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Viaggio apostolico in Messico e Cuba...

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2012 13:58
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VIAGGIO DEL PAPA/ Tornielli: la fede di Benedetto è più grande di tutti i soprusi

Lunedì 26 marzo 2012

Il Papa Benedetto XVI ieri ha incontrato 500mila fedeli nel Parco del Bicentenario a Leòn, in Messico. E ha invitato ciascuna delle persone accorse per ascoltarlo a guardare “nel profondo del loro cuore, specialmente nei momenti che uniscono dolore e speranza, come quelli che attraversa attualmente il popolo messicano e anche altri popoli dell'America Latina”. Il Pontefice ha ricordato che la Chiesa non domanda di avere privilegi, ma soltanto la libertà religiosa per prendere parte alla vita della società. Come sottolinea Andrea Tornielli, editorialista de “La Stampa”, “per noi europei il viaggio del Papa in Messico è significativo perché ci mostra la sua novità di sguardo in un Paese dove la fede è ancora un elemento decisivo per la vita e per la cultura di un popolo”.

Tornielli, qual è il significato del viaggio del Papa per i messicani?

Quello in Messico è il primo viaggio di Benedetto XVI in un Paese ispano-americano. Papa Ratzinger era già stato ad Aparecida e a San Paolo del Brasile nel 2007, e si appresta a tornare in Brasile nel 2013 per la Giornata mondiale della gioventù. Il viaggio in corso tocca invece due Paesi di lingua spagnola, Messico e Cuba. Il Messico in particolare svolge un ruolo decisivo di cerniera tra sud e nord del continente americano, ed è anche un Paese dove l’identità cristiana è patrimonio dell’identità di un popolo. I messicani sono battezzati al 90%, ma scherzando dicono che sono “guadalupani al 100%”. Si riferiscono così all’evento delle apparizioni di Guadalupe avvenute cinque secoli fa ed elemento fondante dell’identità meticcia del popolo, emersa dall’incontro-scontro tra la cultura india e i colonizzatori spagnoli. Questo evento di Guadalupe è nel cuore di tutti i messicani e rappresenta realmente un segno dell’identità nazionale. Sorprende il milione di persone che si sono riversate sulle strade per accogliere il Papa e questo è doppiamente importante perché mostra l’affetto dei messicani per il successore di Pietro.

Per noi europei, che viviamo in un contesto culturale e di fede totalmente differente, qual è il significato della visita del Papa in Messico?

Per noi europei il viaggio del Papa è significativo perché ci mostra uno sguardo interessante in un Paese dove la fede è ancora un elemento decisivo per la vita e per la cultura di un popolo. Anche se in una società dove si vivono problemi e contraddizioni enormi come narcotraffico, violenze, povertà, aggressività. Pur in questo contesto, per noi europei la fede dei messicani è ancora un elemento cui guardare.

Il Papa ha dedicato un passaggio centrale del suo discorso alla necessità di “proteggere e accudire i bambini”. Qual è il significato di questa sottolineatura?

Le sue parole vanno inserite nel contesto in cui si è svolto il discorso del Papa. L’evento di ieri è avvenuto nella grande piazza di Lion, e Benedetto XVI ha parlato ai bambini incontrandosi con loro. La sottolineatura del Papa però deve essere riferita anche a una società dove la violenza, l’abbandono, la povertà e la fame vedono spesso nei bambini le vittime principali. E’ dunque un richiamo molto legato alla situazione locale del Paese.

Sul viaggio del Papa sono aleggiate le polemiche per la vicenda di padre Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo accusato di pedofilia. Che cosa ne pensa di questi attacchi?

Quella di padre Maciel è una vicenda triste e nello stesso tempo terribile, perché quest’uomo ha goduto anche di coperture ad alto livello che gli hanno permesso di continuare quasi fino alla fine della sua vita a commettere gravi crimini, violenze e soprusi. Il Papa nel corso dei suoi viaggi più importanti, dagli Stati Uniti nel 2008 all’Inghilterra nel 2010, ha sempre accettato di incontrare le vittime della pedofilia. La novità di sguardo con cui il Papa ha affrontato questo scandalo non è stato soltanto nell’affinare e irrigidire le norme canoniche, ma soprattutto nella sua vicinanza alle vittime delle violenze e alle loro famiglie. I suoi incontri con queste persone si sono però sempre verificati perché erano stati richiesti e concordati con l’episcopato locale. In Messico questo non è stato possibile anche per la veemenza polemica che alcune di queste ex vittime di Maciel hanno dimostrato nei confronti della Santa Sede. L’incontro quindi è stato impossibile perché non si è trattato di qualcosa che è stato desiderato per sanare una ferita, ma per gettare sale su di essa.

(Pietro Vernizzi)


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