00 09/02/2009 11:33
Re: Da "Maranathà.it"...
Paparatzifan, 08/02/2009 16.37:


Orémus pro pontífice nostro Benedícto.
Dóminus consérvet eum,
et vivíficet eum,
et beátum fáciat eum in terra,
et non tradat eum in ánimam inimicórum éius.



La croce di Cristo sarà la rovina del demonio, ed è per questo che Gesù non smette di insegnare ai suoi discepoli che per entrare nella sua gloria deve patire molto, essere rifiutato, condannato e crocifisso (cfr Lc 24,26), essendo la sofferenza parte integrante della sua missione.


Gesù soffre e muore in croce per amore. In questo modo, a ben vedere, ha dato senso alla nostra sofferenza, un senso che molti uomini e donne di ogni epoca hanno capito e fatto proprio, sperimentando serenità profonda anche nell'amarezza di dure prove fisiche e morali.


Papa Benedetto XVI all'Angelus 1 feb 09






Ecco, a mio avviso, un’altra ragione valida per cui noi cattolici – forse a differenza dei cristiani separati o di quanti pur fuori dal Cristianesimo, tentano di esprimere al meglio la propria fede in Dio - amiamo e onoriamo sempre Pietro, rappresentato oggi nella figura del nostro attuale Pontefice Benedetto XVI e dei suoi confratelli nell’Episcopato!
Questi grandi e umili Servi del Signore, infatti, non presumono mai dal “vanto” (Gal 6, 14) di annunciare puntualmente l’unico e autentico Vangelo: Dio, cioè, ci ama davvero di un amore smisurato, tanto da condividere in tutto e in prima Persona la nostra condizione umana, specie nella croce, ossia, in quel mistero che per tutti è la prova o notte oscura della sofferenza.

Se tu perciò, oh Signore Gesù, per amore nostro non avessi portato la “tua” croce (Mc 8,31), ognuno di noi resterebbe perennemente perduto e disperato.
Da chi dunque andremo? E chi dunque ascolteremo?
Veniamo sempre soltanto da te Signore, e ascoltiamo soltanto i tuoi fedeli Servi, poiché ora vediamo che Tu non solo hai parole di vita eterna (Gv 6, 67-68). [SM=g9503] [SM=g9503] [SM=g9503]