospedale valdostano, che ha assicurato che Benedetto XVI potrà tornare a utilizzare normalmente la mano tra un mese.

“La frattura è stata riallineata”, ha spiegato, indicando che con un trapano “sono stati inseriti dei fili di metallo per tenere il polso in posizione. È stato poi applicato un apparecchio di immobilizzazione in vetroresina, che ha le stesse funzioni di un gesso, e che Benedetto XVI dovrà tenere per circa trenta giorni”.

Secondo Mancini, il Pontefice non avrà problemi a recuperare del tutto le funzioni della mano, e “con opportuna terapia riabilitativa potrà molto presto tornare a suonare anche il pianoforte”.

Questo venerdì mattina una dichiarazione di padre Lombardi spiegava che, nonostante la frattura il Papa aveva celebrato la Messa e fatto colazione.

E' stato poi trasferito in automobile all'ospedale di Aosta, dove è arrivato verso le 9.45. Tra le misure di sicurezza, il Vescovo di Roma ha attraversato a piedi il corridoio principale, venendo poi assistito dai medici.

Dopo aver analizzato la situazione della mano e aver sottoposto il Pontefice a un check-up completo, i medici hanno deciso di sottoporlo alla piccola operazione chirurgica.

Benedetto XVI continuerà le sue vacanze sulle Alpi com'era previsto fino al 29 luglio.

18/07/2009 15:58
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Il Papa prosegue serenamente il suo riposo a Les Combes, dopo la frattura al polso subita ieri. Confermati tutti gli impegni


Una notte tranquilla e una prima parte di giornata trascorsa serenamente: è quanto vissuto nelle ultime ore da Benedetto XVI, dopo la caduta accidentale di ieri nello chalet di Les Combes, che gli ha procurato una frattura al polso destro e lo ha costretto a una degenza di alcune ore all’Ospedale Parini di Aosta, dove i sanitari hanno provveduto a ridurre la frattura e ad applicargli un tutore gessato. Il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ha confermato che il soggiorno del Pontefice in Valle d’Aosta proseguirà come da programma, a partire dalla recita dell’Angelus di domani a Romano Canavese, città natale del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La “routine” della vacanza non ha subito sostanziali modifiche. Per Benedetto XVI, che ieri si è congedato dall’Ospedale di Aosta con il sorriso e in buone condizioni generali di salute, il giorno successivo all’infortunio al polso lo ha visto riprendere sin dal mattino le consuete abitudini dei primi giorni di vacanza - la celebrazione della Santa Messa, la colazione - anche se certamente con qualche inevitabile cambiamento, come spiega il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi:


R. - Il Papa sta imparando a convivere con questa leggera ingessatura e con il polso bloccato che, naturalmente, sono un qualcosa che condiziona un po’ la vita quotidiana. In particolare, condizionano per il Papa lo scrivere a mano, che è la cosa che lui desiderava molto fare in questi giorni e alla quale deve, almeno in certa misura, rinunciare. Nel complesso, però, la situazione è piuttosto incoraggiante: pare che l’incidente si possa considerare concluso.


D. - Questo fa anche pensare che non ci saranno modifiche al programma ufficiale di questi giorni?


R. - Sì, esattamente. Viene confermato l’Angelus domani a Romano Canavese: secondo il programma, il Papa si recherà là in elicottero, celebrerà l’Angelus e poi avrà un pranzo insieme ai parenti del cardinale Bertone e ad altri invitati, e poi rientrerà a Les Combes. E anche nei giorni successivi, il Papa rimarrà a Les Combes, come previsto, e si prevede anche un incontro con i Vespri nella cattedrale di Aosta, venerdì prossimo, e l’Angelus la domenica successiva. Ecco: quindi, tutti gli elementi di programma pubblico che erano stati previsti, sono conservati.


Che Benedetto XVI potesse e avesse l’intenzione di proseguire il suo soggiorno a Les Combes era in qualche modo apparso evidente già al momento dell’uscita dall’ospedale. Quel suo sorriso disteso - cercato con insistenza dagli obiettivi delle telecamere e dei fotografi - e i saluti cordiali ai giornalisti e alle persone radunatisi all’esterno hanno mostrato una grande serenità d’animo da parte del Papa. Solo due dettagli - la porzione di bendatura bianca che fuoriusciva appena dalla manica destra della sua veste talare e l’Anello del Pescatore, simbolo dell’autorità pontificia, passato alla mano sinistra - lasciavano trapelare con discrezione le conseguenze di quanto aveva dovuto subire. Quel sorriso è stato eloquente più di ogni parola e l’inviato di Avvenire in Valle d'Aosta, Salvatore Mazza, descrive il cambiamento avvenuto tra ieri e oggi stato d’animo della gente alla notizia che il Papa resterà a Les Combes:


