Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Benedetto XVI Forum Luogo d'incontro di tutti quelli che amano il Santo Padre.

I lefebvriani

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.288
    Post: 535
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 27/02/2009 17:57
    Dal blog di Lella...

    PAPA IN TERRA SANTA: RABBINO ROSEN “VISITA POSITIVA, WILLIAMSON? SCUSE NON SUFFICIENTI”

    Quella di Benedetto XVI in Terra Santa sarà “una visita molto positiva, anche perché giunge dopo una crisi non di sostanza ma di percezioni. Una crisi che si poteva evitare e che si può definire di ‘bad management’, con molti equivoci”.
    A dichiararlo al Sir è David Rosen, rabbino, presidente di Ijcic, International Jewish Committee on Interreligious Consultations. Secondo il rabbino “andava spiegato il fatto che quando la chiesa toglie la scomunica ciò non significa che la Chiesa accoglie qualcuno al suo interno.
    Così la percezione nel mondo è che il Vaticano ha usato accenti che sono stati offensivi per gli ebrei e che poi si è scusato per questo”.
    “Per quelli che sono, come noi, profondamente e attivamente coinvolti nel dialogo – spiega Rosen - questa è stata una crisi artificiale ma per la maggioranza delle persone nel mondo, che leggono solo i titoli a sensazione dei giornali, si è trattata di una vera crisi”.
    Per questo, aggiunge il rabbino, “l’incontro del Papa con i leader ebrei di due settimane fa è stato molto importante e la prossima visita in Terra Santa sarà la dimostrazione del volto buono e genuino del comune impegno per il dialogo tra il popolo ebraico e cattolico”.
    “Sarò felice di incontrare Benedetto XVI in Terra Santa nei meeting con i rabbini e con quelli degli esponenti delle altre religioni, ma prima di allora, - rivela – lo incontrerò anche a Roma, fra due settimane, il 12 marzo, con una delegazione dal gran Rabbinato di Israele per riprendere il dialogo che fu posticipato in seguito alla crisi fino a quando non avessimo ricevuto chiarimenti. Si tratta di una ripresa di un dialogo che non si è mai fermato”. Un ultima battuta Rosen la riserva alla notizia delle scuse del vescovo negazionista lefebvriano Williamson: “per noi non sono sufficienti. Non sono vere scuse. Non ha detto ho sbagliato, le mie opinioni erano false, me ne pento non lo farò più. Sono scuse ingenue”.

    © Copyright Sir


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.290
    Post: 537
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 27/02/2009 19:56
    Dal blog di Lella...

    Lefebvriani: Non pronti a riconoscere Concilio Vaticano II

    Porla come precondizione è mettere il carro davanti ai buoi

    Roma, 27 feb. (Apcom)

    Il Vaticano esige il riconoscimento del Concilio Vaticano II per reintegrare i lefebvriani. Ma questo "è mettere il carro davanti ai buoi": l'osservazione arriva da monsignor Bernard Fellay, superiore della Fraternità San Pio X; e successore di monsignor Lefebvre.
    "Il Vaticano - dice Fellay in una intervista a 'Le Courrier' - ha riconosciuto la necessità di colloqui preliminari per trattare questioni di fondo che provengono giustamente dal Concilio Vaticano II. Fare del riconoscimento del concilio una condizione preliminare, è mettere il carro davanti ai buoi".
    La revoca della scomunica dei quattro vescovi della Fraternità di San Pio X non significa una "integrazione" nella Chiesa, ma una porta aperta per il dialogo, ha precisato il 4 febbraio scorso una nota della Segreteria di Stato vaticana, in risposta alle dichiarazioni del vescovo negazionista Richard Williamson.

    Monsignor Fellay ritiene che le acquisizioni del Concilio Vaticano II "sono delle pure perdite": "I frutti del Concilio - dice nell'intervista a 'Le Courrier' - sono stati di svuotare i seminari, i noviziati e le chiese.
    Migliaia di preti hanno abbandonato il sacerdozio e milioni di fedeli hanno smesso di frequentare la messa o si sono rivolti alle sette. La fede è stata snaturata. Si tratta di acquisizioni strane".
    In tal senso, la Fraternità San Pio X è ostile alla libertà di coscienza in materia di religione, all'ecumenismo e al dialogo interreligioso?
    "E' ben evidente - risponde il superiore - che l'adesione a una religione necessita un atto libero. E dunque molto spesso mentre si dice che la Fraternità è contro la libertà di coscienza in materia religiosa, si attribuisce alla Fraternità una teoria che non ha. La coscienza è l'ultimo giudizio sulla bontà della nostra azione e in questo senso nessuno può agire contro la propria coscienza senza peccare. Resta il fatto che la coscienza non è un assoluto che dipende dal bene e dalla verità oggettivi, e che ogni uomo, di conseguenza, ha il dovere di formare, di educare rettamente la propria coscienza.
    È così - prosegue mons. Fellay - che la chiesa deve essere una madre responsabile che chiarisce e guida le nostre intelligenze limitate e spesso nell'ombra.
    Per quanto riguarda l'ecumenismo o il dialogo interreligioso, tutto dipende da come si intendono questi termini. C'è grande confusione nei nostri spiriti su questo tema. Evidentemente come ogni essere umano e per il bene della società noi desideriamo vivere in pace con tutti gli uomini, nostri simili".
    Sul piano religioso "desideriamo rispondere ardentemente al desiderio di Nostro Signore: 'Che tutti siano uno, affinchè non ci sia che un solo gregge e un solo pastore'.
    Se con il termine ecumenismo si intende il perseguimentodi questo obiettivo così nobile, siamo evidentemente a favore. Se invece vi si vede un cammino che non cerca questa unità fondamentale, unità che passa per forze di cose da uno sguardo di verità - quello di cui la chiesa cattolica dice di essere ancora oggi la sola a possederla integralmente - allora protestiamo".
    Infatti, "vediamo che al giorno di oggi l'ecumenismo resta a un livello molto superficiale di intesa e di vita nella società, senza andare al fondo delle cose".
    Di quale statuto in seno alla chiesa, la fraternità potrà beneficiare?
    "Vedremo se le discussioni dottrinali sfociano su qualche cosa di positiva - conclude Fellay -. Sia quel che Dio vuole".

    © Copyright Apcom


    E' vero che questo fuggi fuggi generale si è verificato dopo il Vaticano II e allora come porre rimedio a più di 40 anni di confusione? E' il compito di Papa Benedetto... Lavoro non facile!
    [SM=g7953]

    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.294
    Post: 541
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 28/02/2009 16:40
    Dal blog di Lella...

    La Fraternità S. Pio X non sarebbe pronta a riconoscere tout court il Concilio Vaticano II

    di RACHAD ARMANIOS

    (Traduzione nostra)

    Polemica – Il Vaticano esige il riconoscimento del Concilio per reintegrare i lefebvriani. E’ “mettere il carro davanti ai buoi”, denuncia Mons. Fellay

    La revoca della scomunica ai quattro vescovi della Fraternità sacerdotale S. Pio X (FSSPX) non significa “integrazione” nella Chiesa, ma è una porta aperta per il dialogo, aveva precisato la Segreteria di Stato, il 4 febbraio, in reazione alla polemica nata dalle affermazioni negazionisti che di uno dei prelati riabilitati, Mons. R. Williamson (che è appena rientrato in Gran Bretagna). Ora, Roma pone come condizione di questa infrazione il “pieno riconoscimento del Concilio Vaticano II”, come quello “del magistero dei Papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Gian Paolo I, Gian Paolo II e di Benedetto XVI stesso”.

    Nessun problema sul secondo punto, ma la Fraternità scismatica insiste sulle sue posizioni per quel che concerne la sua denuncia violenta contro il Concilio, in nome della sua battaglia per la “restaurazione della tradizione”. Secondo la Fraternità, gli incontri, in vista del dialogo, non sono ancora stati fissati, ma le due parti vi stanno lavorando.

    Intervista con il superiore della FSSPX, mons. B. Fellay, successore del vescovo Lefebvre.

    La condizione posta da Roma per una reintegrazione della Fraternità nella Chiesa è il riconoscimento del Concilio Vaticano II. La Fraternità è pronta a fare questo passo?

    No. Il Vaticano ha riconosciuto la necessità di intrattenere preliminari con lo scopo di trattare delle questioni di fondo provenienti giustamente dal Concilio Vaticano II. Fare del riconoscimento del Concilio una condizione preliminare è come mettere il carro davanti ai buoi.

    Voi avete dichiarato, durante i rapporti con le autorità romane in vista di una reintegrazione, di volere pervenire ad una restaurazione solida della Chiesa. La Vostra speranza è dunque che la Chiesa ritorni sui suoi passi rispetto ai traguardi del Vaticano II?

