00 21/10/2009 23:35
Da "Fides et forma"...

MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE 2009

SUL SONDAGGIO DI MESSAINLATINO

di Francesco Colafemmina

Quando il 7 Luglio del 2007 fu pubblicato il Motu Proprio Summorum Pontificum, furono in molti a stracciarsi le vesti, novelli Caifa cattolici. A dire il vero strapparono quei cenci che tuttora indossano, abitini senza infamia e senza lode, segni di una diffusa sciatteria esteriore divenuta ormai sinonimo di presunta ricchezza interiore.

In quei giorni si levava un po' stridula e lagnosa la voce di fratel Enzo Bianchi, priore stereofonico di Bose che si atteggia a prete ma prete non è. Stereofonico anzitutto perchè Bose è nota casa produttrice di casse acustiche, e in secondo luogo perchè la sua voce riecheggia praticamente in tutti i mezzi di comunicazione cattolica e non.
Ebbene il fratel Enzo, l'onnipresente e onnipredicante priore stereofonico (e cacofonico), dalle colonne di Repubblica si stracciava le vesti immacolate del suo monastero ecumenico accusando il Papa di aver introdotto con la liberalizzazione del Rito Antico, un periodo di grande conflitto in seno alla Chiesa.
Ecco come iniziava il suo saccente lamento: "Molto atteso dai pochissimi cattolici "tradizionalisti" e molto temuto dai vescovi e dalle chiese locali, è stato promulgato, dopo molte dilazioni indicatrici di incertezze, il "motu proprio" Summorum Pontificum che "liberalizza" il rito della messa vigente prima della riforma liturgica."

Sin dall'incipit il priore indicava che i cattolici in attesa della "messa in latino" erano pochissimi e per giunta tradizionalisti. Per proseguire accennando ad una ipotetica indecisione del Papa nella sua scelta di liberalizzare il rito antico.
In queste poche righe di fra' Enzo c'è la summa ideologica dei detrattori della tradizione liturgica della Messa di San Gregorio Magno:

a. E' una messa che interessa a pochissimi cattolici;
b. Interessa per giunta solo ai tradizionalisti identitari (dunque dei deprecabili pasdaran)
c. E' frutto di una "politica" ecclesiale erronea promossa dall'attuale Pontefice.
d. Instaura un conflitto fra i pochissimi cattolici e i loro Vescovi e rispettive Conferenze Episcopali.

Il sondaggio realizzato dagli amici di Messainlatino.it ha definitivamente smentito il principio, il primum movens di questa summa ideologica. I cattolici ai quali interessa il Rito nella sua forma straordinaria non sono nè pochi nè tantomeno pochissimi: sono al contrario numerosi!
Da ciò ne discende l'automatica inconsistenza del secondo punto: se il Rito Antico interessa a numerosi cattolici italiani è logica conseguenza che essi non possano essere esclusivamente dei "tradizionalisti". Quanto al punto c. è una inferenza erronea ed una grave mancanza di rispetto nei confronti del Santo Padre. Il punto d. è invece vero ma andrebbe letta in un altro modo: non sono i cattolici ad essere in contrasto con i propri Vescovi, ma proprio questi ultimi a disobbedire al Papa.

Povero fratel Stereofonico! Gli si saranno rizzati i peli del barbone alla frate Indovino nel leggere i risultati del sondaggio Doxa! E sarà stato in buona compagnia assieme a Vescovi e pseudoteologi d'accatto tanto in voga in questi tempi di contestazione ecclesiale neosessantottina.
Sembra infatti di vivere oggi tutti i conflitti irrisolti di quarant'anni fa. Tutto ciò che fu occultato, nascosto, messo a tacere dalla predominante voce dei dissidenti e dei "neoterici" oggi riemerge poderosamente e riacquista un senso. Oggi la Chiesa vive un sotterraneo conflitto "ideologico" assai simile a quello dell'era pre e postconciliare. Con una differenza fondamentale: le forze in campo sembrano invertite. Non è più il mondo progressista, hegeliano ed imbevuto di ideologia umanitaria a dettar legge. Ma non lo è neppure l'estremismo "tradizionalista", ove con questo termine si voglia intendere quella fazione ancorata ad un becero passatismo revanscista.