R. - E’ proprio la classica atmosfera da “la paura è passata”. Tra la gente c’è questo passaparola: “Il Papa resta, non va via. Il programma è confermato”. Insomma, è un’atmosfera molto rilassata. In questa circostanza si è visto veramente quanto affetto ci sia in questa regione per il Papa. L’estrema discrezione con cui questa gente della Valle vive queste vacanze potrebbe far pensare quasi ad una indifferenza. Invece no, è proprio un senso di rispetto profondo per il bisogno del Papa di riposare. E nel momento in cui è nata la preoccupazione si è visto veramente l’amore che questa gente prova per il Papa.


D. - Facciamo un passo indietro: come sono state ieri le ore di attesa, fino a quel sorriso liberatorio del Papa?


R. - La cosa più bella era vedere la gente di Aosta, che si è raccolta attorno all’ospedale, e voleva capire, e anche quando ha capito ha voluto aspettare che il Papa uscisse, saltando il pranzo, restando in piedi, soltanto per vederlo passare, salutarlo, applaudirlo e manifestargli il proprio affetto.


Dalle 10 del mattino alle 16, dunque, Benedetto XVI è stato in modo imprevisto un paziente "speciale" dell’Ospedale Umberto Parini di Aosta. Un paziente che tuttavia non ha voluto - hanno sottolineato le cronache - usare dei suoi privilegi per sveltire la breve degenza, attendendo il suo turno in sala operatoria, scusandosi quasi per il trambusto in qualche modo arrecato, soffermandosi in preghiera o conversando con i sanitari, in attesa di essere sottoposto all’intervento di riduzione della frattura al polso destro. Ora, tra i molti auguri di “pronta guarigione” giunti a Benedetto XVI - tra i quali quello del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano - spiccano quelli del cardinale Angelo Bagnasco e di tutti i vescovi italiani, che concludono il loro messaggio di “affettuosa vicinanza” con l’auspicio per il Papa di continuare a “ristorarsi e godere della natura creata di Dio”.


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18/07/2009 18:04
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Papa, vacanze jellate: polso rotto ma «tutto bene»

