00 26/09/2009 15:46
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NELLA REPUBBLICA CECA (26-28 SETTEMBRE 2009) (I)



LA PARTENZA DA ROMA


Ha inizio questa mattina il 13° Viaggio internazionale del Santo Padre Benedetto XVI, che lo porta nella Repubblica Ceca.

Il Papa è arrivato da Castel Gandolfo all’aeroporto di Ciampino (Roma) poco dopo le ore 9 e, prima della partenza, si è intrattenuto brevemente con il Presidente del Consiglio italiano, On. Silvio Berlusconi, che lo ha poi accompagnato alla scaletta dell’aereo.

L’aereo con a bordo il Santo Padre - un Airbus 320 dell’Alitalia - è partito dall’aeroporto di Ciampino (Roma) alle ore 9.45. L’arrivo all’aeroporto internazionale Stará Ruzyně di Praha è previsto per le ore 11.30.



TELEGRAMMI A CAPI DI STATO

Nel momento di lasciare il territorio italiano, e nel sorvolare poi gli spazi aerei di Austria e Germania, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire ai rispettivi Capi di Stato i seguenti messaggi telegrafici:

A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA

NEL MOMENTO IN CUI MI ACCINGO A INTRAPRENDERE IL VIAGGIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA CECA MI È GRADITO RIVOLGERE A LEI SIGNOR PRESIDENTE E A TUTTI GLI ITALIANI IL MIO AFFETTUOSO E BENEAUGURANTE SALUTO CHE ACCOMPAGNO CON OGNI PIÙ CORDIALE ED ORANTE AUSPICIO DI PACE E DI SERENITÀ

BENEDICTUS PP XVI




SEINER EXZELLENZ
HERRN DOKTOR HEINZ FISCHER
BUNDESPRÄSIDENT DER REPUBLIK ÖSTERREICH
WIEN

AUF DER REISE ZU MEINEM PASTORALBESUCH IN DER TSCHECHISCHEN REPUBLIK ÜBERFLIEGE ICH DAS HOHEITSGEBIET DER REPUBLIK ÖSTERREICH. DIES IST MIR EIN WILLKOMMENER ANLASS IHNEN VEREHRTER HERR BUNDESPRÄSIDENT UND DEM GANZEN ÖSTERREICHISCHEN VOLK HERZLICHE GRÜSSE ZU SENDEN(.) DER HERR SCHENKE IHNEN ALLEN SEINEN SEGEN

BENEDICTUS PP XVI

[A SUA ECCELLENZA
IL DOTTOR HEINZ FISCHER
PRESIDENTE FEDERALE DELLA REPUBBLICA D’AUSTRIA
VIENNA

DURANTE IL MIO VIAGGIO PER LA VISITA PASTORALE NELLA REPUBBLICA CECA SORVOLO IL TERRITORIO SOVRANO DELLA REPUBBLICA D’AUSTRIA. MI È GRADITA L’OCCASIONE PER INVIARE A LEI, STIMATO SIGNOR PRESIDENTE FEDERALE, E A TUTTO IL POPOLO AUSTRIACO CORDIALI SALUTI. DIO DONI A TUTTI VOI LA SUA BENEDIZIONE.

BENEDICTUS PP XVI]




SEINER EXZELLENZ
HERRN DOKTOR HORST KÖHLER
PRÄSIDENT DER BUNDESREPUBLIK DEUTSCHLAND
BERLIN

AUF DEM FLUG ZU MEINER APOSTOLISCHEN REISE IN DIE TSCHECHISCHE REPUBLIK PASSIERE ICH DAS HOHEITSGEBIET DER BUNDESREPUBLIK DEUTSCHLAND(.) IN GEDANKEN AN UNSER HEIMATLAND ÜBERMITTLE ICH IHNEN SEHR GEEHRTER HERR BUNDESPRÄSIDENT UND ALLEN LANDSLEUTEN MEINE AUFRICHTIGEN GRÜSSE(.) VON HERZEN ERBITTE ICH IHNEN ALLEN GOTTES SCHUTZ UND SEGEN

