00 10/11/2009 22:26
Dal blog di Lella...

La firma di Benedetto sul nuovo registro

Dall’arrivo alla casa natale all’ingresso nell’auditorium

Francesca Sandrini

È l’imbrunire quando Benedetto XVI arriva alla casa natale di Paolo VI. Un farsi sera uggioso nel quale le stanze illuminate dell’antica dimora sembrano di nuovo abitate da quella vita che s’intravvede attraverso le finestre di tutte le abitazioni al calare del buio. Una vita che qui, in questo 8 novembre, è innanzitutto attesa, con i parenti di Giovanni Battista Montini riuniti al piano terreno e i 250 ospiti dell’Istituto Paolo VI che prendono posto nell’auditorium della nuova sede che il Papa è venuto a inaugurare.

L’attesa

Aspetta all’ingresso di via Rodolfo anche suor Enrica Rosanna, sottosegretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata: a Concesio ha accompagnato la sorella Teresina, una delle tre suore salesiane che formano la Comunità insediatasi da una decina di giorni nei locali adiacenti la casa natale di Paolo VI. E aspetta con emozione nonostante sia «in servizio» un fotografo tornato dopo 27 anni; nel 1982 immortalò la visita di Giovanni Paolo II che - racconta - prese per mano suo figlio e con lui, un bambino di dieci anni, camminò in quel giardino dal quale ora si vede la sede dell’Istituto: tre diversi corpi di fabbrica costruiti intorno a una corte comune in arenaria di Santafiora, una pietra che stasera pare cavata dal monte sullo sfondo - il monte così familiare al Montini adolescente - con i suoi colori d’autunno, dal giallo al marrone, dal rosso bruciato al rosa acceso.

L’arrivo

Alle 16 arriva il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Cinque minuti dopo ecco Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace. Sono le 16.45, da fuori si odono applausi e grida d’entusiasmo. È il momento tanto atteso. Benedetto XVI varca la soglia, lo accolgono il presidente dell’Istituto Paolo VI, Giuseppe Camadini, e il sindaco di Concesio, Stefano Retali.
Subito dopo, l’incontro con i familiari di Paolo VI. Prima del Papa, dal locale in cui questi si sono raccolti, esce un sorridente cardinale Giovanni Battista Re, che scambia qualche parola con i presenti. E quando anche Benedetto XVI torna all’esterno per percorrere il brevissimo tratto che lo separa dall’entrata nella casa natale di Montini, qualcuno non può fare a meno di esclamare «Viva il Papa». Il Papa vede due bambini: sono i nipoti di Ivana e Ulisse, che oggi si godono il piccolo-grande privilegio di essere i custodi di questi luoghi; e li accarezza, prima il piccolo in braccio alla mamma e poi la sorellina un po’ più grande.

All’interno dell’Istituto

Dalla casa Benedetto XVI accede all’Istituto Paolo VI camminando lungo il vialetto dedicato a Carlo Manziana (nella nuova sede ogni struttura racconta così, attraverso un’intitolazione, un pezzo di storia, e le piccole strade che collegano la dimora all’Istituto portano ognuna il nome di un padre della Pace). Qui il primo incontro è con i collaboratori del Paolo VI. Il presidente Camadini li presenta uno per uno. I referenti dell’Opera per l’educazione cristiana - l’ente promotore dell’Istituto -, consegnano al Papa una lettera. Si tratta di giovani che, dopo avere seguito i percorsi formativi dell’Opera, hanno deciso di «fermarsi» per collaborare; nella lettera si presentano e, richiamando la figura di Vittorino Chizzolini, chiedono a Benedetto XVI una benedizione per l’efficacia della loro missione educativa.

Una firma, cinque pubblicazioni

Al secondo piano, il Papa raggiunge l’archivio intitolato al professor Nello Vian - che proprio l’archivio dell’Istituto Paolo VI ha avuto il merito d’impostare, oltre che la biblioteca - dove sono riuniti i membri del Comitato esecutivo, del Comitato scientifico e del Comitato promotore; il Consiglio dell’Opera per l’educazione cristiana e il Comitato scientifico dell’associazione Arte e spiritualità. Anche in questo caso il presidente introduce i presenti, Benedetto XVI ascolta con interesse i dettagli su ognuno. Poi viene condotto nell’Ufficio di presidenza, dove Camadini lo invita a firmare il nuovo registro degli ospiti dell’Istituto «con la stessa penna utilizzata da Giovanni Paolo II per il primo». Quindi gli dona le ultime cinque pubblicazioni del Paolo VI: il carteggio tra Giovanni Battista Montini e il padre Giorgio dal 1900 al 1942, curato da Luciano Pazzaglia; una raccolta di discorsi e scritti sul tema dell’educazione a cura di don Angelo Maffeis; gli Atti dell’ultimo colloquio internazionale sulla trasmissione della fede a cura di Renato Papetti; la cronaca dei trent’anni di attività dell’Istituto con la prefazione del cardinal Paul Poupard; e la raccolta di 25 anni di auguri di Natale del Paolo VI.

Verso l’auditorium

Ma è ora di scendere per dirigersi nell’auditorium «Vittorio Montini», passando attraverso lo spazio museale della Collezione Paolo VI, tra la Crocifissione di Fiume, lo Studio per Crocifissione di Guttuso e le sculture di Scorzelli. Appena fuori dall’auditorium si fanno incontro al Papa il sottosegretario Letta e il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: «Grazie - gli dice il ministro - per questo regalo». Lui s’informa cordiale se sia bresciana, e intanto incede verso la platea dei 250. Anche per loro l’attesa è finita.

© Copyright Il Giornale di Brescia, 9 novembre 2009


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