di Andrea Tornielli

nostro inviato ad Aosta

Ore 15.45: sorride e saluta alzando il braccio sinistro, il «paziente ignoto 917», alias Benedetto XVI, mentre esce dal pronto soccorso rassicurando tutti sulla sua salute. Sorride, fa cenno con il capo di sì quando i giornalisti gli chiedono se va tutto bene. Lascia con le proprie gambe l’ospedale di Aosta, dov’era entrato, sempre camminando da solo, verso le 9.45 di ieri mattina, per accertamenti in seguito a una caduta avvenuta nella notte all’interno dello chalet di Les Combes, la frazione di Introd dove sta trascorrendo qualche giorno di vacanza. Il Papa è stato sottoposto a un intervento in anestesia locale per la ricomposizione della frattura del radio del polso destro e dovrà portare per un mese un’immobilizzatore in vetroresina.
Prima dell’operazione, ha voluto attendere il suo turno senza passare davanti ad altri pazienti.
L’incidente è accaduto verso l’una di notte. Ratzinger si è alzato dal letto e si è mosso verso del bagno senza accendere la luce, inciampando e cadendo a terra con le braccia in avanti. Ha avvertito il dolore al polso, ma non ha voluto svegliare i suoi collaboratori.
Al mattino, sceso con qualche minuto di ritardo per la celebrazione della messa, ha raccontato che cosa gli era capitato, dicendo di essersi rotto il polso, ma ha voluto che prima di chiamare il suo medico personale, Patrizio Polisca, si svolgesse il rito, al quale Ratzinger ha assistito.
Quindi il Papa ha fatto colazione. Il dottor Polisca, alla sua prima trasferta da quando ha preso il posto di Buzzonetti, dopo averlo visitato ha constatato la sospetta frattura e ha deciso il trasferimento all’ospedale. Non c’è stato dunque alcun malore all’origine dell’incidente, che è avvenuto al buio, e il Papa non ha mai perso conoscenza: rialzatosi da solo si è rimesso a dormire in attesa del giorno.
Benedetto XVI è al pronto soccorso di Aosta è stato sottoposto a un check-up completo. Gli è stata riservata una stanza nel reparto di rianimazione perché lì era possibile più riservatezza e un miglior controllo da parte dei gendarmi vaticani e delle forze dell’ordine. La radiografia ha confermato la sensazione avuta subito dallo stesso Pontefice, mentre gli altri esami hanno escluso valori fuori norma o cause diverse per la caduta. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, da Roma ha cercato di tranquillizzare tutti, spiegando che il Papa era caduto accidentalmente, che si era fatto male al polso, ma che non c’era nulla di preoccupante.
Intanto ad Aosta il primario ortopedico Manuel Mancini spiegava a Ratzinger le possibili soluzioni: senza intervento, il Papa avrebbe dovuto portare un ingombrante gesso su tutto il braccio e lo stesso ci sarebbe stato il rischio di una non perfetta ricomposizione della frattura. Con l’intervento, invece, avrebbe avuto una ripresa più rapida e soprattutto maggiore libertà di movimento. L’operazione è durata 25 minuti e si è conclusa poco prima delle 14. Al termine, Polisca e l’équipe medica al completo sono usciti a incontrare i giornalisti, escludendo che Ratzinger abbia avuto un malore. Mancini ha spiegato che Benedetto XVI «è stato sottoposto a un intervento che noi definiamo “a cielo coperto”, cioè senza uso di bisturi, durante il quale è stata riallineata la frattura». In pratica, ha proseguito, «la frattura è stata riallineata con una trazione e con un trapano sono stati inseriti dei fili di metallo per tenere il polso in posizione». Secondo Mancini il Pontefice non avrà problemi per il pieno recupero della funzionalità dell’arto, e «potrà molto presto tornare a suonare il pianoforte».
Il medico ha detto di aver trovato nel Papa «un paziente disponibile e attento, e con un ottimo umore».
L’incidente provocherà un rallentamento nella scrittura del nuovo libro su Gesù, sul quale Ratzinger si era rimesso al lavoro da due giorni. Domani è previsto che il Papa reciti l’Angelus a Romano Canavese, paese natale del Segretario di Stato Bertone. Ratzinger ha tutta l’intenzione di non mancare all’appuntamento.

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18/07/2009 18:08
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La sua salute è buona ma non è il primo scivolone: vede male da un occhio

di Redazione

Come sta il Papa?
La caduta accidentale avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì nello chalet di Introd dov’era arrivato da tre giorni per fare un po’ di vacanza, ha rilanciato la domanda sullo stato di salute di Benedetto XVI.
Il quadro clinico generale è buono per un uomo di ottantadue anni, che nell’aprile 2005, quando ne aveva appena compiuti 78 e da tempo sperava di ritirarsi in pensione, è stato eletto con un conclave durato un giorno quale successore di Giovanni Paolo II. Abituato a fare una vita dai ritmi molto controllati e metodici, e a stare per lunghe ore dietro la scrivania, compulsando gli amati libri o studiando le pratiche dottrinali più delicate, Joseph Ratzinger si è trovato catapultato sulla scena mondiale e si è dovuto adattare a nuovi ritmi e a nuove abitudini: viaggi intercontinentali con un’agenda densa di impegni, udienze private e pubbliche, incontri con le folle, lunghi e talvolta faticosi riti da presiedere in mondovisione.
Sapendo su quali forze poteva contare, Benedetto XVI ha cercato di dosarle al meglio. Il Papa soffre il caldo, si affatica abbastanza facilmente, ha bisogno di un adeguato riposo pomeridiano, non sempre possibile quando si trova all’estero.
Ratzinger non ha malattie invalidanti e non segue diete particolari, ma prende abitualmente medicine per la circolazione, viene sottoposto con regolarità a esami del sangue e tiene sotto controllo soprattutto il cuore.
Diciassette anni fa, quando era ancora cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cadde battendo la testa nel bagno della sua stanza mentre si trovava in vacanza nel seminario di Bressanone. Rimase in ospedale un paio di giorni, in osservazione, e gli venne diagnosticato un leggero attacco ischemico.
Da allora la sua salute è stata sostanzialmente buona.
Il Papa cammina senza difficoltà, sale e scende le scale, è ancora piuttosto agile nonostante l’età, come dimostra ad esempio la rapidità con cui si prostra al suolo il Venerdì Santo durante la liturgia dell’adorazione della croce e la prontezza di riflessi con cui mette le mani avanti quando inciampa, come è avvenuto già diverse volte, l’ultima sotto l’occhio delle telecamere in occasione della visita ai terremotati dell’Aquila.
Proprio il ripetersi di questi casi ha fatto sospettare qualcuno che dietro tali piccoli incidenti vi possano essere malori o perdite d’equilibrio dovute a problemi circolatori.
In realtà la ragione principale va ricercata nel fatto che Ratzinger ci vede poco dall’occhio sinistro, e questo gli ha provocato qualche problema in presenza di gradini, specie se ricoperti di panno di colore uniforme, come avviene durante le cerimonie, quando il Pontefice indossa paramenti che lo impacciano nei movimenti e possono più facilmente farlo inciampare mentre sale o scende gli scalini.
AnTor

