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    RINUNCE E NOMINE



    RINUNCIA DEL VESCOVO DI CANELONES (URUGUAY) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Canelones (Uruguay), presentata da S.E. Mons. Orlando Romero Cabrera, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo di Canelones (Uruguay) il Rev.do Alberto Sanguinetti Montero, del clero dell’arcidiocesi di Montevideo, parroco della parrocchia Nuestra Señora del Carmen a Cordón.

    Rev.do Alberto Sanguinetti Montero

    Il Rev.do Alberto Sanguinetti Montero è nato il 10 ottobre 1945 a Montevideo. Nel 1962 ha iniziato gli studi nel Seminario Interdiocesano Cristo Rey di Montevideo e, in pari tempo, ha frequentato i corsi di Umanità e Filosofia presso il Collegio San Juan Bautista.

    Nel 1973 ha ottenuto la licenza in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.

    È stato ordinato sacerdote il 18 maggio 1973. Dopo un periodo di ministero pastorale a Montevideo, ha ottenuto il Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Facultad de Teologia de San Miguel" (Argentina).

    Nel 2000 è stato nominato primo Rettore della Facultad de Teología del Uruguay "Mons. Mariano Soler", incarico che ha svolto fino all’anno 2004.

    È stato, quindi, parroco a Carrasco, Tapes e dal 2004 è parroco della Parrocchia Nuestra Señora del Carmen a Cordón. Attualmente è anche membro del Consiglio Presbiterale dell’arcidiocesi di Montevideo e postulatore della Causa di Beatificazione del Servo di Dio Mons. Jacinto Vera.



    NOMINA DEL VESCOVO DI OGDENSBURG (U.S.A.)

    Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Ogdensburg (U.S.A.) il Rev.do Sacerdote Terry R. LaValley, del clero della diocesi di Ogdensburg, Amministratore diocesano e Rettore della "St. Mary’s Cathedral" a Ogdensburg.

    Rev.do Terry R. LaValley

    Il Rev.do Terry R. LaValley è nato il 26 marzo 1956 a Plattsburgh (New York). Dopo la scuola elementare, ha frequentato la scuola secondaria "Northeastern Clinton Central High School" a Champlain. Dopo due anni alla "State University of New York" a Plattsburgh, ha prestato servizio nella marina militare degli Stati Uniti dal 1977 al 1983.

    Per gli studi filosofici ha frequentato il "Wadhams Hall Seminary" ad Ogdensburg e ha compiuto i suoi studi teologici presso il "Christ the King Seminary" in East Aurora, dove ha ottenuto il "Master of Divinity" nel 1988.

    E’ stato ordinato sacerdote il 24 settembre 1988 per la diocesi di Ogdensburg.

    Dopo l'ordinazione sacerdotale, è stato Vice-Parroco nella "Sacred Heart Parish" a Massena (1988-1992); ha continuato gli studi e ha conseguito la Licenza in Diritto Canonico presso la "St. Paul University" di Ottawa (1992-1994). È stato successivamente Amministratore della "St. Peter Parish" a Hammond (1994-1998), contemporaneamente Promotore della Giustizia, Cancelliere e Vicario per i Servizi Diocesani; Parroco della "St. Raphael Parish" a Heuvelton (1998-1999); Amministratore della "St. James Parish" a Gouverneur (1999-2000); Parroco della "St. Raphael Parish" a Heuvelton (2000-2003); attualmente, è Rettore della "St. Mary Cathedral" (dal 2003) e Amministratore diocesano della diocesi di Ogdensburg dal 28 maggio 2009.



    NOMINA DEL VESCOVO DI SCRANTON (U.S.A.)

    Il Papa ha nominato Vescovo di Scranton (U.S.A.) Mons. Joseph C. Bambera, del clero della diocesi di Scranton, Delegato dell’Amministratore Apostolico di Scranton e Parroco della "St. Thomas Aquinas" ad Archbald e della "St. Mary of Czestochowa" ad Eynon.

    Mons. Joseph C. Bambera

    Mons. Joseph C. Bambera è nato il 21 marzo 1956 a Carbondale (Pennsylvania). Dopo aver frequentato il sistema di scuola elementare e secondaria della "St. Rose of Lima", ha conseguito il Baccalaureato presso l’"University of Pittsburgh" (1974-1978).

    Ha seguito gli studi filosofici presso il Seminario "Saint Pius X" a Dalton e quelli teologici presso il Seminario "Mary Immaculate" a Northhampton.

    E’ stato ordinato sacerdote il 5 novembre 1983 per la diocesi di Scranton.

    Dopo l'ordinazione sacerdotale, è stato Vice-Parroco nella "Saint Mary of the Assumption" a Scranton (1984-1987) e della "Saint Peter Cathedral" (1987-1989). Ha continuato gli studi, conseguendo la Licenza in Diritto Canonico presso la "St. Paul University" di Ottawa (1989-1991).

    Ritornato in diocesi, ha svolto i seguenti incarichi: Giudice del Tribunale diocesano (1991-1993), Direttore diocesano dell’Ecumenismo (1993-1996), Parroco della "Holy Name of Jesus" (1994-1997), Vicario per il Clero e Direttore dell’Educazione Continua per i Sacerdoti (1995-1997), Direttore della Formazione Religiosa presso il Seminario "St. Pius X" (1997-1998), Parroco della "St. John Bosco" a Conyngham (1998-2001), Parroco della "Visitation of the Blessed Virgin Mary" a Dickson City (2001-2005), Vicario Episcopale per la Regione Centrale della diocesi (2005-2007). Attualmente è Parroco della "St. Thomas Aquinas" ad Archbald e della "St. Mary of Czestochowa" ad Eynon (dal 2007).

    È Membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale.

    Dal 1998 è Prelato d’Onore di Sua Santità.

    Il 31 agosto 2009, il Cardinale Justin F. Rigali, Arcivescovo di Philadelphia ed Amministratore Apostolico della diocesi di Scranton, ha nominato Mons. Bambera suo Delegato nella medesima diocesi.




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    00 23/02/2010 15:36
    TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LE VITTIME DELLE ALLUVIONI A MADEIRA (PORTOGALLO)

    Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio per le vittime delle recenti alluvioni a Madeira (Portogallo), inviato dal Santo Padre Benedetto XVI al Vescovo della città, tramite il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone:


    TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE

    EXCMO REVMO DOM ANTÓNIO JOSÉ CARRILHO

    BISPO DO FUNCHAL

    LARGO VISCONDE RIBEIRO REAL 49 FUNCHAL

    CONSTERNADO COM GRAVES CONSEQUÊNCIAS DAS RECENTES ALUVIÕES NA ILHA DA MADEIRA QUE PROVOCARAM DEZENAS DE MORTOS E ENORMES DANOS MATERIAIS AOS SEUS HABITANTES SUMO PONTÍFICE DESEJA ASSEGURAR TODA COMUNIDADE LOCAL DA SUA SOLICITUDE RECOMENDANDO VÍTIMAS À MISERICÓRDIA DE DEUS E SUPLICANDO CONFORTO E APOIO PARA SUAS FAMÍLIAS PARA FERIDOS E QUANTOS PERDERAM SEUS BENS. PARA TODOS PROVADOS POR ESTE DRAMA SEM ESQUECER PESSOAS QUE PARTICIPAM NA OBRA DE SOCORRO E ASSISTÊNCIA, SUA SANTIDADE BENTO XVI INVOCA RECONFORTANTES GRAÇAS DIVINAS EM PENHOR DAS QUAIS LHES CONCEDE PATERNA BÊNÇÃO APOSTÓLICA

    CARDEAL TARCÍSIO BERTONE

    SECRETÁRIO DE ESTADO DE SUA SANTIDADE

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    00 24/02/2010 15:37
    MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA CAMPAGNA DELLA FRATERNITÀ 2010

    Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato a S.E. Mons. Geraldo Lyrio Rocha, Presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) e Arcivescovo di Mariana, in occasione dell’annuale Campagna di Fraternità della Chiesa in Brasile:


    MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

    Ao Venerado Irmão
    D. GERALDO LYRIO ROCHA
    Presidente da CNBB e Arcebispo de Mariana (MG)

    Com a quarta-feira de cinzas, volta aquele tempo favorável de salvação, que é a Quaresma, com seu apelo insistente: «Reconciliai-vos com Deus» (2 Cor 6, 2); brado este, que deve ressoar nos lábios daqueles que anunciam a Palavra de Deus: «Encarregarei os meus ministros de anunciar aos pecadores que estou sempre pronto a recebê-los, que a minha misericórdia é infinita» (Carta para a Proclamação de um Ano Sacerdotal, 16/VI/2009). Estes sentimentos divinos foram confiados ao Santo Cura d’Ars, que, no seu tempo, soube transformar o coração e a vida de muitas pessoas, porque conseguiu fazer-lhes sentir o amor misericordioso do Senhor.

    Eu desejo o mesmo sucesso às Igrejas e Comunidades eclesiais no Brasil que, neste ano, decidiram unir seus esforços para reconciliar as pessoas com Deus, ajudando-lhes a libertar-se da escravidão do dinheiro. É que, como lembra a Campanha da Fraternidade Ecumênica 2010 – citando palavras de Jesus –, «vocês não podem servir a Deus e ao dinheiro». Alegrando-me com tal propósito de conversão, recordo que a escravidão ao dinheiro e a injustiça «tem origem no coração do homem, onde se encontram os germes de uma misteriosa convivência com o mal» (Mensagem para a Quaresma 2010, 30/X/2009). Por isso, encorajo-vos a perseverar no testemunho do amor de Deus, do Filho de Deus que fez-Se homem, do homem agraciado com a vida de Deus, do único Bem que pode saciar o coração da gente, pois, «mais do que de pão, [o homem] de fato precisa de Deus» (Ibid.). Conseguireis assim, fazer frente ao «deserto interior» de que falei ao início do meu ministério petrino, convidando a Igreja, no seu conjunto, a «pôr-se a caminho, para conduzir as pessoas fora do deserto, para lugares da vida, da amizade com o Filho de Deus, para Aquele que dá a vida, a vida em plenitude. (…) Nós existimos para mostrar Deus aos homens. E só onde se vê Deus, começa verdadeiramente a vida» (Homilia, 24/IV/2005). Se «a boca fala daquilo que o coração está cheio» (Mt 12, 34), podeis conhecer vosso coração a partir das vossas palavras. «Reconciliai-vos com Deus», de modo que as vossas palavras sirvam sobretudo para falar de Deus e a Deus.

    Implorando as maiores bênçãos de Deus sobre a Campanha da Fraternidade Ecumênica de 2010, aproveito a ocasião para enviar a meus irmãos e amigos do Brasil cordiais saudações com votos de todo bem em Jesus Cristo, único Salvador de todos!

    Vaticano, 8 de fevereiro de 2010.

    BENEDICTUS PP. XVI

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    00 26/02/2010 15:57
    RINUNCE E NOMINE



    RINUNCIA DEL VESCOVO DI UIJONGBU (COREA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Uijongbu (Corea), presentata da S.E. Mons. Joseph Lee Han-taek, S.I., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo di Uijongbu (Corea) S.E. Mons. Peter Lee Ki-heon, finora Vescovo dell’Ordinariato Militare in Corea.



    RINUNCIA DEL VESCOVO DI MORONDAVA (MADAGASCAR) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Morondava (Madagascar), presentata da S.E. Mons. Donald Pelletier, M.S., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo di Morondava (Madagascar) P. Marie Fabien Raharilamboniaina, O.C.D., Superiore Provinciale dei Padri Carmelitani per il Madagascar e l’Oceano Indiano.

    P. Marie Fabien Raharilamboniaina, O.C.D.

    Il Rev.do Padre Marie Fabien Raharilamboniaina, O.C.D., è nato il 20 gennaio 1968 a Ambohijanahary, diocesi di Ambatondrazaka. E’ entrato da piccolo tra i Carmelitani Scalzi. Dopo le scuole primarie e secondarie, ha compiuto gli studi di Filosofia e Teologia ad Ambatoroka, presso l’Istituto Cattolico di Madagascar [I.C.M.]. Ha emesso i voti della sua professione religiosa l’8 settembre 1990, ed è stato ordinato sacerdote il 5 luglio 1997.

    Dopo l’Ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1997-1999: Vicario parrocchiale della parrocchia di St. Paul, a Phoenix (Mauritius); 1999-2005: viene trasferito a La Réunion per migrare la presenza dei PP. Carmelitani in quell’Isola.

