00 17/04/2010 12:51
Dal blog di Lella...

Benedetto XVI sulle orme di San Paolo

Ecco come i cattolici di Malta aspettano il Papa

Parla il cappellano dell'università, Jimmy Bartolo

di Marco Burini

Weekend a Malta per il Papa sulle orme di san Paolo che fece naufragio sull’isola 1950 anni fa, mentre era diretto a Roma. Oggi e domani avrà diversi incontri con le autorità pubbliche e soprattutto la chiesa locale, una realtà molto vivace come ci conferma il padre gesuita Jimmy Bartolo, cappellano dal 1998 al 2008 dell’Università di Malta.
“La stragrande maggioranza dei maltesi si dichiara cattolica. C’è una forte tradizione anche se l’ultimo censimento ecclesiastico del 2005 ha rilevato che solo metà della popolazione va a messa alla domenica; il dato cresce un po’ nell’isola di Gozo.
Comunque si tratta della percentuale più alta in Europa. Anche i nostri sondaggi nel campus universitario dicono che l’88 per cento degli studenti pratica la fede liberamente e senza alcuna restrizione e il 60 per cento partecipa nella messa domenicale. I riti pasquali sono vissuti con grande devozione”.
Insomma, una società visceralmente cristiana tanto che nemmeno l’ingresso nell’Unione europea, sei anni fa, ha portato alla liberalizzazione di divorzio e aborto. Secondo padre Bartolo, però, “ci sono elementi molto chiari di secolarizzazione. Siamo un piccolo popolo, 410 mila abitanti, con un sua identità, una lingua e una storia. Ma siamo sempre stati sotto il dominio di altri popoli e culture fino al 1964 con l’indipendenza dagli inglesi. Malgrado tutto abbiamo mantenuto forte nostra fede. Adesso siamo un’altra volta a un incrocio: dobbiamo interiorizzare una fede che per molto tempo è stata di tipo tradizionale.
Il popolo maltese in gran parte è molto contrario alla legalizzazione dell’aborto; durante i negoziati di ammissione all’Unione europea il governo è riuscito a ottenere una deroga su questo tema. Per quanto riguarda il divorzio, il dibattito si riaperto dopo che il nuovo leader del Partito laburista, Joseph Muscat, ha annunciato una proposta di legge sul divorzio e ha detto che lascerà liberi i deputati del suo partito di votare secondo coscienza. Credo che i maltesi siano divisi su questo punto, ma certamente c’è una tendenza verso la separazione tra chiesa e stato”. Tra i problemi sociali più urgenti, padre Bartolo cita l’immigrazione irregolare. “Siamo un crocevia strategico tra Africa ed Europa. Arrivano centinaia di persone dalla Libia, anche se il numero è in calo. Come cattolici ritengo che dobbiamo accogliergli come abbiamo accolto Paolo di Tarso dopo il suo naufragio”.
Il gesuita ammette che la situazione si sta facendo molto difficile a causa del regolamento Dublino 2. “Le autorità non possono inviare gli immigrati in altri paesi dell’Europa una volta sbarcati a Malta. Per questo ci sentiamo abbandonati e delusi”.
Qualche parola di conforto verrà senza dubbio da Benedetto XVI. “Lo aspettiamo con grande affetto. Malta ha bisogno dell’incoraggiamento del Papa per vivere con più vigore e radicalità la sua fede soprattutto nell’impegno a favore degli emarginati e in mezzo a una cultura che si sta secolarizzando sempre di più. Sono sicuro che questo Papa teologo può darci degli insegnamenti molto profondi”. La questione dei preti pedofili non coglie impreparata la chiesa maltese. Padre Bartolo fa notare che “ siamo stati tra i primi a creare un Response Team, nel 1999, una struttura giuridica a cui ci si può riferire per i casi di abuso sessuale. Penso che la chiesa maltese si sia mossa in modo responsabile. I vescovi hanno chiesto scuso al popolo maltese e il vescovo di Malta ha accettato di incontrare alcune vittime prima della visita del Papa”.

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© Copyright Il Foglio, 17 aprile 2010


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