E' il popolo di Dio, invece, è la gente semplice a reclamare una Chiesa che ritorni alla sua missione, a reclamare preti che siano dediti al sacerdozio, chiese che abbiano l'aspetto di case del Signore, messe che non si trasformino in nauseabondi teatrini o spettacoli di deprimente umanità, bensì in grado di introdurre l'uomo al Mistero!

Troppi esponenti di una certa gerarchia autoreferenziale o personaggi che si nutrono dell'eco dei propri fumosi discorsi, come appunto fratel Stereofonia hanno perso di vista il rapporto essenziale e fondamentale della Chiesa gerarchica con i fedeli, accusando sempre più spesso questi ultimi di ignoranza ed impreparazione alla vera fede. Il popolo di Dio è al loro cospetto di cattolici adulti un semplice popolo di bambini nella fede. Ma è proprio questa fanciullezza, questa autenticità intesa quale identità e ritorno all'autentico ovvero al Signore, a rendere il popolo di Dio nella sua connaturata attitudine alla devozione ed all'adorazione del Signore, detentore di una verità naturale che ai tanti Caifa paludati sfugge completamente.

Personalmente in questi ultimi anni ho cercato di sondare molti fedeli semplici riguardo al loro interesse per il Rito Tridentino. E preciso di averlo fatto non perchè sia un talebano della Messa in Latino, nè tantomeno un tradizionalista di ferro, bensì perchè credo che ciò che ci giunge dal passato abbia in sè maggiori verità di ciò che nasce nel presente. Le risposte sono sempre state le stesse: la Messa di San Gregorio Magno è amata perchè è solenne, composta, severa, converte nei gesti alla grandezza del Signore. Il fedele è indotto a comprendere che in quel luogo sta per avvenire un fatto straordinario, un vero e proprio miracolo che ogni giorno accade in tutte le chiese del mondo!
E poi per molti il Rito Antico rappresenta una opportunità di crescita spirituale perchè favorisce il raccoglimento, evita le distrazioni, induce a dedicare quel tempo solo al Signore.

Se ci sono delle remore da parte dei fedeli esse sono insite in due aspetti: uno legato alla comodità che ormai sembra aver pervaso ogni aspetto della nostra esistenza e l'altro legato alla comprensibilità. Si dice: "la messa è troppo lunga!" oppure "però dobbiamo inginocchiarci per tutta la sua durata!". Ma anche: "peccato che non si capisca molto!".
A questo punto interviene però la necessaria capacità dei sacerdoti di aiutare il popolo di Dio a riscoprire le buone abitudini. Il tempo che magari si dedicava a tante inutili chiacchiere paraecclesiastiche oggi lo si può dedicare al Rito Tridentino, così come è il sacerdote che deve spiegare la necessità dell'ascolto in ginocchio, quale segno visibile del rispetto per il Signore: forse non usa più inginocchiarsi dinanzi all'amata... ma che almeno possiamo dimostrare al Signore il segno della nostra piccolezza e della servitù che gli dobbiamo!
Quanto poi alla comprensione sta sempre ai sacerdoti evitare che Vangelo ed Epistola siano letti in fretta e furia, ed agevolare la comprensione del rito fornendo adeguati libretti bilingue ed eventuali volantini con Antifone, Epistola e Vangelo in lingua volgare.
Su questo aspetto le principali carenze sono dunque da imputare massime al clero che non solo ha ostacolato e continua ad ostacolare la diffusione del rito nella sua forma straordinaria, ma continua a violare la corretta applicazione del Motu Proprio. Se infatti non è il clero per primo a convincersi della bontà del dono di Sua Santità, i vari Caifa Bianchi potranno apertamente continuare a sostenere che il rito antico è un affare "privato": chiesto da gruppi di fedeli e non oggettivamente inserito nella vita liturgica della Chiesa Universale. Ed è altresì vero che spesso il Rito Antico finisce per diventare davvero appannaggio di gruppetti che non sono alla ricerca di una autentica crescita spirituale e dell'esclusiva adorazione del Sigore, bensì più spesso mossi - dobbiamo pur confessarlo - da una sorta di "moda" integralista o da mera adulazione nei riguardi di Sua Santità. Viene così da chiedersi infatti dove fossero i tanti promotori ecclesiali della Messa di San Gregorio Magno solo pochi anni fa e come mai il grande coraggio di cui vorrebbero dar segni oggi, non l'abbiano dimostrato in passato. Ma tant'è. Meglio l'amore per la tradizione che per il vacuo e roboante abusivismo liturgico.