BENEDICTUS PP XVI

[A SUA ECCELLENZA
IL DOTTOR HORST KÖHLER
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA
BERLINO

DURANTE IL VOLO PER IL MIO VIAGGIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA CECA ATTRAVERSO IL TERRITORIO SOVRANO DELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA. RICORDANDO LA NOSTRA COMUNE PATRIA, INVIO A LEI ILLUSTRE SIGNOR PRESIDENTE FEDERALE, E A TUTTI I CONNAZIONALI I MIEI SINCERI SALUTI. DI CUORE INVOCO PER VOI TUTTI LA PROTEZIONE E LA BENEDIZIONE DI DIO.

BENEDICTUS PP XVI]








VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NELLA REPUBBLICA CECA (26-28 SETTEMBRE 2009) (II)


All’arrivo all’aeroporto internazionale Stará Ruzyně di Praga, alle ore 11.30, il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente della Repubblica Ceca, S.E. il Sig. Václav Klaus, con la Consorte; dall’Arcivescovo di Praga, Em.mo Card. Miloslav Vlk, e dal Presidente della Conferenza Episcopale ceca, S.E. Mons. Jan Graubner, Arcivescovo di Olomouc. Sono presenti Autorità politiche e civili, i Vescovi della Repubblica Ceca e una rappresentanza di fedeli.

Dopo il saluto del Presidente della Repubblica Ceca, Sig. Václav Klaus, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:


Signor Presidente,
Signori Cardinali,
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Eccellenze, Signore e Signori!

È per me una grande gioia essere qui con voi oggi nella Repubblica Ceca e sono profondamente grato a tutti per la cordialità del vostro benvenuto. Ringrazio il Presidente, S.E. Václav Klaus, per l’invito rivoltomi a visitare il Paese e per le sue cortesi parole. Sono onorato per la presenza delle Autorità civili e politiche ed estendo il mio saluto a loro, insieme a tutto il Popolo ceco. Essendo qui, in primo luogo, per visitare le comunità cattoliche della Boemia e Moravia, esprimo un cordiale, fraterno saluto al Cardinale Vlk, Arcivescovo di Praga, a S.E. Mons. Graubner, Arcivescovo di Olomouc e Presidente della Conferenza Episcopale Ceca e a tutti i Vescovi e fedeli presenti. Sono stato particolarmente colpito dal gesto della giovane coppia che mi ha portato dei doni tipici della cultura di questa Nazione, assieme all’offerta di un po’ della vostra terra. Ciò mi ricorda quanto profondamente la cultura ceca sia permeata dal cristianesimo, dal momento che questi elementi del pane e del sale hanno un particolare significato tra le immagini del Nuovo Testamento.

Se l’intera cultura europea è stata profondamente plasmata dall’eredità cristiana, ciò è vero in modo particolare nelle terre ceche, poiché, grazie all’azione missionaria dei Santi Cirillo e Metodio nel nono secolo, l’antica lingua slava fu per la prima volta messa in iscritto. Apostoli dei popoli slavi e fondatori della loro cultura, essi a ragione sono venerati come Patroni d’Europa. È poi degno di menzione il fatto che questi due grandi santi della tradizione bizantina incontrarono qui missionari provenienti dall’Occidente latino.

Nella sua storia, questo territorio posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra nord e sud, est ed ovest, è stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni e culture diverse. Non si può negare che ciò abbia talora causato delle frizioni, tuttavia, nel tempo, ciò si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d’Europa, talora come un campo di battaglia, più spesso come un ponte.

Nei prossimi mesi si ricorderà il ventesimo anniversario della "Rivoluzione di Velluto", che felicemente pose fine in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata. Mi unisco a voi e ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da quei regimi oppressivi. Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale, ciò è ancora più vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni, in qualità di attori sovrani.

