00 27/09/2010 15:25
LE UDIENZE

Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

S.E. Mons. Fernando Arêas Rifan, Vescovo tit. di Cedamusa, Amministratore Apostolico dell’Amministrazione Apostolica personale di São João Maria Vianney (Brasile), in Visita "ad Limina Apostolorum";

S.E. Mons. Wilson Tadeu Jönck, Vescovo di Tubarão (Brasile), in Visita "ad Limina Apostolorum";

Delegazioni del Comune di Castel Gandolfo, Autorità civili e Militari, Comunità Religiose e Dipendenti che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo.

Il Papa ha ricevuto in Udienza:

S.E. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano (Italia).











UDIENZA ALLE DELEGAZIONI DEL COMUNE DI CASTEL GANDOLFO, ALLE AUTORITÀ CIVILI E MILITARI, ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE E AI DIPENDENTI CHE HANNO ASSICURATO IL SERVIZIO DURANTE IL PERIODO ESTIVO

Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza le Delegazioni del Comune di Castel Gandolfo, le Autorità civili e Militari, le Comunità Religiose e i Dipendenti delle Ville Pontificie che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo.

Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre ha loro rivolto:


SALUTO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

prima di prendere congedo da Castel Gandolfo, al termine del periodo estivo, sono lieto di incontrare tutti voi, che rappresentate la comunità ecclesiale e quella civile di questa amena cittadina, a me tanto cara, dove la Provvidenza mi concede ogni anno di trascorrere un soggiorno sereno e proficuo.

Anzitutto il mio fraterno saluto e la mia cordiale gratitudine vanno al Vescovo di Albano, Mons. Marcello Semeraro, estendendosi all’intera Diocesi, che seguo con speciale e orante affetto nella sua vita di fede e di testimonianza cristiana. Saluto poi il parroco di Castel Gandolfo e la comunità parrocchiale, insieme ai diversi Istituti religiosi maschili e femminili che qui vivono ed operano per servire in letizia il Vangelo e i fratelli.

Un deferente saluto rivolgo al Signor Sindaco e ai componenti dell’Amministrazione Comunale, esprimendo ancora una volta la mia sincera riconoscenza per il contributo indispensabile che offrono, nell'ambito delle loro competenze, affinché Castel Gandolfo possa accogliere adeguatamente i numerosi pellegrini che qui vengono da ogni parte del mondo. Per vostro tramite, desidero far pervenire ai vostri concittadini il mio vivo apprezzamento per la ben nota cortesia e l'attenzione premurosa con cui mi circondano e seguono la mia attività al servizio della Chiesa universale.

Vorrei poi ringraziare cordialmente i dirigenti e tutti gli addetti ai diversi Servizi del Governatorato, ad iniziare dal Corpo della Gendarmeria, la Floreria, le Direzioni dei Servizi Sanitari e dei Servizi Tecnici, come pure la Guardia Svizzera Pontificia. Cari amici, a tutti voi rivolgo un "grazie" speciale per la sollecitudine e la professionalità con cui vi siete adoperati nel venire incontro alle mie esigenze, a quelle dei miei collaboratori e di quanti, durante i mesi estivi, sono venuti a Castello per farmi visita. Per ciascuno di voi e per le vostre famiglie assicuro un costante ricordo nella preghiera.

Un pensiero di sentita gratitudine va quindi ai funzionari e agli agenti delle diverse Forze dell’Ordine italiane, per la loro puntuale ed efficiente opera, come pure agli ufficiali ed avieri del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare. Ringrazio Dio e sono grato a tutti voi, perché ogni cosa si è svolta sempre nell'ordine e nella tranquillità.