    Dal 2005: Superiore Provinciale dei PP. Carmelitani del Madagascar e dell’Oceano Indiano.



    EREZIONE DELLA PROVINCIA ECCLESIASTICA DI TOAMASINA (MADAGASCAR) E NOMINA DEL PRIMO ARCIVESCOVO METROPOLITA

    Il Santo Padre ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Toamasina (Madagascar), elevando a Chiesa Metropolitana la omonima sede vescovile, assegnandole come Chiese suffraganee le diocesi di Ambatondrazaka, Moramanga e Fenoarivo-Atsinana.

    Il Papa ha nominato primo Arcivescovo Metropolita di Toamasina S.E. Mons Désiré Tsarahazana, finora Vescovo della medesima diocesi.

    Dati statistici

    La nuova Provincia Ecclesiastica di Toamasina è così formata: due Diocesi suffraganee vengono distaccate dalla Provincia Ecclesiastica del Nord (Antsiranana): Toamasina e Fenoarivo-Atsinanana. Altre due, Ambatondrazaka e Moramanga, vengono staccate dalla Provincia Ecclesiastica del Centro (Antananarivo).

    La diocesi di Toamasina, creata il 14 settembre 1955, ha una superficie di 23.690 kmq., e conta una popolazione di circa 2 milioni di abitanti. I Cattolici sono oltre 600.000 (31%); i Cristiani non Cattolici sono 500.000 (25%); i non Cristiani sono 850.000 (43%). Toamasina ha 18 parrocchie, 8 delle quali in città; 42 sacerdoti, di cui 19 diocesani e 23 Religiosi; 88 Suore, provenienti da 9 Congregazioni religiose; 1.250 catechisti.

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    00 27/02/2010 15:52
    RINUNCE E NOMINE



    RINUNCIA DEL VESCOVO PRELATO DI JESÚS MARÍA (MESSICO) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della prelatura di Jesús María (Messico), presentata da S.E. Mons. José Antonio Pérez Sánchez, O.F.M., in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo Prelato di Jesús María (Messico) il Rev.do Padre José de Jesús González Hernández, O.F.M., finora Rettore e Parroco della chiesa Cattedrale di Inhambane (Mozambico).

    Rev.do Padre José de Jesús González Hernández, O.F.M.

    Il Rev.do Padre José de Jesús González Hernández, O.F.M., è nato il 25 dicembre 1964 a Etzatlán, Stato di Jalisco. Dopo gli studi primari e secondari e il Postulantato Francescano nella Provincia religiosa di "San Francisco e Santiago", ha studiato filosofia a Zapopan e teologia nel Seminario Internazionale Francescano di Gerusalemme. Ha emesso la professione solenne ed è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1994 a Gerusalemme.

    Dal 1994 al 1997, è stato Parroco della Missione di Huazamota nello Stato di Durango, dal 1997 al 2000, Guardiano e Parroco della Missione "Santa María, nello Stato di Jalisco, dove è stato Direttore del Collegio per fanciulli indigeni. Dal 2000 al 2005 ha soggiornato all’estero: in Terra Santa, come confessore e guida dei pellegrini durante l’Anno Giubilare del 2000; in Svezia, per un triennio, come Guardiano e Parroco della Missione Cattolica per i fedeli ispanici; a Bruxelles (Belgio) nella Comunità Francescana Internazionale, in preparazione alla missione in Africa. Dal 2006 al presente: in Mozambico, come Rettore e Parroco della Chiesa Cattedrale di Inhambane.



    NOMINA DELL’ORDINARIO MILITARE PER IL BELGIO

    Il Santo Padre ha nominato Ordinario Militare per il Belgio S.E. Mons. André Léonard, Arcivescovo Metropolita di Mechelen-Brussel.



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    00 27/02/2010 15:53
    CONCLUSIONE DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI DELLA CURIA ROMANA

    Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico Vaticano, con il canto delle Lodi e la Meditazione finale, si sono conclusi gli Esercizi Spirituali alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI.

    Quest’anno le Meditazioni sono state proposte dal Rev.do Don Enrico dal Covolo, S.D.B., sul tema: "Lezioni" di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale.

    Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre ha rivolto ai presenti a conclusione degli Esercizi Spirituali:


    PAROLE DEL SANTO PADRE

    Cari Fratelli,

    Caro Don Enrico,

    A nome di tutti noi qui presenti vorrei di tutto cuore dire grazie a Lei, Don Enrico, per questi esercizi, per il modo appassionato e molto personale col quale ci ha guidato nel cammino verso Cristo, nel cammino di rinnovamento del nostro sacerdozio.

    Lei ha scelto come punto di partenza, come sottofondo sempre presente, come punto di arrivo — lo abbiamo visto adesso — la preghiera di Salomone per «un cuore che ascolta». In realtà mi sembra che qui sia riassunta tutta la visione cristiana dell'uomo. L'uomo non è perfetto in sé, l'uomo ha bisogno della relazione, è un essere in relazione. Non è il suo cogito che può cogitare tutta la realtà. Ha bisogno dell'ascolto, dell'ascolto dell'altro, soprattutto dell'Altro con la maiuscola, di Dio. Solo così conosce se stesso, solo così diviene se stesso.

    Dal mio posto qui ho sempre visto la Madre del Redentore, la Sedes Sapientiae, il trono vivente della saggezza, con la Sapienza incarnata sul grembo. E come abbiamo visto, san Luca presenta Maria proprio come donna dal cuore in ascolto, che è immersa nella Parola di Dio, che ascolta la Parola, la medita (synballein) la compone e la conserva, la custodisce nel suo cuore. I padri della Chiesa dicono che nel momento della concezione del Verbo eterno nel grembo della Vergine lo Spirito Santo è entrato in Maria tramite l'orecchio. Nell'ascolto ha concepito la Parola eterna, ha dato la sua carne a questa Parola. E così ci dice che cosa è avere un cuore in ascolto.

    Maria è qui circondata dai padri e dalle madri della Chiesa, dalla comunione dei santi. E così vediamo e abbiamo capito proprio in questi giorni che non nell'io isolato possiamo realmente ascoltare la Parola: solo nel noi della Chiesa, nel noi della comunione dei santi.

    E Lei, caro Don Enrico, ci ha mostrato, ha dato voce a cinque figure esemplari del sacerdozio, cominciando con Ignazio d'Antiochia fino al caro e venerabile Papa Giovanni Paolo II. Così abbiamo realmente di nuovo percepito che cosa vuol dire essere sacerdote, divenire sempre più sacerdoti.

    Lei ha anche sottolineato che la consacrazione va verso la missione, è destinata a divenire missione. In questi giorni abbiamo approfondito con l'aiuto di Dio la nostra consacrazione. Così, con nuovo coraggio, vogliamo adesso affrontare la nostra missione. Il Signore ci aiuti. Grazie a Lei per il suo aiuto, Don Enrico.

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    00 28/02/2010 16:15
    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


    Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Si sono conclusi ieri, qui nel Palazzo Apostolico, gli Esercizi Spirituali che, come è consuetudine, si tengono agli inizi della Quaresima in Vaticano. Con i miei collaboratori della Curia Romana abbiamo trascorso giorni di raccoglimento e di intensa preghiera, riflettendo sulla vocazione sacerdotale, in sintonia con l’Anno che la Chiesa sta celebrando. Ringrazio quanti ci sono stati vicini spiritualmente.

    In questa seconda domenica di Quaresima la liturgia è dominata dall’episodio della Trasfigurazione, che nel Vangelo di san Luca segue immediatamente l’invito del Maestro: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua! (Lc 9,23). Questo evento straordinario, è un incoraggiamento nella sequela di Gesù.

    Luca non parla di Trasfigurazione, ma descrive quanto è avvenuto attraverso due elementi: il volto di Gesù che cambia e la sua veste che diventa candida e sfolgorante, alla presenza di Mosè ed Elia, simbolo della Legge e dei Profeti. I tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno: è l’atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di "vedere" la gloria di Gesù. Allora il ritmo si fa incalzante: mentre Mosé ed Elia si separano dal Maestro, Pietro parla e, mentre sta parlando, una nube copre lui e gli altri discepoli con la sua ombra; è una nube, che, mentre copre, rivela la gloria di Dio, come avvenne per il popolo pellegrinante nel deserto. Gli occhi non possono più vedere, ma gli orecchi possono udire la voce che esce dalla nube: "Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!" (v. 35).

    I discepoli non sono più di fronte ad un volto trasfigurato, né ad una veste candida, né ad una nube che rivela la presenza divina. Davanti ai loro occhi, c’è "Gesù solo" (v. 36). Gesù è solo davanti al Padre suo, mentre prega, ma, allo stesso tempo, "Gesù solo" è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare, l’unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita e un giorno "trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" (Fil 3,21).

    "Maestro, è bello per noi essere qui" (Lc 9,33): è l’espressione estatica di Pietro, che assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore. Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza.

    In questo periodo quaresimale invito tutti a meditare assiduamente il Vangelo. Auspico, inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori "siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero" (Omelia nella Messa crismale, 9 aprile 2009). La Vergine Maria ci aiuti a vivere intensamente i nostri momenti di incontro con il Signore perché possiamo seguirlo ogni giorno con gioia. A Lei volgiamo il nostro sguardo invocandola con la preghiera dell’Angelus.



    DOPO L’ANGELUS

    Ho appreso con profonda tristezza le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul e ho seguito con viva preoccupazione gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa. In questi giorni di intenso raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!

    Nella delicata fase politica che sta attraversando l’Iraq mi appello alle Autorità civili, perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili. Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre saluto gli iracheni presenti qui in Piazza, esorto la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace.

    Il mio pensiero va inoltre al Cile e alle popolazioni colpite dal terremoto, che ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni. Prego per le vittime e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali.

    Chers pèlerins francophones, le temps du carême est un temps idéal pour revenir vers Dieu et pour l’écouter nous parler. Chers jeunes, je m’adresse tout spécialement à vous. Vous n’êtes pas seulement l’avenir de l’Église mais vous en êtes déjà le présent. Aussi, je vous convie, pendant ce carême, à vous nourrir des Saintes Écritures et à laisser retentir en vous et dans vos cœurs la Parole du Christ. Il est le chemin, la vérité et la vie. Il désire être votre présent et votre avenir. Laissez-le transformer votre vie et l’orienter. Apprenez à reconnaître son visage dans le visage de tous nos frères et sœurs en humanité. Que la Vierge Marie vous entraîne à la suite de son Fils ! A tous, bon dimanche et bonne montée vers Pâques !

    I am happy to greet all the English-speaking visitors present at today’s Angelus prayer, especially the group of priests from the Archdiocese of Galveston-Houston, accompanied by His Eminence Cardinal Daniel DiNardo. On this Second Sunday of Lent the voice of our Heavenly Father instructs us to listen to Jesus, the beloved Son of God. May our Lenten journey continue to dispose our hearts to Christ and to his saving truth. Upon all of you I invoke Almighty God’s abundant blessings of strength and peace!

    Ganz herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache hier auf dem Petersplatz wie auch alle, die über Rundfunk und Fernsehen mit uns verbunden sind. „Kehrt um und glaubt an das Evangelium" (Mk 1, 15) – diese Worte Jesu begleiten uns durch die Fastenzeit. Es geht um eine Umkehr, einen Blickwechsel: Wir wollen auf Christus schauen und in ihm das Antlitz des Himmlischen Vaters erkennen, der jedem Menschen seine Liebe und sein Erbarmen schenken will. Diesem guten und treuen Gott wollen wir entsprechen, wenn wir der göttlichen Liebe in der Welt Gestalt geben. Der Herr schenke euch dazu eine gesegnete Fastenzeit!

    Como ya he dicho en italiano, me siento particularmente cercano a la querida población chilena afectada por un gran terremoto en su País. En un momento como éste, brota espontáneamente una plegaria al Señor por las víctimas y un mensaje de aliento a todos para superar esta gran prueba.

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular los grupos de Ibiza y Formentera, acompañados por su Obispo diocesano, y a los de las Parroquias de Cañete de las Torres y de la Trinidad, así como a los participantes en la pastoral Universitaria de ETEA, de la diócesis de Córdoba. Que la Transfiguración del Señor, que nos relata el Evangelio de hoy, avive nuestra esperanza e ilumine el camino cuaresmal hacia la Pascua del Señor. Feliz domingo.

