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Viaggio apostolico in Messico e Cuba...

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2012 13:58
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Dopo il coccodrillo cubano anche una GMG a l' Havana? Il sogno di Monica, cantante e volontaria a Madrid

Scritto da Angela Ambrogetti

Giovedì 15 Marzo 2012 13:50

A vederlo fa tenerezza. Più che altro sembra un lucertolone con gli occhi gialli e assonnati. Ma se spalanca le fauci i denti aguzzi brillano al sole e capisci che un coccodrillo, anche se piccolo, è sempre un animale selvatico. Tutti ormai lo chiamano il coccodrillino del Papa perchè ha ricevuto la carezza di Benedetto XVI in una udienza del gennaio scorso. In effetti è un esemplare raro Crocodylus rhombifer, un coccodrillo cubano che è tragicamente in via di estinzione. Ma questo ha avuto una sorte speciale. Recuperato da un traffico illegale di animali esotici, è stato adottato dal Bioparco di Roma e da ieri, dopo qualche mese di cure, è ripartito per lo zoo de La Havana. E tanto è diventato il simbolo del viaggio di Papa Benedetto nell’isola caraibica che alla cerimonia per la sua partenza da Roma era presente il vescovo Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato di Sua Santità. Una occasione per puntare i riflettori su Cuba e sul rispetto per la natura e l’amicizia tra i popoli. “È importante sottolineare che l’intera ‘operazione coccodrillo’ è a costo zero per i cittadini e per l’amministrazione – ha spiegato il presidente del Bioparco Paolo Giuntarelli - grazie alle donazioni ricevute e alle raccolte fondi organizzate dal Bioparco attraverso le serate-evento ‘Crocodile Night fever’ che continueranno per tutto l’anno”.
Serate che portano a Roma l’anima bella di una nazione dove ancora i diritti umani sono confusi con qualche apertura commerciale. Ma la gente di Cuba non si perde d’ animo. Dopo il 1998, dopo la visita di Giovanni Paolo II, i cattolici hanno ripreso ad andare in chiesa, sono aumentati i numeri dei battesimi, e il cardinale Ortega y Alamino puo’ inviare un messaggio di Natale ai fedeli, anche se su una rete secondaria. Addirittura in occasione del viaggio del Papa a fine marzo ha avuto uno spazio sul canale televisivo principale. I cubani sono entusiasti di questo viaggio. Sanno che è una occasione per raccontare Cuba, la sua cultura, la sua ricchezza, e la sua fede.
Così come lo sa la giovane e talentuosa musicista italo-cubana Monica Marziota, 27 anni e tanto swing nelle vene ereditate dalla famiglia: “Mio nonno Julio Valdez era un direttore d’orchestra e compositore, e nella famiglia quasi tutti sono musicisti e questo è parte della mia vita. Una passione che mi ha portato ad esprimermi attraverso la musica, sono in contatto con me stessa e scopro un po’ di me ogni giorno per capire anche ci vorrò essere.” A gennaio il suo concerto di musica cubana è stata la prima raccolta fondi per il coccodrillino. Un modo per parlare della sua Cuba.


Che cosa è per te Cuba?
É il mio sangue, la mia patria, la mia terra. Un’isola che adoro, piena di contraddizioni ma dove si ha tanta voglia di vivere, creare, esprimersi. Siamo degli isolani aperti, internazionali, forse perché siamo nel punto centrale tra America del Sud e del Nord, Cuba veniva chiamata la chiave delle Americhe. Un luogo che è stato porto di immigrazione, siamo un popolo molto misto e questo ci rende cosmopoliti.
In occidente identifichiamo Cuba da decenni con la rivoluzione di Fidel Castro, ma la cultura cubana ha radici antiche e religiose, anche nella musica è così, e cosa c’è di tutto questo nella tua musica?
La mia musica è il mix di Africa, Spagna e Italia perché mio padre è italiano. Senza l’eredità cubana io sarei diversa. E la religione, la mia spiritualità è al primo posto. Non ha un ruolo, è la base di tutto. Senza questo aiuto di Dio ogni giorno non riuscirei neanche a svegliarmi con la voglia di fare. Vengo da una famiglia cattolica e del resto Cuba è un paese di tradizione cattolica nonostante i periodi difficili per via della situazione politica. Ma grazie a Dio, e alla visita di Giovanni Paolo II nel 1998 le porte si sono riaperte e da allora tutto va un sempre un po’ meglio. Io mi ricordo che quando ero piccola, ho 27 anni, alcune cose erano proibite o molto difficili da realizzare. Anche se molti seguivano la vita della Chiesa, erano battezzati. Già negli anni ’90 le cose sono migliorate, ma dal ’98 la gente ha potuto manifestare la propria fede più chiaramente. A casa mia c’è stata sempre una cultura cattolica, ma dipende dalle famiglie.
Che cosa ti aspetti da questa visita di Benedetto XVI?
Ho tanta fede e penso che sarà un modo per avvicinare il popolo cubano alla nostra fede cattolica e attraverso la fede diventare migliori e spero che ci sarà un dialogo tra il Governo di Cuba e il Vaticano e così si potrà fare un altro passo in avanti. Uno dei miei grandi sogni è che ci sia un giorno una GMG a l’Habana!
Se dovessi fare uno spot per Cuba che diresti ?
Venite a scoprire la vera Cuba. C’è tanta cultura, è uno dei paesi dove la creatività nei giovani si vede moltissimo. Venite a conoscere il sorriso di persone che anche con poco sorridono e sono felici. Sono stata a fare concerti in Nigeria lo scorso anno ed ho capito che cosa è il mal d’ Africa, e ho rivisto un po’ il nostro modo di sorridere un po’ ingenuo e tanto bello. Venite a Cuba, direi, per andare al di là dei luoghi comuni. Un prossimo concerto per sostenere il coccodrillo e il viaggio del Papa lo faremo forse al Bioparco.
Monica ha molti progetti. A luglio sarà in Canada per ricordare i 10 anni della GMG di Toronto, e avrà uno spazio per la sua testimonianza a Salt and Light tv: “ E’ bello fa capire che si puo’ essere giovani e credenti fino in fondo. Bisogna essere giovani e allo stesso tempo vivere con principi veri e forti della fede. E questo va comunicato.” E’ stata volontaria per la GMG di Madrid e segue le attività del Centro giovanile San Lorenzo, sostenuto dal Pontificio Consiglio per i Laici che ha sede nella chiesa di san Lorenzo a pochi passi da san Pietro. Lì si vive una GMG quotidiana. Dopo la messa del venerdì sera si va a fare missione di strada tra la gente con la Croce della GMG. E Monica dice che la musica deve trasmettere valori positivi, e lo fa, con i suoi concerti e le sue attività, il rispetto per la natura e sopratutto la sua fede.


Papa Ratzi Superstar









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