    Sì. Perché questi traguardi sono delle clamorose perdite: i frutti del Concilio sono stati di svuotare i seminari, i noviziati e le chiese. Migliaia di preti hanno abbandonato il loro sacerdozio e milioni di fedeli hanno cessato di praticare o si sono rivolti a sette. Il credo dei fedeli è stato snaturato. Veramente sono degli strani traguardi.

    A questo proposito la Fraternità è sempre ostile alla libertà di coscienza in materia di religione, all’ecumenismo e al dialogo interreligioso?

    E’ indubbio che l’adesione ad una religione necessiti un atto libero. Dunque, molto sovente quando si dice che la Fraternità è contro la libertà di coscienza in materia di religione, si attribuisce alla Fraternità una teoria che essa non ha. La coscienza è l’ultimo giudizio sulla bontà delle nostre azioni. E in questo senso nessuno può agire contro la propria coscienza senza peccare. Resta che la coscienza non è un assoluto: essa dipende dal bene e dal vero oggettivi e che tutti gli uomini hanno, quindi, il dovere di formare e di educare correttamente la propria coscienza. Così come la Chiesa è responsabile e deve illuminare e guidare le nostre intelligenze limitate e spesso ottenebrate. Per quel che concerne l’ecumenismo o il dialogo interreligioso, tutto dipende da cosa si intende con questi nomi. Regna una grande confusione nello spirito di questi vocaboli. Molto evidentemente, come tutti gli uomini e per il bene della società noi ci auguriamo di vivere in pace con tutti gli uomini, tutti insieme. Sotto il profilo religioso noi ci auguriamo di rispondere ardentemente al desiderio di Nostro Signore: “Che tutti siano uno”, affinché ci sia “un solo gregge e un solo pastore”. Se per ecumenismo si intende il perseguimento di questo scopo nobilissimo, noi siamo evidentemente d’accordo.
    Se, al contrario, si intende un cammino che non cerchi questa unità fondamentale, unità che passi obbligatoriamente per un riconoscimento della Verità – di cui la Chiesa Cattolica si dice tutt’oggi la sola detentrice nella sua integralità – allora noi protestiamo.
    Di fatto, si vede che attualmente l’ecumenismo resta ad un livello molto superficiale d’intenti e di vita nella società, senza però andare al fondo delle cose.

    Di quale statuto in seno alla Chiesa la Fraternità potrebbe beneficare?

    Si vedrà se le discussioni dottrinali sfoceranno in qualche cosa di positivo. A Dio piacendo.

    da "Messainlatino.it"


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.299
    Post: 546
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 28/02/2009 21:09
    Dal blog di Lella...

    Lefebvriani: Se Williamson non ritratta sarà espulso

    Fellay: le scuse sono tuttavia un passo nella direzione giusta

    Roma, 28 feb. (Apcom)

    Le scuse sono un passo importante nella giusta direzione, ma se il vescovo negazionista Richard Williamson tornerà a negare l'Olocausto, "verrà espulso dalla Fraternità San Pio X": è l'ultimatum lanciato dal superiore generale dei lefebvriani (successore di Marcel Lefebvre), monsignor Bernard Fellay, in un'intervista al settimanale tedesco 'Der Spiegel' in edicola lunedì.
    Fellay ha definito le scuse presentate da Williamson - diffuse alcuni giorni fa dal sito Zenit.org ma ritenute dal Vaticano insufficienti - un "importante passo nella giusta direzione", sebbene siano una "prima richiesta di perdono". Ciononostante si può trovare "una migliore formulazione", ha aggiunto Fellay, uno dei quattro vescovi a cui il Papa ha revocato la scomunica.
    Ma non si può tollerare che Williamson continui a negare la Shoah: "Se tace, se rimane in un qualsiasi angolo, forse è meglio per tutti", ha detto il prelato, invitando il vescovo britannico a sparire "per un buon periodo" dalla vita pubblica.
    Recentemente Williamson è stato 'cacciato' dall'Argentina - dove si trovava a capo di un seminario - per rientrare a Londra, dove si trova da qualche giorno.
    Due giorni fa, sono arrivate le dichiarazioni in cui il vescovo negazionista esprimeva il proprio "rammarico" per il polverone sollevato in Vaticano. E ieri, il portavoce della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha dichiarato le parole di Williamson "insufficienti e generiche" che "non rispecchiano le condizioni chieste dalla Segreteria di Stato".

    © Copyright Apco
    m

    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.303
    Post: 550
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 01/03/2009 18:47
    Dal blog di Lella...

    Resa pubblica la lettera dei vescovi lefebvriani di ringraziamento al Papa

    FRATERNITA’ SACERDOTALE SAN PIO X

    A Sua Santità Papa Benedetto XVI

    Santissimo Padre,

    E’ con profonda gratitudine che desideriamo esprimere alla Santità Vostra la nostra profonda riconoscenza per l’atto della Sua paterna benevolenza e del Suo coraggio apostolico per mezzo del quale Ella ha reso inoperante il provvedimento che ci aveva colpito vent’anni fa a seguito della nostra consacrazione episcopale.
    Il Suo decreto del 21 gennaio 2009 riabilita in qualche modo il venerato fondatore della nostra Fraternità sacerdotale, S. Ecc. Monsignor Marcel Lefebvre. Pare a noi che, rendendo giustizia ai sacerdoti ed ai fedeli di tutto il mondo i quali, legati alla Tradizione della Chiesa, non saranno più ingiustamente stigmatizzati per aver voluto mantenere la fede dei propri padri e che questo fatto procuri anche un gran bene alla Chiesa stessa.

    Ed è in ragione di questo combattimento di fede che noi assicuriamo alla Santità Vostra , come Ella stessa Si augura, di «non risparmiare alcun sforzo per approfondire nei necessari colloqui con l’Autorità della Santa Sede, le questioni ancora aperte».
    Desideriamo, in effetti, cominciare appena possibile con i rappresentati di Sua Santità i confronti concernenti eventuali dottrine in opposizione con il Magistero di sempre.

    Attraverso questo cammino ancora necessario proposto dalla Santità Vostra, confidiamo poter essere di aiuto alla Santa Sede nel portare il rimedio appropriato contro la perdita di fede all’interno della Chiesa.

    La Vergine Maria Immacolata ha visibilmente guidato i passi di Vostra Santità a questo nostro incontro, ed Ella non ci priverà della Sua benevola intercessione. E’ con questa certezza che noi chiediamo, come figli, al Pastore Universale di benedire quattro dei Suoi figlioli, i più legati al Successore di Pietro e al Suo dovere di pascere gli agnelli e le pecorelle del Signore.

    Menzingen, il 29 gennaio 2009, nella festa di San Francesco di Sales

    +Bernard Fellay
    +Bernard Tissier de Mallerais
    +Richard Williamson
    +Alfonso de Galarreta

    Fonte: La Porte Latine

    da Messainlatino.it


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.317
    Post: 564
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 03/03/2009 15:29
    Dal blog di Lella...
    Fellay: "confesso che non ho preso abbastanza sul serio la situazione"

    Intervista a Der Spiegel apparsa il 2 marzo 2009

    - Monsignore, settimane orsono lei ha dato al suo collega Richard Williamson un libro in modo che potesse leggere sull’Olocausto. La settimana scorsa egli ha pubblicato un’apologia che evade la domanda del Vaticano di ritrattare la sue negazione dell’Olocausto. Secondo lei, la dichiarazione di Williamson è sufficiente?

    E’ sicuramente una prima richiesta di perdono e, perciò, un passo importante nella giusta direzione. Uno può sempre sperare una miglior formulazione. Almeno la domanda di perdono è onesta e la revoca delle sue parole è genuina.

    - Quella speranza sembra infondata. Dopo il suo arrivo in Londra, Williamson si è circondato di persone che hanno apertamente negato l’Olocausto, come lo storico David Irving. Sa perché?

    [Commento di Messainlatino.it: Fellay non smentisce tale circostanza; tuttavia a noi risulta che le frequentazioni di Williamson con Irving siano tutte anteriori alla famosa intervista rilasciata a novembre, e diffusa a gennaio: erano anche circolate foto di un party a casa Irving, ospite Williamson. Ma nulla lascia supporre che quelle liaisons dangereuses siano riprese ora che il presule è tornato in Inghilterra: anzi Williamson ebbe a lamentarsi con Irving, tramite il suo legale, della diffusione di tali fotografie sul sito dello storico negazionista]

    Ho l’impressione che Williamson sia usato da queste persone. Qui è stata data informazione ai media deliberatamente. Noi stiamo lavorando contro ciò come meglio possiamo. Io sono totalmente contrario a questi legami.

    - Ma la sua influenza su Williamson sembra essere debole.