Nell'accomiatarmi da voi, mi piace affidare alla vostra considerazione la figura di san Vincenzo de’ Paoli, di cui oggi celebriamo la memoria. Questo apostolo della carità, così caro al popolo cristiano e conosciuto specialmente attraverso le Suore da lui fondate, fu proclamato da Papa Leone XIII "patrono universale di tutte le opere di carità sparse nel mondo". Con la sua incessante azione apostolica, egli fece in modo che il Vangelo diventasse sempre più faro luminoso di speranza e di amore per l'uomo del suo tempo, ed in particolare per i più poveri nel corpo e nello spirito. Il suo esempio virtuoso e la sua intercessione suscitino nelle vostre comunità e in ciascuno di voi un rinnovato impegno di solidarietà, cosicché gli sforzi di ognuno cooperino all'edificazione del bene comune.

Accompagno questo cordiale auspicio con l'assicurazione del mio ricordo al Signore, perché assista tutti voi e le vostre famiglie con la sua grazia e vi colmi di abbondanti consolazioni. Vi ringrazio nuovamente, cari amici, e di cuore vi benedico.










MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DEL II CONGRESSO MONDIALE DI PASTORALE DEI PELLEGRINAGGI E SANTUARI (SANTIAGO DI COMPOSTELA, SPAGNA - 27-30.09.2010)




Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato a S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e a S.E. Mons. Julián Barrio Barrio, Arcivescovo di Santiago de Compostela, in occasione dell’apertura del II Congresso Mondiale di Pastorale dei Pellegrinaggi e Santuari, che si svolge a Santiago di Compostela (Spagna) dal 27 al 30 settembre 2010:


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE



Ai Venerabili Fratelli

Mons. Antonio Maria Vegliò,

Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale

per i Migranti e gli Itineranti,

e Mons. Julián Barrio Barrio,

Arcivescovo di Santiago di Compostela

In occasione del II Congresso Mondiale di Pastorale dei Pellegrinaggi e Santuari, che si svolge a Santiago di Compostela dal 27 al 30 settembre, desidero rivolgervi il mio saluto cordiale, estensibile a tutti i venerati Fratelli nell’Episcopato, ai membri della Delegazione Fraterna, ai partecipanti a questa importante riunione, nonché alle Autorità civili che hanno collaborato alla preparazione del Congresso. Parimenti esprimo il mio deferente saluto a Sua Maestà il Re di Spagna, che ha dato lustro a questa iniziativa, accettandone la Presidenza Onoraria.

Guidati dal tema «Egli entrò per rimanere con loro» (Lc 24,29), desunto dal passaggio evangelico dei discepoli di Emmaus, vi disponete a riflettere sull’importanza dei pellegrinaggi ai santuari, come manifestazione di vita cristiana e spazio di evangelizzazione.

Con vivo compiacimento desidero far giungere ai congressisti la mia vicinanza spirituale, affinché li incoraggi e sostenga nell’esercizio di un impegno pastorale tanto fondamentale nella vita ecclesiale. Io stesso mi recherò tra non molto pellegrino alla tomba dell’Apostolo San Giacomo, l’ "amico del Signore", così come ho volto i miei passi verso altri luoghi del mondo, dove accorrono numerosi fedeli con devozione fervente. A tal riguardo, fin dall’inizio del mio pontificato, ho inteso vivere il mio ministero di successore di Pietro con i sentimenti del pellegrino che percorre le vie del mondo con speranza e semplicità, portando sulle labbra e nel cuore il messaggio salvifico del Cristo Risorto e confermando nella fede i propri fratelli (cf. Lc 22,32). Come segno esplicito di tale missione, nel mio stemma figura, tra altri elementi, la conchiglia del pellegrino.

In questo momento storico, in cui, con forza se possibile ancor maggiore, siamo chiamati ad evangelizzare il nostro mondo, va messa in debito risalto la ricchezza che scaturisce dal pellegrinaggio ai santuari. Innanzi tutto per la sua straordinaria capacità di richiamo, che attrae un numero crescente di pellegrini e turisti religiosi, alcuni dei quali si trovano in situazioni umane e spirituali complesse, alquanto lontani dal vissuto di fede e con una debole appartenenza ecclesiale. A tutti Cristo si rivolge con amore e speranza. L’anelito alla felicità che si annida nell’animo trova in Lui la sua risposta, e vicino a Lui il dolore umano acquista un proprio senso. Con la sua grazia, anche le cause più nobili giungono al loro pieno compimento. Come Simeone incontrò Gesù nel tempio (cf. Lc 2,25-35), così pure il pellegrino deve avere l’opportunità di scoprire il Signore nel santuario.

