Benedetto XVI Forum Luogo d'incontro di tutti quelli che amano il Santo Padre.

Viaggi pastorali in Italia

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    Paparatzifan
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    La giornata veneziana di Benedetto XVI

    Lungo i canali e sulle banchine la gioia di una città in festa

    dal nostro inviato GIANLUCA BICCINI

    "Alza remi per il Papa": il tradizionale saluto dei gondolieri veneziani, con le loro maglie a righe colorate, in piedi sulle caratteristiche imbarcazioni, è echeggiato più volte in Laguna durante la giornata di domenica 8 maggio.
    Anzitutto al mattino, quando Benedetto XVI in motoscafo ha sostato davanti all'edicola mariana - simbolo della devozione locale alla Vergine Nicopeja - incontrata lungo il tragitto che dal Patriarcato, dove ha pernottato, lo conduceva al parco di San Giuliano, a Mestre.
    Poi a mezzogiorno inoltrato, quando rientrando dalla celebrazione, all'interno dei canali del centro storico veneziano è stato scortato da un corteo delle associazioni remiere della città, con le barche addobbate con fiori e nastri colorati.
    E, soprattutto, nel pomeriggio, quando salendo egli stesso a bordo di una gondola dipinta di bianco, "La Dogaressa", è stato accompagnato dalle vogate di quattro campioni, da San Marco al complesso di Santa Maria della Salute.
    A far da corona alla suggestiva scenografia le imbarcazioni di servizio - dagli acquascooter della polizia all'idroambulanza - e cinquantamila tra veneziani e turisti riversatisi festanti lungo le banchine. Ma il viaggio del Papa è Venezia non è stato solo colore. Al di là degli aspetti originali del programma, perché unico al mondo il contesto in cui si è svolto, la missione di Pietro nelle terre di Marco è pienamente riuscita. "La visita è un'esperienza meravigliosa che mi conferma nel mio compito di "confermare i fratelli nella fede", che è il compito del successore di Pietro. Anzi, io stesso mi sento confermato nella fede da questo viaggio", ha confidato ai vescovi del Triveneto - ai quali si era unito il patriarca emerito di Venezia, cardinale Marco Cè - con cui ha pranzato in Patriarcato. Il Pontefice si è anche detto soddisfatto e compiaciuto dell'andamento della celebrazione al parco di San Giuliano e dell'entusiasmo manifestatogli lungo il Canal Grande.
    Per avere conferma di questo successo, basti pensare agli oltre trecentomila fedeli che a Mestre hanno partecipato alla messa, silenziosi e composti, senza applausi, come aveva chiesto prima dell'inizio uno speaker. Il maestoso palco - tra i più belli visti in circostanze del genere - richiamava i mosaici e le forme architettoniche di Aquileia e di San Marco. L'ha disegnato l'architetto Stefano Bianchi, di Padova, in collaborazione con don Gianandrea di Donna.
    Il Papa ha presieduto l'Eucaristia della terza domenica di Pasqua, concelebrata dal cardinale patriarca Scola, dai prelati e presuli del seguito, e da una quarantina di vescovi del Triveneto e delle Chiese nate da Aquileia. Su indicazione dell'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, la preghiera dei fedeli in diverse lingue - tedesco, sloveno, ungherese, croato e italiano - ha sottolineato questa dimensione internazionale. Confermata dall'arrivo di una decina di pullman, per un totale di 500 fedeli, dalla Croazia e dalla Slovenia. Con loro anche mezzo migliaio di rappresentanti della numerosa comunità filippina veneta, che risiede soprattutto nel capoluogo, nel padovano e nel trevigiano. Tra le autorità intervenute, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, il veneto Maurizio Sacconi, e il presidente della Regione, Luca Zaia. La scelta dell'area ha esaltato la dimensione "ecologica" dell'incontro: usata per anni come discarica di rifiuti, Punta San Giuliano era divenuta anche simbolicamente una barriera tra la città industriale con le vicine ciminiere di Porto Marghera e quella lagunare. Grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione, in poco tempo è divenuta uno dei più grandi parchi d'Europa e al contempo porta verde di accesso alla "Perla dell'Adriatico", nei pressi del ponte della Libertà che la collega alla terraferma.
    Anche la costruzione del palco è stata ispirata a criteri di ecocompatibilità, con l'utilizzo di tecnologie e materiali a ridotto impatto ambientale e a bassa emissione di anidride carbonica, e la scelta di materiali scenografici riciclabili.
    Momento culminante della visita, la messa ha rappresentato l'abbraccio delle genti del Nordest a Papa Ratzinger. Ma anche di quelle Chiese che dal Triveneto vengono sostenute grazie a una catena di solidarietà. Lo testimoniavano i giovani kenyani arrivati da Ol Moran con don Giacomo Basso, sacerdote veneziano fidei donum e loro parroco.
    Nel pomeriggio il Papa ha salutato il Comitato organizzatore della visita - ricevendo in dono anche un bellissimo violino in vetro di Murano - prima di scendere nella basilica di San Marco, per presiedere la terza assemblea ecclesiale del Patriarcato, indetta dal cardinale Scola a chiusura della visita pastorale alle varie realtà del territorio.
    Nella cattedrale marciana erano radunati un migliaio di rappresentanti di parrocchie, movimenti e associazioni ecclesiali, religiosi, con la presenza anche di esponenti delle altre Chiese cristiane della città. Dopo aver salutato i canonici del capitolo della basilica, il Papa si è recato all'altare del Santissimo Sacramento - detto anche della Madre di Dio Nicopeja - per una breve adorazione. Poi ha presieduto la preghiera liturgica, durante la quale è stata proclamata una lettura breve tratta dal Vangelo di Luca (19, 1-10).
    Infine in gondola, l'arrivo al complesso di Santa Maria della Salute, che ospita lo Studium Generale Marcianum e il seminario patriarcale. Ex voto alla Madonna da parte dei veneziani per la liberazione dalla peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione - com'era avvenuto in precedenza per le chiese del Redentore e di San Rocco - la basilica della Salute è una delle più riuscite espressioni dell'architettura barocca locale. Qui il Papa ha pronunciato l'ultimo discorso del suo viaggio, rivolgendosi in particolare al mondo culturale, artistico e socioeconomico e salutando il presidente della Comunità ebraica e gli esponenti di quella musulmana. Poi, passando attraverso la sagrestia che conserva gli abiti papali di Giovanni Paolo I, con i membri del suo seguito e dei diciotto seminaristi del Patriarcato, ha benedetto la rinnovata cappella della Santissima Trinità, che da ora è aperta al pubblico. Infine una breve sosta nella biblioteca - anch'essa appena restaurata - dello Studium, polo pedagogico-accademico e di ricerca promosso dal Patriarcato, che conta oltre un migliaio di studenti di scuola primaria, secondaria, universitari e post-laurea.
    Tra gli antichi incunaboli e i rari manoscritti che gli sono mostrati, anche testi di san Bonaventura. "Sarebbe bello lavorarci", ha detto sorridendo, prima di prendere il motoscafo che lo ha condotto all'aeroporto di Tessèra, da dove in serata è ripartito alla volta di Roma.

    (©L'Osservatore Romano 9-10 maggio 2011)


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    La Papamobile cervese passa il test in Mondovisione

    Benedetto XVI l’ha usata sabato per la sua visita a Venezia. "E’ stata un’emozione grandissima" dice Francesco Pilandri, che ha curato la parte commerciale della commessa