    Pozdrawiam zgromadzonych na modlitwie „Anioł Pański" Polaków. Dzisiaj w Polsce przeżywacie Niedzielę „Ad gentes", wspierając dzieła misyjne Kościoła modlitwą, postem i jałmużną. Niech hasło: „Misje to sprawa miłości" będzie dla was zachętą do dobrych czynów i hojności serc. Misjonarzom, misjonarkom i tym, którzy wspierają ich ofiarną posługę, z serca błogosławię.

    [Saluto tutti i Polacchi radunati per la preghiera dell’Angelus. Oggi in Polonia festeggiate la Domenica "Ad gentes", sostenendo le opere missionarie della Chiesa con la vostra preghiera, con il digiuno e con le offerte. Il tema "Le missioni sono questione di amore" sia per voi l’incoraggiamento per le buone opere e la generosità dei cuori. Benedico di cuore i missionari e le missionarie e tutti coloro che sostengono il loro fedele servizio.]

    Rivolgo infine il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai rappresentanti della "Federazione Italiana Malattie Rare", agli alunni della scuola "Don Carlo Costamagna", di Busto Arsizio, ai fedeli della parrocchia "S. Maria Goretti" in Frigole e a quelli di Campese, in Bassano del Grappa. A tutti auguro una buona domenica!

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    00 01/03/2010 16:30
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Uganda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu

    con l’Ausiliare:

    S.E. Mons. Sabino Ocan Odoki, Vescovo tit. di Sabrata; Amministratore Apostolico di Arua;

    S.E. Mons. Giuseppe Franzelli, M.C.C.J., Vescovo di Lira

    con il Vescovo emerito:

    S.E. Mons. Joseph Oyanga;

    S.E. Mons. Martin Luluga, Vescovo di Nebbi.

    S.E. Mons. Julián Barrio Barrio, Arcivescovo di Santiago de Compostela (Spagna), e Seguito.

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    00 02/03/2010 16:00
    RINUNCE E NOMINE



    RINUNCIA DEL VESCOVO DI JINJA (UGANDA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Jinja (Uganda), presentata da S.E. Mons. Joseph B. Willigers, M.H.M., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato Vescovo di Jinja (Uganda) S.E. Mons. Charles Martin Wamika, finora Vescovo titolare di Tacape e Ausiliare di Tororo (Uganda).



    NOMINA DI MEMBRO DELLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI

    Il Santo Padre ha nominato Membro della Congregazione per i Vescovi l’Em.mo Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.


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    00 03/03/2010 15:36
    L’UDIENZA GENERALE


    L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

    Nel discorso in lingua italiana, il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi sulla cultura cristiana nel Medioevo, si è soffermato sulla figura di San Bonaventura da Bagnoregio.

    Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

    L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.


    CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

    Cari fratelli e sorelle,

    quest’oggi vorrei parlare di san Bonaventura da Bagnoregio. Vi confido che, nel proporvi questo argomento, avverto una certa nostalgia, perché ripenso alle ricerche che, da giovane studioso, ho condotto proprio su questo autore, a me particolarmente caro. La sua conoscenza ha inciso non poco nella mia formazione. Con molta gioia qualche mese fa mi sono recato in pellegrinaggio al suo luogo natio, Bagnoregio, una cittadina italiana, nel Lazio, che ne custodisce con venerazione la memoria.

    Nato probabilmente nel 1217 e morto nel 1274, egli visse nel XIII secolo, un’epoca in cui la fede cristiana, penetrata profondamente nella cultura e nella società dell’Europa, ispirò imperiture opere nel campo della letteratura, delle arti visive, della filosofia e della teologia. Tra le grandi figure cristiane che contribuirono alla composizione di questa armonia tra fede e cultura si staglia appunto Bonaventura, uomo di azione e di contemplazione, di profonda pietà e di prudenza nel governo.

    Si chiamava Giovanni da Fidanza. Un episodio che accadde quando era ancora ragazzo segnò profondamente la sua vita, come egli stesso racconta. Era stato colpito da una grave malattia e neppure suo padre, che era medico, sperava ormai di salvarlo dalla morte. Sua madre, allora, ricorse all’intercessione di san Francesco d’Assisi, da poco canonizzato. E Giovanni guarì. La figura del Poverello di Assisi gli divenne ancora più familiare qualche anno dopo, quando si trovava a Parigi, dove si era recato per i suoi studi. Aveva ottenuto il diploma di Maestro d’Arti, che potremmo paragonare a quello di un prestigioso Liceo dei nostri tempi. A quel punto, come tanti giovani del passato e anche di oggi, Giovanni si pose una domanda cruciale: "Che cosa devo fare della mia vita?". Affascinato dalla testimonianza di fervore e radicalità evangelica dei Frati Minori, che erano giunti a Parigi nel 1219, Giovanni bussò alle porte del Convento francescano di quella città, e chiese di essere accolto nella grande famiglia dei discepoli di san Francesco. Molti anni dopo, egli spiegò le ragioni della sua scelta: in san Francesco e nel movimento da lui iniziato ravvisava l’azione di Cristo. Scriveva così in una lettera indirizzata ad un altro frate: "Confesso davanti a Dio che la ragione che mi ha fatto amare di più la vita del beato Francesco è che essa assomiglia agli inizi e alla crescita della Chiesa. La Chiesa cominciò con semplici pescatori, e si arricchì in seguito di dottori molto illustri e sapienti; la religione del beato Francesco non è stata stabilita dalla prudenza degli uomini, ma da Cristo" (Epistula de tribus quaestionibus ad magistrum innominatum, in Opere di San Bonaventura. Introduzione generale, Roma 1990, p. 29).

    Pertanto, intorno all’anno 1243 Giovanni vestì il saio francescano e assunse il nome di Bonaventura. Venne subito indirizzato agli studi, e frequentò la Facoltà di Teologia dell’Università di Parigi, seguendo un insieme di corsi molto impegnativi. Conseguì i vari titoli richiesti dalla carriera accademica, quelli di "baccelliere biblico" e di "baccelliere sentenziario". Così Bonaventura studiò a fondo la Sacra Scrittura, le Sentenze di Pietro Lombardo, il manuale di teologia di quel tempo, e i più importanti autori di teologia e, a contatto con i maestri e gli studenti che affluivano a Parigi da tutta l’Europa, maturò una propria riflessione personale e una sensibilità spirituale di grande valore che, nel corso degli anni successivi, seppe trasfondere nelle sue opere e nei suoi sermoni, diventando così uno dei teologi più importanti della storia della Chiesa. È significativo ricordare il titolo della tesi che egli difese per essere abilitato all’insegnamento della teologia, la licentia ubique docendi, come si diceva allora. La sua dissertazione aveva come titolo Questioni sulla conoscenza di Cristo. Questo argomento mostra il ruolo centrale che Cristo ebbe sempre nella vita e nell’insegnamento di Bonaventura. Possiamo dire senz’altro che tutto il suo pensiero fu profondamente cristocentrico.

    In quegli anni a Parigi, la città di adozione di Bonaventura, divampava una violenta polemica contro i Frati Minori di san Francesco d’Assisi e i Frati Predicatori di san Domenico di Guzman. Si contestava il loro diritto di insegnare nell’Università, e si metteva in dubbio persino l’autenticità della loro vita consacrata. Certamente, i cambiamenti introdotti dagli Ordini Mendicanti nel modo di intendere la vita religiosa, di cui ho parlato nelle catechesi precedenti, erano talmente innovativi che non tutti riuscivano a comprenderli. Si aggiungevano poi, come qualche volta accade anche tra persone sinceramente religiose, motivi di debolezza umana, come l’invidia e la gelosia. Bonaventura, anche se circondato dall’opposizione degli altri maestri universitari, aveva già iniziato a insegnare presso la cattedra di teologia dei Francescani e, per rispondere a chi contestava gli Ordini Mendicanti, compose uno scritto intitolato La perfezione evangelica. In questo scritto dimostra come gli Ordini Mendicanti, in specie i Frati Minori, praticando i voti di povertà, di castità e di obbedienza, seguivano i consigli del Vangelo stesso. Al di là di queste circostanze storiche, l’insegnamento fornito da Bonaventura in questa sua opera e nella sua vita rimane sempre attuale: la Chiesa è resa più luminosa e bella dalla fedeltà alla vocazione di quei suoi figli e di quelle sue figlie che non solo mettono in pratica i precetti evangelici ma, per la grazia di Dio, sono chiamati ad osservarne i consigli e testimoniano così, con il loro stile di vita povero, casto e obbediente, che il Vangelo è sorgente di gioia e di perfezione.

    Il conflitto fu acquietato, almeno per un certo tempo, e, per intervento personale del Papa Alessandro IV, nel 1257, Bonaventura fu riconosciuto ufficialmente come dottore e maestro dell’Università parigina. Tuttavia egli dovette rinunciare a questo prestigioso incarico, perché in quello stesso anno il Capitolo generale dell’Ordine lo elesse Ministro generale.

    Svolse questo incarico per diciassette anni con saggezza e dedizione, visitando le province, scrivendo ai fratelli, intervenendo talvolta con una certa severità per eliminare abusi. Quando Bonaventura iniziò questo servizio, l’Ordine dei Frati Minori si era sviluppato in modo prodigioso: erano più di 30.000 i Frati sparsi in tutto l’Occidente con presenze missionarie nell’Africa del Nord, in Medio Oriente, e anche a Pechino. Occorreva consolidare questa espansione e soprattutto conferirle, in piena fedeltà al carisma di Francesco, unità di azione e di spirito. Infatti, tra i seguaci del santo di Assisi si registravano diversi modi di interpretarne il messaggio ed esisteva realmente il rischio di una frattura interna. Per evitare questo pericolo, il Capitolo generale dell’Ordine a Narbona, nel 1260, accettò e ratificò un testo proposto da Bonaventura, in cui si raccoglievano e si unificavano le norme che regolavano la vita quotidiana dei Frati minori. Bonaventura intuiva, tuttavia, che le disposizioni legislative, per quanto ispirate a saggezza e moderazione, non erano sufficienti ad assicurare la comunione dello spirito e dei cuori. Bisognava condividere gli stessi ideali e le stesse motivazioni. Per questo motivo, Bonaventura volle presentare l’autentico carisma di Francesco, la sua vita ed il suo insegnamento. Raccolse, perciò, con grande zelo documenti riguardanti il Poverello e ascoltò con attenzione i ricordi di coloro che avevano conosciuto direttamente Francesco. Ne nacque una biografia, storicamente ben fondata, del santo di Assisi, intitolata Legenda Maior, redatta anche in forma più succinta, e chiamata perciò Legenda minor. La parola latina, a differenza di quella italiana, non indica un frutto della fantasia, ma, al contrario, "Legenda" significa un testo autorevole, "da leggersi" ufficialmente. Infatti, il Capitolo generale dei Frati Minori del 1263, riunitosi a Pisa, riconobbe nella biografia di san Bonaventura il ritratto più fedele del Fondatore e questa divenne, così, la biografia ufficiale del Santo.

    Qual è l’immagine di san Francesco che emerge dal cuore e dalla penna del suo figlio devoto e successore, san Bonaventura? Il punto essenziale: Francesco è un alter Christus, un uomo che ha cercato appassionatamente Cristo. Nell’amore che spinge all’imitazione, egli si è conformato interamente a Lui. Bonaventura additava questo ideale vivo a tutti i seguaci di Francesco. Questo ideale, valido per ogni cristiano, ieri, oggi, sempre, è stato indicato come programma anche per la Chiesa del Terzo Millennio dal mio Predecessore, il Venerabile Giovanni Paolo II. Tale programma, egli scriveva nella Lettera Tertio Millennio ineunte, si incentra "in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste" (n. 29).

    Nel 1273 la vita di san Bonaventura conobbe un altro cambiamento. Il Papa Gregorio X lo volle consacrare Vescovo e nominare Cardinale. Gli chiese anche di preparare un importantissimo evento ecclesiale: il II Concilio Ecumenico di Lione, che aveva come scopo il ristabilmento della comunione tra la Chiesa Latina e quella Greca. Egli si dedicò a questo compito con diligenza, ma non riuscì a vedere la conclusione di quell’assise ecumenica, perché morì durante il suo svolgimento. Un anonimo notaio pontificio compose un elogio di Bonaventura, che ci offre un ritratto conclusivo di questo grande santo ed eccellente teologo: "Uomo buono, affabile, pio e misericordioso, colmo di virtù, amato da Dio e dagli uomini... Dio infatti gli aveva donato una tale grazia, che tutti coloro che lo vedevano erano pervasi da un amore che il cuore non poteva celare" (cfr J.G. Bougerol, Bonaventura, in A. Vauchez (a cura), Storia dei santi e della santità cristiana. Vol. VI. L’epoca del rinnovamento evangelico, Milano 1991, p. 91).