© Copyright Il Giornale, 18 luglio 2009


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Eroi per caso

Quei due medici di provincia finiti all’improvviso sotto i riflettori

di Redazione

Sorride disteso mentre indossa ancora il camice verde da sala operatoria che ha usato per operare Benedetto XVI, il dottor Manuel Mancini, primario di ortopedia dell’ospedale regionale Umberto Parini di Aosta.
Sorride perché è andato tutto bene, e lui si è inaspettatamente ritrovato sotto i riflettori e l’attenzione del mondo, eroe per caso, a mettere sotto i ferri, seppure per un intervento di routine in anestesia locale, il «paziente ignoto n. 917», com’è stato definito per ragioni di privacy nell’atto stilato dai medici al termine dell’operazione.
Quando esce per incontrare i giornalisti, attorniato dalla collega Laura Mus, dal primario rianimatore Enrico Visetti e dall’altro rianimatore Marco Fondi, Mancini è letteralmente assediato da microfoni e telecamere, e devono intervenire i carabinieri per permettergli di far ritorno in reparto.
Ma quello di ieri è stato soprattutto il «battesimo» del nuovo medico personale del Pontefice, il cardiologo Patrizio Polisca, promosso da qualche settimana al posto di Renato Buzzonetti nell’incarico un tempo pomposamente definito di «archiatra pontificio».
Polisca, che già seguiva Ratzinger da molto tempo, ha dovuto per la prima volta leggere un bollettino medico sulla salute del Papa e rispondere alle domande dei cronisti. Vestito in completo gessato blu, anche lui disteso e sorridente, ha escluso con forza che la caduta notturna sia stata provocata da un malore, sottolineando più volte come si sia trattato di una scivolata «accidentale».
La notte tra giovedì e venerdì, però, anche lui – assieme al rianimatore che segue Ratzinger durante le vacanze – appariva piuttosto preoccupato, e si è definitivamente tranquillizzato soltanto quando il check-up al quale è stato sottoposto nella mattinata di ieri Benedetto XVI prima dell’operazione al polso, ha escluso che problemi circolatori o neurologici.
AnTor