    di MARCELLO PETRONELLI

    Ravenna, 9 maggio 2011

    L’ULTIMA creatura delle officine Focaccia di Cervia non poteva avere visibilità maggiore: la diretta in Mondovisione della visita di Benedetto XVI a Venezia. Sugli schermi tivù l’altra sera sono passate le immagini del Pontefice in piazza San Marco, a bordo della piccola ‘Papamobile’ elettrica progettata e realizzata nell’azienda di via Maccanetto.
    «E’ stata un’emozione grandissima» dice Francesco Pilandri, che ha curato la parte commerciale della commessa richiesta dal Comune di Venezia. «Siamo fornitori ufficiali della Gendarmeria Vaticana ed anche del Comune di Venezia: per loro curiamo allestimenti particolari sui mezzi delle forze dell’ordine. Conoscendo la nostra affidabilità e flessibilità — continua Pilandri — quando hanno saputo del desiderio di Pontefice di poter usare una vettura elettrica per gli spostamenti brevi, hanno pensato a noi». L’azienda guidata da Riccardo Focaccia ha quindi completamente rimodellato il veicolo base di uno dei maggiori produttori americani di vetture per campi da golf.
    «Abbiamo modificato quasi tutto, dal telaio, ai sedili, all’impianto elettrico, fino all’apposizione dello stemma vaticano sulla carrozzeria. Ma l’intervento maggiore è stato fatto sulle sospensioni — aggiunge Pilandri — in modo da dare stabilità alla ‘Papamobile’ anche quando il Pontefice sta in piedi per salutare i fedeli». Il tragitto del corteo papale in piazza San Marco è stato seguito non senza qualche apprensione dagli specialisti di Cervia. «Il cancelletto posteriore da cui si sale a bordo — spiega il tecnico della Focaccia — è stato dotato di un dispositivo di sicurezza per evitare aperture accidentali. Ci siamo raccomandati che il cerimoniere lo predisponesse: è andato tutto benissimo». D’altra parte anche le espressioni del Santo Padre e del patriarca di Venezia che lo accompagnava, seduto sul divanetto posteriore in pelle bianca, erano estremamente serene e rilassate. La ‘Papamobile’ fatta a Cervia ha svolto al meglio il suo compito davanti a una platea televisiva mondiale. «L’unico timore vero — ammette Francesco Pilandri — è che il comandante Francesco Martocci, alla guida del veicolo, pigiasse troppo sull’acceleratore sull’onda dell’emozione. Ma è stato bravissimo: l’auto è stata condotta con grandissima perizia».
    DOPO la prima uscita ‘in pubblico’, la vettura elettrica papale — che ha un’autonomia di oltre cinquanta chilometri e può raggiungere i 35 chilometri all’ora — è stata donata dal Comune di Venezia a Benedetto XVI e nei prossimi giorni sarà trasferita in Vaticano, a disposizione della Gendarmeria.

    © Copyright Il Resto del Carlino, 9 maggio 2011


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    I campioni del remo sollevano il Papa per farlo sbarcare

    Alberto Vitucci

    VENEZIA. Alla fine i due campioni del remo hanno sollevato il Pontefice prendendolo sotto il braccio e lo hanno messo a terra.
    Accanto al pontile troppe onde, troppo alto il salto per scendere a terra. Così Giampaolo D’Este e Bruno Dei Rossi «Strigheta» hanno deciso di sollevare di peso il Papa per farlo sbarcare. Un fuori programma curioso e non previsto dal protocollo, quello visto ieri poco dopo le 18, quando papa Benedetto è arrivato alla Salute a bordo della Dogaressa, la gondola a quattro remi vogata dai campioni del remo.
    La traversata da San Marco alla Salute è durata 18 minuti. «E’ stato davvero emozionante», racconta Igor Vignotto, vincitore dell’ultima Regata Storica, uno dei quattro campioni prescelti per portare il Papa, «lui aveva un po’ di timore per le onde, la gondola si muoveva molto, anche il patriarca sembrava un po’ teso, non molto abituato alle onde. Il Papa ha ammirato i palazzi e lo scenario, alla fine prima di scendere ci ha ringraziato due volte».
    Sceso sul sagrato della Basilica, papa Benedetto si è infilato il cappellino bianco, ha salutato la folla e salito la scalinata del tempio.
    A bordo della «Dogaressa» i quattro campioni-gondolieri prescelti dalla categoria. Giampaolo D’Este (vincitore di 9 Storiche ma di decine di bandiere rosse a Murano e al Redentore) a prua, Bruno Dei Rossi «Strigheta» (tre vittorie nei gondolini nella posizione detta lai, al numero due), Igor Vignotto (dieci Storiche in sentina, numero tre), Franco Dei Rossi «Strigheta» (cinque Storiche, veterano della voga, a poppa). L’arrivo del Pontefice ha fatto un piccolo miracolo, portando la pace anche nel mondo dei rissosi regatanti.
    D’Este e Vignotto, i due rivali della Storica, si sono ritrovati per la prima volta a vogare nella stessa barca, con un nuovo spirito che fa ben sperare. Con loro anche i fratelli Franco e Bruno Strigheta, gondolieri «anziani» e vincitori di decine di regate, figli del grande Albino Dei Rossi Strigheta che portò nel 1985 papa Wojtila insieme a Marcello Bon, Ermenegildo Fravega e Italo Crea.
    Chi temeva tensioni e discussioni è rimasto deluso. Poco prima di salire in barca l’unico momento critico. Bisognava decidere i «posti» ai remi. A Franco Strigheta, esperto poppiere, è stato assegnato il comando della gondola, a poppa. D’Este è andato a prua, Bruno Strigheta davanti ai «passeggeri illustri», oltre al Papa il patriarca Scola e il segretario di Ratzinger monsignor George Genswein, Igor subito dietro. Quattro remi anch’essi illustri. Campioni vestiti di bianco sulla storica Dogaressa, bianca e rossa, più stabile delle tradizionali gondole nere, per questo alla fine scelta dalla cetagoria per trasportare il papa. Il corteo di una decina di gondole che seguiva il Pontefice ha sbarcato sul pontile di servizio della Salute le autorità, in testa il sindaco Orsoni, che avevano partecipato alla cerimonia a San Marco. Soddisfatti i gondolieri, anche se qualcuno avrebbe preferito la gondola a due remi. «Il Papa non si vedeva nemmeno, era troppo sotto, lo abbiamo visto solo quando è sceso a terra», commenta uno di loro, «si vedevano soltanto i vogatori». Ma alla fine la scelta di Aldo Reato, presidente dei bancali, si è rivelata vincente. Dopo le baruffe della prima ora, la categoria dei gondolieri ha dato di sè una bella immagine. Si è deciso di premiare la lunga «carriera» dei fratelli Strigheta, ma anche di rappresentare la meglio i campioni della Storica di oggi, con i due provieri degli equipaggi che hanno sempre vinto dal 1992 a oggi, le edizioni della regata dei gondolini. Il papa, che forse non aveva mai sentito nominare D’Este e Vignotto, alla fine ha gradito la traversata.

    © Copyright La Nuova Venezia, 9 maggio 2011


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    L’omaggio festoso delle Remiere

    Nadia De Lazzari

    VENEZIA. Campane a festa a San Marco e un corteo acqueo di gondole, caorline, sandali, mascarete in Canal Grande. Tutti gli occhi fissi al Papa. L’affetto dei veneziani non è mancato, nemmeno i colori della città d’acqua per eccellenza. Che nella sua acqua ha trovato sempre vita e valori concreti, quali l’accoglienza e la solidarietà. E’ stato un suggestivo arrivo in motoscafo dal parco di San Giuliano percorrendo poi il Canal Grande fino in Bacino.
    Alle 13,05 dal rio Novo sono sbucati due taxi carichi di vescovi del Nordest. Nel tratto finale, all’altezza dell’università Cà Foscari, il Pontefice ha incontrato decine di imbarcazioni delle associazioni remiere - Querini, Bucintoro, Artigiani Venezia, Francescana - parate a festa e con i drappi colorati di bianco e giallo, in omaggio al Papa, al Vaticano, alla Chiesa universale.
    Il momento dello spettacolare alzaremi e dello scandito «W il Papa» lo hanno stupito ancora una volta. Il Pontefice, finora seduto su una poltroncina bianca, si è alzato impartendo più volte la sua benedizione. Sereno, sorridente guardava i rematori, ascoltava il loro linguaggio: «pian», «voga», «segna».
    Una gondola della società Voga veneta del Lido ci ha gentilmente ospitati a bordo. Così abbiamo potuto seguire da vicino e in presa diretta il tragitto compiuto dal Pontefice. L’equipaggio formato da sei vogatori (Ciro Borriello, Giuseppe Buratto, Flavio Busetto, Giuseppe Penesich, Silvio Quarti, Alessio Scarpa) ha così commentato: «Siamo una barca comunista - commentano fra il serio e il faceto - guai chi ci tocca il Papa. Siamo pronti a difenderlo. Abbiamo apprezzato la sua condanna della pedofilia».
    In altre imbarcazioni anche universitari. Sono 30.000 quelli che stabilmente abitano a Venezia. Dario Artos: «In questo galeone nessuno è nato a Venezia. Siamo di Asti, Belluno, Bari, Cagliari. Speriamo che il Papa ci porti un miracolo. Si chiama lavoro».
    Giorgio Garbisa e Tarsilio Fongher del circolo nautico San Marco del Lido hanno lamentato un’organizzazione tardiva: «Potevamo essere in maggior numero - dicono - ma la Curia e il Comune ci hanno convocati solo lo scorso venerdì. Ci hanno dato 12 ore per organizzarci. Ci dispiace per il Papa se siamo pochi».
    Comunque in Canal Grande l’entusiasmo era palpabile. La festa è stata grande. Nei traghetti San Tomà, Cà Rezzonico, Accademia, Santa Maria del Giglio, Salute le persone agitavano i vessilli colorati e gridavano «Papa, Papa».
    Dai palazzi la gente si sbracciava. Da un balcone un bimbetto ha urlato: «Ciao, Papa, prego per te». Noemi Azzalin, della parrocchia Sacro Cuore di Mestre, ha detto: «Con la mia famiglia lo seguiamo sempre. Siamo reduci dalla cerimonia di beatificazione di papa Giovanni Paolo II. Dove va lui andiamo anche noi. Lo raggiungeremo anche a Madrid il prossimo agosto in occasione della giornata mondiale della gioventù. E’ un Papa che sento vicino come un padre».
    Commoventi le sue continue benedizioni e i suoi saluti a veneziani e turisti. Spettacolare anche l’ultimo alzaremi nel bacino di San Marco. Uno scenario da mozzafiato, da un lato il campanile, il palazzo ducale, la basilica, dall’altro l’isola di San Giorgio, la Giudecca, il Lido. Qui le imbarcazioni storiche si sono fermate. Si è fermato anche il motoscafo del Papa. Tra i vogatori e il Pontefice un saluto e un abbraccio interminabili.
    Tra i rematori si vista anche qualche lacrima di commozione. Alla fine il motoscafo, in retromarcia, si è infilato nel rio del ponte dei Sospiri sparendo alla vista. Qui si trova il Patriarcato dove il Papa era atteso per la colazione. Venezia e i veneziani non lo dimenticheranno Benedetto XVI.

