00 11/07/2009 15:53
L'Enciclica del Papa e la logica del dono come via per risolvere gli squilibri della terra: una riflessione di padre Lombardi

Ha avuto una risonanza mondiale la recente pubblicazione dell'Enciclica sociale di Benedetto XVI Caritas in veritate, le cui affermazioni sono state ulteriormente amplificate dalle questioni affrontate durante il G8 dell'Aquila, terminato ieri. Fermo restando l'importanza e la novità degli insegnamenti magisteriali contenuti nell'Enciclica, rispetto a precedenti e analoghi documenti, la sua comprensione sarebbe incompleta e fuorviante se l'attenzione andasse solo agli aspetti più "pratici" affrontati dalla Caritas in veritate e non si tenesse conto del respiro di fede che la attraversa e la illumina. Lo spiega in questa riflessione il direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi:

Ritrovare il coraggio per progettare il futuro dell'umanità, non con le illusioni delle ideologie tramontate, ma con la libertà di raccogliere in un'ampia sintesi dinamica tutti gli elementi offerti dall'esperienza negativa e positiva dei popoli, dalle riflessioni delle diverse discipline, dalla fatica della ragione. Questa è una parte del messaggio della nuova Enciclica, ma tutto ciò resterebbe velleitario e sterile senza il soffio vivo che le offre l'ispirazione delle fede.

"La carità nella verità pone l'uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono - dice il Papa - La gratuità è presente nella sua vita in molteplici forme… L'essere umano è fatto per il dono, che ne esprime e attua la dimensione di trascendenza"(n.34). E' un'affermazione centrale. La logica del dono e della gratuità è la chiave di quella "fraternità" in cui il Papa vede profilarsi le vere soluzioni dei drammatici problemi della famiglia umana al tempo della globalizzazione: il persistere degli squilibri e della fame, ma anche il degrado culturale e spirituale che attenta alla dignità della persona umana vittima di dinamiche economiche esclusivamente utilitaristiche o di una ideologia del potere illimitato della tecnica.

La crisi per cui giustamente oggi si affannano con noi i potenti della terra, e di cui i poveri portano gli effetti più duri, deve essere occasione per guardare più profondamente chi siamo e dobbiamo essere - fratelli chiamati ad amare e donare - e dove dobbiamo andare, al di là dell'orizzonte chiuso e cieco della materia. Se no, la globalizzazione non diventerà una opportunità di vita, ma una spirale e un intreccio di schiavitù sempre più drammatiche.



Radio Vaticana