    Raccogliamo l’eredità di questo santo Dottore della Chiesa, che ci ricorda il senso della nostra vita con le seguenti parole: "Sulla terra… possiamo contemplare l’immensità divina mediante il ragionamento e l’ammirazione; nella patria celeste, invece, mediante la visione, quando saremo fatti simili a Dio, e mediante l’estasi ... entreremo nel gaudio di Dio" (La conoscenza di Cristo, q. 6, conclusione, in Opere di San Bonaventura. Opuscoli Teologici /1, Roma 1993, p. 187).



    SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Sintesi della catechesi in lingua francese

    Chers Frères et Sœurs,

    Saint Bonaventure a vécu au treizième siècle. Homme d’action et de contemplation, de profonde piété et de prudence, il a contribué à former l’harmonie entre la foi et la culture. Étudiant à Paris, il fut fasciné par la ferveur et la radicalité évangélique des Frères Mineurs, il demanda à entrer dans la famille des disciples de saint François. Puis, il poursuivit ses études à la faculté de théologie de l’Université de Paris, et il devint l’un des plus importants théologiens de l’histoire de l’Église. Toute sa pensée fut profondément christologique. Dans un écrit intitulé La perfection évangélique, il montra que l’Église est rendue plus belle par la fidélité de ses fils et de ses filles qui, par la grâce de Dieu, sont appelés à observer les conseils évangéliques et à témoigner ainsi que l’Évangile est source de joie et de perfection. Lorsque Bonaventure fut élu Ministre Général, l’Ordre des Frères Mineurs comptait 30.000 membres, répartis dans tout l’Occident. Pour en assurer la communion, il présenta l’authentique charisme de François et son enseignement dans une biographie où nous trouvons le portrait le plus fidèle du saint Fondateur. Pour Bonaventure, François est un homme qui a cherché passionnément le Christ et qui s’est entièrement conformé à lui. Puisse cet idéal être aussi un programme pour l’Église du troisième millénaire et pour chaque chrétien !

    Je suis heureux de vous accueillir chers pèlerins de langue française, en particulier le groupe ‘Chrétiens en grandes écoles’, de Paris et les servants d’autel, de Versailles. Que ce temps du Carême soit pour vous tous une occasion de rechercher le véritable visage du Christ, pour lui conformer votre existence ! Que Dieu vous bénisse !


    ○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

    Dear Brothers and Sisters,

    In our catecheses on the Christian culture of the Middle Ages, we now turn to Saint Bonaventure, an early follower of Saint Francis of Assisi and a distinguished theologian and teacher in the University of Paris. There Bonaventure was called upon to defend the new mendicant orders, the Franciscans and the Dominicans, in the controversies which questioned the authenticity of their religious charism. The Friars, he argued, represent a true form of religious life, one which imitates Christ by practising the evangelical counsels of poverty, chastity and obedience. Elected Minister General of the Friars Minor, he served in this capacity for seventeen years, at a time of immense expansion accompanied by controversies about the genuine nature of the Franciscan charism. His wisdom and moderation inspired the adoption of a rule of life, and his biography of Francis, which presented the Founder as alter Christus, a passionate follower of Christ, was to prove most influential in consolidating the charism of the Franciscan Order. Named a Bishop and Cardinal, Bonaventure died during the Council of Lyons. His writings still inspire us by their wisdom penetrated by deep love of Christ and mystical yearning for the vision of God and the joy of our heavenly homeland.

    I welcome the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from Nigeria, Japan and the United States. To the pilgrims from Sophia University in Tokyo I offer my prayerful good wishes that the coming centenary of your University will strengthen your service to the pursuit of truth and your witness to the harmony of faith and reason. Upon you and your families I invoke God’s abundant blessings!


    ○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca

    Liebe Brüder und Schwestern!

    Wenn ich bei der heutigen Katechese über den hl. Bonaventura spreche, tue ich es nicht ohne eine gewisse Nostalgie. Denn dieser Heilige ist mir im Studium und zu Beginn meiner wissenschaftlichen Tätigkeit ein Vorbild und ein Begleiter geworden, dem ich Wesentliches für meine geistliche Prägung verdanke. Bonaventura wurde um 1217 in Bagnoregio etwa 80 km nördlich von Rom geboren. Seine Lebenszeit fällt mitten in jenes 13. Jahrhundert, das sich durch eine große Blüte des Glaubens, des Wissens und der Kultur auszeichnete. Schon früh wurde Bonaventura, der mit weltlichem Namen Giovanni Fidanza hieß, von der Gestalt des hl. Franz von Assisi berührt, den er persönlich allerdings nicht mehr erlebt hat. Bonaventura erzählt, daß er als Kind schwer erkrankte. Keiner konnte ihm helfen. Sein Vater, der Arzt war, hatte ihn schon aufgegeben. Da rief die Mutter in ihrer Not den gerade heiliggesprochenen Franziskus an, und der Knabe wurde wieder gesund. Er ging dann nach Paris zum Studium und begegnete dort den Franziskanerbrüdern, die auch als Professoren an der Universität wirkten. Er war von ihrem Glaubenseifer und vor allem von ihrer Bedürfnislosigkeit so fasziniert, daß er selbst in diesen Orden eintrat. Im Laufe seines Lebens hatte er hohe Ämter inne, er wurde zuerst selbst Professor in Paris, dann Generalminister seines Ordens und schließlich Kardinal. Aber bei allem blieb er dem Armutsideal seines Ordens verpflichtet. Die Leuchtkraft der Kirche, das war seine tiefe Überzeugung, gründet in der Berufungstreue gerade jener Söhne und Töchter, die nicht nur die Gebote Gottes in die Tat umsetzen, sondern die darüber hinausgehenden Ratschläge, die uns das Evangelium gibt, und durch ein Leben in Armut, Keuschheit und Gehorsam dafür Zeugnis ablegen, daß das Evangelium uns Quelle erfüllten Lebens und einer bleibenden inneren Freude ist. Als bedeutender Theologe nahm Bonaventura an den Vorbereitungen zum 2. Konzil von Lyon teil, dessen Ziel die Versöhnung zwischen griechischer und lateinischer Kirche, also der Ökumenismus in den damaligen Maßstäben war. Er konnte die Union noch erleben, die allerdings nicht haltbar war, ist aber 1274 während des Konzils gestorben.

    Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Christus, das lernen wir von Bonaventura, gilt es immer mehr kennenzulernen, zu lieben und dann auch nachzuahmen. So finden wir die Mitte unseres Lebens und können der Geschichte in positiver Weise Gestalt geben. Dazu schenke uns allen Gott seine Gnade.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

    Queridos hermanos y hermanas:

    En la catequesis de hoy quiero detenerme en la figura de San Buenaventura, que me es especialmente grata por los estudios que realicé sobre él durante mi juventud. Nació en Bagnoregio, en el Lacio, en mil doscientos diecisiete, recibiendo el nombre de Juan. Siendo muy joven, una grave enfermedad lo conduce a las puertas de la muerte. Su madre lo encomendó a San Francisco de Asís, y Juan sanó. Este hecho marcará toda su vida.

    Durante su época de formación en París, decide ingresar en un convento franciscano y toma el nombre de Buenaventura. En los primeros años de vida religiosa amplió sus estudios, destacando por su conocimiento de la Sagrada Escritura, de las Sentencias de Pedro Lombardo y de los más importantes teólogos de la época. Se dedicó durante un tiempo a la enseñanza en la universidad parisina, pero tuvo que renunciar porque fue elegido Ministro General de su Orden. Se entregó en cuerpo y alma a esta labor, intentando aunar las diversas concepciones que existían entre los miles de hermanos sobre el carisma franciscano. Para ello escribió la Legenda Maior, que es reconocida como la biografía más documentada de San Francisco de Asís.

    Casi al final de su vida, el Papa Gregorio X lo consagra Obispo y lo nombra Cardenal, encargándole la preparación del Concilio de Lión, que trataría sobre la reunificación de la Iglesia Latina y Griega. Buenaventura murió durante su celebración, a la edad de cincuenta y siete años.

    Saludo a los fieles de lengua española, en particular a las Religiosas Franciscanas de Madrid, a los jóvenes provenientes de Valencia, Granada y Madrid, a los miembros de la Asociación Católica de Propagandistas, así como a los grupos venidos de España y Latinoamérica. Recojamos la herencia de este Santo Doctor de la Iglesia, hombre de acción y contemplación, de profunda piedad y de gran prudencia en el gobierno, que con su ejemplo nos recuerda la centralidad del Evangelio en la vida del cristiano. Muchas gracias.


    ○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese

    Queridos irmãos e irmãs,

    «Na terra, podemos contemplar a imensidão divina através da razão e do assombro; já na pátria celeste –onde seremos semelhantes a Deus - por meio da visão e do êxtase, entraremos na alegria de Deus»: são palavras de São Boaventura, importante personagem franciscano do século XIII, que foi objeto das minhas pesquisas de jovem estudante. Curado na juventude de uma grave doença, pela intercessão de São Francisco de Assis, Boaventura decide fazer-se franciscano. Depois de um breve período como professor, foi eleito Ministro Geral dos Frades Menores, procurando garantir a fidelidade da Ordem ao carisma do Santo Fundador através de visitas às províncias e com escritos. Ensinava: «A Igreja se faz mais luminosa e bela com a fidelidade à vocação daqueles seus filhos e filhas que testemunham, com o seu estilo de vida pobre, casto e obediente, que o Evangelho é fonte de alegria e perfeição». Nomeado Cardeal, recebe a missão de preparar o II Concílio Ecumênico de Lião, morrendo durante a sua realização.

    Acolho cordialmente todos os peregrinos de língua portuguesa que vieram à Roma encontrar o Sucessor de Pedro: que a perseverança na prática das boas obras possa vos conduzir sempre mais à união com Jesus Cristo. Desça a Sua Bênção sobre cada um de vós e vossas famílias.



    SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE


    ○ Saluto in lingua polacca

    Pozdrawiam serdecznie obecnych tu Polaków. Prezentując podczas audiencji sylwetki tych, którzy kształtowali ducha chrześcijańskiej Europy, na zasadzie wyjątku pragnę wspomnieć dzisiaj osobę bliższego nam czasowo Fryderyka Chopina. W tych dniach obchodzimy dwustulecie jego urodzin, trwa Rok Chopinowski. Niech muzyka tego najwybitniejszego polskiego kompozytora, który wniósł wielki wkład w kulturę Europy i świata, zbliża jej słuchaczy do Boga i pomaga w odkrywaniu głębi ludzkiego ducha. Wszystkim z serca błogosławię.

    [Saluto cordialmente tutti i polacchi giunti per quest’udienza. Mentre presento durante le udienze le figure di coloro che hanno formato lo spirito dell’Europa cristiana, facendo un’eccezione vorrei ricordare oggi la persona di Fryderyk Chopin che ha vissuto in tempi non molto lontani. In questi giorni viene celebrato il bicentenario della sua nascita, ed è in corso l’Anno di Chopin. La musica di questo famosissimo compositore polacco, che ha portato grande contributo alla cultura dell’Europa e del mondo, avvicini a Dio coloro che l’ascoltano e aiuti a scoprire la profondità dello spirito dell’uomo. Tutti benedico di cuore.]


    ○ Saluto in lingua ungherese

    Isten hozta a magyar zarándokokat, különösen is azokat, akik Szombathelyről érkeztek. A nagyböjti időszak legyen a személyes megtérés és a lelki megújulás ideje, hogy örömmel követhessétek Krisztust mind szavaitokban, mind a jócselekedetekben. Ehhez kérem Számotokra a Mindenható Isten áldását. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

    [Do il benvenuto ai pellegrini di lingua ungherese, specialmente al gruppo di Szombathely. Il tempo quaresimale vi conduca alla conversione personale ed al rinnovo spirituale affinché possiate seguire con gioia Cristo con le parole e le opere di carità. Volentieri imploro la benedizione dell'Onnipotente su tutti voi. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua croata

    S velikom radošću pozdravljam i blagoslivljam sve hodočasnike iz Hrvatske, a na poseban način osobe s invaliditetom. Dragi prijatelji, promatrajući ovih dana Kristovo predanje u volju Očevu i žrtvu po kojoj smo spašeni, prepoznajmo kako nas je ljubio i zahvalimo mu živeći sveto. Hvaljen Isus i Marija!