A tal fine occorre far sì che i visitatori non dimentichino che i santuari sono luoghi sacri e che quindi vi si comportino con devozione, rispetto e decoro. In tal modo la Parola di Cristo, il Figlio del Dio vivo, potrà risuonare con chiarezza e l’evento della sua morte e risurrezione, fondamento della nostra fede, verrà proclamato nella sua interezza. Inoltre va curata con grande scrupolosità l’accoglienza del pellegrino, dando il giusto risalto, tra l’altro, alla dignità e bellezza del santuario, immagine della "tenda di Dio con gli uomini" (Ap 21,3); ai momenti e agli spazi di preghiera, tanto personali che comunitari; all’attenzione alle pratiche di pietà. Parimenti non si insisterà mai abbastanza sul fatto che i santuari devono essere fari di carità, incessantemente dedicati ai più sfavoriti mediante opere concrete di solidarietà e misericordia e una costante disponibilità all’ascolto. Essi devono inoltre facilitare ai fedeli l’accesso al sacramento della Riconciliazione e consentire loro di partecipare degnamente alla celebrazione eucaristica, che deve essere sempre il centro e il culmine di tutta la loro azione pastorale. Così si manifesterà chiaramente che l’Eucarestia è senza dubbio alcuno l’alimento del pellegrino, il "Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione" (Omelia nella Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, 22 maggio 2008).

In effetti, diversamente dal vagabondo, i cui passi non hanno una destinazione precisa, il pellegrino ha sempre una meta davanti a sé, anche se a volte non ne è pienamente cosciente. E la meta altro non è se non l’incontro con Dio per mezzo di Gesù Cristo, in cui tutte le nostre aspirazioni trovano risposta. Ecco perché la celebrazione dell’Eucarestia può ben considerarsi il culmine del pellegrinaggio.

In quanto "collaboratori di Dio" (1 Cor 3,9) esorto tutti voi che vi dedicate a questa bella missione a incoraggiare nei pellegrini, con la vostra cura pastorale, la conoscenza e l’imitazione di Cristo, che continua a camminare con noi, illuminando la nostra vita con la sua Parola e distribuendoci il Pane di Vita nell’Eucarestia. In tal modo il pellegrinaggio al santuario sarà occasione propizia per rinvigorire in coloro che lo visitano il desiderio di condividere con altri l’esperienza meravigliosa di sapersi amati da Dio e di essere inviati al mondo a dare testimonianza di questo amore.

Con tali sentimenti affido i frutti di questo Congresso all’intercessione di Maria Santissima e dell’Apostolo San Giacomo, mentre rivolgo la mia preghiera a Gesù, «Via, Verità e Vita» (Gv 14,6) a cui presento tutti coloro, che, pellegrinando per la vita, vanno cercando il suo volto:

Signore Gesù, pellegrino di Emmaus,

per amore ti fai vicino a noi,

anche se, a volte, lo sconforto e la tristezza

ci impediscono di scoprire la tua presenza.

Tu sei la fiamma che ravviva la nostra fede.

Tu sei la luce che purifica la nostra speranza.

Tu sei la forza che infiamma la nostra carità.

Insegnaci a riconoscerti nella Parola,

nella casa e alla Mensa dove si condivide il Pane della Vita,

nel servizio generoso al prossimo che soffre.

E quando si fa sera, Signore, aiutaci a dire:

"Resta con noi". Amen.

Imparto a tutti l’implorata Benedizione Apostolica, pegno di copiose grazie celesti.

Dal Vaticano, 8 settembre 2010

BENEDICTUS PP. XVI