    Noi siamo in contatto, egli è nel priorato della fraternità a Londra per il tempo a venire. Ma egli è anche un essere umano libero. Certo, ha un superiore, ma è libero nelle sue decisioni. Però deve portare le conseguenze di quello.

    - Tornerà alle sue piene occupazioni?

    Quello è impossibile nelle attuali circostanze. Ci ha danneggiato e colpito la nostra reputazione. Noi ci siamo molto chiaramente distanziati. Non è stato ordinato vescovo per i suoi propri scopi personali ma per il bene comune della Chiesa, per diffondere la verità rivelata.

    - E allora perché non esclude Williamson dalla Fraternità?

    Succederà se nega di nuovo l’Olocausto. E’ probabilmente meglio per tutti se resta quieto e sta in un angolo da qualche parte. Io voglio che sparisca dalla scena pubblica per un bel po’.

    - Il Vaticano potrebbe ripristinare la scomunica perché non ha ritrattato.

    Ne dubito. La negazione dell’Olocausto, per seria che è, non è parte del diritto canonico: sicché una scomunica non è possibile. Non siamo noi che lo diciamo, sono i canoni, gli esperti legali. Il problema è che i suoi commenti sono stati connessi con il suo incarico.

    - Il vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller ha negato al seminario tedesco della Fraternità in Zaitzkofen il permesso di ordinare altri preti. Ottempererete al divieto?

    Ciò non era necessario né appropriato. Tutti questi eventi sono decisamente un tracollo per noi. Ci scaraventano indietro di 10 anni. Ma le ordinazioni continueranno.

    - In Germania i politici temono che le scuole gestite dalla Fraternità non condividano i valori della costituzione tedesca. E’ preoccupato che ci siano delle ispezioni?

    Non mi preoccupo affatto. Siamo gente normale. Rispettiamo le regole e ciò include l’ordine statuale. Perfino se una voce dice qualcosa di sbagliato. E’ espressamente scritto nelle lettere di S. Paolo che noi onoriamo l’autorità e preghiamo per essa.

    - Così Williamson è qualcuno che si è smarrito e le critiche della Fraternità un grosso malinteso?

    Ora siamo i capri espiatori del mondo ed ogni passo falso diventa immediatamente uno scandalo. Ma errori che necessitano d’esser corretti sono fatti ogni momento e dappertutto.

    - Perché lei ha risposto così tardivamente alle rozze tesi di Williamson?

    Confesso che non ho preso la situazione abbastanza sul serio.


    Fonte: Der Spiegel

    Messainlatino.it


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.321
    Post: 568
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 03/03/2009 18:11
    Dal blog di Lella...

    RATISBONA RINUNCIA A ESTRADIZIONE WILLIAMSON

    (AGI) - Berlino,3 mar.

    Il vescovo lefebvriano negazionista Richard Williamson non verra' estradato in Germania. Lo ha confermato al quotidiano 'Bild' il procuratore capo di Ratisbona, Edgar Zach, secondo il quale attualmente "non si pensa ad un'estradizione o ad un mandato di cattura". La procura della citta' danubiana ha aperto un'inchiesta per incitazione all'odio popolare nei confronti di Williamson, in seguito all'intervista alla televisione svedese in cui il vescovo della Fraternita' di Pio X aveva negato l'Olocausto e l'esistenza delle camere a gas ad Auschwitz.
    Nei giorni scorsi il ministro federale della Giustizia, Brigitte Zypries (Spd), aveva ventilato la possibilita' di un mandato di cattura europeo nei confronti di Williamson. Il procuratore Zach ha precisato a 'Bild' che ci vorranno ancora diversi mesi prima di arrivare alla chiusura dell'inchiesta, al termine della quale nei confronti del vescovo lefebvriano potrebbe essere emessa un'ordinanza penale in forma di una semplice ammenda.
    Il legale di Williamson aveva gia' annunciato di voler presentare un ricorso contro un'eventuale richiesta di estradizione del suo assistito, poiche', diversamente dalla Germania, in Gran Bretagna la negazione dell'Olocausto non costituisce un reato.
    La settimana scorsa Wlliamson e' stato espulso dal governo argentino ed ha fatto ritorno nel suo Paese.

    © Copyright Agi


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.336
    Post: 583
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 05/03/2009 17:35
    Dal blog di Lella...

    Vescovi svizzeri: inquietudine per ritiro scomunica a Lefebvriani

    Berna - La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), interpretando il sentimento della comunità cattolica, si dice "profondamente inquieta" per il ritiro della scomunica ai quattro vescovi tradizionalisti della Fraternità di San Pio X - i lefebvriani - voluta dal Vaticano e preparata "con troppa poco cura e grosse lacune".
    La CVS ricorda tuttavia che i vescovi rimangono sospesi e non possono esercitare alcun ministero sacerdotale o episcopale: non sono quindi ancora riabilitati o reintegrati nella comunità ecclesiale. Quella della Santa Sede è soltanto un'apertura alla riconciliazione.
    Riuniti dal 2 al 4 marzo a Coira per la loro 283ma assemblea ordinaria, i vescovi svizzeri hanno anche discusso l'iniziativa contro la costruzione di minareti: a loro parere sarebbe meglio che la stessa venisse ritirata, ma se fosse messa in votazione andrebbe respinta. Questa iniziativa - fanno sapere - "non può risolvere i problemi di coabitazione tra la popolazione svizzera e i musulmani, al contrario essa può solo farli peggiorare rendendo più difficile la ricerca di soluzioni".

    © Copyright SDA-ATS


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.337
    Post: 584
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 05/03/2009 17:37
    Re: Dal blog di Lella...

    Paparatzifan, 05/03/2009 17.35:


    Vescovi svizzeri: inquietudine per ritiro scomunica a Lefebvriani

    Berna - La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), interpretando il sentimento della comunità cattolica, si dice "profondamente inquieta" per il ritiro della scomunica ai quattro vescovi tradizionalisti della Fraternità di San Pio X - i lefebvriani - voluta dal Vaticano e preparata "con troppa poco cura e grosse lacune".
    La CVS ricorda tuttavia che i vescovi rimangono sospesi e non possono esercitare alcun ministero sacerdotale o episcopale: non sono quindi ancora riabilitati o reintegrati nella comunità ecclesiale. Quella della Santa Sede è soltanto un'apertura alla riconciliazione.
    Riuniti dal 2 al 4 marzo a Coira per la loro 283ma assemblea ordinaria, i vescovi svizzeri hanno anche discusso l'iniziativa contro la costruzione di minareti: a loro parere sarebbe meglio che la stessa venisse ritirata, ma se fosse messa in votazione andrebbe respinta. Questa iniziativa - fanno sapere - "non può risolvere i problemi di coabitazione tra la popolazione svizzera e i musulmani, al contrario essa può solo farli peggiorare rendendo più difficile la ricerca di soluzioni".

    © Copyright SDA-ATS






    Occupatevi dello stato delle vostre chiese e lasciate il Santo Padre esercitare il suo ministero in pace! [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629] [SM=g7629]

    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.338
    Post: 585
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 05/03/2009 19:33
    Dal blog di Lella...

    Mons. Barreiro: l'attacco al Papa proviene anche da dentro la Chiesa e nella stessa Curia

    Il ricco quotidiano on line Pontifex.Roma riporta un'interessantissima intervista di Bruno Volpe a mons. Ignacio Barreiro, del quale riportiamo un ampio excerptum, rinviando al link sopraindicato per leggere integralmente l'articolo