Non si deve tuttavia sottovalutare il costo di quarant’anni di repressione politica. Una particolare tragedia per questa terra è stato il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa. Nel corso della vostra storia, dal tempo di San Venceslao, di Santa Ludmilla e Sant’Adalberto fino a San Giovanni Nepomuceno, vi sono stati martiri coraggiosi la cui fedeltà a Cristo si è fatta sentire con voce più chiara e più eloquente di quella dei loro uccisori. Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della morte del Servo di Dio il Cardinale Josef Beran, Arcivescovo di Praga. Desidero rendere omaggio a lui e al suo successore, il Cardinale František Tomášek, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente, per la loro indomita testimonianza cristiana di fronte alla persecuzione. Essi, ed altri innumerevoli coraggiosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne, hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese. Ora che è stata recuperata la libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunità cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio. "Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia" (Caritas in veritate, 78). La verità del Vangelo è indispensabile per una società prospera, poiché apre alla speranza e ci rende capaci di scoprire la nostra inalienabile dignità di figli di Dio.

Signor Presidente, sono a conoscenza del Suo desiderio di vedere riconosciuto alla religione un ruolo maggiore nelle questioni del Paese. La bandiera presidenziale che sventola sul Castello di Praga ha come motto "Pravda Vítĕzí – La Verità vince": è il mio più fermo auspicio che la luce della verità continui a guidare questa nazione, tanto benedetta nel corso della sua storia dalla testimonianza di grandi santi e martiri. In questa età della scienza è significativo richiamare l’esempio di Johann Gregor Mendel, l’abate agostiniano della Moravia le cui ricerche pionieristiche gettarono le fondamenta della moderna genetica. Non sarebbe stato certo indirizzato a lui il rimprovero del suo patrono, Sant’Agostino, il quale lamentava che molti fossero "più portati ad ammirare i fatti che a cercarne le cause" (Epistula 120,5; cfr Giovanni Paolo II, Commemorazione dell’abate Gregorio Mendel nel I° centenario della morte, 10 marzo 1984, 2). Il progresso autentico dell’umanità è servito al meglio proprio da una tale convergenza tra sapienza della fede ed intuito della ragione. Possa il Popolo ceco godere sempre i benefici che provengono da questa felice sintesi.

Mi rimane solo di rinnovare il mio ringraziamento a tutti voi e dirvi quanto ho atteso di poter trascorrere questi giorni nella Repubblica Ceca, che voi con orgoglio chiamate "žemĕ Česká, domov můj" (terra ceca, casa mia). Grazie di cuore!



Al termine della Cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si trasferisce in auto alla chiesa di Santa Maria della Vittoria di Praga per la visita al "Bambino Gesù di Praga".








VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NELLA REPUBBLICA CECA (26-28 SETTEMBRE 2009) (III)



Alle ore 12.30, il Santo Padre Benedetto XVI si reca alla chiesa di Santa Maria della Vittoria all’interno della quale si venera la statua del "Bambino Gesù di Praga", che si rifà alla tradizione millenaria del culto dell’infanzia di Cristo.

Ai piedi della scala di accesso all’edificio sacro, il Papa riceve il saluto del Sindaco della Grande Praga, accompagnato dai sindaci dei distretti amministrativi della Capitale.

Nella chiesa poi, nella quale si trovano alcune famiglie con bambini, è accolto dal Rettore. Dopo un momento di preghiera presso la Cappella del Bambino Gesù dove è esposto il Santissimo, il Papa pone una corona d’oro sulla statua e, introdotto dall’indirizzo di omaggio del Presidente della Conferenza Episcopale ceca, S.E. Mons. Jan Graubner, Arcivescovo di Olomouc, pronuncia le parole di saluto che riportiamo di seguito:




SALUTO DEL SANTO PADRE

Ctihodní páni kardinálové,
vážený pane primátore a starostové,
vážení představitelé veřejného života,
milí bratři a sestry,
milé děti,

obracím se na vás všechny se srdečným pozdravem. Jsem rád, že mohu navštívit tento kostel, zasvěcený Panně Marii Vítězné, ve kterém je uctívána soška Jezulátka, známá po celém světě jako „Pražské Jezulátko".