© Copyright Il Giornale, 18 luglio 2009


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NOI, IN ATTESA

CON QUELLA MANO TORNI PRESTO A SCRIVERE.
E A BENEDIRCI


MARINA CORRADI

Possiamo immaginarci l’agitazione nella villetta di Les Combes.
Il Papa che cade, l’allarme dei suoi medici, e quel polso malamente contuso e dolorante.
E ieri mattina la scelta, comunque, di andare in ospedale in auto, e di entrare con le proprie gambe; quasi già a dire, con l’evidenza dei fatti: sto bene, non è nulla di grave.
I pazienti del pronto soccorso di Aosta sbalorditi, alla vista di quello straordinario 'collega'.
L’accorrere dei medici, mentre il primo lancio delle agenzie – «Il Papa in ospedale» – fa sussultare le redazioni dei giornali nella mattina pigra di luglio.
Poi, fatta la fila, lastre, check up, tutto a posto – tranne quel polso fratturato.
La sala operatoria, l’intervento, semplice ma forse con un soffio di ansia nel cuore dei medici: quell’uomo sotto i ferri, schedato come «paziente ignoto 917», è il Papa .
E poi il bollettino benigno, e Benedetto che lascia l’ospedale salutando con la sinistra la piccola folla di chi, saputo, è accorso, e i giornalisti trafelati.
È stata solo una caduta banale, che, come accade a una certa età, ha spezzato l’osso reso fragile dagli 82 anni. Ne resta il 'gesso' da portare per un mese; e forse poi quelle piccole noie che chiunque si è fratturato conosce, come l’avvertire che verrà a piovere, prima che lo dica il barometro: dalle fitte sottili e petulanti delle ossa, recriminanti pure se perfettamente riaggiustate.
Tutto bene, comunque: tanto che, uscito dalla sala operatoria, il chirurgo ha annunciato che Benedetto XVI potrà riprendere a suonare il piano perfettamente.
Del che siamo lieti.
Anche se il polso, e dunque la mano destra, al Papa servono, prima che per il pianoforte, per cose ancora più importanti. Quella è la mano che in tutto il mondo, con affetto di figli, uomini e donne cercano per stringerla e deporvi un bacio.
Ed è quella che gli serve per scrivere. Ma, prima di tutto, per benedire.
È il largo gesto domenicale dalla finestra di san Pietro; quella croce tracciata sopra Roma, che conclude la settimana e ne apre una nuova, mentre il suo eco portato dalle radio si allarga nei più lontani angoli del pianeta. Sono i gesti della Messa e della consacrazione, che ogni mattina ripetono, nella mani del Papa , il sacrificio di Cristo.
E poi, la mano destra è quella che scrive.
Con la penna, o al computer, è lei che traccia, o che corre sulla tastiera. Benedetto XVI scrive moltissimo. Deus caritas est, Spe salvi, Caritas in veritate.
Tre encicliche, e quanto dense e cariche di significato, in pochi anni. E ancora il suo 'Gesù di Nazaret' (la prima parte già data alle stampe e alla riflessione di tantissimi e la seconda ancora in stesura, anche in questi giorni di vacanza).
Certo, un Papa non manca di chi possa fargli da scrivano. Ma non è lo stesso, dettare a un altro o invece lavorare soli, nel docile obbedire della destra che trascrive il pensiero, e si ferma, cancella, e riprende, compagna e quasi complice.
E ci piace pensare che anche il Papa , come accade a noi gente normale, sovrappensiero cercherà di riprendere la penna in mano, e poi ritrovando la rigidità del 'gesso' sbufferà un po’ infastidito – come facciamo noi altri, in questi casi.
Ma quanto manca? – chiederà forse impaziente – quanti giorni mancano ancora?
Venti, trenta, giusto il tempo della piena estate. Una forzata pausa di quiete – i pensieri che attendono d’esser scritti come in attesa, in coda nella mente del Papa . Buona convalescenza, Santità.
Forse Qualcuno ha deciso che il suo lavoro merita più riposo, questa estate, di quanto lei era disposto a concedersene. E con quel Qualcuno, lei lo sa bene, non si discute. Noi, aspetteremo: che la sua mano torni a scrivere le parole che ha da dirci.
Ricche, pacate, piene. Che torni a tracciare, ogni domenica, quella larga croce benedicente, sopra il cielo di Roma.

© Copyright Avvenire, 18 luglio 2009


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PAPA: NOTTE SERENA DOPO CADUTA OPERAZIONE DI IERI

(ANSA) - LES COMBES (VAL D'AOSTA), 18 LUG - Notte tranquilla per Benedetto XVI, che ieri si è rotto il polso destro, durante una brutta caduta nella sua casa di vacanze in Val D'Aosta. Benedetto XVI, che ieri ha subito un'operazione per la ricomposizione delle frattura nell'ospedale di Aosta, "sta bene", dicono i suoi collaboratori. E' confermato anche l'impegno per domani a Romano Canavese, dove celebrerà l'Angelus domenicale. (ANSA).


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Scusatemi del disturbo. Non voglio sedie a rotelle

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Il portavoce padre Lombardi all'indomani dell'operazione seguìta alla caduta

"Ha dormito, e manterrà tutti gli impegni. Unico rammarico, non poter scrivere"

Il Papa sta bene dopo l'intervento
"Impara a convivere con il gesso"