Purtroppo al fondo la realtà è che i tanti Enzo Bianchi sparsi nell'Episcopato italiano e non, hanno una precisa strategia che consiste nell'adulare il Papa a parole per poi esprimere la propria ribellione negli atti. Camaleontici ed ipocriti sono in molti i membri del clero cattolico che invece di raccogliere l'invito mite e paterno del Santo Padre, il quale ha liberalizzato il Rito Antico anche per le messe private, lo ignorano o remano contro. Di questo ne daranno conto dinanzi ad un Giudice meno mite del Santo Padre!

Come si concludeva, d'altra parte, l'articolo di fratel Cacofonia? Lo ricordo a chi non l'avesse letto:
" La stragrande maggioranza dei vescovi e intere conferenze episcopali nazionali e regionali, anche italiane, hanno manifestato la loro opposizione a questo provvedimento, ma ora nell' obbedienza e per amore della chiesa dovranno discernere come compaginare la comunione che è sempre innanzitutto comunione liturgica. I vescovi non smettano di chiedere a quanti vogliono praticare la messa di Pio V un' accettazione del concilio e della sua riforma liturgica come legittima e conforme alla verità e alla tradizione cattolica: le espressioni possono essere diverse, ma uno è il vescovo e il presbiterio attorno a lui. L'unità non può essere realizzata a qualsiasi prezzo, né a prescindere dall' autorità del vescovo in comunione con il papa. "

In questa conclusione c'è il disvelamento dell'inganno che prosegue ormai da due anni: fratel Enzo unisce pertanto l'opposizione al Motu Proprio alla legittimazione della comunione al Papa dei Vescovi. Inferisce arbitrariamente che i fedeli partecipanti al Rito nella sua forma straordinaria debbano essere quasi per necessità dei detrattori del Concilio e pur salvando il Papa gli nega obbedienza, esortando i vescovi ad un intervento espressamente vietato dallo stesso Motu Proprio. In questa esemplare esposizione di maldestro bifidume è contenuto il manifesto degli oppositori al Motu Proprio, di coloro che lo hanno boicottato sin dall'inizio. Una intellighentzia organizzata di reduci ideologizzati. Una casta intellettualoide che accresce giorno dopo giorno la propria distanza dal cuore del popolo dei fedeli, manipolando i fatti di fede e la stessa liturgia con i tipici argomenti della faziosità ideologica.

Per fortuna il sensus communis dei fedeli cattolici ha smentito ancora una volta questa decadente classe di intellettualoidi stereofonici. Il sondaggio di Messainlatino non rappresenta, come nel caso di Bose e affini, una voce che ha bisogno di amplificazione per affermarsi. E' invece specchio di una realtà naturale composta da tantissimi e semplici fedeli! Una realtà che nella sua verità sembra aver già ridotto al silenzio la tronfia stereofonia progressista e neoterica.


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Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"