    [Con grande gioia saluto e benedico i pellegrini provenienti dalla Croazia, e in modo particolare tutte le persone segnate da invalidità fisica. Cari amici, contemplando in questi giorni l’abbandono di Cristo alla volontà del Padre e il sacrificio per il quale siamo stati salvati, prendiamo coscienza di come Egli ci ha amato e ringraziamoLo vivendo santamente. Siano lodati Gesù e Maria!]


    ○ Saluto in lingua ceca

    Srdečně vítám skupinu kněží a mladých ministrantů z Prahy a okolí, kteří konají pouť do Říma, aby zde prosili za nová kněžská povolání. Rád žehnám vám i vašim drahým! Chvála Kristu!

    [Un cordiale benvenuto al gruppo di Sacerdoti e di giovani ministranti che sono venuti a Roma in pellegrinaggio con il proposito di pregare per le nuove vocazioni sacerdotali! Volentieri benedico voi e i vostri cari! Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua slovacca

    Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Bratislavy, ako aj Bratislavský chlapčenský zbor. Milí mladí, bratia a sestry, Pôstna doba nás pozýva na obrátenie cez počúvanie Božieho Slova, modlitbu a konanie skutkov milosrdenstva. Na také prežívanie Pôstu vám rád žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti da Bratislava, come pure il Coro dei ragazzi di Bratislava. Cari giovani, fratelli e sorelle, il Tempo della Quaresima ci invita alla conversione per mezzo dell’ascolto della Parola di Dio, della preghiera e dell’esercizio delle opere di misericordia. Vi accompagno con la mia Benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]


    ○ Saluto in lingua italiana

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti all’Incontro della Pastorale degli Zingari ed auspico che le Chiese locali sappiano operare insieme per un impegno sempre più efficace in favore degli Zingari. Saluto le Suore Missionarie dell’Apostolato Cattolico – Pallottine, che celebrano in questi giorni il loro Capitolo Generale ed assicuro la mia preghiera affinchè questo importante evento susciti nell’intero Istituto un rinnovato ardore apostolico. Saluto i pellegrini provenienti dal Santuario della Madonna dei Miracoli in Motta di Livenza e li incoraggio a coltivare una sempre più autentica devozione mariana. Saluto con particolare affetto i fedeli di Dugenta, Frasso Telesino, Limatola e Melizzano, terre dei Gambacorta, qui convenuti con i rispettivi Sindaci. Cari amici, vi ringrazio della vostra presenza ed auspico che la riscoperta delle comuni radici suscitino generose collaborazioni per la crescita del bene comune.

    Saluto, infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. Cari giovani, preparatevi ad affrontare le importanti tappe della vita, fondando ogni vostro progetto sulla fedeltà a Dio e ai fratelli. Cari malati, offrire le vostre sofferenze al Padre celeste in unione a quelle di Cristo, per contribuire alla costruzione del Regno di Dio. E voi, cari sposi novelli, sappiate quotidianamente edificare la vostra famiglia nell'ascolto di Dio, nel fedele e reciproco amore.

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    LE UDIENZE

    Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Udienza:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Uganda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. Cyprian Kizito Lwanga, Arcivescovo di Kampala

    con il Vescovo Ausiliare:

    S.E. Mons. Christopher Kakooza, Vescovo tu. di Case di Numidia

    e con l'Arcivescovo emerito:

    Em.mo Card. Emmanuel Wamala;

    S.E. Mons. Paul Ssemogerere, Vescovo di Kasana-Luweero;

    S.E. Mons. Joseph Anthony Zziwa, Vescovo di Kiyinda-Mityana;

    S.E. Mons. Matthias Ssekamanya, Vescovo di Lugazi;

    S.E. Mons. John Baptist Kaggwa, Vescovo di Masaka;

    S.E. Mons. Paul K. Bakyenga, Arcivescovo di Mbarara;

    S.E. Mons. Lambert Bainomugisha,Vescovo tit. di Tacia montana; Ausilare di Mbarara, Amministratore Apostolico di Hoima.

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    S.E. il Signor Francisco A. Soler, Ambasciatore di El Salvador, in visita di congedo.







    RINUNCE E NOMINE



    RINUNCIA DELL’AUSILIARE DELL’ARCIDIOCESI DI VILNIUS (LITUANIA)

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare dell’arcidiocesi di Vilnius (Lituania), presentata da S.E. Mons. Juozas Tunaitis, in conformità ai canoni 411 e 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.



    NOMINA DI MEMBRI DEL PONTIFICIO COMITATO PER I CONGRESSI EUCARISTICI INTERNAZIONALI

    Il Papa ha nominato Membri del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali gli Em.mi Cardinali: Peter Kodwo Appiah TURKSON, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e Antonio CAÑIZARES LLOVERA, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; i Reverendi Padri: Wojciech GIERTYCH, O.P., Teologo della Casa Pontificia, e Theodore MASCARENHAS, S.F.X., della Società dei Missionari di S. Francesco Saverio (Society of Pilar), Officiale presso il Pontificio Consiglio della Cultura.

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    00 05/03/2010 15:52
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Uganda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    S.E. Mons. Robert Muhiirwa, Vescovo di Fort Portal

    con il Vescovo Ausiliare:

    S.E. Mons. Joseph Mugenyi Sabiiti, Vescovo tit. di Massimiana di Numidia

    e con il Vescovo emerito:

    S.E. Mons. Paul L. Kalanda;

    S.E. Mons. Callistus Rubaramira, Vescovo di Kabale;

    S.E. Mons. Egidio Nkaijanabwo, Vescovo di Kasese;

    S.E. Mons. Denis Kiwanuka Lote, Arcivescovo di Tororo

    con il Vescovo Ausiliare:

    S.E. Mons. Charles Martin Wamika, Vescovo tit. di Tacape.

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    Gruppo degli Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Uganda, in Visita "ad Limina Apostgolorum".

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    00 05/03/2010 15:53
    VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI UGANDA

    Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Vescovi della Conferenza Episcopale di Uganda, ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum".

    Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge loro:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Your Eminence,

    Dear Brother Bishops,

    I am pleased to greet you, the Bishops of Uganda, on your Ad Limina visit to the tombs of the Apostles Peter and Paul. I thank Bishop Ssekamanya for the gracious sentiments of communion with the Successor of Peter which he expressed on your behalf. I willingly reciprocate and assure you of my prayers and affection for you and for the People of God entrusted to your care. In a particular way my thoughts go to those who have been affected by the recent landslides in the Bududa region of your country. I offer prayers to Almighty God, the Father of all mercies, that he may grant eternal rest to the souls of the deceased, and give strength and hope to all who are suffering the consequences of this tragic event.

    The recently celebrated Second Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops was memorable in its call for renewed efforts in the service of a more profound evangelization of your continent (cf. Message to the People of God, 15). The power of the word of God and the knowledge and love of Jesus cannot but transform people’s lives by changing for the better the way they think and act. In the light of the Gospel message, you are aware of the need to encourage the Catholics of Uganda to appreciate fully the sacrament of marriage in its unity and indissolubility, and the sacred right to life. I urge you to help them, priests as well as the lay faithful, to resist the seduction of a materialistic culture of individualism which has taken root in so many countries. Continue to call for lasting peace based on justice, generosity towards those in need and a spirit of dialogue and reconciliation. While promoting true ecumenism, be especially close to those who are more vulnerable to the advances of sects. Guide them to reject superficial sentiments and a preaching that would empty the cross of Christ of its power (cf. 1 Cor 1:17); in this way you will continue, as responsible Pastors, to keep them and their children faithful to the Church of Christ. In this regard I am pleased to learn that your people find spiritual consolation in popular forms of evangelization such as the organized pilgrimages to the Shrine of the Ugandan Martyrs at Namugongo, where the active pastoral presence of Bishops and numerous priests guides the piety of the pilgrims towards renewal as individuals and communities. Continue to sustain all who with generous hearts assist displaced persons and orphans from war-torn areas. Encourage those who care for people afflicted by poverty, Aids and other diseases, teaching them to see in those whom they serve the suffering face of Jesus (cf. Mt 25:40).

    Renewed evangelization gives rise in turn to a deeper Catholic culture which takes root in the family. From your Quinquennial Reports I am aware that programmes of education in parishes, schools and associations, and your own interventions on topics of common interest, are indeed spreading a stronger Catholic culture. Great good can come from well-prepared lay people who are active in the media, in politics and culture. Courses for their adequate formation, especially in Catholic Social Doctrine, should be provided, taking advantage of resources at Uganda Martyrs University or other institutions. Encourage them to be active and outspoken in the service of what is just and noble. In this way, society as a whole will benefit from trained and zealous Christians who take up leadership roles in the service of the common good. Ecclesial movements also deserve your support for their positive contribution to the life of the Church in many sectors.

    Bishops, as the first agents of evangelization, are called to bear clear witness to the practical solidarity born of our communion in Christ. In a spirit of Christian charity Dioceses that enjoy more resources, both materially and spiritually, should assist those that have less. At the same time, all communities have a duty to strive for self-sufficiency. It is important that your people develop a sense of responsibility towards themselves, their community and their Church, and become more deeply imbued with a Catholic spirit of sensitivity to the needs of the universal Church.

    Your priests, as committed ministers of evangelization, already benefit greatly from your fatherly concern and guidance. In this Year for Priests offer them your assistance, your example and your clear teaching. Exhort them to prayer and vigilance, especially with regard to self-centred, worldly or political ambitions, or excessive attachment to family or ethnic group. Continue promoting vocations, providing for due discernment of candidates and for their proper motivation and formation, especially their spiritual formation. Priests must be men of God, capable of guiding others, through wise counsel and example, in the Lord’s ways.

    Religious men and women in Uganda are called to be an example and a source of encouragement to the whole Church. By your advice and prayers, assist them as they strive for the goal of perfect charity and bear witness to the Kingdom. Priests and religious require constant support in their lives of celibacy and consecrated virginity. By your own example, teach them of the beauty of this way of life, of the spiritual fatherhood and motherhood with which they can enrich and deepen the love of the faithful for the Creator and Giver of all good gifts. Your catechists likewise are a great resource. Continue to be attentive to their needs and formation, and place before them, for their encouragement, the example of martyrs such as Blessed Daudi Okello and Blessed Jildo Irwa.

    Dear Brother Bishops, with the Apostle Paul, I exhort you: "always be steady, endure suffering, do the work of an evangelist, fulfil your ministry" (2 Tim 4:5). In the Blessed Ugandan Martyrs you and your people have models of great courage and endurance in suffering. Count on their prayers and strive always to be worthy of their legacy. Commending you and those entrusted to your pastoral care to the loving protection of Mary, Mother of the Church, I affectionately impart to all of you my Apostolic Blessing.

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    00 06/03/2010 00:13
    Discorso del Papa ai Vescovi dell'Uganda in visita “ad limina”
    Sostegno a quanti si prendono cura di profughi, orfani e malati di Aids



    CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 5 marzo 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questo venerdì da Benedetto XVI nel ricevere in udienza i Vescovi dell'Uganda, in occasione della loro visita “ad limina Apostolorum”.

    * * *

    Eminenza,

    Cari Fratelli Vescovi,

    sono lieto di salutarvi, Vescovi dell'Uganda, in occasione della vostra visita ad limina sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. Ringrazio il Vescovo Ssekamanya per i sentimenti affettuosi di comunione con il Successore di Pietro che ha espresso a vostro nome. Li ricambio volentieri e vi assicuro delle mie preghiere e del mio affetto per voi e per il Popolo di Dio affidato alla vostra sollecitudine. In particolar modo, rivolgo i miei pensieri a quanti sono stati colpiti dalle recenti frane nella regione Bududa del vostro Paese. Prego Dio Onnipotente, Padre di ogni misericordia, affinché possa concedere l'eterno riposo alle anime dei defunti e forza e speranza a tutti coloro che soffrono per le conseguenze di questo evento tragico.