AOSTA

Benedetto XVI "sta imparando a convivere con il polso bloccato e la gessatura", ma per il resto la sua vita si svolge del tutto "normalmente", si è ripreso molto bene, è di buon umore e non c'è nessuna preoccupazione.
Così spiega ai giornalisti padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, all'indomani dell'intervento al quale Ratzinger è stato sottoposto dopo una caduta che gli ha procurato una frattura del polso destro. Un incidente durante la vacanza a Les Combes, in provincia di Aosta, dove tuttora si trova.
L'unico problema, aggiunge padre Lombardi, è che gli dispiace "di non poter scrivere a mano".
"Naturalmente tutti seguiamo il Papa con moltissimo affetto e speriamo che questo piccolo incidente non turbi più di tanto la sua vacanza e il suo riposo" ha aggiunto padre Lombardi, assicurando che si è trattato di una caduta accidentale e che "non c'è stato alcun malore".
D'altra parte, ha spiegato, "si fa presto a inciampare o scivolare".
Stanotte Papa Ratzinger ha dormito bene e ha celebrato la messa mattutina.
Ed è confermato che resterà in Val d'Aosta fino al 29 luglio, e che manterrà tutti gli impegni presi: l'Angelus di domani a Romano Canavese, i Vespri nella cattedrale di Aosta il 24 luglio e l'Angelus a Les Combes il 26 luglio.
In tarda mattinata, nell'abitazione di Les Combes, visita medica di controllo degli ortopedici che hanno eseguito l'intervento, il dottor Manuel Mancini, primario del reparto di ortopedia dell'Ospedale Parini di Aosta e la dottoressa Laura Mus, affiancati dal gessista Celestino Perron: un controllo di routine al gesso in vetroresina con cui è stato immobilizzato il polso desto.

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PAPA: CARD. BERTONE, GESSO RALLENTERA' SCRITTURA LIBRO SU GESU'

(ANSA) - ROMANO CANAVESE (TORINO), 18 LUG

Il papa è "molto dispiaciuto" di non poter scrivere, a causa dell'ingessatura del polso destro, e di dover perciò anche rallentare la stesura della seconda parte del suo libro "Gesù di Nazareth".
Lo ha detto ai giornalisti il segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, che domani accoglierà a Romano Canavese, in provincia di Torino, Benedetto XVI per l'Angelus domenicale. Nel paese, un piccolo borgo in mezzo alla campagna torinese, è nato il porporato, il più stretto collaboratore di Ratzinger.
"Il papa - ha spiegato Bertone - scrive creando e crea scrivendo. Aveva già pensato al progetto della seconda parte del libro di Gesù e aveva già in mente l'architettura del testo. Ora dovrà rallentare e studiare come realizzare questo progetto".
Il porporato ha riferito di aver parlato ieri pomeriggio con il papa dopo l'operazione, e mentre stavano svanendo gli effetti dell'anestesia. "Sentiva un po' di dolore ma mi ha detto che un po' di sofferenza non fa male, ha raccontato Bertone. "Ciò che gli dispiaceva di più - ha aggiunto - era di non poter benedire con la destra e di non poter stringere tante mani", anche in occasione dell'Angelus di domani. "L'affetto della gente - ha assicurato il cardinale - sara comunque grandissimo".

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Caduta, frattura, intervento. Già a casa

In ospedale la telefonata al Papa di Bagnasco. «Tutto bene»

Benedetto XVI l’altra notte è inciampato nella sua stanza a Les Combes, rompendosi il polso destro. Ieri mattina i controlli medici ad Aosta

