00 17/09/2010 12:00
Dal blog di Lella...

«Una grande opportunità, dimostrerà agli anglosassoni tutta la sua grandezza»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTÀ DEL VATICANO

Monsignor Koch, che cosa andrà a dire Benedetto XVI al Paese più secolarizzato d’Europa, avamposto del liberalismo e della libertà di coscienza?

«Questo viaggio è una grande opportunità che viene offerta al Papa. Egli ha la possibilità di dimostrare al mondo anglosassone tutta la sua grandezza. Purtroppo la pubblicità che gli è stata fatta sui mass media in questi anni, non solo non è positiva ma non è nemmeno veritiera. Benedetto XVI non è affatto il Papa dei no, ma quello dei sì; egli è il teorico del dialogo tra fede e ragione. E’ colui che predica l’amore di Dio. Io sono convinto che la gente lo capirà». Il ministro del dialogo ecumenico, neo presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, alla sua prima missione internazionale a fianco del pontefice, pensa positivo e guarda avanti.

I mass media inglesi però lo hanno ritratto come un pontefice vecchio di testa e chiuso, contrario all’uso dei preservativi per contrastare l’Aids, al sacerdozio femminile, alle coppie gay. Insomma, in Gran Bretagna Papa Ratzinger non gode di buona stampa...

«E’ tutto vero ma è una immagine falsata da una lente distorta. Gli incontri che farà, le parole che pronuncerà, l’amabilità che possiede sono tutte cose che il pubblico comprenderà. Forse la più grande sfida di questo viaggio non riguarderà tanto le manifestazioni di protesta, se mai ci saranno, ma l’immagine che ne uscirà attraverso i mass media».

Cosa dirà Benedetto XVI per far breccia nel cuore degli inglesi, visto che alcuni sondaggi evidenziano percentuali altissime di indifferenza religiosa?

«Il pontefice sa di andare a visitare una terra altamente secolarizzata. Predicando là sarà un po’ come predicare al resto dell’Europa dove il fenomeno della secolarizzazione dilaga. Ritengo che il nucleo del suo messaggio sia riconducibile al fatto che la fede, la dimensione religiosa, il rapporto con Dio sia parte integrante della vita dell’uomo, poiché la fede non è contraria alla ragione ma anzi un elemento che la corrobora. Vivere in una società senza Dio implica dunque impoverirsi, spegnersi, limitarsi».

Come sono i rapporti con gli Anglicani, soprattutto dopo la richiesta di un gruppo di vescovi scismatici di volersi staccare da Londra per abbracciare Roma?

«Buoni rapporti davvero. Sulla richiesta devo dire che noi non conosciamo ancora l’entità dello scisma ma non vorremmo approfondirla, semmai vogliamo aiutare gli Anglicani a risolvere questa sfida».

© Copyright Il Messaggero, 16 settembre 2010


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