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24/07/2009
16:34
Il Papa presiede la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta
Il Papa presiederà oggi pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta. Saranno presenti circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della diocesi. La Radio Vaticana seguirà in diretta il rito a partire dalle 17.20. Al termine della liturgia, Benedetto XVI saluterà dal sagrato della Cattedrale i fedeli che hanno seguito i Vespri dall’esterno; prima di rientrare a Les Combes, il Pontefice si fermerà a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo. Per quanto riguarda i Vespri in Cattedrale c’è da sottolineare che si svolgono in coincidenza con l’Anno Anselmiano indetto per il nono centenario della morte di Sant’Anselmo d’Aosta (1109). Per questa occasione il Papa ha scritto due lettere: all’abate primate dei Benedettini Confederati, Dom Nokter Wolf, e al cardinale Giacomo Biffi, suo inviato speciale per le celebrazioni anselmiane. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio Centofanti.
Benedetto XVI ricorda “la sottile dottrina teologica e filosofica” di Sant’Anselmo che fa di lui un segno di quel “Medioevo pensante” che molti hanno tentato ideologicamente di oscurare. Anselmo, abate e priore del Monastero benedettino di Bec, in Normandia, e poi arcivescovo di Canterbury, è considerato il padre della Scolastica, quel ricco periodo culturale che nelle “scholae” e nelle università del tempo cercava la verità con le ali della ragione e della fede. Celebre la sua “prova ontologica” con cui voleva dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio e le contraddizioni dell’ateismo. Il Papa descrive un Anselmo cresciuto tra i monti innevati della Val d’Aosta: Dio gli “appare come ciò di cui non è possibile pensare qualcosa di più grande”; per incontrarlo occorre “salire sul vertice della montagna”. Servono sia la fede, sia la ragione, ma afferma: “se non crederete, non comprenderete”. Benedetto XVI sottolinea il suo insegnamento sul valore inviolabile della coscienza e della libertà della Chiesa che difende contro le ingerenze dei re d’Inghilterra. Per questo è costretto all’esilio come arcivescovo di Canterbury. Anselmo non ha paura di perdere la vita e dice: “preferisco essere in disaccordo con gli uomini piuttosto che, d’accordo con loro, essere in disaccordo con Dio”. Voleva restare monaco per tutta la vita. Non si sentiva adatto né capace di guidare una diocesi. Il suo stile unisce misericordia e fermezza, ma deve affrontare numerose tribolazioni. Il Papa ricorda le parole di Sant’Anselmo in mezzo a tante sofferenze e persecuzioni: “Non conserverò nel cuore alcun rancore per nessuno”.
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