    La seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, di recente celebrazione, è stata memorabile per la sua esortazione a compiere rinnovati sforzi al servizio di una più profonda evangelizzazione nel vostro continente (cfr. Messaggio al Popolo di Dio, n. 15). La forza della parola di Dio e la conoscenza e l'amore di Gesù non possono che trasformare la vita delle persone, migliorando il loro modo di pensare e di agire. Alla luce del messaggio evangelico, siete consapevoli della necessità di incoraggiare i cattolici dell'Uganda ad apprezzare pienamente il sacramento del matrimonio nella sua unità e indissolubilità e il diritto sacro alla vita. Vi raccomando di aiutare sacerdoti e laici a resistere alla seduzione della cultura materialistica dell'individualismo che ha messo radici in così tanti Paesi. Continuate a esortare a una pace duratura, basata sulla giustizia e sulla generosità verso i bisognosi, in uno spirito di dialogo e riconciliazione. Promuovendo un ecumenismo autentico, siate vicini in particolare a quanti sono più vulnerabili alla diffusione delle sette. Spingeteli a rifiutare sentimenti superficiali e una predicazione che renderebbe vana la croce di Cristo (cfr. 1 Cor 1, 17). In questo modo, continuerete, come Pastori responsabili, a mantenere loro e i loro figli fedeli alla Chiesa di Cristo. A questo proposito, sono lieto di apprendere che il vostro popolo trova conforto spirituale in forme popolari di evangelizzazione come i pellegrinaggi organizzati al Santuario dei Martiri ugandesi a Namugongo, dove l'attiva presenza pastorale dei Vescovi e di numerosi sacerdoti guida la pietà dei pellegrini verso un rinnovamento come individui e comunità. Continuate a sostenere tutti coloro che, con cuore generoso, si prendono cura dei profughi e degli orfani delle zone lacerate dalla guerra. Incoraggiate quanti assistono le persone afflitte dalla povertà, dall'Aids e da altre malattie, insegnando loro a vedere in chi servono il volto sofferente di Gesù (cfr. Mt 25, 40).

    Un'evangelizzazione rinnovata crea a sua volta una cultura cattolica più profonda che si radica nella famiglia. Grazie ai vostri resoconti quinquennali so che i programmi educativi nelle parrocchie, nelle scuole e nelle associazioni e i vostri interventi su materie di interesse comune, di fatto, stanno diffondendo una cultura cattolica più forte. Un grande bene può derivare da laici ben preparati e attivi nei mezzi di comunicazione sociale, nella politica e nella cultura. Dovrebbero essere offerti corsi per una formazione adeguata, in particolare nella dottrina sociale cattolica, avvalendosi delle risorse dell'Università dei Martiri ugandesi o di altre istituzioni. Incoraggiateli a essere attivi ed espliciti al servizio di ciò che è nobile e giusto. In questo modo, tutta la società beneficerà di cristiani ferventi e ben preparati, che assumeranno ruoli guida al servizio del bene comune. Anche i movimenti ecclesiali meritano il vostro sostegno per il loro contributo positivo alla vita della Chiesa in molti settori.

    I Vescovi, quali primi agenti di evangelizzazione, sono chiamati a rendere testimonianza della solidarietà concreta scaturita dalla nostra comunione con Cristo. In spirito di carità cristiana, le Diocesi che hanno maggiori risorse, sia materialmente sia spiritualmente, dovrebbero assistere quanti hanno di meno. Nello stesso tempo, tutte le comunità hanno il dovere di adoperarsi per l'autosufficienza. È importante che il vostro popolo sviluppi un senso di responsabilità verso di sé, verso la sua comunità e la sua Chiesa, e approfondisca ulteriormente uno spirito cattolico di sensibilità verso le necessità della Chiesa universale.

    I vostri sacerdoti, come devoti ministri di evangelizzazione, già beneficiano grandemente della vostra sollecitudine e della vostra guida fraterne. In questo Anno Sacerdotale offrite loro il vostro aiuto, il vostro esempio e il vostro chiaro insegnamento. Esortateli alla preghiera e alla vigilanza, in particolare a proposito di ambizioni egoistiche, materiali o politiche, o di un attaccamento eccessivo alla famiglia o al gruppo etnico. Continuate a promuovere le vocazioni, provvedendo al necessario discernimento dei candidati e delle loro motivazioni, e alla loro formazione, in particolare alla formazione spirituale. I sacerdoti devono essere uomini di Dio, in grado di guidare gli altri lungo le vie del Signore attraverso l'esempio e sagge raccomandazioni.

    In Uganda, i religiosi, uomini e donne, sono chiamati a essere esempio e fonte di incoraggiamento per tutta la Chiesa. Con i vostri consigli e le vostre preghiere assisteteli mentre si adoperano per raggiungere lo scopo della perfetta carità e per rendere testimonianza del Regno.

    Sacerdoti e religiosi richiedono un sostegno costante nella loro vita di celibato e di verginità consacrata. Con il vostro esempio insegnate loro la bellezza di questo stile di vita, della paternità e della maternità spirituali con cui possono arricchire e rendere più profondo l'amore dei fedeli per il Creatore e datore di ogni bene. Anche i vostri catechisti sono una grande risorsa. Continuate a prestare attenzione alle loro necessità e alla loro formazione, e, per incoraggiarli, portate loro l'esempio di martiri quali il beato Daudi Okello e il beato Jildo Irwa.

    Cari fratelli Vescovi, con l'Apostolo Paolo, vi esorto: «Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero» (2 Tm 4, 5). I Martiri ugandesi sono per voi e per il vostro popolo modelli di grande coraggio e sopportazione nella sofferenza. Contate sulle loro preghiere e lottate sempre per essere degni della loro eredità. Affidando voi e quanti sono a loro volta affidati alla vostra sollecitudine pastorale alla protezione amorevole di Maria, Madre della Chiesa, vi imparto la mia Benedizione Apostolica.



    [Traduzione dal testo originale in inglese a cura de “L'Osservatore Romano”]

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    00 06/03/2010 15:26
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

    Em.mo Card. Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi;

    S.E. Mons. Joseph B. Willigers, M.H.M.,Vescovo emerito di Jinja (Uganda), in Visita "ad Limina Apostolorum";

    S.E. Mons. Giuseppe Filippi, Vescovo di Kotido (Uganda), in Visita "ad Limina Apostolorum".

    Il Papa riceve questa mattina in Udienza:

    Dirigenti, Personale e Volontari della Protezione Civile Nazionale Italiana.









    RINUNCE E NOMINE


    NOMINA DEL VESCOVO DI ALIFE-CAIAZZO (ITALIA)

    Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Alife-Caiazzo (Italia) il Rev.do Mons. Valentino Di Cerbo, del clero della diocesi di Roma, finora Capo Ufficio della Prima Sezione della Segreteria di Stato.

    Rev.do Mons. Valentino Di Cerbo

    Il Rev.do Mons. Valentino Di Cerbo è nato a Frasso Telesino (diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e provincia di Benevento), il 16 settembre 1943.

    Ha compiuto gli studi ginnasiali presso l’Istituto Salesiano di Caserta e quelli liceali presso il Pontificio Seminario Romano Minore. Come alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore ha compiuto gli studi filosofici e teologici, conseguendo i relativi gradi accademici presso la Pontificia Università Lateranense.

    È stato ordinato sacerdote il 30 marzo 1968 da S.E. Mons. Ilario Roatta, b.m., Vescovo di Sant’Agata de’ Goti, nella chiesa della "Madonna di Campanile", in Frasso Telesino (BN).

    Dal 1968 è incardinato nel clero della diocesi di Roma. Si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi "Federico II" di Napoli.

    Negli anni del suo ministero presbiterale a Roma ha svolto i seguenti incarichi: Assistente nel Pontificio Seminario Romano Maggiore dal 1968 al 1974; Vice-Parroco della parrocchia "S. Lucia" al Prenestino; Insegnante di Religione nelle scuole medie di Roma. Nel 1980 è stato nominato Direttore del Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi del Vicariato di Roma ed, in seguito, dell’Ufficio Catechistico Regionale del Lazio. Nel 1982 è stato nominato Cappellano di Sua Santità.

    Tra il 1980 e il 1991 è stato: Membro del Consiglio dell’Ufficio Catechistico nazionale; Membro del Comitato nazionale per il riconoscimento degli studi di scienze religiose e del Forum europeo per l’insegnamento della Religione cattolica; Direttore Amministrativo dell’Istituto di Scienze Religiose Ecclesia Mater e Direttore dell’Istituto Superiore "E. Caymari"; nel 1989 è stato Promotore dei gruppi di studio per l’insegnamento della religione cattolica nelle città europee; dal 1987 al 1991 è stato Rettore della Chiesa di "Sant’Eustachio" in Roma; dal 1991 al 1994 ha lavorato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana; da 1993 al 2007 ha tenuto i corsi di Catechesi e Inculturazione presso la Pontificia Università Urbaniana.

    Il 1° ottobre 1994 è stato nominato minutante della Prima Sezione della Segreteria di Stato e dal 2002 è Capo Ufficio della Sezione italiana. Dal 29 giugno 1997 è Prelato d’Onore di Sua Santità. Dal 1998 al 2002 è stato Rettore della Chiesa di "San Lorenzo degli Speziali" in Roma. Consigliere spirituale nelle équipes Notre Dame di Roma, Rettore della Chiesa della "Madonna di Campanile" in Frasso Telesino. Dal 2006 è Chierico Prelato della Camera Apostolica.

    Ha fondato e diretto alcune riviste di carattere pedagogico e catechetico; ha collaborato a periodici dello stesso genere. È autore di pubblicazioni e saggi di carattere storico e teologico.

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    00 06/03/2010 15:26
    UDIENZA AI DIRIGENTI, AL PERSONALE E AI VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE ITALIANA

    Alle ore 12.15 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i Dirigenti, il Personale e i Volontari della Protezione Civile Nazionale Italiana e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:


    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Cari amici,

    sono molto lieto di accogliervi e di rivolgere il mio cordiale benvenuto a ciascuno di voi. Saluto i Confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio e tutte le Autorità. Saluto il Dott. Guido Bertolaso, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Capo del Dipartimento della Protezione Civile, e lo ringrazio per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti e per tutto quello che fa per la società civile e per tutti noi. Saluto il Dott. Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presente a questo incontro. Rivolgo il mio affettuoso saluto ai numerosi volontari e volontarie e ai rappresentanti di alcune componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile.

    Questo incontro è stato preceduto da un gioioso momento di festa, allietato anche dalle esecuzioni musicali dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese. A tutti il mio grato pensiero. Avete voluto ripercorrere l’attività svolta dalla Protezione Civile negli ultimi dieci anni, sia in occasione di emergenze nazionali e internazionali, sia nell’attività di supporto a grandi e particolari avvenimenti. Come non ricordare, a tale proposito, gli interventi a favore dei terremotati di San Giuliano di Puglia e, soprattutto, dell’Abruzzo? Io stesso, visitando, nell’aprile scorso, Onna e l’Aquila, ho potuto constatare di persona con quanto impegno vi siete prodigati per assistere coloro che avevano perduto i propri cari e le abitazioni. Mi sembrano appropriate le parole che vi rivolsi in quella occasione: "Grazie di ciò che avete fatto e soprattutto dell’amore con cui l’avete fatto. Grazie dell’esempio che avete dato" (Discorso nell’incontro con i fedeli e il personale impiegato nei soccorsi, 28 aprile 2009). E come non pensare con ammirazione ai tanti volontari e volontarie che hanno garantito assistenza e sicurezza alla folla sterminata di giovani, e non solo, presente all’indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, o venuta a Roma per l’ultimo saluto al Papa Giovanni Paolo II?

    Cari volontari e volontarie della Protezione Civile: so che avete molto desiderato questo incontro; posso assicurarvi che questo era anche il mio vivo desiderio. Voi costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell’altruismo e nella generosità del popolo italiano. Il volontariato di Protezione Civile è divenuto un fenomeno nazionale, che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi e oggi comprende circa un milione e trecentomila membri, suddivisi in oltre tremila organizzazioni. Le finalità e i propositi della vostra associazione hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative, che hanno contribuito al formarsi di un’identità nazionale del volontariato di Protezione Civile, attenta ai bisogni primari della persona e del bene comune.

    I termini ‘protezione’ e ‘civile’ rappresentano delle precise coordinate ed esprimono in maniera profonda la vostra missione, direi la vostra ‘vocazione’: proteggere le persone e la loro dignità – beni centrali della società civile - nei casi tragici di calamità e di emergenza che minacciano la vita e la sicurezza di famiglie o di intere comunità. Tale missione non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, il quale rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove. Queste sono un’occasione di discernimento e non di disperazione. Offrono l’opportunità di formulare una nuova progettualità sociale, orientata maggiormente alla virtù e al bene di tutti.