[Signori Cardinali,
Signor Sindaco e distinte Autorità,
cari fratelli e sorelle,
cari bambini,
rivolgo a tutti il mio cordiale saluto ed esprimo la gioia di visitare questa Chiesa, dedicata a Santa Maria della Vittoria, dove è venerata l’effigie del Bambino Gesù, conosciuta dappertutto come il "Bambino di Praga".]

Ringrazio Mons. Jan Graubner, Presidente della Conferenza Episcopale, per le sue parole di benvenuto a nome di tutti i Vescovi. Indirizzo un saluto deferente al Sindaco e alle altre Autorità civili e religiose, che hanno voluto essere presenti a questo incontro. Saluto voi, care famiglie, che siete venute ad incontrarmi così numerose.

L’immagine del Bambino Gesù fa subito pensare al mistero dell’Incarnazione, al Dio Onnipotente che si è fatto uomo, ed è vissuto per 30 anni nell’umile famiglia di Nazaret, affidato dalla Provvidenza alla premurosa custodia di Maria e di Giuseppe. Il pensiero va alle vostre famiglie e a tutte le famiglie del mondo, alle loro gioie e alle loro difficoltà. Alla riflessione uniamo la preghiera, invocando dal Bambino Gesù il dono dell’unità e della concordia per tutte le famiglie. Pensiamo specialmente a quelle giovani, che debbono fare tanti sforzi per dare ai figli sicurezza e un avvenire dignitoso. Preghiamo per le famiglie in difficoltà, provate dalla malattia e dal dolore, per quelle in crisi, disunite o lacerate dalla discordia e dall’infedeltà. Tutte le affidiamo al Santo Bambino di Praga, sapendo quanto sia importante la loro stabilità e la loro concordia per il vero progresso della società e per il futuro dell’umanità.

L’effigie del Bambino Gesù, con la tenerezza della sua infanzia, ci fa inoltre percepire la vicinanza di Dio e il suo amore. Comprendiamo quanto siamo preziosi ai suoi occhi perché, proprio grazie a Lui, siamo divenuti a nostra volta figli di Dio. Ogni essere umano è figlio di Dio e quindi nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare. Possa la nostra società comprendere questa realtà! Ogni persona umana sarebbe allora valorizzata non per quello che ha, ma per quello che è, poiché nel volto di ogni essere umano, senza distinzione di razza e cultura, brilla l’immagine di Dio.

Questo vale soprattutto per i bambini. Nel Santo Bambino di Praga contempliamo la bellezza dell’infanzia e la predilezione che Gesù Cristo ha sempre manifestato verso i piccoli, come leggiamo nel Vangelo (cfr Mc 10,13-16). Quanti bambini invece non sono amati, né accolti, né rispettati! Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli! Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell’attenzione loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell’umanità.

Vorrei ora rivolgere una parola particolare a voi, cari bambini, e alle vostre famiglie. Siete venuti numerosi ad incontrarmi e per questo vi ringrazio di cuore. Voi, che siete i prediletti del cuore del Bambino Gesù, sappiate ricambiare il suo amore, e, seguendone l’esempio, siate ubbidienti, gentili e caritatevoli. Imparate ad essere, come Lui, il conforto dei vostri genitori. Siate veri amici di Gesù e ricorrete a Lui con fiducia sempre. Pregatelo per voi stessi, per i vostri genitori, parenti, maestri ed amici, e pregatelo anche per me. Grazie ancora per la vostra accoglienza e di cuore vi benedico, mentre su tutti invoco la protezione del Santo Bambino Gesù, della sua Madre Immacolata e di san Giuseppe.



Al termine della visita, il Santo Padre si reca in auto alla Nunziatura Apostolica di Praga, dove pranza in privato.