    "L’infortunio del Vescovo Williamson è stato strumentalizzato da chi, fuori e dentro la Chiesa, non vuole l’accordo con la Fraternità San Pio X”, lo afferma in questa intervista Monsignor Ignacio Barreiro Carambula, Direttore di Vita Umana Internazionale.
    “Ora le spiego ciò che sta capitando: credo che le imprudenti e non condivisibili dichiarazioni rilasciate da Monsignor Williamson, che per amor di precisione definisco riduzionista e non negativista [negazionista?], siano oggi strumentalizzate e che questa opera avvenga in duplice direzione. L’attacco proviene da chi, in settori progressisti, non vuole e rifiuta l’accordo con la Fraternità San Pio X e questi settori sono sia fuori della Chiesa, che dentro la Chiesa e nella stessa Curia”.
    Crede che alla fine si raggiungerà questo accordo con la Fraternità?:
    “io sono ottimista anche se sui tempi non saprei dire nulla. In ogni caso non vedo il motivo di agitarsi per alcune ... dichiarazioni di Mons. Fellay sul Vaticano II in quanto un cattolico non è fuori della comunione con Roma, tanto meno eretico se nutre delle perplessità sul Concilio Vaticano II. Quel concilio, infatti, fu pastorale e non dogmatico. Non avendo natura dogmatica non è fuori della ortodossia valutarne con spirito critico gli effetti e le applicazioni. Duole riconoscerlo: le dichiarazioni inaccettabili di Williamson, al quale compete di parlare su temi pastorali o teologici, ma non storici, hanno regalato su un piatto di argento ai settori progressisti la possibilità di mettere in pericolo l’accordo con la Fraternità di San Pio X che invece è da auspicare”.
    Si ferma un attimo e aggiunge: “ ma molti dimenticano una cosa, il Papa vuole fermamente l’accordo e la comunione, è molto determinato e certamente non si fa spaventare da manovre di disturbo che al massimo possono raggiungere lo scopo di allontanare l’accordo di pochi mesi, ma non di farlo naufragare come qualcuno si augura”.
    In una intervista Monsignor Bernard Fellay ha sostenuto che dopo il Concilio Vaticano II vi è stato un calo di vocazioni : “Fellay in questo dice la verità.
    Guardi, ma non vi è bisogno di andare dietro le dichiarazioni di Fellay.
    Se legge le statistiche dell’Annuario Pontificio del 2009 si notano crescite molto tenui nelle vocazioni rispetto alla lievitazione del numero dei cattolici. Significa, senza tanti giri di parole, che le cose non vanno per niente bene. Queste cose non le afferma Fellay, ma testi provenienti dalla Santa Sede”.
    E nel campo dei tradizionalisti?: “qui la tendenza è opposta. Rispetto al numero dei cattolici, la lievitazione di sacerdoti tradizionalisti e di seminaristi è in crescita. Il dato statistico insomma dice che la messa antica non è per niente morta, ma viva e vitale”. [..]

    da Messainlatino.it


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.346
    Post: 593
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 06/03/2009 21:35
    Dal blog di Lella...

    LEFEBVRIANI: CON VESCOVI CATTOLICI E' GUERRA APERTA IN GERMANIA

    (ASCA) - Citta' del Vaticano, 6 mar

    E' durissima in Germania la polemica tra i vescovi cattolici e la lefebvriana Fraternita' Sacerdotale San Pio X, ai cui quattro vescovi papa Benedetto XVI ha recentemente revocato la scomunica. Il superiore della Fraternita' in terra tedesca, p. Franz Schmidberger, uno dei piu' stretti collaboratori dell'arcivescovo scismatico mons. Lefebvre, accusano la Conferenza episcopale tedesca di voler ''bloccare il dialogo ancora prima del suo inizio'', di ''non operare in uno spirito di fratellanza'', di lanciare ''accuse infamanti di sentimenti antigiudaici e antisemiti'', di ''rifiutare subdolamente l'autorita' papale''. P. Schmidberger reagisce con la sua nota, pubblicata oggi, al comunicato finale dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale tedesca, che e' stato diffuso ieri.
    Nel loro comunicato, i vescovi della Germania affermano che la Fraternita' lefebvriana ''non e' in comunione con la Chiesa, perche' si e' posta al di fuori della tradizione cattolica e ha rotto la l'unita' con il papa'' e deve accettare integralmente i documenti del Concilio Vaticano II, ''che appartengono alla tradizione cattolica e non possono essere divisi'', compresi quelli sulla ''liberta' religiosa, relazioni con le religioni non cristiane, ecumenismo, rapporto della Chiesa con il mondo moderno e collegialita' dei vescovi in relazione all'autorita' papale''. Inoltre, ricordano che ''anche dopo la revoca della scomunica'', i vescovi e i preti della Fraternita' ''non possono celebrare la messa e gli altri sacramenti'', con riferimento in particolare alle numerose ordinazioni di preti effettuate illecitamente quest'anno dai lefebvriani.
    I vescovi tedeschi ricordano anche il ''deprimente'' rifiuto dell'Olocausto da parte del vescovo lefebvriano Richard Williamson, ''e le corrispondenti correnti anti-semite nella Fraternita' San Pio X''.

    Quest'ultima affermazione, risponde p. Schmidberger, e' una ''accusa infamante'' che i vescovi tedeschi devono ''ritrattare'' al piu' presto. ''I vescovi - scrive - sono tenuti a rispettare l'ottavo comandamento, che recita ''Non pronuncerai falsa testimonianza'''.

    ''Sul caso Williamson - aggiunge - i superiori della Fraternita' hanno reagito immediatamente'', condannando ''immediatamente'' e ''senza ambiguita''' le ''dichiarazioni atroci'' di Williamson. Lo stesso Schmideberger, pero', in una circolare inviata per il Natale 2008 agli amici e agli affiliati della Fraternita', scriveva che ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinita' di Gesu' Cristo''.
    Il superiore dei lefebvriani in Germania accusa poi i vescovi tedeschi di ''rifiutare subdolamente l'autorita' papale'', citando, ad esempio, il fatto che la Conferenza episcopale tedesca avrebbe ignorato il desiderio del Vaticano di riformulare la preghiera per la consacrazione durante la messa, gli ostacoli in Germania all'applicazione del Motu Proprio che liberalizza la messa in latino, le critiche di alcuni teologi tedeschi al documento ''Dominus Jesus' dell'allora card. Ratzinger e alla nuova versione della preghiera ''per la conversione degli ebrei' nella messa tridentina, i dubbi sulla enciclica ''Humanae Vitae'' di Paolo VI e persino il dialogo con le comunita' protestanti.
    ''Apparentemente - scrive Schmidberger - vogliono la completa eliminazione di tutti gli atteggiamenti conservatori nella Chiesa. Questa opposizione al papa e', per il momento (ancora) non completa ma e' da tempo presente in modo subliminale in molte dichiarazioni''.
    Sul Concilio Vaticano II, per i lefebvriani ''i vescovi tedeschi non vogliono discutere i punti controversi dei Concili ma voglio costituire delle aree tabu'''.

    © Copyright Asca

    E' un momento delicato e dobbiamo essere RIGOROSI!
    Questa affermazione:

    "Lo stesso Schmideberger, pero', in una circolare inviata per il Natale 2008 agli amici e agli affiliati della Fraternita', scriveva che ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinita' di Gesu' Cristo''"

    non e' esatta.
    Dal blog "Messainlatino.it"


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.347
    Post: 594
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 06/03/2009 21:40
    Dal blog di Lella...

    La FSSPX e l'antisemitismo

    Una gentilissima lettrice abitante in Germania ci manda questa notizia sulla non sopita controversia tra la Fraternità San Pio X e la comunità ebraica tedesca, traducendo per noi un documento del distretto germanico della Fraternità, particolarmente interessante poiché compendia la posizione sulla religione ebraica e sulla condanna del razzismo antisemita.

    In www.osservatorioantisemitismo.it ho trovato il seguente articolo:

    In una lettera aperta della sezione tedesca della fraternità sacerdotale San Pio X ai vescovi cattolici tedeschi per chiedere il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica delle critiche tradizionaliste al Concilio vaticano II, il leader padre Franz Schmidberger scrive che gli ebrei "sono corresponsabili dell'omicidio di Dio nella misura in cui non hanno preso le distanze dalla colpa dei loro avi attraverso il battesimo e il riconoscimento della natura divina di Cristo". Il vicepresidente dell'associazione ebraica tedesca 'Zentralrat der Juden' ha replicato immediatamente che la la fraternità San Pio X "sparge veleni" e ostacola ogni "percorso di comprensione e riconciliazione tra cattolici ed ebrei". L'ufficio stampa della fraternità San Pio X ha cercato di ricomporre la situazione, dichiarando che Gesù Cristo, "il fondatore della nostra religione, è ebreo, rabbino, nato, cresciuto e morto in Israele, sua madre era ebrea, così come tutti i suoi primi discepoli, tra i quali quello scelto per guidare la Chiesa: Pietro, il primo Papa". "Un cattolico non può essere in nessun modo antisemita, a meno che non volesse distruggere l'origine e l'essenza della sua religione". La fraternità San Pio X si è scissa dalla Chiesa cattolica negli anni Ottanta ed il Vaticano si sta sforzando di farla rientrare.
    Fonte: Internet Virgilio APCOM

    In www.fsspx.de, sito ufficiale in Germania della Fraternità S. Pio X, nella pagina "Posizioni ufficiali", ho trovato la seguente comunicazione di cui riporto la traduzione:

    Nel documento "Le bombe a orologeria del Concilio Vaticano II" Padre Franz Schmidberger, superiore della Fraternità S. Pio X in Germania, risponde alla domanda riguardo al "deicidio" con questi termini:

    1. L'affermazione che gli attuali ebrei portino la colpa dei loro avi si limita a quegli Ebrei che approvano l'uccisione di Gesù Cristo. Sfugge alla mia conoscenza se gli ebrei di oggi così facciano.