    La duplice dimensione della protezione, che si esprime sia durante l’emergenza che dopo, è bene espressa dalla figura del buon Samaritano, tratteggiata dal Vangelo di Luca (cfr Lc 10,30-35). Questo personaggio ha dimostrato certamente carità, umiltà e coraggio assistendo il malcapitato nel momento del massimo bisogno. E questo quando tutti - alcuni per indifferenza, altri per durezza di cuore - girano lo sguardo dall’altra parte. Il buon Samaritano insegna, però, ad andare oltre l’emergenza e a predisporre, potremmo dire, il rientro nella normalità. Egli, infatti, fascia le ferite dell’uomo riverso a terra, ma poi si preoccupa di affidarlo all’albergatore affinché, superata l’emergenza, possa ristabilirsi.

    Come ci insegna la pagina evangelica, l’amore del prossimo non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo. Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est: "L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto. Sempre ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di necessità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore del prossimo" (n. 28). Esso richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario. Proprio per questo, i volontari non sono dei "tappabuchi" nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società. Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere.

    Cari amici! Il vostro impegno è un servizio reso alla dignità dell’uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26). Come ci ha mostrato l’episodio del buon Samaritano, ci sono sguardi che possono andare nel vuoto o addirittura nel disprezzo, ma vi sono anche sguardi che possono esprimere amore. Oltre che custodi del territorio, siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza. Quando una persona non si limita solo a compiere il proprio dovere nella professione e nella famiglia, ma s’impegna per gli altri, il suo cuore si dilata. Chi ama e serve gratuitamente l’altro come prossimo, vive ed agisce secondo il Vangelo e prende parte alla missione della Chiesa, che sempre guarda l’uomo intero e vuol fargli sentire l’amore di Dio.

    Cari volontari e volontarie, la Chiesa e il Papa sostengono il vostro prezioso servizio. La Vergine Maria, che va "in fretta" dalla cugina Elisabetta per aiutarla (cfr Lc 1,39), sia il vostro modello. Mentre vi affido all’intercessione del vostro patrono, san Pio da Pietrelcina, assicuro il mio ricordo nella preghiera e con affetto imparto a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.


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    00 07/03/2010 16:22
    VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN GIOVANNI DELLA CROCE

    Alle ore 9 di oggi - III Domenica di Quaresima - il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla parrocchia di San Giovanni della Croce a Colle Salario, nel settore nord della diocesi di Roma.
    Il Papa ha presieduto alla 9.30 la celebrazione della Santa Messa nel corso della quale, dopo la proclamazione del Vangelo, ha pronunciato la seguente omelia:


    OMELIA DEL SANTO PADRE

    Cari fratelli e sorelle!

    "Convertitevi, dice il Signore, il regno dei cieli è vicino" abbiamo proclamato prima del Vangelo di questa terza domenica di Quaresima, che ci presenta il tema fondamentale di questo ‘tempo forte’ dell'anno liturgico: l'invito alla conversione della nostra vita ed a compiere degne opere di penitenza. Gesù, come abbiamo ascoltato, evoca due episodi di cronaca: una repressione brutale della polizia romana all’interno del tempio (cfr Lc 13,1) e la tragedia dei diciotto morti per il crollo della torre di Siloe (v. 4). La gente interpreta questi fatti come una punizione divina per i peccati di quelle vittime, e, ritenendosi giusta, si crede al riparo da tali incidenti, pensando di non avere nulla da convertire nella propria vita. Ma Gesù denuncia questo atteggiamento come un’illusione: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo" (vv. 2-3). Ed invita a riflettere su quei fatti, per un maggiore impegno nel cammino di conversione, perché è proprio il chiudersi al Signore, il non percorrere la strada della conversione di se stessi, che porta alla morte, quella dell’anima. In Quaresima, ciascuno di noi è invitato da Dio a dare una svolta alla propria esistenza pensando e vivendo secondo il Vangelo, correggendo qualcosa nel proprio modo di pregare, di agire, di lavorare e nelle relazioni con gli altri. Gesù ci rivolge questo appello non con una severità fine a se stessa, ma proprio perché è preoccupato del nostro bene, della nostra felicità, della nostra salvezza. Da parte nostra, dobbiamo rispondergli con un sincero sforzo interiore, chiedendogli di farci capire in quali punti in particolare dobbiamo convertirci.

    La conclusione del brano evangelico riprende la prospettiva della misericordia, mostrando la necessità e l’urgenza del ritorno a Dio, di rinnovare la vita secondo Dio. Riferendosi ad un uso del suo tempo, Gesù presenta la parabola di un fico piantato in una vigna; questo fico, però, risulta sterile, non dà frutti (cfr Lc 13,6-9). Il dialogo che si sviluppa tra il padrone e il vignaiolo, manifesta, da una parte, la misericordia di Dio, che ha pazienza e lascia all’uomo, a tutti noi, un tempo per la conversione; e, dall’altra, la necessità di avviare subito il cambiamento interiore ed esteriore della vita per non perdere le occasioni che la misericordia di Dio ci offre per superare la nostra pigrizia spirituale e corrispondere all’amore di Dio con il nostro amore filiale.

    Anche San Paolo, nel brano che abbiamo ascoltato, ci esorta a non illuderci: non basta essere stati battezzati ed essere nutriti alla stessa mensa eucaristica, se non si vive come cristiani e non si è attenti ai segni del Signore (cfr 1 Cor 10,1-4).

    Carissimi Fratelli e Sorelle della Parrocchia di San Giovanni della Croce! Sono molto lieto di essere in mezzo a voi, oggi, per celebrare con voi il Giorno del Signore. Saluto cordialmente il Cardinale Vicario, il Vescovo Ausiliare del Settore, il vostro Parroco, don Enrico Gemma, che ringrazio per le belle parole rivoltemi a nome di tutti voi, e gli altri Sacerdoti che lo coadiuvano. Vorrei poi estendere il mio pensiero a tutti gli abitanti del quartiere, specialmente agli anziani, ai malati, alle persone sole e in difficoltà. Tutti e ciascuno ricordo al Signore in questa Santa Messa.

    So che la vostra Parrocchia è una comunità giovane. Infatti, ha iniziato la sua attività pastorale nel 1989, per un periodo di dodici anni in un locale provvisorio, e poi nel nuovo complesso parrocchiale. Ora che avete un nuovo edificio sacro, la mia visita desidera incoraggiarvi a realizzare sempre meglio quella Chiesa di pietre vive che siete voi. So che l’esperienza dei primi dodici anni ha segnato uno stile di vita che tuttora permane. La mancanza di strutture adeguate e di tradizioni consolidate vi ha spinto, infatti, ad affidarvi alla forza della Parola di Dio, che è stata lampada nel cammino e ha portato frutti concreti di conversione, di partecipazione ai Sacramenti, specie all’Eucaristia domenicale, e di servizio. Vi esorto ora a fare di questa Chiesa un luogo in cui si impara sempre meglio ad ascoltare il Signore che ci parla nelle sacre Scritture. Queste rimangono sempre il centro vivificante della Vostra comunità affinché diventi scuola continua di vita cristiana, da cui parte ogni attività pastorale.

    La costruzione del nuovo tempio parrocchiale vi ha spinto a un corale impegno apostolico, con una particolare attenzione al campo della catechesi e della liturgia. Mi congratulo per gli sforzi pastorali che andate compiendo. So che vari gruppi di fedeli si radunano per pregare, formarsi alla scuola del Vangelo, partecipare ai Sacramenti – soprattutto della Penitenza e dell’Eucaristia – e vivere quella dimensione essenziale per la vita cristiana che è la carità. Penso con gratitudine a quanti contribuiscono a rendere più vive e partecipate le celebrazioni liturgiche, ed ancora a quanti, con la Caritas parrocchiale e il gruppo di Sant’Egidio, cercano di andare incontro alle tante esigenze del territorio, specialmente alle attese dei più poveri e bisognosi. Penso, infine, a quanto andate lodevolmente compiendo in favore delle famiglie, dell’educazione cristiana dei figli e di quanti frequentano l’Oratorio.

    Sin dal suo nascere, questa Parrocchia si è aperta ai Movimenti ed alle nuove Comunità ecclesiali, maturando così una più ampia coscienza di Chiesa e sperimentando nuove forme di evangelizzazione. Vi esorto a proseguire con coraggio in questa direzione, impegnandovi, però, a coinvolgere tutte le realtà presenti in un progetto pastorale unitario. Ho appreso con favore che la vostra comunità si propone di promuovere, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, la corresponsabilità di tutti i membri del Popolo di Dio. Come ho già avuto modo di ricordare, ciò esige un cambiamento di mentalità, soprattutto nei confronti dei laici, "passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell’essere e dell’agire della Chiesa, favorendo così la promozione di un laicato maturo ed impegnato" (cfr Discorso di apertura del Convegno pastorale della Diocesi di Roma - 26 maggio 2009).

    Carissime famiglie cristiane, carissimi giovani che abitate in questo quartiere e che frequentate la parrocchia, lasciatevi sempre più coinvolgere dal desiderio di annunciare a tutti il Vangelo di Gesù Cristo. Non aspettate che altri vengano a portarvi altri messaggi, che non conducono alla vita, ma fatevi voi stessi missionari di Cristo per i fratelli, dove vivono, lavorano, studiano o soltanto trascorrono il tempo libero. Avviate anche qui una capillare e organica pastorale vocazionale, fatta di educazione delle famiglie e dei giovani alla preghiera e a vivere la vita come un dono che proviene da Dio.

    Cari fratelli e sorelle! Il tempo forte della Quaresima invita ciascuno di noi a riconoscere il mistero di Dio, che si fa presente nella nostra vita, come abbiamo ascoltato nella prima lettura. Mosè vede nel deserto un roveto che arde, ma non si consuma. In un primo momento, spinto dalla curiosità, si avvicina per vedere questo avvenimento misterioso quand’ecco che dal roveto una voce lo chiama, dicendo: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe" (Es 3,6). Ed è proprio questo Dio che lo rimanda in Egitto con l’incarico di condurre il popolo di Israele nella terra promessa, domandando al faraone, nel Suo nome, la liberazione di Israele. A questo punto, Mosè chiede a Dio qual è il Suo nome, il nome con cui Dio mostra la Sua particolare autorità, in modo da potersi presentare al popolo e poi al faraone. La risposta di Dio può sembrare strana; appare un rispondere e non rispondere. Egli dice di sé semplicemente: "Io sono colui che sono!". "Egli è", e questo deve bastare. Dio, quindi, non ha rifiutato la richiesta di Mosè, manifesta il proprio nome, creando così la possibilità dell’invocazione, della chiamata, del rapporto. Rivelando il suo nome Dio stabilisce una relazione tra sé e noi. Si rende invocabile, entra in rapporto con noi e ci dà la possibilità di stare in rapporto con lui. Ciò significa che Egli si consegna, in qualche modo, al nostro mondo umano, divenendo accessibile, quasi uno di noi. Affronta il rischio della relazione, dell’essere con noi. Ciò che ebbe inizio presso il roveto ardente nel deserto si compie presso il roveto ardente della croce, dove Dio, divenuto accessibile nel suo Figlio fatto uomo, fatto realmente uno di noi, viene consegnato nelle nostre mani e, in tal modo, realizza la liberazione dell’umanità. Sul Golgota Dio, che durante la notte della fuga dall’Egitto si è rivelato come Colui che libera dalla schiavitù, si rivela come Colui che abbraccia ogni uomo con la potenza salvifica della Croce e della Risurrezione e lo libera dal peccato e dalla morte, lo accetta nell’abbraccio del Suo amore.

    Rimaniamo nella contemplazione di questo mistero del nome di Dio per comprendere meglio il mistero della Quaresima, e vivere come singoli e come comunità in permanente conversione, in modo da essere nel mondo costante epifania, testimonianza del Dio vivente, che libera e salva per amore. Amen.

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    00 07/03/2010 16:22
    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS


    Di ritorno dalla visita pastorale alla Parrocchia romana di San Giovanni della Croce a Colle Salario, a mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.
    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle,

    la liturgia di questa terza domenica di Quaresima ci presenta il tema della conversione. Nella prima lettura, tratta dal Libro dell’Esodo, Mosè, mentre pascola il gregge, vede un roveto in fiamme, che non si consuma. Si avvicina per osservare questo prodigio, quando una voce lo chiama per nome e, invitandolo a prendere coscienza della sua indegnità, gli comanda di togliersi i sandali, perché quel luogo è santo. "Io sono il Dio di tuo padre – gli dice la voce – il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe"; e aggiunge: "Io sono Colui che sono!" (Es 3,6a.14). Dio si manifesta in diversi modi anche nella vita di ciascuno di noi. Per poter riconoscere la sua presenza è però necessario che ci accostiamo a lui consapevoli della nostra miseria e con profondo rispetto. Diversamente ci rendiamo incapaci di incontrarlo e di entrare in comunione con Lui. Come scrive l’apostolo Paolo, anche questa vicenda è raccontata per nostro ammonimento: essa ci ricorda che Dio si rivela non a quanti sono pervasi da sufficienza e leggerezza, ma a chi è povero ed umile davanti a Lui.