Il Papa è nella Repubblica Ceca. L’esortazione ai fedeli nella cerimonia di benvenuto a Praga: riscoprite le tradizioni cristiane che hanno plasmato la vostra cultura



La popolazione della Repubblica Ceca, che si è felicemente liberata 20 anni fa da un regime oppressivo, riscopra ora le tradizioni cristiane che così profondamente hanno plasmato la sua cultura: è l’appello lanciato da Benedetto XVI, stamani, al suo arrivo a Praga per l’inizio del suo 13.mo viaggio internazionale che si svolge sul motto: “L’amore di Cristo è la nostra forza”. Il Papa è stato accolto all’aeroporto Stará Ruzyně di Praga dal presidente ceco, Václav Klaus, dal cardinale arcivescovo di Praga, Miloslav Vlk, e dal presidente della Conferenza episcopale del Paese, mons. Jan Graubner. Il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti.

Il Papa ha iniziato la sua visita a Praga in una stupenda giornata di sole. Molto calda l’accoglienza, con la tradizionale offerta dei doni tipici di questa nazione, il pane e il sale. Le prime parole di Benedetto XVI sono state in ceco, salutate dall’applauso dei presenti:

“Pane presidente, milí páni kardinálové...”

Poi, proseguendo in inglese, ha espresso la sua grande gioia per essere in questa terra, così “profondamente … permeata dal cristianesimo” grazie all’azione missionaria dei Santi Cirillo e Metodio nel nono secolo, allorché “l’antica lingua slava fu per la prima volta messa in iscritto”. Gli Apostoli dei popoli slavi, Patroni d’Europa e “grandi santi della tradizione bizantina incontrarono qui missionari provenienti dall’Occidente latino”. Così “questo territorio – sottolinea Benedetto XVI - posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra nord e sud, est ed ovest, è stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni e culture diverse”:

“Undeniably this has sometimes led to friction…
Non si può negare che ciò abbia talora causato delle frizioni, tuttavia, nel tempo, ciò si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d’Europa, talora come un campo di battaglia, più spesso come un ponte”.

Il Papa ricorda il ventesimo anniversario della “Rivoluzione di Velluto”, che “felicemente pose fine in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata”:

“I join you and your neighbours in giving thanks…
Mi unisco a voi e ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da quei regimi oppressivi. Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale, ciò è ancora più vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni, in qualità di attori sovrani”.

“Non si deve tuttavia sottovalutare – ha aggiunto - il costo di quarant’anni di repressione politica”:

“A particular tragedy for this land…
Una particolare tragedia per questa terra è stato il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa. Nel corso della vostra storia, dal tempo di San Venceslao, di Santa Ludmilla e Sant’Adalberto fino a San Giovanni Nepomuceno, vi sono stati martiri coraggiosi la cui fedeltà a Cristo si è fatta sentire con voce più chiara e più eloquente di quella dei loro uccisori”.

Benedetto XVI rende omaggio al cardinale Josef Beran, arcivescovo di Praga, nel quarantesimo anniversario della morte, e al suo successore, il cardinale František Tomášek, “per la loro indomita testimonianza cristiana di fronte alla persecuzione. Essi, ed altri innumerevoli coraggiosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese”:

“Now that religious freedom has been restored…
Ora che è stata recuperata la libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunità cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio. ‘Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia’ (Caritas in veritate, 78). La verità del Vangelo è indispensabile per una società prospera, poiché apre alla speranza e ci rende capaci di scoprire la nostra inalienabile dignità di figli di Dio”.