    © Copyright La Nuova Venezia, 9 maggio 2011


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    00 10/05/2011 13:54
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    PAPA: PADRE LOMBARDI, DA VENEZIA UN MESSAGGIO PER IL FUTURO

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 9 mag.

    "Il Papa in gondola, il Canal Grande, la Basilica di San Marco illuminata la sera, e la stessa Basilica di Aquileia sono immagini che toccano il cuore" ma rappresentano anche "un messaggio importante per il futuro: continuiamo a cercare la sintesi fra la fede, la cultura umana, la ragione, e possiamo costruire un mondo in cui vale la pena vivere".
    Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, commentando la visita di Papa Ratzinger in Triveneto. "Un messaggio di speranza - spiega padre Lombardi ai microfoni della Radio Vaticana - rivolto non solo i fedeli, ma anche le istituzioni e il mondo della cultura hanno vissuto con grande intensita' la visita di Benedetto XVI nel Nord-Est".
    "La risposta della popolazione, che del resto e' una popolazione di grande tradizione cristiana, cattolica e aperta ad una parola costruttiva da parte del Santo Padre, si e' manifestata in pieno", rileva Lombardi sottolineando che in Triveneto "si vive la realta' anche dell'immigrazione e, quindi, tutti gli aspetti del pluralismo, della societa' moderna e degli incontri fra i popoli diversi qui si trovano confrontati".
    Nel passato, ricorda padre Lombardi, "Venezia e' stata veramente una citta' d'incontro fra i popoli in tutta la sua storia, un luogo in cui la sintesi fra le diverse ispirazioni culturali ha avuto una grande storia. Bisognerebbe riuscire a proiettare verso il futuro un'ispirazione simile dal punto di vista culturale e spirituale".

    © Copyright (AGI)


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    00 10/05/2011 13:58
    Da "Tracce.it"...

    LA VISITA IN VENETO

    Con il Papa tra i canali

    di Fabrizio Rossi

    10/05/2011 - Alla messa erano in 300mila. Da tutto il Veneto e non solo. Dal volontario all’imprenditore, chi c’era racconta la visita di Benedetto XVI. E cosa significa, oggi, coltivare quel seme...

    Al parco di San Giuliano, a Mestre, in attesa del Papa.
    «Per noi è stata una vera grazia». Essere lì, attaccati alle transenne. E vedere quel sorriso. Della visita di Benedetto XVI nel Nordest, Lorenzo e una quarantina di universitari di Venezia non hanno perso un minuto. Da quando il Papa è arrivato in Piazza San Marco (sabato sera, dopo la prima tappa ad Aquileia) a quando l’ha lasciata, in gondola, per incontrare il mondo della cultura e dell’economia nella Basilica della Salute, inaugurare la Biblioteca dello Studium Generale Marcianum e tornare a Roma. Al terzo anno di Economia, Lorenzo era uno dei ragazzi con la pettorina blu del servizio d’accoglienza. Questo spiega la levataccia di domenica mattina: alle 4 la sveglia, quindi la navetta per Mestre. L’appuntamento, al parco San Giuliano dove si sarebbe celebrata la messa, era alle 5: «Mi ha commosso vedere chi arrivava: anziani, giovani, malati... Persone di ogni tipo, tutte calamitate da quell’evento». La più giovane, forse, una bambina di due settimane. Davanti a lei pure Benedetto XVI s’è fermato, per darle un bacio e poi continuare la processione in papamobile. Certo, non è stato tutto semplice: «Ma avere visto il Papa, con un sorriso così lieto e quegli occhi che brillavano, ci ha dato la carica per entrambi i giorni». Fino a non sentire la stanchezza: «Domenica siamo stati in piedi dalle 4 alle 22. Eravamo così presi da quell’uomo e da quello che stava accadendo, però, che abbiamo voluto seguirlo ovunque andasse. Lui sui canali, noi a piedi. Anzi: di corsa...». E, come recitava il tema della visita, Benedetto XVI ha confermato la fede di chi c’era: «Con quello che il Papa ha fatto e detto, ci ha invitati alla conversione. E posso dire che un cambiamento sta già avvenendo, da come oggi ho visto i miei amici studiare: quella faccia lieta, la scorsa settimana non l’avevano».
    Anche i numeri hanno sorpreso molti: alla messa a Mestre c’erano 300mila fedeli, oltre ogni previsione. Arrivati in treno, in auto, in pullman. In 500, dalla Croazia e dalla Slovenia, partendo addirittura all’una di notte. Come ha detto il Papa nell’omelia, questo parco che di solito ospita manifestazioni musicali, «oggi ospita Gesù risorto». Luca, che lavora come legale in un’azienda d’energia, era lì dalle 7 con moglie e figli: «Ho visto un popolo», racconta. «Che si è mosso per la visita di quest’uomo, attraverso il quale si gioca la presenza di Cristo nel mondo». Un popolo che ha saputo attendere il Papa in silenzio: «Mi ha colpito come s’è svolto tutto: ognuno era lì non come parte di una massa, ma partecipe di quel gesto». E s’è visto anche dall’ordine in cui è stato lasciato il parco: «Vedevi i volontari delle pulizie girare a vuoto...».
    E quel che è successo non finisce con la partenza di Benedetto XVI: «È come un seme che va coltivato», racconta Alessandro, imprenditore nel Vicentino. Lui, il Papa, ha potuto seguirlo anche nella Basilica della Salute. Più che le parole sentite, però, trattiene ciò che ha visto: «Mi ha colpito la sua umanità concreta: gli occhi, il modo con cui camminava...». Per questo, all’uscita ha voluto intrufolarsi in una scolaresca che si preparava a salutare Benedetto XVI con un canto. Come un bambino, anche lui: «Non volevo perdere neanche un istante. E dovevi vedere che sorriso, quando il Papa s’è avvicinato... Con l’energia di chi non bada all’età che avanza, ma si dedica tutto alla missione». Come Giovanni Paolo II. Come don Giussani: «Perciò coltivare quel seme significa approfondire la mia storia. Chiedendomi, ogni giorno: come posso io, in quel che faccio, testimoniare e vivere quella Presenza?».
    Questo è il dono che il Papa ha fatto a ciascuno. Innanzitutto «il dono della sua presenza tra noi», come ha detto il cardinale Angelo Scola salutando Benedetto XVI prima della messa. Ma anche, per qualcuno, un dono che non scorderà più. Come per Andrea, che dal Vescovo di Padova ha ricevuto il Battesimo (nonché prima Comunione e Cresima) nella veglia di Pasqua. Fino a due settimane fa, si chiamava Ye Wu. È cinese e lavora in un ristorante: manutentore al mattino, barista a mezzogiorno, cameriere alla sera. La fede, l’ha incontrata in carcere (v. Tracce, n. 10/2009). E domenica ha ricevuto la comunione dalle mani di Benedetto XVI: «È stato il momento più importante di tutta la mia vita», racconta ora. «Prima della messa ero felice: arrivava il Papa. Quando siamo andati verso l’altare, mi sembrava di essere in Paradiso. Poi lui ha sorriso e mi ha detto: “Corpo di Cristo”...». Gli amici l’hanno festeggiato, qualcuno scherzava: «Sei appena diventato cristiano e già hai questo onore...». Per Andrea, però, l’onore più grande non è neanche quello che è successo domenica: «Ma vedere tutto ciò che Dio ha operato in me: mi ha donato una vita nuova».