    Nel brano del Vangelo odierno, Gesù viene interpellato circa alcuni fatti luttuosi: l’uccisione, all’interno del tempio, di alcuni Galilei per ordine di Ponzio Pilato e il crollo di una torre su alcuni passanti (cfr Lc 13,1-5). Di fronte alla facile conclusione di considerare il male come effetto della punizione divina, Gesù restituisce la vera immagine di Dio, che è buono e non può volere il male, e mettendo in guardia dal pensare che le sventure siano l’effetto immediato delle colpe personali di chi le subisce, afferma: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo" (Lc 13,2-3). Gesù invita a fare una lettura diversa di quei fatti, collocandoli nella prospettiva della conversione: le sventure, gli eventi luttuosi, non devono suscitare in noi curiosità o ricerca di presunti colpevoli, ma devono rappresentare occasioni per riflettere, per vincere l’illusione di poter vivere senza Dio, e per rafforzare, con l’aiuto del Signore, l’impegno di cambiare vita. Di fronte al peccato, Dio si rivela pieno di misericordia e non manca di richiamare i peccatori ad evitare il male, a crescere nel suo amore e ad aiutare concretamente il prossimo in necessità, per vivere la gioia della grazia e non andare incontro alla morte eterna. Ma la possibilità di conversione esige che impariamo a leggere i fatti della vita nella prospettiva della fede, animati cioè dal santo timore di Dio. In presenza di sofferenze e lutti, vera saggezza è lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e leggere la storia umana con gli occhi di Dio, il quale, volendo sempre e solo il bene dei suoi figli, per un disegno imperscrutabile del suo amore, talora permette che siano provati dal dolore per condurli a un bene più grande.

    Cari amici, preghiamo Maria Santissima, che ci accompagna nell’itinerario quaresimale, affinché aiuti ogni cristiano a ritornare al Signore con tutto il cuore. Sostenga la nostra decisione ferma di rinunciare al male e di accettare con fede la volontà di Dio nella nostra vita.



    DOPO L’ANGELUS

    Je suis heureux de vous accueillir, chers pèlerins francophones, et de saluer les familles. Ma pensée va tout particulièrement vers celles qui ont souffert de la récente tempête qui a touché la France, faisant de nombreuses victimes. Ce temps de Carême est une période favorable pour vous tourner vers le Seigneur, parents et enfants, pour lui présenter vos joies et vos peines, vos espoirs et vos tristesses et lui demander de vous accompagner chaque jour. Je vous invite à retrouver le sens de la prière familiale et à entretenir ainsi une relation d’amitié avec Dieu. Que la Vierge Marie aide toutes les familles, surtout celles qui sont dans la difficulté, à ne jamais désespérer de l’amour de son Fils ! A tous bon dimanche et bon Carême !

    I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for today’s Angelus, especially a group of visitors from Boston, in the United States. The readings of today’s liturgy invite all of us to embrace conversion, and to be humble in allowing the Lord to prepare us to bear more fruit. Our cooperation with the Lord often demands great sacrifice, but the fruit which that conversion bears always leads to freedom and joy. May we experience these great gifts of God! Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings.

    Von Herzen grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache und insbesondere die Teilnehmer der Siebenkirchenwallfahrt des Collegium Germanicum et Hungaricum. Im Evangelium dieses Sonntags hören wir von einem Feigenbaum im Weinberg des Herrn, der keine Frucht bringt. Der erste Gedanke wäre, ihn umzuhauen und zu Kleinholz zu machen. Aber der Weingärtner bittet den Besitzer um Aufschub und erklärt sich selbst bereit, alles zu tun, damit Besserung eintritt und der Baum doch noch Frucht bringen kann. So bietet uns auch diese Fastenzeit eine Chance, äußere Krusten aufzubrechen und unser Herz Gott und dem Nächsten zu öffnen. Der Herr segne euch und eure Familien!

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. La Cuaresma es una ocasión propicia para renunciar al egoísmo y la superficialidad, para elevar fervientes plegarias al Señor, intensificar la escucha de su Palabra, participar más dignamente en los Sacramentos e incrementar las obras de misericordia y caridad hacia todos los que sufren. Que la Virgen María ayude con su materna intercesión al pueblo cristiano en este tiempo santo a seguir con mayor fidelidad a su Hijo Jesucristo, que espera siempre frutos de conversión y de santidad de vida. Feliz domingo.

    Saúdo cordialmente a todos os peregrinos de língua portuguesa, de modo particular aos fiéis paroquianos de Santo António de Nova Oeiras, no Patriarcado de Lisboa, desejando que esta vinda a Roma vos confirme na fé e na necessidade de a transmitir aos outros, porque é dando a fé que ela se fortalece. A Santíssima Virgem guie maternalmente os vossos passos. Acompanho estes votos, com a minha Bênção Apostólica.

    "Pan jest łaskawy, pełen miłosierdzia" – te słowa z dzisiejszej liturgii kieruję do Polaków. Jest to przesłanie nadziei dla wszystkich, którzy doświadczają słabości i grzechu, ale szczerze pragną nawrócenia i dążą do życia w zjednoczeniu z Bogiem. Niech to orędzie towarzyszy wielkopostnym wyrzeczeniom, modlitwom i dziełom bratniej miłości. Niech Bóg wam błogosławi!

    ["Il Signore è benevolo, pieno di misericordia" (Ritornello al Salmo responsoriale secondo il Lezionario polacco) – con queste parole della liturgia odierna mi rivolgo ai polacchi. E’ questo un messaggio di speranza per tutti coloro che sperimentano la debolezza e il peccato, ma sinceramente desiderano la conversione e tendono alla vita in unione con Dio. Questo messaggio accompagni le rinunce quaresimali, le preghiere e le opere della carità fraterna. Dio vi benedica!]

    Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi provenienti dalle Diocesi di Milano e di Lodi, che si preparano alla loro professione di fede; i cresimandi di Crotone e di Sabbio di Dalmine; i fedeli di Padova e il gruppo della Polizia Municipale di Agropoli, gli alunni della Scuola "Alessandro Carrisi" di Trepuzzi e i ragazzi siriaci-assiri presenti. A tutti auguro una buona domenica.

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    00 08/03/2010 15:54
    LE UDIENZE

    Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

    Em.mo Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

    Ecc.mi Presuli della Conferenza Episcopale di Uganda, in Visita "ad Limina Apostolorum":
    S.E. Mons. Henry Apaloryamam Ssentongo, Vescovo di Moroto;
    S.E. Mons. Emmanuel Obbo, Vescovo di Soroti;
    S.E. Mons. James Odongo, Arcivescovo emerito di Tororo, Direttore Castrense.


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    00 08/03/2010 16:39
    Dal blog di Lella...

    Benedetto XVI: Il Papa come un padre tra la gente

    Benedetto XVI celebra la Messa e incontra il consiglio parrocchiale di San Giovanni della Croce. «Continuate a costruire la Chiesa di pietre vive» di Emanuela Micucci

    Come un padre, affettuoso e umile, vicino alla gente. È un incontro di famiglia la visita pastorale del Papa, ieri mattina (7 marzo), alla parrocchia di San Giovanni della Croce a Colle Salario. Accolto calorosamente da tanti parrocchiani nelle strade fino dalle 7 del mattino e affacciati alle finestre degli alti palazzi del quartiere alla periferia Nord della città, Benedetto XVI sorridente ha parole di saluto per tutti. Stringe mani, accarezza i bambini, con tenerezza si intrattiene con le persone malate e disabili.
    Da vescovo di Roma incoraggia nel loro servizio i 120 membri del consiglio pastorale e collaboratori parrocchiali, che incontra dopo la Messa nel salone “La casa”, cuore della comunità. Con loro parla a braccio: «Continuate a costruire la Chiesa di pietre vive e così a essere anche un centro di irradiazione della Parola di Dio nel nostro mondo, che talmente ha bisogno di questa Parola e della vita che viene da Dio».
    Il Santo Padre ripercorre il cammino di questa giovane comunità, nata 21 anni fa e rimasta priva di un vero edificio di culto fino al 2002. «La vostra parrocchia ha cominciato da zero – ricorda agli operatori parrocchiali –. È bello vedere qui come la Chiesa è vivente, medita la Parola di Dio, la partecipazione alla Santa Eucaristia, le tante componenti della vita spirituale, i movimenti tutti uniti in un unico progetto pastorale nella comune Chiesa di Cristo».
    Quella di Colle Salario, infatti, è una parrocchia aperta a movimenti e nuove comunità ecclesiali, dove «la comunione affettiva – spiega il parroco monsignor Enrico Gemma – è stato sempre il punto di forza dei nostri progetti pastorali e della nostra vita ecclesiale». I due doni al Pontefice[/] ben rappresentano questo spirito comunitario: una statua di Maria Madre della Chiesa realizzata nella cittadella dei focolarini a Loppiano e un’icona del santo patrono dipinta da un parrocchiano della Comunità di Sant’Egidio.
    Nell’omelia della Messa, concelebrata con il cardinale vicario Agostino Vallini, il vescovo del settore Nord monsignor Guerino di Tora e i sacerdoti della parrocchia e della IX Prefettura, Benedetto XVI esorta a promuovere la corresponsabilità di tutti, laici e consacrati. «Ciò esige un cambiamento di mentalità – spiega –, soprattutto nei confronti dei laici, passando dal considerarli collaboratori del clero a riconoscerli realmente corresponsabili dell'essere e dell'agire della Chiesa, favorendo così la promozione di un laicato maturo ed impegnato». Invita famiglie e giovani a lasciarsi «sempre più coinvolgere dal desiderio di annunciare a tutti il Vangelo di Gesù. Non aspettate che altri vengano a portarvi altri messaggi, che non conducono alla vita, ma fatevi voi stessi missionari di Cristo per i fratelli, dove vivono, lavorano, studiano o soltanto trascorrono il tempo libero».
    Meditando le letture della terza domenica di Quaresima, il Santo Padre pone l’accento sulla conversione della vita e il compiere opere di penitenza: «Ciascuno di noi è invitato da Dio a dare una svolta alla propria esistenza pensando e vivendo secondo il Vangelo, correggendo qualcosa nel proprio modo di pregare, di agire, di lavorare e nelle relazioni con gli altri». Nel brano del roveto ardente, infatti, c’è «un’autopresentazione di Dio che – precisa ancora – entra nella storia, che si fa uno di noi. Dio ci ascolta, non è lontano, si interessa a noi: è per noi e con noi. Questo esige la nostra risposta, che anche noi ascoltiamo Dio, che anche noi siamo aperti alla sua presenza. E così cielo e terra si comunicano e diventano amici e il mondo diventa più lucido e bello». «Ciò che ebbe inizio presso il roveto ardente nel deserto si compie presso il roveto ardente della Croce», da dove Dio «abbraccia ogni uomo». Il mandato del Papa, allora, è di essere «una comunità in permanente conversione»: «Possiate – esorta – essere testimonianza di Dio che libera e salva per amore».
    Con il ringraziamento sul sagrato «all'intero quartiere di Colle Salario», Benedetto conclude la sua mattinata da vescovo di Roma, festeggiato e applaudito dai fedeli che sventolano fazzoletti colorati.
    «È stato come un padre si è soffermato a lungo con la gente di strada, con le famiglie – commenta don Enrico –. La sua visita, inaspettata, è per noi è preludio della gioia pasquale e testimonia la sua opera di evangelizzazione». «Abbiamo vissuto un’esperienza di profonda comunione ecclesiale», afferma Anna Rita Vitucci del consiglio pastorale. L’emozione è negli occhi dei parrocchiani. Come Marco, 16 anni, che ha servito la Messa, o Federico, che ha letto una preghiera scritta dai bambini della catechesi. «È una grandissima gioia per me, straniera, aver ricevuto la comunione da Papa», afferma Magie dell’Equador. Parla dalla carrozzina il sorriso aperto di Mimmo, ricordando che «il Papa è venuto a salutare proprio me», scendendo dall’altare.


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    [Modificato da Paparatzifan 08/03/2010 17:02]
    Papa Ratzi Superstar









    "CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
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