Quindi, il Papa ha sottolineato il desiderio del presidente Klaus “di vedere riconosciuto alla religione un ruolo maggiore nelle questioni del Paese” e citando il motto della bandiera presidenziale, “La Verità vince”, ha auspicato “che la luce della verità” guidi il progresso di questa nazione nell’armonia tra fede e ragione. E in questo contesto c’è il richiamo all’abate agostiniano della Moravia Johann Gregor Mendel, “le cui ricerche pionieristiche gettarono le fondamenta della moderna genetica”: seguiva il monito di Sant’Agostino a non essere più portato “ad ammirare i fatti che a cercarne le cause”. “Il progresso autentico dell’umanità – ha affermato ancora - è servito al meglio proprio da una tale convergenza tra sapienza della fede ed intuito della ragione. Possa il Popolo ceco – ha concluso - godere sempre i benefici che provengono da questa felice sintesi”. Il presidente Klaus, da parte sua, ha detto di attribuire a questa visita la stessa importanza storica e simbolica del viaggio di Giovanni Paolo II in questa terra all’indomani della caduta del comunismo. Ha quindi sottolineato di condividere col Papa molti valori anche se a partire da basi filosofiche diverse e si è rallegrato del fatto di poter leggere ora la sua ultima Enciclica “Caritas in veritate” anche in ceco.





Rispetto per i bambini maltrattati e concordia per le famiglie. Lo ha chiesto il Papa nell’omaggio alla statua del Bambino Gesù di Praga


Dopo il suo arrivo a Praga, il Papa si è recato nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria dove ha reso omaggio alla piccola statua di legno e cera del Bambino Gesù, collocata lì fin dal 1628. Per l’occasione, Benedetto XVI ha regalato una corona per la Sacra Immagine del Bambino, conosciuta e venerata molto all’estero più che nella Repubblica Ceca. Devotissimi della statua furono San Francesco e Sant’Antonio, ma il culto venne diffuso nel periodo barocco grazie alle visioni di Santa Teresa d’Avila. Nel suo discorso, il Santo Padre ha ricordato i tanti bambini sfruttati e maltrattati e ha ribadito che loro “sono il futuro e la speranza dell’umanità”. Il servizio di Benedetta Capelli:

Canti

La luminosità della corona, il rosso della camicia e la tenerezza di un bambino piccolo incastonato nella dorata teca che lo accoglie. E’ il Bambino Gesù di Praga che “ci fa percepire – ha detto il Papa – la vicinanza di Dio e il suo amore”. Di fronte alla statua di cera e legno, ispiratrice di opere come “Il Piccolo Principe” di Saint-Exupéry, Benedetto XVI si è raccolto in preghiera. Dinanzi all’immagine che “fa subito pensare al mistero dell’Incarnazione”, il Santo Padre ha ricordato la famiglia di Nazareth e invocato “il dono dell’unità e della concordia per tutte le famiglie”:


Pensiamo specialmente a quelle giovani, che debbono fare tanti sforzi per dare ai figli sicurezza e un avvenire dignitoso. Preghiamo per le famiglie in difficoltà, provate dalla malattia e dal dolore, per quelle in crisi, disunite o lacerate dalla discordia e dall’infedeltà.


E di fronte a quel Bambino, esempio di “bellezza dell’infanzia” e segno della predilezione di Gesù verso i piccoli, il Papa ha pensato a tutti i bambini sfortunati del mondo:


Quanti bambini invece non sono amati, né accolti, né rispettati! Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli! Possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell’attenzione loro dovuti: i bambini sono il futuro e la speranza dell’umanità.


Un’umanità che deve ricordare che “ogni essere umano è figlio di Dio, quindi – continua il Papa – nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare”:


Possa la nostra società comprendere questa realtà! Ogni persona umana sarebbe allora valorizzata non per quello che ha, ma per quello che è, poiché nel volto di ogni essere umano, senza distinzione di razza e cultura, brilla l’immagine di Dio.


“E questo vale – prosegue Benedetto XVI – soprattutto per i bambini”, a cui si è rivolto per invitarli a ricambiare l’amore del Bambino Gesù di Praga, esortando i tanti piccoli presenti in Chiesa a seguirne l’esempio nell’ubbidienza e nella carità, nell’essere “il conforto” dei genitori e soprattutto “veri amici di Gesù”.