    2. Gesù Cristo, Dio divenuto carne, è il Salvatore e l'unica via di salvezza anche per gli Ebrei di oggi: "Io sono la via, la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre." (Gv 14,6). Non esiste per loro una diversa via di salvezza. Per questo motivo san Pietro, il primo Papa, un ebreo, chiama i suoi uditori a convertirsi e a lasciarsi battezzare nel nome di Gesù Cristo (cfr. At 2,38). Qui ritroviamo l’invariabile Magistero della Chiesa lungo i secoli.

    3. Nostro Signore Gesù Cristo secondo la sua natura umana è un ebreo, la sua santissima Madre è un'ebrea, gli Apostoli tutti sono ebrei. Già per questo nessun cristiano può essere antisemita.

    Stoccarda 20 gennaio
    Padre Franz Schmidberger
    Superiore distrettuale

    Dal blog "Messainlatino.it"


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.353
    Post: 600
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 06/03/2009 22:24
    Da "Swissinfo.ch"...
    8 febbraio 2009 - 16.26

    Lefebvriani: un errore del Papa, secondo abate di Einsiedeln

    Berna - Papa Benedetto XVI ha commesso un errore revocando la scomunica dei quattro vescovi Lefebvriani, ha affermato l'abate di Einsiedeln (SZ), Martin Werlen, in un'intervista pubblicata oggi nella "SonntagsZeitung". Il prelato spera adesso che la Chiesa cattolica tragga lezioni da questa vicenda.

    La scomunica è un provvedimento "terapeutico": sottolinea un errore e deve portare ad un cambiamento di rotta, spiega l'abate nell'intervista, dove si chiede se ciò sia stato il caso. Ciò non riguarda solo Richard Williamson, che in un'intervista ad una televisione svedese ha negato l'esistenza delle camere a gas naziste, ma anche gli altri tre vescovi integralisti ordinati nel 1988 da monsignor Lefebvre, ha rilevato l'abate Werlen. Chi revoca una scomunica deve conoscer molto bene le persone interessate, ha affermato il religioso ritendo che in questo caso non sia così.

    Che il Papa non abbia ammesso l'errore è, secondo l'abate, anche una "questione generazionale". Per una persona giovane è forse più facile riconoscere di aver sbagliato, ha affermato aggiungendo che non è una vergogna commettere errori e anche al Pontefice bisogna accordare il diritto di compierne.

    La reazione dell'abate di Einsiedeln si aggiunge a quella del vescovo di basilea Kurt Koch che venerdì ha pubblicato una lettera aperta sul tema. Ci si può chiedere se Roma non sia andata troppo incontro alla Fraternità San Pio X mettendo così la Chiesa in una situazione difficie, scrive il responsabile della diocesi di Basilea nella sua missiva di sette pagine, precisando tuttavia di esprimersi a titolo personale. "Il prezzo da pagare per l'unità non è troppo alto?", prosegue monsignor Koch, aggiungendo di capire tutti coloro che lo pensano.

    Il vescovo conservatore di Coira Vitus Huonder si mostra invece più riservato. In un'intervista accordata al "SonntagsBlick", ritiene che l'errore non stia nella decisione stessa, ma piuttosto nella sua comunicazione.

    SDA-ATS


    Possibile che un abate si permetta di dare lezioni al Papa?
    [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473] [SM=g1782473]
    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.354
    Post: 601
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 06/03/2009 22:35
    Da "Messainlatino.it"...

    «Solo un primo passo verso la riconciliazione»


    Riportiamo integralmente la dichiarazione di monsignor Kurt Koch a nome della Conferenza episcopale elvetica riguardo la revoca della scomunica, pronunciata da papa Benedetto XVI il 21 gennaio,ai quattro vescovi lefebvriani.


    COMUNICATO STAMPA

    Con un decreto firmato dal prefetto per la Congregazione per i vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re, il Papa Benedetto VI ha revocato il 21 Gennaio la pena della scomunica contro i quattro vescovi della Fraternità sacerdotale S.Pio X. Questo decreto è l’espressione della volontà del Papa di riassorbire lo scisma con una comunità che conta nel mondo alcune centinaia di migliaia di fedeli e 492 preti. Si è tuttavia prestata poca attenzione al fatto che questi quattro vescovi rimangono “sospesi a divinis”. Non è loro permesso, pertanto, di esercitare il loro ministero episcopale. Diverse reazioni hanno manifestato una rande preoccupazione di fronte a questa decisione del Papa che tende la mano per la riconciliazione. Qui bisogna evitare quivoci: secondo il diritto della Chiesa, la revoca della scomunica non è la riconciliazione o la riabilitazione, ma l’apertura ella strada verso la riconciliazione. Questo atto non è, dunque, la fine, ma il punto di partenza per un dialogo necessario sulle questioni controverse. Di fronte a queste profonde divergenze, questo cammino potrà essere lungo.

    L’intervista concessa da uno di questi vescovi alla televisione svedese poco prima della pubblicazione della revoca della comunica ha aggravato le preoccupazioni. Monsignor Richard Williamson vi affermava che non c’è evidenza storica ell’esistenza delle camere a gas e che solo due-trecentomila ebrei sono stati uccisi dai nazisti e non sei milioni. La Chiesa cattolica non può in alcun modo accettare questa negazione dell’Olocausto. Il portavoce vaticano ha preso posizione al momento della pubblicazione del decreto su queste affermazioni assurde e le ha definite “totalmente inaccettabili”. Noi, vescovi svizzeri, facciamo nostra questa condanna e preghiamo i membri delle comunità ebraiche svizzere di scusare le irritazioni di questi ultimi giorni. Coloro che conoscono Benedetto XVI e il suo atteggiamento positivo nei confronti dell’ebraismo sanno che non può tollerare gli sbandamenti indifendibili di monsignor Williamson.

    I vescovi svizzeri hanno inoltre appreso che monsignor Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità San Pio X, ha preso le distanze dalle dichiarazioni di monsignor Williamson. Nel passato, tuttavia, i quattro vescovi hanno più volte dichiarato che, insieme alla Fraternità, non accettavano la dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra aetate sulle relazioni con l’ebraismo e le religioni non cristiane. Noi, vescovi svizzeri, attendiamo che nel corso delle discussioni condizionali al ristabilimento della comunione e alla revoca della sospensione, i quattro vescovi della Fraternità dichiarino in modo credibile che accettano il Concilio vaticano II e, in particolare, la dichiarazione Nostra aetate e che adottino un atteggiamento positivo verso l’ebraismo.


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.358
    Post: 605
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 07/03/2009 21:57
    Dal blog di Lella...

    La “non accettazione del Concilio” della Fraternità S. Pio X: una cortina di fumo

    L'abbé Claude Barthe è una figura molto in vista nell'ambito ecclesiale francese, e ben al di là del campo tradizionale. Egli infatti, fondatore nel 1987 della tuttora esistente rivista Catholica, officia in rito antico a Parigi con celebret dell'Ecclesia Dei e cura corsi ai seminari dell'Istituto del Buon Pastore e dell'Istituto di Cristo Re. Ma la sua fama è legata principalmente ai suoi scritti, nei quali analizza, con una cura esemplare di documentazione e di informazione, unita ad un discorso diretto e franco, la situazione attuale della Chiesa: le sue osservazioni si caratterizzano quindi per lucidità e precisione insieme. L'abbé Barthe ha fatto a Messainlatino.it l'onore di inviare, già tradotto in italiano, un suo studio sulla riconciliazione della Fraternità San Pio X. Lo pubblichiamo con enorme piacere, sapendo di offrire ai nostri lettori un ricco banchetto di spunti di approfondimento e riflessione.

    Note dell'abbé Barthe

    Dopo la strumentalizzazione del deplorabile “affaire” Williamson, coloro che si oppongono ad una riconciliazione della comunità di Mons. Lefebvre strumentalizzano alcune dichiarazioni maldestre per scomunicarla di nuovo in aeternum. Ora il loro argomento è una montatura erronea.