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    00 10/05/2011 20:38
    Da "Il Gazzettino"...

    L’ARRIVO

    «Ricordo i Pastori che da questa sede sono passati a S. Pietro»

    Domenica 8 Maggio 2011

    Un’altra ancora. Dal basso, tra le bandiere bianche e gialle che sventolano e i fedeli che scandiscono "Be-ne-de-tto", si scorge il Pontefice affacciato all’oblò. Quel doppio giro sopra la Basilica non era previsto. È stato Benedetto XVI - racconteranno poi gli uomini dell’organizzazione - a voler vedere dall’alto «la perla dell’Adriatico». Quando, poi, dal palco rosso installato tra le colonne di Todaro e San Marco, parlerà alla città, il Santo Padre ricorderà la "missione" di Venezia: essere ancora «crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua e religione», un «ponte tra Occidente e Oriente».
    Da Aquileia a Venezia, un ritardo sulla tabella di marcia di mezz’ora, il vento freddo che quasi spazza il molo di San Marco, il tramonto che esalta i colori della laguna. Non c’è una folla oceanica: circa 25mila persone, secondo il Comune. La piazza è transennata, gli accessi regolamentati, le insegne pubblicitarie sui monumenti oscurate. Tanti turisti, incuriositi. Molti veneziani. Elettrizzati. E anche un po’ delusi. «Abitiamo in terraferma, a Chirignago, abbiamo voluto essere qui per accogliere il Santo Padre», dice Sonia Baldan. Suo marito Ermanno Vio scuote la testa: «Peccato, c’è poca gente». Anche la rappresentanza cittadina scarseggia: otto consiglieri comunali su 36, neanche una decina gli assessori, l’area riservata alle autorità praticamente vuota. Ma i fedeli che dal primo pomeriggio stazionano dietro le transenne sembrano incuranti del freddo e dell’attesa e di quelli che non ci sono. Cantano. Pregano. Sventolano bandiere, anche quelle tedesche. E quando su uno dei maxischermi compare l’elicottero e si capisce che lì sopra c’è il Papa, è una ovazione. L’atterraggio al collegio navale Morosini è questione di istanti. Poi il breve viaggio a bordo della lancia fiancheggiando Riva degli Schiavoni. Il Papa sta per arrivare e le campane suonano a distesa. I rimorchiatori che attendono in bacino lo accolgono azionando le sirene e spruzzando enormi getti d’acqua. Venezia sembra una cartolina.
    Sono le 19.58 quando Benedetto XVI sbarca sul molo di San Marco. Il primo a salutarlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Poi il governatore del Veneto Luca Zaia, l’ambasciatore d’Italia in Vaticano Francesco Maria Greco, il sindaco Giorgio Orsoni, il prefetto Luciana Lamorgese. Il Papa sorride. E il sorriso gli si allarga quando sale sul palco e saluta i fedeli che riempiono la piazzetta. «Ha il viso buono», dice una donna guardandolo.
    Il saluto della città arriva dal sindaco, Zaia e gli altri stanno giù, sul palco c’è posto solo per il patriarca, il cardinale Angelo Scola, e per Giorgio Orsoni con la fascia tricolore sulla spalla. La visita del Pontefice «come quella di 25 anni fa del suo predecessore» - dice il sindaco - «aiuterà la città ad affrontare con rinnovato vigore le difficoltà presenti». Tra tante emergenze, cita con vigore la situazione degli operai di Porto Marghera. Ricorda lo stretto legame di Venezia con la Chiesa di Roma, a cui solo nel secolo trascorso ha dato tre Papi. E il fatto di essere luogo «di incontro tra diverse culture».
    È un concetto che anche Benedetto XVI propone nel suo saluto. «Vengo in mezzo a voi per rinsaldare quel profondo vincolo di comunione che storicamente vi unisce al vescovo di Roma e di cui sono testimoni innanzitutto i venerati pastori che da questa sede patriarcale sono passati a quella di San Pietro». Cita Albino Luciani, Angelo Giuseppe Roncalli, Giuseppe Sarto, diventati poi Giovanni Paolo I, Giovanni XXIII, Pio X e ad ogni nome è un applauso. «Da questo molo si può cogliere quell'aspetto di singolare apertura che da sempre caratterizza Venezia, crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua e religione. Punto di approdo e di incontro per gli uomini di tutti i continenti, per la sua bellezza, la sua storia, le sue tradizioni civili, questa città ha corrisposto nei secoli alla speciale vocazione di essere ponte tra Occidente ed Oriente». Una vocazione che per Venezia deve continuare: «Anche in questa nostra epoca, con le sue nuove prospettive e le sue sfide complesse - dice il Papa - essa è chiamata ad assumere importanti responsabilità in ordine alla promozione di una cultura di accoglienza e di condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i popoli e le nazioni».
    C’è la benedizione, il segno della croce, l’applauso. E un saluto che è pieno di affetto: «Grazie a tutti voi, buona domenica». Benedetto XVI sale sulla mini papa-mobile elettrica, percorre la piazza, arriva davanti alla Basilica, prima di entrare accarezza un bimbo orientale in spalla al papà. Poi la preghiera davanti alle reliquie del patrono San Marco e infine la visita ai capolavori artistici illustrati da monsignor Antonio Meneguolo. I maxi schermi si oscurano, i fedeli cominciano a lasciare la piazza. Se ne vanno anche le autorità. «Ho visto l’entusiasmo con cui il Pontefice è venuto a Venezia, l’intima gioia di una visita finalmente realizzata - confida Gianni Letta prima di salire sul motoscafo - Ha detto che è la città più bella del mondo». Ha parlato anche di accoglienza e Luca Zaia dice di essere «in linea» con le parole del Santo Padre: «Noi l’accoglienza non la viviamo come angoscia, da noi ormai sono arrivati 500 immigrati e profughi che ospitiamo con il sistema dell’accoglienza diffusa. Il Papa sta incontrando un realtà dove una persona su cinque fa volontariato».

    Alda Vanzan

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    [Modificato da Paparatzifan 10/05/2011 23:52]
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    Nicoletta Cozza

    PADOVA

    Un Osservatore per tutti i fedeli

    Domenica 8 Maggio 2011,

    Centomila copie. Stampate a Padova e che "parlano" veneto. Oggi al parco San Giuliano, infatti, i fedeli che assisteranno alla Messa celebrata da Papa Benedetto XVI all’uscita riceveranno in omaggio un’edizione tutta particolare dell’Osservatore Romano, con l’imprimatur del Messaggero di Sant’Antonio. È stato proprio il direttore generale del mensile antoniano, padre Ugo Sartorio, a proporre al quotidiano della Santa Sede di uscire in questa veste insolita per due motivi: celebrare con la massima solennità l’arrivo del Pontefice nel Nordest e festeggiare i 150 anni del giornale vaticano.
    In prima pagina viene riportato l’editoriale del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, in cui viene sottolineato il senso della visita di Papa Ratzinger che arriva nel Veneto, terra di Fede, per confermarla. Una storia che parte da lontano, cioè dal IV secolo quando Aquileia, oltre che la quarta città italiana dopo Roma, Milano e Capua, si preparava a diventare nel Medioevo la sede di una grande Diocesi metropolita, seconda soltanto a quella della capitale. Sempre qui, e sempre nel IV secolo, giunse l’annuncio della fede cristiana attraverso Cromazio.
    «Quella di Aquileia - ricorda padre Sartorio - è stata matrice di altre Chiese locali. Da lì la fede cristiana si è espansa nella regione denominata "Alpe Adria", cioè dal Danubio fino all’Istria, dal Balaton fino a Como, comprendendo Carinzia e Stiria. In un momento successivo, cioè nel 1751, quel titolo di "patriarcato", cioè di Chiesa-madre, è stato trasferito all’attuale Sede di Venezia. E la stessa grande Fede di allora è rimasta viva ancora oggi».
    Nell’Osservatore Romano di oggi, poi, viene presentata anche una ricerca sulla religiosità del Veneto, del Trentino e del Friuli, condotta dal sociologo Alessandro Castegnaro, presidente dell’Osservatorio Socio-Religioso Triveneto, con uno zoom sulla devozione antoniana.
    E poi c’è la "chicca" riguardante Albino Luciani, l’ultimo Papa venuto dal Nordest: l’Osservatore propone la testimonianza di Piero Lazzarin, già caporedattore del Messaggero, con il quale il Pontefice originario di canale d’Agordo collaborò per oltre un triennio scrivendo 40 lettere immaginarie, indirizzate a personaggi quali Goethe, Petrarca, Twain, Chesterton, San Bernardo di Chiaravalle, Maria Teresa d’Austria e Dickens. «Caro Dickens - scrisse l’allora Patriarca di Venezia, rivolgendosi a quest’ultimo - sono un vescovo che ha preso lo strano impegno di scrivere ogni mese per il Messaggero di Sant’Antonio una lettera a qualche illustre personaggio. Perché la scelta di indirizzarne una proprio a voi? Da ragazzo ho letto i vostri cinque famosi Libri Natalizi. Mi sono immensamente piaciuti perché tutti pervasi da un senso di amore ai poveri e di rigenerazione sociale. I vostri romanzi sono popolati da povera gente che vive in una miseria impressionante; nessun sindacato che la difenda, nessuna protezione contro malattie e infortuni, salari da fame... Sono gli oppressi: su di essi si riversa tutta la vostra simpatia». Un messaggio di straordinaria attualità.