DAL NOSTRO INVIATO AD AOSTA

SALVATORE MAZZA

Un semplice, piccolo «inci dente».
Che un po’ guasta, ma non interrompe, il pe riodo di riposo che il Papa sta tra scorrendo in Valle d’Aosta. Ma che, inutile negarlo, per qualche minuto a fatto trattenere il fiato a tutti. La caduta nella tarda serata di giovedì, il dolore al polso destro, e il control lo il mattino successivo in ospeda le, raggiunto dopo aver celebrato la Messa e fatto colazione.
Diagnosi: frattura scomposta del radio, ridot ta qualche ora più tardi senza biso gno di intervento chirurgico.
E il po meriggio, alle 15.53, la dimissione e il rientro a Les Combes, dove ha po tuto anche fare una breve passeg giata nel parco. Benedetto XVI sorridente, che salu ta con la mano sinistra, mentre sa le sull’auto, è l’immagine che tutti volevano vedere.
E hanno visto. La piccola folla che dalle dieci del mat tino aspettava fuori dell’ospedale 'Umberto Parini' di Aosta ha ap plaudito, sollevata, mentre dal grup po dei giornalisti qualcuno lancia va una domanda: «Fa male?». «Un po’», ha risposto il Papa, entrando nella vettura nera che l’avrebbe di lì a un minuto riaccompagnato a Les Combes.
Mentre dall’inter no, il pollice in alto nel gesto internazionale di 'tutto be ne', il suo segretario don Georg rassicurava ulterior mente i presenti.
Tutto era cominciato la mat tina, verso le 9.30, quando è arrivata improvvisamente la notizia che il Papa era stato ricoverato all’ospedale re gionale. Qualche minuto di – comprensibile – timore che si è diffuso dai giornalisti al seguito del soggiorno valdo stano del Pontefice a tutti co loro che sono stati raggiunti dalle prime notizie; poi, nel giro di pochi minuti, il particolare che Be nedetto XVI era entrato a piedi nei locali del pronto soccorso (rifiutan do la sedia a rotelle che gli era stata offerta), e la conferma da Roma del portavoce vaticano padre Federico Lombardi: una «leggera frattura» al polso destro in seguito a una cadu ta, avvenuta la notte precedente, e il ricovero per gli interventi del ca so.
Nelle ore successive, mentre papa Ratzinger, per sua espressa richie sta, aspettava il suo turno in una stanza riservatagli all’interno del pronto soccorso, è stato possibile ri costruire con discreta precisione che cosa fosse successo.
Benedetto XVI è inciampato accidentalmente quando già s’era ritirato nella sua stanza per la notte, e cercando di at tutire la caduta ha gravato con tut to il peso sulla mano destra poggia ta per terra.
Una tipica frattura da compressione, piuttosto comune (tecnicamente: frattura scomposta metaepifisaria distale del radio de stro, secondo quanto annotato sul la cartella clinica del 'paziente i gnoto 917', come per ragioni di pri vacy il Papa è stato registrato nel no­socomio), e anche piuttosto dolo rosa. I primi soccorsi sono stati pre stati a Benedetto XVI dal suo medi co personale, Patrizio Polisca, che gli ha somministrato antiinfiam- matori e antidolorifici.
Al mattino il Papa ha celebrato re golarmente la Messa nella cappelli na dello chalet dove risiede in que sti giorni e, dopo colazione, s’è fi­nalmente recato in ospedale.
«S’è mostrato una persona gentilissima e disponibilissima – ha raccontato ad Avvenire una persona dello staff del pronto soccorso in servizio in quel momento –, ha rifiutato la se dia a rotelle che era pronta, dicen do che non ne aveva bisogno, e ha salutato a uno a uno tutto il perso nale sanitario, scusandosi per il di sturbo che ci portava.
Per tutto il tempo è stato un paziente esem plare, ha chiesto soltanto di essere trattato come tutti gli altri e di non godere di particolari 'favoritismi'».
E così, in effetti, è stato: il primario di ortopedia Amedeo Manuel Man cini, che in quel momento si trova va in sala operatoria, è uscito appe na ha potuto per il tempo necessa rio a un primo esame obiettivo e per disporre una serie di controlli ra diografici al fine di verificare l’entità della frattura e decidere le cure ne cessarie.
Durante l’attesa, proprio pochi minuti prima dell’intervento, sul cellulare di don Georg è arrivata la telefonata del cardinale presi dente della Conferenza episcopale i taliana, Angelo Bagnasco, che chie deva notizie del Pontefice. Il segre tario gli ha passato la telefonata, e così Bagnasco ha potuto parlare di rettamente con il Papa, trovandolo tranquillo e quasi ironico riguardo a quanto gli era successo.
Benedetto XVI ha anche scherzato su quanto sarebbe avvenuto di lì a pochi mi nuti, e la telefonata s’è conclusa col cardinale che gli assicurava la soli darietà e la vicinanza di tutti i fede li e della Chiesa italiana. Arrivato il suo turno, papa Ratzin ger è stato portato in sala operato ria per essere «sottoposto a inter vento di riduzione e osteosintesi in anestesia locale regionale», come a intervento concluso avrebbe spie gato il dottor Polisca, leggendo nel cortile dell’ospedale il bollettino me dico ufficiale. «Le condizioni gene rali del Santo Padre – ha aggiunto Polisca – sono buone. Il Santo Padre in breve può tornare alla sua resi denza » di Les Combes. Il Pa pa, come ha poi spiegato Mancini, coadiuvato nell’at to operatorio dalla dottores sa Laura Mus e dal primario anestesista Marco Fondi, è stato sottoposto «a quello che tecnicamente si chiama 'intervento a cielo coper to' », cioè «senza uso di bi sturi».
In pratica, ha aggiunto, «ab biamo sottoposto a trazione il polso per riallineare la frat tura e, subito dopo, con un trapano, abbiamo inserito due fili d’acciaio secondo u na tecnica piuttosto comune, per te nere le ossa in posizione.
Quindi, è stato applicato un apparecchio di immobilizzazione in vetroresina, che ha le stesse funzioni di un ges so, e che Benedetto XVI dovrà tene re per circa trenta giorni». Mancini s’è detto certo che il Pontefice «non avrà nessun problema per il pieno recupero della funzionalità dell’ar to », e che «con un’opportuna tera pia riabilitativa, normale in questi casi, potrà molto presto tornare a suonare anche il pianoforte».
Terminato l’intervento, il Papa è sta to tenuto in osservazione per il tem po strettamente necessario, e di messo, come detto, poco prima del le 16.
Trovando ad accoglierlo all’e stero la piccola folla che anche sot to una leggera pioggia aveva voluto attendere fino a quel momento per esprimergli il proprio affetto, e che Benedetto XVI ha salutato con la mano sinistra.
Sulla quale erano ben visibili le 'farfalle' lasciate in posi zione dai sanitari per consentire la somministrazione degli antiinfiam matori necessari in questi casi.