    1 La questione fondamentale: rifiutare o accettare quale Vaticano II?

    Che lo si voglia o no, “l’accettazione del Concilio” è diventato un tema ideologico per far passare da quaranta anni gli abusi più gravi.
    Il discorso del Papa alla Curia del 22 dicembre 2005 ha opportunamente richiamato che esistevano fin dall’origine due ermeneutiche concorrenti del Vaticano II, una di “rottura”, l’altra di “continuità”.
    In breve, la prima era di Rahner e di Congar, la seconda della Nota Praevia aggiunta da Paolo VI alla Lumen Gentium.
    Gli atti del presente pontificato (Summorum Pontificum, decreto del 21 gennaio 2009) tengono inoltre conto di una terza ermeneutica, quella della minorità conciliare, continuata dall’opposizione lefebvrista, e oggi trasformata e rivitalizzata intorno al Papa da una “nuova scuola romana”.
    Nel senso che, per non prendere che un solo esempio, quello del n° 3 della “Unitatis Redintegratio” che sembra dire che le comunità cristiane separate possono essere in se stesse mezzi di salvezza, sarebbe ingiusto (e paradossale) di trasformare in crimine contro l’unità della Chiesa:

    a) sia il fatto di stimare in coscienza che, prout sonant, le espressioni dell’Unitatis Redintegratio n° 3 non possono essere accettate come magistero della Chiesa;

    b) sia il fatto di rileggerle dicendo che sono gli elementi cattolici contenuti nelle comunità separate che possono essere strumenti di unione in voto alla Chiesa di Pietro.

    In maniera generale, è possibile pretendere di congelare per sempre la tradizione viva della Chiesa nelle espressioni di 40 anni fa manifestamente da correggere? Si dovrebbe avere paura a priori di fare una teologia (e domani un insegnamento magisteriale) con nuove premesse, tenendo conto non solamente degli apporti del Vaticano II, ma anche delle risposte alle “questioni aperte” da questo Concilio?

    2 Dei colloqui teologici con la Fraternità S. Pio X sono già stati fatti su questo punto.

    D’altronde, quando il decreto del 21 gennaio apre la via a dei “colloqui” circa le “questioni aperte”, non innova affatto. A più riprese si sono svolte delle discussioni concernenti le difficoltà sollevate, fra altri, dalla Fraternità S. Pio X, sotto l’egida del “Groupe de Rencontre entre Catholiques”, GREC. In una seduta pubblica, il 20 febbraio 2008, sul tema: “rivedere e/o interpretare alcuni passaggi del Vaticano II?”, si è evidenziata una convergenza che è quella del buon senso: il rappresentante della Fraternità S. Pio X postulava la pertinenza di una critica sana e positiva dei punti nuovi del Vaticano II, per dare gli elementi ad una futura elaborazione di testi più chiari; il teologo romano invece stimava che una ricezione del Vaticano II che si fondasse fortemente sul magistero anteriore aveva il suo posto nella Chiesa.

    Sarebbe quindi irrealista fare del risultato di tali colloqui (è evidente che risiede dapprima nella maniera di abbordare i problemi, e questo non solamente per la Fraternità S. Pio X) un preliminare ad una reintegrazione canonica.
    Il buon senso - che si accomuna al sentire cum Ecclesia – vuole al contrario che sia la reintegrazione canonica che permetta la tenuta di tali colloqui e di altri ancora, i quali aiuteranno alla riflessione teologica nella misura che permetteranno utilmente ad intra l’espressione di un pensiero risolutamente tradizionale.

    3 Perchè domandare alla Fraternità S.Pio X ciò che ha già accettato?

    Del resto, tutto ciò è virtualmente acquisito. In effetti, il 5 maggio 1988, in testa di un “protocollo d’accordo”, Mons. Lefebvre aveva firmato una ”dichiarazione dottrinale” che non rimise mai in causa. Con questa, egli dichiarava di accettare la dottrina del n° 25 della Lumen Gentium sull’adesione proporzionata al magistero secondo i suoi diversi gradi (non gli si chiedeva affatto di dire, ciò che d’altronde non è mai stato precisato dalla S. Sede, che tale o tale passo del Concilio Vaticano II rilevava dell’infallibilità solenne o ordinaria). Riconosceva inoltre la validità della liturgia nella sua nuova forma, qualora fosse celebrata secondo i testi approvati dalla S. Sede. Infine si impegnava (III° dei 5 punti della Dichiarazione) “a proposito di certi punti insegnati dal Concilio Vaticano II o concernenti le riforme posteriori sulla liturgia e il diritto canonico, e che [gli] sembravano difficilmente conciliabili con la Tradizione, ad avere un’attitudine positiva di studio e di communicazione con la Sede Apostolica, evitando ogni polemica”.

    L’impegno portava sull’”assenza di polemica” e assolutamente non su un assurdo “livello zero di critica”, che del resto si domanderebbe solo ai tradizionalisti.

    Leggendo bene la recente intervista accordata da Mons. Fellay, il 25 febbraio 2009, a Rachad Armanios, lecourrier.ch, non è tanto il riconoscimento del Concilio che Mons. Fellay rifiuta: è piuttosto che questo inafferabile “riconoscimento” gli sia richiesto dalla S. Sede. Peraltro, tutti possono verificare che, da 20 anni, l’atto d’adesione richiesta ai membri della Fraternità S. Pio X che vogliono individualmente o collettivamente (per es. il gruppo di Campos) ricevere una regolarizzazione canonica, riproduce la dichiarazione di Mons. Lefebvre del 1988.

    In altri termini, la S. Sede non ha mai richiesto altro concernente il Concilio Vaticano II se non questa dichiarazione di buon senso all’insieme delle comunità più tradizionali della Chiesa.

    ***

    Il problema che esisteva con la Fraternità S. Pio X, fino alla generosa decisione del Papa, era l’effetto della decisione del suo fondatore, presa per ragioni che aveva qualificato “stato di necessità”, di anticipare le consacrazioni episcopali per il suo Istituto e di farle senza il mandato pontificio. Ma è in maniera fallace che, da parte degli oppositori esterni, facendosi “alleati oggettivi” sia di certi elementi che di certe cattive e maldestre abitudini interne di questa comunità, è stato di nuovo avanzato l’ostacolo di un “preambolo” dottrinale. E’ in realtà un muro costruito di tutto punto per impedire, nell’immediato, l’unità di tutti i veri cattolici, e nel futuro un fecondo slancio della teologia nei rapporti della Chiesa e il mondo.

    Perchè volere che la tradizione viva della Chiesa si sia fermata, non al Vaticano II stesso, ciò che sarebbe di per sé assurdo, ma ad un certo Vaticano II?

    da Messainlatino.it


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.359
    Post: 606
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 07/03/2009 22:19
    Dal blog di Lella...

    I Lefebvriani contro il cardinal Martini: è un teologo ''sovversivo''

    Attacco in piena regola dei lefebvriani al piu' noto e piu' autorevole dei cardinali progressisti della Chiesa cattolica. La Fraternita' di San Pio X si scaglia infatti oggi contro il cardinale Carlo Maria Martini, teologo "sovversivo" come Hans Kung. Inoltre, mentre le idee di quest'ultimo sono marginali, le proposte dell'ex arcivescovo di Milano hanno un buon seguito all'interno della Chiesa; Martini "e' un Kung che ha avuto successo nel seno della gerarchia ecclesiastica".

    Si esprimono in questi inequivocabili termini i lefebvriani nell'apertura di pagina del loro sito Internet. La firma dell'editoriale e' dell'Abbe' Alain Lorans. Spunto per l'attacco all'anziano card. Martini e' il suo ultimo libro "Conversazioni notturne a Gerusalemme" nel quale, afferma la Fraternita' di San Pio X, "egli preconizza in effetti l'ordinazione di uomini sposati, l'accesso delle donne agli ordini che precedono il sacerdozio (in attesa di meglio!) l'accesso dei divorziati risposati all'eucaristia, l'appello ai diritti della coscienza individuale contro la disciplina dell'enciclica Humanae vitae".

    Il cardinale Martini, scrivono i lefebvriani, "e' un Kung che ha avuto successo nel seno della gerarchia ecclesiastica. In realta' essi sono due ottuagenari contrari alla Chiesa che ha le promesse dell'eternita'!" Parole durissime che dimostrano come il gruppo degli ultratradizionalisti non solo non abbia alcuna intenzione di tacere, ma al contrario - dopo la crisi relativa a mons. Williamson - sta passando al contrattacco prendendo come obiettivo quell'aerea della Chiesa e delle personalita' di spicco della gerarchia e della teologia che sono maggiormente note per le loro posizioni di apertura rispetto ai temi classici della stagione post-conciliare, dalla possibilita' di ordinare uomini sposati, al sacerdozio femminile, alla liberta' di coscienza.
    Dunque la corrente ex scismatica scende in campo, in segutio alla revoca della scomunica ai suoi quattro vescovi da parte della Santa Sde, per combattere contro quelli che considera i suoi nemici di sempre.
    Del teologo Hans Kung, si ricorda nell'editoriale la recente intervista a Le Monde del 24 febbraio nella quale "egli propone le sue soluzioni al Papa per evitare che la Chiesa diventi una setta".
    Quindi, ricorda l'abbe' Lorans, Kung propone di ammettere i divorziati risposati alla comunione, a certe condizioni, l'autorizzazione ad usare in certi casi i contraccettivi e soprattutto si sottolinea che per Kung sarebbe necessario abolire il celibato per i preti. Da qui il confronto con le idee del cardinale Martini: "Ci si puo' rassicurare, ad ogni buon conto - scrivono i lefebvriani -considerando che questa teologia sovversiva e' marginale nella Chiesa. Quella del cardinale Martini, ex arcivescovo di Milano, lo e' molto meno".

