00 07/07/2009 06:59
Da "Messainlatino.it"...

LUNEDÌ 6 LUGLIO 2009

Intervista al card. Castrillòn Hoyos

Traduciamo il seguente articolo, apparso sul giornale colombiano El Tiempo:

E’ in Vaticano da più di 20 anni, da quando il Papa Giovanni Paolo II lo chiamò a lavorare al suo fianco. Il sacerdote, nato a Medellìn il 4 luglio 1929, fu uno dei primi vescovi a raggiungere la curia romana.
Benché non abbia ricevuto la comunicazione ufficiale del termine del suo incarico da parte di Benedetto XVI, già sa che il suo lavoro nella commissione che stava presiedendo, la Ecclesia Dei, termina oggi.
Inoltre essendo cardinale, non potrà votare nel conclave, ossia nell’elezione di un nuovo Papa.
Comunque, in dialogo telefonico da Roma con EL TIEMPO, ha spiegato che questo non equivale a un ritiro definitivo. Vivrà a Roma, anche se – dice – avrà più tempo per venire in Colombia, scriverà un libro sul rito antico cattolico e darà conferenze. E, più importante per lui, si dedicherà alle parrocchie.

- E ora a che pensa di dedicarsi?
Terminerò un libro che ho iniziato a preparare sull’antico rito gregoriano e varie conferenze e seminari su questo tema. E mi dedicherà al lavoro nelle parrocchie, che è la cosa più gratificante.

- E dove vivrà?
Continuerò a stare qui in Vaticano. Continuo a essere cardinale; quel che succede è che non devo più "timbrare il cartellino". Resterò a Roma, però avrò più tempo per andare in Colombia.
- Come si sente?
Felice che il Signore mi abbia permesso di raggiungere in buona salute quest’età. Mi sento felice dei progetti che ho seguito. Non penso nel quarto d’ora passato, penso nel quarto d’ora che viene. Uno non si ritira quando è impegnato con Cristo.

- Quali sono stati questi progetti?
All’Ecclesia Dei mi ero riproposto tre cose e ho potuto compierle. Primo, che tutti i sacerdoti del mondo potessero celebrare liberamente la Messa, che si liberasse il rito antico senza opposizione al nuovo e senza che fosse obbligatorio. Secondo, far conoscere la ricchezza di questo rito, e terzo, togliere la scomunica dei vescovi lefebvriani e avvicinarli di nuovo alla Chiesa.

- Come è finito lo scandalo per quest’ultimo punto?
E’ stato transitorio, però ha fatto molto danno. Loro (i lefebvriani) furono scomunicati perché furono ordinati senza permesso, non per altro. Quando fu tolta la scomunica apparirono le dichiarazioni, sbagliate, di mons. Williamson, che negò l’olocausto nazista. Però questa cosa non ha niente a che vedere con l’altra.

- In quel frangente si speculò che le relazioni col Papa si fossero guastate.
Per nulla! Le mie relazioni col Santo Padre sono state ottime sempre e continuano ad esserlo.

- Che cosa le manca?
Vedere che tutto il mondo si converta, che vada a messa e si confessi, che tutte le famiglie sian benedette da Dio.

[..]


Papa Ratzi Superstar









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