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l’ortopedico

Il professor Catalano: nessuna conseguenza
Potrà tornare a suonare l’amato pianoforte


DI GABRIELE BARSANTI

Il Papa dopo l’intervento al polso non dovrebbe a vere alcun problema, la funzionalità dell’arto sarà pienamente recuperata, tanto da consentirgli di scri vere e anche di suonare l’a mato pianoforte.
Fra una trentina di giorni, o poco più, gli sarà tolto anche il tu tore, cioè l’apparecchio di protezione della zona sede della frattura che però non inibisce del tutto la mobi lità, come accadeva con la classica ingessatura. Parola del professor Francesco Ca talano, direttore dell’Unità operativa ortopedica e chi rurgica della mano del «Ge melli » di Roma.

Professore, dove è localiz zata la frattura? E a quale o perazione è stato sottopo sto Benedetto XVI?

Premetto, ed è importante sottolinearlo, che mi sto ba sando su una conoscenza indiretta del caso, e cioè sul le notizie diffuse dall’ospe­dale di Aosta. Comunque, come il più delle volte acca de nei pazienti anziani, il Papa dovrebbe aver ripor tato la frattura dell’epifisi di stale del radio destro, ossia nel punto in cui si articola con le ossa del carpo. Una frattura scomposta, che però è stata ridotta in tem pi brevi e con successo.

Che cosa vuol dire «ridot ta »?

Vuol dire che è stata esegui ta una riduzione, ossia una ricomposizione delle ossa che si sono fratturate e co munque andate fuori la lo ro normale posizione in se guito alla caduta. Caduta che, a quanto risulta, è sta ta del tutto accidentale, quindi non dovuta a cause che potrebbero allarmare.

Come si affrontano casi co me questo?

Si interviene solitamente in modo incruento, che vuol dire senza spargimento di sangue, senza il taglio del chirurgo. Si procede in nar­cosi, ossia in anestesia ge nerale, oppure, preferibil mente, in anestesia loco-re gionale, che vuol dire par ziale, per così dire 'addor­mentando' l’intero braccio interessato con una iniezio ne all’ascella. Quest’ultimo, ci dicono, è stato il caso del Papa,

E dopo l’anestesia?

Dopo l’anestesia attual mente si preferisce una tec nica chiamata epiblock, che vuol dire pressappoco bloc caggio dall’alto, dalla su perficie. A cielo coperto, ov vero come ho accennato senza uso del bisturi, si ap plicano attraverso piccoli fori dei fili metallici (detti «infibuli di Kirschner) che consentono di riportare al la primitiva posizione le os sa scomposte, tenendole in sieme. Questa è la cosiddet ta «osteosintesi».
Poi i fili si piegano a 90 gradi all’ester no del polso, e vengono ag ganciati a placchette ester ne. Infine si procede al con trollo della stabilità della frattura, alla medicazione e all’applicazione del tutore esterno. Tutti i corpi estranei verranno rimossi dopo trenta-quaranta giorni.

I vantaggi sono intuibili. Qual è il maggiore, rispetto al passato?

Intanto, è un metodo mini invasivo. Poi il polso si può muovere già subito dopo l’operazione, consentendo un recupero più rapido del la funzionalità ed evitando le complicazioni dovute al l’ingessatura, che nel mi gliore dei casi comporta u na lunga riabilitazione.

Mentre in questo caso...

... in questo caso la riabili tazione sarà più facile, men tre la frattura dovrebbe gua rire in 4-5 settimane. E il Pa pa potrà tornare serena­mente a tutti i suoi impegni.

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