La statuetta del Bambino Gesù di Praga è alta 47 centimetri ed ha indosso una camicetta. Sono almeno 60 i vestitini riccamente decorati offerti come ex-voto dai fedeli, alcuni provengono dal Vietnam e dalla Cina. E’ infatti molto diffuso il culto in diverse parti del mondo, copie della statua si trovano in Slovacchia, Germania e anche nelle Filippine. La Sacra Immagine, risalente al XVII secolo, sarebbe partita dalla Spagna e poi donata ai Carmelitani dalla principessa Polyxena di Lobkowicz nel 1628.



Crisi economica, contributo dei cattolici nella società e 20.mo della fine del comunismo tra i temi affrontati da Benedetto XVI nella conferenza stampa sul volo papale


Prima della partenza alla volta di Praga, il Papa è stato salutato all’aeroporto di Ciampino dal premier italiano, Silvio Berlusconi, appena rientrato in Italia dal G20 di Pittsburgh. Il premier era giunto a Ciampino prima dell’arrivo del Papa. Berlusconi ha conversato brevemente con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e con le altre personalità del seguito tra cui il sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Fernando Filoni, il cardinale vicario Agostino Vallini e il nunzio in Italia, Antonio Zanardi Landi. Era anche presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Quindi, all’arrivo del Papa, il premier italiano lo ha salutato ed ha scambiato brevemente alcune parole con il Santo Padre, parlando di temi internazionali, in particolare del G20 e lo ha poi accompagnato alla scaletta dell’aereo. E’ quanto rende noto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.





Il nunzio a Praga, mons. Causero: il Papa darà nuovo vigore alla Chiesa ceca. La gioia dei giovani, affascinati dal messaggio di Benedetto XVI


Un viaggio nel cuore dell’Europa per rinnovare le ragioni della fede e della speranza. Sulle aspettative e il significato più profondo di questa visita di Benedetto XVI in Cechia, Sergio Centofanti ha intervistato mons. Diego Causero, nunzio apostolico a Praga:

R. – C’è un interesse di tutti, credenti e non credenti. I cattolici però – soprattutto i laici – aspettano il Papa come uno che viene per ridare un po’ di vigore alla Chiesa. Una Chiesa che è leggermente appesantita e rallentata.

D. – Qual è, dunque, la situazione della comunità cattolica e quali sono le sfide principali della Chiesa in questo Paese?

R. – E’ una comunità che è uscita da un periodo di oppressione e di persecuzione, che è rimasta sempre sotto questa cappa di qualcuno che ha comandato, che ha diretto e che non ha mai ripreso completamente coraggio. E’ una Chiesa numericamente piccola, perché rappresenta forse un 30 per cento - o leggermente meno - della popolazione. Ma è piena di fermenti, che mi pare siano vivaci soprattutto nei giovani: sia nei giovani preti sia nei giovani laici. La Chiesa ceca ha una situazione particolare, perché è vissuta per 200 anni sotto due aspetti diversi di secolarismo: prima c’era il secolarismo stile rivoluzione francese e poi c’è stato il periodo comunista, in cui la religione è stata direttamente avversata come oppio dei popoli. Ha quindi vissuto 200 anni di continuo anticattolicesimo.

D. – I dati ci dicono che nella Repubblica Ceca c’è un alto numero di atei. E’ vero?

R. – Non so se sono atei. Sono non affiliati ad una religione. Credo che la maggior parte non sia nemmeno atea. Una volta mi è successo di discutere con dei senatori, i quali ad un certo punto volevano trasmettere quest’idea: “Non siamo atei, non siamo cattolici né cristiani” e trovarono una frase per spiegare la loro posizione: “Siamo trascendentalisti”. Suppongo sia una specie di religione naturale, fatta a loro immagine e somiglianza, per cui credono che c’è qualcuno al di sopra, ma quel qualcuno è quello che la mia ragione deciderà.