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    Sulle orme dei tre predecessori

    Domenica 8 maggio 2011

    Lo sguardo di Papa Benedetto XVI si riassume in una parola: stupore. Stupore all’ingresso in Molo con le vele al terzo e i getti d’acqua in aria dei rimorchiatori in Bacino; stupore in Basilica a San Marco con gli occhi all’insù per ammirare uno dei tesori dell’Umanità illuminato a giorno. Papa Ratzinger si è fatto attendere. Un’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma l’abbraccio di veneziani e turisti c’è stato ugualmente. Secondo la Questura e i Vigili urbani nell’area marciana si sono ritrovati in 25 mila con striscioni, bandiere italiane, tedesche e della Baviera e inneggiando al Papa.
    E così, sceso con l’elicottero alla Scuola Morosini, dopo aver sorvolato per un paio di minuti l’area di San Marco, Ratzinger ha fatto il suo ingresso sul Molo, accolto da Gianni Letta per il governo, dal prefetto Luciana Lamorgese; dal presidente del Veneto, Luca Zaia; da Francesca Zaccariotto per la Provincia e dal sindaco Giorgio Orsoni. Ed è toccato proprio al primo cittadino accompagnare il Papa sotto il baldacchino sistemato tra le colonne di Marco e Todaro prima per uno scambio di doni, poi per i discorsi ufficiali. Venezia ha donato al Papa l’Ostensorio in vetro di Murano opera di Pierpaolo Seguso. Da parte sua, Benedetto XVI ha omaggiato Orsoni di una "medaglia commemorativa" in argento per il VI anno di pontificato. «Santità - ha detto il sindaco - Venezia è una città che ha saputo coniugare le virtù civili con quelle religiose, senza rinunciare alla laicità delle sue istituzioni. I veneziani, uomini di pace, mercanti intelligenti giravano il mondo mettendo in rapporto popoli e civiltà diverse con una rara disponibilità verso il "foresto" pronto anche ad accoglierlo. Tuttavia hanno saputo usare anche le armi per difendere la Cristianità». Orsoni ha poi ricordato le figure dei tre Papi "veneziani": Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I e ha voluto riportare alla memoria anche le visite di Paolo IV e di papa Wojtyla. Non è mancato poi il collegamento all’ospitalità; al ruolo di "ponte" in tempi recenti con l’Est Europa; i problemi come la salvaguardia della città; la crisi occupazionale di Marghera; il calo demografico e il turismo. «A lei Messaggero di Pace - ha concluso - indirizzo il saluto marciano "pax tibi Marce evangelista meus".
    Gli ha fatto eco subito Benedetto XVI. «La vostra presenza, accompagnato da un vibrante entusiasmo - ha detto - esprime la fede e la devozione. Vengo in mezzo a voi per rinsaldare il profondo vincolo tra Marco e Pietro». Poi anche Ratzinger ha ricordato i Papi veneziani per poi proseguire emozionandosi nel pensiero delle testimonianze artistiche di Venezia (San Marco, Palazzo Ducale) riconoscendo il microcosmo veneziano. «Da questo molo si coglie il profilo della città, "perla dell’Adriatico", luogo di singolare apertura, crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua, religione. Lo splendore dei monumenti e la fama delle istituzioni manifestano il carattere delle genti venete, laboriose e oneste, dotate di grande sensibilità, di capacità organizzativa, di "buon senso"». Il Papa ha ricordato il Santuario del Redentore e la Basilica della Salute.
    Poi il viaggio sulla Papamobile, lungo un percorso prestabilito, guardato a vista dalle guardie del corpo, e tra turisti e veneziani lungo tutta l’area marciana. Infine l’ingresso in Basilica con lo sguardo rivolto al Cielo e alla navata centrale sfavillante alla luce. Gli occhi del Papa si sono riempiti di stupore. E di gioia mitigata solo da pochi minuti di meditazione sulla tomba di San Marco sotto gli sguardi del Patriarca Angelo Scola e di monsignor Antonio Meneguolo, nella doppia veste di delegato patriarcale per la Basilica e di "cicerone" per un ospite d’eccezione come Benedetto XVI.


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    TRA LA GENTE

    Dalla Baviera in comitiva

    «Ratzinger, uno di noi»

    Domenica 8 maggio 2011

    Non poteva mancare una nutrita rappresentanza della comunità bavarese ad ascoltare ed applaudire Benedetto XVI. Con le loro bandiere hanno occupato tutto l’angolo della piazzetta che dà su palazzo Ducale. Impossibile non vederli.
    «Siamo venuti per vederlo, in fondo non era poi tanto lontano - afferma Klaus che, con la moglie Helga arriva da Monaco - papa Benedetto XVI è uno di noi».
    Anche i francesi sono arrivati in massa. «Non avevamo mai visto Venezia - dice una coppia - e non avevamo mai visto il Papa. Abbiamo colto un’occasione irripetibile».
    Ma c’erano anche spagnoli, americani e persino neozelandesi: «Il Papa volevamo vederlo, almeno una volta nella vita».
    C’erano poi frati, suore, seminaristi, i neocatecumenali con la loro animazione fatta di canti e striscioni, ma soprattutto tanti bambini, che facevano a gara per avvicinarsi il più possibile al Santo Padre. In prima fila c’era un bimbo di due anni, con il ciuccio in bocca, ma ben determinato e in piedi sul suo passeggino. Altri in seconda fila erano sollevati dai genitori, forse nella speranza di catturare uno sguardo benedicente. Tutto sommato, non era poi così difficile vederlo da vicino mentre sfilava con la Papamobile elettrica, fatta costruire dal Comune proprio per l’occasione.
    È toccato all’istruttore capo dei vigili Francesco Martucci guidare il primo viaggio in auto di un Papa in Piazza San Marco. Mentre Benedetto XVI saliva sul cart elettrico con le insegne vaticane, il conducente si è messo alla guida, e al suo fianco si è seduto il segretario particolare del Papa, mons. Georg Gänswein. «È stata una grandissima emozione - ha commentato Martucci - ma quando sono salito a bordo la tensione è calata. Davanti a me avevo il capo della Gendarmeria vaticana che mi guidava». Con mons. Georg c’è anche stato il tempo di scambiarsi qualche parola: «Mi ha chiesto se il mezzo era nostro, e quando siamo arrivati alla curva della piazzetta pensava di essere giunto a destinazione». Poi il veicolo ha svoltato e si è diretto verso la Basilica, dove si è concluso il breve viaggio fra la folla.