    © Copyright Rainews2


    [SM=g8468] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841]



    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.360
    Post: 607
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 07/03/2009 22:40
    Dal blog di Lella...

    Conf. episcopale tedesca: la FSSPX è fuori della Tradizione cattolica!

    Dichiarazione dei vescovi tedeschi sull’attuale cammino della Chiesa Cattolica

    Amburgo 5 marzo 2009.

    La revoca delle scomuniche de quattro vescovi della FSSPX dopo venti anni ha dato origine a molta discussione in Germania e nel mondo, sia dentro sia fuori la Chiesa ed è stata discussa durante l’Assemblea Generale della Primavera [veramente siamo in inverno ma, si sa, non esistono più le mezze stagioni] 2009. Siamo giunti a una visione consolidata, cui diamo particolare importanza.

    1. La FSSPX si è separata dalla Chiesa cattolica. I vescovi e preti che le appartengono, anche dopo la revoca delle scomuniche dei vescovi, non possono celebrare la S. Messa o altri sacramenti. In particolare, le ordinazioni di preti della Fraternità annunziate per quest’anno violano l’ordine e la legge della Chiesa. Chiederemo alla Sede Apostolica una pronta spiegazione di quali conseguenze legali vi saranno per un vescovo che voglia procedervi [diamo un suggerimento: le stesse che vengono irrogate ai vescovi greco-ortodossi che, contro "la legge e l’ordine" della Chiesa cattolica (che terminologia da sceriffi), osano ordinare i loro presbiteri]. La leadership della Curia deve fare rapidi miglioramenti nella coordinazione interna e nella comunicazione con le conferenze episcopali. Questo in particolare per le situazioni di conflitto.

    2. La FSPPX non è perciò in comunione con la Chiesa cattolica, poiché è fuori della tradizione cattolica [fantastico!!] e ha rotto l’unità col Papa. E’ compito della FSPPX superare lo scisma e attraverso un processo di reintegrazione accettare l’unità col Papa e la dottrina della Chiesa. Il S. Padre Papa Benedetto XVI togliendo le scomuniche dei vescovi ha porto la sua mano come gesto di buona volontà. E’ responsabilità della Sede Apostolica determinare se la FSSPX è pronta a affermare e adottare chiaramente le convinzioni religiose dell’intera Chiesa e specialmente gl’insegnamenti dei papi e dei Concilii. I documenti del Concilio Vat. II appartengono alla tradizione cattolica e non possono essere annullati, tanto meno i testi sulla libertà religiosa e le relazioni con le religioni non cristiane, sull’ecumenismo e sulla Chiesa nel mondo moderno e le dichiarazioni sulla collegialità dei vescovi nelle loro relazioni con l’autorità papale [argomento assai sensibile, per una conferenza episcopale].

    3. Ci spiace che in questo contesto siano sorte incertezze sul cammino della Chiesa. Lo abbiamo percepito in conversazioni e comunicazioni. Molti vescovi hanno già dato chiarimenti da subito. Le condizioni teologiche e pastorali specie del Concilio Vat. II sono l’ovvio fondamento dei nostri sforzi di rinnovare spiritualmente la Chiesa in Germania e dare nuova forza in parole e fatti alle risposte di fede sui temi religiosi del nostro tempo. Speriamo che nelle scorse settimane un nuovo interesse nelle dinamiche e orientamenti del Concilio Vat. II sia stato risvegliato. E’ un’opportunità che vogliamo utilizzare.

    4. E’ particolarmente deprimente la negazione dell’Olocausto di un vescovo della FSPPX e le corrispondenti correnti antisemitiche nella Fraternità. Manca ancora una seria presa di distanza della parte in questione da tale inaccettabile attitudine, come la Sede Apostolica ha chiesto loro dal primo momento. Papa Benedetto XVI ga in più occasioni chiaramente affermato che la Chiesa cattolica rigetta attitudini antisemitiche e antiebraiche. Ci fa piacere che il S. Padre nelle scorse settimane sia stato in grado di continuare il dialogo con alti rappresentanti ebrei. In Germania, hanno avuto luogo parecchi incontri importanti con rappresentanti ebrei in cui v’è stata un’opportunità di parlare apertamente di preoccupazioni e paure e approfondire l’impegno reciproco. Ne siamo molto grati e portiamo avanti questi sforzi.

    5. Sfortunatamente, sono anche stati fatti commenti sugli eventi in corso nelle recenti settimane che presentavano la situazione in modo polemico. Anche dentro la Chiesa, si sono state voci e attività prive di carità, estremamente unilaterali e perfino degradanti e hanno danneggiato l’unità. Deploriamo questo stile di trattare vicendevolmente. Soprattutto rigettiamo ogni tentativo di mettere in dubbio la reputazione e l’integrità del papa, negare la costituzione della Chiesa cattolica e lavorare per la divisione. Se la FSSPX sia in piena comunione con la Chiesa cattolica è non ancora chiarito. Molto sembra parlare contro questo ora. Ma non è questa la domanda su cui stiamo trattando in primo luogo, ma sulla preoccupazione di rafforzare e rinnovare la vita ecclesiale e testimoniare al suo servizio sostanziale e multiforme. In questo sforzo, lavoriamo con preti e diaconi, il personale in servizio alla Chiesa e con tutti i credenti, che in molti modi danno la sua forza e capacità di agire. La Chiesa vive di questa associazione di vocazione e impegno corrispondente alla missione data dal Signore risorto. Confidando in Lui con una sola voce, chiediamo la Sua benedizione.

    Fonte: Cathcon

    Da Messainlatino.it


    Non so se piangere o ridere
    ! [SM=g7564]

    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.366
    Post: 613
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 08/03/2009 18:27
    Dal blog di Lella...

    Ecco i preti di Linz che non volevano mons. Wagner

    Josef Friedl, sacerdote e "decano" (da noi diremmo vicario foraneo o qualcosa del genere) della ormai ben nota diocesi di Linz, è uno dei membri del collegio di decani diocesani che per primi insorsero contro la nomina a vescovo ausiliare di Gerhard Wagner, raccogliendo un voto quasi unanime di rigetto e sfiducia contro quest'ultimo. Alla fine, la protesta come noto è riuscita a costringere don Wagner a rinunziare all'incarico.

    Apprendiamo ora qualcosa che probabilmente spiega tanto accanimento contro un sacerdote ortodosso e di chiari principi morali: il decano Friedl ha pubblicamente ammesso in un incontro, organizzato dal Partito dei Verdi, di avere una "compagna" con la quale convive normalmente, dichiarando di rifiutare il celibato obbligatorio.

    Ha aggiunto che tale comportamento è pienamente conforme alla sua coscienza e che nessuno nella sua parrocchia di Ungenach se ne fa un problema.

    Secondo un rapporto di Der Welt, parecchi altri decani della diocesi di Linz hanno ignorato de facto l'obbligo di celibato. Si comprende agevolmente che avere un vescovo come Wagner potesse essere una prospettiva poco tranquillizzante per chi vuole mantenere questo andazzo.

    Fonte: Cathcon

    da Messainlatino.it


    Mi vengono i brividi...
    [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564] [SM=g7564]

    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.389
    Post: 636
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 10/03/2009 19:31
    Da "Messainlatino.it"...

    Venerdì scorso il Distretto tedesco della Fraternità San Pio X ha reagito alla presa di posizione dei vescovi di quella nazione.

    Eccone il testo da noi tradotto:

    1. La Fraternità San Pio X non rinnega il Concilio nella sua totalità.
    L'arcivescovo Lefebvre ha egli stesso partecipato al Concilio. Fece parte delle commissioni preparatorie ed ha approvato la maggior parte dei documenti.

    2. La conferenza episcopale germanica mette come condizione il riconoscimento totale del concilio, compresi i punti ambigui e conflittuali.
    Questo non può aver altro scopo che di metter fine al dialogo ancor prima che inizi.
    Noi percepiamo chiaramente che i vescovi tedeschi non vogliono siano messi in discussione i punti controversi del concilio e a questo proposito pongono dei chiari tabù.

    3. Il comportamento dei vescovi tedeschi non è improntato a uno spirito di fraternità.
    Invece di cercare il dialogo e far proseguire le discussioni in maniera pacifica e costruttiva, agiscono in opposizione al segnale proveniente da Roma – che è iniziato con la rimozione del decreto di scomunica – e rigettano ogni richiesta di discussione da parte della Fraternità.