D. – In questo contesto quali sono le priorità della Chiesa nella Repubblica Ceca?

R. – Ricreare un nucleo, una base di cristiani, i quali abbiano una buona formazione religiosa. Non solo una buona formazione religiosa, ma anche il sentimento d’una comunità che ha contato sempre nella vita della Cechia, ha contato profondamente e che può contare ancora. Poi una comunità che sia gioiosa, perché in Cechia uno arriva ed ha l’idea di un paesaggio che è totalmente cristiano, bello. Tra l’altro è il più bel barocco dell’Europa. E’ un sentimento particolare che dovrebbe tornare nella Chiesa, orgogliosa del suo passato, perché ciò che in Cechia è orgoglio dei cechi e desiderio dei turisti per le loro visite è fondato dalla Chiesa oppure ispirato da essa. Occorre quindi una catechesi che sia molto buona, un’indipendenza dalla paura e quest’immagine della Chiesa gioiosa perché ha una tradizione enorme di cui la Repubblica Ceca deve essere fiera.

D. – Quali sono i suoi auspici, le sue speranze?

R. – Ciò che io vorrei in particolare è che la Chiesa ceca riprendesse un po’ di vigore, si rianimasse, perché finora credo che parte dell’influenza della Chiesa sia rimasta limitata da una specie di relazione con il Paese che era quella di rammarico per le persecuzioni ricevute. Un atteggiamento un po’ rivendicativo nei confronti dello Stato, che non ha aiutato a risolvere i problemi che erano pendenti e infatti sono ancora tutti lì, irrisolti. Ciò che spero, quindi, è che il Papa riesca a dare animo ai vescovi, senso di unità ai sacerdoti e il gusto di annunciare e di evangelizzare. La Chiesa deve presentarsi cioè come quello che è.
Due momenti importanti della visita del Papa saranno l’incontro, domani pomeriggio, con il mondo accademico e gli studenti universitari nel Castello di Praga, e la Messa, domenica mattina, a Stará Boleslav, nella festa di San Venceslao, a cui parteciperanno migliaia di giovani e ai quali il Papa rivolgerà un messaggio speciale. Gli studenti universitari cattolici, da parte loro, hanno scritto una lettera a Benedetto XVI. Al microfono di Marketa Sindelarova, e ne parla Lenka Ceskova, una studentessa dell’Università fondata dall’imperatore Carlo IV nel 1348:
“Abbiamo voluto scrivere una lettera al Santo Padre perché sappiamo che lui è un ex professore universitario e tiene molto alla pastorale universitaria e soprattutto volevamo rispondere ai suoi appelli rivolti a noi studenti universitari. Volevamo rispondere col nostro sì, col nostro ‘fiat’. Volevamo dirgli che siamo coscienti della nostra corresponsabilità per il futuro dell’Europa e che facciamo il nostro meglio per rispondere alle sue aspettative. Volevamo anche rassicurarlo della nostra lealtà e del nostro amore verso di lui. Volevamo quindi lanciare un appello alla responsabilità per quanti lavorano nei mass media perché dicano e scrivano la verità, cioè informino la gente in modo obiettivo riguardo al messaggio del Santo Padre e al vero senso delle sue parole”.





I telegrammi del Papa ai presidenti italiano, austriaco e tedesco


Rivolgo “a tutti gli italiani il mio affettuoso e beneaugurante saluto che accompagno con ogni più cordiale ed orante auspicio di pace e di serenità”. E’ quanto scrive Benedetto XVI nel telegramma di sorvolo verso Praga, indirizzato al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Dal canto suo, il presidente Napolitano ha risposto sottolineando che questo viaggio del Papa in in terra ceca, a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, “offrirà a tutti non solo conforto ma anche rinnovata speranza e fiducia nell’avvenire”. Nel telegramma al presidente della Repubblica d’Austria, Heinz Fischer, il Papa augura a tutto il popolo austriaco cordiali saluti e la benedizione di Dio. Nel telegramma al presidente della Repubblica federale di Germania, Horst Köhler, ricordando la “comune patria”, il Pontefice invia i suoi sinceri saluti ai propri connazionali invocando la protezione e benedizione di Dio.






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