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    Domenica 8 Maggio 2011

    L’ARRIVO A SAN MARCO

    L’accoglienza dei 25mila

    In Piazza moltissimi turisti
    Il timore del sovraffollamento ha tenuto lontano i veneziani
    Il Pontefice ha chiesto di sorvolare due volte la città in elicottero

    Tanto tuonò che non piovve. In piazza era atteso il pienone e molti cui avrebbe fatto piacere assistere al passaggio del Santo Padre hanno rinunciato all’idea per il timore di finire in una calca di tipo carnevalesco. A rinunciare tra i veneziani sono state soprattutto le persone anziane e le donne con i bambini. Così, la parte del leone a San Marco l’hanno fatta i turisti, molti interessati allo scatto fotografico o alla ripresa, molti altri perché animati dalla fede. Difficile dare una stima dei presenti: la polizia municipale ha parlato di 25mila, ma sembravano abbastanza meno, forse 15mila. Oggi, però, a San Giuliano è atteso il pienone sia per il numero di pass rilasciati che per l’intenzione di molte famiglie di muoversi la mattina presto da tutta la regione per assistere alla celebrazione eucaristica.
    Già in ritardo sui tempi con la visita di Aquileia, il Pontefice è atterrato alla Scuola navale militare Francesco Morosini solo alle 19.30. Prima due falsi allarmi: alle 19 un elicottero della polizia in ricognizione, un quarto d’ora dopo un apparecchio della guardia di finanza in atterraggio e infine quello bianco del Vaticano, che su desiderio di Benedetto XVI ha sorvolato per due volte la piazza prima di atterrare, quasi in un abbraccio collettivo.
    A Sant’Elena c’era chi sperava di vederlo da vicino e così almeno duecento persone, tra cui diverse decine di neocatecumenali che hanno cantato ininterrottamente dalle 18. Per la sicurezza, "infiltrati" tra la gente c’erano anche alcuni elementi forse della gendarmeria vaticana. Nessuno poteva entrare al Morosini, che in mattinata aveva ospitato il giuramento degli allievi del primo anno. Le imbarcazioni della polizia hanno fermato anche una barca con lo striscione del Seminario patriarcale, che voleva avvicinarsi troppo.
    In bacino, solo al Redentore o alla Vogalonga si poteva vedere un’acqua così piatta. Merito del blocco del traffico stabilito un paio d’ore prima per tutto il traffico a motore, eccetto alcuni mezzi del servizio pubblico. Bloccato davanti alle Zitelle anche il ferry "Lido di Venezia". Erano le 20 quando la lancia della guardia di Finanza (dotata di doppio motore per garantire sicurezza e manovrabilità e interni in mogano per il comfort) è approdata sul Molo. All’attracco i due grandi rimorchiatori della Panfido hanno sparato forti getti d’acqua e fatto suonare le sirene, mentre le campane suonavano a festa. Ad attenderlo davanti al molo, una ventina tra topi, sanpierote e bragozzi armati al terzo e impavesati. Uno ha issato una randa con l’effigie del Cristo mentre il Papa scendeva. Chissà se ha avuto il tempo di vederla.


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    Domenica 8 Maggio 2011

    LA MESSA DALLE 10

    A San Giuliano una festa di compleanno per 150mila

    L’evento nel giorno dell’anniversario dell’apertura del parco
    Caprioglio: «Un miracolo, la collina è un teatro naturale»

    Sette anni fa la prima erba spuntava sulla "collina dei veleni", circondata da cespugli appena abbozzati. Era l’8 maggio quando il Parco di San Giuliano, 70 ettari riscattati da decenni di incuria, apriva ufficialmente al pubblico dopo l’inaugurazione, avvenuta in autunno, da parte del presidente della Commissione europea Romano Prodi.
    Una festa, per migliaia di mestrini ma anche per una schiera di amministratori e tecnici che avevano lavorato per realizzare il Parco che avvicinava Mestre a Venezia. Oggi, sette anni dopo, l’area verde pubblica più vasta d’Europa celebra l’arrivo del Papa. «Una cosa inimmaginabile - commenta Gianni Caprioglio, l’architetto che a suo tempo varò il piano guida per San Giuliano e che ora presiede l’istituzione Parchi di Mestre - Provo una gioia provvidenziale, questo settimo anniversario costituisce una sorta di sigillo per quest’opera».
    Fino all’ultimo le maestranze del Parco hanno lavorato per tagliare l’erba e sistemare le aiuole. «È un miracolo - prosegue Caprioglio, con il quale si è congratulato mons. Beniamino Pizziol, "regista" dell’evento e neo-vescovo di Vicenza - anche la collina che sorge sulla discarica di rifiuti tossici sembra quasi una cavea teatrale naturale per la Messa. E l’altare realizzato nella zona del tamburello è bellissimo. Un Papa si accoglie così o non lo si accoglie proprio». Certo, qualche preoccupazione resta: quando le strutture del palco e la grande abside saranno smontate, l’erba non ci sarà più, e ci vorrà del tempo per farla ricrescere.
    Ma l’arrivo del Papa servirà anche ad affinare l’esperienza degli amministratori che a breve ospiteranno il festival rock dell’Heineken, e più avanti eventi come la VeniceMarathon e il Salone nautico. In futuro, peraltro, i grandi eventi potrebbero essere ospitati nell’area di 32 ettari che il Comune dovrebbe consegnare all’ente Parchi per estendere il complesso di San Giuliano. Ma ora il Parco è pronto per l’appuntamento più importante della sua storia, la Messa del Papa nella città dei tre Papi che porterà Mestre e San Giuliano in mondovisione. (a.fra.)


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    Tremila in spiaggia a Caorle per salutare Benedetto XVI

    L’elicottero con a bordo il Santo Padre ha girato due volte
    sopra i fedeli che hanno composto la scritta "W il Papa"

    Domenica 8 Maggio 2011

    Oltre un migliaio di persone in spiaggia per formare la scritta «W il Papa», altre duemila assiepate lungo la diga, la Grande Caorlina a remi uscita in mare ed i colori bianco e giallo della bandiera vaticana che sventolavano sulla spiaggia di Levante. E poi un vero e proprio boato quando è apparso l'elicottero dell'Aeronautica Militare su cui viaggiava Papa Benedetto XVI nel tragitto che lo ha portato da Aquileia a Venezia. Così la città di Caorle ha voluto salutare il pontefice impegnato nella visita pastorale in Friuli e Veneto. I preparativi per la catena umana hanno impegnato per tutta la giornata decine di volontari che già dal mattino erano in spiaggia, vicino al Santuario della Madonna dell'Angelo, per creare il grande messaggio di benvenuto per il Papa. Con nastri e picchetti sono state predisposte le lettere che nel pomeriggio sono state formate dalle centinaia di persone che sono accorse sulla battigia per il «flash-mob». La città ha risposto con entusiasmo all'iniziativa lanciata dall'assessore ai Servizi sociali, Luca Antelmo, su Facebook. Il passa parola (nonchè l'opera dei volontari) ha poi fatto il resto. «È stata una grande manifestazione di fede - commenta il parroco di Caorle, Monsignor Giuseppe Manzato -. La devozione e l'entusiasmo dei caorlotti hanno attirato anche tantissimi turisti, e credo che questo sia bellissimo. È stata una grande festa che è riuscita perchè l'intera comunità desiderava far sentire la propria vicinanza al Santo Padre». E c'è da credere che anche Papa Ratzinger sia rimasto colpito quando dall'elicottero ha potuto leggere la scritta formata dai caorlotti sulla spiaggia. In molti lo hanno visto dal finestrino del velivolo, che ha girato un paio di volte sopra la spiaggia della «Sacheta», mentre dall'alto osservava la folla. Con lui c'era anche il patriarca di Venezia, Angelo Scola, che era già a conoscenza della manifestazione e che certamente ha raccontato al pontefice la profonda devozione cristiana che da sempre contraddistingue Caorle. Oggi da Caorle partiranno sei autobus che porteranno 300 fedeli alla Messa che il papa celebrerà a San Giuliano.


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    IL REGALO DIGITALE

    Al Papa l’opera di Giovanni Paolo I in e-book

    Domenica 8 Maggio 2011

    (Ni.Co.) L'appuntamento, per "salutare il Papa" come si legge sul biglietto di invito, è fissato per le 16 di oggi, nel Palazzo Patriarcale di Venezia. Oltre al patriarca Angelo Scola, ci sarà anche padre Ugo Sartorio, direttore generale del Messaggero di Sant’Antonio, che consegnerà al Pontefice un dono speciale, che arriva da Padova.
    Il regalo per Benedetto VI consiste in un Eee Reader contenente l’opera omnia di Papa Albino Luciani, in formato e-book. Si tratta di 9 volumi, per complessive 4 mila 788 pagine, vale a dire quasi 10 milioni di battute.
    All’interno si può trovare l’intera produzione di Giovanni Paolo I, sia gli scritti che i discorsi, che era stata pubblicata nel 1988/89 dalle Edizioni Messaggero Padova nella versione cartacea, sostituita oggi, appunto, da quella digitale. C’è anche la tesi che Albino Luciani aveva presentato quando si era laureato in Teologia; è intitolata "L’origine dell’anima umana secondo Antonio Rosmini", ed è datata 1950.
    Un identico omaggio sarà consegnato da padre Sartorio anche al cardinale Scola.


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    00 21/06/2011 17:03
    VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AD ANCONA PER LA CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE (11 SETTEMBRE 2011) - PROGRAMMA

    Domenica, 11 settembre 2011

    08.30
    Partenza in elicottero dall’Eliporto vaticano per Ancona.

    09.15
    Arrivo al Molo Wojtyła nel Porto di Ancona.

    10.00
    CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA A CONCLUSIONE DEL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE ITALIANO nel Cantiere Navale di Ancona. Omelia del Santo Padre.