    4. I vescovi sono legati all’ottavo comandamento che recita "Non dire falsa testimonianza".
    Ecco perché invitiamo la conferenza episcopale a rivedere le accuse calunniose di antisemitismo o di antigiudaismo nei confronti della Fraternità San Pio X.
    I superiori della Fraternità hanno immediatamente reagito nella questione Williamson. Lo stesso distretto tedesco ha preso le distanze chiaramente e categoricamente dopo aver preso conoscenza delle posizioni inqualificabili banalizzanti i crimini nazisti e si sono scusati con le persone coinvolte da queste dichiarazioni.
    Vogliamo ancora sottolineare come il padre dell’arcivescovo Lefebvre perse la vita nel campo di concentramento di Sonnenburg.

    5. I vescovi sembrano esigere dalla Fraternità San Pio X il riconoscimento dell’autorità papale quando la Fraternità non ha mai messo in dubbio questa stessa autorità.
    Questo sta a dimostrare come i vescovi non abbiano avuto alcuna sostanziale discussione sulle posizioni della Fraternità San Pio X e neppure intendano averne.

    6. Al contrario la Fraternità constata un rifiuto insidioso dell'autorità papale in seno all'episcopato tedesco.
    La maniera di agire riguardo il decreto pontificio in questi ultimi tempi sembra suggerire quanto segue :

    a. Il desiderio del Papa di stabilire una buona traduzione delle parole falsamente tradotte della consacrazione [pro multis=per molti, anziché per tutti] è stato fino ad ora ignorato dai vescovi tedeschi.

    b. Il Motu proprio per la liberalizzazione della messa antica è stato applicato in maniera talmente restrittiva da alcuni vescovi che si è rivelato praticamente inefficace.

    c. Le stesse preghiere del Venerdì Santo del Papa sono state falsamente definite come antisemite da un certo numero di teologi in Germania.

    d. L'attitudine chiara del Papa riguardo al concetto di Chiesa inutilizzabile dalle comunità protestanti urta con l'incomprensione della grande maggioranza in Germania.

    e. Malgrado le molteplici ingiunzioni, i vescovi tedeschi non hanno mai ritirato la Proclamazione di Königstein (1968) la quale rende praticamente inoperante l'enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI.

    f. Infine la stessa interpretazione della "Dominus Jesus" è stata severamente criticata dai teologi tedeschi in quanto parla della Chiesa come sola via di salvezza.

    7. A questo proposito notiamo come alcuni vescovi vogliano rigettare il cammino di serenità e di riconciliazione intrapreso dal Papa.
    Si vuole di fatto rigettare ogni attitudine conservatrice in seno alla Chiesa. Questa opposizione al Papa non è (ancora) venuta a galla, ma esiste soggiacente da molto tempo e la si legge in molte dichiarazioni.

    8. Ed in questa situazione vogliamo ancora una volta ringraziare il Santo Padre per la Sua paterna benevolenza.
    Da parte nostra faremo tutto il possibile per formulare in maniera chiara, disinteressata e caritatevole le posizioni della Fraternità San Pio X – che non sono chiaramente le nostre, bensì quelle del magistero ecclesiale – e così rendere possibile un confronto fruttifero fra i cattolici di buona volontà. Ci compiacciamo che ci sia ora la base per un discorso teologico.

    9. Nel nostro desiderio di esprimere, nel servizio di amore della Roma eterna e versa, la FSSPX desidera in particolare rigettare l'insostenibile accusa di ordinazioni illecite. Quelle previste ordinazioni non furono mai proibite, come è stato confermato in conversazioni personali in Roma. Qui i Vescovi si espongono a un'ovvia obiezione: essi enfatizzano che non c'è ancora unità con la FSSPX, mentre allo stesso tempo vogliono piazzare un bando alle ordinazioni. Uno può solo riferirsi a ciò che l'Arcivescovo Zollitsch [il progressista presidente della Conferenza episcopale tedesca] nella sua stessa dichiarazione ha detto: è compito della Santa Sede - e non della Conferenza dei Vescovi - creare e identificare le condizioni per la piena unità.

    da Messainlatino.it


    [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841] [SM=g7841]



    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
  • OFFLINE
    Paparatzifan
    Post: 11.391
    Post: 638
    Registrato il: 17/06/2005
    Registrato il: 18/01/2009
    Administratore Unico
    Utente Senior
    00 10/03/2009 19:44
    Dal blog di Lella...

    I lefebvriani scomunicano Martini: «Sovversivo»

    Martino Cervo

    Ai lefebvriani il libro del cardinal Martini non è piaciuto. La cosa in sé non sbalordisce. I toni e il momento, però, non fanno passare sotto silenzio neanche un sospiro dei seguaci del monsignore la cui scomunica è stata di recente revocata da Benedetto XVI. E al faro puntato sulla Fraternità San Pio X dopo le follie negazioniste di Williamson non poteva sfuggire l’editoriale firmato dall’Abbé Alain Lorans, in pratica il portavoce dei lefebvriani in Francia.
    Il quale, come di consueto, firma il fondo della rivista che è un po’ l’house-organ transalpino della comunità. Il testo è reperibile al sito www.dici.org/accueil.php. Sono solo poche righe. Lorans attacca l’intervista rilasciata il 24 febbraio scorso su Le Monde da Hans Küng, noto capofila mondiale della corrente teologica “progressista”, come tale agli antipodi rispetto ai seguaci di Pio X di un ipotetico arco parlamentare della Chiesa .
    Nell’intervista, Küng invitava il Papa ad “aggiornare” il cristianesimo su temi quali l’uso dei contraccettivi, l’accesso dei divorziati all’eucarestia e quello delle donne al sacerdozio: soluzioni, spiegava il teologo che offrì la cattedra di dogmatica a Joseph Ratzinger dopo averlo conosciuto al Concilio Vaticano II, necessarie a impedire che la Chiesa diventi «una setta». Il parere del portavoce dei lefebvriani su simili fughe “liberali” è quantomeno scontato: «Ci si può consolare», chiosa Lorans, «considerando che questa teologia sovversiva è marginale dentro la Chiesa». Poi la mazzata: «Quella del cardinal Martini, ex arcivescovo di Milano, lo è molto meno.
    Infatti nel suo “Conversazioni notturne a Gerusalemme” (Mondadori 2008, ndr) dice le stesse cose che dice Küng. Preconizza, di fatto, l’ordinazione di uomini sposati, l’accesso delle donne al sacerdozio (in attesa di meglio!), quello dei divorziati risposati all’eucarestia».
    Il veleno è in fondo: «Un esperto al Concilio Vaticano II disse: “Teilhard de Chardin è un Lamennais che ha avuto successo”, riferendosi al tentativo di fare evolvere la Chiesa senza scismi. Da questo punto di vista, il cardinal Martini è un Küng che ha avuto successo nella gerarchia ecclesiastica. In realtà, sono due ottuagenari schierati contro la Chiesa». Il tutto sotto il titolo - di maliziosa eco biblica - “Susanna e i due vecchioni”.
    Ora che della Chiesa fanno parte, i lefebvriani da un lato sono passibili di gravi rampogne - vedi Williamson: il Vaticano attende ulteriori scuse - dall’altro pare abbiano intenzione di condurre le battaglie che stanno loro a cuore, a cominciare da quella sul significato e gli esiti del Concilio.
    Siamo sempre lì: da una parte lo svizzero Küng, geniale nell’interpretare il ruolo medicaticamente richiestissimo di papa del dissenso da quando il Sant’Uffizio gli ha revocato la missio canonica, ossia l’insegnamento della dottrina cattolica (giusto ieri spiegava alla Süddeutsche Zeitung che la santificazione di Pio XII sarebbe una «farsa», visto che Pacelli santificò «il papa più anti-moderno e padre spirituale dell’attuale fraternità»). Dall’altra, i lefebvriani, armati ad alzo zero contro i «sovversivi». E per quanto il termine sia fortino, soprattutto il capitolo VI del libro di Martini (“Per una Chiesa aperta”) contiene affermazioni in base alle quali l’accostamento con Küng non pare del tutto peregrino: «Vi è un’indubbia tendenza a prendere le distanze dal Concilio (...) La Chiesa si è dunque indebolita». E sulle donne: «Una certa dose di femminismo è necessaria (...) La nostra Chiesa è un po’ timida (...) Per quanto riguarda il sacerdozio, dobbiamo tenere conto del dialogo ecumenico con gli ortodossi e delle mentalità in Oriente e in altri continenti».

    Tanto che ieri molti sussurravano che l’Abbé Lorans è per molti cattolici quello che Bossi è per Berlusconi: dice ciò che gli altri pensano, ma è opportuno tengano per sé.

    © Copyright Libero, 8 marzo 2009


    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
9