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Viaggio apostolico in Messico e Cuba...

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2012 13:58
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26/03/2012 20:50
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26/03/2012

Benedetto XVI striglia l'episcopato connivente con i narcos e il pedofilo Maciel

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A LEON (MESSICO)

Tra le navate neoclassiche riecheggia l'invito del Papa teologo e pastore a "non arrendersi alla prepotenza del male". Con la convinzione che "il male non ha l'ultima parola della storia" e che "Dio è capace di aprire nuovi spazi ad una speranza che non delude". Nella maestosa cattedrale di Leon trasformata in "conclave latino" dal raduno dei vescovi del continente, Benedetto XVI striglia l'episcopato connivente con i narcos e con il potentissimo fondatore pedofilo dei Legionari di Cristo, Maciel. Recitando i vespri, il Papa stigmatizza "debolezze e mancanze", ma lancia un messaggio di speranza:"La malvagità e l'ignoranza degli uomini non frenano il piano divino della salvezza, il male non può fare tanto". Il monito è rivolto sia all'interno della Chiesa, sia all'esterno, cioè ai leader di terre che "soffrono a causa della povertà,della corruzione,della violenza domestica.del narcotraffico,della crisi di valori,della criminalità,dell'emigrazione che divide le famiglie".

Il Papa reclama una "società più giusta e solidale" e lascia al suo braccio destro Tarcisio Bertone entrare nel merito per ammonire i politici:"La vostra attività sia dedizione totale in favore dei cittadini e non una lotta di potere o un'imposizione di sistemi ideologici rigidi e posizioni radicali". Ai vespri il Pontefice rincuora l'episcopato latinoamericano:"Nella sollecitudine pastorale paziente ed umile non siete soli nelle difficoltà e neppure lo siete nei successi dell'evangelizzazione. Tutti siamo uniti nelle sofferenze e nella consolazione". Accanto a lui sull'altare il leader dei vescovi "latinos" Carlos Aguiar Retes, presidente della Conferenza Episcopale del Messico e presidente del Celam, la Conferenza dei vescovi dei Paesi latino-americani.

Il Papa invoca uno "spirito di comunione tra sacerdoti, religiosi, laici, evitando divisioni sterili, critiche e diffidenze reciproche". L'obiettivo, soprattutto nelle iniziative realizzate nell'Anno della fede, è "condurre gli uomini a Cristo, la cui grazia permetterà loro di lasciare le catene del peccato che li rende schiavi". Solo così l'America latina potrà "avanzare verso la libertà autentica e responsabile". Il Pontefice raccomanda ai presuli di riservare "un'attenzione sempre più speciale ai laici maggiormente impegnati nella catechesi, nell'animazione liturgica, nell'azione caritativa e nell'impegno sociale". Alla Radio Vaticana, l'arcivscovo Carlos Aguiar Retes, presidente della Conferenza Episcopale del Messico e presidente del Celam spiega che "per noi è già una grande gioia la presenza in sé del Papa, perché lui ci porta un messaggio grande di comunione: il desiderio di condividere con noi la situazione che viviamo". La sua parola che "si è sempre caratterizzata per una grande profondità ed è sempre molto adeguata ai momenti e ai contesti differenti di vita, sulla base della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa", aiuta e incoraggia a "mantenere sempre alto l'entusiasmo affinché il lavoro ecclesiale iniziato con la Missione continentale sia condotto sempre in prospettiva e a sostegno dei problemi che viviamo".

Già il Beato Giovanni Paolo II, il primo Papa che ha visitato il Messico, aveva "sentito immediatamente, sin dal suo primo viaggio, la grande emozione nel vedere quanto la figura del Successore di Pietro sia amata nel nostro paese", sottolinea il capo della Chiesa messicana."Anche ai tempi dei Papi precedenti, come Paolo VI, Giovanni XXIII, Pio XII, Pio XI, quando il Messico viveva gravi difficoltà dovute al conflitto religioso, la figura del Pontefice è stata sempre un elemento importantissimo nella vita ecclesiale del Paese". Per questo, con Giovanni Paolo II "scattò rapidamente una grande empatia, una grande relazione con colui che rappresenta la Chiesa di Cristo". Questo affetto, che si è manifestano apertamente con Karol Wojtyla, è espresso anche nei confronti di Benedetto XVI perché "è un sentimento che riguarda la figura del Papa in sé, la figura stessa dell’istituzione del ministero pontificio". L’identità personale, poi, "arricchisce e alimenta la conoscenza storica dei diversi Pontefice che si sono avvicendati nell’arco del XX e del XXI secolo nella conduzione della Chiesa". Tutto questo "il popolo messicano lo sente molto e noi pastori possiamo verificarlo nei colloqui, nei momenti di incontro con le comunità ecclesiali". Questa è "la fiducia che ha la Chiesa cattolica messicana, la quale affronta ogni evento con speranza". In Messico sono presenti praticamente tutte le Conferenze episcopali americane, dal Canada all’Argentina, mentre a Cuba vi sarà la maggior parte delle Conferenze episcopali del Caribe. In questo modo, la visita diventa un incontro che si prolunga, che si amplia.


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