    RECITA DELL’ANGELUS DOMINI nel Cantiere Navale di Ancona. Saluto del Santo Padre.

    13.30
    Pranzo con i Vescovi, una rappresentanza di operai in cassa integrazione e una rappresentanza di poveri assistiti dalla Caritas nel Centro Pastorale di Colle Ameno.

    16.30
    Saluto degli organizzatori della Visita Pastorale nel Centro Pastorale di Colle Ameno.

    17.00
    INCONTRO CON LE FAMIGLIE E CON I SACERDOTI nella Cattedrale di San Ciriaco di Ancona. Discorso del Santo Padre.

    18.00
    INCONTRO CON I GIOVANI FIDANZATI in Piazza del Plebiscito di Ancona. Discorso del Santo Padre.

    19.00
    Partenza in elicottero dal Molo Wojtyła nel Porto di Ancona per il Vaticano.

    20.00
    Arrivo all’Eliporto vaticano.


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    Dal blog di Lella...

    PAPA: A SETTEMBRE AD ANCONA, PRANZERA' CON CASSINTEGRATI

    (ASCA) - Citta' del Vaticano, 21 giu

    Il prossimo 11 settembre, papa Benedetto XVI sarà a pranzo ad Ancona con gli operai cassintegrati e poveri assistiti dalla Caritas.
    Tra loro, ci saranno anche alcuni operai del cantiere navale di Fincantieri dove il pontefice celebrera' la messa e recitera' l'Angelus. Il papa sara' nel capoluogo marchigiano per chiudere il Congresso eucaristico nazionale, in programma ad Ancona dal 3 all'11 settembre.
    Tra gli eventi della visita, anche un incontro con i giovani fidanzati: ''E' la prima volta che avviene'', ha spiegato oggi il vescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli, durante la conferenza stampa di presentazione del congresso, in Vaticano.
    Le giornate del congresso saranno articolate attorno a 5 temi - affettivita', fragilita', lavoro e festa, tradizione, cittadinanza - e i diversi momenti del programma saranno distribuiti sul territorio di cinque diocesi: oltre ad Ancona, Fabriano, Jesi, Senigallia e Loreto.

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    00 21/06/2011 20:20
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    PAPA: 11 SETTEMBRE AD ANCONA PRANZERA' CON I CASSINTEGRATI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 21 giu.

    In occasione della sua visita ad Ancona per la solenne celebrazione conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale, Benedetto XVI pranzera' con i cassintegrati e con gli ospiti abituali della mensa per i poveri della Caritas diocesana. Lo ha comunicato ai giornalisti l'arcivescovo di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli in occasione delle conferenza stampa in Vaticano per presentare l'evento.

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    PAPA: A CONGRESSO EUCARISTICO ANCONA CELEBRERA' ANCHE 150* UNITA'

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 21 giu.

    Il Congresso Eucaristico Nazionale che si celebrera' ad Ancona dal 3 all'11 settembre - e sara' concluso solennemente da Benedetto XVI con una messa nella grande area di Fincantieri celebrata assieme a piu' di 100 vescovi - "rappresenta un forte richiamo all'unita', anzi alla comunione delle Chiese locali, proprio nell'anno in cui l'Italia celebra i centocinquanta anni dalla nascita dello Stato unitario".
    Lo afferma Vittorio Sozzi, responsabile del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana. "Credo - spiega nella conferenza stampa di presentazione dell'evento - che sia importante cogliere il valore, non solo simbolico, ma sostanziale, di tale coinvolgimento". "Quando si celebro' il primo Congresso Eucaristico Nazionale nel 1891 a Napoli sulla difesa dell'Eucaristia e del suo culto - ricorda in proposito il professor Sozzi - non solo non esisteva la Conferenza Episcopale Italiana, ma anche il nostro Paese era appena nato come Stato unitario".
    "Da allora molte cose sono cambiate nella vita civile dell'Italia e nel cammino ecclesiale" e con la secolarizzazione che avanza il 25esimo Congresso Eucaristico Nazionale vuole contribuire alla realizzazione degli Orientamenti pastorali sull'educazione elaborati dai vescovi. Ai giornalisti, Sozzi elenca poi i "cinque ambiti" nei quali si articolera' il Congresso, rilevando che sono gli stessi che hanno scandito il Convegno Ecclesiale Nazionale di Venezia e che offrono una possibile esemplificazione del vissuto degli uomini e delle donne oggi: affettivita', fragilita', lavoro e festa, tradizione, cittadinanza". Per la Chiesa Italiana, dunque, il Congresso Eucaristico Nazionale rappresentera' "un'importante opportunita' per riaffermare pubblicamente la fede nell'Eucaristia, Sacramento di salvezza e di comunione". In tale contesto, aggiunge Sozzi, "e' parso naturale aiutare e i singoli credenti a mettere a fuoco il rapporto tra la vita della persona e l'Eucaristia", perche' "l'educazione e' fatta anche di momenti straordinari, ma soprattutto di vita quotidiana, che rappresenta un'opportunita' di crescita se non e' banalizzata e non scade nell'abitudinaria ripetizione di prassi, ma viene colta come occasione in cui rinnovare una libera adesione a un progetto di vita". "La caratteristica popolare del congresso Eucaristico in questa edizione - secondo il professor Sozzi - sara' accentuata dal fatto che i diversi momenti del programma non saranno legati solo al territorio di Ancona, ma a quello delle cinque diocesi della metropolia che comprende anche Fabriano- Matelica, Jesi, Senigallia e Loreto".
    "L'evento - sottolinea da parte sua l'arcivescovo di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli - avra' la caratteristica della religiosita' popolare,ancora presente nel nostro Paese, ma che sara' anche segnato dalla territorialita', coinvolgendo le cinque diocesi della metropolia con un tema significativo". "L'Eucarestia per la vita quotidiana' corrisponde ad un bisogno diffuso tra i credenti ma anche tra coloro che sono in ricerca, di trovare un senso alla propria esistenza, all'interno delle difficolta' del vivere odierno". Al Congresso sono attese circa 300 mila persone, secondo le stime avanzate dal comitato organizzatore e monsignor Menichelli tiene a precisare che le iniziative saranno in massima parte autofinanziate, nel senso che accanto ai 200 mila euro in arrivo dal Governo per il "Grande evento" ci saranno i fondi della Cei e delle diocesi. "Il giorno-clou - rimarca l'arcivescovo di Ancona - sara' naturalmente quello conclusivo, l'11 settembre, con la visita del Papa, che celebrera' la messa al mattino ai cantieri navali della citta', quindi pranzera' coi vescovi e con una delegazione degli operai in cassa integrazione oltre che con alcuni poveri assistiti dalla Caritas. Seguiranno due incontri: uno con le famiglie e con i presbiteri, e un secondo con i fidanzati".
    "Il mondo degli innamorati - conclude infatti il presule - sente l'urgenza di essere accompagnato. Quindi sara' l'occasione per riflettere sul rapporto profondo tra la presenza eucaristica e il matrimonio, nella considerazione che a significati alti della vita debbono seguire comportamenti conseguenti".

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    00 15/07/2011 20:17
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    PAPA: A ANCONA INCONTRI CON I GENITORI E I FIDANZATI

    Salvatore Izzo

    (AGI) - CdV, 14 lug.

    Accanto alla grande messa dell'11 settembre nell'area portuale di Ancona per la chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale, nel programma della nuova visita di Benedetto XVI nelle Marche, diffuso oggi dalla Cei, e' segnalata "la novita' di un incontro con genitori e sacerdoti in Cattedrale e, quindi, con i fidanzati in Piazza del Plebiscito".
    Saranno questi dunque i momenti culminanti del XXV Congresso Eucaristico che sara' aperto solennemente sabato 3 settembre dal "legato pontificio", il cardinale Giovanni Battista Re, presenti il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, l'arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Edoardo Menichelli e le autorita' civili.
    In queste settimane intanto Ancona e le citta' della Metropolia - Osimo, Jesi, Loreto, Fabriano e Senigallia - si preparano all'evento ecclesiale: 8 giorni di celebrazioni, incontri, approfondimenti, nel segno di una cultura nella quale l'Eucaristia ha a che fare con la vita quotidiana, quindi con gli affetti, il lavoro e la festa, la fragilita', la tradizione e la cittadinanza.
    Tra le manifestazioni, la mostra "Alla Mensa del Signore. Capolavori dell'arte europea da Raffaello a Tiepolo"; il concerto del Maestro Giovanni Allevi e dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana; la Via Crucis animata dall’Associazione Europassione per l'Italia e la Processione Eucaristica.
    "Il Congresso Eucaristico e' un convenire di popolo - spiega l'arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Edoardo Menichelli - quindi un appuntamento a cui tutti sono invitati, non semplicemente a guardare, ma a partecipare".
    Presentando il programma definitivo dell'appuntamento ecclesiale, monsignor Menichelli tiene a ricordare che "attorno all'Eucaristia" si realizzera' "un progetto caratterizzato da 3 C: le Celebrazioni, che si terranno sul territorio della Metropolia; la Carita', che nasce dall'Eucaristia e che ci impegna a vivere la fraternita', si tradurra' in due opere-segno; la Cultura, a partire dalla mostra che inaugureremo sabato 3 settembre presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, con circa ottanta produzioni artistiche sul tema dell’Eucaristia, provenienti anche dai Musei Vaticani; e domenica 4, a sera, sara' invece la volta del concerto del maestro Allevi", che le Marche considerano una loro gloria e risorsa.
    Benedetto XVI e' gia' stato nelle Marche il primo settembre 2007 per l'Agora' dei giovani che raduno' a Loreto 500 mila ragazzi. Questo di Ancona e' il terzo viaggio in Italia del 2011, dopo quello dello scorso maggio ad Aquileia e Venezia, e quello di giugno a San Marino e Pennabili. Quest'anno il Pontefice andra' anche a Lamezia Terme il 9 ottobre e ad Assisi il 27 dello stesso mese per ricordare il 25esimo della storica Giornata Mondiale di preghiera per la pace che raduno' nella citta' di San Francesco i leader delle principali religioni con Giovanni Paolo II.
    La messa conclusiva del Congresso Eucaristico caratterizzera' il 25esimo viaggio di Papa Ratzinger in Italia: una serie di visite iniziata proprio in occasione del precedente Congresso Eucaristico che porto' il nuovo Papa a Bari il 29 maggio 2005, cioe' a poco meno di un mese dall'elezione.
    Sono seguite le visite a Manoppello il primo settembre 2006, a Verona il 19 ottobre 2006, a Vigevano e Pavia, il 21 e 22 aprile 2007, ad Assisi il 17 giugno 2007, a Loreto l'uno e due settembre 2007, a Velletri il 23 settembre 2007, a Napoli il 21 ottobre 2007, a Savona e Genova il 17e 18 maggio 2008, a Santa Maria di Leuca e Brindisi il 14 e 15 giugno 2008, a Cagliari il 7 settembre 2008, a Pompei il 19 ottobre 2008, all'Aquila il 28 aprile 2009, a Cassino e Montecassino il 24 maggio 2009, a San Giovanni Rotondo il 21 giugno 2009, ad Aosta il 24 luglio 2009 (ma nella regione montana si era recato altre due volte in vacanza), a
    Viterbo e Bagnoregio il 6 settembre 2009, a Brescia l'8 novembre 2009, a Torino il 2 maggio 2010, a Sulmona il 4 luglio 2010, a Carpineto Romano il 5 settembre 2010 e a Palermo il 3 ottobre dello stesso anno, ultima visita in Italia prima delle due gia' compiute quest'anno.

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    00 28/07/2011 19:23
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    La celebrazione della Santa Messa Papale si terrà nell'area ex Sir

    Boom di prenotazioni per la Visita di Papa Benedetto XVI a Lamezia.

    Mercoledì 27 Luglio 2011 19:37

    Sono già arrivate a circa 60 mila le prenotazioni per partecipare alla solenne celebrazione eucaristica che Papa Benedetto XVI presiederà a Lamezia il prossimo 9 ottobre.
    La Curia lametina e l'Amministrazione comunale hanno accolto con grande gioia la notizia che saranno veramente in tantissimi i fedeli, provenienti da tutte le diocesi calabresi, che vorranno assistere alla Santa Messa col Santo Padre. Il gran numero di prenotazioni che sicuramente lieviterà nelle prossime settimane ( si pensa che molto probabilmente si arriverà a 150 mila fedeli prenotati), ha indotto la Curia ed il Comune a pensare ad una location idonea per accogliere al meglio un numero così imponente di persone. In seguito ad una riunione congiunta tra i sacerdoti del comitato organizzatore e gli amministratori cittadini, è stato scelta l'area ex Sir come sito adatto alla celebrazione del rito religioso. L'ampia zona consentirà, sul piano della sicurezza, il tranquillo svolgimento della funzione ed anche il regolare deflusso dei fedeli che, a fine cerimonia, dovranno riprendere agevolmente i mezzi per ritornare nelle varie città di provenienza.
    La decisione della Curia e del Comune è stata accolta positivamente dalla Prefettura e dalla Gendarmeria della Città del Vaticano che, con gaudio e soddisfazione, hanno accolto la notizia del numero sempre crescente di prenotazioni per presenziare all'incontro col Pontefice.
    Viene quindi definitivamente scartata l'ipotesi iniziale di far svolgere il rito in contrada Rotoli, una possibilità vagliata ma mai decisa in via definitiva. Infatti, né nei mesi scorsi, né di recente, nessuna comunicazione ufficiale è mai stata diramata in tal senso dagli uffici della Curia Vescovile lametina.
    Il Comitato della Curia Vescovile che si occupa dell'organizzazione della Visita del Papa a Lamezia fa anche sapere di provare "molta compassione per quelle persone che a tal proposito hanno diffuso notizie false e tendenziose cercando di sminuire anche un evento di tali proporzioni come la Visita del Papa in terra di Calabria. Ci dispiace molto – sottolinea ancora il Comitato organizzatore – siamo davanti a persone che mirano ad intaccare la serenità del Popolo di Dio. Finora abbiamo lavorato in piena sinergia con la Santa Sede ed il Comune di Lamezia. La scelta ricaduta sull'area ex Sir è stata valutata anche con la consulenza dei tecnici del Vaticano che hanno vagliato ogni aspetto (logistico, tecnico, relativo alla sicurezza) del sito da noi proposto. Ci auguriamo – conclude il Comitato – che simili episodi spiacevoli non si ripetano e che sia sempre la Verità a diradare le ombre gettate dalle mistificazioni e dall'inattendibilità di notizie, non dettate dalla buona fede e, soprattutto, dalla volontà di rendere un buon servizio di informazione all'intera comunità".

    www.diocesilameziaterme.it/news/la-celebrazione-della-santa-messa-papale-si-terra-nell-are...


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    00 07/08/2011 13:50
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    Diocesi di Lamezia Terme: per la visita del Papa, piena sinergia tra Chiesa e istituzioni

    Benedetto XVI con la visita pastorale il 9 ottobre a Lamezia Terme “verrà a dare un sussulto di speranza, una boccata d'ossigeno alla nostra terra, aprendo per la società lametina nuovi orizzonti che permettano di valorizzare le risorse autentiche”. E’ quanto ha affermato mons. Luigi Cantafora, vescovo della diocesi calabrese, partecipando ieri alla conferenza stampa indetta dall'amministrazione Comunale lametina. “Il cammino di preparazione allo straordinario evento storico – ha aggiunto il presule - sta mostrando il volto di una Chiesa viva, generosa, entusiasta: basti pensare che le prenotazioni per partecipare alla Santa Messa presieduta dal Pontefice sono sempre in aumento ed hanno superato ogni nostra aspettativa”. Mons. Cantafora, ha tra l'altro, ringraziato gli amministratori lametini con cui la diocesi sta lavorando da mesi, in pieno spirito di collaborazione, per organizzare la visita del Santo Padre. “Ringrazio tutta l'amministrazione ed il sindaco – ha detto il vescovo - per il loro sforzo. Un paio d'anni fa, in occasione della venuta in Diocesi del cardinale Stanisław Ryłko, il sindaco ha inteso donare al Santo Padre la riproduzione di una delle Cinquecentine con le annotazioni autografe di Tommaso Campanella, invitando il Papa a visitare la nostra città. Ho poi personalmente consegnato il dono a Benedetto XVI in Vaticano, con una mia lettera di accompagnamento. E il Pontefice ha accolto il nostro invito”. Il sindaco Gianni Speranza ha rimarcato l'enorme valenza della visita. “Un evento unico – ha sottolineato il primo cittadino lametino – che segnerà l’inizio di una nuova fase storica per la nostra città e per la Calabria”. Il sindaco ha firmato inoltre la convenzione con cui il Comune ha donato alla diocesi un terreno nell'area Api dove verrà costruita la Concattedrale che sarà dedicata a San Benedetto, in onore del Papa e del Santo Patrono d'Europa. La nuova chiesa di San Benedetto sorgerà di fronte al palazzo comunale di Via Perugini a cui sarà unita da una piazza, la più grande di tutta la città. (A.L.)

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